di Antonella De Stefano
Dopo aver “sdoganato” Creta, che abbiamo capito come
affrontare, dopo la soddisfacente seppur breve vacanza dello scorso anno,
eccoci tornare, in un altro periodo, con piu’ giorni a disposizione e un’altra
zona da esplorare.
L’inverno e’ il momento ideale per poter ideare e studiare una vacanza, cosi’
nel farlo ti sembra che il momento sia piu’ vicino e il progettarla per me fa
gia’ parte della vacanza stessa. E’ sempre stato cosi’ anche nei tempi quando
il web non esisteva e ci si affidava solo a guide e mappe cartacee.
Ora con i mezzi che si hanno a disposizione e’ tutto molto piu’ semplice.
Leggendo guide, riviste, social e siti appositi nel web, quello che credo sia
una porzione di Creta che possa incontrare i nostri gusti, e’ la parte Est,
spaziando dal centro, passando per l’Est estremo e un po del sud Est. Sono io
che mi occupo di creare l’itinerario. Mio marito di solito accetta quello che
propongo😊
E cosi’ stabilito il periodo si costruisce la vacanza. Creta stiamo tornando!
1 Giugno 2023
Sveglia presto. Abbiamo il volo alle 6 su Heraklion che,
fortunatamente, arriva puntualissimo e
cosi’ abbiamo quasi tutta la giornata a disposizione. Incontriamo le persone
del rent a car che abbiamo scelto che sorprendentemente ci fanno trovare una
Polo VW, un po piu’ comoda e soprattutto con un motore piu’ potente della Panda
baracca dello scorso anno. Firmiamo i documenti, stiamo per partire ma mio
marito sente un rumore che non lo convince. Gli incaricati del rent sono ancora
li’ al parcheggio e cosi’ gli facciamo sentire il rumore sospetto e ci dicono
“it’s nothing don’t worry” con un grande sorriso. Ma mio marito non e’ convinto
e cosi’ insistendo un po’ ci dicono che ne hanno un’altra ma la devono lavare
ed e’ Diesel. WOW! Con i costi della benzina e’ un bel plus 😊
Arriva questa nuova auto, controlliamo che sia tutto a posto e siamo pronti per
iniziare la nostra vacanza!
Nello studiare la zona Est ho scelto 3 basi che a mio avviso potevano essere
ideali per poter visitare quella parte di Creta, non avendo la pretesa di
vedere tutto quello che si potrebbe visitare ma almeno i punti fermi che avevo
in mente. Una delle basi ideali per la parte centro Est e’ Agios Nikolaos che
gia’ avevamo visto in una precedente esperienza ma solo di passaggio e non ci
aveva molto entusiasmati pur essendo una localita’ comoda e anche graziosa.
Cercavo qualcosa di piu’ autentico possibile anche se forse di autentico non
esiste piu’ nulla. Cosi’ scelgo il villaggio interno di Kritsa che e’ un giusto
compromesso tra “autenticità
“e comodita’ per visitare quella zona, pur richiamando turisti che arrivano con
gite organizzate, ma meno in questo periodo.
Alloggiamo su consiglio di una amica all’Argyro Rooms proprio ad inizio del
paese in cui abbiamo anche la prima colazione. Le camere sono piccolissime ma
comode e per pochi giorni vanno bene come sistemazione.
Kritsa e’ famosa per almeno due attrattive. Le gole che sono
alle spalle del villaggio e per la sua Panagia Kera che si raggiunge a piedi con
una passeggiata in mezzo a ulivi
secolari ma anche per le botteghe
artigiane che si trovano in centro paese.
Arriviamo a Kritsa quasi a ora di pranzo, il tempo di scaricare la valigia,
incontrare la signora Argyro matrona dell’alloggio ed usciamo. I ragazzi del
rent a car sapendo la nostra destinazione ci avevano consigliato delle taverne
ad Agios Nikolaos o una che si trova in un villaggio appena sopra Kritsa che si
chiama Kroustas. Sembra quasi uno scioglilingua pronunciare i nomi dei villaggi
in sequenza 😊 Scegliamo senza molto indugiare quella di
Kroustas che raggiungiamo in breve tempo. Kroustas si trova ad un’altitudine di
520 metri, quasi un “balcone” sul golfo di Mirabello e a primo sguardo anche piu’
autentico rispetto alla vicina Kritsa. La via principale ha da entrambi i lati
degli alberi di gelso che creano un intreccio sopra la strada e forniscono unna
bella ombra. Qualche taverna, una chiesa nella piazza centrale, case
tradizionali e qualcuna abbandonata con i segni del tempo e null’altro, ma un
luogo di pace dove trovare ristoro dalle affollate localita’ marine.
La taverna che ci e’ stata consigliata e’ nuova, gestita da una coppia giovane
che nella loro offerta riprendono i piatti tradizionali con un tocco di
modernita’, ma senza stravolgerli piu’ di tanto. Tutto quello che abbiamo preso
a pranzo era molto buono. E ci torneremo.
Rientriamo a Kritsa per un riposino vista la levataccia del mattino e nel
pomeriggio facciamo la passeggiata fino alla Panagia Kera che pero’ e’ chiusa.
Prendiamo nota degli orari di apertura per poterci tornare e nel frattempo ci
accontentiamo di vederla da fuori.
Torniamo in paese e ci addentriamo nelle sue vie per
scoprire questo villaggio di cui avevo tanto letto durante l’inverno. Kritsa
come dicevo attrae molti turisti per i suoi negozietti di artigianato e
percorrendo le sue vie, diamo un’occhiata incuriositi. Ci sono anche degli
scorci caratterizzati dalle vecchie case che a me piacciono molto… lo so sono
strana 😊 oltre a delle bouganville al massimo dello
splendore in questa stagione.
Arriviamo fino in cima al paese dove finiscono le case e ci
affacciamo sul cortile di una chiesetta da cui in lontananza si scorge la gola
di Kritsa. Da questa prima passeggiata in paese sono convinta di avere fatto la
scelta giusta nel decidere di soggiornare qui.
Rientriamo al nostro alloggio. Questa sera si cena qui con le pietanze
tradizionali cucinate da Argyro insieme ad un gruppo di italiani che fanno una
vacanza trekking in questa zona.
2 Giugno
Aprendo le finestre non ci accoglie il “solito” cielo blu greco. La giornata e’ un po cupa. Nuvole grigie ci presagiscono che oggi forse il sole non lo vedremo, ma non ci scoraggiamo perche’ qui da fare ne troviamo lo stesso 😊 Gustiamo la colazione preparata da Argyro, semplice ma gustosa. Chiacchieriamo con il gruppo trekkers che sono pronti alla loro escursione e noi ci avviamo alla visita della Panagia Kera .La sua fama e’ ben meritata. Datata tra il il 13° e il 14° secolo eretta in epoca bizantina ha un interno magnificamente decorato a tre navate , che conserva affreschi ben restaurati. Spiccano le figure di S. Francesco di Assisi e quella al centro di una navata di S. Anna. Un capolavoro che ci godiamo praticamente da soli che ci da grande soddisfazione ! Chi volesse maggiori informazioni sulla sua storia trova in rete articoli molto piu’ esaustivi.
