di Antonella De Stefano
Gli amici “greciofili” che mi conoscono, sanno che ho sempre
detto che a Creta non ci siamo mai stati.
In realta’ non e’ completamente vero perche’ nel lontano Luglio 2005, a Creta
ci eravamo stati per una settimana in un villaggio turistico nei pressi di
Chania.
Ai tempi mio figlio era un adolescente e quindi si cercavano
delle sistemazioni che potessero soddisfare anche il suo concetto di “vacanza”.
Nonostante quella scelta, avevamo (io e mio marito perche’ il figlio si
ribellava all’idea di schiodarlo dagli animatori e il gioco caffe’) comunque
fatto due escursioni come le classiche Balos ed Elafonissi e visitato Chania. E
un’altra volta l’abbiamo attraversata in bus al rientro da Karpathos da Sitia
all’aeroporto fermandoci nella zona di Agios Nikolaos/Elounda. Ma quelle non le
considero avere visitato Creta ed ecco perche’ ho sempre affermato che a Creta
non ci ero stata..
Negli anni seguenti l’ho sempre “snobbata” nella scelta delle isole greche
perche’ da certi punti di vista mi faceva “paura”. Temevo la sua estensione,
gli eventuali Km da percorrere e che potevano far diventare la vacanza uno
stress e l’idea che mi ero fatta gia’ nel primo assaggio che fosse un po troppo
turistica e frequentata in alta stagione. Nonostante leggessi in rete da piu’
fonti enunciare le sue meraviglie e vedessi fotografie di luoghi magnifici, la
tenevo comunque a distanza e intanto ci dedicavamo alle altre isole greche che
certamente erano piu’ facili da vedere anche in pochi giorni.
E intanto gli anni passavano e nella testa comunque frullava
un pensiero di questa Creta che stava li’ in attesa. Diverse amiche “grecofile
ma anche cretofile 😊 ” con cui ho avuto modo di confrontarmi,
suggerivano di “affettare” Creta in zone, di modo da far diventare quella
porzione come fosse un’isola piccola come quelle che nel frattempo abbiamo
avuto modo di frequentare.
E cosi’ nel 2022 prendo il coraggio a due mani, convinco il marito scettico,
studio un po’, mi confronto con le amiche “greco/cretofile” e si va alla
scoperta di una parte di Creta!
La scelta ricade su Plakias a sud di Creta e cosi’ il 31 agosto si parte. Nonostante avessi letto da diverse
parti che Plakias fosse un po’ “cosi’ cosi’”, perche’ turistica, per certi
versi senza grande fascino, una delle amiche ci aveva trascorso una lunga
vacanza e il suo modo di fare vacanza e’ molto simile a quello che cerchiamo
anche noi e quindi le ho dato fiducia e non ci siamo pentiti. Inoltre era la
vacanza bis dell’anno e non potevamo avere molti giorni a disposizione.
Plakias a mio avviso e’ molto baricentrica per quella parte di Creta che
volevamo visitare, a ovest si arriva in modo facile ad Hora Sfakion e ad est ci
si puo’ spostare senza troppi km fino a Matala. Non le mancano servizi per
poter trascorrere una piacevole vacanza come taverne, market, un lungomare dove
fare quattro passi dopo cena e alle sue
spalle sulle prime colline, dei graziosi villaggi cretesi e non ultimo nei suoi
pressi delle magnifiche spiagge per tutti i gusti. Quindi per noi Plakias
promossa!
Atterriamo puntuali all’aeroporto di Heraklion dove ci
attende la nostra Panda noleggiata da un rent locale soprannominata
affettuosamente in seguito la “panda baracca” perche’ a volte sulle strade in
salita di Creta, bisognava quasi spingerla per poterle percorrere.
Mentre mio marito guida, io guardo dal finestrino i panorami che ci circondano
e resto affascinata dall’imponenza del territorio e questo fascino lo provero’
ogni giorno di quelli che trascorreremo.
Decidiamo di arrivare a Plakias passando per la gola di Kotsifou con la vicina
chiesetta di Agios Nikolaos che avevo visto in un video sul web e gia’ li’ un
wow e’ stato d’obbligo. La gola ad un certo punto ha delle rocce cosi’ strette
che passandoci sotto devo ammettere che un po di brivido lo si prova.
Arriviamo a Plakias nel tardo pomeriggio, prendiamo possesso del nostro
alloggio un po defilato dal centro ma raggiungibile facilmente, che ha il
pregio di avere una bellissima vista mare, disfiamo le valigie, ci rilassiamo
un po e verso sera usciamo per cena. Come scrivevo, a Plakias le taverne dove
rifocillarsi non mancano, non abbiamo idea di dove andare e cosi’ ci fermiamo
in una delle prime trovate e mangiamo comunque bene. Diamo una occhiata veloce
post cena alla cittadina, ma la stanchezza si inizia a sentire e torniamo al
nostro alloggio per un meritato riposo. Kalinicta!
1 Settembre
La giornata si presenta stupenda come spesso ci capita da
quando frequentiamo la Grecia e si parte di buon’ora dopo avere gustato la
nostra colazione self made sul nostro balconcino vista mare.
Che si fa oggi? Io non ho molti dubbi e in breve raggiungiamo il nostro primo
obbiettivo della giornata: il Monastero di Preveli. Io ho una autentica
passione per le chiese, chiesette, monasteri greci e non riesco a resistere al
loro fascino. Mio marito segue il programma che abbiamo condiviso e di solito
non rimane deluso. Raggiungiamo il Monastero in poco tempo perche’ dista
qualche Km. E’ appena aperto e quindi riusciamo a godercelo senza eccessiva
folla. Non mi dilungo sul descrivere questo luogo e chi vuole saperne di piu’ ,
sia sulle guide cartacee che in rete, puo’ leggere quanto e’ importante per la
storia di Creta. In realta’ i monasteri sono due. Quello che si puo’ visitare
e’ il Piso Moni cioe’ quello superiore anche se letteralmente vorrebbe dire
quello dietro, ancora abitato dai monaci, mentre il secondo e’ il Kato Moni fondato
tra il X e l’XI secolo e ormai ahime’ ridotto in rovina , di cui riusciamo
a vedere solo un piccolo scorcio quando ci sposteremo in giornata. Peccato!
