lunedì 13 agosto 2018

LE MINIERE DEL SOLE


di Giuseppe Brenna
Milos


La famosa statua della Venere, ritrovata casualmente da un contadino nel 1820, è oggi in bella mostra al Museo del Louvre di Parigi ed ammirata da schiere di visitatori che conoscono il nome dell’isola proprio grazie a questa pregevole scultura di epoca ellenistica. Un ammiraglio francese l’avrebbe acquistata presso le autorità ottomane ma, secondo la versione locale, la statua sarebbe stata trafugata e trasportata su una nave militare in Francia per farne dono al re Luigi XVIII… sia come sia, è stata avviata una petizione popolare affinché la Venere possa far ritorno a casa, similmente a quanto il governo centrale ellenico sta tentando di fare con i marmi del Partenone custoditi al British Museum di Londra.

La bellezza di Afrodite però non ha mai abbandonato i litorali di Milos, la maggiore delle Cicladi occidentali e simile per certi aspetti alla più famosa Santorini, con la quale condivide la forma ad anello e l’origine vulcanica. 



Le eruzioni del Pleistocene hanno lasciato una traccia indelebile sulle coste rocciose con sfumature colorate di zolfo, manganese e ferro che regalano sensazionali colori alle spiagge dell’isola. I minerali, sui litorali di Fyroplaka e di Paleochori, si respirano nell’aria e le sorgenti termali continuano ad intensificare gli effetti cromatici ed i contrasti con il bianco abbacinante della pietra pomice.

La natura dà spettacolo ed è proprio la singolarità delle coste e la trasparenza delle acque a costituire il tratto distintivo di quest’angolo dell’Egeo.


La popolazione di Milos si concentra nell’area orientale, dove si è rifugiata la popolazione a seguito di un terremoto che nel ‘600 aveva devastato la cittadina di Zefyria. Nei pressi del vecchio kastro veneziano, su un altipiano che domina l’intero profilo dell’isola, fu fondato il nuovo capoluogo Plaka nel tipico stile cicladico. Edifici e stradine circondano la candida Panagia Korfiatissa che si affaccia con la sua terrazza direttamente sulla caldera. Abbiamo inizialmente alloggiato proprio sul retro della chiesa, venendo risvegliati dal suono delle campane al mattino. Il centro di Plaka è estremamente raccolto con pochi ristoranti, negozietti e locali ed appare particolarmente affollata e vivace sul far della sera, grazie anche al richiamo dei meravigliosi tramonti che tingono di rosso l’orizzonte e gli impervi rilievi del lato occidentale.

In un vicolo ombreggiato, il monastero del Rosario e la chiesa cattolica attigua erano un tempo sede del vice-console francese di Milos Luis Brest; in un cortile interno, è custodita la tomba della sua giovane moglie con un epitaffio scritto in francese.

Dal kastro, raggiungibile con una strada in salita, si ammira il panorama di Plaka oltre che delle altre cittadine contigue di Tripiti e Triosavalos. 


Gli agglomerati sorgono sui luoghi dove un tempo si trovava l’antica Melo di epoca classica che, rifiutando di aderire alla lega navale delio-attica di Atene, fu da quest’ultima distrutta per il suo gesto di sfida. Nei pressi di Tripiti, si ammirano le rovine restaurate del piccolo teatro romano e le catacombe dei cristiani, che le utilizzavano come luogo di sepoltura e di culto.

Nel museo archeologico di Plaka sono conservati diversi manufatti antichi, il più ammirato è tuttavia il calco in gesso della statua di Venere ad opera del laboratorio del Louvre, quasi a rappresentare una sorta di risarcimento morale.


