giovedì 18 settembre 2014

La nostra vacanza kritika: YAMAS KRHTH!!

di: Gloria Contin & Antonella Mora



25 luglio- Dopo un inverno passato a sognare e programmare la sospirata vacanza greca, finalmente arriva il giorno fatidico!! Il volo Easy Jet acquistato a Natale (177 euro a testa) decollava da MPX alle 18,50, con arrivo a Iraklio alle 23 ora locale. Da brave ragazze previdenti, avevamo prenotato la nostra auto via intenet circa un mese prima della partenza sul sito autoholidays.gr (consigliato anche dal nostro Michele), dopo aver consultato altri 2 siti simili. All'arrivo in aeroporto abbiamo potuto ritirare la nostra Micra alla modica cifra di 240 euro per 10 giorni e trasferirci per la prima notte al piccolo hotel Evans molto ....troppo.... vicino all'aeroporto di Iraklio (camera tripla con bagno 45 euro, prenotato con booking.com), soluzione economicissima e comoda per trascorrere la notte dell'arrivo, prima del trasferimento nel sud dell'isola.


26 luglio- Dopo una piccola colazione, offerta dal boss dell'hotel e non prevista nella prenotazione, ci mettiamo in viaggio per la prima meta della vacanza: Matala. I 60 km circa che separano le 2 città scorrono lungo una bella e ampia strada che attraversa l'isola da nord a sud in un continuo saliscendi di colline coperte da uliveti. La piana di Messara, alla nostra sinistra, a fondo valle ci si presenta verdeggiante e poco dopo lascia il posto alle prime tipiche rocce scavate che caratterizzano il paesaggio di Matala. All'ingresso della cittadina troviamo il nostro hotel, prenotato con molto anticipo sempre su booking.com. Il Dimitris Villa Hotel ci convince dal primo momento: accolti simpaticamente da Marianthi e dopo aver lasciato l'auto all'ombra nel parcheggio privato, ammiriamo il bellissimo e rigoglioso giardino con fiori e palme, attorno alla piscina dell'hotel.
 
Dimitris Villa
 
 
La camera tripla, nella dependance, (42 euro al giorno con la prima colazione) ampia, luminosa e con un balcone affacciato sul giardino, ci verrà consegnata un'ora dopo, quindi approfittiamo per fare un primo giro perlustrativo di Matala.

Il paese vivace e colorato, caratterizzato da uno stile '70s di sapore hippy, che sorge tutto attorno alla famosa spiaggia vista cento volte nelle immagini, ci piace subito moltissimo a dispetto di quanto ci era stato riferito (troppo turistico, molta confusione, meta troppo inflazionata...).
 
Matala
 
 
È vero che è affollato, ma i numerosi locali sono deliziosi, le taverne e i negozietti caratteristici e particolari.
 
Matala


Matala
 
 
All'ingresso della via principale c'è anche un piccolo chiosco dell'associazione ARXELON per la tutela delle tartarughe caretta caretta, dove abbiamo acquistato dei gadget e due magliette il cui ricavato aiuterà nella salvaguardia di questi animali. Infatti la spiaggia principale di Matala (insieme ad altre due sull'isola) è luogo di nidificazione della tartaruga.

Decidiamo di provare subito la taverna Eleni che sovrasta la spiaggia: il nostro tavolo è in veranda, dalla quale si gode la vista del mare e delle grotte scavate nelle pareti rocciose in epoca neolitica e abitate dagli hippy tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70.
 
Taverna Eleni - Matala
 
Qui assaggiamo, tra le altre cose, il nostro primo dakos: una specie di frisella con pomodoro e locale formaggio fresco di pecora (mizythra). Adocchiamo già anche le taverne per le prossime sere...

Dopo mangiato rientriamo al Dimitris dove la stanza è nel frattempo pronta e velocemente ci prepariamo per la spiaggia.
 
Matala
 
Ci accoglie un forte meltemi! Il vento ci rende difficile stare in spiaggia perchè ci frusta con folate di sabbia: ci proviamo riparandoci con i lettini ma siamo costrette a desistere e a rientrare in hotel per terminare il nostro primo pomeriggio in piscina.

