lunedì 13 maggio 2024

I VIAGGI DI VASILISSA : Da Evia a Evia 2023

di Maggie Evans

E poi si ritorna alla base, base che ormai da 4 anni è diventata la bellissima casa di Vasilissa: non è la famosa casa blu di Kastellorizo dove non siamo ancora mai stati, ma è un cantiere a conduzione familiare un po’ polveroso ma molto allegro e fiorito che si affaccia sulla spiaggia di Sipiada a 3 chilometri da Limni, Eubea.

Livaditis boatyard

Credo non lo cambieremo mai anche se mai dire mai, perché qui siamo felici noi e secondo me è felice pure βασιλισσα (se mai un oggetto potesse esprimere un sentimento, ma una barca è un oggetto molto animato, nel senso che ha una grande anima, un’anima errabonda e felice); quest’anno ha vagato davvero per mezzo Egeo, è partita per il suo solito itinerario d’inizio stagione che da Limni la porta alla traversata notturna del ponte di Chalkida. Chalkida è la città delle acque folli e lo stretto di Euripo e la sua mitologica corrente sono da secoli oggetto di innumerevoli congetture;

Vasilissa sul lato nord di Chalkida

Ci ha provato Aristotele a spiegarla, ci ha provato Eratostene, ma la verità è che ancora oggi nessuno ha compreso i bizzarri irregolari moti delle maree dell’Euripo e anche noi ogni anno ci prepariamo all’attraversamento pieni di incognite. Durante il pomeriggio si va nell’ufficio preposto a dare il nome dell’imbarcazione, i documenti e a pagare il passaggio (circa 30€), dalle 21 in poi radio vhf accesa in attesa che  chiamino le imbarcazioni ed in genere non avviene mai prima delle 23 se si è fortunati. Al momento del passaggio ci si trasforma in un’attrazione perché abitanti e turisti si radunano sul ponte per salutare il passaggio delle barche: è un momento un po’ ansiogeno ma molto bello e adrenalinico.


Karystos

Superata questa ‘formalità’ sei dall’altra parte! In genere buttiamo  l’ancora nello specchio d’acqua subito dopo il ponte, davanti la stazione, un bicchierino d’ouzo per festeggiare la riuscita impresa, e la mattina pronti a ripartire: le tappe intermedie variano, quest’anno ci siamo fermati alla microscopica Porto Boufalo, una piccola baia ben riparata, con tanti gatti, un veliero arrugginito alla boa che sta lì da chissà quanto tempo, due taverne e poi via, verso la mitica 'Hotel California Karystos'.

 Qui soffia spesso un numero di nodi imprecisati e dove si sta benissimo perché è proprio quella vecchia Grecia che amiamo, con il lungomare pieno di bar old style, belle spiagge inclusa quella della cittadina, buon approvvigionamento di frutta e verdura, un paio di vinai, insomma davvero un luogo felice.. ed è questa la ragione per la quale non sappiamo mai quando la lasceremo,appunto come l’Hotel California ‘You can check-out any time you like but you can never leave’ :)

Ma invece ce la facciamo a lasciare Karystos anche questa volta: prendiamo lo Steno Kafirea, schivando le decine di cargo che lo solcano ogni giorno verso l’immenso bianco e blu delle Cicladi con la lucente bellissima Andros che ogni anno ci appare per prima e segna il vero inizio del mondo delle isole. Andros l’anomalia verde delle Cicladi,in primavera vestita del giallo e del profumo delle ginestre, meteo permettendo ci accoglie in genere a Vlychada, una spiaggia bellissima e solitaria, quest’anno invece tutti i siti meteo suggerivano di tirare dritto e così si abbiamo iniziato da Batsi, ancora mezza addormentata dopo la lunga pausa invernale; immancabile giro alla splendida elegantissima Chora e il mio posto prediletto sia da terra che dal mare: Paleopoli e il porto romano sommerso!
Andros Chora


Paleopoli


Batsi

Per il quarto anno con la nostra Βασιλισσα qualcosa di vecchio: Andros, Syros tappa obbligata per la raccolta di capperi a Finnikas, e una passeggiata nella splendida Ermopouli,Paros-toccata e fuga infernale a Paralia Monastiri, davanti Naussa, per questioni meteorologiche e di rotta ma la trasformazione in parco divertimenti di questa spiaggia è uno scempio, come non ho mai amato Naussa. Paros per fortuna nonostante il successo e il sacrificio di alcune sue zone al Dio del divertimentificio, mantiene il suo innegabile fascino.