All’esterno ci sono delle botteghe che vendono souvenir
della Panagia ed erbe aromatiche ma non riusciamo a vederle perche’ inizia a
piovere copiosamente e da come si vede dal cielo e dalle previsioni oggi sara’
cosi’ ☹ La fortuna di essere in un’isola che offre di tutto
e’ che anche in caso di brutto tempo, alternative ne trovi sempre. Potremmo
fare un giro nella vicina Agios Nikolaos, ma oltre ai vari negozietti che si
vede? Quindi senza pensarci troppo si decide di andare ad Heraklion e quale
occasione migliore di visitare un luogo coperto come il museo archeologico? Sotto
una pioggia torrenziale con fulmini e saette e molto traffico raggiungiamo la
capitale di Creta e riusciamo a trovare un parcheggio abbastanza vicino per
evitarci una docciata per arrivarci a piedi.
Chi visita Creta, dovrebbe iniziare proprio da qui perche’ riesce meglio a
comprendere la storia incredibile di quanti hanno popolato quest’isola nei
millenni. Qui sono stati raccolti moltissimi dei reperti trovati negli scavi
dei vari siti archeologici. Il Museo e’ strutturato molto bene, diviso per
epoche con le varie teche espositive con anche le spiegazioni in Inglese che
aiutano nella visita. Ci soffermiamo su ogni teca per osservare ogni singolo
oggetto. Vasi di terracotta, monili di vario genere, statuine, orci, vasi di
varie dimensioni, attrezzi per uso quotidiano ed e’ molto interessante vedere
dal vivo quello che abbiamo letto nei libri di scuola riguardo la civilta’ minoica
che era sorprendentemente evoluta, considerata la prima civiltà avanzata
apparsa in Europa e i resti qui esposti lo rappresentano pienamente. In una
sala hanno allestito anche dei filmati che fanno vedere la storia del museo su come
e’ stato trasformato, gli scavi effettuati e altro.
Non poteva mancare quello che era rappresentato sui libri di
scuola delle medie: il disco di Festo il cui significato ancora non e’ noto.
Dal web https://it.wikipedia.org/wiki/Disco_di_Festo
per maggiori informazioni.
Proseguiamo la visita fino alla teca della famosa dea serpente che risale al 1600 A.C. scoperta negli scavi del Palazzo di Cnosso nel 1908, rappresenterebbe un'ipotetica Grande Madre cretese, una divinità femminile legata alla fertilità e al concetto di rigenerazione della Natura.
La mia attenzione e’ attratta da questo gioiello capolavoro:
il ciondolo delle api che rappresenta due api che stringono un
nido (1800-1700 a.C.), trovato nel
cimitero del Palazzo Vecchio a Chrysolakkos vicino a Malia che risale in
un’epoca tra il 1800-1700 a.C.
Il tempo scorre senza neanche accorgerci di avere saltato il
pranzo. Finiamo la visita nel tardo pomeriggio e vorremmo mangiare qualcosa
nella famosa pasticceria di fronte alla fontana Morosini, ma la pioggia
scroscia ancora copiosa e dobbiamo rinunciare mannaggia.
Rientriamo al nostro alloggio sperando che il tempo migliori. Per cena
scegliamo una taverna in un villaggio poco lontano da Kritsa a Exo Lakkonia di
cui avevo letto in un blog. Siamo gli unici forestieri e ceniamo insieme ai
pochi anziani del villaggio che facevano conversazione tra di loro. Intanto
finalmente smette di piovere e rientrando scorgiamo la luna che fa capolino tra
le nuvole ormai rade. Nonostante la giornata piovosa siamo soddisfatti e credo sia
stata una grande opportunita’ averla sfruttata nella visita al Museo che magari
avremmo saltato con un meteo diverso.
3 Giugno
Il sole splende sopra Creta dopo la giornata cupa di ieri.
Oggi cerchiamo il sole e il mare. Dopo colazione ci dirigiamo in direzione
Agios Nikolaos per puntare decisamente verso Ovest. La strada e’ molto
panoramica con delle belle viste sul sottostante golfo di Mirabello e la
localita’ “VIP” di Elounda con le sue lussuose residenze affacciate sul mare e
i campi da golf. La nostra meta e’ pero’ la vicina penisola di Kalydon che si
puo’ visitare fino alla punta estrema percorrendo un sentiero lungo il mare. All’inizio
della penisola ci sono dei mulini che sono stati ristrutturati che si
affacciano sulla baia.
Percorriamo la strada che ad un certo punto diventa sterrata
fino all’imbocco del sentiero dove c’e’ una graziosa chiesetta con un prete
seduto sulla panca che recita le preghiere ad alta voce.
Visto che siamo in zona andiamo a vedere la spiaggetta di Kolokhita che ha dei
colori bellissimi ma e’ proprio piccolina. Nel pomeriggio vedremo anche barche
che portano turisti e non ho ben capito dove si potessero sistemare viste le
dimensioni.
Non indugiamo oltre e iniziamo la nostra passeggiata. Il sentiero non e’ nulla di difficile e si percorre facilmente. Unico disagio dovuto al fango procurato dalla pioggia del giorno precedente che ci costringe ogni tanto a degli scavalli in alcuni punti. Lungo il percorso si aprono calette rocciose con un mare trasparente in mezzo a rocce rossastre
Arriviamo alla fine del sentiero dove e’ posta la chiesetta
di Agios Fokas, dove c’e’ un piccolo molo per l’attracco e una piattaforma con
una scaletta. Siamo accaldati e ci godiamo un bel bagno in acque trasparenti.
Prendiamo un po di sole, mangiamo qualcosa che ci siamo portati nello zaino e
siamo pronti a tornare all’auto. Avevo visto in rete delle immagini del vicino
villaggio di Pano Elounda che come quasi sempre accade, e’ il villaggio
originale che poi ha dato il nome anche alla parte sulla costa VIP.
Pano Elounda e’ molto piccolo, poche case, qualcuna disabitata e altre che sono
oggetto di rifacimento e offre una bella vista sulla baia sottostante, la
penisola della passeggiata della mattina e in lontananza la prossima
destinazione di questa giornata. L’isola di Spinalonga. Per raggiungerla
bisogna imbarcarsi dalla vicina localita’ di Plaka che offre una bella spiaggia
con sassi bianchi, hotel e studios e le consuete taverne.
Spinalonga si raggiunge in una traversata di poco meno di 10 minuti. Quest’isola
diventata tristemente famosa rappresentava una delle più importanti fortezze
Veneziane di Creta. Era anche nota come “l’isola dei lebbrosi”, poiché vi furono
esiliati i lebbrosi provenienti da Creta e da tutta la Grecia fino al 1957.
Ancora oggi si trovano le case che hanno ospitato le persone malate e in quelle
meglio conservate ci sono dei cartelli esplicativi con la storia dell’isola con
la costruzione della fortezza nel 1579 eseguita dai veneziani in modo da
controllare il traffico marittimo senza concedere possibilità di approdo.
Quando l'isola di Creta cadde in mano ai Turchi nel 1669 dopo un lungo
assedio, Spinalonga fu - assieme a Souda e Gramvousa -
uno dei tre forti che i veneziani poterono mantenere in proprio possesso per
assicurarsi le rotte commerciali verso il Levante. Luogo emozionante da non perdere
se si visita questa parte di Creta.
Trascorriamo molto tempo qui fino quasi alla chiusura del
sito. Si rientra al nostro alloggio dopo aver percorso quasi 11 km a piedi oggi!
Decidiamo di andare a cena ad Agios Nikolaos che non abbiamo ancora rivisto
dopo un fugace passaggio nel 2013. Sicuramente e’ una cittadina molto graziosa
e a misura di turista con tutti i servizi che possono essere utili. La sua
peculiarità e’ il lago nel suo centro storico a cui sono legate leggende sulle
sue origini . Unito al mare da un canale, è circondato da rocce rossastre ed
alberi e intorno circondato da numerosi locali per cenare o un dopo cena. Di
sera e’ molto suggestivo.
