di Ornella Baciocchi
EMERGENZE si avvicinano le vacanze… non servirà, ma teniamoci sempre pronti anche alle emergenze.. per ottenere aiuto in GRECIA durante le emergenze puoi chiamare uno dei seguenti numeri che rispondono a tutte le ore e in tutte le lingue:
• Numero generale di emergenza europeo (polizia / medico / incendio): 112
• Ambulanza: 166
• Incendio: 199
• Polizia – risposta immediata: 100
• Polizia marittima - intervento immediato: 108
• Polizia turistica: 171
Altri numeri di telefono di emergenza in Grecia che puoi stampare e portare con te
Emergenze Ospedali, Farmacie: 14944
Centro di avvelenamento / intossicazione: 210 7793777
Dipartimenti di polizia, tel. Call Center 1033
Polizia forestale: 191
E.L.P.A - Assistenza Stradale: 10400
Polizia stradale di Atene 210 5284000
Polizia stradale Attiki Odos 210 6686300
Informazioni generali (Pay-per-call Sarvices): 11880 o 11888 che forniscono informazioni generali inclusi servizi di directory, traghetti e orari dei treni tra l'altro.
EL.TA. - Hellenic Post 800 1182000
Bollettino meteorologico 14944
Ambasciata Italiana – Consolati Italiani : https://www.portalegrecia.com/viaggiare-grecia.php…
INFORMAZIONI GENERALI
I servizi sanitari in Grecia sono buoni e sarete in grado di trovare facilmente un medico che parla inglese e molto spesso anche italiano. I residenti dei paesi dell'UE hanno diritto a ricevere cure mediche di emergenza gratuite, ma fare una assicurazione medica è sempre una buona regola per una copertura aggiuntiva quando si è in viaggio SEMPRE e qualunque sia la meta delle vostre vacanze.
La Grecia ha un sistema sanitario pubblico-sociale, quindi l'assistenza sanitaria è poco costosa e prontamente disponibile. Ci sono tre tipi di strutture mediche: le grandi città hanno gli ospedali più grandi e meglio attrezzati, mentre gli ospedali cittadini più piccoli sono adeguati per le situazioni di emergenza. Le città e i villaggi più piccoli dispongono di centri medici adeguati per la consulenza e il primo soccorso in caso di emergenza.
In tutti gli ospedali greci, i servizi ambulatoriali sono generalmente offerti al mattino su appuntamento (che puoi fare lo stesso giorno) con i diversi specialisti. Come in Italia gli ambulatori tendono ad essere affollati e gli appuntamenti non hanno un orario rispettato al minuto, se avete un'emergenza andate direttamente al pronto soccorso.
Per semplici problemi medici è possibile fare una visita con medici privati in quasi tutte le città della Grecia. Chiedi a una farmacia di raccomandare lo specialista più vicino. La maggior parte dei medici parla un inglese più che adeguato, molto spesso parlano anche italiano avendo studiato o lavorato in Italia, quindi la comunicazione non dovrebbe essere un problema. Le visite mediche private oscillano tra i 50 ei 100 Euro. Se sono necessari ulteriori test di laboratorio, il medico raccomanderà un laboratorio privato nelle vicinanze. Anche i laboratori privati sono affollati e i loro prezzi variano.
FARMACIE IN GRECIA
Le farmacie in Grecia sono tutte in grado di fornire un primo soccorso per questioni semplici e fornire una consulenza competente. Le farmacie sono riconosciute dall'emblema "Croce Verde" e sono aperte durante il normale orario lavorativo (dalle 8:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:30). Se hai bisogno di medicine durante la notte o nei fine settimana puoi trova la farmacia di turno aperta controllando il programma pubblicato su ogni porta della farmacia come in Italia. L'elenco è però scritto in greco, se non hai dimestichezza chiedi l'aiuto della persona che ti ospita. La maggior parte del personale delle farmacie parla inglese e molto spesso italiano. Le medicine sono della stessa qualità degli altri paesi occidentali, è possibile che non trovi il farmaco della stessa identica marca che conosci e utilizzi, ma il principio attivo sarà uguale, portati il foglietto informativo allegato al farmaco in modo che il farmacista ti possa dare un prodotto analogo. Se utilizzi abitualmente dei farmaci, soprattutto se importanti per la tua salute, è meglio che te li porti da casa in scorta adeguata così non avrai problemi, le farmacie delle isole piccole non hanno “tutto” e in estate la popolazione turistica aumenta la richiesta e le scorte potrebbero non essere sufficienti quindi è possibile che si debba spettare che il farmaco arrivi da un’isola più grande vicina o dal continente.
MORSI DI INSETTO
Regolatevi come in Italia. I morsi di insetto, in particolare le punture di zanzara e vespe sono il problema di salute più comune, se non ci sono allergie particolari non rappresentano un pericolo e possono solo essere fastidiosi. Quando non c’è vento le zanzare possono essere più presenti del solito, applicate un repellente per insetti prima di uscire la sera, nel vostro zaino tenete sempre un tubetto di unguento / stik per alleviare il disagio di morsi quando si verificano. Per le vespe mettete subito sulla parte qualcosa di freddo / ghiacciato, una lattina di coca o birra o un gelato vanno bene, è il miglior modo per limitare il diffondersi del veleno. Se siete allergici partite attrezzati.
SE VIAGGI CON BAMBINI
La Grecia è un ottimo posto da visitare con i bambini e i bambini in Grecia si divertiranno moltissimo a giocare su spiagge pulite e fare i bagni in un mare cristallino. Potrebbe occasionalmente trovarsi a pagare una visita medica o ricorrere a una struttura a causa di comuni raffreddamenti, abrasioni della pelle per cadute, punture di insetti o incontri con una medusa. Visitare il pronto soccorso più vicino è il miglior ricorso durante un'emergenza e ogni grande città ha un pronto soccorso. Dirigersi verso un ospedale durante una malattia non di emergenza potrebbe non essere l'opzione migliore dal momento che i pronto soccorso sono solitamente affollati e l'attesa può essere lunga. Gli ambulatori negli ospedali greci possono essere frustranti e disorganizzati, oltre ad essere spesso aperti solo durante le ore del mattino.
Quindi per una malattia semplice e comune potrebbe essere meglio visitare un medico privato nella città più vicina. La visita costerà di più, ma il servizio sarà eccellente e veloce. Chiedi in hotel, in una farmacia o ai locali per il miglior dottore in città e ti indicheranno la strada giusta. La maggior parte dei medici parla inglese o italiano, chiama sempre prima di presentarti in ambulatorio. È buona regola presentare al medico qualsiasi farmaco che il bimbo assume o ha assunto e l'elenco delle vaccinazioni che il bambino ha fatto, quindi portalo con te sempre.
C'è un grande ospedale pediatrico ad Atene e uno a Patrasso specializzato per i bambini. Entrambi gli ospedali ricevono la maggior parte dei casi di malattia grave da tutto il paese e il loro personale medico ha indubbia esperienza e competenza.
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO
Non partite mai senza, questo non vale solo per la Grecia.
Il tema ASSICURAZIONE di VIAGGIO – SANITARIE è molto importante. Noi abbiamo da sempre stipulato una assicurazione a copertura rischi viaggio e sanitaria, ormai è una abitudine, prima perché viaggiavamo tanto in moto, poi perché si andava anche in paesi extraeuropei e poi perché anche nell’ambito dei paesi europei i sistemi sanitari erano e sono ancora comunque diversi, poi se fai sport e non hai una copertura specifica non ti rimborsano nulla, insomma, sta di fatto che quando si viaggia fuori dall’Italia la assicurazione la facciamo sempre.
L’importanza di una copertura assicurativa la si capisce solo quando viene buona…anche in Italia.
Per viaggiare sereni il mio consiglio è di farla sempre, ovunque andate..
Adesso le assicurazioni si stipulano comodamente on-line direttamente con le compagnie assicurative che offrono diversi “pacchetti” con coperture e massimali differenti, si trova sempre quella che fa al proprio caso.
Se si viaggia in aereo c’è la possibilità di acquistare coperture assicurative congiuntamente alla prenotazione del volo con le compagnie convenzionate, così si può coprire tutto, annullamento del viaggio e incidenti vari, se non si hanno esigenze particolari queste vanno benissimo e sono comode, spesso convenienti. Però leggete bene le varie proposte e scegliete quella che fa al caso vostro. La cosa importante non è paragonare i prezzi, ma è leggere bene quali sono le coperture previste nei diversi “pacchetti” e poi paragonar i prezzi a parità di coperture. Sul nostro blog trovate il banner di accesso diretto ad una delle assicurazioni più conosciute ed affidabili per stipulare una assicurazione senza costi aggiuntivi al di la del costo della assicurazione stessa, inoltre è possibile crearvi un preventivo personalizzato in base alle vostre esigenze.
METEO(temperature,venti e mari):
https://www.ventusky.com/ servizio professionale ha anche l'App ma a pagamento
https://www.windy.com/ ha anche l'App gratuita
https://www.weather.gr/en/ meteo
http://www.emy.gr/emy/en/index_html meteo
http://www.meteoalarm.eu/?areaname=&area=&ShowDate=&Country=&lang=EN allarmi meteo
TRASPORTI(traffico e tratte):
https://tickets.trainose.gr/dromologia/ nuovo servizio di treni che collega l'aeroporto di Atene con il centro di Atene ed il Pireo
https://www.marinetraffic.com/ tragitto traghetti
https://www.flightradar24.com/ traffico aereo
WEBCAM
https://www.skylinewebcams.com/it/webcam/ellada.html webcam live
https://www.webcamgalore.it/Grecia/a-1.html webcam live
https://www.tripinview.com/it?path=home viaggi virtuali alla scoperta della prossima isola
PROGRAMMI TV
http://www.alphatv.gr/shows/agapimena/60-ellada/webtv/60-ellada-150513 60Ellada programma a puntate per conoscere la vera essenza di molte località continentali e di ogni isola greca
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sabato 23 giugno 2018
mercoledì 13 giugno 2018
ATENE, MILOS, KOUFONISSI, SANTORINI.....Un viaggio tra la storia, il mare e il vento.
di Iuri e Viola
Giorno 3-Traghetto per Milos
Dopo una super levataccia siamo nel traghetto per Milos, il
viaggio è un po’ a scossoni e Viola accusa abbastanza il mal di mare, ma
partiamo da capo e facciamo un flashback.
Giorno 1-Road to Atene
Il prevacanza è un po’ thrilling in quanto la carta su cui
abbiamo caricato il budget per la vacanza fa le bizze e la sera prima della
partenza non riusciamo a prelevare. Prima che salga il panico facciamo un
secondo tentativo in un’altra banca e la carta funziona. Ma non è tutto. Appena
caricata la macchina e partiti (ore 6 circa) si accende la spia del guasto sul
cruscotto….attimi di panico, mi accosto, tento la vecchia manovra di spengere e
riaccendere e la spia magicamente se ne va. Facciamo finta di nulla con una
certa calma zen, mi preoccupa la sosta in autogrill ma per fortuna la spia non
si accende e arriviamo a Fiumicino. Arriviamo molto in anticipo e per di più il
volo ha 15 minuti di ritardo, si traccheggia mangiando uno schifoso panino al
terminal poi decolliamo. Il volo è sereno, tranne la fase di atterraggio un po’
turbolenta, ci danno anche il pranzo, una schifosissima pasta al sugo(??),
crostini liofilizzati e barrette al miele. Siamo ad Atene, dobbiamo
attraversare la città il maniera trasversale che il mitico “Anemoni” è al
Pireo. Ancora 1 ora abbondante di metro+treno…questo viaggio non finisce più.
In metro siamo corrazzati, gli oggetti di valore sono al super-sicuro che
secondo trip-advisor Atene è un po’ come Baghdad e viola si è imparanoiata, ma
nonostante ciò arriviamo sani e salvi, con le borse chiuse e senza tentativi di
taccheggio. Siamo cotti come le pere, ma ciò nonostante andiamo alla sea-jets a
scambiare i biglietti fatti on-line e riprendiamo la metro per un giro rapido
ad Atene centro, zona Monastiraki
dove viola si rimparanoia ma è tutto tranquillo e partono le prime foto della vacanza con vista partenone. La giornata si chiude con ritorno a Pireo e prima mangiata di gyros e souvlaki che come da pronostico mi fa andare subito in bagno da anemoni.
dove viola si rimparanoia ma è tutto tranquillo e partono le prime foto della vacanza con vista partenone. La giornata si chiude con ritorno a Pireo e prima mangiata di gyros e souvlaki che come da pronostico mi fa andare subito in bagno da anemoni.
