martedì 30 luglio 2013

Creta adventures

Viaggio dal 28/06/2013 al 19/07/2013

di Dimitri e famiglia


Avevo pensato di arrivare a Creta in nave, come ormai ci eravamo abituati a viaggiare, magari visitando qualche altra isola dell'Egeo. Invece, mi sono imbattuto in un low cost della Ryanair e non ho saputo rinunciare alle 2 ore di volo, al posto dei 2 giorni di viaggio; Infondo ho pensato che un'isola grande come Creta, potesse anche meritare tutte le nostre 3 settimane di vacanza. Il vero problema, più che altro per la moglie, è stato selezionare le cose da stipare nei pochi bagagli a disposizione. 
 
 
28/06/13 
Ho pianificato questo viaggio, dividendolo in tante tappe. 
All'arrivo all'aeroporto di Chania, abbiamo avuto subito una piacevole sorpresa. Il giorno prima, avevo prenotato un'auto con Europeo cars, raccomandandomi perchè dovevo percorrere circa 2000 km. Mi son visto consegnare una nuovissima Kia Venga blu elettrico con tetto panoramico (hanno avvitato la targa mentre firmavo il contratto: 460 per 3 settimane con assicurazione totale). Stanchi della levataccia, il pomeriggio l'abbiamo trascorso sonnacchiando sui lettini del Balos Beach Hotel.
 
 
29/06/13
Quest'hotel, è situato in un punto strategico per raggiungere la famosa spiaggia di Balos, perchè si trova proprio alla fine della strada asfaltata. Da qui 8 km sterrati, corrono lungo il versante orientale della penisola di Gramvousa. Durante il percorso, praticabile senza grandi difficoltà, ci facciamo largo tra le caprette. Dal parcheggio, un piacevole sentiero di un km, scende verso il lato occidentale della penisola e già dopo 5 minuti di cammino, regala l'incredibile visione dall'alto della laguna di Balos. I colori sono veramente da tropici. La spiaggia bianca è racchiusa tra i monti accidentati della penisola e l'isolotto di Imeri, formando quasi un ferro di cavallo attorno alla laguna che nel punto più profondo, consente comunque di toccare il fondale. Volendo evitare la fatica della risalita, per 8€ , si può saltare in groppa ad un mulo.
 
Balos Laguna
 
 
Per finire la giornata in bellezza, ci siamo concessi una cena tipica nella taverna Gramvousa a Kaliviani, molto raccomandabile per la qualità e il prezzo. Dopo aver mangiato, ci hanno invitati a servirci da un vecchio carro in legno, colmo di frutta e dessert vari.
 
 
30/06/13
Stamattina abbiamo provato la spiaggia di Falasarna, con il suo immancabile vento e le onde, ma non nascondiamo un pò di delusione. Così dopo la piscina, nel tardo pomeriggio, andiamo a visitare Chania. Facciamo un giro tra i vicoli pieni di negozietti e come consigliato dalla guida Lonely planet, ceniamo da Portas che mantiene le promesse. Finiamo la serata sul porto, passeggiando tra centinaia di turisti e scattando foto al vecchio faro simbolo della città.
 
 
01/07/13
Oggi abbiamo pensato di andare alla scoperta della regione interna dell' Innahorion, così attraverso strade strette e tortuose, ma che regalano begli scorci panoramici, raggiungiamo Milià, un posticino incantevole situato quasi in cima ad una vetta a 700 metri s.l.m.. In realtà, qui ci siamo venuti seguendo i consigli della Lonely planet, Milià è un villaggio ecoturistico che offre alloggi in case di pietra e soprattutto una cucina sublime con prodotti provenienti dall'azienda agricola. La capra era eccellente.
Domani ci trasferiremo a Elafonisi, così io non resisto e mi rifaccio gli 8 km di sterrato e vado a Balos a godermi l'ultimo bagno nella laguna e il tramonto mentre risalgo al parcheggio.
 
 
02/07/13
Lasciamo il Balos hotel in direzione sud, la strada a tratti offre vedute dall'alto dell'aspra costa, un pò scende e un pò sale, restringendosi drasticamente nell'attraversamento di minuscoli paesi. In un'oretta siamo all'Elafonisi resort. La nostra base per i prossimi 3 giorni, si trova proprio dove finisce la strada, davanti alla più famosa spiaggia di Creta.
 
Elafonissi
 
 
 
03/07/13
Un isolotto di sabbia, staccato di appena 50 metri, dalla spiaggia principale, forma piccole calette e piscine naturali con acqua trasparente e bassissima, lingue di sabbia bianca affiorano fra le sfumature celesti e azzurre del mare. Se si vuole un posto più isolato, si può seguire un tratto del sentiero europeo E4 in direzione sud, in una mezz'oretta si raggiunge una spiaggia idilliaca, circondata da una scenografia di aspre montagne.
Ieri abbiamo provato la taverna dell'hotel: ottima, stasera il vicino Innahorion: buono.
 
 
04/07/13
Giornata di relax sulla spiaggia di Elafonisi in previsione dei prossimi giorni piuttosto movimentati. Nel tardo pomeriggio comunque non rinuncio ad una passeggiata sull'isolotto, fino alle dune e la scogliera finale, in cima alla quale, sorge una piccolissima chiesetta bianca con il portoncino celeste come una qualsiasi casa greca.
 
 
05/07/13
Partenza per Sougia, prima però deviamo per Paleohora e sulla spiaggia di Anydri, assaporiamo il primo bagno nel mar libico. Pranziamo vegetariano al Third eye sul lungomare e dopo una visita al castello veneziano e ai carini vicoli dell'animata cittadina, proseguiamo per Sougia. La strada è deserta e offre belle vedute sui monti bianchi. All'arrivo, quasi sgomenti ci chiediamo che fine abbia fatto il vento. L'appartamento all'Idomeneas, è spazioso e pulito. Un tuffo in mare tra i tanti naturisti e amanti della quiete e siamo pronti a fiondarci in una taverna. Ci attira molto un locale caratteristico, prima del lungomare, che è pieno di gente. Rembetiko, ottima scelta.
 
 
06/07/13
Sougia, è una piccola località molto tranquilla, dove si possono effettuare belle escursioni a piedi. Una di queste è quella che porta al sito archeologico di Lissos. Io non me la voglio perdere, così, mi alzo all'alba, percorro un breve canyon, salgo sul promontorio che divide le due baie, e dopo un'ora ritrovo il mare della piccola baia ciottolosa, dove non mi faccio mancare un tuffo in solitaria tranquillità. La piccola valle è frequentata dalle capre, radunate intorno ad una chiesetta, che ha per campanile, il tronco e il ramo di un albero. 


Lissos

Rimarrei volentieri in questo posto incontaminato, ma la tabella di marcia per oggi, prevede oltre 200 km di curve. Quindi lasciamo Sougia dopo una bella colazione, e saliamo sull'altopiano di Omalos, anche qui, greggi di capre e pecore rallentano la nostra corsa. Da quassù a 1000 metri s.l.m., si apre una vista sull'impressionante gola di Samaria. Sostiamo per il pranzo, nel caratteristico villaggio di Theriso. Poi riprendiamo la strada che prima attraversa uno stretto canyon, poi scende veloce verso Chania. Arriviamo sulle sponde dell'unico lago naturale dell'isola, il Kournas e affittiamo un pedalò per metterci alla ricerca di tartarughe e serpentelli che frequentano queste acque. Da qui saliamo alle sorgenti di Argyuropoli, dove riempiamo le bottiglie. L'ultimo tratto di strada che ci riporta sulla costa sud, aggira i poderosi monti bianchi, dal lato orientale. Il paesaggio montano, seppur piuttosto arido, è magnifico. Non segnalata sulla mia nuova carta stradale Kompass, scopriamo una scorciatoia per Frangokastello. La discesa da queste montagne che dominano sul mar libico è da brividi: una stradina larga si e no 3 metri, scende con una serie impressionante di strettissimi tornanti, più che una strada sembra un sentiero asfaltato. La moglie e i bimbi si tengono forte ai sedili dalla paura, ma la vista è sensazionale. Dall'alto possiamo scorgere chiaramente il castello e anche il nostro rifugio tra gli olivi: Capitan Tom. Un piccolo complesso di appartamenti super accessoriati, con una piscina da rilassamento totale. La sera eccellente cena di pesce nella taverna Babi e Popis.
 
 
07/07/13
Giornata di riposo, mattina alla vicina spiaggia di Frangokastello, discendendo sulla quale da una duna alta 30 metri, ci accorgiamo di essere tra i pochi col costume.
Il pomeriggio è trascorso nel relax più totale, della quasi deserta piscina di Capitan Tom. A proposito, ogni sera, al rientro dalla taverna di turno, trascorriamo un pò di tempo a chiaccherare col capitano (il proprietario). Costui è davvero una persona piacevole e generosa, che offre sempre gelati ai bimbi e rakì a noi.
 
 
08/07/13
La curiosità e il poco tempo a disposizione, mi spingono ad un'altra levataccia per infilarmi nella gola di Imbros
In un paio di punti, le pareti di questo canyon lungo 8 km, quasi si toccano, tanto sono vicine. Ho programmato di tornare giù in autostop, ma arrivo in cima così rapidamente che mi faccio altri 8 km, questa volta in discesa. Così dopo una lauta colazione, stavolta tutti insieme, ci fiondiamo nel porto della vicina Hora Sfakion, dove ci imbarchiamo sul traghetto in partenza per Agia Rumeli, la piccola località alla base delle gole di Samaria. In un market facciamo provviste e ci avviamo verso le Porte di Ferro, il primo punto spettacolare delle gole.