Inutile dire che trascorriamo al Monastero e nel suo Museo
attiguo gran parte della mattinata, anche se non ci rendiamo conto delle ore
passate immersi in questo luogo cosi’ affascinante e ricco di storia contornato
da grandi cespugli fioriti, mura scrostate dal tempo e tanti gattini che sono
sempre di casa in Grecia.
E di quanto siano graditi al Moni Preveli lo testimonia anche la fontana posta
in un angolo.
Finita la visita ci dirigiamo senza indugi alla prossima tappa scontata e non lontano dal Monastero. Durante il tragitto scorgiamo il Kato Moni che come detto non si puo’ visitare e poco dopo eccoci in un altro luogo iconico che ho visto in centinaia di foto e video, ma la realta’ davvero supera ogni aspettativa. La spiaggia di Preveli . Per scattare le classiche foto che ho visto in rete, raggiungiamo il parcheggio con l’intento pero’ di non scendere in spiaggia da quella parte, perche’ li’ il percorso ha molti gradini (dicono circa 500 ma non avendoli fatti non so se siano davvero quel numero) e si sa che quando scendi… poi devi salire e col caldo di quasi mezzogiorno, anche no. Spiegando all’omino del parcheggio che vogliamo solo scattare delle foto, cortesemente ci fa entrare senza pagare l’ingresso. Troppo gentile!
Scendiamo qualche gradino e ci si apre davanti agli occhi questa meraviglia della natura! Incuneata alla fine dell’imponente gola di Kourtaliotiko con il suo fiume che sfocia in mare in mezzo ad una foresta di palme che sono un unicum in Europa essendo autoctone proprio di Creta, danno a questa spiaggia un tocco esotico e suggestivo . La spiaggia e’ un luogo protetto e speriamo lo resti per sempre, quindi sprovvista di ombrelloni e sdraio, ma non per questo non frequentata. Oltre ad arrivarci percorrendo i sentieri a piedi, ci arrivano anche barche con gite in giornata.
Scattiamo un po di foto ricordo chiedendo a qualche altro turista di farci una foto insieme perche’ a noi i selfie proprio non piacciono e siamo pronti per andare a vedere da vicino questa meraviglia. Documentandomi in rete leggo l’alternativa meno faticosa per arrivarci e che passa da un altro punto iconico che volevamo vedere, arrivando alla spiaggia di Drimiskiano Amoudi che si trova alla destra di Preveli.
Percorriamo la strada per dirigerci verso Drimiskiano,
vediamo dalla strada quel che resta del Monastero inferiore di Preveli e
arriviamo in vista del vecchio ponte di Preveli costruito nel 1850 per i monaci,
che attraversa il fiume che sfocia poi alla spiaggia.
Qui ci fermiamo per vederlo da vicino e devo dire che il luogo e’ molto
bucolico avendo il fiume che scorre placido e le paperelle che nuotano
allegramente. Presente anche una bella taverna che ci ispirava parecchio, ma
volevamo arrivare in spiaggia prima che si affollasse troppo e a malincuore ci
rimettiamo in moto.
Arriviamo in poco tempo alla spiaggia di Drymiskiano Ammoudi
che ha alle sue spalle una taverna, un po di ombrelloni in spiaggia e poca
gente. Tutti si affollano a Preveli perche’ molto particolare, ma anche questa
spiaggia non e’ affatto male. Noi ci rifugiamo all’ombra delle tamerici per
consumare il nostro pranzo “al sacco” e quasi ci dispiace lasciare questo angolino
bello ventilato in quella giornata caldissima.
Detto fatto ci avviamo lungo il sentiero che davvero in poco tempo ci porta alla spiaggia di Preveli. Arriviamo in un punto dove da un lato si vede la spiaggia che abbiamo appena lasciato e tutte le spiagge che si trovano su quella costa e dall’altra Preveli. La vista della gola con il fiume che sfocia in mare e’ magnifica anche da qui. Scendiamo, percorriamo per un po la foresta di palme ma non e’ rimasto molto spazio all’ombra cosi’ risaliamo e torniamo all’auto, ma non prima di esserci fermati alla taverna per bere una bella Alfa ghiacciata dopo un bel bagno ristoratore!
Il tempo di asciugare un po i costumi e siamo pronti per
continuare il nostro itinerario. Nelle intenzioni dovevamo vedere le spiagge di
Agios Pavlos chiamata anche Sand Hill e Triopetra. La strada per un lungo
tratto scorre accanto al mare e vediamo spiagge che si susseguono una via
l’altra ed inspiegabilmente deserte!
La strada poi rientra all’interno ma su quella costa ci sono delle spiagge
stupende ma servono delle deviazioni e il tempo e’ sempre un po tiranno.
Arriviamo a Triopetra e ci fermiamo qua per un po. La spiaggia e’ davvero
enorme, un paio di stabilimenti con ombrelloni e le sane sdraio di una volta
che puoi muovere come vuoi. Il sole continua a splendere e siamo in pace con il
mondo. Mare un po mosso e una lieve brezza che non toglie nulla all’incanto di
questo posto e a distanza di anni si legge in rete che qui vogliono far sorgere
un complesso turistico con molte camere ☹ Speriamo il piu’ tardi possibile ma la
cementificazione in molte isole greche credo sia un processo inarrestabile.
