lunedì 19 febbraio 2024

IN NAVE A CORFU': DA NORD A SUD, CON ASSAGGIO DI PAXOS

di Isabella Rossi

Durante le fredde e lunghe serate invernali, comunque molto apprezzate soprattutto da quando viviamo in collina, in famiglia ci piace immaginare e prgettare itinerari che hanno come denomicatore comune il Mediterraneo inteso come insieme di natura e cultura.

In genere la scelta cade quasi inevitabilmente sulla Grecia, ma non è scontato, perchè ad esempio (complice l'incredibile innalzamento dei prezzi post pandemico ed il desiderio di arte italiana), l'estate precedente avevamo rinunciato a "replicarla" in settembre optando per mare e borghi ciociari low cost, ma davvero interessanti.

Però  questa volta ci muoviamo per tempo, esplorando le possibilità con largo anticipo e – scartata la prima scelta cioè Milos, il cui volo Aegean, per citare un agente di viaggio, costa come un a/r da Miami – inizia a flullarmi nella mente il traghetto per il Continente di cui ho un ricordo felice.

Un itinerario si trova sempre, una spiaggia da sogno anche.

E poi c'è nostra figlia di 7 anni la quale, forse condizionata dalla pubblicità onnipresente, propone "una crociera Msc su una nave enormeee": dunque, una volta deciso, è così che gliela venderò.

Inaspettatamente, tuttavia, la scelta cade su una tratta più breve e quasi secondaria per Anek, complice una tariffa infrasettimanale appealing: la tratta è ANCONA – CORFU'.

Quest'idea, nata dal caro voli e autonoleggi, non dico per ripiego ma senz'altro senza averla considerata in anticipo o studiata, anzi, avendone sempre sentito parlare per stereotipi non proprio positivi...e poi il "mio" mare è l'Egeo e non lo Ionio...eccetera..., ci stupirà.

E lo farà a tal punto da arrivare a consierare che sia stata L'ISOLA  a scegliere noi.

 

Così, la seconda settimana di settembre, con rientro abbastanza calcolato in coincidenza dello stimato inizio della scuola, la sveglia è puntata alle 3 del mattino, per una nave che partirà alle 3 del pomeriggio (!), perchè la mia proposta di partire alle 6 per timore del pesante traffico padano è parsa a mio marito troppo rilassata. L'entusiasmo inatteso e immediato della bambina: "si parte!!" in quel momento non riesce a contagiarmi completamente, ma in qualche modo, appunto, si parte al buio.

Inutile dire che arriviamo ad Ancona con il check in chiuso, in tempo per colazione, pranzo e addirittura visita del cettro storico.

Decidiamo di salire sulla verde collina che sovrasta il porto per visitare la cattedrale di San Ciriaco, edificata dove un tempo sorgeva la necopoli greco dorica fulcro della fondazione cittadina, per poi scendere lungo la scalinata che porta in centro.

Sulla strada incontriamo Palazzo Ferretti, sede del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, che offre una panoramica sulla storia del territorio dal Paleolitico all’età romana, nei ricchi saloni del Palazzo rinascimentale arricchito da affreschi e soprattutto da fastosi soffitti in legno a cassettoni o a grottesche, con vista sulla baia di Ancona e sulla cittadella di progettazione vanvitelliana.

Scopriamo casualmente una connessione con Delos, l'isola del tesoro della Lega Attica, ad ulteriore conferma di quanto spesso esista un filo invisibile che collega i luoghi più impensabili del Nostro Mare.

 

Palazzo Ferretti: soffitti



Palazzo Ferretti: ricordi di pietra


Palazzo Ferretti: collegamento con Delos


Partenza da Ancona

 

Una volta usciti, proseguiamo la passeggiata per poi acquistare alcuni panini, avviarci al check in e quindi in coda all'imbarco; il mare è increspato e il vento piacevole, la traversata risulterà tranquilla e il sonno in cabina pesante e ristoratore.

Alle 7 ora greca gli addetti bussano per l'imminente sbarco, facciamo colazione in cabina e andiamo sul ponte a vedere il sole che sorge spuntando dalle montagne albanesi, mentre la nave si dirige a sud verso la città di Kerkyra.

