Di solito viaggio in nord
Europa ma non nascondo che la Grecia mi ha sempre attirato ed, avendo
le ferie obbligate a Giugno, un caro amico greco che vive qui a
Genova da tanto tempo mi ha consigliato vivamente il Peloponneso
definendolo il cuore storico e culturale di tutta la Grecia, ottima
meta per quel periodo ancora non affollato e con temperature più
gradevoli rispetto alla piena estate.
Quindi il 17 Giugno io, mia
moglie e mia figlia undicenne, ci siamo imbarcati su un volo Ryanair
all'aeroporto di Orio al Serio alla volta di Atene dove abbiamo
noleggiato un'automobile.
Come prima meta ci siamo
preposti due notti nella cittadina di Nafplio, un po' per la sua
discreta vicinanza alla capitale e, soprattutto, per la prossimità
ad importantissimi siti archeologici dei quali parlerò in seguito.
Arrivati nel primo
pomeriggio, ci siamo sistemati all'Hotel Latini (€55 a notte la
tripla con colazione, l'unico già prenotato dall'Italia), carino,
pulito ed in ottima posizione centralissima vicino ai parcheggi del
porticciolo.
Veduta dalla camera dell'hotel Latini
Nafplio è di origini veneziane, quindi piuttosto simile
nell'architettura a località nostrane ma, molto vivace
ed allegra, con i suoi castelli (uno sulla collina soprastante ed uno
su di un isolotto di fronte alla cittadina), i pittoreschi vicoli, le
innumerevoli taverne e negozi di ogni genere.
Nafplio, la piazza principale
Vicolo di Nafplio
Il Bourtzi, castello veneziano a difesa del porto
La mattina seguente, dopo
un'abbondante e squisita colazione, siamo partiti per Epidauro alla
volta del santuario di Asclepio col suo celebre teatro classico.
Il
colpo d'occhio è unico;
Teatro di Epidauro
realizzato nel 340 a.C., il teatro di Epidauro è ineguagliato per
proporzioni e resa acustica: ci siamo seduti sulla gradinata più in
alto ed abbiamo potuto constatare di persona la perfetta udibilità di cio
che dicevano gli altri visitatori laggiù in basso sull'orchestra!
Teatro di Epidauro
Interessanti anche le adiacenti rovine del santuario di Asclepio, che
poi era un centro di pellegrinaggio dedicato ai problemi di salute ed
il relativo museo.
Nel pomeriggio ci siamo
rilassati un po' sulla spiaggia sabbiosa di Karathona,
a 10 minuti di auto da Nafplio, discreta e con un bel fondale ricco
di pesci, paguri e stelle marine, ma niente di paragonabile a quello
che avremmo visto nei giorni successivi più a sud.
Karathona
Il terzo giorno lasciamo
Nafplio in direzione nord verso l'antichissima Micene con la sua
celeberrima "Porta Dei Leoni" di scolastica memoria.
Vista complessiva dell'Acropoli di Micene
Micene, "Porta dei Leoni"
Davvero impressionanti le enormi pietre
squadrate che compongono le mura delle cittadella: si capisce perchè
i greci classici, 1000 anni dopo la loro costruzione, le credevano
opera dei mitici Ciclopi!
Micene, le mura "ciclopiche"
Giunti sulla sommità ci si rende conto dell'importantissima
posizione strategica dell'insediamento, con ripide montagne alle
spalle ed una grandiosa vista verso est che spazia a 180 gradi verso
la piana sottostante ed i monti verso ovest.
Dopo la visita al bel museo
con ricchissime collezioni di ceramiche,
monili ed armi in bronzo, scendiamo a vedere il famosoTesoro di Atreu o Tomba di Agamennone.
Micene, alcune ceramiche esposte al museo
Questa è un'enorme tomba a "tholos",strutturalmente
simile a quelle a tumulo ben più antiche che ho visto nella mia
amatissima Irlanda ma molto meglio realizzata, con pietre
perfettamente tagliate ed alcune di dimensioni davvero immense
(l'enorme pietra sopra l'entrata è l'architrave più grande al
mondo, misura circa 8.3 x 5.2 x 1.2m ed ha un peso stimato intorno
alle 120 tonnellate!).