La particolarita’ di questa spiaggia sono le rocce alla sua
sinistra che sono appunto 3, da cui deriva il suo nome. Sembrano degli strati
di millefoglie e chissa’ come si sono formate. Arrivo fino ai pressi delle
rocce e scopro che ci si puo’ arrampicare in una di quelle sulla spiaggia e mi
diverto a scattare foto dal quel rifugio 😊
E’ tardo pomeriggio e dobbiamo ancora vedere Agios Pavlos cosi’ ci rimettiamo in auto, anche perche’ poi bisogna rientrare a Plakias. Dista solo 48 km ma ci si impiega piu’ di un’ora e iniziamo a capire perche’ non bisogna pensare di visitare Creta facendo le trottole per vedere tutto in una sola volta.
Abbiamo la mappa, ma non riusciamo bene a capire quale sia
il percorso giusto cosi’ ci facciamo aiutare dalla tecnologia anche se ci sono
pochi Km da percorrere… sulla carta.
Facciamo davvero dei giri assurdi guidati dalla “tecnologia”, i cartelli
stradali che incontriamo non fanno menzione della spiaggia, continuiamo a fare
dei girotondi intuendo dove fosse la spiaggia e ad un certo punto l’amico
google maps ci indica di scendere da una stradina che ci porta direttamente nel
cortile di una casa bellissima a picco sul mare e ci dice pure “avete raggiunto
la vostra destinazione” 😊 Li’ abbiamo ricevuto un’altra lezione sul
come affrontare Creta e le sue strade: MAI fidarsi dei navigatori!!
Mio marito oramai si e’ spazientito e a nulla valgono le mie richieste di
riprovare e cosi’ torniamo a Plakias con il mio disappunto di non avere visto
quel luogo … Uff!
Ceniamo in una delle taverne nel villaggio di Sellias che si trova appena sopra il nostro alloggio e mangiamo molto bene con il consueto bicchierino di Raki a fine pasto. Yamas!
2 settembre
Prima di decidere Creta, avevo fatto un patto con mio marito che, oggettivamente stando sempre alla guida, e’ sottoposto piu’ di me alla stanchezza, promettendo che se un giorno andavamo in esplorazione, il giorno seguente si stava in panciolle in spiaggia. La giornata si presenta come sempre soleggiata e con il nostro cielo blu greco. Plakias come dicevo ha nei dintorni delle spiagge molto belle e quel giorno decidiamo di andare a quella di Skinaria che avevo segnato nella mia personale mappatura della zona. Non e’ distante, poco meno di 10 km ma il tempo per raggiungerla e’ il doppio dei km. La strada per arrivarci percorre per un certo punto la stessa per andare al monastero di Preveli che poi incrocia quella per Skinaria. Bisogna andare siga’ siga’ perche’ in alcuni punti e’ un po stretta ma niente di drammatico. Arrivati quasi nei pressi della spiaggia, siamo attratti da una roccia con un perfetto foro circolare. Non si capisce se e’ naturale o opera dell’uomo ma se fosse la seconda ipotesi, a cosa serve? Boh !
In breve arriviamo in spiaggia. Skinaria e’ davvero una baia stupenda. E’ servita con ombrelloni e sdraio e alle spalle ha anche degli alloggi e l’immancabile taverna. Temevo che fosse troppo frequentata ma mi sono ricreduta e abbiamo passato l’intera giornata li’ tra bagni, lettura, pisolini, in perfetto “ozio creativo” 😊
Ci schiodiamo da Skinaria verso le 18 e ne approfittiamo per
dare un’occhiata alle altre spiagge nei pressi di Plakias che si susseguono in
pochi metri. I colori non rendono perche’ il sole iniziava a calare e ci
ripromettiamo di tornare a vederle con il sole piu’ alto ma alla fine non
riusciamo nell’intento. Motivo in piu’ per tornare 😊
Ammoudi, Klisidi regno degli “ignudi” e Micro Ammoudi. Alle loro spalle su un
cocuzzolo vigila la chiesetta di Saint Paisios e propongo a mio marito di
salire a vederla ma la risposta e’ un secco NO! Che pigrone 😊
Tornando ci fermiamo a vedere le altre due spiagge prospicienti Plakias, Damnoni e la spiaggia “cittadina” che non e’ male e per chi non ha voglia di muoversi, puo’ andare piu’ che bene.
La sera ceniamo in una taverna nelle viuzze all’interno dove troviamo anche musica dal vivo con il consueto “cicchettino” di Raki.
3 settembre
Inizialmente aprendo le finestre si vedono delle nuvolone
all’orizzonte, cosi’ decidiamo di continuare nella nostra esplorazione della
zona. Una delle attrattive nelle vicinanze sono le gole di Kourtaliotiko
formate dal fiume che poi sfocia alla spiaggia di Preveli. Il nome deriva dal fatto che in un
punto specifico della gola, si possono udire alcuni "battiti di
mani", come mani che si uniscono. Questi "battiti di mani" sono
i "kourtala", che danno il nome ο Κουρταλιώτης (o
Kourtaliotis, "il crepitio" e "il rumoroso") alla
gola. Sono una conseguenza del vento che viene incanalato attraverso le alte
grotte della gola. Il punto vicino all'ingresso settentrionale dicono sia il punto principale in cui si può udire questo
suono, ma noi non abbiamo sentito nulla perche’ quel giorno Eolo riposava.
La gola e’ davvero impressionante. Le alti pareti rocciose in alcuni punti
raggiungono anche 300 metri in altezza e ti senti avvolto in questa maestosita’
della natura. Facilmente accessibili con un sentiero a gradoni quindi bisogna
arrivare presto per godersele con poche persone. Nella gola si incontra la
chiesetta di Agios Nicholaos e percorrendo il sentiero si arriva ad un punto
dove da un ponticello si possono osservare le cascate del fiume!! Spettacolo!