La sera decidiamo di cenare alla taverna Scala, in fondo alla baia e in posizione panoramica (le nostre guide riportano giudizi entusiastici su questa taverna e ci troveranno concordi). Per la prima volta (e così sarà per tutta la vacanza) incontriamo la calda ospitalità cretese che si manifesta anche offrendo a fine pasto il famoso distillato locale detto raki e della frutta. E così le 3 ragazze morigerate non hanno potuto esimersi dal brindare ogni sera alla salute degli amici cretesi... YAMAS!!!

27 luglio- Incuriosite dalle descrizioni delle spiagge nei dintorni di Matala, nonchè per sfuggire alla folla e al meltemi, ci dirigiamo verso Kommos che si raggiunge in pochi minuti di auto. Ingannate dalla "celeberrima" segnaletica greca che aiuta il turista ad andare in confusione, sbagliamo un bivio e ci troviamo nei pressi di una panoramicissima chiesetta a picco sul mar libico.
 
Chiesetta Kommos
 
Scendiamo dall'auto e diamo un'occhiata dalla terrazza della chiesa; ci viene incontro il pope che ci invita ad entrare e visitare la chiesa offrendoci un pezzo di pane dolce, tipica usanza nelle feste religiose in Grecia. Infatti ci ricordiamo di aver letto sulla guida che quel giorno è la festa del patrono di Matala, Aghio Pantaleimon, a cui la chiesa è dedicata.

Raggiungiamo Kommos dove trascorriamo la mattinata: spiaggia lunghissima, mare limpido, poco vento.
 
Kommos
 
Anche qui (come nelle altre spiagge dell'isola) un ombrellone e tre lettini costano 8 euro. Nel pomeriggio decidiamo di esplorare Aghios Pavlos, affascinate dalle immagini delle dune viste durante i nostri "studi" invernali. La strada è un susseguirsi di curve che però la nostra fida Micra affronta con disinvoltura. Ci fermiamo alla spiaggia raggiungibile in auto e ci meravigliamo di quanto il parcheggio sia affollato. Alcuni cartelli indicano il sentiero per raggiungere la vicina spiaggia della duna, a cui si arriva solo a piedi. Ci inoltriamo fino a raggiungere il punto panoramico da cui si può ammirare la famosa spiaggia, ma dopo la foto di rito decidiamo di fare il bagno nella prima spiaggetta (pigreeeee...!).
 
Aghios Pavlos


Duna Aghios Pavlos
 
Il beach bar Skopas offre un'atmosfera tra il reggae e il lounge che ci invita a rilassarci all'ombra, prima di tuffarci per il bagno di fine pomeriggio.

Rientrando a Matala, per non perdere l'abitudine sbagliamo strada, allungando il tragitto di qualche chilometro e incontrando una nebbia insolita che ingombra la valle.

Quella sera ceneremo in una taverna accanto allo Scala (di cui non ricordiamo il nome) che però non si dimostra all'altezza della cena precedente. Per consolarci passiamo la serata in uno dei numerosi e affascinanti locali del paese, il Marinero. Allettate dall'atmosfera caraibica e dall'invitante musica anni '80 ci sediamo al bancone per un drink, circondate da un andirivieni di ventenni. YAMAS! Dopo il cocktail e cambiata anche la musica, sentendoci un po' demodee, ce ne andiamo a dormire... Non senza aver ammirato il cielo stellato e la via lattea sopra le nostre teste grazie al buio che circonda la zona del nostro hotel.


28 luglio- Dopo lauta colazione al Dimitris Villa, siamo pronte e reattive per affrontare il sentiero che ci porterà alla Red Beach, una spiaggia raggiungibile solo a piedi o via mare, a sud di Matala. Dalla strada principale nel paese si staccano due diverse deviazioni da cui è possibile imboccare il percorso che in circa 45 minuti porta alla spiaggetta. Consigliamo la seconda delle due, dopo la piazzetta e più o meno all'altezza della taverna Giannis, poichè noi abbiamo percorso il primo sentiero che si è rivelato però piuttosto impervio. Una volta raggiunta la cima della collinetta, tra una roccia e l'altra, la macchia mediterranea e le piste delle capre, si inizia a scendere verso la spiaggia che prende il nome dal colore della sabbia.
 
Sentiero red beach

Red beach
 
Anche qui ci sono ombrelloni a noleggio e un piccolo bar, senza però i servizi igienici (il barista ci ha suggerito "natura, natura!").
 
Bar red beach
 
Infatti, incontriamo anche alcuni naturisti. La zona migliore per fare il bagno è quella lontana dagli ombrelloni, nella parte più a sud, acqua cristallina e ingresso in mare più agevole.