 

Alba all'arrivo





Lo sbarco è veloce: erano quindi quasi tutti diretti a Igoumenitsa o Patras?

Ci sentiamo privilegiati ad approdare in pochi passeggeri su un'isola a stagione quasi terminata, anche se scopriremo che, in città ed in generale sulla costa orientale, o comuqnue nella "comfort zone" delle spiagge più note, c'è ancora un certo movimento. In città era anche immaginabile visto che è sulla rotta di molte crociere anche straniere, infatti vedremo sempre grandi navi ancorate nel porto nuovo.

Puntiamo subito a sud di Kerkyra, sul lato est che non abbiamo intenzione di visitare perchè sappiamo già essere un po' troppo "denso" e commerciale per inconrare i nostri gusti.

Quello che ci interessa è la penisola di Kanoni con le sue bellezze naturali e monumentali, per poi dirigerci alle ampie e sabbiose spiagge occidentali, tutto in giornata.

Il paesaggio ci conquista subito, perchè non è un'anonima periferia cittadina come mi aspettavo – ingloba l'aeroporto internazionale - ma uno scrigno di bellezze, morbide colline urbanizzate in modo gentile, parchi, cipressi che via via prevalgono, spicchi di mare che fanno capolino, cielo azzurrissimo dopo tre giorni di pioggia e vento (!) Devo constatare ancora una volta che siamo fortunati.

 

La prima sosta è presso il Monastero di Vlacherna, che risale al 1500 e che grazie alla sua posizione su un piccolo promontorio davanti alla cosidetta "isola del topo" è uno dei simboli dell'isola.

Ovviamente possiamo solo ammirarlo dall'esterno perchè è molto presto, anche i bar sono ancora chiusi, quindi (dopo averlo immortalato mentre un volo sta atterrano nel limitrofo aeroporto) risaliamo in auto perchè, dopo opportuno slalom fra i runner mattutini, ci aspetta l' Achilleion, il palazzo fatto costruire dall'Imperatrice d'Austria Elisabetta meglio nota come Sissi, che ne affidò la progettazione ad un architetto italiano e che ha la figura dell'eroe Achille come tema centrale: qui maggiori dettagli: https://it.wikipedia.org/wiki/Achilleion

Purtroppo il Palazzo è chiuso per restauri ma si può passeggiare nei meravigliosi e panoramici giardini, al cui inizio e fine sono rispettivmente collocate le statue di Achille morente ed il suo auspicato riscatto (per volere dell'Imperatrice): Achille vincente. Le grandi figure incuriosiscono Linda,  che osserva con un certo di disappunto che "la sua mamma poteva anche bagnargli bene tutto il piede".

 

Monastero di Vlacherna

Giardini dell'Achilleion
Panorama dall'Achilleion

 

L'itinerario che ci aspetta si snoda sulle colline coperte di cipressi, pini e ulivi, passa davanti al Palazzo Mon Repos (della famiglia del Principe Filippo, il consorte di origine corfiota di Elisabetta d'Inghilterra) con quelli che s'intuisce essere altri splendidi giardini, ma abbiamo fatto delle scelte per i pochi giorni che abbiamo, e durante questa giornata abbiamo promesso a Linda uno spiaggione di sabbia per collaudare i nuovi accessori da scavo e costruzione.

Il percorso, in apparenza poco coerente perchè meglio sarebbe compattare itinerari "settentrionali" e "meridionali" in giornate distinte e dedicate, si rivela un po' faticosa al ritorno ma fondamentalmente azzeccata, perchè dopo circa 40 minuti senza più traffico arriviamo in un luogo meraviglioso e che sarà eletto a spiaggia preferita: Gardenos.

Va detto che, dalla penisola di Kanoni che è centrale, si possono raggiungere prima di questa molte altre baie sabbiose sul lato ovest, come Ag Gordios, Issos, Paramona, Santa Barbara, Marathias, che non abbiamo visitato ma che avevamo preventivamente confrontato sul web per partire un po' più decisi, certamente tutte degne di lunghe ore di "spiaggiamento" per chi, come noi, ama vivere intensamente questo lato della Grecia.