Da qui volendo seguendo il sentiero si puo’ arrivare fino alla spiaggia di
Preveli e mi piacerebbe un giorno poterlo fare. Ci sono anche delle pozze
d’acqua sotto la cascata dove molti fanno il bagno. E’ notizia di quest’anno
che limiteranno gli accessi mettendo a pagamento l’ingresso e vietando il bagno
sotto le cascate e hanno ragione nel farlo.
Trascorriamo molto tempo in questo luogo affascinati dalla
natura poderosa e si rimane sempre incantanti da quello che riesce a creare. Nel frattempo inizia ad arrivare
parecchia gente e noi siamo pronti per risalire il sentiero e lasciare le gole
agli altri visitatori.
La strada che si incunea lungo la gola ha dei punti di osservazione dove poter
osservare la poderosita’ della gola e ovviamente ci fermiamo per avere un altro
punto di vista. Dove hanno creato il parcheggio per fare una sosta, incastonata
o meglio incastrata nella roccia c’e’ la
chiesetta di Agia Kiriaki che e’ un piccolo gioiello e che visiteremo
immergendoci nella sua aurea mistica.
Soddisfatti di quanto abbiamo visto finora, continuiamo a seguire il programma quotidiano raggiungendo uno dei villaggi interni piu’ belli di Creta: Spili. Spili sorge alle pendici del monte Ida in una vallata verdissima. Il villaggio conserva gran parte della sua architettura tradizionale, con strette strade acciottolate, case bianche e vivaci bouganville. La presenza di influenze veneziane e ottomane è evidente nell'architettura soprattutto con la fontana Kefalovrisi, che è diventata il simbolo del villaggio. Questa fontana veneziana del XVI secolo vanta 25 teste di leone, ognuna meticolosamente scolpita e che sgorga acqua fresca e cristallina dalle vicine sorgenti di montagna da cui attingono anche le vicine taverne per servirla a tavola ai clienti. Spili è nota anche per il suo ruolo durante il periodo ottomano nella resistenza cretese contro di loro. Immancabile un grande platano nella piazza principale che da ombra e refrigerio a quanti si fermano a mangiare li’. Diverse botteghe artigianali che vendono prodotti locali, ceramiche e manufatti tessili. Visitiamo il vicino museo del folclore dedicato agli antichi mestieri e alla cultura contadina. Spili vale sicuramente una sosta. Promossa!
Lasciamo Spili e continuiamo la nostra giornata di scoperte di questa meravigliosa isola che ci sta affascinando tantissimo gia’ in questi primi giorni. La destinazione e’ il Monastero di Arkadi di cui ho letto molto durante la preparazione della vacanza. Da Spili ci sono due modi di arrivare ad Arkadi. Uno tornando in direzione Rethimno, fare un pezzo di strada sulla costa e risalire, oppure facendo un percorso interno e noi scegliamo quello. Il paesaggio che attraversiamo e’ davvero meraviglioso, verdissimo, con tanti alberi di ulivo, vigneti e ad un certo punto una cosa che ci ha fatto ridere che hanno lasciato un albero in mezzo alla strada e bisogna passare lateralmente 😊 Arriviamo nei pressi del villaggio di Thronos e cerchiamo un posto all’ombra per poter consumare il nostro consueto pranzo al “sacco”. Ci fermiamo nei pressi della scuola con un giardino all’ombra ma mentre arrivavamo, il mio occhio si era soffermato su una chiesetta all’inizio del paese. Cosi’ andiamo a vedere il minuscolo villaggio e arrivati alla chiesetta la troviamo inesorabilmente chiusa ☹. Nel frattempo vediamo una coppia di persone che stanno parcheggiando e in qualche modo facciamo capire loro se la chiesa fosse visitabile. Inspiegabilmente ci capiscono ! La potenza del linguaggio dei segni 😊. Ci indicano il negozio posto di fronte la chiesa che vende prodotti locali come miele, erbe aromatiche raccolte in montagna, olio etc. Entrati, il proprietario che aveva assistito al nostro “dialogo” con i signori, ci fa segno di aspettare e presa la chiave della chiesa ce la apre e… meraviglia!! Una chiesetta bizantina superbamente affrescata e conservata! Non si possono scattare foto all’interno e rispettiamo il divieto. La chiesetta recava solo un cartello che indicava “Panagia” ma leggendo quello illustrativo in realta’ e’ dedicata all’Assunzione.
Inutile dire che per ringraziare il proprietario del negozio, abbiamo comprato del miele di timo buonissimo e sacchetti vari di erbe aromatiche per noi e come piccoli souvenir per parenti.
Camminando nel paese, un altro cartello attira la mia
attenzione: Ancient Syvritos. Ci incamminiamo lungo il sentiero ma ci siamo
resi conto che non era cosi’ vicino e non avevamo tempo cosi’ a malincuore ce
ne torniamo all’auto per proseguire il nostro viaggio. Leggo poi diverse
notizie sul web su questa citta’ dei tempi antichi.
https://www.destinationcrete.gr/it/archaeological-sites-crete/ancient-syvritos/
In breve tempo arriviamo alla destinazione finale di questa
giornata. Il Monastero di Arkadi. Non mi soffermo sulla storia di questo luogo che
ha avuto una storia molto importante per Creta e i suoi abitanti e chiunque
voglia approfondire trova molte notizie sia sul web che sulle guide. Aggiungo
solo che conoscere cosa si sia svolto li’ e’ stato molto toccante. Il Monastero
e’ una meraviglia architettonica sia al di fuori con la sua facciata in stile
veneziano, che all’interno delle mura,
con il suo museo, i giardini fioriti e gli immancabili gatti. Trascorriamo il
resto della giornata li’ fino a quasi ora di chiusura e soddisfatti della
giornata trascorsa, torniamo alla base.