Nell’area sottostante al teatro romano, il porto di Klima con le sue case variopinte costituisce uno dei luoghi più caratteristici di Milos. I pescatori, ormai al sicuro dalle scorrerie dei pirati a seguito dell’indipendenza greca, decisero nel 19° secolo di trasferirsi sulla costa per i mesi estivi costruendo le syrmata, cioè delle tipiche costruzioni idonee a ricoverare le barche nel piano inferiore ed adibite a dimore nei piani superiori. Altre syrmata si trovano nel minuscolo villaggio di Fyropotamos nell’estremo nord ed in altri villaggi sparsi sulla costa all’interno della caldera. 


La parte occidentale dell’isola è del tutto disabitata ed attraversata da sterrati difficilmente percorribili con le auto normali. Se non si dispone di una costosa jeep, conviene esplorare questa zona via mare, sono infatti molte le imbarcazioni che offrono ai turisti il giro nell’isola, partendo dal porto di Adamas ed attraccando ad alcune delle spiagge più spettacolari. Superato Capo Vani, dove rimangono le infrastrutture di una miniera di manganese abbandonata, si raggiunge la baia di Kleftiko con le sue bianche scogliere e faraglioni. Il nome deriva dai pirati che un tempo si nascondevano nelle grotte naturali per assaltare le navi di passaggio che depredavano delle mercanzie, riducendo in schiavitù gli equipaggi venduti sul mercato di Istanbul. 


Le spiagge di Milos sono numerosissime, ed è quasi impossibile pensare di scoprirle tutte. Da non perdere assolutamente è Sarakiniko. La roccia di pietra pomice levigata dal vento ha creato un paesaggio surreale che ricorda quello della Luna. Pinnacoli, archi e scogliere curvilinee disegnano questo luogo unico che conviene esplorare nei suoi anfratti più nascosti, attraversando anche delle misteriose gallerie scavate nella montagna.

Dal villaggio di Pollonia è possibile raggiungere in 15 minuti di traghetto l’isola di Kimolos per una gita in giornata, approdando nel porto di Psathi. Si tratta di un luogo molto tranquillo e tradizionale, che offre anche diverse strutture ricettive nel suo capoluogo Chorio. Il kastro veneziano, realizzato con due edifici disposti a quadrilatero, si trova nel cuore del villaggio. Vi si accede tramite due ingressi posti a nord e a sud delle mura, ma gran parte delle costruzioni interne giacciono in rovina ed ancora non sono state sottoposte a restauro.


La strada verso nord conduce a Prassa, la spiaggia più spettacolare dalla sabbia quasi bianca e che davvero ricorda un angolo dei Caraibi incastonato su questa terra semisconosciuta a gran parte dei visitatori.


Sifnos, l’isola dell’argento; in epoca classica l’estrazione del prezioso metallo garantì un notevole benessere ai suoi abitanti.

Il traghetto approda nel porto di Kamares, vivace località turistica con piccoli locali, ristoranti e con la spiaggia sabbiosa più grande.

Raggiungiamo il nostro studio con vista su Kastro, il vecchio e caratteristico capoluogo che oggi è stato sostituito da Apollonia a qualche chilometro di distanza.

Apollonia sorge in una verde vallata nel centro dell’isola assieme a diversi villaggi satelliti collegati da antichi sentieri lastricati. Nei pressi della piazza principale è visitabile anche in tarda serata il museo del Folklore, una specie di deposito di oggetti di ogni tipo in cui è divertente soffermarsi per riscoprire il fascino ma anche la durezza della vita di un tempo. I locali ed i ristoranti si concentrano sullo “steno”, cioè il viale principale pedonale con numerosi negozi di gioielli ed abbigliamento. Superata la Mitropolis, la strada continua in salita, affiancata da eleganti residenze di villeggiatura.

Il cuore tradizionale dell’isola tuttavia è Kastro, il cui nome ovviamente deriva dalla fortezza veneziana realizzata sull’antica acropoli di epoca classica con mura di grossi blocchi di pietra.



Resti architettonici, statue e sarcofagi dell’antico insediamento non sono solo conservati nel minuscolo museo archeologico, ma si trovano sparsi nei vari vicoli acciottolati od inseriti a complemento degli edifici cicladici di epoca più tarda. Le abitazioni sono realizzate spesso su un piano rialzato e gli ingressi si raggiungono tramite piccole scale o ponticelli sopra viali ombreggiati.