Ceniamo in una taverna sul lungomare dove abbiamo trovato posto. Alcune altre che avevo individuato sono piene e siamo solo al 3 Giugno! Quindi immagino che in alta stagione sara’ bella trafficata questa localita’.
4 Giugno
Dopo la giornata di ieri bella intensa, oggi facciamo riposo! Il cielo e’ blu,
il sole splende, una leggera brezza, tutti ingredienti perfetti per una
giornata di riposo al mare. In questa parte di Creta, una delle localita’ dove
“spiaggiarsi” e’ la famosa spiaggia di Voulisma non distante da dove siamo. Ci
arriviamo abbastanza presto al mattino, parcheggiamo facilmente lungo la strada
principale e prendiamo possesso di lettini e ombrellone una volta tanto, pronti
a gustarci un po di riposo. Ma… non consideriamo che e’ domenica, non una
domenica qualsiasi ma quella di Pentecoste a cavallo con il lunedi’ che in
Grecia e’ festa. La pace dura fino all’ora in cui normalmente i locali arrivano
al mare e uniti alla musica proveniente dal locale sovrastante, rendono
difficile quello che per noi e’ una giornata tranquilla. Pazienza, resistiamo
stoicamente e ci godiamo il mare e il sole. Di certo questa spiaggia che non e’
grandissima, schifo non fa anche se non e’ l’ideale che cerchiamo in vacanza.
Alla sera torniamo a Kroustas nella stessa taverna della prima sera e facciamo una passeggiata post cena arrivando al punto dove si vede il golfo di Mirabello illuminato dalla luna piena e dalle luci della costa. Il silenzio e i grilli sono gli unici compagni di questa serata.
5 Giugno
Programma della giornata? Si va a caccia di Monasteri! Nella zona di Neapoli non molto distante da Kritsa sorgono diversi Monasteri che avevo segnato sulla mappa. Il primo che vogliamo raggiungere e’ quello di Areti poco al di sopra di Plaka. Per arrivarci si percorre la strada a scorrimento veloce che attraversa Creta a nord uscendo a Neapoli. Sulla strada per arrivarci passiamo da alcuni villaggi che recano al loro ingresso il cartello “traditional Cretan village” e mica possiamo non andare a dare un’occhiata no? Il primo in cui ci fermiamo e’ Kastelli e gia’ dal primo sguardo fuori dall’auto, ci rendiamo conto che e’ davvero quello che recitava il cartello all’ingresso. Una vecchia Ouzeri con i tavolini al sole, un tradizionale Kafenio con gli immancabili anziani seduti, case consumate dal tempo da cui spuntano tralci di viti incolte , una taverna tradizionale e scorci di una vita semplice che scorre lenta a cui non siamo piu’ abituati. Camminiamo lungo le sue strade quasi deserte catturando immagini da “cartolina greca”.
Per certi versi questo posto mi ricorda i paesi del Sud
originari dei miei genitori.
Siamo molto contenti di avere scoperto questo villaggio in modo casuale e
totalmente inaspettato ed e’ quello che ci piace nel girovagare in vacanza 😊
Riprendiamo l’auto e proseguiamo il percorso verso Areti incrociando un altro
villaggio che ci riproponiamo di visitare al ritorno. Arriviamo al Monastero di
Areti avvolti da un silenzio assordante rotto solo dal frinire di centinaia di
cicale. Da lontano, il monastero assomiglia a una fortezza, essendo uno dei
cinque monasteri fortificati più importanti di Creta. Nel cortile principale,
ci sono cisterne ed edifici compresa la chiesa e grandi piante di limoni
profumati. Fondato tra il 1580 e il 1596 e’ dedicato alla Santissima Trinità.
Girelliamo scattando un po’ di foto e salendo una scala incontriamo il monaco
che risiede qui e delle persone intente a sbucciare patate e preparare grandi spiedi
per il pranzo. Il monaco ci apre gentilmente la chiesa e poi ci invita nel
piccolo negozietto dove vende alcune essenze, delle candele e dei balsami per
la pelle che decidiamo di acquistare per ringraziarlo dell’accoglienza. Mentre
sto per prendere i soldi per pagare, vedo che questo omone prende in braccio
mio marito e inizia a piroettare con lui facendogli fare diversi giri e io mi
“scompiscio” dalle risate nel vedere quella scena 🤣.
Non ho avuto la prontezza di riprendere quella scenetta, cosi’ gli chiedo di
rifargli fare il girotondo e acconsente con una risata.
Ringraziando il monaco dello shopping e del divertente
siparietto, riprendiamo l’auto proseguendo la nostra giornata. Ripercorriamo la
strada che abbiamo fatto per arrivare al Monastero volendo visitare il secondo
villaggio che abbiamo incontrato che e’ Fourni, da non confondere con l’omonimo
arcipelago di isole.
Se Kastelli si e’ mostrato come un villaggio tradizionale, Fourni non e’ da
meno. Arriviamo intorno alle 12 e nella piazza della Chiesa principale,
numerose persone sono pronte per mettersi a tavola in questo giorno di festa.
Ci addentriamo nelle viuzze del villaggio con molti scorci caratteristici che immortaliamo
per conservare il ricordo.
Percorrendo le vie del paese, veniamo attratti da una taverna situata sotto un grande platano da cui prende il nome e soprattutto da questo … lo abbiamo trovato !! L’antikristo: una tecnica tradizionale di cottura della carne a Creta😊 e visto che si e’ fatta una certa, ci fermiamo qua.
Abbiamo l’acquolina in bocca ma il gestore della taverna ci
dice che non sara’ pronto fino a sera 😤.
Ci consoliamo con altro e mangiamo comunque bene. Siamo contenti di avere
scoperto per caso questi villaggi che sono la riprova che puoi pianificare
quanto vuoi, ma che le sorprese sono quelle che soddisfano di piu’ per certi
versi. Si riparte per andare a visitare i Monasteri che avevo segnato nella mia
mappa di questa zona. Arriviamo al primo dei numerosi che sorgono qui: il
Kremasta che sorge nelle colline sovrastanti Neapoli in una zona verdissima
fondato nel 1593 in origine maschile ma dal 1993 trasformato in femminile. Siamo
pronti a gustarci la visita ma… e’ inesorabilmente chiuso ! ☹
Ci accontentiamo di fotografarlo da fuori pensando fosse strana una chiusura
nel week end di Pentecoste di un luogo sacro.
Ci dirigiamo al vicino Monastero di Koufi Petra e si replica
il fatto che e’ chiuso pure questo.
Non e’ giornata da caccia ai Monasteri 🤷🏻, pazienza. Dove
potremmo dirigerci ora? Probabilmente visto il week end festivo, andare ora al
mare da qualche parte significa finire in spiagge affollate. Guardiamo la mappa
e vediamo che si potrebbe fare un giro sull’altipiano del Lassithi e cosi’
facciamo. La strada per arrivarci e’ una strada di montagna con paesaggi
alberati e verdissimi. Si sale e la temperatura e’ piu’ freschina, fino ad
arrivare ad un punto panoramico dove e’ situato un punto di ristoro. Un misto
tra una taverna e un negozio di souvenirs. Il proprietario vende oggetti in
legno e altri ammenicoli e come da tradizione ha la sua produzione di raki.
Proseguiamo e arriviamo al Passo Ambelo a 900 m dove si trovavano in origine 24 mulini a vento che e’ la porta del Lasithi.