Gole di Samaria


L'orario e la temperatura sono proibitivi, ma spesso ci rinfreschiamo nelle acque che scorrono anche in questa stagione. Dopo un'ora, si apre davanti a noi in tutta la sua maestosità, lo scenario di queste altissime pareti di roccia vicine tra loro, con questo limpido torrentello che scorre in mezzo, magnifico.
Poco più su, c'è una bella area pic nic, in cui riposarsi e rifocillarsi. Mentre i miei cari iniziano la digestione, io non resisto e vado alla scoperta del tratto superiore, che offre altri tratti fantastici. Alla fine un bagno rigenerante, nelle acque di Agia Rumeli aspettando il traghetto per il ritorno, è quello che ci vuole.
 
 
09/07/13
Dopo i 27 km di trekking delle due escursioni di ieri, oggi il nostro programma, prevede di raggiungere, tramite un breve sentiero la spiaggia di Glyca Nera o Sweetwater, per via dell'acqua dolce che zampilla un pò dappertutto.
La giornata è molto ventosa, il Meltemi inizia a farsi sentire, ma in questo luogo non si muove una foglia, infatti la spiaggia, sorge ai piedi di un'alta scogliera e sotto alcuni alberelli si può trovare riparo dalla calura. L'acqua è limpida, profonda e calmissima, dopo una nuotatina, parto in solitario per il giro che ho da tempo pensato. Da qui il sentiero, prosegue a mezza costa, passando per Loutro.


Loutro


In questo paesino incantevole di candide casette bianche, raggiungibile solo via mare o a piedi, trovo un gabbiano che sale su un ormeggio del molo e si mette in posa per uno scatto perfetto. Penso: "promette bene la giornata!". Riempio la bottiglia già vuota e continuo sempre in direzione ovest, verso Marmaris. Dopo un pò, perdo il sentiero e mi ritrovo a cercare di aggirare una scogliera inaccessibile, così, sono costretto a scalare il promontorio, ritrovando poi il tracciato. Scendo alla spiaggetta di Marmaris, anche qui approfitto per un tuffo rinfrescante. Sono già 3 ore che cammino, rifaccio scorta di acqua nell'unica taverna e mi infilo nella gola di Aradena (terzo canyon in 2 giorni!). Presto mi accorgo che non sarà una  camminata facile, vuoi per l'ora calda, vuoi per l'affaticamento e perchè ci sono dei punti molto duri a causa dei grandi massi che ostruiscono spesso il passaggio. Oltretutto sono in forte ritardo sul tempo previsto e qualcuno potrebbe stare in pensiero. Cerco in qualche modo di affrettarmi, ma è dura. In un'ora o poco più, giungo sotto il famigerato ponte di Aradena, che stà 138 metri sopra di me (qui nei giorni festivi fanno bungee jumping, il più alto della Grecia). Probabilmente, penso a posteriori, qui da qualche parte ci deve essere qualche segno che indica come e dove salire fuori dal canyon, ma io non lo vedo e quindi proseguo, ma la gola continua. Da un pò noto che non ci sono più le caratteristiche segnalazioni del percorso, sul fondo del canyon di tanto in tanto trovo scheletri di capra e poi una carcassa di auto. 
Penso allora che forse sopra al canyon una strada passi vicino, dopo un pò noto un addolcimento in una parete della gola che mi pare possa permettere di scalarla, così raccolgo le forze e ci provo. Dopo varie fermate, alla fine sono in cima e per fortuna dopo pochi metri scorgo anche una strada. Non sò precisamente dove mi trovo, ma credo tra Aradena e Anopoli. Attendo 10 minuti il passaggio della prima auto, è un pastore greco che naturalmente parla solo cretese,  gentilmente mi accompagna fino al paese più vicino, Anopoli. In una taverna, riesco a chiedere un passaggio fino al parcheggio dove ho lasciato l'auto. Da qui non passa una macchina, così, mi viene offerto a pagamento dal figlio della padrona. Nel frattempo, sono riuscito anche a mettermi in contatto con mia moglie che non sapeva più che fine avessi fatto. Questa volta la mia voglia d'esplorazione, con le sole informazioni della Lonely planet, mi hanno portato un pò oltre.... Per farmi perdonare, stasera tutti a cena all'Oasis, fidandosi a ragione della Lonely... 
 
 
10/07/13
Lasciamo a malincuore il nostro Capitan Tom, oggi ci trasferiamo a Matala, nella provincia di Iraklio. La prima fermata d'obbligo è alla famosa spiaggia di Preveli, che dopo l'incendio del 2010, ha ripreso l'aspetto normale, a parte il fatto che i tronchi delle palme, sono un pò anneriti.


Preveli

L'ambiente è veramente da giardino dell'eden, con il fiumicciattolo verde che scorre al fondo del canyon, fra queste palme naturali, per poi finire in mare. Dopo la consueta nuotata in acqua salata, è ovvio buttarsi in quelle dolci del fiume in compagnia di 2 simpatiche oche. Facciamo un pranzetto veloce ai tavoli ombreggiati della taverna, e risaliamo i 500 gradini che portano al parcheggio. Noi che siamo per le bellezze naturali, al monastero, gli diamo soltanto un'occhiata dall'esterno. Proseguiamo sulla via per Matala lungo la costa passando per Triopetra, flagellata dal meltemi (in questi giorni l'abbiamo conosciuto davvero), poi una breve sosta sul molo di Agia Galini, un'occhiata dall'alto al sito archeologico di Festo e siamo a Matala. 
Dopo i silenzi di Frangokastello, questo animato paesino sul mare ci pare quasi una metropoli, con tanti negozi e localini da cui ammirare lo splendido tramonto e le grotte della scogliera, che vengono illuminate al calar della notte. La cena da Petra e Votsalo, è senz'altro da consigliare.
 
 
11/07/13
Anche oggi, ci attende una giornata intensa, che per me inizia molto presto, con un trekking alla vicina Red beach.
Poi tutti insieme, riprendiamo il nostro viaggio, passando a visitare il monastero Odigitrias (gratuito), per poi proseguire per circa 5 km, su una stradina sterrata, che termina dove inizia il sentiero che in un km, attraverso il canyon di Agiofarago, sfocia su una spiaggia incastonata fra alte pareti di roccia, su cui è facile trovare attaccati, giovani arrampicatori. Anch'io sempre alla ricerca dello scatto (fotografico) perfetto, mi cimento in una scalata da un punto piuttosto facile, che in poco tempo mi permette di salire lassù, in cima alla parete. Da qui la vista sulla spiaggia e sul canyon, è davvero super.


Agiofarago


Divorati i nostri panini, ripartiamo per strade sterrate che serpeggiano vicino alla costa, fino a giungere a Lendas. Proseguendo, sempre su strada bianca, si entra nel canyon Tripiti, in auto! Saliamo verso l'interno e ritroviamo il piacere dell'asfalto, quando mancano soltanto una ventina di km alla nostra destinazione odierna: Kapetanianà, qualche decina di abitazioni abbarbicate a circa 800 metri s.l.m., in cui spicca il villaggio tradizionale Thalori, in cui abbiamo prenotato un appartamento. È uno spettacolo! Tutto pietra e legno, arredato in ferro battuto e curato nei particolari, il bagno poi è una favola! Non parliamo della piscina infinity, con vista mozzafiato sui monti e sul mare sottostante.

Kapetanianà

Peccato che domattina ce ne andiamo da qui. Concludiamo la serata con una cena tipica e alla fine, la luce si spegne, arriva la cameriera cantando happy birthday, con in mano una bella torta al cioccolato con le 10 candeline per Simone che oggi compie gli anni! (l'avevo chiesta nella mail della prenotazione, ma non mi aspettavo arrivassero a tanto).
 
 
12/07/13
Parto di buon ora con la Kia Venga e dopo 7-8 km di sano sterrato, arrivo sotto la cima del Kofinas, la più alta della catena costiera dell'Asterousia. Ha un profilo particolare, la scalata è rapida, in 15 minuti sono già a godermi la vista sul mare, sotto di me di ben 1214 metri, con i rapaci che senza battere le ali, salgono e scendono sfruttando il vento, che naturalmente non manca di certo quassù. Dopo una bella colazione a base di prodotti casalinghi, i saluti e le foto ricordo con Markus, il gestore, un omone barbuto in tipico stile greco, che pare uscito da un film colossal, si parte. Oggi viaggeremo verso la zona sud orientale di Creta, e ci siamo detti di evitare strade da raid africani, perchè la giornata di ieri è stata massacrante. Facciamo una fermata a Keratokambos. Da queste parti, le spiagge sono veramente deserte. Un bagno rinfrescante e poi pranzo abbastanza deludente da Jimmy's (consigliato da Markus, la Lonely planet dice: "non fidatevi delle indicazioni dei gestori di hotel, vi manderanno a mangiare non dove si sta meglio, ma dai loro amici!" e noi duri...). Si prosegue verso Ierapetra, passando per piccoli villaggi. Qui il paesaggio, non è particolarmente entusiasmante. Ci sono alcune belle insenature oltre Ierapetra, come Ferma o Agia Fotia, ma per noi sono troppo affollate. L'ambiente si rifà interessante, all'estremità sud orientale dell'isola, dove la strada è stretta tra il mare, steso dal Meltemi, e le aspre colline. Incastonato tra queste, sorge il monastero Kapsa,  noi tiriamo dritto perchè sono le 18 e vogliamo arrivare a Xerocambos. La strada, lasciato il mare, serpeggia in un paesaggio affascinante, prima sale, poi in un vortice di tornanti, ridiscende rapidamente. Da quassù, nella tenue luce della sera, la visione è proprio rilassante. Xerocambos, più che un villaggio, un insediamento in ordine sparso, dà la sensazione di essere alla fine del mondo. Le varie spiaggette, hanno una sabbia finissima e l'acqua è bassa e calda, così non perdo certo l'occasione per una nuotata distensiva (in tutti i sensi), mentre il sole se ne va dietro le colline. Qui non avevamo prenotato, abbiamo trovato al primo tentativo, un ottimo appartamento con una grande terrazza ricoperta di bouganville, affacciata sul mare (Fitrolakis 50€ ).
 
