di Isel Fito
Sono 9 volte già da quel giugno del 2021 in cui me ne sono innamorata totalmente. Non pensavo che un posto del mondo poteva entrare così dentro di me. È rimasto aggrappato al mio cuore come non ci è riuscito nemmeno un uomo finora. Ogni anno ci ritorno almeno 3 volte e ogni arrivederci diventa realmente doloroso ma lavoro sodo così che chi lo sa, un giorno potrebbe essere definitivo.
Esplorare Rodi è la mia priorità ogni volta che arrivo sull’isola, distante dal turismo e dalla folla, vicina a luoghi che mi raccontano la sua storia. Più penso di conoscerla come la palma della mia mano e più mi sorprende ad ogni mio viaggio. Nel Luglio 2023 arriviamo io e mia figlia Claudia, per lei è la sua prima volta a Rodi ed era piena di entusiasmo.
Riesco appena a farle vedere un po’ della old town, del villaggio di Lindos, Monolithos e…sfortunatamente coincidiamo con l’incendio che ha divorato una buona parte del centro di questa isola meravigliosa.
Diverse situazione di disagio ci portano a dormire all’aria aperta, a fare la doccia sulla spiaggia, ma vi confesso che non mi è dispiaciuto affatto. Sarà che dopo il cammino di Santiago la mia visione sulla vita e sulla libertà è cambiata totalmente…
Insomma, ci vediamo costrette a tornare in Italia dopo solo 4 giorni e quel ritorno ha scaturito in me un dolore inmenso perché lasciavo la mia isola in mezzo alle fiamme. Mi piangeva il cuore vedere bruciare parte di quelle foreste che tanto amo. Ho aspettato all’ultima settimana di Agosto e sono ripartita, questa volta per una esperienza totalmente diversa. Nessun hotel, nessun vincolo, solo io, la mia macchina e una tenda, nessuna paura, lì mi sento sicura.
Paso a Jumbos a prendere tutto l’occorrente e inizio a spostarmi sul litorale est verso il sud. La mia prima tappa è Kalithea, per visitare la grande grotta di Saint George, famosa per i reperti archeologici trovati risalenti ad epoca preistorica.
Una mazzata vera, non è una montagna facile quella e la grotta, credetemi, si trova proprio in alto senza alcun dislivello. Sono un pò pazza io, lo so, non l’ho fatta senza ripensamenti, ma ero già lì e non volevo mollare. Sarò sincera, non rischierei di nuovo così senza attrezzature apposite per l’arrampicata. Ve lo sconsiglio, è pericoloso salire e ancor di più scendere sullo strapiombo.
Prima che salisse la proprietaria del ristorante ai piedi della montagna, provò a farmi cambiare idea e di fatto dopo qualche ora l’ho sentita usare il suo fischietto, ma io ero già di ritorno.
Non credevano ce l’avrei fatta, ma dopo aver visto le foto, mi hanno accolto con loro per bere e così la mia prima giornata l’ho trascorsa insieme a questa famiglia greca nella loro taverna San George, vicino alla meravigliosa chiesetta e con una vista incredibile sul panorama circostante.
La signora con gentilezza, mi ha offerto la piazzola del suo ristorante per sistemarmi con la tenda, lasciato un bagno a disposizione e prese elettriche per caricare il mio telefono. Che dire! La filoxenia incredibile dei greci. Non è stata una notte facile, non ero abituata a conciliare il sonno con tutti quei rumori ambientali, tra foglie, vento e gatti che si litigavano, ma faceva parte della esperienza.
Alle 6 del mattino suo figlio è venuto a controllare che fossi tutto apposto e mi ha detto: Salta in moto, ti porto a vedere l’alba dall’alto di Falliraki! E che alba mio Dio! non sapevo distinguere l’alba dal tramonto, stessi colori, stessa atmosfera. Siamo ritornati al ristorante, ho raccolto le mie cose e mi sono rimessa in viaggio per la mia prossima tappa: Koumelo Caves.