Giorno 2-Atene
La giornata inizia subito male. Anemoni a colazione è un
furto quindi andiamo fuori, e al ritorno manca poco mi spacco il dito del
piede: c’è un ferro sporgente conficcato nel marciapiede non si sa bene perché
dove picchio con forza l’alluce. Imprecazioni come se non ci fosse un domani,
una ventina di minuti di ghiaccio in camera e vai con il
buongiorno…..Ritardiamo quindi il tour di Atene di una mezz’ora buona.
Il tour è quello copiaincollato da zingarate.com: partenza
da syntagma, panathinaikos stadium, il tempio di zeus, acropoli e…..basta
perché siamo alla frutta. Tutto molto bello, scattiamo un botto di foto, di cui
molte trash allo stadio, scarpiniamo come se non ci fosse un domani e alla
fine, belli cotti, ci rifugiamo in un bar sugli scalini a Plaka, molto, molto
caratteristico. Per cena torniamo a Pireo zona “marina”, che è un po’ la zona
ripulita a Pireo, quindi non mi gasa, e non gasa manco la cena. Domattina via
verso l’isola!
Giorno 3-Milos (Firopotamos,Plathiena,Paliochori)
Diciamocela tutta, il rapporto con Milos non è semplice
all’inizio. Il meltemi è un martello pneumatico, soffia sempre, e ce ne
accorgiamo ancor prima di arrivare, visto che il viaggio in traghetto è a dir
poco turbolento e accusiamo entrambi il mal di mare. Arrivati in porto, il
rapporto con l’inglese poi è duro (colpa nostra) e all’autonoleggio capiamo una
parola su venti, ci danno una clio al posto di una panda come avevamo
preventivato via mail e rimaniamo lì come baccalà, senza controbattere.
Partiamo dal porto di Adamas che sono già una pentola a pressione: volevo una
macchina vecchia, possibilmente alta per gli sterrati e ci danno una clio
racing; inoltre il navigatore su maps non ci capisce niente, sbagliamo strada e
rimaniamo fermi in una strettoia in salita, dove la clio slitta sulla polvere
provocando un puzzo di gomma bruciata allucinante. Per 5 minuti è panico, poi,
un po’ a culo, riesco a strigare la situazione e riparto, ma il navigatore
ri-scazza e ci incastriamo sempre con la clio per le vie strettissime di un
paesino non ben identificato. Volano imprecazioni a dritto…..l’isola ci ha
accolto malissimo direi. Il tipo dell’hotel chiama, ci viene a prendere e, forse,
si inizia ad avere fortuna visto che parla italiano. Ci porta in hotel, gli
chiedo gentilmente se può richiamare il cavolo di autonoleggio per farci dare
una macchina più piccola e funzionale all’isola, possibilmente quella
concordata. Dopo 10 minuti ci richiama e ci avverte che il cambio è possibile,
menomale!!! Torniamo subito al porto a riportare quel catafalco e ci danno una
bella Skoda citygo rossa, con cui non sappiamo la tenuta sullo sterrato, ma
almeno gli ingombri sulle strade iper strette dell’isola dovrebbero essere più
fattibili. Finalmente qualcosa è andato nel verso giusto, forse si inizia a
ragionare, ma forse…..
Dopo tutte le peripezie e un pezzo di torta al formaggio
mangiato al volo proviamo ad andare a
Firopotamos, uno dei posti su cui avevo messo la puntina a nord. Ebbene, a
Firopotamos il mare èagitatissimo, quindi niente bagno e ci limitiamo alle
foto. Non paghi andiamo a vedere un altro posto a nord, Plathiena,
qua riusciamo a fare il bagno anche se il meltemi picchia duro come un fabbro e una volta fuori dall’acqua la sabbia ci prende a frustate. Duriamo 1 ora, forse e ripieghiamo a sud, su Paliochori, dove finalmente ritroviamo la Grecia che avevamo lasciato l’anno scorso: mare limpido, acqua ferma e colori stupendi.
qua riusciamo a fare il bagno anche se il meltemi picchia duro come un fabbro e una volta fuori dall’acqua la sabbia ci prende a frustate. Duriamo 1 ora, forse e ripieghiamo a sud, su Paliochori, dove finalmente ritroviamo la Grecia che avevamo lasciato l’anno scorso: mare limpido, acqua ferma e colori stupendi.
Giorno 4-Sarakiniko-Firiplaka-Firopotamos-Mandrakia-Chora
Poseidon dice che è una giornata di bonaccia per il meltemi.
Ci credo poco ma decido di fidarmi, e siccome sulla gita in barca non c’era
posto ci svegliamo all’alba per provare la spiaggia della luna Sarakiniko.
Siamo tra i primi ad arrivare ma ahimè il meltemi spinge ancora e il bagno è impossibile. Scattiamo un bel po’ di foto in questo posto assurdo e poi andiamo dritti verso sud un po’ con la coda tra le gambe. A sud proviamo prima Agia kiriaki, mare pulito ma spiaggia non eccezionale, poi Firiplaka, che ci regala finalmente l’effetto wow che finora ci era mancato.
Spiaggia bellissima, con rocce rosse sul retro, acqua chiara, la Grecia che ci gasa. Siccome siamo già belli rossi e i costi non sono eccessivi affittiamo il set come i borghesi. Gli spazi sono stretti ed è pieno di italiani, come del resto in tutta l’isola, una cosa impressionante. Facciamo vari bagni molto belli, poi mangio l’immancabile insalata greca con cipolle, pomodori, peperoni crudi e collasso sul lettino. Al risveglio altra occhiata a poseidon: il meltemi è a quanto pare più blando e riproviamo testardi Firopotamos. Effettivamente la situazione è migliore del giorno prima ma sempre molto mosso e algoso, consegue secondo ripiegamento in due giorni. A questo punto inizia un furioso tour per il versante nord che ci fa toccare Mandrakia (carina con le sue syrmata), Plachena(niente di che),Algomantra (idem) e infine Papafragas, un posto assurdo stile Sarakiniko con una mega spaccatura sulla scogliera che crea una sorta di microspiaggia con corridoio sul mare. Suggestivo sicuramente, ma oggi anch’esso impraticabile. Decidiamo di concludere il tour e ritornare in camera, doccia e via alla chora, abbarbicati in altissimo a vedere il tramonto.
Infine una cena ottima dal patsugo di Milos, tale osteria Oforas dove si mangia tipicamente greco in un locale non troppo turistico.
Siamo tra i primi ad arrivare ma ahimè il meltemi spinge ancora e il bagno è impossibile. Scattiamo un bel po’ di foto in questo posto assurdo e poi andiamo dritti verso sud un po’ con la coda tra le gambe. A sud proviamo prima Agia kiriaki, mare pulito ma spiaggia non eccezionale, poi Firiplaka, che ci regala finalmente l’effetto wow che finora ci era mancato.
Spiaggia bellissima, con rocce rosse sul retro, acqua chiara, la Grecia che ci gasa. Siccome siamo già belli rossi e i costi non sono eccessivi affittiamo il set come i borghesi. Gli spazi sono stretti ed è pieno di italiani, come del resto in tutta l’isola, una cosa impressionante. Facciamo vari bagni molto belli, poi mangio l’immancabile insalata greca con cipolle, pomodori, peperoni crudi e collasso sul lettino. Al risveglio altra occhiata a poseidon: il meltemi è a quanto pare più blando e riproviamo testardi Firopotamos. Effettivamente la situazione è migliore del giorno prima ma sempre molto mosso e algoso, consegue secondo ripiegamento in due giorni. A questo punto inizia un furioso tour per il versante nord che ci fa toccare Mandrakia (carina con le sue syrmata), Plachena(niente di che),Algomantra (idem) e infine Papafragas, un posto assurdo stile Sarakiniko con una mega spaccatura sulla scogliera che crea una sorta di microspiaggia con corridoio sul mare. Suggestivo sicuramente, ma oggi anch’esso impraticabile. Decidiamo di concludere il tour e ritornare in camera, doccia e via alla chora, abbarbicati in altissimo a vedere il tramonto.
Infine una cena ottima dal patsugo di Milos, tale osteria Oforas dove si mangia tipicamente greco in un locale non troppo turistico.
Giorno 5-Tour in barca a vela
Premessa
Nei
giorni scorsi ci siamo sbattuti molto per trovare un tour dell’isola in barca
giusto, con poche persone e ovviamente in una giornata adatta. Visto che il
meltemi ha picchiato sempre sodo e che poseidon non dava molte speranze oltre
ad indovinarci sempre poco, ci siamo affidati al capitano Nikolas (da ora in
poi capitano corelli) che con grande intortata in inglese ci ha assicurato che
mercoledi (oggi) sarebbe stato un buon giorno per il tour.
Racconto
Non
solo il meltemi picchia sempre sodo, stamani ci sono pure le nuvole, mai viste
finora. Perplessi ci avviamo al porto, non sicuri di partire, e lì Corelli ci
invita a parcheggiare: si parte e si parte da adamas per il giro. Ottimo. La
barca a vela gasa, l’equipaggio è simpatico e siamo solo 11, un numero top. L’uscita
dal porto e lungo la gola di adamas è tranquilla, un po’ freddino, ma il peggio
è sicuramente la virata verso il mare aperto: mezz’ora quasi di incubo, con il
meltemi a mille, le onde che sbattono, la barca che sbarella, viola che in trans
guarda dritto come un fuso ed entra in silenzio stampa, il tutto con Bob Marley
in sottondo…..
Sfangata
la virata siamo ad ovest, adesso il meltemi si prende da dietro e si sbarella
meno. L’equipaggio capisce che è stata tosta e ci rifugiamo in un’insenatura
(niente di che) per la prima sosta bagno e la “colazione”. Il posto niente di
che è il sostituto delle cave di Sykia, dove non possiamo andare per le onde,
quindi il nostro capitano (non corelli,che furbacchione è rimasto al porto ma
un ragazzo più giovane) riparte alla volta di Kleftiko, il main event della
giornata, a sud, riparato dall’infernale vento. Kleftiko è spettacolare,
indescrivibile a parole, un insieme di insenature bianche come la calce dei
villaggi, con mille grotte dove si nascondevano i pirati per saccheggiare le
navi. Ovviamente pieno di yacht e barche attraccate, ma i nostri la sanno lunga
e ci ormeggiano in un posto abbastanza vivibile e ben riparato.
Fondamentalmente staremo lì tutto il giorno. Si, perché in continuo contatto
con il baracchino avranno fatto sapere ai nostri che non solo il meltemi, ma
anche il mare oggi è particolarmente mosso e navigare è tosto. Prima facciamo
un aperitivo (buono), poi iniziamo con tuffi, nuotate, giro in gommone nelle
grotte (stupendo). Scattiamo 10000 foto e video e infine mangiamo la pasta al
ragù alle 4 di pomeriggio. Il giro principale, immagino, prevedesse ben più
soste, forse, come dicono i polemici in barca, oggi non dovevamo proprio
uscire, ma business is business.
Non
si capisce bene cosa succeda, forse la barca a vela sorella della nostra si
rompe, insomma si cambia capitano, salgono altre persone e ripartiamo. E qua
inizia l’inferno: un freddo cane, onde che si infrangono sulla barca a vela e
ci prendono a secchiate, mozzo che mette Carmina Burana a tutto foco, panico.