Al rientro seguiamo la segnaletica che ci manda sul secondo sentiero sopra citato, regalandoci anche un tramonto spettacolare sul paese e sulla spiaggia principale.


Sentiero red beach al tramonto


Sentiero red beach al tramonto
Per l'ultima cena a Matala decidiamo di provare un'altra taverna suggerita dalle nostre guide, il Lions, che si rivelerà un'ottima scelta soprattutto per il memorabile dakos, il migliore mangiato in questa vacanza. E anche qui al termine della cena...YAMAS!!



29 luglio- Oggi è il giorno del nostro trasferimento nell'estremo ovest dell'isola. Dopo la lauta colazione carichiamo a più non posso la fedele Micra, salutiamo cordialmente Marianthi e sventolando i fazzoletti ci accingiamo a partire. AZZZZ!!! Lo sterzo della nostra auto è totalmente inchiodato. Gloria, la nostra driver, capisce subito che il problema è grave e, tra lo sconforto e la rabbia, riusciamo a raggiungere il “rent a car” all'imbocco del paese per chiedere una consulenza: Niko conferma che la macchina va sostituita, quindi chiamiamo il nostro rent a Iraklio e faticosamente spieghiamo qual è il problema: "TIMONI break down, out of order!". Ci assicurano che in un'ora ci avrebbero consegnato un altro mezzo. Nel frattempo non ci perdiamo d'animo (più o meno...) e torniamo al Dimitris trascorrendo l'attesa in piscina. Fortunatamente, come promesso, dopo un'ora e mezza arriva l'“inviato speciale” da Iraklio con una "fiammante" Atos. Un po' perplesse per lo spazio ristretto, iniziamo a caricare i nostri bagagli (3 valigie, 3 bagagli a mano) sulla nuova vettura. Deciso: dobbiamo lasciare la Anto a Matala. Ahahahahah!! Ma incredibilmente riusciamo a incastrare anche la Anto e partiamoooooo!

Un po' in ritardo sulla nostra tabella di marcia ci mettiamo quindi in viaggio per Falassarna, decidendo di fare tappa al pittoresco villaggio di Spili, nella regione di Rethimno, ombreggiato da alti platani, caratterizzato dalle numerose sorgenti e reso famoso dalla celeberrima fontana veneziana con 19 teste di leone.
 
Fontana Spili
  
Dopo l'ottimo ed economicissimo pranzo alla taverna Yianni's (dove però non abbiamo gustato la specialità della casa, che consiste in lumache di montagna in umido) visitiamo il villaggio con le sue stradine acciottolate, le case di pietra e i balconi fioriti.
 
Spili
 
Prima di ripartire ci rilassiamo all'ombra del grande platano che dà il nome al caffè Platanos, accompagnate da un concerto di cicale.

Riprendiamo il viaggio alla volta di Falassarna dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Troviamo subito il nostro Aqua Marine Studios: una struttura situata nella zona più a nord e meno turistica della località (verso l'antica città di Falassarna) a 200m dalla splendida spiaggia e immersa in un rigoglioso giardino "cicaleggiante".
 
Aqua marine studios
 
Lasciate le valigie, ci precipitiamo in spiaggia, che non è quella principale detta “Big beach”, per godere dell'infinito tramonto cretese e fare un bagno a chiusura della giornata.


Falassarna

Non sarà facile organizzare l'esiguo spazio a disposizione della nostra camera… Un solo piccolo armadio per 3 ragazze???? Ma da abili viaggiatrici in terra ellenica, riusciamo a cavarcela grazie anche al balcone vista campagna e al nostro spirito di adattamento. Occorre anche considerare che il prezzo della camera tripla con la colazione anche qui è di soli 42 euro al giorno.

La prima serata a Falassarna la trascorriamo alla taverna Captain Nicholas nel porticciolo della località. Ottimo pesce, accoglienza calorosa e prezzi modici. Karpouzi e… YAMAS!!


30 luglio– Svegliate dalla luce accecante, in quanto le finestre erano sprovviste di ante, scendiamo per la colazione a base di the, yogurt greco e miele, fette biscottate, burro, marmellata, succo, che ci sarà servita nel ricco giardino all'ombra di ficus enormi abitati da miriadi di cicale urlanti.
 
giardino aqua marine
 
A farci compagnia Izina, la cagnolina di Michalis, e Vanessa mamma gatta con i piccoli.