Già a partire dalla zona del lego Korission, il paesaggio cambia gradualmente e inizia a ricordare il piatto tavoliere pugliese: le amene colline rivestite di cipressi lasciano il posto a distese di ulivi con case coloniche e ampi giardini, le strade tortuose che attraversano stretti villaggi tranquilli e veraci culminano, dopo il "lunghissimo" e attrezzato villaggio di Ag Matthaios, in uno stradone largo e comodo, da cui si dipsrtono verso ovest le deviazioni per le varie baie, tutte ben segnalate spesso con grande foto; sono quasi tutte attrezzate anche se nessuna in modo impattante, in base almetno alle nostre preventive ricerche e dalle informaioni avute dai locali. Per evitarre deviazioni dal già lungo percorso, non le abbiamo visitate.

Come aveva anticipato l'amica Ornella, "il sud è molto più tranquillo, vasto e semiselvaggio, ma è molto meno Corfù" e questo rende l'idea senza nulla aggiungere alla descrizione.

Gardenos è una località nel Comune di Lefkimmi (dove torneremo perchè da lì  partono i traghetti lenti e le motovìnavi passeggeri per Paxos); dalla strada principale un bivio conduce al classico paesino corfiota lungo, stretto, con l'immancabile "minimo sindacale" di chiesetta con campanile a trifora color pastello, chiesina, kafaneion e taverna. Seguono alcune case private e coloniche, e alcune domatia molto sparse, qui anche più spaziose ed attrezzate che al nord, forse perchè concepite dopo e in uno spazio ancora ampio e poco urbanizzato.

Volevamo subito toglierci la curiosità della natura meridionale dell'isola e veniamo accontantati: la  collina verde declina gentilmante per culminare in questa lunghissima baia che all'inizio vede alcune file di ombrelloni di paglia grandi e distanziati, affittati ancora al costo di 8 euro, con lettini semplici in alluminio e tela (i miei preferiti), tre taverne dall'aria tradizionale, un porticciolo di pescatori all'etremo roccioso a destra ed una lunghissima passeggiata su sabbia compatta e dorata a sinistra, dominata da alte falesie chiare a perdita d'occhio, completamente libera da strutture e con colorate fioriture mediterranee.

In sintesi, il nostro ideale: trascorre qui tutto il giorno fra bagni, giochi e passeggiate infinite; nel tratto libero ci sono molte zone delimitate per le uova di tartaruga.

Sciegliamo per il pranzo la taverna "Baratos", la più appartata, per assaggiare il pesce fresco portato dal porticciolo.

 

Spiaggia Gardenos

Spiaggia Gardenos
 

All'improvviso, nel tardo pomeriggio, mi ricordo che devo ancora definire modi e tempi del check in del nostro appartamento... che si trova molto più a nord, vicino a Pelekas: il proprietario molto disponibile mi avvisa che il padre è sempre in loco per lavoretti vari e così un'ora più tardi il gentile Stamatis, che parla solo greco, mi consegna le chiavi e spiega brevemente, invitandoci a cogliere frutta e pomodori del giardino.

I tre appartamenti Skafonas si trovano in un corpo unico a piano rialzato sulla strada che costituisce una delle principali dorsali nord-sud, a pochi km dal paesino di Pelekas, ma un po' arretrati e circondati da un gradevole giardino attrezzato con tavolini, amache, docce, barbecue, orticello e frutteto. Il traffico è comunque modesto e la compdità di non essere in centro paese ma di avere un comodo parcheggio cintato e davanti, stile "motel", si conferma una scelta vincente per il nostro stile di viaggio.

La bambina un po' stanca dorme in auto, ma decidiamo, dopo una rinfrescata veloce, di salire al trono del Kaiser, l'osservatorio fatto costruire dall'imperatore di Prussia nel punto più alto di Pelekas, per il tramonto, che è uno dei più particolari e definiti mai visti, forse per la limpidezza che contraddistingue le giornate dopo una forte perturbazione.

 


Appartamenti Skafonas

Bar vicino al trono del Kaiser

Tramonto a Pelekas

Trono del Kaiser con vista a 360 gradi

Guglielmo di Prussia a Corfù

Pelekas, arroccato su un colle


Il giorno successivo il programma teorico potrebbe intitolarsi "i luoghi durrelliani", perchè prevede la visita della cittadina a nord est chiamata Kassiopi, coni suoi vicoletti eleganti e le rovine del castello veneziano, e una scelta tra le spiagge di sassolini bianchi che s'incontrano tornando verso la città capoluogo, come Kerasia o Kalami, che certamente meritano una sosta a giudicare dalle informazioni trovate in rete.