Io sono completamente “mezzo” pur essendo sotto l’asciugamano, Viola è messa
meglio perché è accovacciata in un punto riparato, tutti gli altri vengono
letteralmente presi a schiaffi dalle onde. Iniziano le “bubate”, le due signore
più anziane genovesi iniziano a sostenere (a ragione) che con una giornata così
dovevano rinviare tutto. Io, che tanto non soffro la barca, scendo sotto
coperta al caldo, mi levo la roba bagnata e d’ora in poi la mia copertura sarà
un asciugamano in microfibra bagnato. Il capitano nuovo ha la giacca a vento,
per capire l’andazzo……Il finale poi è la ciliegina, si arriva a Provatas e ci
scendono con il tender fino ad un pontiletto di ferro, le genovesi sono
allibite, dopo aver dato la frutta ed aver fatto passare ancora più tempo tutti
infreddoliti (forse erano in colpa per gli 80 euro con due sole soste e la
pasta al ragù???). L’autobus per adamas parte alle 19:30 e non si capisce
perché, Viola poi lascia pure asciugamano ed occhiali da sole sopra. Top! Due
ore stupende da 10, il resto da 3 ad essere larghi. Voto finale 6,5
Giorno 6
Anche oggi tira vento, tanto per cambiare, decidiamo quindi
di svegliarci con calma ed andare ad Adamas in lavanderia. 7 euri e passa la
paura. Sono 50 minuti di attesa in cui decidiamo di andare a ricomprare le cose
perse nella giornata di ieri. Asciugamano con ciuco (8e)+ occhiali rayban
tarocchi(8e)+felpina per me carina(23e) visto che la sera è freschino.
Riprendiamo le cose lavate e torniamo allo studios per stenderle. Visto che
stanno facendo ancora le pulizie andiamo a fare un altro giro. Catacombe viste
solo dall’alto a Klima, dove ci sono delle caratteristiche syrmata colorate. Ci
fermiamo poi a prendere un pezzo di pizza alla bakery per pranzo e rientriamo in
camera. Dopo pranzo andiamo un po’ al mare, proviamo Agios Sostis, niente male,
acqua chiara e location carina. Fa troppo caldo quindi dopo un’oretta decidiamo
di ripartire in macchina, ci addentriamo nello sterrato per Gerontas, ma ci
sembra troppo pericoloso continuare e ci fermiamo a Kipos. Dall’alto sembra una
bella baia, ma in realtà non è un granchè, cerchiamo di andare in un’insenatura
più nascosta facendo un passaggio sugli scogli tipo Civette, ma il risultato
non è comunque migliore. Iuri fa il bagno, io no e torniamo su dopo poco. Ci
fermiamo al bar/ristorante che affaccia sulla baia, prendiamo una coca e via.
La sera c’è la festa del fuoco a Tripiti quindi decidiamo di andare lì a cena
da Barriello, posto carino con i tavolini che affacciano sulla terrazza, molto
turistico. Prendiamo il cheesecake con feta e pomodorini, poin coniglio alla
cannella e maiale alla paprika, tutto troppo speziato. Andiamo a vedere quindi
la festa con i bambini che saltano nel fuoco, un rito propiziatorio dove
qualche bambino si brucia ma fa finta di nulla, allucinante!
Giorno 7-Tsigrado,Sulfurmine,Plathiena
Dovrebbe essere il giorno del quad. Dovrebbe, perché finite
le pratiche da motochristos fo un piccolo testdrive che boccio senza
attenuanti: non avevo mai guidato un quad e non lo so fare, quindi in accordo
con il tipo del rent strappiamo tutto, troppo pericoloso. Andiamo a riprendere
la macchina, io sono un po’ abbacchiato ma il gasamento mi torna a Tsigrado, la
famosa spiaggia della scala. Una baia bellissima già in partenza, con una vista
dall’alto mozzafiato resa unica per la discesa: un insieme di due scale e corde
che in pratica ti fanno scendere da una spaccatura della roccia. Folle. Sotto è
bellissimo, ma non duriamo molto, la gente inizia ad arrivare e riempie la
spiaggia,inoltre le odiose barche dei tour iniziano a fare sosta scaricando
orde di bagnanti. All’ora del sole sullo zenit, come spesso ci accade,
risaliamo e decido di riprendere la folle salita stile climbing con la go-pro
fissata in fronte con la bandana Link a youtube
Il primo posto d’eccellenza non con la barca è stato fatto. Il viaggio prevedeva thiorichia, la spiaggia della miniere abbandonata, oltre il confine del car rental service. Non importa, andiamo uguale; breve sosta per comprare acqua a Zefiria e via per lo sterrato. Per la citygo è una sofferenza, la strada qua è dura, buche e sassi sono una costante, tuttavia me la cavo solo con un colpo sul davanti dell’auto. Arriviamo ad un punto impossibile, quindi parcheggiamo e continuiamo a piedi. Il sentiero per la spiaggia è splendido e la vista dall’alto con le miniere abbandonate a ridosso sul mare è qualcosa di spettacolare.
Come spesso accade a
Milos questo posto è completamente folle nel suo paesaggio. Fa un gran
caldo e ci rifugiamo sotto un ponticino dove un tempo passavano i carrelli
della miniera. L’acqua non è il massimo, anche se scogli e sassi rossi rendono
il posto bellissimo. Verso le 14 risaliamo, ovviamente la risalita è tosta e
siamo stanchi, quindi decidiamo di pranzare a Zefiria. Scelta azzeccatissima,
mangiamo molto bene per pochissimi soldi e ci offrono un antipastino e due
amari. S’è fatto tardi, oggi abbiamo pranzato all’ora greca, quindi andiamo a
fare l’ultimo mare a Plathiena, dove il sole regge fino a tardi. Senza meltemi
anche Plathiena è stupenda,
oggi riscopriamo la Grecia che ci aveva ammaliato l’estate scorsa. Tramonto in spiaggia, doccia e cena alla Plaka in un ristorantino tipico con tanto di musica tradizionale suonata dal vivo: giornata da 10 oggi!
Il primo posto d’eccellenza non con la barca è stato fatto. Il viaggio prevedeva thiorichia, la spiaggia della miniere abbandonata, oltre il confine del car rental service. Non importa, andiamo uguale; breve sosta per comprare acqua a Zefiria e via per lo sterrato. Per la citygo è una sofferenza, la strada qua è dura, buche e sassi sono una costante, tuttavia me la cavo solo con un colpo sul davanti dell’auto. Arriviamo ad un punto impossibile, quindi parcheggiamo e continuiamo a piedi. Il sentiero per la spiaggia è splendido e la vista dall’alto con le miniere abbandonate a ridosso sul mare è qualcosa di spettacolare.
oggi riscopriamo la Grecia che ci aveva ammaliato l’estate scorsa. Tramonto in spiaggia, doccia e cena alla Plaka in un ristorantino tipico con tanto di musica tradizionale suonata dal vivo: giornata da 10 oggi!
Giorno 8-A tutto nord
E’ il giorno, finalmente. Oggi c’è bonaccia, il meltemi non
soffia e non soffia nemmeno vento da sud. Noi siamo cocciuti, vogliamo vedere
Firopotamos senza vento, ma prima facciamo un’altra spiaggia e la scelta va su
Papafragas.
Papafragas è strana, ne abbiamo già parlato ed il bagno è….strano. L’acqua purtroppo è sudicia, giorni e giorni di meltemi hanno portato a riva di tutto e questa spaccatura nella roccia immagazzina sporco a bestia. Dunque bagno veloce e via. Ci fermiamo ad Algomantra per rivedere anch’essa senza vento ma viola ha bisogni fisiologici imminenti ed andiamo ad un vicino hotel: bagno+bottiglia d’acqua 1,5 euro. E’ il momento di Firopotamos, che già dall’alto oggi capiamo essere il top.
Facciamo un super bagno su tutta l’insenatura e scopriamo anche uno scoglio dove tuffarsi, che sembra basso ma in realtà una volta sopra non è basso per nulla. Mi tuffo ma viola non fa il video, o meglio, fa il video a me mentre tiro la maschera e poi si perde il volo riprendendomi appena riemerso. Mi rituffo quindi con la gopro in mano cadendo anche male. Intanto il posto si sta super riempiendo e la gente stende l’asciugamano pure sui muretti. Fo un altro bagno sul moletto con le syrmata, le barche e la chiesetta vicino: questo posto è il più caratteristico di Milos. S’è fatta una certa, viola smania per andare a far pranzo da Medusa, caldamente consigliato da un suo collega.
Papafragas è strana, ne abbiamo già parlato ed il bagno è….strano. L’acqua purtroppo è sudicia, giorni e giorni di meltemi hanno portato a riva di tutto e questa spaccatura nella roccia immagazzina sporco a bestia. Dunque bagno veloce e via. Ci fermiamo ad Algomantra per rivedere anch’essa senza vento ma viola ha bisogni fisiologici imminenti ed andiamo ad un vicino hotel: bagno+bottiglia d’acqua 1,5 euro. E’ il momento di Firopotamos, che già dall’alto oggi capiamo essere il top.
Facciamo un super bagno su tutta l’insenatura e scopriamo anche uno scoglio dove tuffarsi, che sembra basso ma in realtà una volta sopra non è basso per nulla. Mi tuffo ma viola non fa il video, o meglio, fa il video a me mentre tiro la maschera e poi si perde il volo riprendendomi appena riemerso. Mi rituffo quindi con la gopro in mano cadendo anche male. Intanto il posto si sta super riempiendo e la gente stende l’asciugamano pure sui muretti. Fo un altro bagno sul moletto con le syrmata, le barche e la chiesetta vicino: questo posto è il più caratteristico di Milos. S’è fatta una certa, viola smania per andare a far pranzo da Medusa, caldamente consigliato da un suo collega.
Il pranzo a Mandrakia
Ho già il languorino in bocca pensando al polpo meraviglioso
che mangerò da medusa; arriviamo e subito mi accorgo che il posto è molto più
turistico di quello che mi aspettavo….Tocca dare il nome per essere messi sulla
lista di attesa per i tavoli, 10 minuti e siamo seduti. Il posto è molto
caratteristico, c’è qualche vespa che gironzola e i soliti gatti. Io prendo il
polpo all’aceto e Iuri i calamari fritti, il mio buono ma mi aspettavo meglio,
anche un po’ minuta come porzione. I calamari sono grandi, spessi, a iuri non
piacciono. Si spende tanto per gli standard a cui siamo abituati…non lo
consiglierei ad altri.
Decidiamo di andare un po’ a casa a riposarsi, senza meltemi
fa un gran caldo. Dopo 2 ore si riparte, proviamo Achivadolimni. Qui il
paesaggio è molto naturistico, macchia bassa, alberi sulla spiaggia, tette di
fuori e tafani come se non ci fosse un domani. Io vengo punta in diversi punti
tra cui sulla chiappa sinistra. A cena andiamo da Barco, che abbiamo puntato
vicino ad Adamas. Moussaka davvero buona e spiedino di pollo. Infine buon
acquisto di souvenir al porto e ritorno a casa.
Giorno 9-Zona Emporio, health center, ancora nord
Grossolanamente manca solo la zona di Emporio da visitare,
dove per altro c’è una taverna su cui ho messo gli occhi da subito. Le spiagge
attorno ad Emporius sono tante, ma ad un’occhiata più attenta sono
raggiungibili via mare o tramite lunghi sentieri. Rimane abbordabile Fatourena
che sarà la nostra destinazione. La strada per arrivarci è tutta sterrata e
mette a dura prova la citygo, ma in qualche modo arriviamo. In spiaggia siamo
veramente pochi, ma il posto non è di quelli da ricordare. Bagno, un po’ di
sole e andiamo in taverna. La strada è allucinante, l’ultimo pezzo è una
banchina sul mare strettissima, poi parcheggio accanto alle capre e prendiamo
un tavolo sul mare.
Ma proprio sul mare perché i tavoli sono su una
banchina dove è stato costruito il ristorante: ancora una volta Milos mostra la
sua follia. Mangiamo e dopo proviamo anche l’ebbrezza della guardia medica di
Milos, in quanto i pinzi dei tafani di viola sono diventati dei bozzoli
giganti. Fatta anche questa, in mezzo inglese e mezzo esperanto viola si fa
capire e le danno una crema. Per aspettare l’apertura della farmacia
traccheggiamo ad un bar del porto di adamas (due succhi e un caffè 15 euro) e
poi andiamo a fare due bagni onestamente non indimenticabili a Mytakas e
Algomantra. Aperitivo chic a Pollonia e cena a zefiria dove eravamo già stati
ma ahimè senza il trattamento della volta scorsa. La giornata è andata dunque
alla grande fuori budget e il commiato da Milos non è di certo esaltante. Adesso testa a
Koufonissi!!