Decidiamo di rimanere a Falassarna quel giorno, per goderci appieno la magnificenza della spiaggia e del mare pulito e cristallino.
 
Falassarna


Falassarna
  
Temperatura ideale, vento quanto basta, turisti troppi per i nostri gusti (ma non pensiamo alla ressa delle spiagge italiane!). Nel pomeriggio passeggiamo sulla battigia verso la parte nord della spiaggia, dove non ci sono ombrelloni ma calette e dune più selvagge.
 
Falassarna


Falassarna
 
Al tramonto rientriamo per la cena alla taverna Zacharias situata a Platanos: il locale, molto vivace e caratteristico, è affollato di turisti ma la cucina non ci deluderà. Acquistiamo anche un chilo di miele prodotto dal cugino del proprietario e brindiamo. YAMAS!!

 

31 luglio Come da programma partiamo, entusiasmo a mille, per la famosa laguna di Elaphonissi, a sud della costa occidentale di Creta. La strada a tratti panoramica sul mare e a tratti più interna, tra montagne e villaggi, poche case di pietra, qualche capretta, è tortuosa ma affascinante. Sostiamo nel grazioso villaggio di Kephali per acquistare della frutta e per una spremuta rinfrescante. Dopo qualche chilometro scendiamo verso la nostra meta che ci si presenta gremita sin dal parcheggio. Una volta lasciata l'auto ci dirigiamo verso la parte meno affollata, superando file e file di ombrelloni, alcuni addirittura in acqua. Guadiamo, con gli zaini sulla testa, un punto dove l'acqua arriva alla vita per risalire sull'isoletta che dà il nome alla laguna. Sabbia bianca, dune, gigli e un mare paradisiaco dai colori e dalle trasparenze memorabili, ma niente ombrelloni: cerchiamo un riparo dal sole impietoso sotto un anfratto roccioso che ben presto si rivelerà insufficiente!
 
50 sfumature d'azzurro ad Elafonissi
 
Tanto vale stare a mollo nella perfezione di quel mare... la sabbia è rosa e, facendo una passeggiata lungo la battigia, si scoprono piccole insenature con sfumature ancora più intense.


sabbia rosa ad Elafonissi

Trascorriamo la giornata tra bagni di sole e di mare e, prima che il sole tramonti, a malincuore lasciamo la spiaggia perchè non vogliamo perderci la visità al vicino monastero di Hrysoskalitissas.

A pochi minuti da Elaphonissi si raggiunge infatti il piccolo monastero dello Scalino d'Oro, arroccato in cima alla scogliera a picco sul mare,
 
Hrissoskalitissa
 
al quale si accede salendo una scala imbiancata a calce.
 
 
 
Qui è custodita l'icona della Panagia Hryssoskalitissa, che prende il nome dalla leggenda per cui i pellegrini particolarmente devoti, possono vedere l'ultimo scalino dorato. Ovviamente noi non siamo tra quelli…Iin compenso, una volta salita la scala, abbiamo potuto godere della fantastica luce del tramonto sul mare scintillante e fare le coccole a una affettuosa micetta che ci è venuta incontro.

Lungo la strada tortuosa del ritorno verso Falassarna, oltre alle immancabili capre, abbiamo incontrato nuvole e nebbia, quasi un paesaggio "sturm und drang".

Quella sera abbiamo cenato alla taverna Vassilis, consigliata da una delle nostre guide: ottime le keftedes di zucchine e cipolla, il fritto di pesce, il polipo grigliato... abbiamo esagerato con le gozzoviglie!! YAMAS!!


1 agosto- Stamattina decidiamo di rimanere a Falassarna e visitare il sito archeologico dell'antica città-stato che si raggiunge percorrendo una strada di terra rossa tra gli ulivi e le serre. Una piacevole passeggiata dall'Aqua Marine di circa mezzora. Il sito è all'estremo nord della lunghissima spiaggia. Cartelli con didascalie e immagini descrivono con chiarezza i diversi punti della città, di cui restano poche vestigia. Un cartello in particolare rappresenta graficamente la ricostruzione dell'importante città in epoca minoica: un grande porto , torri, palazzi, templi e abitazioni. Dove un tempo c'erano le banchine e i moli, oggi il mare si è ritirato, ma rimangono ben visibili i luoghi dove le navi attraccavano.
 