Da qui si inizia la discesa verso l’altipiano che e’ è il più grande altopiano di Creta. Una fertile pianura interna a un'altitudine compresa tra 800 e 850 m che fornisce all’isola molti ortaggi, in cui spiccano mulini a vento dalle vele bianche creati per irrigare i campi. Giunti ad un bivio si incrocia la strada che porta alla grotta di Diktaion Andro considerata il luogo di nascita di Zeus e l’avremmo volentieri visitata ma anche questa e’ chiusa. Uff… Ci sarebbe il Monastero Kera Kardiotissa nei pressi ma temiamo sia chiuso pure quello e dobbiamo iniziare il rientro a Kritsa ritornando verso la costa. Lungo il percorso si trova un altro dei villaggi tradizionali di Creta: Krasi, dove faremo l’ultima tappa della giornata. Krasi si trova ai piedi del Monte Selena a 600 m di altitudine. Appartiene a un'area naturale protetta (NATURA 2000) ed è circondato da bellissimi boschi di querce e di sempreverdi. Il centro del villaggio e’ dominato da un enorme e antico platano, che si ritiene abbia più di 2.000 anni la cui circonferenza del tronco e’ di circa 24 metri ! Completa il quadro da cartolina una fonte da cui sgorga acqua freschissima e la consueta taverna con i tavoli sotto l’albero.
E’ tempo di rientrare, ci aspettano un po di km e mio marito
inizia ad essere insofferente.
Il bello di trascorrere le vacanze a giugno e’ che i giorni sono molto lunghi e
che pur cenando
ad orari “greci” c’e’ ancora luce, cosi’ diamo un ultimo sguardo a Kritsa 😊 Stasera e’ l’ultima sera della nostra prima
tappa Creta Est e ci fermiamo qui in una delle taverne in paese.
E’ stata una giornata intensa ma ricca di soddisfazioni e non ci attardiamo molto perche’ dobbiamo chiudere i bagagli. Kalinicta Kritsa.
6 Giugno
Siamo pronti per il trasferimento. Salutiamo la nostra Argyro che ci omaggia con una piccola bottiglia di olio di sua produzione. Sapendo della mia passione per i Monasteri, mi scrive su un pezzo di carta i nomi di alcuni che potremmo visitare durante il trasferimento. Mio marito mi guarda con la faccia di quello che dice… ancora chiese?? Intanto giusto per non farcele mancare in questa giornata, torniamo alla Panagia Kera perche’ volevo comprare un souvenir a mia mamma e visto che quando l’abbiamo visitata il tempo era orribile, scatto una foto col cielo blu greco 😍
E’ ora di lasciare Kritsa e questa parte di Creta Est. Ci
attendono un po di km e un po di ore di auto ma alla fine convinco mio marito a
passare da uno dei Monasteri che ci ha indicato Argyro dicendogli che saremmo
stati comunque di passaggio. Ci avviamo
verso il Monastero Faneromeni che dista “solo” 24 km, ma ci impiegheremo 40
minuti. La strada interna che facciamo ci porta verso Istron passando dalla
spiaggia di Voulisma che abbiamo visto pochi giorni fa e pochi km dopo, ci sono
le indicazioni per la nostra destinazione. La strada sale decisamente tra molti
tornanti a zig zag e la vista e’ mozzafiato, si vede tutto il golfo di
Mirabello e in lontananza Agios Nikolaos. Arriviamo al parcheggio e vediamo che
ci sono dei lavori in corso e… non ci
fanno entrare !!! E che cavolo, ditelo che ce l’avete con me … sgrunt! Ci
accontentiamo di visitare solo la chiesetta scavata nella roccia appena sotto
l’edificio principale. Dal web un po di storia di questo Monastero che e’ uno
dei piu’ importanti in questa prefettura
https://www.cretanbeaches.com/en/religious-monuments-on-crete/monasteries-in-crete/panagia-faneromeni-monastery-near-gournia
Un po’ delusi da una visita a meta,’ ci rimettiamo in auto facendo a ritroso la strada zigzagante fino a imboccare nuovamente la strada a scorrimento veloce E75 direzione Sitia, che inizialmente corre lungo la costa per poi virare verso l’interno iniziando a salire, mostrando un paesaggio quasi montano da cui pero’ si scorge dall’alto il mare e il cielo blu di una bellissima giornata d’estate. Ci fermiamo ad una piazzola di sosta in un punto molto alto e osserviamo il panorama che si offre ai nostri occhi. Mappa alla mano capiamo che la spiaggia che si vede e’ Tholos e che siamo nei pressi della baia di Mochlos , quindi perche’ non sfruttare l’occasione per dare un occhio? Detto fatto prendiamo la deviazione che porta in questa localita’ che e’ un delizioso piccolo agglomerato di case, psaro taverne, qualche alloggio per soggiornare in mezzo all’immenso blu del mare cretese. L’isoletta che e’ a poca distanza e’ un luogo di scavi perche’ li’ e’ stato trovato un insediamento minoico, distrutto due volte, una volta a causa di un terremoto e poi dall'eruzione vulcanica di Santorini.
Ci fermiamo qui per un po’ ascoltando solo il rumore delle
onde e della brezza che spira oggi e sarebbe stato bello fare una tappa qui in
un posto che deve essere molto
rilassante, lontani dalla confusione delle localita’ piu’ famose. Ma siamo
ancora lontani dal luogo dove soggiorneremo nei prossimi giorni e dobbiamo
ripartire. Non ci fermiamo piu’ fino a Sitia dove facciamo una sosta per
acquistare un po di generi alimentari che ci serviranno nei giorni seguenti.
Sitia e’ una graziosa cittadina “capitale” di questa parte di Creta Est ma non
abbiamo tempo di fermarci. Magari nei prossimi giorni ci torniamo. Continuiamo
il nostro viaggio e vediamo se stavolta saremo piu’ fortunati nella prossima
tappa. Arriviamo al Monastero di Toplou che si erge su di un altipiano disabitato
che ci appare come un’oasi nel deserto. E’ un edificio imponente, un vero
bastione che sembra una piccola fortezza circondata da un muro di pietra
naturale veneziana. I dettagli della sua fondazione rimangono sconosciuti, ma
gli affreschi più antichi del monastero, nella sezione cattolica, sono stati
datati al XIV secolo.Il Monastero(Moni) di Toplou ha subito numerosi attacchi
nel corso della sua storia. Fu saccheggiato e distrutto dai pirati nel 1498,
dai Cavalieri di Malta nel 1530 e successivamente dai Turchi. Nel XVI secolo,
nonostante le continue incursioni, il monastero acquisì molte proprietà,
fondando chiese a Creta e annettendo molti monasteri più piccoli, come il
Monastero di Kapsa. All'esterno, gran parte del terreno attorno agli edifici
del monastero è utilizzato per la viticoltura e produzione di olio tanto
che e’ presente anche un negozio dove acquistare qualche bottiglia 😊
Il Monastero e’ aperto , ma non avevo dubbi che non lo fosse dopo il ponte
festivo. L’interno della chiesa non si puo’ fotografare ed e’ presente anche un
bel museo che illustra un po la storia con cimeli e reperti vari.
Chiudiamo la visita al Monastero e riprendiamo il nostro viaggio. Siamo oramai in una delle zone che avremmo voluto vedere e quindi andiamo a dare un’occhiata ad uno dei luoghi stra famosi a Creta Est. La spiaggia di Vai. Ci arriviamo in poco piu’ di una decina di minuti e gia’ sulla strada per arrivare al parcheggio, si vede la foresta di palme per cui questo posto richiama tanti visitatori.