Molto suggestiva la piccola cappella dei 7 martiri, realizzata su un promontorio collegato da un piccolo sentiero e sulla quale s’infrangono gli ultimi raggi del Sole al tramonto.

Sifnos si caratterizza per le sue spiagge sabbiose ombreggiate da tamerici, ideali per le famiglie con bambini. La caratteristica architettura delle Cicladi rifulge in tutti i piccoli centri dell’isola, ma soprattutto nei suoi numerosi edifici religiosi che ne punteggiano il territorio. Sulla costa, il monastero di Chrisopygi nei pressi della spiaggia di Apokofto, si raggiunge agevolmente anche dalla cittadina di Faros tramite un bel sentiero.



Il monastero di Agios Symeon, in cima su un’alta montagna di verdi pinete che incombe sulla baia di Kamares, e la cappella di Agios Geogios nei pressi del porticciolo di Heronissos nell’estremo nord, regalano incredibili visuali sul mare e sulle isole vicine. 


Il sito di Agios Andreas in cima ad una verde collina è anche raggiungibile con un percorso di trekking: oltre alla chiesa si conservano i resti di un insediamento minoico di forma circolare con mura esterne ancora ben conservate

La baia di Vathy a ferro di cavallo, con la candida chiesetta posta nel centro della spiaggia affiancata dall’ottimo ristorante Tsigala all’ombra delle tamerici, è uno dei luoghi di balneazione più pittoreschi.

Raggiungiamo infine la nostra ultima meta: Serifos.

Nonostante la breve distanza da Sifnos, l’isola presenta una morfologia completamente diversa con brulli e tormentati rilievi montuosi. Si tratta di una destinazione meno nota ma che di anno in anno vede aumentare progressivamente il numero di visitatori. La disponibilità di auto a noleggio è ancora molto limitata (e costosa) tuttavia conviene avere un valido mezzo per esplorare l’isola e le sue splendide spiagge.

Il mito vuole che fosse abitata dai ciclopi, giganti dall’unico occhio sulla fronte, oltre che il luogo natale dell’eroe Perseo, uccisore della Gorgone Medusa che pietrificava coloro che osavano guardarla.

Il nome deriva dal ferro, il metallo che veniva estratto sull’isola, le cui miniere vennero definitivamente chiuse negli anni ’60.

Livadi è il luogo dove giungono i traghetti ed in cui si concentrano le strutture recettive, ma probabilmente il posto più caratteristico dove soggiornare è la Chora. Avvicinandosi dal mare, il capoluogo è solo parzialmente visibile e sorge su un’alta rupe prospiciente il porto.



Per raggiungerla occorre salire una ripida strada di tornanti e finalmente si raggiunge il crinale della rupe con in bella vista i mulini e la parte alta (Piso Chora) dove si trova la platia con il municipio e la chiesa principale. Ancora una volta, un meraviglioso e caratteristico borgo cicladico ben preservato, con stradine scoscese percorse dagli asini di buon mattino, ancora l’unico “mezzo” in grado di transitare e di rifornire i piccoli locali e negozietti del centro. In cima si trovano i resti del castello veneziano con le immancabili chiesette bianche da cui si gode un panorama a 360° dell’isola e dei suoi litorali, oltre che sulla parte bassa del villaggio (Kato Chora).




Le spiagge di Livadi e Livadakia sono parzialmente attrezzate e facilmente accessibili, tuttavia conviene esplorare i lidi più distanti anche per apprezzare l’affascinante entroterra. Nel nord, si raggiunge dopo aver percorso una ripida strada a tornanti, la baia di Sykamia con la sua vasta spiaggia di sabbia e ciottoli. Sulla via del ritorno, si incrocia il monastero di Monì Taxiarchon che custodisce una preziosa iconostasi ed affreschi del ‘600.  Accoglie i visitatori un vecchio monaco, spiegando come il monastero assomigli ad una fortezza per l’esigenza in passato di difendersi dalle scorrerie dei predoni del mare… un tempo tutte le 60 celle erano occupate dai monaci, ma oggi sono ormai rimasti soltanto in 2.