Antica Falassarna

 

Al ritorno dall'interessante escursione, ci fermiamo al beach bar più "in" di Falassarna: l’ Orange Blue. Situato proprio sopra la spiaggia, in posizione elevata, offre una meravigliosa vista e buona musica.
 
Falassarna dall'Orange Blue


il mitico trio all'Orange Blue
 
Il resto della giornata la trascorriamo in quella parte di spiaggia, divertendoci a fare bagni in mare, quel giorno particolarmente mosso: belle le onde di acqua cristallina.
 
onde a Falassarna
 
La sera decidiamo di cenare a Hania: la città con le luci della sera è veramente affascinante: il porto veneziano, la moschea e le piccole strade pittoresche hanno un sapore orientale che ci attrae molto. Moltissimi sono i ristoranti e le taverne che ci invitano ad entrare, molti già gremiti di turisti... decidiamo di cenare al Mesostrato, anche convinte dal cameriere che ci descrive le delizie della cucina. I tavoli sono collocati all'interno di un patio, con grosse piante di ficus e illuminato da luci soffuse. Un duo di bouzouki e chitarra esegue musica tradizionale, devo dire con maestria. Anche stasera menu cretese doc: dakos, fava, insalata di Creta e boureki. Tutto buonissimo! YAMAS!!


2 agosto- Come da programma, eccoci arrivate al fatidico giorno della visita alla laguna di Balos. Un po' preoccupate per la strada di cui si narrano varie leggende...ci mettiamo in viaggio. La strada che porta alla penisola di Gramvousa attraversa il grazioso villaggio di Kaliviani, prima di imboccare il temuto tratto sterrato verso la laguna. Ci meraviglia il fatto che per accedere alla strada sterrata abbiamo dovuto passare una sbarra con pedaggio di 3 euro!!!

Il tragitto è emozionante e spettacolare: scorci mozzafiato sul golfo di Kissamos, tratti davvero impervi, al limite del "Camel trophy" ci impegnano alla guida... 
 
Sterrato per Balos


Sterrato per Balos


Sterrato per Balos
  
ma se si procede sempre in prima, a passo d'uomo, tentando di evitare le buche più profonde e gli spuntoni di roccia, anche con la Atos ce la si può fare. Infatti, dopo circa 40 minuti, arriviamo nell'affollato parcheggio. Le macchine sono già molte e i turisti che si accingono ad affrontare il sentiero per giungere alla spiaggia sono troppi per i nostri gusti...

Il tratto che si percorre a piedi di circa 15 minuti, procede tra roccette e macchia mediterranea:
 
sentiero per Balos
 
un bel vento fresco non ci fa avvertire il caldo, ma purtroppo, alla sospirata e spettacolare vista della laguna dall'alto, le nuvole non ci permettono di godere dei colori da cartolina che ci aspettavamo.
 
Arrivo a Balos
 
Scendendo alla spiaggia, osserviamo che gli ombrelloni sono dappertutto e che i turisti si sono già appropriati di molti di essi. Individuiamo quella che sarà la nostra postazione per la giornata e facciamo il primo bagno nell'acqua caldissima. Nel frattempo è uscito il sole e i colori favolosi della laguna si lasciano ammirare appieno.
 
Balos


Balos
 
Facciamo una lunga passeggiata con l'acqua alle caviglie e ci rammarichiamo di tutta la folla che continua a scendere dal sentiero e invadere la spiaggia.
 
sentiero affollato Balos
 
A parte questo, siamo molto affascinate da questo luogo dalla bellezza unica e ci riempiamo gli occhi dei suoi colori e della sua luce, per portarli con noi e farne tesoro durante l'inverno padano. A Balos ci sono 2 locali: un bar che vende anche panini e una taverna con cucina molto graziosa ed economica.

Al tramonto rientriamo ripercorrendo il sentiero stavolta in salita e voltandoci spesso ad ammirare la luce del sole che scende dietro il promontorio al centro della laguna, già pervase dalla nostalgia mentre lasciamo questo luogo indimenticabile.
 
Tramonto Balos
 
Torniamo a Falassarna e, per l' ultima cena cretese, decidiamo di recarci alla taverna Spilios, che è situata in alto, proprio sulla strada che porta da Platanos a Falassarna. Qui mangeremo (anche stasera troppo...) varie specialità locali, tra cui fiori di zucca ripieni di riso. Tutto ottimo e come sempre molto economico. YAMAS!

