di Renata Aurini
(giugno 2007)
23 giugno 2007
Il neonato volo Pescara-Heraklion della compagnia
On Air ci viene cancellato 15 giorni prima della partenza. Alquanto
seccante, ma ci viene garantito il ritorno, così, insieme al nostro
figlio quindicenne, partiamo da Fiumicino con l'Air One. Viaggio
perfetto e arrivo a Heraklion alle 17.30. Non abbiamo prenotato
nulla dall'Italia e, con l'autobus urbano al costo di un euro, ci
dirigiamo dall'aeroporto verso Amoudara, la periferia balneare di
Heraklion, dove pernotteremo nel primo alberghetto che ci capita,
dopo ottimi souvlaki (spiedini) e insalata greca in un casotto sulla
spiaggia.
La zona è piena di agenzie di autonoleggio, e
appena svegli, ansiosi di iniziare la nostra vacanza, siamo in
quella più vicina a contrattare -con in mano un bicchierone di
spumoso e ghiacciato caffè greco- il nolo per una settimana.
Spuntiamo una spaziosa Hyundai Accent con aria condizionata
(indispensabile) al costo di una utilitaria: 200 euro. Puntiamo a
ovest, e la prima tappa è Retymno. La cinquecentesca
fortezza veneziana, costruita per difesa dai soliti turchi, domina
la baia. La visitiamo per 3 euro e 10: è suggestiva anche se
piuttosto malridotta. La cosa meglio conservata è la piccola
moschea del sultano Ibrahim Han del 1636, anno
dell'occupazione turca. Ripartiamo e arriviamo a Chania.
Anche qui, come a Retymno e in tutta l'isola, le tracce della
dominazione veneziana e poi turca, sono evidenti. Chania resta
però anche molto greca, con le stradine arrampicate intorno alla
bella piazza sul porto, piene di taverne e invitanti negozi di
artigianato. E' una cittadina allegramente, ma non fastidiosamente
turistica.
La nostra tappa è però l'estremo ovest: la
penisola di Balos, e quindi ci rimettiamo in viaggio. La
superstrada che collega tutta l'isola è certamente veloce e comoda,
ma verifichiamo subito ciò che già avevamo letto: i cretesi
guidano come pazzi, ed è strana regola che chi guida a velocità
normale debba mantenersi a metà tra la carreggiata destra e la
corsia di emergenza, pena incomprensibili insulti e più chiari
gestacci. A Kissamos, ai pedi della penisola di Balos,
scegliamo di fermarci in un piccolo hotel con piscina: il Mandy
Appartaments. E' una struttura nuovissima, e spendiamo 50 euro in
tre per uno spazioso bilocale con angolo cottura e balconcino vista
mare, colazione compresa.
25 giugno
La “colazione compresa” è l'occasione per i
proprietari degli alberghi per socializzare con i clienti. Così,
tra il loro stentato italiano (che però praticamente tutti
conoscono) e il nostro peggiore inglese, vengono fuori conversazioni
grottesche ma infinite, arricchite perfino da 4 o 5 parole di greco
che io, sentendolo come un dovere, ho cercato disperatamente di
imparare. Sentendo che vogliamo andare a Balos, la signora ci dice
che è impossibile da raggiungere in auto e ci consiglia il
traghetto. Naturalmente andiamo in auto. La strada è ben segnalata,
e dopo la deviazione a destra dalla statale, si trasforma in un
largo sterrato con sassi e buche, ma non così accidentato da non
permetterci di proseguire, seppure con cautela.
Abitanti autoctoni... |
Forse per la bassa
stagione non incontriamo che 2 o 3 veicoli , e dopo circa 10 Km in
salita, con il mare Egeo alla nostra destra, siamo ad un ampio
parcheggio (non fermatevi prima!) dove la strada finisce ed inizia
il sentiero pedonale. Zaino in spalla ci avviamo tra le capre e
sembra di non arrivare mai. Tra le alte rocce il mare non si vede
più, ma quando ricompare lo scenario ci lascia senza parole: sotto
di noi una laguna di acqua trasparente dai mille colori, dove una
lingua di sabbia bianchissima culmina in un isolotto esagonale dalle
scoscese e brulle pareti. Sembra l'enorme, misteriosa opera
architettonica di qualche civiltà perduta...