Per cena scegliamo un’altra taverna nel villaggio alle
spalle di Plakias dove mangiamo sempre bene con la vista su uno splendido
tramonto. Tornando a Plakias per i consueti 4 passi post prandiali, abbiamo la
fortuna di osservare la luna piena sul mare. Kalinicta Kriti!
4 Settembre
Fedele alla promessa fatta prima della partenza al marito, oggi sciallati al mare. Decidiamo per la spiaggia molto vicina al nostro alloggio che e’ Souda. Grande, attrezzata in parte con lettini e sdraio old style e da una parte dedicata agli “ignudi” . Anche lei con un ruscello che sfocia in mare con delle paperelle che nuotano. Ridendo diciamo che e’ la Preveli de “noiartri”. Ha una bella taverna alle spalle con spazi ombreggiati e lettini gratis per i clienti che consumano qualcosa li’. Il mare e’ una tavola, il sole splende, il cielo e’ blu. Cosa pretendere di piu’? Relax totale oggi.
La sera ci regala un tramonto meraviglioso immortalato dalla terrazza del nostro alloggio
5 Settembre
Oggi ci attende una giornata intensa. Sveglia presto, ma per
noi non e’ un problema, colazione e ci
mettiamo in auto. Destinazione? Vediamo dove ci porteranno il cuore e le gambe 😊
La strada per arrivare al luogo di partenza di questa giornata passa per un po
sulla costa, poi si addentra in curve tortuose e resto sempre affascinata da
questa natura potente di Creta. Da un lato montagna e dall’altra il blu del Mar
Libico e nell’aria profumo di erbe selvatiche e un misto di altro che non so decifrare.
Non dobbiamo percorrere tanti km, circa 40 che da noi si
farebbero in meno di mezz’ora ma a Creta dovremo impiegarci il doppio e di
certo su quelle strade non puoi fare speedy gonzales. In poco piu’ di un’ora
eccoci giunti alla prima tappa di oggi: Hora Sfakion. Siamo nel cuore della
regione di Sfakia, che, si dice, rispecchia appieno il carattere degli
abitanti, persone coraggiose e dallo spirito libero che si sono spesso
rifugiati nelle loro aspre montagne. Anche questo villaggio è stato grande
protagonista della storia di Creta sia durante l’occupazione veneziana che
durante la seconda guerra mondiale. Avevo visto un servizio in TV su questa
zona di Creta e mi ero ripromessa di vederla un giorno e oggi ci siamo 😊.
Hora Sfakion e’ un piccolo agglomerato di case, piccoli hotel e studios e,
prospiciente al mare, una stradina coperta da tende da sole con una sfilza di
taverne che si susseguono l’un l’altra. Una piccola spiaggia e null’altro. Ci
fermiamo in una bakery a comprare qualcosa da mangiare a pranzo e anche acqua
in piu’ rispetto a quella che abbiamo gia’ nelle borracce.
Il porto di Hora Sfakion e’ un pullulare di persone tutte rigorosamente con
cappelli, zaini, bastoni e scarponcini
da trekking. Chissa’ dove andranno? In realta’ sappiamo bene che Hora Sfakion
e’ uno dei porti da cui imbarcarsi per visitare le localita’ di questa costa
affacciata sul mar Libico oltre a uno dei punti di imbarco per l’isola di
Gavdos. Noi ci imbarchiamo sulla piccola nave della linea Eligiannis, gli altri
turisti equipaggiati da trekking prenderanno la nave che li portera’ altrove.
Noi pensiamo si fermeranno ad Agia Roumeli per risalire un tratto delle gole di
Samaria, ma chi puo’ dirlo?
Saliamo sulla nostra barchetta che lentamente inizia a costeggiare la costa il
cui panorama e’ stupefacente. Questa montagna arsa dal sole che si riversa in
un mare blu come il profondo degli abissi ci incanta.
Incrociamo l’altra barca con i turisti trekkers che ci
salutano sventolando i cappelli 😊
Il mare e’ un olio e ci godiamo il panorama che ci passa davanti. In poco meno
di mezz’ora siamo arrivati alla nostra destinazione.
Loutro ci accoglie cosi’, con le sue acque turchesi, una
conca naturale perfetta in cui si affacciano una schiera di costruzioni bianche
che in qualche modo ricordano un po l’architettura cicladica.
Questo posto, sebbene negli anni e’ diventato piu’ turistico, a mio avviso e’
da non perdere per chiunque vada in questa parte sud di Creta. Penso a quanto
sarebbe bello soggiornare qui per godersi questa meraviglia la sera senza i
turisti che fanno spola come abbiamo fatto noi oggi. Questa foto da “cartolina”
non potevo non scattarla e sara’ per mesi lo sfondo del desktop del mio PC 😊
Percorriamo il piccolo lungomare se cosi’ possiamo chiamarlo, scattando decine di foto e godendoci una bella spremuta di arancia seduti al tavolo di una delle tante taverne.
Arriviamo fino in fondo alla baia dove la spiaggia di
ciottoli e’ un po piu’ ampia e la tentazione di fare una sosta bagno ci sta
tutta, ma il nostro obbiettivo della giornata e’ un altro e si sono gia’ fatte
le 11.30. Come passa il tempo quando ci si diverte 😊
Togliamo i sandali da mare e infiliamo le nostre scarpe da trekking. Gambe in
spalla, si va!!
Ci inerpichiamo sul sentiero che ci portera’ alla nostra
meta, saliamo velocemente e abbiamo una visuale pazzesca su Loutro che
immortaliamo con numerose foto. Ma non possiamo perdere troppo tempo, fa gia’
molto caldo e se non vogliamo squagliarci come neve al sole, dobbiamo fare
andare le gambette.
Percorriamo il sentiero che corre lungo tutta la costa che avevamo intravisto
arrivando con la barca. La montagna e’ altissima alla nostra sinistra e il mare
risplende di un azzurro accecante. Ci si sente piccoli piccoli di fronte a
questo spettacolo naturale.