Troviamo parcheggio facilmente (siamo ad inizio stagione) e ci addentriamo nel “bosco” di palme per arrivare in spiaggia percorrendo un sentiero nel palmeto. Scorgiamo un sentiero che sale da cui si vede Vai in tutta la sua bellezza. Una perfetta mezzaluna di sabbia fine e un mare pulito e trasparente. In parte attrezzata e in parte libera e c’e’ posto per tutti. Sara’ mica un caso che e’ cosi’ famosa?
Dall’altra parte del promontorio, la spiaggia sorella minore, ma non per questo meno bella e praticamente deserta! Regno degli “ignudi” come si legge da un cartello esplicativo.
Lasciamo questo piccolo pezzo di paradiso donato dalla
natura perche’ dobbiamo ancora fare un po di km per arrivare a destinazione.
Rotta verso Sud Est dunque! Percorriamo la strada che ci separa dalla nostra
ultima tappa della giornata in un territorio coltivato, ricoperto da distese
chilometriche di ulivi tutti piantati in
riga perfettamente, che muovono le loro fronde d’argento mosse da una leggera
brezza. Mi beo di questa vista, ansiosa di arrivare. Ad un certo punto la
strada sfocia nel punto da dove si inizia a intravedere il mare. Il panorama si
apre su una delle gole di questa zona e che capiremo nei prossimi giorni cosa
ha creato.
La Katsounaki Gorge. Impossibile non fermarsi per osservarla dall’alto.
Sul fondo si vede vegetazione verde e oleandri in fiore, segno che e’ una zona
umida e probabilmente nella stagione invernale ci sara’ anche acqua.
Siamo quasi arrivati alla meta dopo questa lunga giornata
trascorsa in questa terra meravigliosa.
Eccoci arrivati al nostro alloggio a Xerocampos che ci ospitera’ per i prossimi
giorni con questa la vista dal nostro studio. Non puo’ mancare il solito cavo
elettrico a intromettersi nel panorama 😂
ma nonostante quello, che spettacolo!! Un silenzio “assordante”, solo
qualche belare di capra arrampicata sul pendio dietro la casa e gia’ assaporo
quello che sara’ la nostra vita nei prossimi giorni: UN DOLCE FAR NIENTE!! O
quasi…
Siamo accolti con grandi sorrisi e senso di ospitalita’ da
mamma e figlia gestrici di questo posto.
Il tempo di disfare i bagagli, fare un riposino post doccia ed usciamo per
andare a cena. Xerocampos ha poche taverne ma tutte molto buone. In questo
periodo peccato che una di queste che mi aveva attirato per le ottime
recensioni sia chiusa, ma di certo non moriremo di fame 😊
Rientrati post cena, restiamo sul terrazzo del nostro alloggio, osservando le
stelle, le poche luci che si vedono delle case circostanti, ascoltando il cri
cri dei grilli e sorseggiando il raki che la padrona di casa ci ha lasciato
come omaggio di benvenuto. Kalinicta Kriti. A domani.
7 Giugno
Nelle intenzioni di ieri sera, avrei voluto alzarmi all’alba per vedere il sole
che sorge proprio dalla spiaggia di fronte al nostro terrazzo. Ma si dorme
cosi’ bene qui che la mia solita sveglia “biologica” stavolta fa cilecca.
Facciamo colazione sul nostro terrazzo godendoci il panorama sul mare nel
consueto silenzio che ci accompagnerà in tutti i giorni che trascorreremo qui.
Che si fa oggi? Beh non e’ che qui si possa fare chissa’ quale movida e quindi,
con grande gioia di mio marito che oggi non dovra’ guidare per km, si va al
mare!
A Xerocambos c’e’ solo l’imbarazzo della scelta e puntiamo su una delle spiagge
piu’ famose. Argilos beach.
Famosa perche’? Argilos è caratterizzata da delle pareti argillose che la
contornano e frantumando queste rocce si fa un impasto che si utilizza per la
terapia della pelle. Si dice che questa argilla sia esfoliante, che aiuti la
circolazione sanguigna, che tratti irritazioni cutanee. Si vedono infatti
persone che arrivano, creano l’impasto e iniziano a cospargersi il corpo con
questo composto facendo sembrare tutti degli zombie 😂.
Mio marito ci impiega poco ad imitare gli altri e dopo essersi impataccato
perbene afferma che sente la pelle piu’ morbida post bagno in mare. Sara’ ma io
non riesco a farmi convincere e me ne sto tranquilla sotto la nostra tendina a
leggere con pause tra bagni di mare e bagni di sole. Del resto con questo mare
come si puo’ resistere?
Il vantaggio di Xerocambos e’ che possiamo rientrare allo studio nelle ore piu’
calde della giornata e mangiare qualcosa all’ombra del nostro terrazzo con una
vista magnifica e una bella brezza che arriva dal mare. Che goduria davvero!
Nel pomeriggio si decide di andare a scoprire che cosa ha creato la gola alle
porte di Xerocambos. Ormai sappiamo che quasi sempre agli sbocchi delle gole si
celano delle spiagge e cosi’ e’ anche per questa.
La spiaggia di Alona o meglio Krinakia. Stupenda, arsa dal sole con alle spalle
delle dune con le foglie dei gigli di mare che a giugno non sono ancora fioriti
e che ci dice la padrona di casa profumano cosi’ tanto da dare quasi fastidio
nella stagione di fioritura e mi dispiace non poterli vedere. Regno anch’essa
degli “ignudi” ma come dar loro torto? Sono un tutt’uno con la natura selvaggia
di questo posto.
Terminiamo la nostra giornata qui e ceniamo sempre nella
stessa taverna della sera prima.
Il solito raki sul nostro terrazzo e crolliamo nelle braccia di Morfeo.
8 Giugno
Nello “studio” invernale di questa zona di Creta, c’era un luogo che attirava
la mia attenzione come una calamita. Sveglia presto, ma qui dormiamo cosi’ bene
con un bel riposo quindi non e’ un problema, anche perche’ la meta di oggi
sarebbe meglio percorrerla non col sole cocente. Scarpe da trekking indossate e
andiamo alla scoperta della zona di Zakros e della sua famosa Gola, meglio
conosciuta come Gola dei morti.
Tratto dal web “ Il suo nome deriva dal cimitero minoico che si trova
all’interno della gola; le cavità naturali sui pendii rocciosi erano utilizzate
come luogo di sepoltura dagli abitanti della vicina Zakros. Il percorso che fa
parte del sentiero europeo E4 è ricco di coralli fossili, sorgenti e acque
abbondanti, di platani, querce, olivi selvatici, oleandri oltre a specie
vegetali rare”.
Arrivati al villaggio di Zakros, le indicazioni per il sentiero sono chiare
e una volta parcheggiata l’auto siamo pronti per la nostra avventura da Indiana
Jones 😂 Iniziamo a percorrere il sentiero che
scopriamo poi essere la vecchia strada che collegava Zakros alla sua parte
marina di Kato Zakros. E’ una strada di terra rossa battuta che viene ancora
usata da chi ha magari dei terreni in zona. Arriviamo ad un punto panoramico da
cui si vede tutta la gola sottostante che e’ un monumento naturale
impressionante, incantati da quello che scorgiamo sotto i nostri occhi. Non so
quante foto e video scattiamo ma nessuna foto rende il senso di questa
meraviglia.