Incredibile Balos |
Ma, gradino dopo
gradino, scendiamo al piccolo paradiso e ci rendiamo conto con
rammarico che l'uomo ha lasciato il segno. Rifiuti sparpagliati e
ammucchiati sotto le rocce, ma, peggio ancora, ci sono imbarcazioni
molto vicine e grandi chiazze di nero catrame vengono rilasciate
dalla corrente sulla riva. E' un vero delitto: questo posto è
troppo splendido per non essere preservato. Complici il vento e la
rabbia, non restiamo a lungo a mollo e iniziamo la terribile
risalita che, anche per il sole ormai cocente, rischia quasi di
essermi fatale. Arriviamo ansimanti al parcheggio e, dolce visione,
un luogo di ristoro fatto di legno e canne (come tanti e nei posti
più impensati troveremo) ci accoglie. Bibite fresche, tavolini e la
migliore feta dal latte delle capre del posto.
Ristorazione "Made in Greece" |
Ristorati, ripartiamo
per un'altra spiaggia, al lato opposto del “dito” di Balos: la
spiaggia rosa di Falasarna. Questa è una lunghissima
spiaggia, con vari ingressi. La sabbia è effettivamente rosa,
l'acqua limpida e subito profonda, ma gelata. Terminiamo la giornata
in una delle numerose e rustiche taverne sul mare del piccolo paese
dove alloggiamo. Sebbene si mangi bene in tutta l'isola, il cibo
migliore e più tipico l'abbiamo trovato qui, per tre sere e sempre
cambiando locale. Ci dicono che in questa zona si mangi meglio
perché c'è poco turismo e non c'è bisogno di snaturare la cucina
tipica per renderla uniforme e più gradita agli stranieri.
Involtini di pasta fillo e formaggio, pasticci, polpo, moussaka,
verdure ripiene, ottimo vino e sempre il raki finale.
Mantenendo lo stesso hotel, partiamo per un'altra
rinomata spiaggia: Elafonissi. Non sono tantissimi chilometri
da Kissamos, ma dobbiamo tagliare l'isola da nord a sud attraverso
le montagne, e la strada che scegliamo all'andata, passando da
Platanos e Sfinari è tortuosa e con burroni piuttosto
impressionanti, anche se molto panoramica. Impieghiamo circa tre
ore. Sul rettilineo dopo Kissamos, prima di addentrarci, c'è un
benzinaio dove conviene fare il pieno, perché poi non se ne
incontrano più.
Meravigliosa Elafonissi |
Elafonissi è un incanto: acqua bianchissima,
piccole lagune dove si possono fare decine di metri con l'acqua al
polpaccio, scogli e piante sotto cui ripararsi.
La gente non è
moltissima, cosa che ci permette addirittura un posto all'ombra nel
grande parcheggio, ma nel primo pomeriggio inizia l'affollamento e
noi ce ne andiamo. Passando, ci fermiamo in uno dei monasteri di cui
Creta è disseminata, che, con il suo bianco abbacinante, ci obbliga
a una piccolissima deviazione. A Vathi curviamo verso Elos
e prendiamo la strada per Kastelli, passando così attraverso
le Gole di Topolia, con la galleria che obbliga al passaggio
alternato dei veicoli. Il caldo è terribile. Viaggiamo sempre con
scorte di acqua fatta congelare nel frigo dell'albergo e stanotte io
e mio figlio sgattaioleremo dalla stanza per un bagno in piscina.
27 giugno
Tappa di lento spostamento. Si parte verso est,
destinazione Agios Nikolaos per visitare poi il sud-est
dell'isola. Dovendo ripassare da Heraklion, facciamo tappa obbligata
al Palazzo di Cnosso, che troviamo con qualche difficoltà,
non essendo ben segnalato. Nonostante si dica tanto male di Evans
e dei suoi restauri, saranno la luce, i colori, il profumo della
pineta o l'influsso del mito perverso del Minotauro, ma ne resto
affascinata.(6 euro l'ingresso).
Il famoso Palazzo di Cnosso |
Ripartiamo e, superato di
qualche chilometro Agios Nikolaos sulla strada per Ierapetra (zona
Ammoudara), ci fermiamo al Poppy Village. Ottimo, spaziosissimo
bilocale con terrazzo e piscina a 60 euro, se non fosse per l'aria
condizionata mancante in soggiorno dove dorme nostro figlio. Ci sono
40 gradi.
