di Simone Maletta
Appunti di una settimana nell’isola di smeraldo
Baia di Dassia al mattino |
Introduzione
Ho stretto amicizia con la Grecia per la prima volta nell’estate del 1993. La mia maestra di
italiano delle scuole elementari era esasperata: la mia produzione scolastica somigliava a
stralci letterali del XVIII secolo perché in quel periodo avevo scoperto Emilio Salgari con la
saga dei pirati della Malesia e mi ero appassionato alle avventure di Sandokan.
Ormai quasi prossima alle lacrime, implorò mia madre di acquistare come lettura estiva extra
a quelle assegnata “La mia famiglia ed altri animali” di Gerald Durrell, con l’ambizione di
ricondurre la mia scrittura alla contemporaneità
Che dire: fu amore a prima vista!
Il libro racconta i tre anni di vita dell’autore bambino sull’isola greca di Corfù, di come
trascorresse le sue giornate ad osservare insetti, tartarughe e uccelli tra i filari d’ulivo mentre
la sua famiglia sperimentava buffe avventure. Nelle sue “indagini” era accompagnato dal
dottor Theodore Stefanides, una sorta di Leonardo da Vinci moderno, le conoscenze del
quale spaziavano dal campo scientifico, a quello letterario, musicale etc. Esiste una
definizione: homo unversalis.
Vivevo nella provincia romana dominata da asfalto e anonimi palazzi in cemento armato:
che sogno era quello di passeggiare sentendo l’erba sotto la pianta dei piedi e risvegliarsi
sotto un ulivo secolare.
Nell’estate del 2020 a causa dello strong lockdown al quale la pandemia ci costringeva era
impossibile viaggiare e cercavo una qualche forma di “fuga” da quella costrizione mi lascia
per questo coinvolgere dall’intera trilogia (My family and other animals - Birds, Beasts, and
Relatives - The garden of Gods) che ad eccezzione del primo libro è stata per molto inedita
in Italia.. Quei libri mi riportarono indietro nel tempo con Gerry, Larry, Theo e Spiro nella
Corfù degli anni 1930. Fu come bere un bicchiere d’acqua fresca dopo una camminata sotto
il sole cocente di mezzogiorno.
Nel 2021, con minori restrizioni, io e la mia famiglia scegliemmo proprio di trascorrere le
nostre vacanze estive sul’isola di smeraldo, in parte sulle orme dei Durrell.
A seguire, troverete il racconto di quella settimana.
Pianificazione
Da informatico viene spontaneo paragonare la pianificazione di un viaggio all’analisi
funzionale di un sofware, che per chi fa questo lavoro ritiene in genere la parte più divertente.
Corfù è una delle più grandi delle isole greche del mar Ionio, situata interamente di fronte
alla costa albanese. Crea un proprio arcipelago assieme alle isole di Paxos, Antipaxos,
Othoni (Fanò) ed altre meno importanti. Tutte queste sono raggiungibili via nave proprio da
Corfù.
Dall’Italia si può arrivare a Corfù in due modi:
● in traghetto da Brindisi o da Bari in circa 8 ore di viaggio;
● in aero, impiegando tra 1 e 2 ore a seconda del punto di partenza. Da Roma ad
esempio ci vuole 1h e 10 minuti.
Trascuro la follia di guidare fino a Igoumenitsa o Saranda … ma se vi va … siete liberi.
Il viaggio in traghetto resta sempre il più suggestivo, così lo descriveva Lawrence Durrell nel
1935:
But once you strike out from the flat and desolate Calabrian mainland towards the sea, you
are aware of a change in the heart of things: aware of the horizon beginning to stain at the
rim of the world: aware of islands coming out of the darkness to meet you. — L. Durrell,
Prospero’s Cell.
(una volta salpati verso il mare aperto dal piatto e vuoto continente della Calabria*, si
nota un cambiamento al cuore delle cose: si prende cosapevolezza che l’orizzonte si sta
tingendo sull’orlo del mondo: si prende consapevolezza della presenza di isole che
emergono dal buio per venirti incontro.)
Da Roma il viaggio in traghetto è certamente il più arduo: in auto circa 600 km fino a Brindisi
e 6/8 ore di traghetto. A parità di prezzo, paragonato allo stress del viaggio con due
bambine, abbiamo scelto di andare in aereo.