 
13/07/13
Ci godiamo la colazione sulla terrazza al riparo dal Meltemi che stamani è più forte che mai. Poi abbiamo l'imbarazzo della scelta tra le varie spiagge e calette riparate di Xerocambos, tutte pressochè semi deserte, con il mare calmo e dai colori tropicali.


Xerocambos


Dopo una memorabile nuotata tra una moltitudine di pesci, lasciamo questo avanposto d'Africa, puntando verso nord. Presto siamo a Zakros, e da qui scendiamo al mare a Kato Zakros. Vista l'ora ci sediamo ai tavoli sul mare della taverna Zakros bay, e gustiamo le specialità cretesi. Ci rimettiamo in marcia e dopo una mezz'ora siamo a PaleKastro, dove cominciamo la ricerca della sistemazione che abbiamo prenotato con Booking per i prossimi 4 giorni. Sapevo che non sarebbe stato semplice senza navigatore, ma dopo aver chiesto ad un paio di persone del posto, arriviamo finalmente alle Palekastro villas
Quando ho organizzato questo tour, mi sembrava giusto, arrivati a questo punto, mettere una ciliegina sulla torta; Effettivamente, concedersi il lusso di una villa con piscina privata e giardino fra gli olivi, a due passi dal mare, è stato qualcosa di speciale davvero. Oltretutto dopo i giorni scorsi, di lunghi spostamenti e faticose escursioni, un pò di sano relax, ci voleva proprio.

Palekastro Villas
 
 
 
14/07/13
In mattinata siamo stati sulla spiaggia di Itanos, carina, ma non entusiasmante, nei suoi paraggi, ci sono anche da vedere dei reperti archeologici di epoca dorica, con le colonne stese per terra, fra le palme che qui crescono spontanee.
 
 
15/07/13
Parlando di palme, qui non si può certo mancare di fare una capatina alla famosa spiaggia di Vai, orlata di palme da dattero, ma un pò troppo frequentata e sfruttata: abbiamo pagato 2,5 € per il parcheggio, cosa alquanto rara da queste parti.


Vai
 
I pomeriggi in questi giorni, li trascorriamo nella pace della nostra piscina. La sera abbiamo provato il grande barbecue, visto che avevamo a disposizione tutto il necessario, e poi dopo tanto una bella bistecca al sangue ci stava bene. Per finire la serata, ci siamo fatti un bel bagno di notte, tutti nudi nella piscina illuminata.
 
 
16/07/13
Mi son svegliato di buon ora e sono partito da solo per Zakros. Mi rimaneva l'esplorazione del canyon dei morti, così chiamato perchè in antichità, le piccole grotte che si aprono nelle sue pareti, erano usate per la sepoltura dei defunti. I canyon di questa zona, (ieri pomeriggio percorsi il vicino Hohlakies) sono abbastanza brevi, molto meno impegnativi e direi anche meno scenografici di quelli che si aprono nella costa sud di Creta.
Pomeriggio di relax in piscina. In serata siamo andati a Sitia, cittadina sulla costa nord, con un bel lungomare e poco più.
 
 
17/07/13
Lasciamo con una certa malinconia, la nostra bella villa chiedendoci: "chissà se ce lo potremo mai più permettere qualcosa del genere....?"
Questi ultimi 2 giorni che ci separano dal volo di ritorno, saranno tappe di avvicinamento verso Chania. Oggi abbiamo in programma di raggiungere Iraklio, la capitale dell'isola. Ci fermiamo per l'ultimo bagno in una caletta del golfo di Mirabello, anche se per i nostri gusti la zona è troppo affollata. Poi proseguiamo lungo la costa e la sosta è d'obbligo quando arriviamo ad Agios Nikolaos, una vivace cittadina con la solita fila di taverne e locali sul lungomare, ed il doppio porto, chiuso nel caratteristico lago.


Agios Nikolaos

Proseguendo, entriamo nella zona vip di Creta, Elounda e l'antistante isola di Spinalonga, con la sua fortezza ricca di storia. Noi ci accontentiamo di vederla dalla costa e dall'alto mentre ci addentriamo verso l'altopiano di Lasithi, un tempo punteggiato di mulini a vento, alcuni dei quali, sono stati ristrutturati ad hoc per le foto dei turisti.


l'altopiano di Lasithi

Un pò delusi da quest'altopiano, arriviamo ad Iraklio. Consultando la Lonely planet, abbiamo letto dell'ottimo rapporto qualità/prezzo/posizione dell'hotel Rea, quindi puntiamo dritti lì e siamo fortunati, hanno una quadrupla e ci liberano anche il posto per l'auto. L'hotel è in centro, così, dopo una doccia, siamo già a passeggio per le strade della città. La parte interessante è limitata, presto siamo già seduti al tavolo di una delle tante taverne sul porto.
 
 
18/07/13
Questo viaggio, è stato una full immersion nella natura, così stamattina puntiamo su Cnosso per un bagno culturale. Alle nove siamo al sito, e non dobbiamo neppure fare la fila, in compenso però, siccome vogliamo la guida, attendiamo quasi un ora per formare un gruppetto di italiani. Mia moglie e i bimbi piuttosto entusiasti; per quanto mi riguarda devo dire di aver provato più fatica in queste 2 ore di visita per vedere quattro sassi rimessi insieme dal cemento delle ricostruzioni di Evans, che a percorrere il canyon dei morti! Comunque, sicuramente, gli appassionati di archeologia e di storia, troveranno qualcosa di interessante. Stasera vogliamo essere a Rethymno, raggiungibile da qui in un'ora e venti di comoda superstrada, ma a noi piace complicarci la vita, infatti lasciamo la caotica costa dei villaggi turistici, e andiamo verso l'interno. A Zaros, dove ci sono le sorgenti di acqua, che viene imbottigliata per il consumo di tutta la Grecia, ci fermiamo per la pausa pranzo, nella taverna Votomos, dove i salmoni, le trote e altri pescioni del bel laghetto omonimo, sguazzano in grandi vasche, pronti a finire cucinati nei piatti degli avventori, che sulla loro freschezza, non possono dubitare. Dopo una rilassante passeggiata sulle rive del laghetto, si riparte e attraversando di tanto in tanto, minuscoli villaggi di montagna, con il solito gruppo di vecchietti radunato intorno ai tavoli del kafeneio della piazza, si attraversa la valle di Amari, dove nel tranquillissimo paesino omonimo, portiamo un pò di sconquasso. Fra gli schiamazzi dei nostri bimbi, saliamo sul campanile della chiesa per ammirare il bel paesaggio, dominato dall'incombente mole del monte Piloritis.

ultime tappe

Proseguendo, incontriamo un asinello a cui i bimbi somministrano contenti, gli ultimi biscotti rimasti e dopo un pò, siamo a Rethymno.
Mi aspettavo una cittadina un pò più piccola, trovare una camera per 4 a prezzi ragionevoli vicina al centro, non è proprio facile, ma dopo alcuni tentativi ce la facciamo. Hotel Astali.
È la nostra ultima sera a Creta, così puntiamo subito verso il porto veneziano e ci sediamo per la cena in uno dei locali più "in" : Mouragio Maria e ci trattiamo bene, grigliata mista con spigola, totani, polpo e dei gamberoni giganti. I camerieri ci coccolano per tutto il tempo, e alla fine il conto è di quelli che in Grecia, non ti aspetteresti, ma ce la siamo cercata, ci volevamo trattare bene. € 143,60! Ci rimangono i soldi per qualche souvenir, per lo zucchero filato dei bimbi e per l'ultimo yogurt greco.
 
 
19/07/13
Ci alziamo presto, una veloce colazione e via verso l'aereoporto di Chania. Lasciamo la buona Kia Venga in condizioni pietose (al lavaggio dovranno faticare oggi!), ma la signorina dell'ufficio a cui consegno le chiavi, non si affaccia neppure a vedere dove l'ho parcheggiata!