Nella costa orientale si trovano i lidi più spettacolari di Psili Ammos, con la sabbia chiara ed acque trasparenti, ed Agios Sostis con un promontorio di interessanti formazioni rocciose.

Verso ovest, si arriva ad Aspro Pyrgos, la torre bianca di epoca classica e recentemente restaurata, prima di raggiungere il vecchio porto di Megalo Livadi, centro dell’attività estrattiva del ferro. Su un lato della baia, ancora si può visitare ciò che rimane degli impianti di estrazione del materiale ferroso dalla vicina miniera, una galleria lunga circa 800 metri e non accessibile per mancanza d’illuminazione. Vecchi binari, carrelli e pontili rimangono ad arrugginire sul litorale costituendo un affascinante panorama di archeologia industriale a memoria delle durissime condizioni di vita dei minatori. Il giro dell’isola termina nella baia di Koutala con le sue vaste e comode spiagge selvagge, prima di far rientro a Livadi e nella Chora.


E’ il nostro ultimo giorno, ci rechiamo come d’abitudine in un cafenio della Chora. A fianco del nostro tavolo, esposto al sole già rovente del mattino, una signora ci invita a condividere con lei il suo all’ombra… si rivolge a noi in un buon francese e ci racconta di essere sposata con un ingegnere ormai in pensione che un tempo prestava servizio per gli enti pubblici. La crisi ha falciato i redditi ed ora percepiscono un quarto della pensione su cui contavano di vivere. Ci racconta di sé, del suo lavoro di professoressa, confrontandosi con le nostre esperienze sempre entusiaste in terra ellenica: “…mi piace parlare con gli italiani, con i quali noi greci abbiamo una forte empatia. Siamo popoli abituati a vivere in stretto contatto con la nostra storia. Anche a noi piace viaggiare e, nonostante tutto, continueremo a farlo seppur a costo di sacrifici per mettere da parte quanto occorre… e siamo stati anche a New York… certo, bellissima e moderna, però sembra tutto così nuovo… Abbiamo acquistato qui nella Chora di Serifos una casa nella quale trascorriamo i mesi estivi e che piace anche ai nostri figli. Tutte le isole greche sono belle, ma quelle dell’Egeo hanno qualcosa di speciale… sono state create da Dio ed i colori del cielo e del mare rilassano non solo il corpo, ma anche lo spirito…” 

Lasciamo sul tavolo i soldi per pagare anche il caffè della professoressa… contentissima ci ringrazia e già ci invita la mattina successiva per contraccambiare… chissà, forse il fato ci poterà ad accettare il prossimo anno…

mercoledì 8 agosto 2018

NAXOS,le sue trasparenze e una notte a Santorini

di David Kepesh

22-29 Luglio 2018

Atterriamo in piena notte a Santorini, e dopo aver assistito allo spettacolo dell’alba dal piccolo porto, ci imbarchiamo con il Blue Star alla volta di Naxos. Questo non è un vero e proprio diario di viaggio, ma vuole essere un piccolo breviario di buoni consigli.

Le spiagge:

Le mie aspettative al riguardo erano alte, ma l’impatto con la realtà è stato addirittura migliore del previsto. La più bella per me è Plaka (per la mia compagna vince Agios Prokopios, ma vabbè). Considerate che la spiaggia è lunghissima, ma il punto migliore è dietro le dune, circa alla metà, oppure un po’ prima presso gli ombrelloni di vimini. Lì ci sono i tipici piccoli stabilimenti greci, formati da pochi ombrelloni  ben distanziati l’uno dall’altro e con la possibilità di ordinare cibi e bevande. Per una giornata intera il prezzo è stato di 7 euro.  In questo punto c’è poco affollamento, e l’acqua, che degrada dolcemente, ha dei colori sbalorditivi. Vi consiglio anche di affittare  un kayak o un Sup e di trascorrere un’oretta in mezzo a un mare colore smeraldo, di una pulizia sconvolgente. La vita è bella qui. Se poi amate i mega stabilimenti all’italiana, a Plaka trovate anche quelli, purtroppo.