Giorno 10-Koufonissi
La tradizione è tradizione: appena arrivati a Koufonissi il
vento gliene da secche e come per Milos l’accoglienza dell’isola è poco
gasante. Almeno il viaggio è stato poco tormentato e la seajet ha ballato
pochissimo per la gioia di viola. Al porticciolo ci aspetta la tipa dell’hotel
con un fuoristrada, e menomale, come nelle altre isole i metri sono a caso e i
500 metri porto-hotel sono almeno 1km che sotto il sole e con i bagagli sarebbe
stato tosto. Lo studios qua è più carino del precedente, abbastanza organizzato
e con un caratteristico posto fuori. Sono ormai le 16, decidiamo di andare a
fare un giro in paese di perlustrazione e ci fermiamo a prendere due
biciclette, consigliate dalla padrona di casa. Mangiamo due pizzette ed andiamo
a fare il bagno alla spiaggia più vicina. Non è tutta piana Koufonissi, c’è
sono ogni tanto qualche saliscendi che ti frega e ti fa venire i crampi alle
gambe. Non sono bona ad andare in bici, mi fermo in continuazione. Iuri
vorrebbe viaggiare ma io non ce la fo!!! Arrivati in spiaggia l’acqua è
veramente bellissima. Trasparente e di un azzurro intenso. E’ freddino come
sempre ma come si fa a non fare il bagno? Cena a 16 euro con pita e insalata
greca, la chora è piccola ma molto caratteristica.
Giorno 11-Koufonisia
Oggi è il giorno in cui dobbiamo percorrere i famosi 4 km di
litorale dell’isola definiti da tutti fantastici, fino ad arrivare a pori, la
punta a nord. In effetti la camminata è molto bella e i posti di mare che
spaccano si susseguono, l’unico problema è il meltemi che picchia sodo ancora
dopo qualche giorno di quiete. Il litorale di Koufo ha 4 spiaggioni
intervallati da calette di ciottoli che risaltano meglio il colore dell’acqua,
che è spettacolare pure negli spiaggioni sia chiaro, ma sono meno nelle mie
corde anche perché pieni zeppi di italiani, forse anche più che a milos. Nella
via per pori ci fermiamo a fare il bagno in una microcala dove siamo soli, poi passiamo per l’occhio
del diavolo, una specie di laghetto fatto dalle rocce e poi arriviamo a pori,
dove sono ormeggiate mille barche. Pori è a nord/est dell’isola e il meltemi qua
picchia forte, quindi bagno veloce e ripartiamo in giù. Facciamo altra sosta
bagno in spiaggione dove ci sono anche i nudisti (a koufo molto più che a milos
è pieno di nudisti di una certa età. Molto probabilmente anni fa le cicladi
erano mete fricchettone e di nudisti, che continuano a venirci mentre l’isola
ha cambiato turismo ed è mutata.
E’ ora di riprendere la bici e viola come al solito va in
difficoltà dopo 5 minuti, ma non solo, perde la catena e siamo fermi. Qua perdo
la testa perché a 30 anni non essere boni ad andare in bici è grave, quindi 1
tocca portarla a mano, 2 la riportiamo che mi sono rotto le balle e si continua
a piedi. Posate le bici andiamo in paese per andare al supermarket ma andiamo
in un “coso” che chiamare market è un eufemismo, dove non hanno un tubo.
Prendiamo biscotti più acqua e via, a piedi indietro verso melissa rooms. Per
la strada ci fermiamo da “el greco”, pranzo con due panini finti e vai, per
questa mezza giornata s’è dato.
Dopo un riposino in camera si prova a ritornare in spiaggia, fermata al bar freak e
bagno. Stiamo qualche ora e poi ritorniamo in camera. Quando cala il sole fa un
po’ freddino per via del vento incessante. Riusciamo per cena, troviamo un
market serio dove compriamo una simil nutella per colazione. Volevamo provare
il souvlaki street food, ma c’è troppa coda e ripieghiamo su un altro.
Aspettiamo domani e speriamo che ci sia meno vento…..
Giorno 12-Koufonisia
“Speriamo
ci sia meno vento”. Invece meltemio oggi gliene dà ancora di più, tant’è che alle
6 mi sveglio per chiudere la porta/finestra che gli spifferi fanno freddo.
Visto il meteo facciamo colazione con super calma e andiamo al mare più tardi
del solito. Andiamo a fanos beach almeno c’è il bar dietro dove 1 mettersi
all’ombra che il sole brucia e 2 fare pranzo. La giornata è tranquilla,
pranziamo e torniamo da melissa a fare un sonnellino. Il programma sarebbe
uscire sul tardi, vedere la spiaggetta oltre il porto e rimanere in paese, ma
proprio mentre scendo le scalette di melissa mi scivola la ciabatta e prendo
una storta colossale. Il dolore è talmente forte che lì per lì penso di essermi
rotto qualcosa. Poi ghiaccio a diritto, il dolore un po’ svanisce e mi
tranquillizzo. In ogni caso sono ai minimi termini, ma ce la fo lo stesso ad
andare in paese dove facciamo aperitivo (a volte il moscow mi facesse passare
il dolore) e finalmente prendiamo il panino dalla “finestra della chora”: un
must più che altro, comunque panino buono. Il ritorno a piedi per l’albergo è
tosto, la caviglia fa molto male e alle 21:30 siamo già a letto...
Giorno 13 koufonissi-------santorini
La tipa del melissa rooms è super gentile. La camera va
liberata alle 12, ma ci fa lasciare le valigie praticamente in camera sua e ci
fa fare la doccia dopo il mare, inoltre ci accompagna al traghetto. Il seajets
come sempre è in ritardo, ma il viaggio è tranquillo. Non è però tranquillo
l’arrivo a santorini. Che siamo su un altro
mondo si capisce da subito, quando al porto siamo “attaccati" da
gente che ci chiede se vogliamo un taxi, mentre il nostro omino ci accoglie con
freddezza e in fretta e furia ci porta al babis hotel guidando come un pazzo.
Per le strade c’è traffico, i paesini di notte sono una filata di luci, insomma
è cambiato decisamente lo scenario. Siamo un po’ frastornati e l’arrivo al
babis non ci aiuta: l’omino ci scende in fretta e furia mentre un altro in
dieci secondi netti ci da due aranciate più una mappa con le cose secondo lui
da fare più i costi delle escursioni. Ben arrivati nel turismo di massa!
Andiamo in camera (che fa schifo) e scetticamente andiamo a
prendere il pulman per Thira, dove vorremmo cenare magari in un posto bellino.
Il biglietto “one-way” costa 1,80 a testa, una rapina praticamente, ma lo
sconforto grosso deve ancora arrivare; a Thira, la chora, c’è tutta la
globalizzazione in pompa magna, addirittura il macdonald! Le viuzze della chora
sono snaturate e piene di negozi stile via roma a follonica alternati a
ristoranti per turisti con tanto di “spingidentro” infiammati. Finiamo
praticamente da un kebabbaro a mangiare il solito gyros e andiamo nella parte
panoramica che è l’unica cosa bella che finora ci ha dato Santorini.
Ritorniamo un po’ abbacchiati al babis hotel, non prima però di aver preso una super fregatura con un franchising di yogurt che ci fa pagare uno yogurt 6,70 euro.
Ritorniamo un po’ abbacchiati al babis hotel, non prima però di aver preso una super fregatura con un franchising di yogurt che ci fa pagare uno yogurt 6,70 euro.
Giorno 14 Santorini
Ho finito la giornata precedente con la caviglia gonfissima.
Quindi oggi bisogna foraggiare il sistema estorsivo degli autobus che chiedono
1,80 euro sempre e comunque, anche se fai
una fermata stop and go per prendere la coincidenza come abbiamo fatto
noi. Morale della favola spendiamo un botto, camminiamo tanto lo stesso e un
motorino ci sarebbe costato meno e ci avrebbe fatto girare molto meglio e di
più: tutta esperienza che entra. La mattina ritorniamo a thira, vediamo lo
sfruttamento dei poveri asini che portano la gente dal vecchio porto alla city
su delle scalinate infinite. 6 euro per salire sul ciuco e tanto tanto puzzo di
escrementi per le viuzze di Thira, una
cosa molto fine. Per pranzo prendiamo un
panino col tonno alla bakery, qualche ora in piscina, valigie e si parte
per l’imperdibile tramonto ad Oia. La giornata meriterebbe un lungo racconto,
ma adesso sto scomodo, ho poca voglia e lo farò più essenziale. Oia è più
carina di Thira. Un po’ più piccola, ma soprattutto tenuta meglio e meno
deturpata dal turismo di massa, anche se le viuzze pullulano comunque di
negozi, ma almeno non di souvenir trash e minchiate come a Thira. Già alle 5
c’è una grandissima ansia da tramonto.
Il palchetto eretto e punto chiave, quello da dove partono gli scatti famosissimi che trovi ovunque è già gremito con gente appostata a prendere il posto. Io non ci posso resistere più di due ore sotto il sole (follia) quindi giriamo un po’ per Oia tornando verso le 18:30 e trovando una posizione comoda per vedere sto tramonto più famoso del mondo. La gente è incastrata dappertutto, negli anfratti, sopra i tetti, chi aspetta con le carte, chi beve, una roba allucinante e manca più di un’ora. Patatine, due birre e aspettiamo. A poco dall’ora x, con la gente che aspetta da ore tenendo il posto, arriva una famiglia di italiani, anzi pisani credo, con due bimbe frignone, che si mettono in piedi in pole position, suscitando l’ira di tutti quelli che come noi sono lì ad aspettare tenendo il posto. Inoltre le bimbe vociano, litigano e fanno i capricci, insomma sul più bello la solita famiglia italiana casinara rompe l’atmosfera. Chiuso l’inciso, il sole tramonta, un bello spettacolo si, ma veramente troppo troppo casino, ai limiti della vivibilità come del resto tutta Santorini. Siamo alle battute finali, siamo un po’ abbacchiati già di nostro e gli ultimi due giorni a Santorini purtroppo ci hanno fatto girare un po’ le balle…..
Il palchetto eretto e punto chiave, quello da dove partono gli scatti famosissimi che trovi ovunque è già gremito con gente appostata a prendere il posto. Io non ci posso resistere più di due ore sotto il sole (follia) quindi giriamo un po’ per Oia tornando verso le 18:30 e trovando una posizione comoda per vedere sto tramonto più famoso del mondo. La gente è incastrata dappertutto, negli anfratti, sopra i tetti, chi aspetta con le carte, chi beve, una roba allucinante e manca più di un’ora. Patatine, due birre e aspettiamo. A poco dall’ora x, con la gente che aspetta da ore tenendo il posto, arriva una famiglia di italiani, anzi pisani credo, con due bimbe frignone, che si mettono in piedi in pole position, suscitando l’ira di tutti quelli che come noi sono lì ad aspettare tenendo il posto. Inoltre le bimbe vociano, litigano e fanno i capricci, insomma sul più bello la solita famiglia italiana casinara rompe l’atmosfera. Chiuso l’inciso, il sole tramonta, un bello spettacolo si, ma veramente troppo troppo casino, ai limiti della vivibilità come del resto tutta Santorini. Siamo alle battute finali, siamo un po’ abbacchiati già di nostro e gli ultimi due giorni a Santorini purtroppo ci hanno fatto girare un po’ le balle…..
Giorno 15-Santorini
Ultimo giorno, giorno di volo. Il letto scomodo di babis ci
butta giù presto, facciamo colazione in hotel (molto buona davvero, si merita
una palla in più su tripadvisor per questo) e poi sono solo le 9:30 e le
valigie sono già pronte. Decidiamo quindi di fare un salto al mare, tanto il
vecchio ci porta all’aeroporto alle 2 e ci fanno fare la doccia quindi no
problem. Foraggiamo per l’ultima volta gli estorsori legalizzati dei bus e
andiamo a Kamari, spiaggione lavico nero non male. L’acqua è chiara, non è
fredda come a koufonissi, la spiaggia è tipo viareggio con un susseguirsi di
stabilimenti e ristorantini. Ci sono pure i vucumprà e le cinesi che fanno
massaggi e tatuaggi……insomma si ribadisce il concetto di meta iperturistica.