Ermoupoli


 

Syros
Syros Ermoupoli

 

 

Nuovo per noi è stato invece lo scalo a Naxos, che per la maggior parte dei malati di Grecia non ha certamente segreti: a me ha rivelato cose meravigliose, soprattutto il profondo sperduto sud

Naxos
Naxos
Naxos Kalantos


Naxos Kalantos

Naxos Kalantos


Proprio di fronte alla splendida baia di Kalantos, si trova Iraklia il mio grande amore, piccola, placida, serafica, con un fantastico porticciolo presidiato da Patata, il gatto 🐈 il capitano di porto più figo dell’Egeo, le sue pochissime spiagge e ancor meno numerosi negozi, che la rendono per fortuna poco appetibile ai più in cerca dei ‘famigerati negozietti e localini’ e che le  preferiscono  la Formentera delle Cicladi (ovvero Koufonissi); insomma per me Iraklia è davvero un’oasi di pace, l’incarnazione del dolce far niente, le giornate scandite dall’arrivo dello Skopelitis con gli abitanti che scendono a recuperare pacchi e merce varia e i pochi turisti vengono a vedere chi arriva e chi va: noi ci godiamo lo spettacolo dal pozzetto della nostra Vasilissa e in quei momenti penso che non c’è luogo più bello e struggente del nostro Mediterraneo.

Patata in visita su Vasilissa al porto di Agios Georgios
 
 
 
Iraklia Agios Georgios


Poi la dolce sinuosa Skinousa con alcune bellissime baie di acqua davvero cristallina, e Koufonisi: ha un mare incredibilmente bello, sono famose le immagini delle barche dei pescatori che sembrano appoggiate su una lastra di cristallo sottilissima, ma ha venduto l’anima al diavolo e potrebbe stare pure alle Baleari anche per i prezzi assai poco popolari);

Skinousa

Skinousa

 

 

Koufonisi


E per chiudere il cerchio delle Cicladi, l'immenso grande BLU di Amorgos, la Ciclade per eccellenza, patria del mitico Skopelitis e che racchiude in sé l'essenza tutta dell’arcipelago. Purtroppo non ha molti ridossi praticabili per i naviganti, molto rocciosa e spesso il mare è una lavatrice; ma Katapola, il porto principale dell’isola, è un posto bellissimo dove sostare e ci sono scooter in affitto a prezzi ancora onesti per girare sulle sue strade spazzate dal vento incessante facendo zig zag tra le capre! E’ incastonata in un’ampia baia, divisa in tre insediamenti e si può passeggiare tra l’uno e l’altro, sul lungomare o attraverso magnifici sentieri immersi tra alberi da frutto e case dai balconi fioriti. Purtroppo la fama dello splendido monastero di Chozoviotissa ha iniziato ad attirare anche le navi da crociera con il loro carico umano e di bus; ma il pomeriggio se ne vanno e Katapola torna ad essere il meraviglioso porto che ogni sera accoglie lo Skopelitis al termine del suo periplo quotidiano.

Amorgos

L’aggettivo forse più abusato quando si parla della bellezza di Amorgos è aspra: per me è semplicemente una delle isole più belle dell’Egeo. 

Amorgos Katapola

Il vento a volte è così forte che ti sposta perfino il motorino e la questione del vento si presenta anche per la traversata verso il Dodecanneso: ci possono essere giorni migliori di altri ma quello ottimale fino ad oggi non l’abbiamo ancora trovato. Tra le possibili rotte, questa volta abbiamo optato per Levitha.

Levitha

Levitha è un’isoletta dove da duecento anni vive la stessa famiglia dedita a capre, un po’ di pesca e alla piccola taverna che accoglie i diportisti che attraversano dalle Cicladi al Dodecanneso e viceversa. In mezzo ad un bellissimo nulla.

Purtroppo la barca non è una democrazia e nonostante il mio impellente desiderio di tornare a Kalymnos e Telendos, il marito capitano ha deciso che la rotta sarebbe stata invece Leros, e le decisioni del capitano non si discutono: conto di rifarmi a terra però:)

Scelta non solo da lui ma da tanti italiani, turisti ma anche molti pensionati che di Leros hanno fatto il loro buen retiro; ma la scelgono anche tanti marinai che come noi d’inverno lasciano la barca in Grecia, grazie ai 3 cantieri nautici, maestranze varie e una grande Marina nonché un porto comunale gratuito.