Lungo il percorso non incontriamo nessuno e il silenzio e’ rotto solo dai nostri passi e dal ronzio delle centinaia di api operose attorno ad enormi cespugli di timo in fiore.
Cammina cammina iniziamo ad intravedere il mare e scendendo arriviamo nelle vicinanze di Kato Zakros arrivando ben presto in questa localita’. Una bella spiaggia mista tra ciottoli e sabbia, le consuete taverne a bordo mare, qualche studios per alloggiare e il sito minoico che ha dato notorieta’ a questo posto. Nonostante siamo partiti presto ora e’ quasi mezzogiorno e il caldo inizia a farsi sentire per cui non possiamo indugiare troppo qui. Ricarichiamo di acqua le borracce e ci incamminiamo all’imbocco delle gole e dentro di me penso… ce la faro’? Si legge che il percorso non sia difficile, ma ognuno ha il proprio concetto di cosa sia facile o difficile e quindi boh vediamo. L’entrata si presenta col sentiero contornato da piante di bambu’, arbusti verdi e la prima impressione e’ che si puo’ fare😊. In marcia dunque! La realta’ supera di gran lunga tutto quello che si puo’ avere visto o letto su questa gola. Siamo contornati dalle rocce rossastre della gola con gli anfratti usati come luoghi di sepoltura, alberi di platani, olivi, alberi di fichi e, vista la stagione, da alberi di oleandri stracolmi di fiori 🥰
Ogni tanto ci sono cartelli esplicativi di quello che si potrebbe vedere tra flora e fauna, tra cui anche orchidee selvatiche ma noi non ne intravediamo e gli unici animali sono le capre mimetizzate con la natura. La gola e’ cosi’ stupefacente che non ci accorgiamo del tempo e dei passi che percorriamo fino ad arrivare all’ultimo tratto dove il sentiero inizia a risalire verso il punto dove abbiamo lasciato l’auto. Si arriva in una radura boscosa con delle pozze d’acqua all’ombra dove possiamo rinfrescarci il viso sudato.
Sbuchiamo su una stradina in mezzo agli uliveti col canto assordante delle cicale che ci accompagnerà sino all’auto sotto un sole feroce che in questo ultimo tratto ci mette un po’ alla prova. Controllo il mio contapassi che mi rivela che abbiamo percorso 18.792 passi cioe’ 12.2 km! Siamo molto accaldati, sudati, con le borracce ormai vuote ma soddisfatti e appagati dalla giornata trascorsa. Rientriamo a Xerocambos e non ci facciamo mancare un bel bagno ristoratore prima di una bella doccia, un po’ di riposo e una bella cena che quella sera consumiamo sulla nostra bella terrazza.
9 Giugno
Oggi il cielo e’ un po velato ma non ci scoraggiamo ed
usciamo per tornare verso nord per visitare le spiagge della zona di Itanos che
nei tempi antichi era una citta’ che aveva un importante ruolo marittimo durante
l' epoca ellenistica e greco-romana .
Vicino a quello che e’ rimasto del sito archeologico, ci sono una serie di
spiagge una piu’ bella dell’altra e non attrezzate, almeno in questa stagione
ma credo siano sempre cosi’. Parte dell'antica Itanos è stata identificata
sott'acqua. Arriviamo presto e nell’area non c’e’ nessuno, cosi’ abbiamo modo
di scegliere quale sia la spiaggia dove sostare oggi, considerando che nel
frattempo si e’ alzato un po di vento.
La prima e’ quella di Erimoupolis, dall’alto davvero uno scenario pazzesco.
Dall’altra parte ci sono le altre due e noi scegliamo quella che e’ piu’ riparata dal vento. Anche qui un po di palme che fanno ombra e dove qualcuno ha stabilito la sua residenza in un capanno.
Sostiamo qui per lungo tempo tra bagni e relax. Mi incammino verso il sito salendo da un agevole sentiero, per poter vedere quello che e’ rimasto. Il panorama da qui e’ incantevole. Da un lato la spiaggia dove siamo noi, dall’altro le altre due.
Nel pomeriggio leviamo le tende per rientrare verso Xerocambos. La sera decidiamo di cenare a Kato Zakros in una delle taverne a filo d’acqua dove mangiamo molto bene e credo che questo posto sia un po’ come la vicina Xerocambos dove puoi staccare la spina e trascorrere una vacanza serena.
10-11 giugno
Le giornate trascorrono oziose nelle spiagge circostanti di Xerocambos. Qualcuno potra’ pensare che fosse noioso e invece ogni tanto ci sta anche lasciarsi solo coccolare dalla natura circostante. Qui c’e’ anche poco segnale per i cellulari e se in un primo momento ci si puo’ sentire spiazzati, dopo un po’ non ci si fa piu’ caso e anzi, si apprezza l’essere un po’ isolati 😊. Le giornate sono stupende, sole, cielo terso e il mare blu e si e’ in pace con il mondo.
12 Giugno
E’ ora di lasciare questo posto dove siamo stati davvero bene. Mi rammarico di
non avere prenotato qui per piu’ giorni, ma ho gia’ saldato l’alloggio dove
trascorreremo gli ultimi giorni di questa vacanza e dobbiamo andare ☹
Salutiamo le nostre gentili padrone di casa con tanto di abbracci e iniziamo a
percorrere la strada che da Xerocambos ci portera’ piu’ a sud. Una sera nella
taverna dove abbiamo cenato, c’erano delle ceramiche antiche esposte e un
cartello indicava che erano originarie di un paese sopra Xerocambos e dovremmo
essere abbastanza di strada cosi’ da poterci dare un’occhiata. La strada lascia
la “periferia” sud di Xerocambos ed inizia a inerpicarsi in numerosi tornanti
in direzione Ziros. Il panorama che si gode da quella strada e’ straordinario.
La strada sembra una terrazza da cui ci si puo’ tuffare nelle acque
sottostanti.
Giunti in cima, si apre il panorama sulla gola di Xerocambos o meglio la gola di Ziros che una volta era il collegamento tra queste due localita’. Leggo poi in seguito che si poteva percorrere e che non e’ molto difficile. Peccato non averlo fatto. Il paesaggio qui e’ molto arido ma a me suscita un fascino pazzesco. L’unico colore in questo marrone bruciato sono le arnie delle api che lavorano incessantemente sugli enormi cespugli di timo e decine di arbusti con dei piccoli fiori gialli profumatissimi. Confesso che in questo punto mi sono commossa. Lo so, sono strana…
Dopo questa sosta proseguiamo il nostro viaggio e visto che
siamo vicini, andiamo a vedere cosa offre questo piccolo villaggio che aveva
attirato la mia curiosita’. Chametoulo e’ un paese quasi disabitato. Avevo
letto sul web che non si contano piu’ di due abitanti. Ci addentriamo per le
poche viuzze tra case abbandonate e diroccate e cerco di immaginare la vita di
chi le ha abitate un tempo, fino ad arrivare in cima al paese dove si notano
delle case rimesse a posto. Sull’uscio di una di queste una signora non
giovanissima, che stupita ci guarda e in perfetto inglese ci chiede da dove
veniamo.
Non e’ una persona locale ma olandese, che ci racconta di essere stata
catturata da questo posto tanto da avere ristrutturato questa casa e da viverci
6 mesi all’anno. Le chiedo come possa vivere lontana dagli “agi” delle
comodita’ e mi risponde divertita che qui non le manca nulla e che ha trovato
l’elisir della giovinezza.
Ci racconta che altre case verranno rimesse a posto in modo da far rivivere un
po il villaggio. Bello no?