Purtroppo però la stanchezza accumulata il giorno precedente, le infinite curve e il traffico sostenuto (la costa est è molto più congestionata di Pelekas e del sud!) ci fanno realizzare che non ci siamo mossi abbstanza presto o che comunque le tappe troppo compresse dell'intero itinerario non sarebbero state vissute come meritano, anche considerando che non vediamo l'ora di visitare poi Kerkyra, e possibilmente con il chiaro del tardo pomeriggio.

Di conseguenza optiamo per fermarci a Barbati, una spiaggia che ha le stesse caratteristiche di quelle sopra menzionate ma che normalmente si legge essere molto o troppo gettonata.

Invece parcheggiamo subito e lo scenario non è per nulla affollato, nemmeno di barchette come mi aspettavo; inoltre l'acqua è limpidissima, ha tre tonalità di azzurro da ammirare e che cambiano col trascorrere delle ore. Settembre è decisamente il periodo giusto per visitare un'isola molto movimentata e turistica come questa.

Spiaggia di Barbati

 

Spiaggia di Barbati: scegliamo dei lettini sotto gli ulivi tra i tanti disponibili

 

Dopo il pranzo a base di sofrito (piatto corfiota di vitello a cottura lenta su base di verdure soffritte accompagnato da riso), continuiamo a nuotare il quello specchio d'acqua calmissimo stretto tra le pendici del monte Pantokrator e la vicina costa albanese.

L'ombra del monte si staglia presto sulla sottile striscia di arenile, quindi ci avviamo verso Kerkyra, con obiettivo "Spianada parking lot", proprio dove mi avevano dissuaso dal tentare perchè "nel fine settimana è impossibile". Troviamo posto in pochi minuti e ci avviamo all'ingresso del Paleo Frouirio edificato dai Veneziani mentre arriva il tramonto, dopo varie soste per fotografarla dal lungomare, in questo momento la luce è ideale.

Il sito è vasto, scenografico e ben corredato di pannelli esplicativi, aperto fino alle 20: passeggiamo tra i vari punti di interesse finchè notiamo un certo movimento davanti alla chiesa di San Giorngio, con facciata a colonne e frontone stile classico. Chiedo agli addetti: a breve si terrà un concerto della musica di Theodorakis (noto compositore autore della danza di Zorba) quindi, mentre finiamo il giro e arrivano coristi e musicisti, assistiamo grauitamente alle prove per poi tuffarci sulla via pincipale, affiancata dalla loggia francese della Liston, e nei poi vicoli per una cena tipica.

Passeggiando per la città sono evidenti i segni delle varie documnazioni: logge veneziane, elementi francesi, inlgesi e palazzi e piazze in stile italiano convivono e rendono celebre il posto...anche per i molti croceristi che ogni giorno vi si riversano, e che incontreremo una delle mattinate successive.

E' patrimonio Unesco: https://whc.unesco.org/en/list/978/

Le foto che seguono sono state fatte in diversi momenti, perchè torneremo altre due volte per approfondire questa visita. Entrando nelle cattedrale e in alcune delle numerose chiesette nascoste nelle viuzze, mi commuove sempre la fede che tante persone manifestano ad ogni ora del giorno.

 


Paleo Frourio


Paleo Frourio

 

Paleo Frourio

 

Listòn
Cattedrale Ag Spiridon

 

Pozzo veneziano
scorci di Kerkyra

scorci di Kerkyra


scorci di Kerkyra

 

scorci di Kerkyra

scorci di Kerkyra

Eptaneso

 

L'indomani, una domenica luminosa e molto azzurra, è dedicato, su approfondito consiglio di Ornella, al "giro del nord ovest", un anello di 100 km in parte di montagna, e questa volta lo completeremo brillantemente uscendo di casa prima delle otto (felpati e con 14 gradi).

Le meraviglie di questo persorsosono tante: come prima tappa puntiamo dritti a Sidari per vedere il Canal d'Amour, la prima formazione rocciosa che caratterizza questo tormentato tratto di costa.