Torniamo da babis per la doccia e aspettiamo questo volo…..vacanza finita L
Iuri e Viola
giovedì 7 giugno 2018
TREKKING A IKARIA
di Paola e Paolo
Ikaria è senza dubbio un’isola fuori dalle rotte turistiche
e fuori dall’ordinario. Non perché sia difficile arrivarci, ma perché Ikaria è
un po’ anarchica e perché tanti di quelli che vi furono messi al confino perché
oppositori al regime ancora oggi vi abitano e lo vedi dalle tante scritte sui
muri e manifesti che inneggiano al KKE, il partito comunista greco, soprattutto
se si ha la fortuna di capitarci il primo di maggio.
Da un paio d’anni sto studiando greco alla comunità ellenica
di Bologna e quindi ogni occasione è buona per me per praticare la lingua. Mi
diverto molto e vedo comunque che i greci sono contenti e anche un po’ stupiti
se gli stranieri parlano la loro lingua che ovviamente non è fra le più diffuse
e neppure fra le più facili.
Parcheggiamo l’auto nei pressi della piazza principale e
cerchiamo di capire da dove parte il sentiero che dovrebbe portarci al crinale.
Il sentiero si fa più intricato, la descrizione della
cartina dice che d’ora in avanti sarà difficilissimo orientarsi e in più io ho pantaloncini
e calzini corti: dopo pochi metri sono già tutta graffiata. Oggi ho imparato
che a Ikaria è meglio girare con pantaloni lunghi o almeno calzini lunghi.
Impossibile proseguire dal sentiero “ufficiale”. Imbocchiamo altri bivi, altre
diramazioni che sembrano sentieri tracciati che poi invece finiscono nel nulla.
Siamo un po’ sconfortati ma poi raggiungiamo una strada bianca che ci porta
finalmente a destinazione, nonostante il percorso si sia allungato di molto. Fa
caldo e non tira un alito di vento. Finalmente arriviamo sul crinale e
oltrepassando il vallo che probabilmente corre lungo tutta la dorsale,
riusciamo a vedere dall’altra parte dell’isola, costa sud. Quello che si vede
sotto di noi è probabilmente il paesino di Ksylosirtis.
In fase di organizzazione del viaggio avevo contattato un
gruppo di guide di Ikaria per chiedergli alcuni consigli sui percorsi, nella
speranza di riuscire ad organizzare un percorso ad anello della durata di una
settimana e senza dover noleggiare l’auto, come avevamo fatto l’anno scorso a
Creta sul sentiero E4. Mi avevano disincentivato dicendomi che la sentieristica
di Ikaria era molto diversa da quella di Creta e che senza una guida avremmo fatto
fatica ad orientarci. A noi piace essere autonomi con i nostri tempi, ma in
questa prima giornata di trekking mi è tornata in mente quella loro mail e mi
sono detta che probabilmente avevano davvero ragione.
Prima di rientrare a Evdilos ci fermiamo alla spiaggia
Kyparissi e la sera di nuovo cena da Coralli Taverna dove gustiamo un’ottima capretto
con gustosissime patatine fritte. Per stasera è prevista musica da Celeste ma
alle dieci non c’è ancora nessuno né nel bar né nel paese e noi, stanchi per la
giornata, andiamo a letto molto prima che inizino a suonare.
Per la notte abbiamo prenotato a Gialiskari da Stella
Studios, in cima a una strada ripida che parte dal centro del piccolo paese: due taverne, un bar, un
supermarket. La camera è grande anche se un po’ spartana e ha una vista
stupenda per un prezzo che le vale il premio di miglior rapporto qualità/prezzo:
20 euro la camera. La signora ci offre anche due bottiglie di acqua e
marmellata fatta da lei. Ottima accoglienza!
Le gole di Myrsonas sono bellissime: il sentiero è
costeggiato da massi di granito, vegetazione rigogliosa e tante orchidee oltre
a fiori più comuni.
A Armenistis c’è solo una taverna aperta e lì mangiamo, da
Mary Mary: nonostante non dia l’impressione di essere un posto molto tipico
invece la cena è gustosa: fava con cipolla caramellata e due ottime insalate
greche accompagnate da patatine fritte gustosissime. Brindiamo con le signore
olandesi che da vere nordeuropee alle
otto di sera hanno già finito di cenare.
Iniziamo il sentiero che risale la gola e subito ci colpisce
il paesaggio particolare, con massi di granito e piscine naturali che si
formano nel fiume. In estate tanti vengono a fare il bagno in queste piscine.
Dopo poco però il sentiero risale, abbandonando per un po’
il letto del fiume, e alzandosi di livello. La gola si vede tutta nella sua
ampiezza a passiamo attraverso terrazzamenti che ora sembrano però abbandonati.
Risalire tutta la gola richiede più di quattro ore di cammino e la parte finale
è abbastanza alpinistica, così abbiamo letto e così ci hanno raccontato.
Camminiamo per un paio d’ore nella gola e poi decidiamo di uscire dalla gola
per andare a vedere il paesino di Christos Raches. Per raggiungerlo ci vuole
un’altra ora di cammino in una strada bianca con belle case e terreni con
ulivi, campi e arnie di api.
Ritorniamo a Nas per una strada secondaria. Spioviggina e
sul mare si sentono tuoni e un gran temporale. A Nas, purtroppo, la festa è
molto più piccola che a Christos Raches. Ci avevano detto che sarebbe stata una
festa grandissima ed invece c’è solo un po’ di gente a mangiare nelle due taverne
aperte. Peccato. A saperlo sarebbe stato bello rimanere a Christos dove
l’atmosfera era sicuramente più rustica.
Incuriositi dai francesi, cerchiamo un punto panoramico per
vedere Manganitis ma non lo troviamo. Ad ogni modo il panorama è suggestivo
anche senza la vista su Manganitis e da quassù le direzioni per proseguire sono
molte: si può effettivamente scendere verso Manganitis, oppure procedere verso
Karkinagri o andare verso la Randi Forest. Tutte tappe che noi faremo nei
prossimi giorni.
Questo paesino ci piace davvero e anche oggi è pieno di
gente locale e di turisti nei vari caffè. Ci fermiamo per un caffè e per una
buonissima cheese cake alla fragola nella Cooperativa delle Donne: ci
incuriosiscono i loro liquori e ne compriamo uno alla carruba con cui faremo i
nostri prossimi aperitivi in camera. La cameriera che ci serve, la stessa che
ieri ci aveva dato indicazioni per tornare agevolmente a Nas, parla solo greco,
tanto per cambiare: è l’occasione per chiederle qualcosa in più sulla
Cooperativa e per farle i complimenti per la loro attività. A Christos incontriamo
anche la cameriera di Nas di ieri sera che ci invita a fermarci con lei e la
sua amica.
La discesa di circa 100 mt di dislivello è abbastanza agevole anche se la gola è molto calda. Tuttavia, arrivati quasi a livello del mare riusciamo a vedere la spiaggia ma noi non riusciamo a scendere: sarà perché non abbiamo trovato il punto giusto per scendere o sarà perché siamo stanchi, ma a noi la discesa alla spiaggia sembra troppo alpinistica. A leggere varie recensioni su Tripadvisor sembra che riescano a scendere anche i bambini, ma su questo a noi rimane il dubbio che invece tanti ci siano arrivati piuttosto via barca.
E così, mesti mesti, delusi per non essere riusciti a scendere, risaliamo i centro metri caldi caldi e ci avviamo verso Manganitis, un paese che si può attraversare solo in prima o a piedi, tanto è ripido. Parcheggiamo l’auto e ci andiamo verso la spiaggetta che abbiamo visto sulla cartina. Il paese è deserto, incontriamo solo un paio di pescatori vicino al porto a cui chiediamo indicazioni per la spiaggia. E’ piccola piccola ma bellissima. L’acqua è calda, c’è già un po’ d’ombra per ritemprarci e il granito che ci circonda mi ricorda tanto la Sardegna.
Le condizioni di vita di Manganitis ci appaiono un po’ difficili. E’ un paese lontano sia da
Evdilos che da Agios Kirikos, entrambe raggiungibili da strade abbastanza
impervie a cui forse loro avranno fatto l’abitudine (noi no), tutto in salita,
addossato alle montagne. Di una bellezza esagerata, con le montagne alte ad
abbracciarla da dietro, ma forse non facile da vivere.
Stella, di Zacharoula Rooms, dove dormiremo stanotte, ci
racconta che in inverno ci abitano 80 persone ma d’estate arrivano ad esserci
circa 500 persone, soprattutto greci in vacanza o greci espatriati in America che
ritornano al paese natìo per l’estate
La Foresta è comunque molto affascinante, con lecci tutti
intricati e pettinati dal vento. Da qui, attraverso una rete di sentieri immagino
non molto tracciati, si può arrivare a Erifi Plateau e oppure in direzione
opposta seguire tutto il crinale e arrivare fino a Mavrato, che si trova sopra
Agios Kirikos.
Con molta molta calma e fortunamente senza nessuno che sia
sopraggiunto dietro di me, arriviamo ad una spiaggia poco prima della capital e
lì ci fermiamo per un bagno, un po’ di sole e per riposarci.
Ci inoltriamo per una stradina e con nostra grande sorpresa troviamo
dei cartelli segnaletici per un percorso escursionistico fino al paese di
Drotsoulas. I cartelli sono nuovissimi, in legno e con l’indicazione anche dei
km.
Anche se non abbiamo preso né lo zaino né l’acqua e se si
sentono tuoni in qua e in là, l’entusiasmo è troppo forte e alla fine arriviamo
fino a Drotsoulas. Il paesaggio è bello, rocce e terrazzamenti, ma soprattutto
il sentiero è eccezionale. Si vede che è stato sistemato da poco: sembra di
essere in Alto Adige
Ritorniamo all’auto, ripercorrendo lo stesso sentiero,
rinfrancati dall’acqua di Drotsoulas e ci avviamo verso Faros che raggiungiamo
poco dopo più di un’ora.
E’ una delle “zone blue” del pianeta, dove la percentuale di
ultracentenari è più alta che altrove.
Noi l’abbiamo scelta per questi motivi e perché ci abbiamo
preso gusto a fare una vacanza di trekking in Grecia a fine aprile, dopo che
l’anno scorso abbiamo fatto parte dell’E4 a Creta. Ci sembra un modo piacevole
di conoscere un’isola, camminarla. E Ikaria, con le sue gole, le montagne sopra
i mille metri, la natura rigogliosa è l’ideale per il trekking.
27 APRILE - Evdilos
Finalmente è arrivato il giorno della partenza. Il gate del
volo Ryan per Atene chiude alle 7,40 e quindi ci tocca la sveglia all’alba per
prendere il treno e poi la navetta per arrivare all’aeroporto di Bologna.
Con le nuove regole Ryan decidiamo per l’imbarco prioritario
per aver subito il bagaglio con noi dato che ad Atene abbiamo una connessione un
po’ stretta con il volo Olympic per Ikarìa, anche se un mesetto prima della
partenza Olympic ci ha avvisato che hanno spostato in avanti di un’ora il volo
e questa volta il cambio orario va a nostro favore.
Essendo una vacanza dedicata principalmente al trekking, il
nostro bagaglio consiste di uno zaino da 30 litri per un peso di 7 kg.
Pochissimi vestiti in materiali tecnici che quindi sono leggeri e asciugano in
fretta. Lo spazio maggiore lo occupano gli scarponi. Personalmente adoro
viaggiare con lo zaino, tutto quello che mi serve sempre con me. La lista ormai è collaudata dopo il trekking a Reunion
del 2013 e a Creta lungo l’E4 dell’anno scorso. 7-8 kg si portano
tranquillamente anche per 15-20 km al giorno.
Il volo per Atene atterra in perfetto orario e gironzoliamo
un po’ per l’aeroporto. E’ la prima volta che viaggiamo con Olympic e la
compagnia ci piace. Imbarco easy e puntuale, bibite gratuite a bordo,
atterraggio in perfetto orario.
E finalmente comincia la vacanza! Dall’aereo vediamo già
l’isola, verdissima.
Contrariamente ad altre isole dove ci piace girare solo a
piedi o con gli autobus, ad Ikaria decidiamo di noleggiare un auto, un po’
perché l’isola è grande ed anche perché non sono riuscita a trovare molte
informazioni sugli autobus. Durante la vacanza ne vedremo passare, fra
Armenistis e Evdilos soprattutto, ma non avendo ben capito la frequenza
decidiamo di noleggiare l’auto.