Ci sono varie soluzioni per l’alloggio: se vi affacciate in un’agenzia di viaggio vi proporranno
Ypsos. Quella è la cittadina dove gran parte dei teenager italiani alloggia: discoteche, disco
pub e folla urlante è all’ordine del giorno. Nel 2011 sembrava di vivere in un un film anni ‘80
dei Vanzina. Non essendo propriamente dei discotecari abbiamo scelto di alloggiare a
Dassia.
Lungomare di Dassia |
Dassia è un agglomerato family-friendly fornito di tutte le comodità anche di farmacie e
supermarket, importanti se si viaggia con bambini piccoli. ll lungomare è costeggiato di
accoglienti ταβέρνες con alle spalle degli studios molto tranquilli e ben curati.Si trova più o
meno 10 km da Κέρκυρα (Corfù Town).
Abbiamo scartato altre soluzioni come Kavos o a Kanoni a causa della lontananza dalle
spiagge del nord che ci piaccio tanto, così come Roda e Sidari perché troppo lontani da
Kerkìra.
Sia io che mia moglie ci siamo quindi impegnati nella ricerca di uno studios che facesse al
caso nostro e abbiamo scelto questo qui sotto:
I nostri Studios |
La proprietaria della struttura ci ha aiutato anche nell’affitto di un’automobile: con due
bambine non era il caso di noleggiare uno scooter! Inoltre ci piace di muoverci in libertà
senza dover attendere i mezzi pubblici.
Abbiamo volato di mercoledì perché il volo infrasettimanale è più economico.
Note tecnologiche: in Grecia lo standard per i telefoni cellulari è lo stesso standard europeo,
il GSM. Concordemente con le regole EU l’international roaming è gratuito e si può utilizzare
il proprio piano tariffario nei limiti previsti. Per una settimana ho navigato e telefonato senza
extra facendo roaming su Wind GR, con l’unica limitazione dei 5GB per il consumo dei dati.
Dal punto di vista elettrico lo standard è quello dei 230V alla frequenza di 50Hz, perciò se
partite con device che espongono una shuko o una spina senza il polo di massa (come i
comuni asciugacapelli ad esempio) non avete bisogno di adattatori.
Qui di seguito vi racconto i luoghi che abbiamo visitato.
Barbati - Μπαρμπάτι
Spiaggia di Barbati con la costa albenese sullo sfondo |
Barbati è un piccolo centro turistico a circa 10 km da Dassia, per raggiungerlo è sufficiente
seguire la strada per Kassiopi. Passato Ypsos dopo qualche tornante si arriva all’area di
Barbati.
Chiesa greco-ortodossa a Barbati |
Potete imboccare una qualsiasi delle strade alla vostra destra: vi condurrà sicuramente alla
spiaggia. Mi raccomando, non correte! La spiaggia è certamente una delle più fornite: una
delle taverne può noleggiarvi comodamente due lettini e un ombrellone per 7€ al giorno.
Il monte Pantokrator, la cima più alta di Corfù, domina lato terra la spiaggia.
Spiaggia di Barbati-Alle spalle del Monte Pantokrator |
Quella di Barbati è una spiaggia di ciottoli perciò non dimenticate le scarpette da scoglio.
L’acqua è cristallina ma nonostante ciò è difficile vedere dei pesci o qualsiasi altra forma di
vita marina spingersi fino alla spiaggia.
Gli olivi e gli alberi di tamerice si spingono fin quasi a riva e vi circondano: potete anche
scegliere di non affittare l’ombrellone e rilassarvi riparati dalla loro ombra.
Barbati è anche il set dell’ultimo capitolo di Birds, Beasts, and relatives, battezzato The
Angry Barrell (Le botti arrabbiate). Gerry la descrisse così:
[…] we reached our destination, a half-mile-long beach that lay under the flanks of
Pantokrator. Here the olive grove came almost the sea, separated from it only by a white
stripe of shingle. — G. Durrell, Birds, Beasts, and Relatives.
([...] raggiungemmo la nostra destinazione, una spiaggia lunga mezzo miglio che giace lungo
il fianco del Pantokrator. Qui i filari di ulive arrivano quasi al mare, separati solo da una
bianca striscia di ciottoli)
All’epoca non fui in grado di localizzare la villa di Mr. Stavrodakis, dove si svolge la gran
parte del capitolo, ma interrogando degli appassionati sui social ho scoperto che è il rudere
color pesca che domina il tornante dal quale inizia la discesa che porta ad Ypsos.