E' così chiamato perchè la leggenda narra che una coppia che riesce a percorrerlo tutto nuotando insieme non si separerà mai.

Si prosegue quindi per Capo Drastis, da cui proseguono i faraglioni di roccia bianca che proseguono (con le isole Diapontie sullo sfondo) fino a Logga beach, quasi completamente erosa dalle onde. Qui è stata costruita una breve "sky walk", una passerella in vetro all'interno di un bar famoso per i suoi tramonti, che però la mattina è chiuso.

Si proesegue fino al paesino di Afionas, che dista circa un'ora: il tragitto si snoda attraverso villaggi., colline, paesaggi, scorci di mare (con indicazioni ad alcune spiagge come Ag Stefanos, punto d'imbarco per le gite alle Diapontie), che sicuramente invogliano a tornare per trascorrere alcuni giorni solo da queste parti.

Va considerato, però, che le spiagge del nord sono a volte battute dal maestrale ed il mare è mediamene più mosso e fresco. Forse la nostra settimana è una felice eccezione, ma sarei disposta a rischiare, scegliendo una domati in uno dei villaggi color pastello, semplici e veraci in questa tranquilla domenica mattina.

 

Canal d'Amour


Capo Drastis

 

Arriviamo ad Afionas verso mezzogiorno: c'è movimento (mi dicono che in alta stagione bisogna fare "turni" per attendere che qualcuno esca, e questo vale un po' per tutto questo tour nordoccidentale), Linda è un po' provata dalle tante curve e dall'ora tarda, quindi non ci sentiamo di percorrere il ripido sentiero fino alla celebre "doppia" spiaggia di Porto Timoni, il quale richiederebbe scarpe da trekking già normalmente, a maggior ragione ora che ha punti resi scivolosi dalle recenti abbondanti piogge.

Il luogo ha però altre attrattive: viuzze lastricate, colori un po' cicladici ed al culmine un crinale con doppia vista sulla lunga baia di Ag Georgos Pagon a sud e su una costa movimentata con alcune isolette a nord; ci fermiamo qui per un pranzo lento, a base di "pasta greca", che non è altro che spaghetti in porzione immensa con un'insalata greca frullata come condimento. Qualcuno potrà sicuramente inorridire; io la riprodurrò a casa sicuramente.

 

Afionas

Afionas

Ag Geoegos Pagon

 

Porto Timoni

Riprendiamo l'auto per l'ultima tappa, la celebre Paleokastritsa, su cui non mi dilungo perchè è già protagonista di molti diari; immagino cosa debba essere in alta stagione visto il traffico e la concentrazione di mezzi e persone, di cui facciamo parte. Saliamo a visitare il monatstoero, che offre una vista suprema sul golfo, un museo con paramenti e antiche edizioni delle Sacre Scrittura, una chiesa, i classici giardini, orti e zone di trasformazione dei prodotti, e degli scenografici contrafforti.

Torniamo a valle e decidiamo di rinviare il giro in barca e di fermarci in una delle baie accessibili a piedi, Ag Petros, che al momento conta poche persone, ma che dalla densità e dai costi delle strutture di ogni tipo presenti nei dintorni deve essere invivibile – per i nostri gusti - per buona parte dell'estate. Piazzaimo il nostro ombrellone con l'idea di non bagnarci perchè ci è sempre stato riferito che l'acqua nel golfo è gelida, e invece è piacevolissima.

Settembre ha un numero sempre più crescente di vantaggi ai miei occhi... Ci fermiamo fino al tramonto silenzioso e poi a casa (l'aria si è fatta fresca) per una cena molto frugale ed un sonno precoce.

 

Monì Paleokastritsas

 

Monì Paleokastritsas
Sacre scritture conservate nel Monastero

 

Lunedì sveglia presto: è il momento di un degno e lento approfondimento della città di Kerkyra, della sua storia e cultura di crocevia mediterraneo: non basta una sera o due specialmente se il buio arriva presto, ho invece bisogno di vivere una città in una mattina feriale per "sentirla" davvero.