Fra i vari preventivi che avevo chiesto scegliamo Lemy car che
ha il desk direttamente all’aeroporto e ci propone un prezzo imbattibile: 160
euro per una Hyundai i.20. La macchina è piccolina ma è l’ideale per l’isola:
le sospensioni sono un po’ a pezzi, ma ci riporterà all’aeroporto alla fine
della vacanza senza darci problemi. Dimitris, il proprietario di Lemy car,
parla un ottimo italiano, ed è molto disponibile.
Ikaria ci appare subito bellissima, un’altra isola di cui
innamorarsi.
La nostra prima tappa per il giorno di arrivo è Evdilos.
Siamo un po’ stanchi dal viaggio e dalla levataccia, ma ci dirigiamo subito
verso il secondo porto dell’isola, senza fermarci a Agios Kirykos che vedremo
nella seconda parte della vacanza.
Avevo letto alcuni post un po’ terrificanti sulle strade di
Ikaria e, considerato che alla guida ci sarei sempre stata io che con il
passare degli anni sono diventata sempre un po’ più paurosa, ero un po’
preoccupata. Ma complice forse l’entusiasmo il tratto di strada fino a Evdilos
non mi sembra difficile, anche se poi rifacendolo una seconda volta mi sono
dovuta un po’ ricredere. Ad ogni modo dall’aeroporto a Evdilos ci mettiamo
circa un’ora andando con tutta calma.
L’arrivo a Evdilos è amore a prima vista. Il porticciolo è
delizioso, con le casette colorate, i barettini sul porto, un po’ di
pescherecci. Parcheggiamo al porto e andiamo all’Hotel Atheras dove abbiamo
prenotato due notti. E’ un po’ all’interno, zona tranquilla, la stanza è bella
e la signora alla reception molto gentile.
Evdilos al crepuscolo |
Facciamo un giro in paese, molti negozi e taverne sono
chiuse, ci sono pochissimi turisti. Ceniamo alla Taverna Coralli, sul porto,
che è l’unica ad avere i tavolini fuori. Ce n’è un’altra nel paese più
all’interno ma si può mangiare ancora solo all’interno: dopo tutto l’inverno
passato al chiuso il nostro must ora è cercare di stare all’aria aperta il più
possibile. Ouzo subito per iniziare, sardine fritte e bamies, uno stufato di
piccoli peperoni molto gustoso. La cameriera parla solo greco e ci legge il
menù in greco: bene per me che faccio pratica e bene per Ikaria che sembra non
eesersi ancora piegata all’inglese obbligatorio per tutti.
Il paese si anima dopo le 22,00: i negozi aprono, arriva
gente, passano camion, e presto capiamo che è perché è venerdì sera ed è una
delle due sere della settimana che arriva il traghetto dal Pireo alle 23,40 e
c’è gran movimento.
28 APRILE – Da
Arethousa al crinale
Oggi inizia il trekking e non vediamo l’ora!
Ci svegliamo alle 7,00 e siamo probabilmente gli unici
svegli in tutta Ikaria. L’aria profuma di pitosforo, di cui l’isola è piena.
Tutt’intorno è ancora silenzioso.
Colazione sul terrazzino della stanza, yogurt, caffè,
frutta, avocado (di Creta). La sera rigorosamente al ristorante, ma la
colazione ci piace farla con i nostri tempi in camera. E per pranzo frutta, un
buon melone di solito. Anche se abbiamo fatto fatica a camminare è l’ideale:
non appesantisce e disseta.
Ikaria è un’isola molto verde e ricca di fiumi e di acqua,
tanto che l’acqua è potabile ovunque, in tutte le piazzette c’è una fontana e
al ristorante ti portano sempre l’acqua del rubinetto (από τη βρύση). Ci piace.
Scendiamo in paese e i negozi alle 9,00 sono ancora chiusi,
anche il forno deve ancora sfornare il pane. Forse perché è bassa stagione, di
turisti non ce ne sono molti in giro. Qualche nord europeo.
Sul terrazzino dell’hotel abbiamo infatti fatto conoscenza
con due simpatiche olandesi che incontreremo diverse volte durante la vacanza:
anche loro sull’isola a fare trekking. Ci scambiamo informazioni su sentieri e
percorsi: loro – già in pensione - si fermeranno almeno un mese fra Ikaria e
Samos.
Evdilos con le luci del mattino |
Aggiungi didascalia |
La tappa di oggi prevede un sentiero che parte da Arethousa
e arriva sul crinale che taglia l’isola in due orizzontalmente, quasi a quota
1000 m. La strada per arrivare ad Arethousa è agevole, come ci ha detto la
signora dell’hotel, asfaltata e solamente un po’ tortuosa. In questo piccolo
paesino di montagna ha sede l’Ikarian Language Centre: un centro abbastanza
rinomato per lo studio della lingua greca. Considerato che lo studio del greco
mi sta dando molte soddisfazioni, mi piacerebbe poter partecipare a un corso
residenziale il prossimo anno.
FOTO 5
Chiesa di Arethousas |
Abbiamo comprato una carta escursionistica dettagliata con
tutti i sentieri (μονοπάτι)
della Terrain Maps che fa cartine per tutte le isole e mentre la stiamo
consultando passa un signore molto anziano, con una barba lunga che ci augura καλό δρόμο….sarà uno dei centenari
che abitano l’isola?
L’imbocco del sentiero è semplice ma poco dopo arriviamo ad
un bivio e non ci sono indicazioni. Prendiamo una direzione ma più avanti,
anche dopo aver chiesto all’unica persona incontrata per tutta la giornata,
capiamo che è la direzione sbagliata. Ritorniamo sui nostri passi e prendiamo
l’altra direzione. Il sentiero è segnato da piccoli tondini di vernice rossa:
difficile però individuarli nella vegetazione folta e considerato che molte
volte il tempo ha scolorito la vernice.
Il sentiero, a parte la difficoltà di orientarsi, è molto
panoramico e pieno di fiori, cisto soprattutto, oltre a ginestre e orchidee: alla nostra destra il mare, in lontananza il paesino di Armenistis e a
sinistra le montagne.
Sentiero verso Arethousa |
Vista dal sentiero |
Il vallo sulla dorsale dell'isola |
Piano piano abbiamo preso dimestichezza con questi sentieri
e verso la fine della vacanza eravamo diventati bravissimi a scovare i segni
rossi che di solito vengono messi dopo un bivio ad esempio e mai sul bivio
stesso, o a fare a meno di una segnaletica scolorita dal tempo o non molto
chiara, per usare un eufemismo. Ma i primi giorni non è stato facile e molte
volte ci siamo persi, abbiamo sbagliato sentiero, dovendo ritornare sui nostri
passi o modificando l’obiettivo della giornata.
Oggi quello che ci ha stupito di più è la vegetazione
lussureggiante di Ikaria, alberi che non ti aspetti di trovare su un’isola,
abituati come eravamo a isole più aride come Lipsi o Tilos: querce, pini,
castagni.
Appena rientrati a Arethousa mangiamo il nostro melone nella
piazzetta del paese, con tavoli di cemento a contorno della piazza e una
fontanella. Nella piazzetta c’è anche un bel καφεωείο ma è chiuso.
Piazzezza di Arethousa |
29 APRILE – da Livadi
a Agios Dimitrios
Il programma di oggi era di tornare sul crinale, partendo da
Karavostamo ma vista la fatica di ieri per orientarci sul sentiero, optiamo per un percorso più
soft di cui avevo letto su un altro blog di viaggi. E a volte le cose non
programmate sono anche le più belle, inaspettate. Infatti il giro di oggi, che
in teoria doveva essere un ripiego rispetto al programma, si rivela invece
molto bello.
Il sentiero parte dalla spiaggia di Livadi, poco dopo
Gialiskari e arriva fino a Agios Dimitrios. A parte una piccola difficoltà iniziale
per individuare la direzione, il sentiero è ben segnato con i soliti tondini
rossi. Risale una gola costeggiando un
torrente che, con nostra grande sorpresa, è pieno di tartarughe che appena ci
vedono si rifugiano sott’acqua.
Le gole di Livadi |
La zona tutt’intorno è agricola, con terrazzamenti e vigne.
La cartellonistica ci strappa un sorriso e dopo un paio d’ore di risalita il
sentiero sbuca sulla strada asfaltata, più o meno dove saremmo voluti arrivare.
Ci fermiamo nella taverna che è proprio all’uscita del
sentiero per rifocillarci. Siamo ad Agios Polycarpos, davanti a noi dall’altra
parte dell’anfiteatro che scavalca la gola, c’è Agios Dimitrios. Ci arriviamo
dopo un km. Il paesino è delizioso: fa parte del Comune di Raches. Una
piazzetta con un bar e una taverna e un platano grandissimo, una chiesetta e
pochi abitanti e nessun turista. Sosta di rito sotto al platano, con i tavoli
di cemento e la fontanella, per mangiare con calma il nostro melone greco e le arance
locali.
FOTO 18
Agios Dimitrios |
Per tornare al mare optiamo per una stradina secondaria,
fiancheggiata da belle case e bella vegetazione, in particolare pini marittimi.
Il pomeriggio lo passiamo alla spiaggia di Livadi dove
faccio il primo bagno: l’acqua è freschina ma ci sono due signore greche che
sono dentro da un bel po’, alla moda greca, e mi faccio convincere ad entrare e
a fare un bagnetto veloce. La spiaggia di Livadi è bella, larga, sabbiosa e in
questo momento quasi deserta: insieme a noi altre quattro persone fra cui un
nordeuropeo con due bambini che però parlano greco perfettamente e si capisce
che non è più solamente una famiglia di turisti. Un po’ di invidia per loro che
hanno avuto il coraggio di fermarsi qua.
Spiaggia di Livadi |
Per la cena avremmo voluto provare la taverna Atasachas
sulla strada per Armenistis ma è chiusa, come chiuse sono quasi tutte le
taverne di Armenistis. Decidiamo di tornare a Gialiskari e di cenare nel σουβλαδζίκο del paese: gyros e vino
locale. Buono. Anche in questo ristorante la cameriera parla solo greco: a me
piace, mi sembra che Ikaria mantenga la sua identità.
30 APRILE – Gole di
Myrsonas
Colazione sul terrazzo con vista mare e partiamo subito
dagli Stella Studios per le gole di Myrsonas. Il sentiero,infatti, parte poco
oltre, costeggiando un hotel a quattro stelle che al momento però non sembra
avere turisti. Ci stiamo impratichendo con i sentieri di Ikaria e oggi
riusciamo ad imboccarlo subito senza perderci. E’ ben tracciato e nella prima
parte scorre a fianco di quelli che in Alto Adige chiamano waalweg: una rete capillare di canalette che portano l’acqua ai
vari campi, e all’occorrenza dotate anche di chiuse per deviare il flusso
d’acqua. Le chiuse sono rudimentali, fatte con stracci e pietre, ma funzionano!
Ikaria è un’isola ricca d’acqua e oltre alle canalette che ritroviamo anche in
altre zone, i sentieri sono spesso costeggiati da intrighi di tubi che portano
l’acqua delle sorgenti nelle case, con regolari contatori all’aria aperta.
I Waalweg di Ikaria |
Gole di Myrsonas |
Per la risalita della
golaimpieghiamo circa due ore, vorremmo spingerci fino al monastero di Moundè
ma è un po’ lontano e ci accontentiamo di guardarlo da lontano.
Prendendo l’atra direzione saremmo potuti arrivare al
monastero di Theoktisti che, dalle foto viste, dovrebbe essere molto bello, ma
ci teniamo la meta per la prossima volta che torneremo a Ikaria.
Il pomeriggio lo passiamo in spiaggia a Mesakti, che è di
fianco a quella di Livadi, ma ancora più grande. Il mare è calmo, non tira
vento, ed è piacevole passeggiare sulla sabbia. La temperatura sta aumentando
rispetto ai primi giorni e anche in spiaggia c’è un po’ di gente in più.