Micene, il Tesoro di Atreu, o Tomba di Agamennone
Micene, l'ingresso della Tomba di Agamennone dall'interno
Dopo una rinfrescata partiamo verso sud in direzione della prossima
meta, la rocca di Monemvasia.
Attraversata la cittadina di
Argos siamo giunti a Kiveri, sulla costa, che abbiamo seguito verso
sud fino a Leonidio dove la strada svolta verso l'interno
inerpicandosi sulle selvagge montagne dell'Arcadia. Prima di lasciare
il litorale ci siamo fatti un bagno rigenerante nella pressochè
deserta spiaggia di ciottoli di Lakkos.
Lakkos
e ci siamo
rifocillati in una taverna adiacente con insalate greche (e birre) di
proporzioni titaniche.
Salendo sempre più in alto,
tra canaloni rocciosi e pareti a strapiombo,
I monti dell'Arkadia, poco oltre l'abitato di Leonidio
ci siamo sentiti perduti nel nulla e non abbiamo incontrato più
segni di civiltà per mezz'ora fino al fresco paese montano di
Kosmas, dove abbiamo proseguito fino ad un altopiano tra pascoli ed
abetaie raggiungendo l'agognato valico verso la Lakonia orientale.
La
tipologia e qualità delle strade ha allungato notevolmente i tempi
di percorrenza, ma ne è valsa la pena, visto che fino
all'occidentale Messinia non abbiamo più visto tanto verde assieme.
All'ora di cena siamo finalmente giunti nell'incomparabile Monemvasia -che ho scelto per la mia passione architettonica- all'interno delle
cui mura abbiamo pernottato nella pensione Ritsos (€60 senza
colazione), un autenticissimo appartamento storico con soffitto a
volta ed enorme camino,ma un bagno
davvero troppo piccolo e spartano (peccato).
Monemvasia, Ritsos Guesthouse
Dunque, Monemvasia è
semplicemente eccezionale!
Monemvasia, veduta dalla rupe soprastante
Quando nell'Alto Medioevo
cominciarono le invasioni slave, molti greci trovarono rifugio in
quest'isoletta dalle pareti ripidissime, collegata alla terraferma da
una sottile striscia di terra.
Monemvasia, vista aerea scaricata (ovviamente) dal web
Udite udite, l'accesso alla cittadella è esclusivamente pedonale e,
credetemi, l'uniformità stilistica bizantina e la cura filologica
dei vari restauri rendono la visita di questo posto un'occasione
esclusiva ed imperdibile.
Costruita sull'unica parte abitabile
dell'isola, Monemvasia è un susseguirsi di silenziosi vicoli,
ripide scalinate, angusti passaggi coperti, piazzette fioritee chiese
bizantine, il tutto a picco sul blu del Mar Egeo.
Monemvasia, silente vicolo
Monemvasia, passaggio fiorito
Monemvasia, una delle sue chiese
Ne è ben valsa la pena svegliarmi alle 6 del mattino per cogliere la
dorata luce dell'aurora e l'assoluto silenzio del dedalo medioevale!
Unica nota dolente, molto dolente, è stata la chiusura della sommità
del monte per restauri alle fortificazioni ed alla chiesa bizantina.
Monemvasia al sorgere del sole
Monemvasia al sorgere del sole
Monemvasia al sorgere del sole
Monemvasia al sorgere del sole
Monemvasia al sorgere del sole
Dopo un'ottima colazione in un caffè sull'unica stradina con qualche
esercizio commerciale (il resto è assolutamente deserto e, di notte,
pure pochissimo illuminato), prendiamo l'auto parcheggiata fuori
delle mura e ci dirigiamo verso l'isola di Elafonisos, in fondo alla
penisola più orientale del sud Peloponneso, per goderci un po' di
relax assoluto.
Sul ferry per Elafonisos
La traversata col traghetto
dura solo una decina di minuti su un mare cristallino dall'intenso
color turchesee, subito, troviamo sistemazione per due notti alla bella Pension
Pallas (€75 a notte con colazione) affacciata sul litorale del
villaggio adiacente al porticciolo. Cosa gradita, la ragazza alla
reception parla un ottimo italiano e la camera è ariosa, pulita e
con accesso diretto al giardino fioritodove ci si può
rilassare e consumare l'ottima colazione.