 
In conclusione, è stato un viaggio emozionante, avventuroso, che ci ha portati a scoprire e a vivere la Creta autentica, quella che consiglierei ad ogni viaggiatore.
È stato un viaggio che ho pensato e studiato a lungo, alla fine anche la distribuzione dei giorni nelle varie tappe è stata azzeccata. La costa sud occidentale, cui aggiungerei Balos e Xerocambos, sono sicuramente le parti più belle e selvaggie di Creta, che chi ama la natura, saprà certamente apprezzare. Anche il temuto Meltemi, sulla costa sud, in generale non è particolarmente fastidioso, in quanto spira alle spalle e quindi il mare è sempre calmo. Le fatiche delle escursioni, saranno ampiamente ripagate, dal poter godere di un ambiente incontaminato e magnifico.
Per visionare le foto vi consiglio flikr il mio nome è dimodriver

I partecipanti!
 

venerdì 19 luglio 2013

Milos, Folegrandos e Santorini: le isole che respirano

10 giorni, 3 isole, 19 spiagge e molto ancora

di Renata Aurini (artemisia59)


 
È da gennaio che inizio a sognare questo viaggio. Voglia di luoghi che ti facciano battere il cuore più forte, che ti spezzino il fiato in gola. Voglia di riempirsi gli occhi di impetuosa e sfacciata bellezza.
Voleremo fino ad Atene per accorciare i tempi, ma il successivo percorso in traghetto per raggiungere le isole, porterà quella nota emozionale che accompagna ogni traversata sul mare degli Dèi.
Prenotare il volo in gennaio si rivela un'ottima scelta, visto che a un mese dalla partenza, il prezzo sarà già triplicato.
È ora di preparare i bagagli. Easyjet, che era la low cost più generosa con le dimensioni e il peso del bagaglio a mano, ha comunicato la restrizione alla misura 50-40-20. Come al solito, mi chiedo cosa diavolo si portino le persone in valigia, visto che faccio fatica a riempire anche la piccolina.
 
 
 
30 giugno – sosta ad Atene

 
Il volo scorre tranquillo. Il panorama è impagabile: La Costiera Amalfitana con Ischia, Procida e Capri, poi si vira verso est con la visione meravigliosa di Corfù, il piedone di Lefkada, Cefalonia, Zante... È visibilissima la zona ovest di Lefkada con le sue spiagge turchesi! 
 
Per fortuna, visto che ora Easy Jet assegna il posto al momento del ceck-in on line (procedura molto intelligente per evitare spintonate varie), ci sono capitati i posti sul lato destro entrando dalla porta anteriore, con vista migliore.
 
Atterriamo puntuali e, di fronte all'uscita 4, è pronto il bus X96 che, con 5 euro a testa ci trasporta al Pireo in soli 50 minuti. È domenica e non c'è traffico, ma nei giorni feriali va calcolata un'ora e trenta.
 
Il nostro albergo è uno dei tanti, senza infamia e senza lode, della zona portuale, scelto per la vicinanza all'imbarco dell'indomani alle 7,25. Anzi, già che ci siamo, acquistiamo i biglietti per Milos in una delle tante agenzie del porto, ma avremmo potuto benissimo farlo direttamente all'imbarco, nel botteghino di fronte al traghetto.
Posati i bagagli, prendendo la metro alla fermata Pireo, arriviamo in poche fermate a Monastiraki. Camminiamo in salita nel piccolo, antico quartiere di Anafiotika, rannicchiato tra Plaka e l'Acropoli. Gli ottimi artigiani di Anafi, portati dalla loro isola per costruire il palazzo di re Otto nel 1832, ricrearono qui le loro bianche case cicladiche. Tra fiori, gatti e scalini decorati arriviamo all'Acropoli e, ancora una volta, sembra di sentire il fruscio delle toghe e lo scalpiccìo dei sandali.
Ma ci pensate che queste pietre sono state calpestate da figure come Socrate o Platone? Ma pensate che nelle calde sere ateniesi, personaggi come Fidia o Pericle sedevano vicini a teatro, immedesimandosi in una tragedia di Sofocle o ridendo per una commedia di Aristofane?
 
 

Dopo una cena veloce e le prime Mythos del viaggio, scendiamo dalla parte ovest, sicuramente quella che consente la classica, più completa e scenografica visione del Partenone illuminato. Tra tavolini e bancarelle, guadagnamo la fermata metro di Thision, dalla quale in 10 minuti saremo di nuovo al Pireo.


 
1 luglio – Milos
 
Il traghettone lento Agios Georgios parte con puntualità svizzera alle 7,25 e arriverà a Milos alle 14,30. Costo a persona 35 euro. L'orario di questo traghetto era disponibile fin da maggio, mentre per gli altri, ancora a ridosso della partenza, non c'erano conferme.
Comodissimo, dotato di divanetti nella zona bar per chi si vuole abbioccare, di poltroncine, panchine e sedie all'aperto a volontà. L'aria dell'Egeo è tutta per noi. Soste velocissime a Serifos e Sifnos, isole che già si presentano come misteri da sondare... L'arrivo a Milos è molto emozionante, perché è necessario fare un lungo giro per entrare nell'enorme insenatura di Adamas. Da lontano l'isola ha la forma di una libellula, poi si gira, cambia aspetto, fino a sembrare una grossa creatura addormentata. Sotto i nostri occhi passeranno bianche scogliere, variegate pareti di roccia, alcune spiagge azzurrissime, il colorato gruppo di syrmata di Klima.
In questo punto l'isola pare sorriderci.
 

il sorriso di Milos

 
Ma allora Milos è viva! Questo è il messaggio delirante che manderò ad un'amica prima di addormentarmi.
Sotto un sole spietato, arriviamo facilmente al nostro Hotel Chronis, dove abbiamo riservato le prime 2 notti. Bella, pulitissima e spaziosa camera con frigo e bollitore in un giardino di banani.
Unica pecca, il vicino campanile, che però batte le ore solo fino a mezzanotte e poi riprende alle 8 del mattino.
Non c'è tempo da perdere. Noleggeremo lo scooter l'indomani, e per questo pomeriggio ci muoveremo in bus. La fermata è a due passi dall'hotel. Diretti a Tripiti, prendiamo il bus per Plaka, considerando che è la linea più frequente (circa ogni mezz'ora) e che termina le corse più tardi.
Scesi a Tripiti, passeggiamo con grande piacere tra le viuzze bianche impreziosite dai fiori, ammiriamo la chiesa, gli scorci sul mare e iniziamo a sbirciare i menu delle taverne.
 
 
La nostra meta però è Klima, che si raggiunge a piedi con una strada di 1 km segnalato (ma io credo 3 effettivi) che scende verso il mare, costeggiando le aperture delle catacombe cristiane.
Klima è deliziosa: pochi, colorati syrmata, barchette all'attracco, un microscopico lungomare con una panchina sotto una tamerice. Quante foto abbiamo visto di questo luogo! Ma la realtà è migliore, perché si tratta di un luogo “vero”, senza fronzoli né ritocchi. Pensare che la gente abbia costruito le proprie dimore al piano superiore dei ricoveri nei quali d'inverno vengono tirate le barche (syrmata da syro-tirare), fa capire quanto sia viscerale l'attaccamento al mare e all'isola stessa.
 
 


 
Anziché tornare a Tripiti in salita e poi riprendere il bus, mi piacerebbe tornare da qui, costeggiando il mare fino ad Adamas. Chiediamo ad una signora se la strada esiste. Ce lo conferma, ma ci informa che è molto lunga. Vorrei provarci lo stesso, ma visto che sta per scoppiarmi un bel mal di testa, mio marito mi dissuade dal fare esperimenti pericolosi. Mi rimarrà, naturalmente, il rimpianto di non averci provato, anche perché la strada per risalire a Tripiti è comunque lunga, assolata e faticosa.
Tornati ad Adamas, e dopo un doveroso trattamento farmacologico, finiamo la serata in una taverna sul mare, da Navayo. Buona e semplice cena, con anguria offerta dal gestore.
Mangiare male in Grecia è pressoché impossibile!
 
 
 
 
2 luglio – Milos
 
Nella stradina a fianco al Chronis c'è il noleggio moto Adamas. Eravamo intenzionati a noleggiare un enduro, ma non è disponibile. Ci guardiamo, e accettiamo un semplice 125.(15 euro al giorno).
Abbiamo già compreso che la zona ovest che volevamo visitare, non potrà rientrare nei soli quattro giorni che ci restano. Inoltre capiremo più avanti che quest'isola è un animale non troppo domestico, e che quindi non sarebbe stato indispensabile cercare luoghi impervi per coglierne il lato selvatico.
Ci dirigiamo a nord, destinazione Sarakiniko. Una manciata di km di strada provinciale, poi un brevissimo sterrato e un tratto a piedi. Qui si arriva anche in bus, ma con corse non frequenti. 
Una specie di Cappadocia bianchissima sopra e in mezzo al mare. La piccolissima baia, dove si può fare il bagno, sinceramente non ci invoglia ad immergerci.  
È piuttosto il panorama a conquistarci. Meglio se con scarpe da scoglio, si può salire sulle grosse pietre candide e arrivare ad un vertiginoso affaccio sul mare aperto , di una bellezza davvero impressionante.
 
 



 
 
 
Inizia a fare caldo, e qui, nonostante ci siano due o tre tamerici prese d'assalto, il biancore rende la situazione accecante.
Un grosso gatto se la dorme su un ramo, evidentemente aspettando l'ora della merenda dei bagnanti.
Riprendiamo il mezzo, per la verità non molto potente, e che ha uno strano rombo, puntando a nord-ovest. Oggi cercheremo di vedere la zona nord, visto che il vento è debole, ma continuerà a soffiare da nord nei prossimi giorni, aumentando di intensità.
Scendiamo a Mandrakia: tre deliziosi syrmata, una chiesetta, un gatto nero, una cabina telefonica e una taverna vista mare coi polipi al sole.
Questa, la Taverna Medusa, attira la mia attenzione e mi prenoto mentalmente per la sera.
 