Lakki Leros

Leros ha un’anima desueta, nostalgica, d’altri tempi, i viali alberati di Lakki e l’architettura razionalista che la prima volta che vidi la torre dell’orologio, pensai di essere sbarcata a Sabaudia. Ma c’è molto altro, spiagge poco leccate, veraci, anni 50’, c’è anche l’ex ospedale psichiatrico, l’hot spot dei migranti, tante cose difficili da riassumere in poche parole, cose belle e cose tristi, una bellezza malinconica e suadente; insomma un appiglio ad un’atmosfera d’altri tempi, qualcosa che da noi sta svanendo e forse per questo che in tanti l’amiamo. A Leros si passa sempre qualche giorno tra rade, come Xirocampos o Blefutis, una passeggiata ad Agia Marina e l’infuocata Lakki, approdo per tanti naviganti, un posto dove è facile ritrovare ed incrociare equipaggi amici.


Leros


Leros Agia Marina


Quest’anno abbiamo saltato tappe meravigliose e per me fondamentali come Ikaria su tutte, Fourni e Arki per andare alla scoperta della defilata Agathonissi sulla quale non so ancora bene cosa dire se non che ho apprezzato la sua marcata lontananza dalle basi charter più note e un senso di beata solitudine; da qui un faticoso navigare controvento ma molto appagante per la purezza e bellezza profonda ed essenziale delle isole tutte un po’ più distanti.

Agathonisi
Agathonisi


Scontri tra Titani: Vasilissa ad Agios Georgios Agathonisi

La meravigliosa lussureggiante Samos, Chios, Oinusses, Lesbos e Limnos; era la seconda volta che passavamo per Samos ed insieme a Chios e alla mia adorata Ikaria, hanno risposto all’eterna domanda: se dovessi vivere su un’isola Greca, quale sceglierei? Samos è molto conosciuta e credo di non poter raccontare nulla di nuovo sui suoi sentieri, sui suoi mille villaggi, sulle sue vedute, le sue foreste, le sue spiagge.. nulla che già non si sappia dunque dirò solo che è BELLA BELLA e che si mangia da Dio!

 

Samos

Samos

 

Vasilissa a Emborio
Chios Town
Chios Town

Chios, con un mare dalle trasparenze commoventi e spiagge varie, alcune strepitose e nere, altre inspiegabilmente deserte, bei villaggi tradizionali, un’atmosfera tutta sua, un paio di porticcioli perfetti tipo Lithi, per goderti le esplorazioni a terra lontani anni luce dai charter festaioli degli arcipelaghi più battuti, non ti fa rimpiangere le isole precedenti; porti semplici dove come vicino hai il pescatore che con la moglie ripara le reti e lancia pescetti ai mille gatti che si aggirano tra la banchina e le taverne.

Pyrgos Chios
Georgios a Limenas Lithi
Agiasmata
Una delle tante incantevoli spiagge deserte di Chios

Kampos Chios

E accanto, vicina vicina che la puoi sfiorare, c’è Oinousses, piccola e affascinante isola degli armatori con il minuscolo museo che ne racconta le glorie, schiacciata tra la sorella maggiore e la Turchia.

 

Oinousses

Plomari Lesbos
Plomari Lesbos
Piomari Lesbos

A Lesbos mi sono innamorata di Plomari, un po’ perché è la capitale dell’Ouzo, un po’ perché ha qualcosa di un po’ folle ed estremamente autentico.


Abbiamo passato notti stellate in alcune bellissime baie ma se è vero che andando per mare si può accedere a tanti luoghi difficilmente raggiungibili via terra, è altresì vero che per vederne altri a terra devi scendere dalla barca e lasciarla soprattutto in sicurezza e il Marina di Mytilene è perfetto: abbiamo però trovato auto carissime per il nostro budget e ci siamo accontentati di una gita in giornata in Turchia ad Ayvalik. Quel poco che ho visto mi è piaciuto comunque molto: Mytilene è allegra, piena di locali e di vita, una cittadina vera, non un posto che si accende e spegne seconda le stagioni.