Il giardino della Pension Pallas, ad Elafonisos
Ci cambiamo ed andiamo
subito nell'indimenticabile spiaggia di Simos che molto spesso
compare in forma anonima nei vari wallpaper web inerenti la Grecia.
10 minuti di guida e siamo sul posto:
Elafonisos, verso la spiaggia di Simos
Simos è davvero
grande e spettacolare, dune di sabbia bianchissima, acque sfumate dal
turchese chiaro al blu profondo ed una piccola isoletta tanto vicina
da essere unita al litorale senza soluzione di continuità formando
così una spiaggia doppia, con l'arenile da entrambe le parti.
La splendida spiaggia di Simos ad Elafonisos
Cena con souvlaki
a volontà sul molo e nanna. L'indomani siamo andati all'altra
spiaggia dell'isola, Panagitsa, meno particolare ed estesa di Simos, ma con gli stessi incantevoli colori, pressochè deserta ed, in più,
contornata da boschetti con la loro provvidenziale ombra.
Spiaggia di Panagitsa, Elafonisos
Alla sera abbiamo
cenato in un ristorante isolato che ci ha consigliato la ragazza
della pensione, in alto su un cucuzzolo con una vista grandiosa, con
un menù di pesce grandioso per la non modica cifra di €80 in tre
ma, vi assicuro che abbiamo mangiato e bevuto come orchi (compresi
due freschissimi e sublimi dentici da 4etti l'uno).
La mattina del quinto giorno
prendiamo il ferry per dirigerci verso Areopolis, nella penisola di
Mani, ma la mia passione per l'architettura ha la meglio e costringo
la mia famigliola a seguirmi per una deviazione verso nord, oltre
Sparta, per dare un'occhiata all'antica Mystras, ultimo centro di
erudizione bizantina che con i suoi filosofi neoplatonici influenzò
il Rinascimento italiano. Siamo purtroppo arrivati intorno a
mezzogiorno, quindi non era certo fresco, ma la visita si è rivelata
comunque degna di nota, con le antiche chiese bizantine (alcune con
affreschi originali in discreto stato) sparse sul pendio della
collina tra ulivi e boschetti di cipressi.
Mystras
Mystras
Mystras
Mystras
Mystras
Mystras
Lasciata Mystras, dopo uno
spuntino nella bruttina città di Sparta, procediamo verso sud alla
volta di Githio per poi raggiungere Areopolis dove ci siamo fermati
al decoroso (senza pretese) Hotel Mani (€65 la tripla a notte con
super colazione).
Hotel Mani, Areopolis
In questo nostro piccolo tour del Peloponneso, questa zona è quella
che mi ha più colpito. Un territorio scabro, montuoso, accidentato
ed un'architettura unica sul territorio greco, caratterizzata da
austere case-torri. Qui la pietra fa davvero da padrona e il popolo
che la abita è noto per una lunga storia di fiera autonomia e di
forte attaccamento a tradizioni che il sentimento comunitario
riconduce alla permanenza dell'elemento dorico nell'"ethos"
locale, testimoniato anche dalla peculiarità dialettali.
Mai domati da nessuno, gli
abitanti della penisola di Mani (i Manioti) hanno una lunga storia di
fierezza e valore bellico. Petros Mavromichalis, eroe della guerra di
indipendenza contro l'Impero Ottomano nacque ad Aeropolis e proprio
da lì partì l'insurrezione che liberò finalmente tutta la Grecia.
Il tema della discendenza dagli antichi Spartani ha accompagnato la
definizione dei Manioti per gran parte della loro storia, come
attestato da Napoleone Bonaparte, che si riferiva loro come
"Discendenti di Sparta", o da Theodoros Kolokotronis
(leader della Guerra di Indipendenza greca) che li chiamava "Gli
Spartani".
Mentre moglie e figlia si rinfrescavano in albergo,
io sono andato a far due passi ed un aperitivo per la piccola
Areopolis, davvero diversa
dai posti che avevo visto fino ad allora.