Salutiamo la signora e saliamo fino al punto piu’ alto dove c’e’ la piccola
chiesetta.
Finita la nostra esplorazione di questo minuscolo villaggio ci rimettiamo in auto. La giornata e’ ancora lunga prima di arrivare a destinazione. Durante la preparazione della vacanza avevo individuato un luogo lungo il percorso che cosi’ a “naso” valeva la pena visitare. Siamo nell’altipiano di Chandras dove sono passati bizantini, turchi e non ultimi i veneziani che han lasciato le loro tracce come in altre parti di Creta. Giungiamo al villaggio di Chandras che si presenta con il solito Kafenio sotto l’ombra di alberi, con i soliti vecchietti a gustare qualcosa da bere al fresco. Arriviamo al villaggio diroccato di Voila, dove ancora ci sono i resti ben presenti dell’omonima torre, di alcune case e una chiesa. Ci aggiriamo tra queste mura e ci pare strano pensare che qui un tempo vivessero dame e cavalieri veneziani agghindati con abiti ricamati dell’epoca. Un po’ distaccata dalle rovine c’e’ la chiesetta di Agios Georgios con all’interno un monumento funerario, sopra il quale si trova un affresco raffigurante la Vergine Maria e i fondatori della chiesa. I fondatori erano apparentemente i feudatari veneziani dell'insediamento e della torre, e appartenevano alla famiglia Salamon. Poco distante dal villaggio di Voila scorgiamo la fontana veneziana.
E’ tempo di riprendere il nostro viaggio. Un altro posto di
cui avevo letto nel preparare la vacanza e da cui sicuramente siamo di strada
e’ il villaggio abbandonato di Etia. Un tempo era il villaggio più grande della
zona con oltre 500 residenti, come riportato in un censimento veneziano. Furono
il terreno fertile e il clima della zona a portare al grande sviluppo
dell'insediamento. Etia esisteva già nel periodo bizantino, come testimonia la
presenza dei templi di Agia Aikaterini e Agios Ioannis, con tracce di affreschi
e io che ho una passione smisurata per le chiesette greche come faccio a
resistere ad una sosta qui?
Il villaggio era una proprietà privata della famiglia De Mezzo, una famiglia
veneziana, dove costruirono la loro casa a tre piani, la Casa Seragio Serai
ancora presente e restaurata ma purtroppo per noi e’ chiusa e non possiamo
visitare gli interni.
Soddisfatti per avere potuto vedere un altro gioiello di
quest’isola che continua a regalarci emozioni, risaliamo in auto e non ci
fermiamo piu’ fino a giungere all’ultima tappa della nostra vacanza cretese che
dista poco meno di 20 km da qui. Arriviamo a Makri Gialos, situata nel sud Est
di Creta nel primo pomeriggio. E’ visibilmente un luogo piu’ votato al turismo
e arrivando da un luogo tranquillo come Xerocambos il primo impatto ci lascia
un po’ sconcertati 😵. Abbiamo pero’ scelto
uno studio in una posizione molto bella proprio sul promontorio dove ci sembra
di essere in barca anziché in una casa 😊.
La vista dal nostro alloggio.
Lo studio e’ situato in un giardino fiorito, abbastanza vicino alla passeggiata
del porto dove ci sono taverne e negozi per ogni esigenza. La padrona
dell’alloggio ci affida alle cure dei genitori perche’ lei doveva assentarsi
per dei giorni e dovremo usare il linguaggio dei “segni” per farci capire ma
non sara’ un problema. Posiamo i bagagli, mangiamo qualcosa per tamponare il
buco allo stomaco e usciamo per orientarci un po’ in questa cittadina. Il
nostro giro di esplorazione di Makri Gialos un po’ mi rincuora perche’ da
questa parte non ci sono i grandi Hotel che si vedono verso la fine della
cittadina. Camminiamo lungo tutto il percorso che sfiora le spiagge e alla fine
quando non si potra’ piu’ stare sul mare sbuchiamo sulla strada che in salita
arriva fino al limitare di Makri Gialos dove ci sono gli Hotel piu’ turistici.
Oggi e’ molto caldo e anche umido, ci gustiamo un bel gelato per rinfrescarci
un po’ e poco dopo rientriamo per una bella doccia in attesa della cena.
Per cena non stiamo qui a Makri Gialos ma ci spostiamo in
uno dei villaggi che sorgono alle sue spalle.
Arriviamo a Pefki e prima di consumare il meritato pasto a chiusura di questa
altra giornata intensa, facciamo un giretto lungo le sue viuzze. Questo tipico
villaggio tradizionale (420 m sul livello del mare ) deve la sua fama se cosi’
possiamo dire, ad un’altra delle numerose gole di Creta che attrae molti
visitatori per percorrerla fino al mare. Chissa’ se riusciremo a farla?
Camminiamo osservando diversi angoli che si prestano ad una foto inclusa una
sorridente signora che ci saluta dal suo balcone 😊 La taverna scelta per cena e’ la Piperi che
deve il suo nome ad un enorme pianta di pepe rosa con una bella terrazza da cui
ammiriamo un bel tramonto con vista sul villaggio.
L’albero di pepe rosa
Appagati dalla cena possiamo rientrare alla nostra base dove
sostiamo un po sulla terrazza cullati dal rumore delle onde che ci conciliano
il sonno. Kalinicta Kriti!
13 Giugno
Apriamo le finestre sul ponte di comando della nostra “boat house”. La giornata
e’ molto bella e anche meno umida per fortuna. Facciamo colazione sul nostro
terrazzo e si parte. Oggi giornata in ozio visto che ieri e’ stata bella intensa.
Le spiagge da queste parti non mancano e decidiamo di andare in una della piu’
note in zona. Ammoudi beach o meglio Dragon’s cave che ora viene meglio
conosciuta col nome dello stabilimento balneare Cavo Bianco. Si arriva al
parcheggio e dall’alto si ha la vista sul mare sottostante e non posso fare a
meno di pensare che posto fosse questo prima dell’insediamento di ombrelloni e
sdraio. Business is business. In questa stagione per fortuna non e’ cosi’
affollata e trascorriamo una giornata in relax.
Prima di rientrare allo studio, lasciata la spiaggia,
percorriamo per un po la strada che va verso Goudaras. La montagna qui e’
quella che ci ha abituato Creta. Piena di caverne che la luce del tardo
pomeriggio conferisce quel riflesso color rosso oro. Non c’e’ tempo di fermarsi
ma ci torneremo 😊
Le taverne sul piccolo lungomare di Makri Gialos non sono un granche’ a dirla
tutta, ma sono comode e questa sera ceniamo qui.
14 Giugno
Oggi ancora giornata di mare. Mio marito inizia ad accusare
un po di mal di schiena e bisogna dargli tregua.
Scegliamo di andare verso Ierapetra e ci fermiamo nella spiaggia di Achlia.
Pochi alloggi alle sue spalle, una bella taverna e una baracchetta di quelle
come una volta che vendono panini e bibite. Si sta bene qui in questo periodo
ma immagino che in alta stagione sia molto piu’ frequentata.
Finita la giornata al mare, torniamo nella zona dove siamo stati ieri sera. Li’ c’e’ una delle attrazioni che non volevo perdere di questa parte di Creta. Il Monastero Kapsa, noto anche come monastero di Giovanni Battista. Il suo nome completo è Monastero di Agios Ioannis Kapsa ed è una dipendenza del Monastero Toplou che abbiamo visitato nei giorni scorsi. Il monastero sembra essere stato scavato nella montagna ed è costruito come un nido d'aquila all'uscita della selvaggia gola di Pervolakia con viste spettacolari sul Mar libico e sull'isola di Koufounissi di fronte. Il monastero è ancora abitato oggi da due monaci. La vista dalla strada gia’ di suo e’ pazzesca. E’ quasi ora di chiusura quindi dobbiamo affrettarci e, inutile dirlo, siamo gli unici visitatori. Sotto al monastero incastrata tra le rocce c’e’ una piccola spiaggia di sassi dal nome omonimo.