Teniamo a precisare che a cena non abbiamo mai speso più di 14 euro a testa!!! (ricordo che 2 di noi sono vegetariane, quindi non abbiamo quasi mai ordinato carne, ma pesce sì).


3 agosto- Eccoci giunte all'ultimo giorno di vacanza: il programma prevede visita alle città di Hania e Rethymno e rientro all' aeroporto di Iraklio per il volo delle 23.30 locali.

Hania alla luce del giorno è altrettanto bella e i numerosi e allettanti negozietti ci invitano allo shopping...
 
Hania

Hania


Hania


Hania
 
Olio cretese, olive, creme di bellezza all'olio d'oliva, sandali artigianali in cuoio, ecc... Come resistere? Ma eccoci di nuovo sedute a tavola, stavolta al famoso ristorante Tamam, ricavato da un antico hammam turco. Marmi, vasche, archi moreschi caratterizzano questo locale di grande atmosfera. La cucina poi è ottima e ricercata, con influenze orientali che apprezziamo molto. Oltre al solito raki, ci verrà offerto a fine pasto un dolce di semolino e cocco che mai avevamo assaggiato prima. Una delizia!

Ripartiamo alla volta di Rethymno dove visitiamo il centro storico, il vecchio porto e la veneziana fontana Rimondi.
 
Rethymno - porto veneziano


Rethymno - Fontana Rimondi
 
La città ci piace moltissimo, ma dobbiamo a malincuore continuare il nostro rientro a Iraklio.

Prevedendo temperature "artiche" in aeroporto e all'arrivo a Malpensa, decidiamo di cambiarci in auto, nel piazzale deserto di una supermercato, prima di riconsegnare il mezzo. Eccoci quindi in aeroporto in attesa del nostro volo di rientro.

Malinconiche salutiamo l'isola dall'alto, pronte per rivivere e condividere con questo nostro diario di viaggio le belle emozioni, le immagini, i momenti e le avventure vissuti durante i 10 giorni di vacanza a Creta.


sabato 6 settembre 2014

RODI E SIMI, SULLE TRACCE DEL PASSATO

di Giuseppe Brenna



Già durante la presenza italiana nel Dodecaneso, Rodi venne trasformata in una destinazione turistica ed ancora oggi l’isola è tra le mete più popolari in Grecia; voli internazionali e charter scaricano incessantemente orde di visitatori che, dall’aeroporto, si riversano sui litorali.


Rodi città

Il periodo di alta stagione non è forse il migliore – dati l’affollamento ed il considerevole aumento dei prezzi – tuttavia l’isola continua ad essere una meta affascinante non solamente per il mare, ma anche per le sue numerose attrazioni.


L’impatto con la famosa città murata 
Porta d'Amboise
 – patrimonio dell’UNESCO – non è dei migliori, soprattutto se da Porta Marina si raggiunge via Socrate e piazza Ippocrate con al centro la fontana ottomana: gli antichi edifici ospitano ristoranti e negozi turistici di dubbio gusto e terribilmente affollati, tranne il vecchio caffè turco che, stranamente, è quasi sempre vuoto nonostante sia lì da più di 3 secoli: dopo il decesso del vecchio proprietario, sembra che gli eredi non riescano a gestire al meglio un luogo che sembra solamente attirare sguardi distratti dai passanti.



Basta svoltare nei vicoli acciottolati e perdersi tra gli edifici della città vecchia per riscoprire il fascino del borgo medioevale meglio conservato al mondo.
 
Rodi città
 
Costruzioni risalenti all’epoca dei Cavalieri di S.Giovanni si alternano alle moschee ottomane (alcune purtroppo lasciate all’incuria) e alle rovine dell’antica città ellenistica, famosa per la statua del colosso, una delle meraviglie del mondo antico.
 
Tempio di Apollo Pizio, Rodi città
Dalla torre dell’orologio e dai camminamenti delle poderose mura spaziano i panorami sugli antichi quartieri da cui svettano chiese e minareti sullo sfondo delle torri merlate del Castello del Gran Maestro, restaurato dagli italiani per motivi di rappresentanza.


Panorama dalle mura

Il fervore edilizio che pervase Rodi e le altre isole del Dodecaneso durante gli inizi del secolo scorso meraviglia ancora oggi e fu tale da dare un’impronta inconfondibilmente italiana a quest’area dell’Egeo: il lungo mare della città nuova si caratterizza per i suoi grandiosi edifici in stile razionalista, quasi ricordano una sorta di piccolo “Bund” nostrano, oltre al Palazzo del Governo (di ispirazione veneziana) ed altri palazzi deco’.