 

Mytilene


Lesbos

 

Sigri (Lesbos)
Alba verso Limnos

Sigri è una bella rada protetta dominata dal castello che versa in uno stato di abbandono purtroppo, con una manciata di casette, qualche taverna e bar che fanno da cornice. L’insieme è suggestivo e ci offre una nottata stellatissima preludio di un’alba meravigliosa che ci accompagna mentre tiriamo su l’ancora rotta Limnos. 

 

Limnos

Da tanti anni quest’isola mi ronzava in testa e arrivarci con la nostra barca è stato davvero emozionante. Il mare purtroppo a sud era un po’ ‘verde’ dicono che siano le correnti dallo stretto dei Dardanelli con la temperatura dell’acqua troppo elevata ed è un fenomeno che si verifica da qualche anno da metà estate in poi. Ma a nord è molto bello e l’isola ti ripaga con luoghi inusuali e magici, dune color ocra, formazioni che sembrano uscite dai deserti di Guerre Stellari,  buon vino ed un porto pieno di vita  dominato da un kastro impressionante.

Limnos
Limnos
Limnos

Kira Panagia
Shipwrek bay Peristera

Il nostro lungo viaggio prosegue a questo punto per le Sporadi dove siamo stati già altre volte, ormai è fine agosto e Limni ci attende, quindi le passiamo un po’ velocemente: stop a Kira Panagia di una sola notte (il parco marino di Alonissos ora è a pagamento ed è un po’ un salasso) un paio di notti alla Shipwreck bay di Peristera, un paio a Neo Klima Skopelos per salutare degli amici e finalmente lo strepitoso golfo di Volos.

Neo Klima Skopelos

 

Strepitoso non tanto per il mare (molto limpido sulla costa esterna del Pelion, come la selvaggia Chondri Ammos dove sarei rimasta giorni e giorni, ma meno pulito all’interno del golfo), ma per le sue vedute maestose a strapiombo sul blu, villaggi di montagna, distese di meli, ulivi, peri, abeti, salici, castagni, vigneti, fresche taverne all’ombra di platani giganti, piccoli porti accoglienti dall’atmosfera un po’ nostalgica e retrò, pittoreschi porti, dove aleggia nell’aria il profumo di sardine grigliate, crudi di mare spaziali a Volos (una piccola Bari😋): Il mitologico monte Pelion abbraccia con tutta la sua bellezza la parte nord del golfo di Volos

 

 

Lafkos (Pelion)

I fantastici Tsipouradiko di Volos
Kottes (Pelion)  Vasilissa fa amicizia
Kottes
Zagora (Pelion)

Chondri Ammos

 

Malauguratamente, poco dopo il nostro passaggio, la regione è stata colpita da una violentissima alluvione, durante la quale ci siamo rifugiati per diversi giorni ad Orei (qui si possono affittare biciclette e pedalare pedalare pedalare tra bellissimi campi fino alle spiagge che si affacciano sul golfo di Volos). Danni e devastazione incalcolabili, che hanno coinvolto purtroppo il già martoriato nord di Evia ferito dall’atroce incendio del 2021

Desolazione dopo l’alluvione a Megalo Livadi
Orei

 

Aedipsos e le sue magiche pozze termali

 


Il mio baretto del cuore a Limni

Una seconda violentissima scarica di pioggia si è abbattuta di nuovo a fine settembre, allagando anche il nostro cantiere dove eravamo nel frattempo rientrati. Ma Evia e la Grecia tutta hanno una tempra forte e ogni volta si rialzano ed io non vedo l’ora di rituffarmi tra le sue onde, giocare di notte con la luminescenza, farmi scompigliare dal meltemi, carezzare i suoi milioni di gatti, inebriarmi con il profumo di timo, origano ed elicriso, assordarmi con le cicale di giorno, i campanacci delle capre al tramonto che scendono ad abbeverarsi prima di rientrare ai caprili e addormentarmi con i grilli la notte; sedermi sotto le fronde di platani e gelsi, un kafeneio dopo l’altro, una taverna dopo l’altra, un quartino di lefko krasi e un ouzo dopo l’altro.. e infinite altre bellissime cose che questo paese così apparentemente semplice ma assolutamente unico, ci regala.

Ah.. siamo tornati in 4… lo sapevo che prima o poi sarebbe accaduto :) Spyros e BoboulinaMoussaka