Si va all'isola di Chrissi, l'isola nel mar
libico! Le aspettative sono molto alte e non andranno deluse. Dal
porto di Ierapetra alle 10,30 sono già pronti due traghetti:
Alexandros e Agios Nikolaos. Scegliamo il secondo che, per la bassa
stagione ci viene offerto a 15 euro A/R per noi adulti (anziché 25)
e gratis per nostro figlio (anziché 15). La traversata è piacevole
e allietata da musica greca dall'altoparlante.
Isola di Chrissi |
Attracchiamo in
un'acqua smeraldina dopo circa 1h e 15. Tutti in fila sul sentiero
di sabbia bianchissima tra le forme bizzarre dei cedri del libano,
che offriranno ombra e soggetti per splendide foto. Di fronte a noi
il turchese accecante dell'acqua più bella del viaggio. Sul
bagnasciuga, ecco l'attrattiva forse principale: i miliardi di
microscopiche, candide conchiglie(vietato portarsele via).
Invidiamo
i ragazzi accampati con le tende nei punti più isolati. Deve essere
un'esperienza indimenticabile.
Per noi invece il traghetto è inesorabilmente
pronto alle 17. Torniamo a Ierapetra e poi al nostro villaggio, dove
dal terrazzo vediamo fumo sulle colline che circondano la baia. Lo
straordinario caldo ha sviluppato gravi incendi che si protrarranno
per giorni.
Mentre siamo a cena, riceviamo la telefonata da
parte dell'On Air, che ci comunica che per “motivi tecnici” il
nostro volo di rientro, anziché domenica alle 16 viene anticipato
all'una della notte precedente. Siamo furiosi: come possono rubarci
un giorno di vacanza? E se non avessimo risposto? Già parliamo di
fare causa (che non faremo) ma nostro figlio saggiamente ci
consiglia di gustarci l'ottimo giros che abbiamo davanti e
ottimizzare gli ultimi 2 giorni. Oltretutto scopriamo che il Museo
Archeologico di Heraklion a cui avremmo voluto dedicare la domenica,
è chiuso da tempo per lavori
Studios "Villa Italiana" |
Per via del caldo siamo costretti ad andarcene dal
Poppy Village e ci trasferiamo dalla simpatica signora Rosa Petra
della “Villa Italiana”, in una stradina pochi metri più avanti.
La signora è una siciliana trapiantata in Grecia per amore. Ci
prepara un'ottima colazione e ci racconta la sua vita, aggiungendo
che non tornerebbe più in Sicilia, per via del clima troppo freddo
e umido (?!). Ci consiglia di tornare e Creta in maggio, quando è
tutta in fiore, o ad ottobre, quando non c'è più nessuno e il mare
è meraviglioso. Mai agosto, affollatissimo e con i prezzi
triplicati. Non c'è pericolo.
Per 50 euro abbiamo il nostro fresco
villino in un incredibile giardino tutto decorato di conchiglie
dalla paziente signora.
Ora si parte verso sud-est,
la parte selvaggia di Creta. Rifacciamo la strada fino
Ierapetra e proseguiamo costeggiando il mare verso est. A
Makrigialos prendiamo la strada verso Sitia, e dopo Lithines deviamo
verso Handras e Ziros. La strada, prima brulla, si interna tra
vigneti e campi di granturco. Alla nostra destra, proprio sulla
strada, ci fermiamo al piccolo sito di Etia, dove entriamo in
un palazzo veneziano abbandonato e facciamo una passeggiata tra le
rovine di un piccolissimo agglomerato urbano, tra i cui sassi
crescono piante di ottime susine. Non c'è custode, non c'è
nessuno. Mi piace molto. Proseguendo, la vegetazione scompare di
nuovo e la strada sale a serpentina su una brulla montagna, e a
serpentina, interminabile, ridiscende verso il mare. Sembra un posto
abbandonato da dio e dagli uomini. Favoloso. È Xerocambos
con le sue poche case, le immancabili capre e la sua lunga spiaggia
metà di sassi e metà di sabbia. Visto che i pochi bagnanti
sembrano prediligere i sassi per sdraiarsi, ci accomodiamo
all'estrema destra, dove il litorale fa una curva circondata da
piccole caverne.