 


 
In sella per Firopotamos, una baia a semiluna ombreggiata da tamerici, costeggiata da syrmata, barchette colorate e una chiesa appena più in alto sul mare, raggiungibile coi piedi nell'acqua. Un quadretto così bello che pare finto. L'acqua è chiara, ma il mare un po' mosso e soprattutto freddo. Mio marito fa il bagno, ma io non riesco.
 


 
Attraverso uno sterrato piuttosto impegnativo, anche se non lunghissimo, arriviamo alla strada asfaltata che scende verso la baia di Plathiena. La guardiamo dallo scooter, ma non ci convince. Soprattutto siamo stanchi, è ora della sosta in albergo, per cui rimandiamo questa spiaggia ad un altro momento.
Avere l'alloggio ad Adamas, centrale, consente di poter ogni volta spezzare la giornata, tornando agevolmente, in una decina di km, praticamente da ogni parte dell'isola.
Scesi in paese, vediamo il noleggiatore che ci insegue: avevano sbagliato scooter, dandoci un 50 al posto del 125: ecco perché non ce la faceva!
Ora, sul nostro terrazzino, ci gustiamo lo spuntino con frutta e ottima sfoglia con spinaci della bakery di fronte al capolinea del bus. Poi il solito nescafé e un po' di siesta. Io leggo i preziosi appunti della guida Puccy, mentre il boss crolla (solita scena).
il trono del ciclope
Nel pomeriggio insistiamo con la zona nord, ora dirigendoci a Pollonia. Paesino tranquillissimo sul mare, solita sfilata di tamerici sulla spiaggia. Sebbene appaia come un luogo turistico, questo termine a Milos sembra abbia una connotazione diversa. Pare un turismo disinteressato allo sfruttamento selvaggio; qui si preferisce creare qualche disagio al turista stesso, ma non al luogo che lo ospita. Proseguendo ancora un po' verso sinistra e salendo di poco, si arriva alla bella chiesa bianca, dove un vecchietto sta curando i fiori. Iasas! Iasas! Di fronte il mare scuro e l'arida Kimolos. Affacciandosi dal piccolo promontorio, dove il mare si infrange, proprio sotto di noi uno scoglio dalla strana forma a sedile: mio marito dice che è di sicuro il trono di un ciclope.
 



 
Pollonia si trova all'estrema punta a nord-est, per cui ora facciamo dietro-front e torniamo verso ovest lungo la stessa strada. La prima spiaggia che incontriamo, se così la vogliamo chiamare, è quella di Papafragas. Ancora un panorama primordiale tra le rocce, poi con una discesa tra scogli e terra, entriamo nella piccola gola tra le due scure pareti. Qui si forma una minuscola baia, dove però l'acqua bassa e col fondo nero e un po' melmoso, non è affatto invitante.
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ancora in sella verso ovest, ed ora incontriamo l'aperta Mytakas. Il solito sterrato dalla strada provinciale, termina in un parcheggio tra due spiagge: una più piccola a destra, e Mytakas, più grande e ombreggiata. Ci sediamo sotto le tamerici, ma il vento sta crescendo, e con lui anche il mare. Niente bagno, perciò.
 
 
 
 
La giornata non può terminare senza almeno un bagnetto. Così, scendendo verso Adamas,che comunque ha una spiaggia da non sottovalutare, prendiamo per Hivadolimni, la spiaggia esattamente di fronte. La lunga battigia inizia dalle parti dell'aeroporto, poi, dopo la scogliera bianca di calcare, fa una curva dove il mare è calmo e limpido. Ci immergiamo con piacere, notando che l'acqua resta bassa per metri e metri.
 
 
 
 
 
 
Tornati in albergo, ci prepariamo per la cena a Mandrakia, alla taverna Medusa che avevo puntato al mattino. Il posto è stupendo: al tramonto una pace fuori dal mondo. La cucina è ottima, ma le porzioni di polipo e calamari piuttosto minimaliste, così come l'allestimento (nemmeno uno straccio di tovaglia di carta). Il conto invece sarà in proporzione piuttosto alto. Ne è lo stesso valsa la pena, fosse solo per la posizione e lo straordinario liquore al miele e cannella che ci viene offerto alla fine della cena.
 
 








3 luglio – Milos
 
Oggi si cambia hotel.
Faremo le ultime 3 notti al Lagada Beach, proprio di fronte all'attracco dei traghetti. Siccome la camera non sarà pronta prima delle 13, decidiamo di dedicare il tempo all'escursione in barca a Kleftiko da Kipos. Le escursioni che partono da Adamas sono molto più lunghe, cosa che io credo di non potermi permettere per via del mal di mare. Oggi poi il mare non è proprio calmo. Partendo da Adamas inoltre ci sono prezzi molto più convenienti: addirittura si parte da 25 euro pranzo compreso. Noi invece ne pagheremo 18 per l'escursione di 3 ore o poco più, limitata a Kleftiko e Gerontas. La barchetta, stile Popeye, è capitanata da un enorme e rustico personaggio che parla tutte le lingue.
 
 

Si naviga sotto costa, nella zona più riparata di Milos, per cui i braccialetti anti-nausea sono sufficienti. Crediamo che Gerontas, con la spiaggetta, il grande scoglio e l'acqua gelata e smeraldina sia il massimo, ma non abbiamo ancora visto Kleftiko... Le macchinette fotografiche sembrano impazzite: nessuno parla, solo mille click e lo sciacquìo della barca sull'acqua placida. Siamo immersi in uno spettacolo turchese e scintillante, le bianche scogliere e gli archi cambiano forma e aspetto secondo la prospettiva: ecco una balena, una torre, una torta di panna montata...
 
 
 
Inutile dire che godimento sia il bagno in quelle acque stupende.
 
 
 
 
Torniamo all'ovile e prendiamo possesso della nuova camera. Siamo in un grosso complesso con piscina e alloggi nel parco. La stanza è molto spaziosa, in stile cicladico molto essenziale. Le carte vincenti sono l'assoluto silenzio notturno, la frescura, oltre a degli scuri che creano il buio totale. Insomma si dorme da re, in più c'è una buona colazione compresa.
Dopo il tradizionale spuntino pomeridiano, stavolta nel nostro piccolo patio privato, ci riposiamo e faremo poi un giro per Adamas, che, tranne la zona portuale, abbiamo un po' trascurato. Bellissimi scorci fino alla piccola chiesa ortodossa di Aghia Triada, del 1600, la più antica dell'isola. Qui c'è anche il museo ecclesiastico di Milos, ma come ci fa notare il gatto-custode che se la dorme vicino al cartello, è chiuso.
 
 
 
 
 
Arriveremo fino alla più recente chiesa di Aghios Haralambos, costruita dai rifugiati cretesi in fuga dai Turchi (che fondarono Adamas nel 1824) nel 1870. Anche questa è chiusa, quindi ci godiamo il fresco seduti su una panchina vista mare.
La serata proseguirà a Plaka, per la vista del tramonto dal Kastro.
Ci fermiamo però prima a Tripiti, per vedere le rovine dell'antica Milos. Si trovano a destra dell'entrata per le Catacombe cristiane (a quest'ora chiuse), percorrendo uno sterrato . Il luogo è superbo, anche se le rovine non sono che un piccolo teatro e qualche colonna. Questo è anche il sito del ritrovamento, da parte di un contadino, della celebre Venere di Milo. L'abbiamo ammirata al Louvre con un certo disappunto...
Proseguiamo per Plaka, il capoluogo dell'isola. Stradine, bianchi scorci, bouganvilee. Si lascia il mezzo prima di arrivare alla salita per il kastro e si iniziano gli sconnessi scalini. Dopo la chiesetta si continua a salire, con qualche difficoltà in più, fino alle mura della fortezza. Da quassù c'è una splendida visione a 360° di tutto ciò che dell'isola si può vedere a perdita d'occhio. Il tramonto non sarà spettacolare, con un cielo un po' polveroso, ma è stato ugualmente imperdibile.
 
 
 

 
Cena da O' Xamos, alla fine del lungomare di Adamas, lungo la strada per l'aeroporto, caldamente consigliato dalla mia amica Adeliana ( che tanti consigli mi ha dato), e ci troviamo davvero bene. Il menu è diviso in sezioni per lingua, così di ogni pietanza possiamo leggere addirittura gli ingredienti e quasi quasi la ricetta. Mangiamo benissimo, abbondantemente, con un costo contenuto, ed infine ci viene offerta una pallina di mastice nell'acqua. Era da tanto che volevo assaggiarlo! Da quando, di passaggio a Chios 3 anni fa, non ce ne fu l'occasione. Un sapore di zucchero e resina, il dolce e l'amaro della vita.