A pari merito c’è la spiaggia di Agios Prokopios. Anche questa è molto lunga, ed anche qui potete trovare sia spazi liberi che stabilimenti più o meno invasivi. Noi vi consigliamo la parte di arenile (libero, ca va sans dire)all’estremità, sotto la taverna-bar. Qui l’acqua offre riflessi smeraldo e blu, ed è davvero meravigliosa .
Angolino di Agios Prokopios

In seguito vi consiglio Orkos. Questa spiaggia segna l’inizio (o la fine) della Plaka, ed è incredibilmente snobbata da tutti i diari di viaggio e da tutti i siti internet. Si trova vicino all’affollatissima Mikri Vigla, è formata da un arenile principale e da una caletta. Vi consiglio di fare almeno mezza giornata nella spiaggia “piccola”, dove rischierete di trovarvi anche da soli. Noi ce la siamo goduti fino al tramonto, ed è uno spettacolo veramente emozionante.
La splendida solitudine  di Orkos

Poi c’è Alyko, la più scenografica di tutte. Arrivati all’ecomostro, dovete riscendere e girare subito a destra. Lo spettacolo che vi si parerà davanti agli occhi è delizioso. C’è una chiesetta sulle rocce all’estremità, ed il mare visto dall’alto ha letteralmente mille sfumature. L’arenile tuttavia può risultare pieno di poseidonia, e non a tutti può piacere .
La Grecia di Aliko
Un altro posto dove consigliamo di andare sono le calette tra Agiassos e Pyrgaki, all’estremo sud-ovest. Da qui parte uno sterrato di 3-4 di kilometri (bellissimo con il quad) dove si aprono un paio di calette molto belle. L’accesso non è difficile, e la spiaggia è quasi “privata”. La vista da dentro l’acqua è notevole, soprattutto se avete la fortuna di assistere al tramonto.
Tramonto dentro la Caletta

Le spiagge per noi meno interessanti sono state Hawaai beach e Cedar Forest of Alyko, che sono due cale l’una di seguito all’altro. Dovete arrivare all’ecomostro di Alyko e da lì proseguire. La vista dall’alto è sbalorditiva, ma una volta scesi giù siamo rimasti un po’ delusi. Infatti siamo stati sfortunati in quanto il mare era molto mosso, e la spiaggia era quindi molto sporca dei detriti portati dal mare. Comunque intendiamoci: il livello anche qui è molto alto, e certamente ne è valsa la pena, anche solo per la vista dall’alto. Con il mare calmo, secondo me sarebbero state le più belle .

Cedar Forest
Noi per motivi di tempo non abbiamo potuto visitare la costa est che dovrebbe essere molto particolare, più rocciosa e piena di calette.

Mangiare a Naxos:

Alle cicladi si mangia bene, e Naxos anche in questo campo è stata una bella sorpresa. Abbiamo mangiato alla grande da Vasilis, nell’old market (prendete l’agnello, vi prego), ma in generale la qualità media è buona ed i prezzi sono più che accessibili. Posso consigliarvi anche Meze2 per il pesce (il meno turistico sul lungoporto), Doukato e Fiamingo per le splendide location. Noi italiani siamo di bocca buona, ma quando vado in Grecia soffro sempre di meno rispetto ad altri posti all’estero.

Come muoversi:

Il consiglio è quello di noleggiare un mezzo, e preferibilmente un quod. Le strade sono facilmente percorribili, gli sterrati non sono poi così terribili. Inoltre se vi muovete con questo mezzo potrete godere dell’odore di cibo che esce dalle case dei vari villaggi che incontrerete. E poi volete mettere il divertimento?