Ouzo a Areopolis ;)
La pressochè totalità
degli edifici è in grigia pietra a vista e le uniche provvidenziali
note di colore sono le cascate di fiori un po' ovunque e gli arredi
color pastello delle taverne che popolano il borgo.
Areopolis
Areopolis
Molto bella la
chiesa principale con l'alto campanile ed, in generale, le varie
stradine che si percorrono offrono sempre scorci meritevoli. Super
cena in una taverna proprio a fianco della suddetta chiesa con
squisito saganaki al miele e sesamo ed ottimo stufato di capra, tutto
innaffiato da un gradevolissimo vino rosè della casa ed una generosa
dose di tsipouro e nanna ristoratrice.
Areopolis
Areopolis
Areopolis
Areopolis
Areopolis
La mattina seguente partiamo
e ci dirigiamo verso Kotronas, sulla costa orientale della penisola e
da lì procediamo a mezza costa verso sud tra paesaggi e strette
strade simili a certe parti più scoscese della nostra Liguria ma,
molto molto più aridi e pietrosi, attraversando borghi di case-torri
davvero originali e scorgendo, di tanto in tanto, splendide calette
azzurre laggiù in basso.
Dimaristika, Penisola di Mani
Nifi, Penisola di Mani
Kokkala, Penisola di Mani
Lagia, Penisola di Mani
Arrivati all'estremità sud scorgiamo capo Tenaro, il punto più
meridionale della Grecia continentale, la ragazza all'hotel mi riferì
che si può raggiungere esclusivamente dopo una camminata di circa
mezz'ora, lo propongo timidamente a moglie e figlia ma, visto il sole
cocente alto in cielo, si sono scambiate uno sguardo eloquente e mi
hanno fatto un plateale gesto dell'ombrello..hi hi hi... Pazienza.
Svoltiamo verso la costa occidentale e, più sotto, scorgiamo lo
splendido abitato di Vathia, prototipo del borgo maniota:
assolutamente splendido nella sua "durezza" stilistica!
Vathia, Penisola di Mani
Dirigendosi verso
nord, per tornare ad Aeropolis, dopo una birra gelata sul porticciolo
della graziosa Gerolimenas, la strada si fa più larga e veloce, ma il
paesaggio meno interessante rispetto al versante orientale e, dopo
neanche mezz'ora, arriviamo a Pyrgos Dirou per visitare le famose
grotte di Diros. Anticamente considerate l'ingresso dell'Ade, queste
grotte lacustri si visitano a bordo di una barca che scivola
silenziosa tra gli stretti e bassissimi passaggi ed i brillanti
colori delle varie formazioni calcaree più la parte finale che si
percorre a piedi. Davvero una bella esperienza, magica e rilassante.
Grotte di Diros
Grotte di Diros
Grotte di Diros
Grotte di Diros
Grotte di Diros
All'uscita rimaniamo abbacinati dall'intensa luce del pomeriggio e la
vista del mare cristallino sugli scogli sottostanti ci fa decidere per un
bagno nell'adiacente e quasi deserta spiaggia di Diros, singolarmente
composta da ciottoli nella parte emersa e sabbia finissima ad appena
pochi metri dalla battigia.
La sera, altra cena luculliana ad
Aeropolis abbondantemente, nonchè doverosamente, innaffiata da ottimo
vino e tsipouro.
La mattina dopo lasciamo
l'hotel e ci mettiamo in viaggio verso Pylos, in Messenia. Dopo una
breve tappa a Kardamyli per dare un'occhiata alla bella ed antica
città vecchia,attraversiamo la
caotica Kalamata e, via via che ci spostiamo verso ovest, le campagne
cominciano a farsi un po' più verdi, assimilabili a certi posti del
nostro sud.
Kardamyli
Kardamyli
Nel primissimo pomeriggio
giungiamo finalmente a Pylos, graziosa, con una grande piazza
ombrosa, il bel porticciolo e quell'aspetto decisamente più
nostrano che aveva anche Nafplio, all'inizio del nostro viaggio.