 
4 luglio – Milos
 
Dopo la nostra comoda colazione in hotel (è proprio bello non doverla preparare), via per altre spiagge. Col nostro mezzo un po' scassatello, oggi affronteremo la zona sud delle spiagge, quella verso cui ho le maggiori aspettative.
Poco prima di Paleohori, c'è il bivio per Aghia Kiriaki. La strada, tranne 2 piccolissimi tratti, è asfaltata. Non ha pero' protezioni verso il burrone, e sebbene sia abbastanza larga, evidentemente la mancanza di illuminazione ne fa un pericolo. Difatti, giù dal burrone si vedono i resti recenti di un brutto incidente.
Accompagnati dalle caprette, si parcheggia in uno spiazzo sabbioso e insidioso: c'è già un fuoristrada insabbiato. Ma qui tutto è concepito in una maniera a noi sconosciuta: non è l'ambiente ad adattarsi all'uomo, bensì l'uomo (in questo caso il turista) a doversi adattare all'ambiente. Con lo stesso criterio ci sistemiamo sotto l'immancabile tamerice, veramente “salmastra ed arsa”, io inciampando e sbattendo la testa più volte. Ma che posto, ragazzi! Entrando in acqua, per qualche metro l'arenile ha un tappeto di sassi bianchi che sembrano confetti.
Si può immaginare il colore che questo tappeto conferisce all'acqua. Il mio azzurro elettrico preferito!
 

Agia Kiriaki
 

 
Dopo un po' di bagni e una passeggiata, si riparte verso la vicinissima Paleohori, raggiungibile anche in bus da Adamas. La spiaggia è molto più grande, più frequentata e molto assolata. Se si vuole restare qualche ora, meglio noleggiare per pochi euro un ombrellone con sdraio nei numerosi bar-stabilimenti. Le rocce colorate e infuocate non offrono riparo, semmai il rischio di qualche caduta sassi sul cranio. I colori sono davvero assurdi: sembra che un graffitaro impazzito abbia trasformato queste rocce in enormi murales.
 
 
 
 
 
Al ritorno ad Adamas per il tradizionale spezza-giornata, mi informo all'agenzia del porto se il traghetto lento per Folegandros di dopodomani sarà operativo. Una gentilissima signora che parla anche italiano, mi consiglia di tornare la sera prima della partenza, perché “qui funziona così”, cioé il traghetto potrebbe essere ripristinato all'ultimo momento.
Oggi pomeriggio, tornando nella zona sud, vedremo le due spiagge per me più spettacolari. Per Firiplaka, solo l'ultimo tratto, che si biforca verso Tsigardo, è un polveroso sterrato. Quando si arriva alla spiaggia, facendo qualche gimkana tra gli scogli, si resta senza parole: qui il graffitaro impazzito si è fatto aiutare da tutti i suoi colleghi.
 
 
 
 
 

Pareti di rocce verdi, gialle, arancioni, azzure, così come le pietre di tutte le dimensioni che occhieggiano dall'acqua trasparentissima.



 
 
 
 
 

Mai visto niente di simile. Il tempo qui passa in fretta, e ci fa fare un piccolo errore: sarebbe stato meglio vedere prima Tsigrado, perché nel tardo pomeriggio quest'ultima cade in ombra.
Vi arriviamo sempre rombando in mezzo alla polvere, e ci aspetta il famoso percorso con la corda.
Prima bisogna scendere dal parcheggio scivolando a piedi in mezzo alla sabbia, poi il buco con la scaletta a pioli. Ci si infila, reggendosi ad una corda agganciata alla parete, e si scende all'indietro in una specie di strettoia di terra. Nell'ultimo tratto, di nuovo una scala a pioli evita una caduta rovinosa sulla battigia.
 
 


 
Questa è la mia spiaggia ideale: un'insenatura intima, piccola, circondata da scogli e grotte. L'acqua è una meraviglia, anche se purtroppo, come dicevo prima, metà è già in ombra. Sono le 17,30 e le giornate sono ancora lunghe, per cui credo che in agosto già dalle 16 o poco più sia senza sole. C'è pero' anche il lato positivo: non c'è più quasi nessuno. Non riesco a trovare la forza di uscire dall'acqua.

 

 

Poi dovrò anche trovare quella di risalire: non mi aspettavo davvero un percorso così. In un luogo diverso avrebbero creato una stradina o quantomeno dei gradini, ma ancora una volta l'isola non si piega alle regole del turismo: una corda e una scala sono il massimo della concessione. Chi ha problemi motori, deve per forza farsi portare in barca.
 

 


La nostra serata finisce di nuovo da O' Xamos, dove mangiamo di nuovo benissimo: sapori davvero d'altri tempi. Mio marito non ce la fa a finire l'enorme porzione di agnello al cartoccio con verdure e io continuerò per sempre a chiedermi che sapore abbia la torta di zucca di Milos da matrimonio, che è in menu, ma che il mio stomaco si rifiuta di accettare.
Unico neo di questo ristorante, se gliene vogliamo trovare, è che non serve pesce.









 
5 luglio- Milos

 
Col permesso di Eolo, oggi vorremmo visitare un po' la zona est. Da Pollonia pieghiamo verso Voudia su una scivolosa strada molto frequentata dai camion. Purtroppo l'accesso alla spiaggia di Voudia è proprio a ridosso di una cava: la polvere alzata dal vento e dai mezzi pesanti è insopportabile. Decidiamo lo stesso di scendere e allontanarci il più possibile, visto che la spiaggia è molto lunga. Ma il vento e l'assenza di ripari, oltre la difficoltà dell'arenile pietroso, ci fanno desistere. D'altronde, non c'è assolutamente nessuno.
Viste le premesse, mio marito non vuole continuare ad est, verso le miniere di zolfo, e decidiamo di tornare a Plathiena, che era rimasta in sospeso. Ci rilassiamo sotto gli alberi, ma non per molto, perché anche qui il vento si fa fastidioso. Saliamo con la moto lungo lo sterrato che porta a Fourkovouni: una conchiglia di syrmata, barchette e gatti.
 
Fourkovouni

 
Tornati in albergo, un tuffo in piscina, spuntino dolce e salato rigorosamente acquistato in bakery, più un gelato all'ouzo che voglio assaggiare. Non sopporto i liquori all'anice e non sono un'appassionata di gelati, ma la magia della Grecia me lo fa trovare gradevole.
Vista la ventosità della giornata, che comunque verso sera tende sempre a diminuire, abbiamo bisogno di zone riparate, perché vorremmo farci qualche altro bagno. Prima tappa sarà la Deep Blue di Paleohori, poi Provatas, la certezza del riparo. La Deep Blue, segnalata immediatamente prima di Paleohori, è un fantastico scorcio blu che si ammira già dall'alto.
 

 
 
È vero, c'è il baretto con musica a palla, ma alla fine è una nota di allegria. Grana grossa, sassi colorati e invitanti trasparenze. Sulla destra, tra le rocce arancioni e calde si sente ribollire il mare: è la creatura che respira. Da qui vediamo gente tornare e arrampicarsi tra le rocce, ma non abbiamo la forza ne' il tempo per esplorare. Secondo la cartina dovremmo essere praticamente confinanti in quella direzione con la spiaggia di Aghia Kiriaki: verranno da lì?
Gli ultimi tuffi li facciamo a Provatas, una spiaggia non eccezionale, ma molto comoda. A dire la verità, anche se questa è la spiaggia più riparata di Milos, la calma non è totale. Chissà che mare mi aspetta domani verso Folegandros!
 
 
 
 
Tornati al porto, vengo informata che il traghetto lento non c'è, quindi dovremo per forza prendere il Super Jet, 3 volte più costoso e a rischio cancellazione in caso di mare grosso. Sul catamarano poi si è imprigionati al chiuso, non potendosi godere il meglio di un viaggio tra le isole: la vista. Mio marito invece è contento: il Super Jet parte alle 9,30 anziché alle 7, così potrà alzarsi con calma e fare anche colazione.
Stasera la cena sarà alla Taverna Barko, consigliata non so più da chi, all'inizio della strada che dal centro di Adamas sale verso Plaka. Naturalmente mangiamo benissimo, sotto un pergolato d'uva, circondati dai “soliti” italiani. Stasera il trionfo del fritto: polpette di fava, baccalà pastellato, sarde e patatine con annaffio di retsina. Ottimo e leggero. Mai patatine alla Mc Donald's da queste parti: solo roba fresca.
 
 
 
 
 
 
 
 
6 luglio – Folegandros
 
Mi sveglio col sibilo del Meltemi tra le palme del giardino.
Il brutto catamarano rosa arriva con mezz'ora di ritardo dal Pireo: non è un buon segnale. Accomodatici, affronteremo una traversata che per quanto mi riguarda, fosse durata un minuto di più, avrei lasciato lo stomaco sulla poltrona. Oltretutto questo saltare sulle onde, con un rumore come se saltassimo sui sassi, mi fa anche un po' paura.
Per fortuna il malessere, grazie ai bracciali e al “rinforzo” di Travelgum, appena scesi passa. Sebbene siamo in ritardo, l'autobus per la Chora, ignorando l'orario, è pronto allo sbarco. Lasciamo i nostri piccoli bagagli alla gentile proprietaria di un ristorantino a fianco, e saliamo sul bus.
Folegandros è la nostra isola dei Lotofagi. Il bus sale pian piano i pochi km che lo separano dalla Chora in un paesaggio arido, avaro, assolato e spazzato dal vento.Dal finestrino solo caprette e la minuscola chiesa bianca che pare incastonata nella roccia color paglia. Non parliamo.
Arrivati al capolinea, per scrupolo mi appunto con una foto gli orari per le due spiagge, ma so già che non vi andremo. È quasi mezzogiorno e il nostro traghetto per Santorini partirà alle 17,50. Entriamo a piedi nel biancore della Chora, sostando prima nella piazzetta affacciata sul dirupo che si tuffa nel mare. Qui il vento ti porta quasi via.
 