Nota Geek: Il 4G funziona benissimo in questa spiaggia e ho potuto navigare in tutta
tranquillità con una buona banda. Tutte le taverne vi mettono a disposizione il wifi ma mentre
ai tavoli il segnale è sufficiente, si fa via via più scarso proporzionalmente alla distanza. A
riva praticamente nullo..
Kalami — Καλάμι
Vista panoramica Baia di Kalami |
corfiota. La casa dove abitavano è nota semplicemente col nome di The White House.
A white house set like a dice on a rock already venerable with the scars of wind and water —
L. Durrell Prospero’s Cell
(una casa bianca posizionata come un dado su una roccia già venerata dalle cicatrici
prodotte dal vento e dell’acqua marina)
Oggi la casa è diventata un albergo con una taverna annessa: se volete potete prenotare
direttamente online dal loro sito web. The White House è anche un brand: souvenirs,
cartoline, libri sono tutti bollati con il loro logo.
La trasformazione del luogo a meta turistica non ha comunque cancellato l’incanto che
suggestionò Nancy ormai molti anni fa: fu proprio lei infatti. con l’aiuto di Theo, a scoprire
questo piccolo angolo di paradiso.
White House |
Per arrivare a Kalami guidate lungo la strada per Kontokali che si arrampinca sulle spalle del
Pantokrator. Ad un certo punto troverete una deviazione con indicazione Kouolura e Kalami;
seguitela e dopo 16Km di tornanti sarete arrivati.
Guidate con prudenza: nessun guard rail vi impedirà di ruzzolare gù dal ripido crinale in caso
di sbandata. Restate in sicurezza e godetevi il panorama mozzafiato mentre scendete!
Molo di Kouloura |
Kalami è un piccolo centro pieno di studios for rent, una coppia di supermercati e ristorantini
sulla spiaggia. Le case sono immerse nei filari di olivo, tra gli alberi dei cipressi, simbolo che
si trova nel logo The White House. e da alberi di Giuda in fiore.
La spiaggia è di ciottoli, al solito, non dimenticate le scarpe da scoglio. La baia è stretta e
l’acqua trasparente e fredda. Troverete due moli dai quali ai ragazzi piace tuffarsi: se siete in
vena potete anche affittare un kayak.
Kalami è uno dei posti preferiti dai velisti: troverete un gran numero di barche a vela alla
fonda che si godono il sole e un bagno nelle acque cristalline della baia. Lo sguardo a destra
è chiuso proprio dalla White House e a sinistra dal clivo adorno di cipressi. Davanti a voi
vedete la costa albanese che dista solo 5 Km.
scorci dalla White House |
Nota Geek; fate attenzione perché svariate volte il vostro smartphone aggancerà la rete
albanse: controllate il vostro piano telefonico prima di provare a fare una chiamate o ad
usare app di messaggistica. La rete cellulare qui non è un granchè e certamente il wifi della
taverna vi sarà di grande aiuto.
Agios Stefano — Αγίου Στεφάνου
Oltre l’incrocio per Kouloura, proseguendo la strada per Kassiopi, ce n’è un altro con
indicazioni Ag. Stefanos che vi porta direttamente ad una piccola baia. Al termine della
strada si trova un paesetto abbracciato dai filari d’olivo: Agios Stefanos (Stato Stefano)
appunto.
La strada è tutta tornanti e particolarmente ripida; inoltre finisce direttamente sulla spiaggia.
Fate attenzione nella discesa e godetevi la vista mozzafiato.
Agios Stefanos...il paese ed il molo |
La baia è de facto una piscina naurale. Sarà ampia circa 1 km e l’acqua non credo superi
mai i 10 metri di profondità. E’ il luogo ideale per famiglie con bambini piccoli. Ovviamente
non dimenticate le scarpette da scoglio altrimenti non riuscirete neanche ad entrare in
acqua.
i colori del fondale della baia |
Se fate attenzione sul fondo vedrete tantissimi ricci di mare che si annidano tra le rocce. Ho
notato molti turisti pescarli: credo non sia un comportamento corretto, così come in Italia
anche in Grecia i ricci di mare sono considerati una specie protetta.
Sdraiatevi comodamente sotto l’enorme tamerice che domina la baia, non c’è bisogno di
ombrellone, oppure, se siete più avventurosi, potete iniziare a piedi l’esplorazione della
riserva naturale di Erimitis. Noi abbiamo scelto di fermarci qui: faceva troppo caldo.