Ci riposiamo sotto le tamerici e incontriamo una ragazza
ungherese che ci propone dei massaggi. E’ lì con il suo fidanziato italiano,
hanno comprato un terreno con una casa da ristrutturare e per ora abitano in
una tenda, da aprile a ottobre. Ci racconto che l’anno scorso su quella
spiaggia che ora conta una ventina di persone lei ha contato fino a duemila
tende. Ikaria, ci spiega, in agosto è il ritrovo di hippie da tutta la Grecia e
dall’Europa. Faccio il bagno anche oggi e più tardi incontriamo le due signore
olandesi che avevamo conosciuto a Evdilos: ci raccontano dei loro percorsi di
trekking e che nella Randi Forest si sono perse, nonostante il gps. Una delle
due è stata per la prima volta a Creta quarant’anni fa e regolarmente fa
vacanze in Grecia. Facciamo tesoro dei consigli per i nostri prossimi giorni.
La sera dormiamo a Armenistis: avevo prenotato dall’Italia a
Kirki Rooms e telefono alla signora Maria per dirle che stiamo arrivando. Ci
dice che ci ha lasciato le chiavi alla reception dato che siamo gli unici
ospiti. Poco dopo arriva per salutarci e mi diverto a chiacchierare un po’ in
greco. La camera è bellissima ma soprattutto la vista è spettacolare: si vede
tutta la spiaggia di Mesakti e di Livadi e sotto di noi il mare. Palma d’oro
per sistemazione più bella di Ikaria. Il prezzo è veramente economico: 30 euro,
ma sempre perché è bassissima stagione.
Tramonto da Kirki Room |
1 MAGGIO – da Nas a
Christos Raches lungo le gole di Chalari
Anche oggi facciamo colazione sul terrazzo con vista mare.
Armenistis |
E’ il primo maggio e ci sembra che sia una festa molto
sentita a Ikaria. Ci sono ovunque manifesti (con la falce e il martello bene in
evidenza e con la scritta 100 anni di KKE – il partito comunista greco) della
festa che ci sarà oggi a Christos Raches e ci hanno detto che ci sarà anche una
festa a Nas, dove alloggeremo questa notte.
Oggi risaliremo le gole di Halaris che partono proprio da
Nas.
Arriviamo a Nas che è ancora tutto addormentato anche se
sono già le nove. La bella spiaggia di Nas, proprio sotto agli studios dove
alloggeremo, è ancora in ombra e calma.
Spiaggia di Nas |
Gole di Chalari |
Piscina naturale Gole di Chalari |
Gole di Chalari |
Avevamo letto che il paesino di Christos Raches si anima
solo a partire dalle dieci di sera. Tuttavia oggi è tutto aperto ed è solo
l’una del pomeriggio: c’è molta gente, nelle taverne, nei caffè, e in giro per
il paese. Il paesino è bello e piacevole. Ci fermiamo a vedere il negozio della
Cooperativa di donne di Ikaria che fa anche da caffè: producono marmellate,
salse e liquori con le erbe di Ikaria. L’ambiente all’interno è accogliente e
compriamo una marmellata di arance di loro produzione per le nostre prossime
colazioni.
Prima di ripartire assistiamo all’arrivo del corteo:
megafoni, bandiere, macchine in corteo, e pugni chiusi. Oggi a Christos Raches
si festeggia il primo maggio in grande stile. Ci godiamo la scena, rapiti dalla
grande partecipazione popolare in un paesino così piccolo.
Manifesti per la festa del 1°Maggio |
Ci sistemiamo in camera agli studios Artemis. La camera è
molto piccola ma il terrazzo che dà sulla spiaggia di Nas e sul tramonto ripaga
della lieve scomodità interna. Ci riposiamo sul terrazzo, faccio un salto a
vedere la spiaggia (per arrivarci bisogna guadare il fiume Chalaris) e verso le
sei decidiamo di prendere parte alla festa. Nelle due taverne c’è musica e
ancora tanta gente. Ci facciamo consigliare dalla figlia dei proprietari su
quale taverna scegliere. Ci indica Anna, anche se è sua cugina ammette, ma
secondo lei è comunque la più genuina. La taverna è piena di gente e c’è musica dal vivo. Dal menù della giornata è
rimasto ben poco, dopo che sono tutti a pranzo da mezzogiorno
ininterrottamente: la griglia funziona a pieno ritmo ma stasera abbiamo voglia
di mangiare vegetariano. Difficile però visto che tutte le cose vegetariane
sono finite. La cameriera, che anche qui parla solo greco nonostante il luogo
sia alquanto turistico, alla fine ci propone un ottimo bamies (dei piccoli
peperoni verdi e lunghi stufati con il pomodoro), χωριάτικη e patatine fritte con del buon
vino bianco di Ikaria. I ceci al forno che ci sarebbero tanto piaciuti erano
finiti.
La musica è bella, il duo canta bene e tante delle canzoni
le conosco già perché fanno parte del cd che da due anni ascolto in auto senza
soluzione di continuità. Molti ballano e fra questi anche quelli che mi
sembrano un gruppo di studenti stranieri dell’Ikarian Language Centre di
Arethousa. O forse mi piace immaginarlo.
Seduti di fianco a noi ci sono tre signori anziani che erano
già seduti prima del nostro arrivo. Hanno ordinato una grigliata di carne e
patatine fritte. E qui capisco finalmente come fanno i greci a stare a tavola
per un tempo così lungo: mentre noi ci avventiamo sul cibo appena ce lo portano
e finiamo le patatine in fretta per non farle diventare fredde, loro hanno la
grigliata sul tavolo già da due ore ma non l’hanno ancora finita, anzi l’hanno
appena toccata. Ogni tanto mangiano una patina (che nel frattempo sono
diventate fredde), poi dopo un’altra mezz’ora un pezzo di costoletta. Con molta
calma. Forse è questo il segreto dei centenari di Ikaria? Io, tuttavia, non riuscirei
a mangiare le patatine fritte fredde, è un mio limite: ho ancora molta strada
da fare per imparare come si fa a mangiare in Grecia. Nel frattempo noi optiamo
per un altro mezzo litro di vino bianco che si sposa benissimo con la serata
calda e la bella atmosfera di festa che si respira stasera a Nas. La camiera ci
sprona a partecipare al ballo ma purtroppo non siamo capaci anche se ci
piacerebbe molto.
2 MAGGIO – Erifi
Plateau
Anche stamattina sveglia presto e colazione sul bel terrazzo
con vista sulla spiaggia di Nas, ancora immersa nell’ombra del mattino.
Per colazione ci gustiamo la buonissima marmellata di arance
della Cooperativa delle Donne di Christos Raches che abbiamo comprato ieri.
Oggi la destinanazione è Erifi Plateu. Arriviamo di nuovo in
auto fino a Agios Dimistrios, poi passiamo Christos Raches e Profitis Ilias con
la sua bella chiesetta e proseguiamo ancora fino al laghetto artificiale con la
diga dove parcheggiamo l’auto.
Il giro di oggi non dovrebbe essere faticoso perché non prevede
un grande dislivello anche se il caldo di oggi e l’assenza di vegetazione sul
plateau rendono comunque impegnativa la gita. Una coppia francese che abbiamo
incontrato ieri sera a Nas ci ha detto che da quassù si vede un’ottima vista su
Manganitis: lo prendiamo come obiettivo della giornata
Il sentiero è facile e bello, in un paesaggio particolare,
con grandi sassi di granito che rendono l’atmosfera un po’ lunare.
Erifi Plateau |
Proseguendo nella camminata il tracciato diventa
pianeggiante e scompaiono gli ultimi alberi.
Ci sono anche molte arnie e improvvisamente, in mezzo al
nulla, compare un fantomatico cartello che indica che quella su cui stiamo
camminando è una pista ciclabile. In effetti quassù con una mountain bike ci si
può davvero sbizzarrire, ma il cartello isolato fa un po’ sorridere.
Anche oggi non abbiamo incontrato altri escursionisti.
Arriviamo fino al rifugio Tis Mamis che è tutto recintato per evitare
l’ingresso alle capre. Si aprono vari sentieri in varie direzioni con una
cartellonistica non sempre leggibile. Non è facile orientarsi.
Fa molto caldo e anche oggi non tira vento. Dopo tre ore di
cammino rientriamo per la stessa strada e decidiamo di fermarci per un tardo
pranzo, con il solito melone, nella piazzetta di Christos Raches.
Piazzetta di Christos Raches |
La tappa di stasera è Manganitis. Scendiamo da Crhistos e
torniamo verso Evdilos dove parte la strada che attraversa l’isola e che porta
pertanto sulla costa sud. La strada è effettivamente un po’ impressionante,
sale stretta fra le montagne e dal passo, dove c’è la chiesetta di un altro
Agios Dimitrios, comincia a scendere con una vista a prova di vertigini sul
mare. Per me è un po’ impegnativa, il senso di vuoto e la strada non sempre
protetta dal guardrail mi agita un po’ ma per fortuna non c’è nessuno oltre a noi e con tutta calma
arriviamo al parcheggio per la spiaggia di Seychelles, subito dopo la galleria.
La discesa di circa 100 mt di dislivello è abbastanza agevole anche se la gola è molto calda. Tuttavia, arrivati quasi a livello del mare riusciamo a vedere la spiaggia ma noi non riusciamo a scendere: sarà perché non abbiamo trovato il punto giusto per scendere o sarà perché siamo stanchi, ma a noi la discesa alla spiaggia sembra troppo alpinistica. A leggere varie recensioni su Tripadvisor sembra che riescano a scendere anche i bambini, ma su questo a noi rimane il dubbio che invece tanti ci siano arrivati piuttosto via barca.
Spiaggia di Seychelles |
E così, mesti mesti, delusi per non essere riusciti a scendere, risaliamo i centro metri caldi caldi e ci avviamo verso Manganitis, un paese che si può attraversare solo in prima o a piedi, tanto è ripido. Parcheggiamo l’auto e ci andiamo verso la spiaggetta che abbiamo visto sulla cartina. Il paese è deserto, incontriamo solo un paio di pescatori vicino al porto a cui chiediamo indicazioni per la spiaggia. E’ piccola piccola ma bellissima. L’acqua è calda, c’è già un po’ d’ombra per ritemprarci e il granito che ci circonda mi ricorda tanto la Sardegna.
Spiaggia di Mangianitis |
Il paesino è un piccolo labirinto di stradine tutte
strettissime e tutte ripidissime. La camera è bella, con una cucina super
attrezzata e una bottiglia d’olio gentilmente a disposizione, oltre a frutta a
volontà. La mattina le avevo telefonato e le avevo chiesto se c’erano taverne
aperte nel paesino. Certamente, mi aveva risposto. Si offre di accompagnarci
fino alla taverna Apostolis e quando
stiamo per arrivare le chiedo se è sicura che sia aperta perché è tutto buio.
Mi risponde che aprirà apposta per noi, visto che i proprietari abitano proprio
lì sopra e che siamo gli unici turisti. E
in effetti appena arriviamo accendono le luci e ci raccontano il menù in greco:
non c’è molto ovviamente ma ci propongono tzatziki e barbounia fritti, cioè
triglie appena pescate. Una delle migliori cene di Ikaria che ancora ricordiamo
con l’acquolina in bocca: il tzatziki l’avevano fatto fresco fresco e le
triglie erano squisite, con un ottimo vino bianco locale. La serata la
concludiamo nel terrazzo di casa, è caldo, silenzio ovunque, la luna che sale e
le civette come sottofondo. A noi sembra che sia un gran bel posto.
3 MAGGIO – Randi
Forest
Sveglia alle sette e colazione sul terrazzo. Silenzio tutto
intorno. Prima di partire andiamo a salutare Stella che ci regala un sasso
dipinto con il mare di Ikaria e ci ricorda di fare molta attenzione nella Randi
Forest perché è facilissimo perdersi, come infatti è successo anche alle nostre
amiche olandesi. Ci ricorda anche che la strada verso Agios Kirikos è molto
peggio di quella che abbiamo fatto ieri da Evdilos: questo non mi rincuora per nulla.
Parcheggiamo l’auto nel parcheggio della chiesina di Agios
Dimitrios e ci avviamo verso il sentiero. L’obiettivo è di arrivare fino al
punto panoramico e soprattutto non perdersi. Il sentiero è facile perché non ci
sono grossi dislivelli ma ci appare chiaro da subito che perdersi lì è più
facile che orientarsi.