 
Girato l'angolo, però, il vento non c'è più, in una calma irreale, in un trionfo di case bianche e bouganvillee di ogni colore, tra vicoli, chiese e scalini. Mai vista una Chora così bella: sembra l'incanto di una maga. Continuiamo a non parlare, non abbiamo niente da dire, camminiamo come inebetiti, fermandoci ogni 10 metri.
 

 

 
 
 
 

Dimentichi della spiaggia, saliamo come sospinti dal vento fino alla piccola chiesa, sostando qualche minuto nel minuscolo cimitero che è ai piedi della salita. Sempre sospinti dal vento, scendiamo (ma questo vento, quante volte cambia direzione?). Abbiamo perso completamente il senso del tempo e la memoria del da farsi, come mai ci era successo. Così, pian piano, sempre senza fretta e senza parlare, ci dirigiamo a piedi verso il porto.
 Ad un certo punto un segnale di pericolo attira la nostra attenzione: un omino disegnato in una strettoia con una specie di fiamma-aureola sulla testa. Che vorrà dire? Che la testa può prendere fuoco? Che si possono avere visioni mistiche?
 
 
 

 
Dopo qualche passo, entrando in una specie di gola, ce ne rendiamo conto: il vento non ci fa reggere in piedi! Che anche Folegandros sia viva? Che questo sia il respiro della belva? Ecco perché il bus in questo tratto di strada procedeva a passo d'uomo...
Vicino al porto, l'amena e accogliente spiaggetta orlata di tamerici, senza vento, viene scelta come tappa successiva, non prima però di una sosta rigenerante nella piccola taverna dove abbiamo lasciato le valige. Mythos, insalata greca e stuzzichini non ci sono mai sembrati così buoni.
Sosta in spiaggia sotto gli alberi, poi su una panchina ad aspettare il traghetto. Un gatto salta in braccio a mio marito e gli si accoccola adosso.
 
 
 

 
 
 
Siamo così rilassati e dimentichi del mondo, che non ci ricordiamo di telefonare alla signora dell'albergo di Santorini per farci venire a prendere al porto.

porto di Folegandros

 
La navigazione, sebbene il mare si sia calmato di poco, sul traghetto lento scorre tranquilla e piacevole. Naturalmente mi posiziono all'esterno.
Già da lontano Santorini inizia a dare spettacolo: inconfondibile, scura, potente. La vitalità dell'isola, con la sua forma di drago addormentato, è ancora più evidente. Dopo la sosta alla dirimpettaia Thirassia, entriamo nel porto di Thira nel momento più magico: il tramonto. Dai paesini sulla caldera, lampeggiano i flash delle macchinette.
 
 
 
 
 
Sbarchiamo e naturalmente non abbiamo il transfer per l'albergo. Io ricordo però che l'albergatrice aveva consigliato il bus, che ferma a pochissima distanza dalla struttura. Entriamo nell'ufficio di informazioni turistiche per saperne di più, ma ci viene detto che non ci sono autobus, e ci viene offerto un taxi per 30 euro. Ci sembra un prezzo eccessivo, quindi chiamiamo la titolare dell'Angel's Studios, dove abbiamo prenotato, per farci venire a prendere. La signora ci dice che il suo driver,visto che non avevamo avvisato del nostro arrivo, è andato via, ma ci ripete di prendere il bus. All'ufficio invece ci confermano che il bus non c'è. Non avendo voglia di aspettare né discutere optiamo per un taxi condiviso al costo di 15 euro. Naturalmente, appena usciti dal porto, incrociamo l'autobus...
L'Angel Studio's è una piccola struttura con piscina a Karterados, il paese attaccato a Fira. Le titolari sono gentilissime e simpaticissime. Sono molto contrariate per la disonestà degli addetti dell'ufficio informazioni, ma ci consolano con una fetta di dolce fatto in casa.
Andiamo di filato a dormire in una vezzosa camera tutta rosa, zanzariera sul letto compresa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
7 luglio – Santorini
 
La colazione dell'Angel's Studios è piuttosto esagerata, ma cerchiamo di finire tutto, perché abbiamo l'impressione che la signora potrebbe restarci male.
Lasciamo le valige, che torneremo a prendere dopo pranzo per trasferirci a Perivolos, e iniziamo una delle nostre folli camminate. Da Karterados scende una strada che costeggia il mare aperto, dal lato opposto alla Caldera. La imbocchiamo e, tra piante di fico, campi di pomodori e vigneti, ammiriamo il panorama dei paesi dal basso. Quando arriviamo alla vista del mare, ci rendiamo conto di esserci spinti troppo oltre. Come faremo ad arrivare alla caldera? Semplice, attraverso quella tremenda strada in salita che si inerpica su per la montagna... L'alternativa sarebbe tornare indietro. Controllando ora su Google map so che avevamo percorso già 8 km. Ora ne faremo quasi 2 in salita, sbucando nel punto più panoramico: il golfo centrale tra Imerovigli e Oia.
 


 
L'idea iniziale era arrivare a piedi a Oia, ma questo cambio di percorso ci ha massacrati, per cui ora è proprio impossibile percorrere il lungo sentiero assolato e ancora in salita che, in circa 5 km, ci
porterebbe alla meta. Preferiamo tornare verso Karterados, godendoci tutti i meravigliosi scorci di questi “soli” 8 km. È un saliscendi sostanzialmente in mezzo agli alberghi. Panorama da cartolina, in alcuni punti anche vicino alla nostra Costiera Amalfitana. Imerovigli e Firostefani sono per me i luoghi più belli, mentre già Fira, con la gente che ti cammina sui piedi e la concentrazione di negozi e negozietti, non l'ho molto apprezzata. Visto che tutti vorremmo ingiustamente che i luoghi più belli fossero solo per noi, mi piacerebbe rivederla in inverno.
 
 




 

Ridendo e scherzando abbiamo camminato dalle 9 del mattino alle 3 del pomeriggio, orario in cui ci ripresentiamo, con ustioni plurime, in albergo a riprendere i bagagli.
Stavolta l'autobus c'è, anche se con un orario molto “personalizzato”, e con questo arriviamo a Perivolos, a pochi metri dalla nuova sistemazione. Pochi metri se avessimo indovinato la fermata, ma si vede che oggi è la giornata delle camminate.
L'appartamentino ai Mandilaria Studios è stato prenotato a febbraio, poco dopo il volo, approfittando di un'offerta assurda non rimborsabile. Su Tripadvisor e su altri siti, la struttura aveva altissimi gradimenti, ed offriva uno sconto dell'80%. Un po' scettica, con l'idea al massimo di andarcene e perdere la piccola cifra, ho prenotato. Invece mi sento davvero di consigliare questo posto: bello, accogliente, pulitissimo, con gestori simpatici e disponibili. C'è pure la piscina.
In più, Perivolos ha una spiaggia bellissima, è in una zona tranquilla, comoda sia per la zona caldera, sia per le zone archeologiche.
La lunga giornata, dopo una doverosa (e ti pareva!) passeggiata fino alla spiaggia, termina con una cena grill-souvlaki nella taverna più vicina.
 
 
 
 
 
 
 
 
8 luglio-Santorini
 
Il gestore degli studios ci consiglia un noleggio moto sulla strada provinciale, poco lontano, raccomandandoci di fare il suo nome. Il prezzo di un fiammante 125 scende così da 22 a 15 euro al giorno.
Ci dirigiamo verso Perissa, la cui spiaggia è un tutt'uno con quella di Perivolos, con l'idea di visitare le rovine dell'Antica Thira, poste sulla collina del Mesa Vouno, che divide la spiaggia di Perissa da quella di Kamari. Lasciamo il motorino sotto il cartello e iniziamo a inerpicarci su un sentierino tra sassi e sterpaglia, oltretutto in infradito!
 

 
Non immaginavamo tutta questa difficoltà, per cui ci limitiamo ad arrivare ad una chiesetta, ancora una volta incastrata nella roccia, ma decidendo poi di ridiscendere e rimandare a domani la visita delle rovine, passando dalla strada carrozzabile di Kamari, dal lato opposto.
A pochi km c'è la bella cittadina di Pyrgos, con la sua graziosa Chora, nelle cui stradine ci perdiamo con piacere.
 


 
Akrotiri, l'antica città sepolta dall'eruzione vulcanica del 1600 a.c., non si può perdere se ci si trova a Santorini. Ma si perde di sicuro se ci si trova solo di lunedì, perché il sito è chiuso. Col senno di poi, ci rendiamo conto che anche se avessimo fatto lo sforzo di salire all'Antica Thira, avremmo trovato chiuso anche lì.
Essendo lunedì, non possiamo che dirottarci alla Kokkini Beach, la Spiaggia Rossa, ad una manciata di km dagli scavi di Akrotiri. Dal parcheggio obbligato, servito da qualche baracchino di cibarie, si deve salire sugli scogli e girare l'angolo. Basta seguire il flusso di gente. Poi si discende subito a sinistra per postazioni tra le rocce, più a destra si apre la visione della spiaggia: una fiammata nel mare.
 
