di Cristina Pitacco
Da alcuni anni abbiamo una casetta in un piccolo paese della Messenia, che si chiama Loggà, a 40 km da Kalamata e a 10 km da Koroni
La casa ha un piccolo giardino ma lo scorso anno, dopo lunghissime ricerche, siamo riusciti ad acquistare anche un terreno di 2500 mq con 52 alberi di ulivi
e quest’anno ci siamo dedicati alla nostra prima raccolta di olive e alla produzione di olio. Nonostante la siccità estiva le olive sono cresciute bene, sia quelle di varietà Koroneiki, varieta’ tipica della zona e destinata alla produzione di olio che
che quelle di varietà da pasto Kalamon
Alcuni degli alberi sono ultrasecolari, 400 – 500 anni, ci
dicono, e la loro bellezza è innegabile
Ma come si raccolgono le olive in questa terra dove gli uliveti coprono una grandissima percentuale del territorio e rappresentano una delle voce piu’ importanti dell’economia? Il nostro vicino e caro amico Dimitris, olivocultore di grande esperienza, ci spiega come, nella zona della Messenia, la raccolta delle olive e la potatura avvengono simultaneamente. Nella
si notano le cataste di rami tagliati,ancora pieni di olive, ammucchiati ai piedi degli alberi. Scegliere quali rami potare e quali no e’ un’operazione delicata che spetta all’esperienza di Dimitris e dalla quale dipendera’ il raccolto dell’anno successivo. Con una buona moto sega con il manico lungo si raggiungono i rami alti e solo per gli alberi più vecchi è necessario ricorrere alla scala ed arrampicarsi
Poi è un gioco da ragazzi al quale partecipiamo anche noi: far scorrere i rami tagliati sopra il cosiddetto “separatore"
macchinario alimentato da un generatore elettrico dotato di rulli, che separa le olive e le invia, in parte in un sacco di iuta agganciato sotto, e in parte le “spara” in alto facendole ricadere nelle reti ben disposte a circondare l’albero e il terreno circostante
Per raccogliere le olive sui rami non potati si usano invece gli “abbacchiatori vibranti”
con i quali si scuotono i rami per far cadere le olive a terra sui teli. Presi dall’entusiasmo “iniziatico” e travolti dall’abbondanza dell’offerta di tutte le agrarie della zona che in questo periodo si addobbano di tutto cio’ che serve (e non serve) per la raccolta delle olive abbiamo comprato a Messeni un attrezzo formato da un palo di alluminio al quale era agganciato una specie di forcone a denti larghi, ma così larghi che, abbiamo sospettato, non potevano avere la funzione di pettinare i rami per far scendere le olive ma tant’è l’entusiasmo che non ci siamo fatti troppe domande ed e’ partito l’acquisto
Ci siamo presentati tutti contenti con il nostro nuovo attrezzo in uliveto e Dimitris, che guidava il lavoro di raccolta con due collaboratori e i suoi macchinari, dopo averci chiesto quanto lo avevamo pagato (15 euro) ci ha mostrato cio’ che usava lui: una lunga canna, “attrezzo” che si trova in quantità illimitata nei dintorni e gratis, che ha la stessa funzione del nostro piu’ costoso acquisto e cioe’ quella di aiutare a battere i rami per provocare la caduta delle olive. Ho deciso che per il prossimo anno mi procurero’ un battipanni con la prolunga. La canna viene usata anche per scuotere i rami dopo il passaggio nel separatore per convincere anche le olive più recalcitanti a staccarsi ed e’ un lavoro di grande soddisfazione soprattutto se si e’ di umore collerico. Altro attrezzo utile è un rastrello che viene passato delicatamente sopra tutte le olive poste sul telo per recuperare sommariamente eventuali rametti rimasti sulle rete. Alla fine sulla rete resta una distesa di olive che, movimentando con destrezza i teli, viene raccolta in un grande mucchi. Si procede poi con un secchio
a prendere le olive dal mucchio e rovesciarle nel separatore delle foglie, un aggeggio manuale provvisto di una grata a maglie strette che scosso con vigore lascia passare le olive, ma non le foglie
Alla fine della giornata tutti i sacchi
sono stati trasportati sul furgoncino di Dimitri e vuotati in un grande sacco da 3,5 quintali
e portati al frantoio del paese al quale sono associati in forma di cooperativa tutti gli agricoltori della zona
In frantoio un muletto provvede a scaricare il saccone
e inviarlo verso la spremitura
ma non prima di essere sottoposto ad un’ulteriore pulizia delle foglie che vengono sparate fuori dal frantoio e che a fine stagione formano una montagna che raggiunge diversi metri di altezza. Nel frantoio ci sono diverse macine
ed ogni cliente, quando su appuntamento vi si reca, ha una macina dedicata, con il suo cognome sopra, cosi’ puo’ seguire tutte le fasi della spremitura delle sue olive.
I nostri amici svedesi ci hanno fatto notare che le macine sono di marca Alfa Laval che e’ una famosa ditta svedese specializzata, inizialmente, in macchinari per la mungitura delle mucche. Poi dalle mucche alle olive si sa ..il passo e’ breve.
Nell’attesa di circa 1 ora e mezza facciamo conoscenza con altri clienti, ci sono tanti greci che nonostante l’abitudine, sembrano emozionati quanto noi e tante persone di altre nazionalita’ che hanno fatto della Grecia la loro seconda patria. Come ci dice un caro amico greco emiliano l’atmosfera ricorda quella della sala d’attesa di una sala parto e per certi versi e’ proprio cosi. Alla fine l’emozione di vedere scendere il primo filo d’olio e’ grande e si vorrebbe condividere con tutti.
Poi non resta che scegliere il formato del contenitore in cui raccogliere l’olio - per noi lattine dal 5 litri
farsi misurare l’acidita’ - risultata 0,35 –
pagare il frantoio (che si trattiene il 10% dell’olio spremuto) e andare a casa per la prima gustosa bruschetta.
Finale logico razionale: abbiamo raccolto 2.100 kg di olive che hanno reso 274 litri d’olio, resa circa del 13%.
Finale sentimentale emotivo: abbiamo nel cuore la gratitudine per la Natura che continua ad essere ancora cosi’ generosa con noi, per la Grecia cosi’ magica e bella
e lo stupore e la meraviglia per questa trasformazione miracolosa.
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