Vengo subito accontentatia passiamo dal traffico in entrata (l'orario è poco turistico e molto lavorativo) direttamente ai vicoli animati dagli abitanti: oggi è il primo giorno di scuola! Si percepiscono l'emozione e i commenti di bambini e famiglie.

Linda osserva che si sente fortunata, lei è ancora in vacanza e punta ad un sito di suo interesse chiamato Casa Parlante (titolo in italiano, il che testimonia ancora una volta il forte legame che ci lega).

Collocato in un palazzo ottocentesco, il museo presenta in maniera originale la vita quotidiana degli abitanti dell’isola in quell'epoca, in cui la classe dominante si considerava corfiota e non greca, la lingua familiare era l'italiano per i nobili ed il dialetto veneziano per la servitù, mentre il frascese era la lingua ufficiale delle transazioni commerciali. Le vicende familiari coincidono con gli eventi maggiori della storia di Corfù, cui la guida fa ampi e dettagliati riferimenti ed i visitatori - fatto insolito, devo dire - porgono diverse domande. I collegamenti con la prima capitale greca Nafplio ed i suoi protagonisti ottocenteschi (come il governatore Capodistrias, relativamente al quale a Corfù esiste un centro studi che ci proponiamo ma che non riusciremo a visitare) vengono più volte messi in evidenza.

Gli allestimenti sono dettagliatamente curati, i personaggi riprodotti ed animati con maestria.

In quel momento è disponibile solo la guida in lingua inglese, siamo pochi visitatori, la guida cerca di intrattenere Linda specialmente con le stanze e le abitudini dei bambini e di chi si prende cura di loro, e delle prassi di cucina, lasciandomi il tempo per tradurre in tempo reale come meglio posso: apprezzatissimo!

Visitiamo anche palazzo del governatorato britannico, che domina il lato settentrionale della Spianada, altra visibile testimonianza di diversi dominatori, il oggi ospita un'importante collezione di arte asiatica, di importanza pari a quelle che si possono ammirare nel British Museum di Londra.

E' il giorno di chiusura del Museo Archeologico, piccolo ma sifìgnificativo, leggermente decentrato ma che non recupereremo: segnalo che ospita il frontone del Tempio di Artemide, edificio sacro in stile dorico del VI secolo a.C., uno dei più antichi della Grecia e che raffigura una Gorgone alata con due pantere ed i figli Pegaso e Crisaore.

Camminiamo in lungo e in largo, nei tanti vicoli e nelle eleganti via principali, fino a sederci ad una taverna per una classica e robusta colazione greca (ma perchè non fotografo mai questi luoghi, la tavola imbandita, come tanti viaggiatori usano? Me ne dimentico proprio..): yogurt con frutta fresca, che noi già cogliamo nel giardino degli studios, e miele, omleta farcita salata, portokalada e caffè metrio.

 

Realizziamo che stanno sbarcando frotte di crocieristi, quindi ultimo giro e poi la spiaggia di Glyfada ci aspetta, è quella "sotto casa" e non l'abbiamo ancora considerata: dopo la solita dose di tornanti, strettorie e parcheggi fantasiosi che in alta stagione devono essere un incubo, ci posizioniamo con la nostra attrezzatura portata dall'Italia nella parte più lontana possibile dal beach club – che si rivelerà comuqnue mezzo vuoto e molto sotto tono, e proviamo ad immaginare come doveva essere ualche decennio fa questo luogo prediletto dalle comunità hippies, assieme al villaggio ed alla più piccola Pelekas beach: https://www.vacanze-corfu.it/pelekas/

Rimaniamo fino al tramonto per poi cenare nuovamente al Sunset bar previa seconda arrampicata – più consapevole dei luoghi perchè ormai ci orientiamo discretamente su quest'isola non proprio di semplice e immediata fruizione – al trono del Kaiser.

Glyfada, la parte "selvaggia"

 

 

Martedì (oggi o mai più, essendo già...il penultimo giorno!) sarà nuovamente  una giornata dedicata al Sud, ma i destini familiari si dividono: io decido di prendere la motonave diretta a Paxos per un giro giornaliero, mentre i miei preferiscono tornare alla nota e apprezzata Gardenos per trascorrervi l'intera giornata.