Dove soggiornare:

Noi siamo stati ad Agios Georgios, il quartierino vicino l’omonima spiaggia, negli splendidi Rodia Studios. Per noi è il posto migliore dove stare, in quanto ci sono tutti i servizi, e la sera potete arrivare alla Chora in 5 minuti a piedi.

Santorini:

L’ultima giornata l’abbiamo fatta a Santorini, anche per spezzare il viaggio di ritorno, e perché non c’eravamo mai stati. Qui sembra veramente di stare in un altro mondo, il turismo è completamente diverso da Naxos, e anche l’affollamento, ahimè. Certamente non farei mai una vacanza di una settimana qui, anche considerata la qualità del mare, ma posso dire che almeno una volta nella vita Santorini va vista. L’emozione di camminare sulla caldera, di assistere da qui al tramonto e di cenare su una splendida terrazza è un qualcosa che ti rimane scolpito dentro.

In sintesi:

E’ la quarta isola greca che visito, ma devo dire che, nonostante fare classifiche sia inutile, Naxos è quella che mi ha emozionato di più. E’ un’isola meravigliosa. E’ “opulenta” nei paesaggi, nel mare e nel cibo che offre. Il turismo è tranquillo, formato da molte famiglie e coppie di ragazzi, e, fortunatamente, mi è sembrato di vedere pochi inglesi.

Considerate che, rispetto ad altre isole, Naxos è molto meno fotogenica. I suoi colori dovete vederli dal vivo per capire. Prendete un quod, uno scooter o una macchina e cercatevi una spiaggia, bevete una Mythos al tramonto davanti al mare e poi, alla sera, perdetevi nel dedalo di stradine dell’old market nella Chora e scegliete una taverna. Ne vale veramente la pena.

Scorci di Naxos
 
Ileovasilema alla Portara
 

mercoledì 1 agosto 2018

PICCIONAIE e... piccioncini. Alla scoperta di Tinos e Syros

di monica e riccardo
 
Allora che scelta si fa per le nostre isole in Grecia??? Le idee sono tante, c’è da tenere presente il budget…ed i giorni di ferie di Riccardo.
 
Quindi????  Parlando con la nostra amica Antonella, mesi prima, ci consiglia Tinos, anche la nostra amica Puccy ce la consiglia caldamente: che dire???? Avevamo già “spulciato” tutti i siti relativi a quest’isola e quindi la scelta cade lì, in aggiunta Syros (capitale delle Cicladi) ed isola mooolto diversa da tutte le altre isole cicladiche. Facciamo il conto dei giorni da distribuire per isola, anche se si mettono di mezzo (purtroppo) le notti a Rafina all’andata ed al ritorno al Pireo, in quanto non in linea con gli orari dei voli. Questa volta partiamo da Bergamo (solitamente sempre Malpensa), ma quest’anno è difficile far corrispondere il giorno della partenza e dell’arrivo; comunque l’importante è andare verso i “nostri” piccoli paradisi.
 
16 giugno
 
Partiamo da Orio al Serio (ovviamente con Ryanair), lasciamo la macchina al parcheggio IVM, che si rivelerà una grossa delusione (inefficienti al massimo!!! e meno male che hanno 9 come valutazione!!! ).
Il volo parte alle 12:15 ed atterriamo ad Atene alle 15:20 ora locale: ci accoglie un po’ di pioggia, e scesi dall’aereo facciamo una corsetta. Il tempo di ritirare i bagagli, usciamo per cercare il bus che va a Rafina,  ed ecco un sole accecante e caldo afoso. Il bus impiegherà mezz’ora. L’autista ci ferma …dove ci è più comodo scendere, grazie a Monica che tra inglese e qualche parola greca (aiutata dal traduttore e guida/vocabolario della Lonely Planet), commuove una signora greca. L’appuntamento con il marito di Georgia dell’Air B&B è nel piazzale di un supermercato.