Ci fermiamo solo per scattare foto e idratarci. Benche’ il sentiero non presenti nessuna difficolta’, non tira un refolo d’aria e si suda parecchio. Continuiamo a camminare. Sotto di noi si aprono ogni tanto piccole baiette finche’ ne raggiungiamo una piu’ ampia. Ciottolosa ma con un mare che invita ad un tuffo, ma non possiamo farci ammaliare e si va avanti.
Cammina cammina, arriviamo alla piccola chiesetta di Timios Stravos che si vede anche molto bene dal mare arrivando in barca a Loutro. Io adoro le chiesette greche e cosi’ ciak ciak non so quante foto scatto 😊
Lasciamo la chiesetta e proseguiamo. Il sentiero qui si fa un po piu’ ripido ma nulla di che. Arrivati in cima al sentiero ecco che si apre sotto i nostri occhi, LEI … e io ad alta voce dico: benvenuti a Glika Nera o Sweet water beach. Non credo servano molte parole per descrivere cosa e’ questo posto e nessuna foto purche’ bella, puo’ renderle giustizia.
Soddisfatti, ci immortaliamo e cediamo ad un selfie perche’
in quel momento non passava nessuno dal sentiero. Guardo l’ora e mancano 5
minuti alle 13. L’amico google maps dice che ci si impiega 48 minuti da Loutro,
noi ci abbiamo messo di piu’ fermandoci per le dovute soste e gustando il
percorso e il panorama. Del resto siamo in Grecia, in vacanza, e che dobbiamo
correre anche qui? Siga’ Siga’ 😊
L’acqua e’ terminata, siamo accaldati e rapidamente scendiamo per consumare il
nostro pranzo e soprattutto rifornirci di liquidi. Non ricordo quante birre
abbiamo bevuto e quanta acqua, pero’ ricordo il gusto sulle papille gustative .
Adesso pero’ un bel bagno non ce lo toglie nessuno! E splash… in un’acqua
gelida BRRR !!! Il nome della spiaggia dice tutto. Ci sono delle correnti di
acqua non salata che scorrono sotto la superficie e camminando lungo la
spiaggia, arrivando nel punto dove si sistemano gli “ignudi” c’e’ una buca
scavata dove effettivamente c’e’ l’acqua dolce che sgorga dal terreno ed e’ ghiacciata!
Una gentile signora “ignuda” mi guarda sorridente e mi chiede, do you want a
shower? Non faccio in tempo a risponderle no grazie, che vengo investita da una
secchiata di acqua gelida. Quindi la salsedine ce la siamo
tolta di dosso. Grande!
ll pomeriggio passa tra un bagno e un altro senza docce ulteriori ma ad un
certo punto e’ tempo di rientrare a Hora Sfakion, riprendere l’auto e tornare
alla base.
Rientrando l’idea era di passare a visitare un’altra localita’ che avremmo
voluto vedere. Frangokastello. Il castello fu costruito dai veneziani nel
1371-74 come guarnigione per imporre l'ordine nella ribelle regione di Sfakia,
scoraggiare i pirati e proteggere i nobili veneziani e le loro proprietà. Nei
suoi pressi si estende anche una spiaggia molto bella, o almeno cosi’ ho letto.
Ma… mentre percorriamo la strada e svoltiamo lasciando Hora Sfakion, iniziamo a
vedere in mare le cosiddette “ochette” di spuma bianca e a vedere gli alberi
belli sballonzolati dal nostro amico Eolo che si e’ risvegliato. Arriviamo a
Frangokastello e siamo letteralmente avvolti in una tempesta di sabbia.
Parcheggiamo comunque e usciamo dall’auto per risalirci quasi subito perche’
impossibile non mangiare sabbia. Eolo ma proprio adesso dovevi svegliarti?
Vabbe’ … un po rammaricati di non essere riusciti nell’intento, torniamo a
Plakias dove Eolo e’ MOLTO presente, anzi presentissimo. La padrona
dell’alloggio ci dice che si era alzato al mattino (a Hora Sfakion calma piatta
perche’ zona riparata dalle imponenti montagne alle spalle) e ridendo ci dice:
benvenuti a Plakias!
6 Settembre
Per tutta la notte abbiamo sentito un grande sbatacchiare di
persiane e rumori vari causati dal nostro amico Eolo in grande forma. Apriamo
le persiane e si vede chiaramente quanto e’ potente. Sbuffi di acqua si
sollevano dal mare e le ”ochette” bianche sono belle numerose. Capiamo subito
che sara’ una giornata tosta per stare in panciolle al mare. Rapida occhiata
alle app del vento, occhiata alla mappa per cercare di capire quale potesse
essere una baia protetta e usciamo. Direzione Skinaria che essendo piccola e
incuneata, potrebbe non essere cosi’ esposta. Arriviamo in spiaggia e,
nonostante i colori pazzeschi che siamo abituati a vedere quando Eolo si da da
fare, la spiaggia’ e deserta o meglio ci sono solo gli uomini delle taverne
prospicienti che cercano di recuperare ombrelloni e lettini finiti in acqua !!
La sabbia sebbene non fine viene sollevata e rimanendo avremmo avuto le sue
sferzate in ogni posto del corpo.
Ok non e’ la spiaggia giusta. Vediamo di sfidare Eolo. Iniziamo a percorrere la
costa da Preveli in giu’. Onde imponenti e vento bello teso. Andiamo avanti ,
avanti, avanti… superiamo Triopetra che ovviamente era inagibile, Agios Pavlos
manco ci proviamo senno’ finiamo ancora nella casa a picco sul mare, la strada
poi inizia a deviare verso l’interno. Attraversiamo l’area che era bruciata in
agosto col groppo in gola nel vedere per km e km gli alberi neri e il paesaggio desolato che
lascia il fuoco ☹ Dall’alto il mare si vede che anche li’ e’
bell’agitato e il vento sbatacchia anche la nostra Panda baracca che fa fatica
a contrastarlo nelle salite. Arriviamo ad Agia Galini ma anche li’ stessa
situazione per non parlare dell’ampissima e lunghissima spiaggia di Kommos.