"...una fiammata nel mare..."
 
 
Circondata da rocce rosse e rossa la ghiaia. È molto bella, ma continuamente disturbata dalle imbarcazioni delle escursioni, che accompagnano i bagnanti fin sulla riva. Anche la trasparenza dell'acqua, ovviamente, ne risente.
Oggi, per pranzo, abbiamo deciso di fare uno spuntino con prodotti tipici e degustarceli nel nostro terrazzino. Vino rosso di Santorini, olive ripiene di mandorle, piccoli peperoni in salamoia, affettato di Creta, pomodorini e frutta. Le ciliege sono enormi e nere e hanno il sapore intenso delle amarene conservate nello sciroppo di zucchero. Questa terra vulcanica deve essere speciale: i pomodorini sono straordinari, hanno insieme un gusto dolce, amaro e salato, che non necessita di alcun condimento. Crescono bassi, quasi timidi, nei campi arsi e neri. Ma lo spettacolo per me più particolare è vedere le distese di uva, piccoli cespugli adattatisi al vento. Questa poi è la “wine road”, la strada del vino, dove in numerose cantine è possibile fermarsi per la visita e le degustazioni.
Dopo una piccola siesta, abbiamo la curiosità di fare un bagno a Perivolos, che tanto bella ci era sembrata la sera dell'arrivo. Percorriamo, stavolta in scooter, i km tra campi e recinti con cavalli, capre e cani, e arriviamo dritti ad un tratto di spiaggia libera con tamerici e docce.
La spiaggia nera, ancora rovente nonostante sia pomeriggio inoltrato, non fa assolutamente impressione. L'acqua è cristallina e invitante, sul bagnasciuga sembra di affondare i piedi nel caviale.
 
Bellissimo.
 
Stasera ci tocca il rituale del tramonto, e scegliamo Oia, che ancora non abbiamo visitato. Da qui sono una ventina di km, il punto più lontano da raggiungere.
Oia è una vanitosa signora vestita di bianco, sdraiata verso il cielo e il mare.
 
 
 
 


Arriviamo alla punta dei suoi piedi per ammassarci, come pazzi, verso Helios. Io sono in bilico su un enorme vaso con al centro una pianta puntuta. Il sole si fa beffe di noi, organizzando un tramonto velato e per niente spettacolare. Non merita nemmeno il tradizionale applauso. Meno male perché sarebbe stato davvero troppo.
 
 






Mezza anchilosata inseguo mio marito tra la folla, per una fuga il più rapida possibile. L'abbiamo fatto, ma non si ripeterà.











 

9 luglio – Santorini
 
Abbiamo ancora solo questa giornata. Ci sono numerose escursioni in barca organizzate da Fira, ma anche, credo, direttamente da Perissa. Avremmo voluto fare quella al vulcano con bagno alle sorgenti calde, ma ciò ci porterebbe via in pratica tutta la giornata. Ci restano da visitare le rovine, e non vogliamo perderle.
Iniziamo dall'Antica Thera, tralasciata ieri, che raggiungeremo stavolta da Kamari con una strada in salita di due o tre km. È percorribile in motorino o in auto, ma molti preferiscono affrontarla a piedi. C'è però poi da aggiungervi il percorso per salire dall'ingresso alla sommità degli scavi: un altro km buono, sotto il sole.
 
 
 
In questa città, abitata da Fenici, Romani e Bizantini, sono presenti soprattutto reperti dell'età ellenistica: teatro, terme, abitazioni, l'antica agorà e il santuario di Apollo, più antico, del 6° sec. a.c. Lo stato di conservazione non è eccezionale, ma lo è la posizione alta sul mare. L'ingresso costa 2 miseri euro e come guida siamo accompagnati da un simpatico cagnolone.
Dalla Ancient Thera a Akrotiri sono solo 8 km, ma un salto all'indietro di circa 1000 anni.
L'eruzione vulcanica di 1600 anni fa, ha lasciato, sepolti dalla pomice, i resti di una civiltà davvero avanzata. Iniziati gli scavi nel 1960, si stima che forse solo il 3% sia stato riportato alla luce. Quello che più mi stupisce, oltre alla presenza di abitazioni a più livelli, è la presenza di un sistema di fognature. In alcuni vasi, ancora resti di legumi e cereali. Nessun cadavere tra le macerie, in quanto la città venne abbandonata poco prima della fatale eruzione, per una serie di terremoti. Si tratta dell'Atlantide di Platone? È questa la devastante eruzione che distrusse Cnosso e pose fine alla civiltà minoica?
Il sito (ingresso 5 euro) si visita sotto una grande copertura che protegge i resti dalle intemperie e i visitatori dal sole. La stessa copertura che, crollando nel 2005 uccise un turista, tenendo gli scavi chiusi fino al 2012. Paradossale che la mano dell'uomo moderno, sia riuscita ad Akrotiri a fare più vittime dell'eruzione.
 
 


 
 
Ci incuriosisce la cosiddetta Withe Beach, unica spiaggia bianca di Santorini. Non certi di poterla raggiungere via terra, stamattina abbiamo chiesto lumi all'albergatore, che ci ha detto che è possibile, lasciando la moto e poi proseguendo a piedi per una decina di minuti. Da Akrotiri prendiamo per la vicina Mesa Pigadia, strada asfaltata, poi uno sterrato un po' antipatico. Arrivati alla spiaggia, di grossi sassi neri e alquanto affollata, in teoria dovremmo proseguire a sinistra, scavalcando un costone di roccia. Ma come? Al bar della spiaggia, un signore ci conferma di andare da quella parte, secondo una signora invece alla Withe Beach si va solo in barca. Ci avviamo, ma non è proprio possibile. Il sentiero si interrompe e ci vorrebbero i picconi. C'è anche un'altro sentiero che sembra, attraverso un lunghissimo giro, poter andare da quella parte, ma anche questo si interrompe davanti ad un recinto dove un maiale ci guarda divertito.
Dobbiamo arrenderci e torniamo indietro, senza neppure fermarci alla spiaggia di Mesa Pigadia, che non ci ha colpito. Arrivare fin qui non è stato comunque inutile, perché ci sono dei meravigliosi affacci sulla Caldera, nella zona meno battuta dai turisti, con vista opposta ad Oia e sorelle.
Ammirando il panorama, ci fermiamo ad una rivendita di prodotti tipici. Ci viene fatto assaggiare del vin santo, bianco e rosso, veramente notevole, unito a stuzzichini salati e dolci buonissimi. Acquistiamo fave di Santorini e pomodori secchi.
Abbiamo praticamente pranzato, finendo poi in albergo le buone cose acquistate ieri, con immancabile nescafè al bollitore.
Nel pomeriggio vogliamo andare a salutare Fira, Firostefani e Imerovigli che in effetti oggi, non essendoci alcuna nave da crociera in rada, sono più praticabili. Scendiamo anche al vecchio porto di Fira, con la scalinata più famosa di Santorini: quella piena di asini che, oggi disoccupati, sbarrano la strada.
 
 
 
 
Con un po' di fatica arriviamo in fondo, ma onestamente non c'è proprio niente da vedere. Risaliamo con la teleferica (4 euro), ma anche qui niente di che.
Stasera andremo a vedere il tramonto da soli, nella zona ovest della caldera che abbiamo ammirato stamane. Tira vento, ma la serata è limpida e lo spettacolo decisamente migliore di quello di ieri sera. Torniamo infreddoliti in albergo per cambiarci per la cena.
La nostra ultima cena a Santorini sarà sul lungomare di Perivolos, alla taverna Charlina. Io ordino un moussaka, per assaggiare le famose melanzane bianche di Santorini, saporite e corpose. Offerto dalla casa, yogurth con pezzi di frutta.
Triste è tornare agli studios, fermandoci dalle due socievoli cavalle bianche nel recinto lungo la strada, a cui mio marito si è già affezionato.
 









 
10 luglio – si torna a casa
 
Consolazione: riguardo alla withe beach persa, il ragazzo dell'albergo dice che si raggiunge solo in barca, ma che secondo lui non ne vale proprio la pena. Ma non ci aveva detto prima che ci si andava anche via terra? Mi sa che non ci si era capiti...
Ora mio marito andrà a a riconsegnare lo scooter, poi il padre del ragazzo ci accompagnerà in aeroporto. Nel frattempo io mi sto guardando alla Tv il film Aladin in greco: che belle le canzoni che tutti conosciamo, in questa lingua così piena di armonia! Mi dispiace molto dover spegnere, perché è ora di andare.
Già sul marciapiede fuori dall'aeroporto c'è una lunghissima fila per il check-inn, ma con il solo bagaglio a mano non ci riguarda.
Dopo il controllo di sicurezza, al piano terra, pieno di gente, non c'è nemmeno un posto per sedersi, ma basta salire le scale per arrivare ad una terrazza panoramica con sedie e tavolini.
La partenza è abbastanza puntuale, e il volo è uno spettacolo. Ma come fa la gente a dormire, a leggere o a guardare il computer, quando sotto di noi scorrono in vetrina le isole greche? Io sono, come al solito, l'unica pazza con la cartina davanti, che cerca di riconoscere ogni luogo. Quanto mi piace volare...
Dopo questo viaggio, il ritorno alla realtà è stato difficile come non mai.
Ancora una volta la Grecia ci ha imbrigliati nella sua tela...



 
Per finire, il tradizionale autoscatto,