Odos Ippodon (la strada dei cavalieri) è la via medioevale più famosa della città, grazie agli interventi italiani di recupero effettuati nel corso degli anni ’20 che consistettero principalmente nell’eliminazione di vecchie sovrastrutture turche che ne avevano alterato l’aspetto e che si estesero anche all’antico ospedale (Nosokomio) dove è ospitato un meraviglioso museo archeologico.
 
Odos Ippodon, Rodi città

Nosokomio
 
Le tracce della presenza italiana sono sparse un po’ su tutta l’isola ed è a queste che guardo con particolare curiosità ed attenzione, per rispetto anche ad una storia non troppo lontana e della quale tante volte ho sentito parlare in famiglia, essendo mio padre un reduce dell’Egeo che, a 92 anni compiuti, ricorda ancora con nostalgia gli anni trascorsi da ventenne in questi luoghi. Si tratta di una pagina di storia quasi dimenticata e di cui si parla poco perfino nel nostro Paese, mentre è comprensibile che ciò avvenga in Grecia (aggredita militarmente da Mussolini nel ’39).

Le isole dell’Egeo, conquistate durante la guerra di Libia contro i turchi, rimasero sotto il dominio italiano per 30 anni, venendo definitivamente perse dopo la sconfitta seguita al secondo conflitto mondiale del ’45. Il Dodecaneso non aveva particolare importanza economica (un po’ come gran parte dei territori coloniali italiani), tuttavia vi fu un impegno notevole nella realizzazione di edifici ed infrastrutture.

Lindos ha costituito la base ideale per l’esplorazione dell’isola.
 
Lindos
 
La cittadina è nota per l’agglomerato di candide case abbarbicate attorno all’acropoli, più antica di quella della stessa capitale Atene. Furono gli archeologi italiani ad avviare profonde opere di restauro e di ricostruzione degli edifici più antichi, in particolare del tempio di Atena Lindia e della Stoà ellenistica.

Il sud dell’isola è decisamente meno affollato rispetto ai litorali della costa orientale; nei pressi di Prassonissi (promontorio dell’estremità meridionale) e del villaggio di Kattavià la strada è costeggiata da stabilimenti industriali in rovina, chiese ed edifici colonici in stato d’abbandono, tutti risalenti all’epoca italiana.
 
Kattavià

Nel cuore dell’isola, il villaggio di Eleousa conserva una piazza in perfetto stile razionalista con edifici cadenti, oltre ad una grande fontana monumentale all’ingresso del paese.
 
Eleousa

Più in alto, verso la cima del monte Profitis Elias, ammantata di pinete, sorgono due alberghi costruiti in stile sudtirolese.
 
Profitis Ilias, Hotel in stile sudtirolese
 
 
Uno di essi è stato interamente recuperato al suo uso originario, nell’altro sono stati avviati lavori di ristrutturazione. Poco distanti, una chiesa ed uno chalet (sempre in stile sudtirolese), costruiti all’epoca di una visita di Mussolini, giacciono in totale abbandono…
 
Profitis Ilias, cappella
 
 
Un destino similare a quello toccato per lunghi anni agli edifici di Villa Torlonia a Roma. Nonostante questo, si sta facendo strada una certa tendenza a recuperare queste pregevoli testimonianze architettoniche risalenti all’epoca italiana e l’esempio più evidente sono le meravigliose Terme di Kalithea riportate, dopo anni di incuria, al loro originario splendore oltre al Gran Albergo delle Rose sul litorale del capoluogo, del quale è stato risuscitato persino il nome.
 
Terme di Kalithea
 

Ad Epta Piges (7 fonti) si ammirano le opere idrauliche di canalizzazione per dirottare le acque verso valle per incentivare le coltivazioni agricole.

Rodi offre moltissimi altri luoghi d’interesse, dai castelli di Monolithos e Kritinià con i loro panorami, alle rovine dell’antica città dorica di Kamiros sulla costa orientale e la celeberrima Petaludes (Valle delle farfalle).
 
Monolithos

Castello di Kritinià


Kamiros

A circa un’ora di traghetto si raggiunge dal porto di Rodi l’isola di Simi ed il suo splendido capoluogo, caratterizzato da edifici color pastello in stile neoclassico.
 