Quindi che si fa? Riapriamo la mappa, riguardiamo le app dei venti e pensiamo
di avere trovato (forse) un posto protetto, che tra l’altro era uno dei luoghi
che volevamo visitare. Ci proviamo? Tanto oramai siamo qua. Risaliamo in auto
direzione Monastero Odigitria. Ma come un altro Monastero? Certo, anche la
visita al Monastero e’ d’obbligo ma la meta al momento e’ un’altra. Arriviamo
al Monastero e inforchiamo la strada sterrata che con il vento a quel livello
era un mulinello continuo di polvere. Andiamo piano come sempre bisogna fare su
strade di questo tipo anche se e’ ben tenuta ma meglio non rischiare facendo
Nuvolari.
In fondo alla sterrata quando finisce, parcheggiamo e troviamo una baracchetta con questo cartello.
Le ossa appese sono un po macabre e forse avranno anche
spaventato Eolo perche’ qui NON volava una foglia! Siamo nel posto giusto. Le
gole di Agiofarago con annessa spiaggia finale, sono un’altra delle meraviglie
di questa poderosa natura cretese. In primavera deve essere ancora piu’
spettacolare ricoperta dagli oleandri in fiore che ora ovviamente non ci sono
piu’.
Ci avviamo zaino in spalla lungo la gola
nel sentiero che in realta’ e’ il letto asciutto del torrente che l’ha
scavata e che immagino in altre stagioni abbia anche acqua. Un po come le gole
di Kortialitiko, le rocce sono bucherellate come un formaggio mangiato da
topolini. Anche qui le numerose grotte, sono state le dimore di asceti in
ritiro. Tratto dal web “Il nome Agiofarago significa letteralmente
"Gola dei Santi". Questo perché in passato, eremiti o asceti vivevano
nelle grotte in isolamento spirituale. Si incontravano un giorno all'anno,
ognuno seduto in silenzio su una roccia diversa nella grande grotta. Se uno non
arrivava, si dava per scontato che fosse morto”
Il percorso e’ lungo circa 1,5 km ma non presenta difficolta’ se non per il
caldo che si sente di piu’ perche’ si e’ riparati dal vento dalle rocce
circostanti . Ad un certo punto del cammino si apre una radura che e’ la foce
del torrente e si scorge questa: la chiesetta di Agios Andonis. Creta non
finisce di sorprenderci !
La campana e’ simpaticamente appesa ad un ulivo molto vecchio
Siamo oramai nei pressi della spiaggia. Si intravede un po
di azzurro in fondo al sentiero ed eccoci.
Agiofarago Beach e come abbiamo correttamente intuito, uno specchio d’acqua
calmo e senza un filo di vento.
L’ombra e’ assicurata dalle sue alte rocce che la
racchiudano. Al mattino alla sinistra e al pomeriggio alla destra. Noi ci
fermiamo sulla parte destra dove le rocce in acqua formano un arco e oziamo li’
per un po tra bagni e tranquillita’.
Ci fermiamo per un paio d’ore pronti per tornare da dove siamo scesi per
visitare il Monastero che come altri che abbiamo visitato e’ un pezzo di storia
di Creta datato XIV secolo. L'area in cui è situato è anche conosciuta come
"Monte Athos di Creta " dal famoso stato monastico della Grecia
settentrionale, poiché è stata per secoli la culla dell'ascetismo a Creta con
molti eremiti che vi hanno vissuto in passato. Molto ben tenuto e con stanze
dove sono stati ricreati i momenti di vita dei monaci, sale con attrezzi che usavano per lavorare la
terra, pressare le olive etc. La chiesa e’ molto bella con degli affreschi ben
tenuti ma non si possono fotografare.
Lasciamo il Monastero appagati dalla svolta che ha preso questa giornata iniziata un po “spettinata” ma che ci ha permesso di vedere un altro pezzo di questa Creta che continua a sorprenderci con i suoi tesori naturali e non. E visto dove ci troviamo in questa zona , abbiamo un altro luogo da vedere che trovi in tutte le guide che trattano di questa parte di Creta. L’iconico villaggio di Matala. Matala era un tempo il secondo porto di Festo, e, dopo la sua distruzione nel 220 AC, diventerà il porto dell'antica Gortina. Secondo gli archeologi gli abitanti, in epoca preistorica vivevano nelle grotte che si trovano nella zona, mentre secondo altri le stesse erano usate, durante il primo e secondo secolo DC come tombe. Matala e’ pero piu’ nota perche’ negli anni ’70 divento’ un luogo di ritrovo per gli hippies provenienti da tutto il mondo. E allora andiamo a vedere se ritroviamo questa atmosfera come molti raccontano. Per arrivarci passiamo dal villaggio di Sivas che visto cosi’ di passaggio ci ispira molto e vorremmo visitarlo con calma ma poi non facciamo in tempo ahime’ . Arrivati a Matala, Eolo e’ li’ bello presente e il mare ha grandi onde che si infrangono sulla battigia. La spiaggia e’ affollatissima sebbene sia gia’ tardo pomeriggio. Le grotte scavate nella roccia che hanno dato rifugio agli hippies si possono visitare a pagamento ma non e’ che ci attirino piu’ di tanto. Sinceramente a me Matala non ha suscitato grandi emozioni. Mi e’ parsa diventata molto turistica e forse ha perso un po la sua anima, ma so che e’ un pensiero del tutto soggettivo e comunque sono contenta che l’abbiamo vista perche’ se no ci sarebbe rimasto il rimpianto di non esserci andati.