Xerocambos |
La sabbia è soffice e l'acqua è calda (una
rarità a Creta) e cristallina. Dopo il lungo bagno, pesce
freschissimo alla griglia in un ristorantino poco lontano.
Meraviglia di Creta: decine di chilometri senza agglomerati urbani e
senza pompe di benzina, ma mai senza taverne, chioschetti o banchi
improvvisati dove si possa mangiare qualcosa di buono.
Salutiamo la signora Rosa e iniziamo il ritorno
verso Heraklion. Stanotte avremo, si spera, il volo. Passiamo per
Agios Nikolaos e proseguiamo per Elounda, di fronte all'isola di
Spinalonga e alla sua bella fortezza. Saliamo sulla collina,
sempre con l'auto, fino ad un punto da cui ammirare il panorama, che
è favoloso e ricorda la nostra Sardegna. Questa è una zona
turistica, densa di alberghi, gente, negozi e locali, ma ci sembra un
turismo ancora poco invasivo.
Per tornare a Heraklion, anziché la superstrada
percorriamo la litoranea e arriviamo al sito di Malia.
Proviamo a entrare, ma il custode ci fa cenno di diniego: “Very
hot”, ci dice, e chiude baracca.
Paese dopo paese arriviamo alle mura di Heraklion.
Parcheggiamo l'auto e facciamo una passeggiata tra le stradine su cui
si affacciano molte e belle bifore veneziane. Poi il molo dominato
dal castello con i simboli del Leone di San Marco, e un ultimo
sguardo al mare Egeo, immaginando il re che gli dette il nome,
gettarsi tra le onde credendo morto il figlio Teseo. Potenza dei
miti...
Dopo cena, riconsegna dell'auto e autobus verso
l'aeroporto (l'ultimo è alle 23). Ma lì l'amara sorpresa: il nostro
volo non esiste e ci mandano ad un ufficio al primo piano. Lì ci
confortano comunicandoci che anche la compagnia è inesistente. Dopo
i primi momenti di panico, biglietti alla mano, ci sediamo in sala
d'aspetto fiduciosi: è sicuramente un disguido. Finalmente alle 2 di
notte compare sul display un volo per Pescara, ma subito cancellato:
è un errore. Nostro figlio ascolta un pilota al bar comunicare alle
hostess di un viaggio-extra a Pescara, anche se è stanchissimo e non
vorrebbe. Ci accodiamo con altri 6 disgraziati, e alle 4 decolliamo.
Siamo in 9 su un aereo da 150 posti. Piuttosto inquietante, allora
facciamo finta di essere dei personaggi con aereo privato.
Concludendo, un viaggio bellissimo da consigliare a tutti (magari non
con l'On Air), ricordando che Creta ha criminalità zero, e in più
abitanti ospitali, allegri, chiassosi (soprattutto di notte), ma mai
invadenti e che riescono a non farti sentire “straniero”.
Gli Hotel:
Mandy Apartament
http://www.booking.com/hotel/gr/mandy-suites.it.html
Poppy Villas
http://www.booking.com/hotel/gr/poppy-villas.it.html
Villa Italiana
http://www.villaitaliana.gr/
oppure http://www.booking.com/hotel/gr/villa-italiana.en.html
mail <rosavillaitaliana@live.com>
(l'amabile signora Rosa vi risponderà in italiano)
MITICO MARE, mai definizione fu più azzeccata perche' CRETA e' proprio la terra del mito, del mito oscuro e primigenio, del mito sempiterno.. Quel labirinto oscuro che vive dentro di noi trova il suo filo di Arianna nella luce di Creta e i nostri limiti umani trovano ali nella solennita dei suoi paesaggi.
RispondiEliminaComplimenti per il tour de force... non avevo mai visto girare tutta l'isola in una sola settimana. Non lo farei mai, dato che ci sono posti di Creta che neanche in due settimane sono riuscito a vedere bene. Ti sono mancate: Chania, Rethymno, Kourna Lake (il laghetto con le papere), Iraklio, Loutrò, le gole di Samaria, la penisola di Aktrotiri, Matala, Preveli, moni Preveli, la baia di Mirabello, la baia di Elounda, Vai, Kato Zakro, ...
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