Pylos
Pylos
Troviamo
sistemazione per due notti al centralissimo Hotel Miramare (€60 a
notte con grandiosa colazione a buffet) che, per rispetto al suo non
propriamente ellenico nome, ci offre un bel balcone con vista
mozzafiato sulla baia di Navarino, famosa per la battaglia navale del
1827 nella quale la flotta ottomana venne annientata dalle forze
congiunte di Inghilterra, Francia e Russia.
La sera del 24 Giugno
festeggiamo il nostro quattordicesimo anniversario di matrimonio alla
taverna O Koykos, consigliataci da un giovane che serviva in un bar
vicino all'albergo, con ottima taramosalata, saganaki, bougiurdi,
freschissime acciughe fritte ed un branzino spettacolare!
Pylos, festeggiando il 14° anniversario di matrimonio...
Il giorno seguente
l'abbiamo dedicato tutto alla meravigliosa spiaggia di Voidokilia: una perfetta mezzaluna di sabbia finissima con acque cristalline, sfumate dal turchese acquamarina (appunto) chiaro al blu intenso, racchiusa tra due alti promontori rocciosi dove, su quello
meridionale, si trova la grotta di Nestore che io e mia figlia
abbiamo successivamente raggiunto attraverso un sentiero impervio.
L'incantevole spiaggia di Voidokilia
L'incantevole spiaggia di Voidokilia
Sollazzo a Voidokilia
...Ed
eccosi qua in dirittura di arrivo...
Avendo la partenza del volo di
ritorno da Atene nientepopodimeno che alle ore 06,15 del 27 Giugno,
passiamo la mattinata del 26 a Pylos facendo un po' di shopping (per
l'incommensurabile felicità di moglie e figlia) e ci mettiamo in
viaggio. È scoppiato il vero caldo estivo greco (circa 40 gradi, per
fortuna ce ne andiamo, per i miei gusti sono davvero troppi) ed
arrivati a Kalamata entriamo in una nuovissima autostrada
semi-deserta alla volta di Korintos dove arriviamo nel primo
pomeriggio. Dopo una breve occhiata all'impressionante fortezza di
Acrokorintos,
proseguiamo e troviamo sistemazione in un mediocre hotel (non voglio
neanche menzionarlo) a Porto Rafti.
Acrokorintos
Acrokorintos, panoramica dell'ingresso
La mattina seguente, sveglia alle
03,30 e si va all'aeroporto, consegno l'auto e si torna a Bergamo...
In
conclusione, voglio ringraziare il mio caro amico Argyrios per i suoi
suggerimenti e, visto che l'anno prossimo avrò ancora le ferie a
metà Giugno, credo che torneremo in Grecia. Probabilmente ancora nel
Peloponneso visto che è grande, vario, ricco di attrazioni e con
angoli ancora autentici e molto poco turistici.
Ciao, vorrei sapere se, in base alla vostra esperienza, in queste zone è facile trovare al momento sistemazione in affittacamere/hotel a prezzi buoni (60-70 euro 2 adulti+ 2 bambini) per fine luglio agosto 2015. Grazie Elisabetta Milazzo
Foto e commenti molto belli, sono un appassionato di questi posti meravigliosi e a ottobre passero'quasi un mese in camper con mia moglie ed imiei 2 cani raccolti a Nafplio 10 anni fa'.
Molto bello questo racconto che ci fa vedere una parte di Grecia continentale!!!
RispondiEliminaMolto belle le foto! E mi fa rivalutare la Grecia "continentale" rispetto alle pubblicizzatissime isole... comunque bellissime.
RispondiEliminaCiao, vorrei sapere se, in base alla vostra esperienza, in queste zone è facile trovare al momento sistemazione in affittacamere/hotel a prezzi buoni (60-70 euro 2 adulti+ 2 bambini) per fine luglio agosto 2015. Grazie
RispondiEliminaElisabetta Milazzo
Favoloso, molto utile. Grazie
RispondiEliminaVorrei un consiglio: devo scegliere tra Aeropoli e Pylos.Grazie
RispondiEliminaFoto e commenti molto belli, sono un appassionato di questi posti meravigliosi e a ottobre passero'quasi un mese in camper con mia moglie ed imiei 2 cani raccolti a Nafplio 10 anni fa'.
RispondiElimina