......sguardo al mare |
Questa parte dell’isola è considerata quella meno turistica ed è molto apprezzata dalle
imbarcazioni da diporto. Ancorano all’ingresso della baia e si godono una nuotata nelle sue
acque cristalline
Palaiokastritsa — Παλαιοκαστρίτσα
Palaiokastrisa è probabilmete una delle zone più fotografate di Corfù. Attenzione: non
parliamo di una spiaggia o di una cittadina, come molti invece credono, parliamo di un intero
distretto che assomma ben sei spiagge.
Le più conosciute sono:
● Agios Petros
● Agios Spiridon
● Ampelaki
Agios Spiridion |
Raggiungere Palaiokastritsa è abbastanza semplice: basta seguire le indigazione dal bivio di
Gouvia. La strada vi porterà diretamente alle spiagge di Agios Spiridion e Agios Petros.
Baia di Agios Petros |
Tutte le spiaggie sono delle piccole baie sassose. Se non volete stare nella spiaggia libera e
volete affittare un ombrellone dovete fare una levataccia: alle 10 del mattino erano già finiti.
L’acqua è particolarmente fredda, da mozzare il fiato, cristallina e piena di vita marina: tanti
piccoli pesci vi si aggirano attorno alle gambe quando provate a fare una nuotata o ritornate
a riva per il freddo provocato dell’acqua ghiacciata.
Particolarmente famoso è il monastero che sovrasta l’area dalla cima della collina che
domina la baia di Agios Petros. Per arrivarci bisogna arrampicarsi per la ripida salita
carrabile accanto ad Agios Petros: pur essendo particolarmente ripida io consiglio di farla a
piedi per godersi la vista.
Visioni sulla strada per il Monasteri |
Dalla cima della collina, affaciandosi verso l’Italia, si possono vedere due isolotti che
fronteggiano Agios Petros. Una leggenda narra che uno di questi non sia altri che la Scheria,
la nave usata dai Faeci per ricondurre Ulisse a Itaca e pietrificata da Nettuno al ritorno.
Un’altra isola si contende il primato di essere la Scheria: è l’isolotto di Vidos che sorge di
fronte a Kontokali nella baia di Gouvia. Anche per questo motivo. molti studiosi identificano
Corfù con l’isola dei Feaci descritta nel mito.
Lo stesso Larry è di questa opinione:
Odysseus must have met Nausicaa at Paleocastritsa; it is not possible to believe otherwise.
— L. Durrell, The Greek Islands
“Ulisse deve aver incontrato Nausicaa a Palaiokastritsa: è impossibile credere che sia
diverso – L. Durrell, The Greek Islands
La Scheria(fotografia dal Monastero) |
Anche se non siete religiosi, vi consiglio comunque di visitare il monastero, almeno il
giardino ed il museo. Il giardino è un lussureggiante giardino pensile dominato dagli alberi di
Giuda e dai fiori viola. L’iconografia è quella tipica bizantina: blu, oro e rosso sono i colori
principali che troverete nelle icone.
Ingresso del Monastero |
Geek note: in spiaggia il 4G non funziona molto bene: la banda è ristretta ed ho avuto
difficoltà anche ad usare What’s App. Potete però pagare il parcheggio con Apple Pay!
Corfu Town — Κέρκυρα
The architecture of the town is Venetian; the houses above the old port are built up elegantly
into slim houses with narrow alleys and colonnades running between them; red, yellow, pink,
umber[…] — L. Durrell, Prospero’s Cell
(L’architettura della città è quella tipicamente veneziana: le case che sovrastano il porto
vecchio sono degli eleganti palazzi tra i quali si snodano vicoli e colonnati; rossi, gialli, rosa,
terra di Siena [...])
Corfù Town è la città principale dell’isola: si può assaporare il suo spirito veneziano
passeggiando per i vicoli della città vecchia con gli occhi in su per ammirare i colori dei
palazzi. Seduto sotto il porticato dei Liston a bere un caffè vi potrà sembrare invece di
essere in trasporti in Francia..
Piazza Vraclioti |
Uno dei monumenti più famosi della città è la Old Fortress (il vecchio forte): non serve
cercarlo, molti vicoli o viali vi condurranno direttamente qui. Sorge proprio sopra il vecchio
porto di Corfù accanto alla chiesa di San Giorgio. La particolarità di questa chiesa, che la
rende particolarmente famosa tra i turisti, è il fatto di essere costruita con le sembianze di un
antico tempio greco. Molti altri lo ricordano perché qui in quanto membro della famiglia
greca, è stato bazzato il fu Duca di Edimburgo, Filippo, marito della regina Elisabetta II.