Simi
Simi è spesso meta di frettolose gite turistiche di un paio d’ore, terminate le quali l’isola torna nella sua atmosfera tranquilla e rilassata che caratterizza sempre Horiò, la parte alta del paese, che si affaccia sul porto offrendo splendidi panorami.

Gialos (la zona portuale) è collegata alla parte alta del paese dalla Kali Strata, una scalinata monumentale costeggiata da signorili palazzi neoclassici (alcuni in rovina) di mercanti ed armatori, arricchiti dal commercio delle spugne e dalla costruzione delle barche, i cui cantieri ancora mantengono traccia della tradizionale attività dell’isola.
 
la zona portuale di Gialos
 
Kali Strata


Emboriò
 

Le spiagge di ciottoli, anche per la mancanza di strade, si raggiungono quasi tutte tramite i “taxi boats” turistici e le acque sono straordinariamente limpide.
 
spiaggia di Marathounta
 
 
L’interno invece, caratterizzato da alture e pinete, è attraversato da un’unica strada principale che conduce a Panormitis, un bellissimo monastero quattrocentesco che si affaccia su una scenografica baia.
 
 Panormitis
 
Ed è Simi il luogo a cui mi sento maggiormente legato, perché è qui che si trovava mio padre con la sua guarnigione con la quale difese l’isola dagli sbarchi tedeschi prima della resa alle forze alleate, evento ricordato con una targa marmorea  presso la pensione Catherinette che si affaccia sul porto.
 
 targa commemorativa
 
Simi fu tra le poche isole del Dodecaneso a non essere occupata dai tedeschi… i locali ancora ricordano le atrocità contro i soldati italiani e non ancora del tutto svelate, provavo una certa emozione a riascoltarle anche se a distanza di quasi 70 anni… chissà se sarei stato qui a scrivere questo breve resoconto se gli eventi fossero andati diversamente… Nancy, un’efficientissima donna inglese che aiutava l’anziana coppia proprietaria dell’albergo Fiona di cui eravamo ospiti, aveva ascoltato le tragiche storie degli aerei tedeschi che decollavano da Rodi con i soldati italiani che si dicevano destinati ai campi di prigionia. Gli anziani greci ricordano però che tali aerei riatterravano vuoti dopo nemmeno dieci minuti per nuovi trasbordi…. evidentemente i prigionieri venivano direttamente scaraventati in mare…

A Gialos rimangono a testimonianza della presenza italiana la torre dell’orologio ed il vecchio municipio dall’architettura orientaleggiante, ma cosa resta nei cuori della gente? 
È rimasto ancora un legame sentimentale con il nostro Paese simile a quello del mio anziano genitore?
 
torre dell'Orologio

Passeggiando sulla banchina, tra i vari esercizi turistici (ancora pochi, per fortuna) ce n’è uno che attira la mia attenzione per delle cartoline che riproducono vecchie foto di Simi nei primi anni del ‘900, così come dovrebbe riaffiorare nei ricordi paterni: è Anna a gestire il negozio, una bella donna greca di cinquant’anni, dai lunghi capelli corvini raccolti in una treccia e dagli occhi neri penetranti.
 
immagini storiche di Simi

immagini storiche di Simi
 
 
Agios Emilianos 1942
 
 
 
Anna parla perfettamente l’italiano, le mostro una vecchia foto ingiallita di mio padre scattata presso il promontorio di Agios Emilianos nel ’42 ed è così che riaffiorano i ricordi di sua madre oggi ottantacinquenne: “Allora si stava benissimo!! Si era creata un’incredibile empatia con gli italiani e molti di loro sposavano donne greche. Qui, nelle isole italiane dell’Egeo, ci si sentiva come in Italia: mia madre, quando doveva andare ad Atene diceva infatti di dover andare in Grecia… Loro (…gli italiani) non volevano la guerra! Purtroppo tutto accade sempre per questioni economiche…. adesso la gente pensa solamente ai soldi e anche Simi è cambiata, non è più come quella una volta…”


 
 
 
 
 
 
 
 
Concludo così il mio breve diario di viaggio (in parte nostalgico), nella speranza che il retaggio passato possa essere ricordato in memoria di coloro che hanno sacrificato la vita per il nostro Paese, dando un senso a tante sofferenze e sacrifici da me ascoltati in prima persona in tanti racconti... chissà se anche mio padre sarà in grado di riconoscere Simi dalle mie foto o la troverà anche lui inevitabilmente cambiata…