Avendo avuto piu’ tempo a disposizione, una dovuta tappa
sarebbe stata l’area archeologica di Festo , ma la giornata sta per volgere al
termine ed e’ ora di rientrare perche’ ci aspettano un po di km da fare.
Stasera il vento implacabile porta anche dei bei nuvoloni e qualche goccia di
pioggia ma non ci impedisce di cenare all’aperto protetti da una bella pergola
d’uva in una delle taverne piu’ goduriose di Plakias dove non eravamo mai
riusciti a cenare perche’ sempre piena. Questa sera il vento e il freschino ha
fatto desistere qualche altro turista e troviamo posto. Porzioni super
abbondanti e prezzi decisamente bassi per quello che ci hanno servito e doppia
razione di raki! Belli satolli e riscaldati dalla doppia razione di cicchetto
andiamo a nanna.
7 Settembre
Non abbiamo bisogno di aprire le persiane per capire cosa ci aspetta oggi. Eolo
e’ anche piu’ forte della giornata precedente e leggo in rete che in tutta la
Grecia soffia cosi’ forte tanto che hanno bloccato le navi al Pireo. Mica pizza
e fichi! Di vento in Grecia negli anni ne abbiamo preso tanto, ma qui a Plakias
e’ stato particolarmente “forzuto”. Un’amica greco/cretofila in arte Puccy
quando le ho scritto di quanto il vento fosse potente, ridendo mi aveva
risposto: li’ sei nella tana del lupo ! Il vento arriva direttamente da nord
incanalandosi nelle gole di Kourtaliotiko e si abbatte sulla costa. Chissa’ se
oggi si sentono i campanelli nella gola ma non andiamo a verificarlo.
Quindi che si fa? Vabbe’ tentiamo di andare in spiaggia e con coraggio ci
mettiamo in moto. Ieri abbiamo trottato abbastanza quindi non facciamo la
caccia al tesoro. La padrona di casa ci indica una baietta vicina che
“dovrebbe” essere riparata. Fotinari. In effetti riparata lo era ma non c’erano
rimasti posti in ombra e cosi’ tentiamo Souda. Vento ce n’e’ e c’e’ pochissima
gente. Prendiamo possesso di un paio di lettini in un posto a ridosso della
parte piu’ alta della strada che da un po di riparo. Quando arriva l’omino per
pagare la tariffa giornaliera, ci fa lo sconto perche’ ci dice siamo stati
coraggiosi a venire in spiaggia. Ci fa troppo ridere!
Il vento pero’ che colori regala! Souda oggi si presenta cosi’
Nonostante le sferzate di sabbia che ogni tanto arrivano, tutto sommato riusciamo a resistere e ci fermiamo per un po. Lasciando la spiaggia percorriamo in auto la strada che passa dietro la spiaggia perche’ si vede un punto in alto che deve essere molto panoramico. In effetti panoramico lo e’, ma li’il vento soffiava cosi’ forte che io restata in auto aspettando mio marito che facesse la foto, sentivo che l’auto veniva sballottata come se ci fosse un terremoto! E vedevo mio marito che faceva fatica a restare in piedi. Potenza della tana del lupo !
Tornati all’alloggio, nel pomeriggio facciamo due passi in
paese gironzolando tra i vari negozietti, andiamo a pagare il car rent e
scopriamo che il proprietario e’ un giovane ragazzo che e’ uno dei promotori
della protesta SOS Plakias che ha portato alla salvaguardia della zona di Paligremnos
dichiarata ora patrimonio naturale. Bravo!
Rientrando verso l’alloggio il sole iniziava a calare e c’era una bellissima
luce. Mentre camminiamo scorgo un lembo di spiaggia pieno di gigli selvatici.
Che meraviglia! E’ l’ultima sera ed e’ come se Creta avesse voluto farci il suo
saluto e augurarci un arrivederci.
Torniamo a cena dove siamo stati ieri sera e avendo testato le porzioni siamo piu’ parchi nello scegliere ma al doppio raki non rinunciamo 😊
8 settembre
Ultimo giorno. Il vento si e’ calmato e ha regalato un’altra
magnifica giornata. Abbiamo il volo tardi da Heraklion e il piano sarebbe di
trascorrere ancora qualche ora in spiaggia, cambiarci e sulla strada del
rientro fermarci alla chiesetta della gola di Kotsifou per poi visitare
Rethimno che abbiamo lasciato per ultima proprio perche’ avremmo avuto il tempo
di visitarla prima del rientro a casa.
Torniamo a Souda nella spiaggia della taverna dove pranziamo e tornati al
nostro alloggio chiudiamo i bagagli, salutiamo la nostra gentile padrona di
casa che ci omaggia del raki prodotto dalla sua famiglia (molto gradito) e
partiamo. La chiesetta della gola e’ molto carina e velocemente la visitiamo e
ci mettiamo in moto direzione Rethimno.
Arriviamo e cerchiamo di trovare un parcheggio nei pressi della fortezza cosi’ da essere piu’ vicini al centro. Squilla il mio telefono. E’ la nostra padrona di casa che mi dice che mio marito ha lasciato li’ il cellulare ☹ quindi… si torna indietro e purtroppo poi non avremo piu’ il tempo di visitare Rethimno!!! Uff…
Conclusioni: Creta che ci intimoriva cosi’ tanto, visitandone solo una piccola porzione, ci ha regalato una vacanza come piace a noi offrendo tutto quello che cerchiamo. Natura, villaggi, monumenti da visitare. Un’isola completa. Non siamo riusciti a vedere tutto quello che avevo pensato ma sono certa che ora che abbiamo sconfitto il timore verso quest’isola magnifica, non ci fermeremo a questa volta ma ci rivedra’ presto. Sono stati solo 9 giorni compreso il viaggio, ma e’ stata una vacanza cosi’ intensa che ci e’ sembrato di averne trascorsi 15!
Yasas Kriti
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