Il Forte Vecchio |
The island is really the Saint: and the Saint is the island. Nearly all the male children are
named after him. — L. Durrell, Prospero’s cell
(L’isola è il Santo: e il Santo è l’isola. Proprio per questo motivo tutti i bambini maschi
portano il suo nome)
Queste poche parole descrivono particolarmente bene la relazione tra San Spiridione e
l’isola di Corfù. Ad ogni crocicchio, anche negli angoli più remoti è possibile imbattersi in
un’edicola intitolata al Santo. Sicuramente l’usanza di chiamare Spyro i figli maschi non è
scomparsa: in una settimana ne ho incontrati più di cinque! Certo, il più giovane era sulla
cinquantina …
Il campanile della chiesa dedicata a San Spiridione è visibile da qualsiasi parte della città
vecchia: le campane suonano ogni ora ed il loro suono è avvertibile ovunque. Se vi interessa
sentirne il suono senza affrontare il viaggio, provate a fare una ricerca su youtube: troverete
sicuramente molti video interessanti al riguardo.
Proprio fuori all’ingresso della chiesa c’è un luogo dedicato alle intenzioni di preghiera: solo
dopo aver acceso una candela al Santo potete entrare in chiesa. Ah le candele le potete
acquistare in loco, oppure “portarvele da casa”.
Chiesa di San Spiridone:Torre Campanaria |
Chiesa di San Spiridone:Ingresso |
A tutt’oggi San Spiridione riposa in una bara d’argento, in una sala dedicata alla quale si
accede attraverso un’apertura alla destra della iconostasis (sono cattolico, se qualche
fratello greco ortodosso sta leggendo mi corregga se ho sbagliato).
La stanza è affrescata con immagini sacre e colma di ex-voto che pendono dal soffitto.
Fotografare è vietato, ma alcune immagini ufficiali si trovano tranquillamente sul web.
Chi entra nella “cappella” per pregare, una volta terminato bacia la bara, si genuflette ed
esce dalla chiesa camminando “all’indietro”.
Geek note: la rete telefonica ha funzionato benissimo nella parte alta della città: vicino la
fortezza, sotto i Liston, persino nella zona del porto nuovo. Non prendeva nulla nei vicoli
della città vecchia. Ma nessun problema, non potete perdervi, lasciate il telefono nello zaino
o usatelo al più per scattare qualche fotografia. Sedete al tavolo di un bar … e ordinate un
ouzo!
Nessuno ha mai veramente fretta a Corfù, siga siga!
Equipment & Bibliography
Sperando che questi appunti vi siano piaciuti, voglio accomiatarvi dicendo che non sono nè
un fotografo professionista nè un fotografo amatoriale, perciò tutte le immagini che vedete le
ho scattate con quello che avevo:
● Camera: Sony DSC-WX350
● Phone: Xiaomi Redmi 8
● Software: Gimp 2.8.22
Le citazioni che trovate sparse vengono da:
● Lawrence Durrell, Prospero’s Cell
● Lawrence Durrell, The Greek Islands
● Gerald Durrell, The Corfu Trilogy
Le traduzioni sono mie, spero mi perdoniate eventuali libertà o errori in buoni fede.
Conclusioni
Questo diario non vuole essere per niente una guida esaustiva dell’isola di Corfù, il suo
territorio e la sua storia. Molti altri prima di me l’hanno fatto e sicuramente in maniera
migliore. Uno di questi è stato proprio Theodor Stefanides.
Molti luoghi must-see non ho avuto il tempo di visitarli in una settimana: Porto Timoni, le
spiagge del parco di Erimitis, la Mouse Island, l’osservatore del Kaiser William II, l’Achilleion
… e chissà quanti altri che un’isola con una storia millenaria ed una natura sconvolgende è
come Corfù è in grado di offrire.
Spero vi siano piaciuti i miei appunti e se dopo averli letti, state considerando di visitare
Corfù, beh, avrò raggiunto il mio scopo.
Grazie e Yassas!
I nostri viaggiatori-autori Yassas..... Adele e Simone |
Note
● * qui Durrell usa il nome latino dell’attuale Salento. E’ suggestivo l’eco dell’epitaffio di
Virgilio “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc / Parthenope; cecini pascua,
rura, duces” (Mantova mi generò, la Calabria mi rapì, ora mi tiene Napoli; cantai i
pascoli, le campagne, i condottieri)..