Rivedere i villaggi tortuosi, già attraversarli con una certa disinvoltura, notare dettagli persi prima come le locandine che avvisano dei panighiria cioè le feste danzanti tradizionali, le frequenti scritte relative a qualche protesta (ci sono scioperi nell'aria e ci toccherà), la vita quotidiana e le abitazioni tipiche e veraci, tutto inizua a creare un senso di intimità con i luoghi, anche se siamo qui da pochi giorni.

Vouniatades mi colpisce: ha nella radice del nome vouniò cioè collina, ma non ho verificato se è solo una mia ipotesi, di fatto è molto...collinare. Mi viene spiegato che ogni villaggio, ciascuno di quelli che incontriamo – e sono davvero tanti – ha un suo proprio coro polifonico cui partecipano abitanti di ogni età e che si esibisce nei momenti significativi, religiosi o laici che siano – della vita comunitaria: https://www.youtube.com/watch?v=-vQE0X3HAYc

Quello di Vouniatades si è esibito anche in Italia.

Dopo il "villaggio lungo" Ag Matthaios, il paesaggio diventa pianeggiante e la strada scorrevole, si giunge al porto di Lefkimmi (secnoda città dell'isola la cui vita poco turistica si svolge sulle sponde dell'omonimo fiume) in tempo utile per la motonave Kamelia delle 10, che è per soli passeggeri, ma ci sono anche ferry per imbarcare auto. La mia piccola nave costa 30 euro a/r, opera ogni giorno ogni 2 ore e l'ultimo rientro è alle 17, impiega 50 minuti, quindi avrò tempo per Gaios e per una spiaggia da improvvisare.

 

Gaios è un paesino caratteristico ubicato sulla cоsta sud-est della piccola Paxox, consiste in un pittοresсo pоrtο di fronte all'isolotto di Agiοs Nikolаоs sul quale i veneziani edificarono una fortezza. L'isolotto crea una specie di canale, lungo il quale sono ormeggiate varie barche da pesca e da diporto, ed è possibile fare una lung apasseggiata; addentrandosi nei vicoli sono numerose le casette color pastello, negozi e ristoranti ed una loggetta veneziana con davanti il bancone di marmo per esporre il pescato; gli edifici neoclassici appartenti alle famiglie più altolocate si trovano fronte mare, due dei quali ospitano rispettivamente l'unica scuola dell'isola ed un piccolo museo del folklore.

Dopo un breve giro, trovandomi vicino un taxi, decido di trascorrere qualche tempo sulla spiaggia di Lagada poco più a nord, che dista 10 minuti in auto ma 40 minuti di saliscendi a piedi, ed è un buon "campione" delle spiagge di Paxos. Una signora si avvicina mentre parlo con il taxista e si dice interessata a condividere le corse: ci presentiamo, è di Londra, viaggia da sola e si rivelerà una picevole compagnia. Intorno alle 15,30 torniamo in paese per un'ultima passeggiata prima di rientrare con la Kamelia delle 17 in direzione Lefkimmi.

E' anche possibile e fattibile anche puntare subito al taxi boat per Antipaxos, ormeggiato in vista lungo il canale, concordando il rientro in tempo utile: il servizio sembra molto richiesto e le spiagge di destinazione mi dicono essere un po' affollate nelle ore centrali. Sicurmante sono spiagge uniche perchè l'isola è molto piccola e poco attrezzata, ma a livello logistico ho preferito rimanere a Paxos per passeggiare a Gaios sia la mattina sia prima dell'imbarco, e Lagada si rivela una scelta molto tranquilla, carinissima con la sua ombra naturale di ulivi, e nessun traffico di barche e l'azzurra trasparenza delle sue acque tiepide. In ogni caso, segnalo che è possibile spingersi anche ad Antipaxos.