Randi Forest |
All’inizio il sentiero è segnato benissimo e questo ci fa
partire con ottimismo, ma pian piano i segni si fanno sempre più piccoli, fino
a scomparire del tutto e lasciare spazio solamente a omini di pietra e poi
anche quelli scompaiono. Ogni tanto ci fermiamo e ci guardiamo indietro per
cercare di orientarci ma il paesaggio è tutto uguale e cerchiamo di prendere
dei punti di riferimento anche se non è facilissimo. Guardiamo sulla cartina il
percorso circolare che ci avevano raccontato le due olandesi: sono state
davvero coraggiose perché si sono inoltrare nel cuore della Foresta senza una
guida e su un sentiero che nella nostra cartina escursionistica molto
dettagliata non è neppure indicato. Alla fine si sono perse, nonostante il gps,
ma piano piano sono riuscite a tornare all’auto.
Noi arriviamo al nostro obiettivo della giornata: il punto
panoramico da cui si vede Manganitis laggiù in basso, addossato alla montagna.
Dal paese dovrebbe esserci un sentiero che sale fin quassù ma da qui si
intuisce quanto ripido debba essere.
Vista da Randi Forest su Mangianitis |
Siamo soddisfatti, oggi è il nostro ultimo giorno di
trekking e ora ci aspettano un paio di giorni di mare e di riposo. Ritorniamo
all’auto e partiamo con destinazione Agios Kirikos. Ventisette km, la maggior parte dei quali a strapiombo
sul mare, senza guardrail e con dei tempietti commemorativi di tanto in tanto: ventisette
kilometri decisamente impegnativi, almeno per me.
FOTO 48
Inizio strada per Agios Kyrikos |
L’idea è quella di fermarci per la notte ad Agios Kyrikos ma
arrivare in questo piccolo porto, dopo la poesia e il silenzio di Manganitis e
anche di tutta la costa nord dell’isola, ci disorienta un po’. L’atmosfera non
ci piace, non riconosciamo nulla di quello che abbiamo vissuto in questa
settimana, ci sembra di essere arrivati in un posto che non ha niente a che
fare con quello che abbiamo visto finora e nonostante la stanchezza ripartiamo
dopo un giro veloce e torniamo a Evdilos. E Evdilos ci rincuora subito con la
sua tranquillità, le sue casette colorate, il suo porto ad anfiteatro. Qui ci
sentiamo a casa.
Torniamo all’hotel Atheras per gli ultimi due giorni di mare
e la cena la facciamo di nuovo alla taverna Coralli. Κολοκυθόκεφτεδες, σουφικό e un mix di ouzo
e άσπρο κρασί che, insieme alla stanchezza della giornata, ci danno il colpo di
grazia e molta allegria, insieme alla cameriera che ride quando le chiedo come
si dice ubriaco in greco. Lei abita a
Karavostamo che dice essere il paese più grande di Ikaria anche se non ci sono
molte strutture turistiche.
4 MAGGIO – Relax alla
spiaggia di Mesakti
Il programma di trekking che avevamo previsto si è concluso
ieri e dopo una settimana di camminate, anche se non tutte impegnative, ci
godiamo questi ultimi due giorni di relax. Oggi fa caldo, ci sono 27 gradi e
zero vento e decidiamo di passare la giornata intera alla spiaggia di Mesakti.
La signora della reception, all’Atheras Hotel, dopo averci chiesto se sulle
montagne abbiamo incontrato dei serpenti (!), ci consiglia di pranzare alla
taverna di pesce Χιαλάρι che
si trova a Gialiskari: bisogna scendere per una stradina subito dopo l’abitato.
Non l’avevamo vista questa parte del paese la sera che siamo stati a
Gialiskari, non ci eravamo accorti che sottostrada ci fossero delle taverne, e
invece ce ne sono ben due che affacciano sul porticciolo di Gialiskari. La
stradina prosegue e arriva fino alla chiesetta di Analipsi. Il porticciolo è
piccolo ma pieno di pescherecci: è il posto giusto per mangiare pesce fresco.
Alla taverna c’è la proprietaria e prenotiamo un melanuori per il pranzo.
La spiaggia di Mesaktti oggi è una meraviglia: calda,
tranquilla, mare piatto. L’ideale per un lungo bagno e per una chiacchierata in
greco con una signora del posto che prende il sole sulla spiaggia in attesa che
il marito venga a recuperarla. Infatti ,appena sente il concordato colpo di
clacson salta in piedi e in pochi minuti
è già vestita per partire.
Il pranzo alla taverna Χιαλάρι è delizioso: ci siamo solo noi. Oltre al pesce ordiniamo una
insalata di μαρούλι e un’insalata di patate. Sia il pesce che le
insalate sono affogate in un buonissimo olio che inizialmente ci sembra un po’
troppo e invece non riusciamo a resistere e facciamo la bruschetta con il buon
pane che ci portano. Quando andiamo a pagare chiedo alla signora se l’olio è di
Ikaria. In teoria io avrei voluto sapere se era prodotto da loro ma non
conoscendo bene la lingua l’avevo presa un po’ da lontano: ma ho notato che i
greci hanno l’abitudine di rispondere solo alla domanda che viene fatta loro. E
così per sapere che era proprio il suo olio, le ho dovuto fare tre domande e
alla fine ci sono riuscita. Deve avere una produzione abbondante per metterne
così tanto su ogni piatto!!
Prima di lasciare Gialiskari ci fermiamo a vedere un paio di
studios che sono all’interno di una pinetina che dà sul mare. Incontriamo la
figlia dei proprietari degli studios Anna che sta annaffiando i tanti fiori che
ha nel giardino ci dice che in bassa stagione il prezzo per una camera è 25
euro: da tenere presente per la prossima volta.
Tornati a Mesakti incontriamo una coppia austriaca con un
bimbo di sei mesi: lui è un musicista e suona in un’orchestra. Hanno comprato
una casa a Proespera e ci vengono 4 o 5 volte all’anno. E’ un posto isolato
così lui può suonare indisturbato. Il paesino poi lo cerco sulla carta: è oltre
Nas, veramente piccolo e con una strada tortuosa per arrivarci.
Prima di andare a cena facciamo l’aperitivo in camera con il
liquore di carruba comprato a Christos Raches nella Cooperativa di Donne: molto
gustoso e profumato, peccato aver comprato la bottiglina piccola.
Cena ancora alla taverna Coralli: avremmo tanta voglia di
riprovare il piatto di capretto, ma lo fanno solo domani sera. Peccato, noi
domani si riparte. La cameriera ci consiglia per domani mattina di vedere
ancora un ultimo paesino che secondo lei merita molto: Akamatra.
5 MAGGIO – Akamatra e
Faros
Oggi è il nostro ultimo giorno a Ikaria e nel pomeriggio
andremo a Faros, vicino all’aeroporto e vicino alla località di Therma.
Il tempo non è un granchè, avremmo volentieri passato
un’altra giornata in spiaggia ma è nuvolo.
Ci avviamo verso Akamatra che dista pochi chilometri da
Evdilos sulla strada che porta a Manganitis. Il paesino è molto grazioso: l’unico
bar che c’è è chiuso e in giro non c’è nessuno. E’ in collina, immerso nella
vegetazione.
Akamatra |
Akamatra immersa nel verde |
Non riusciamo a crederci: dopo una settimana di puntini
rossi minuscoli da cercare con la lente di ingrandimento su una roccia o su un
albero, dopo cartelli scoloriti impossibili da leggere, dopo sentieri di cui i
rovi si erano bellamente riappropriati, oggi che è l’ultimo giorno ci
imbattiamo in un percorso perfetto e neppure programmato perché infatti se non
fosse stata per la cameriera di ieri sera probabilmente ce lo saremmo persi.
Tante volte le cose non programmate sono davvero le migliori.
Panorama verso Drotsoulas |
Sentiero che porta da Akamatra a Drotsoula |
Arriviamo a Drotsoulas nella speranza di trovare la solita
piazzetta con chiesetta e fontanella. Il paese è pressochè abbandonato ma
abbiamo la fortuna di incontrare Christos che ci indica la fontanella e si
ferma a chiacchiera un po’ con noi. In inverno gli abitanti sono solamente 5 ma
verso marzo anche lui, che in inverno abita ad Atene, ritorna al paese per
aiutare il padre anziano, e la popolazione raggiunge circa quaranta persone. Ci
spiega che da lì si può arrivare fino ad Arethousa, ma ci vogliono i pantaloni
lunghi visto che la vegetazione è molto alta e ci sono ortiche e rovi,
eventualità che già abbiamo sperimentato nei giorni scorsi.
Torre campanaria di Drotsoulas |
I nostri studios sono sulla collinetta sopra Faros, i
Drakano Rooms. La stanza è grande e il giardino che un’apoteosi di fiori,
curati dalla proprietaria, che fanno dei Drakano Rooms un posto davvero molto
accogliente, il meglio che si possa trovare a Faros.
Sarà il tempo grigio che non invoglia ma a noi Faros non
lascia niente: la spiaggia non è un granchè, i dintorni e le case sono
abbandonati e molto mal tenuti, per non parlare delle due taverne sulla
spiaggia. Scegliamo Grigoridis ma sarebbe stato uguale se avessimo scelto
quell’altra: ci portano l’acqua in una bottiglia con una decalcomania di Londra
e dei suoi bus a due piani; le polpette di zucchine sono immangiabili e il vino
pure.
Insieme a Agios Kirikos e a Therma, che visiteremo domani
mattina, questa parte dell’isola è in netto contrasto con i paesini che abbiamo
visitato nella costa Nord, a cui aggiungiamo anche Manganitis. E’ tutto molto
abbandonato e stranamente qui incontriamo molti più turisti (inglesi) che nella
costa nord.
E’ la nostra ultima sera e ogni ripartenza porta con sé un
po’ di malinconia. Si torna alla routine di tutti i giorni, ma soprattutto si
lascia la Grecia, sempre molto accogliente e piacevole da vivere. Ikaria,
insieme a Creta, si gioca il primo posto nella graduatoria “isola in cui
trasferirsi”.
IKARIA NEL CUORE
Ikaria ci è rimasta nel cuore. Ha alte montagne, ricche di
acqua e vegetazione, percorse da bei sentieri che a volte è necessario svolare
ma poi non ti deludono mai.
Le sue gole, con i fiumi, i canaletti d’irrigazione, le
tartarughe e le viti nei terrazzamenti, offrono la vista di un quadro diverso
ad ogni ritornante e ad ogni ansa.
Ikaria ci è piaciuta perché abbiamo incontrato tante
persone, anche giovani, che l’inglese non lo parlano, e con estrema
rilassatezza ti parlano in greco come se fosse la lingua più conosciuta al
mondo.
A Ikaria per noi si vive bene perché ancora sanno
festeggiare il primo maggio in pompa magna e con grande partecipazione di
popolo. Mentre una volta, tanti anni fa, in Olanda che ci capitai per il primo
maggio mi dissero che per loro non è più una festa e si va regolarmente al
lavoro.
Ci siamo fatti l’idea che il motivo per cui a
Ikaria ci sono tanti centenari non dipende né dall’aria pulita nè dal
cibo genuino, ma perché riescono a farsi durare una grigliata di carne una
serata intera, senza fretta, e questo ci piacerebbe davvero imparare a farlo.
E mi piacerebbe venire ad abitare a Ikaria e fare il bagno
in mare come una vera greca, cappello in testa, acqua fino alle spalle e tante
chiacchiere con l’amica di turno per almeno un paio d’ore. Ed anche perché al
ristorante ti portano l’acqua in caraffa, del rubinetto, senza neanche
chiederti se preferisci quella in bottiglia.
Se vi capiterà di venire a Ikaria, secondo noi non potete
perdervi Evdilos, Christos Raches, Akamatra, la spiaggia di Mesachti e
Manganitis: in media stagione di sicuro troverete qualche taverna aperta in più,
ma Apostolis a Manganitis e Kialari a Gialiskari valgono una sosta.
Guardando la cartina, tanti sono ancora i posti che non
abbiamo visitato. Li teniamo per la prossima volta, insieme all’Ikarian
Language Centre dove perfezionare il greco.
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