In religioso silenzio visitiamo il Monastero sentendo di
sottofondo i canti dei monaci intenti nelle preghiere serali.
Giunti alla chiesa, all’ingresso uno dei monaci ci fa segno
che non possiamo entrare perche’ sono in preghiera e ovviamente rispettiamo
l’ordine. Da li’ una scala porta alla parte superiore dove incuneata sotto una
roccia della montagna c’e’ il luogo dove visse il monaco Jerontas che fu uno
dei monaci artefici del restauro e dell’ampliamento del monastero nel 1861 e
che viene venerato come un santo “locale”.
La grotta si affaccia sulla impressionante gola di Perivolakia che non e’
proprio facile da percorrere da quello che avevo letto in rete.
Terminiamo la nostra visita a questo luogo sacro con la vista del campanile con le colombe della pace, di cui avremmo tanto bisogno in questo periodo, che si affaccia verso l’immensita’ del mar Libico.
Si rientra alla base e ceniamo ancora in una delle taverne sul lungomare, senza infamia e senza lode.
15 Giugno
Oggi e’ molto caldo e non spira un alito di vento. Avevo
scelto Makri Gialos come base perche’ da qui partono le gite in giornata per
l’isola di Koufonissi da non confondere con la piu’ famosa delle Cicladi.
Andiamo al porto che sta appena sotto il nostro alloggio ma… amara sorpresa,
non e’ ancora stagione e non hanno ancora aperto … 😤 Avremmo potuto tentare
di andare a Ierapetra e vedere se partivano invece le gite per Chrissi ma
controllando sul web realizziamo che ora che arriviamo ci sono quelle del pomeriggio
e faremmo solo una toccata e fuga. Vabbe’ pazienza. Si torna ad Achlia dove
restiamo fino al primo pomeriggio perche’ oggi e’ l’ultimo giorno e a parte il
caldo torrido di oggi, dobbiamo anche preparare la valigia per il rientro.
Prima di rientrare pero’ c’era un altro villaggio che volevo vedere e convinco
il marito riluttante a fare una deviazione verso Orino che ‘ un piccolo
villaggio che si trova ad un’altitudine di 640 m, circondato da un verde
lussureggiante e ricco di sorgenti d'acqua in un’atmosfera di altri tempi.
La strada per arrivarci e’ la tipica strada di montagna con curve e tornanti
che si arrampica fino al paese seguendo l’omonima gola, la cui peculiarità,
oltre ad avere acqua anche durante la stagione estiva, e’ che qui si trova una
specie di farfalle rosse che si sono molto ridotte negli ultimi anni a causa di
un incendio nella gola ☹. Leggendo un po’ sul web, deve essere un bel
trekking da fare e ci vorrebbero ancora giorni di vacanza mannaggia! E’ una delle ennesime gole di Creta che a mio avviso sono la sua vera
anima. Paese minuscolo che in poco tempo si visita.
Ripercorriamo la stessa strada per il ritorno anche se sulla
mappa avevamo visto un’altra deviazione ma molto piu’ tortuosa e non ci fidiamo
ad avventurarci.
Questa sera ci avvolge la solita malinconia pre partenza e chi e’ malato di
Grecia sa a cosa mi riferisco.
Volevamo una taverna un po’ meno turistica e su consiglio di una amica
malatissima di Creta, ceniamo alla taverna dell’omonima spiaggia di Diaskari.
Quando arriviamo e vediamo la enorme e bellissima spiaggia mi arrabbio con me
stessa perche’ non ci siamo stati… Ufff! 😤 Ci consoliamo con
l’ottima cena, il posto con vista sul mare e una bella atmosfera che ci voleva
in questa ultima serata.
Ultimo cicchetto di raki e rientriamo al nostro studio sul terrazzo a goderci la brezza che si e’ alzata dal mare. Cerchiamo di goderci questi ultimi attimi e consolidare nella memoria tutti i luoghi che abbiamo visto in questi giorni passati, i profumi, i colori, i sapori e mi dico da sola che ora avro’ un’altra malattia da curare oltre al mal di Grecia… il mal di Creta!! Snobbata per tanti anni e che invece e’ riuscita ad entrare prepotentemente nella testa e nel cuore.
16 Giugno
Direzione Heraklion airport. Oggi si e’ alzato un po’ di
vento e il cielo e’ opaco e l’aria umida. Vento da sud.
Il nostro volo e’ nel tardo pomeriggio per cui ce la prendiamo comoda e anziché
risalire verso Agios Nikolaos e prendere la E75 a scorrimento veloce, decidiamo
di passare da Ierapetra e poi tagliare all’interno. Piu’ lunga ma di certo piu’
panoramica. Percorriamo la strada che si sviluppa lungo la costa fino a Myrtos
e siamo contornati da km di serre segno della natura agricola di questa zona.
Vorrei fare uno stop a Ierapetra ma il marito mi nega la cosa 😤
e stessa cosa per Myrtos … uffffff!! Quando siamo in partenza gli monta sempre
l’ansia dell’arrivare per tempo in aeroporto. Ma il tempo ce l’abbiamo
mannaggia!!
Continuiamo attraversando l’isola con vedute bellissime, verdi vallate,
territori coltivati e ad un certo punto su un’altura leggo il cartello che
indica Ano Viannos. So che e’ un villaggio che ha avuto una storia tragica
durante la seconda guerra mondiale e chiedo al marito di fermarsi. E invece la
risposta e’ no anche stavolta !
Allora gli dico che se, come penso, arriviamo TROPPO in anticipo all’aeroporto
e non ha senso starsene seduti li’ dentro in attesa, andiamo a visitare un
villaggio che e’ vicino cosi’ non corriamo rischi di arrivare in ritardo.
Affare fatto! Quindi direzione Archanes che dista davvero pochi km
dall’aeroporto. Situato al centro della più importante regione vinicola di
Creta, ha una storia lunga 5000 anni e gli scavi condotti negli ultimi 50 anni
hanno portato alla luce molti siti risalenti al periodo minoico, infatti dista
pochi km da Cnosso.Il villaggio è anche famoso per la sua tipica architettura
cretese. La maggior parte delle case è stata restaurata di recente e Archanes
ha vinto il secondo premio come "il villaggio meglio restaurato
d'Europa" e visitandolo in effetti e’ molto carino, con molte casette
colorate e disegni sulle mura. Ad Archanes il clima e’ decisamente diverso da
quello che abbiamo lasciato a Makri Gialos. Qui e’ tornato il nostro amato
cielo blu greco o meglio cretese 😊
Qui ci sarebbe tanto da vedere oltre al villaggio ma non abbiamo piu’ tempo, raggiungiamo l’aeroporto, restituiamo l’auto ed entriamo per fare il check in . Abbiamo trascorso due settimane intense, non abbiamo visto tanti luoghi che avremmo voluto visitare di questa porzione dell’isola, ma bisogna sempre lasciare qualcosa, cosi’ ci si deve ritornare. E con questa ultima immagine ti salutiamo Creta. Yasas!! Alla prossima, non so ancora quando, ma ci sara’ una prossima volta di certo😊