 


Motovìnave Kamelia


Gaios: scorcio della piazza principale

 

Spiaggia di Lagada, a Paxos

 

Spiaggia di Lagada, a Paxos

 

A Lefkimmi ritrovo marito e figlia e ci avviamo (un'ora ci vuole tutta) verso Pelekas: questa volta,  scegliamo una taverna tradizionale in centro, ormai abbiamo confidenza con le strettoie ed i parcheggi disinvolti dei locali, ma serve una certa abilità nella guida. Mi sono ormai affezionata a questo piccolo centro che sale verso l'osservatorio, tra case in parte carine e ben sistemate ed in parte diroccate: lo trovo semplice e vero, autenticamente "greco", scrivo questo perchè mi è capitato spesso di leggere che Corfù è poco caratteristica...io ho avuto l'impressione opposta; è anche vero che è settembre, che ci siamo tenuti molto al di fuori dai circuiti più affollati, e che bisogna anche comprendere che l'architettura del capoluogo non è quella della "chora" bianca e blu, ma che risente delle stratificazioni storiche e di conseguenza stilistiche che qui si sono avvicendate nei secoli.

 

Siamo stati avvisati per tempo dello sciopero generale dei marittimi e che, quindi, la nostra nave partirà in piena notte anzichè nel tardo pomeriggio: molto bene, così ci aspetta un'altra giornata piena, che inizia con il classico giro in barca tra le grotte, insenature e calette di Paleokastritsa, su cui non mi dilungo perchè ne è stato molto scritto in altri diari. Opinione nostra personale e magari discutibile: troviamo questo luogo un po' sopravvalutato e sicuramente molto ben sfruttato; comunque, le nostre preferite sono state Rovinia, Liapades con la sua cascata di cipressi, e Limni dove ci fermiamo per un bagno, e che è caratterizzata (come Porto Timoni) da avere il mare su due lati e terminare in un promontorio tondeggiante e verdissimo. Paradise beach e le grotte sono davvero scenografiche.

 

Una delle grotta di Paleokastritsa

Spiaggia Rovinia

Spiaggia Liapades

 

La scelta di effettuare questa navigazione al mattino presto (c'eravamo praticamente solo noi) ci permette di trascorrere l'intera giornata, dalle 11 alle 18, nuovamente a Glyfada, con ritmo lento, mentre la sera sarà nuovamente dedicata a lunga passeggiata e cena nel capoluogo, di cui, nonostante già due visite abbastanza approfondite, notiamo sempre nuovi scorci ed è sicuramente un luogo in cui ci proponiamo di tornare, magari per le famose celebrazioni pasquali.

E non solo... Passo ora a qualche suggerimento.

Tornerei per approfondire il versante nord, dove consiglio a chi ha più tempo di soggiornare alcuni giorni in modo da vivere bene dal lato est Kassiopi città, Arachavi, Kerasia e i luoghi dei Durrell, e dal lato ovest  le scogliere, le due lunghe baie ad arco di Ag Georgios Pagon e di Ag Stefanos (e chissà quante altre piccole da scoprire), i villaggi e una puntatina alle solitarie Diapontie, una al giorno... i villaggi, appunto, del nord ovest che ho attraversato mi sono parsi – un po' meno Afionas che sconta l'accesso a Porto Timoni – veri, semplici e solitari, punteggiati di affittacamere molto diffusi e rispettosi. Alloggiare qui permette di evitare eccessivamente lunghe e tortuose trasferte giornaliere. Eviterei accuratamente la confusione di Sidari.

E poi suggerisco di traferirsi a sud, per vedere magari altri arenili selvaggi e semi selvaggi simili alla "nostra" Gardenos. Percorrendo la dorsale ovest in direzione sud, le deviazioni interessanti sono veramente tante.

Non rimpiango di aver completamente trascurato il lato est, a parte il promontorio Kanoni con il palazzo di Sissi, zona che abbiamo deciso di visitare subito allo sbarco proprio consapevoli di non volerci tornare.

Quest'isola, in sintesi, è logisticamente paragonabile – diciamo - almeno ad un lato di Creta: noi abbiamo scelto di soggiornare al centro per farci un'idea, con un po' di sforzo ed organizzazione, di parti davvero differenti come il nord ovest e l'estremo sud, ed abbiamo dedicato attenzione alla città di Kerkyra che da sola vale il viaggio.

L'imbarco tardivo conclude questo breve ma intenso itinerario di 6 giorni pieni, contornato da tante ore di nave che per me ne fanno parte integrante (quando mai mi capita di navigare? praticamente mai!): una sorpresa, come dicevo all'inizio, che ha scalzato praticamente tutti i "pregiudizi" che si puà essere portati ad avere scegliendo questa meta famosa e frequentata dall'Ottocento.