 
Dopo poco arriva e ci porta nell’abitazione dove dormiremo. Si tratta di un vero e proprio appartamento arredato e accessoriato di tutto, con tanto di salone relax, due camere da letto, cucina, bagno con doccia, due corridoi e balcone che gira intorno. Usciamo per andare al super a prendere yogurt, acqua e succo e appena rientrati si scatena un temporalone con acquazzone, ma noi siamo al sicuro. Per cena usciamo e ci dirigiamo a piedi verso il porto di Rafina, tanto per capire le distanze. Ceniamo alla Taverna Agoni Grammi (su suggerimento di Puccy), tutto a base di pesce: polpette di polpo; acciughe marinate; polpo al vino; mithos; acqua; dolcetto offerto; costo € 32.
 
17 giugno
La mattina facciamo colazione nel nostro appartamento; è una bella giornata e la nave per Tinos (Ekatherini) parte alle 8:05. La prenotazione è già stata fatta da casa, quindi passiamo in biglietteria Fast Ferries a ritirare il biglietto stampato. La nave parte puntuale, ci sediamo fuori ed un po’ alla volta, isola dopo isola arriviamo a Tinos. Al porto ci aspetta il titolare del Galini (uno studios in buona posizione a Tinos town che ha persino il servizio lavanderia e stanza per colazione aperta agli ospiti): lui sembra il Sergente Garcia (quello di Zorro), e si rivelerà una persona molto cordiale……anche se l’inglese non è il suo forte.
 
È domenica, quindi i super sono chiusi ed anche alcuni negozi; acquistiamo quello che ci serve in un negozietto che troviamo aperto, tanto da casa noi ci portiamo sempre bustine di caffè; the; zucchero; tisane; biscotti; insomma l’occorrente di base c’è! Noi preferiamo far sempre colazione in studios: Monica è molto intransigente per ciò che riguarda l’alimentazione: in vacanza si cerca di mangiare sano e la colazione con aggiunta di succo e yogurt ovviamente greco (…controllando addirittura la percentuale di grasso contenuta) e non si pasticcia con brioche e torte. 
 
Usciamo per una passeggiata alla chiesa delle chiese: la Panagia Evangelistria. Scattiamo una foto con lo sfondo di un mega nuvolone nero, che si rivelerà poi un bluff.

 

Panagia Evangelistria

 

Sul tappeto rosso posto alla destra della strada che conduce alla chiesa, ci sono tre pellegrini in ginocchio, che sfidano un sole cocente; una signora mossa da commozione copre il capo ad uno di questi. Entriamo nel piazzale e scattiamo alcune foto. Poi uscendo, Monica acquista alcuni braccialettini colorati in corda (in segno di devozione) ed alcune bottigliette da riempire con l’acqua del Santuario l’ultimo giorno; alcuni magneti …che sono d’obbligo…e già cominciamo con le spese! Nel tardo pomeriggio andiamo da Vidalis, di fronte al lungomare/porto, per l’affitto dello scooter.
 
Ce lo consegnano subito: Kymko 150, caschi nuovi, restituzione domenica sera in quanto lunedì 25 giugno partiremo per Syros. Il costo sarà di € 160 (€ 20 al giorno anziché’ € 22) per 8 giorni. Torniamo in studios con il nostro nuovo…amico, non prima di aver fatto il pieno di benzina all’unico distributore aperto la domenica (ci accompagnerà lì proprio il ragazzo di Vidalis). La sera per cena scegliamo la Taverna Epineio: porzione di zucchini balls; souvlaki con patate; birra; acqua; offerto dolcino a base di anguria e dolcino con salsina di melanzana; costo € 28,60.
 
18 giugno 
Colazione in studios; spesa al super e passiamo alla bakery (praticamente confina con il nostro Galini) e poi zaino in spalla, gilet antivento e in giro con il nostro scooter alla scoperta di Tinos. Prendiamo confidenza con le strade, bene asfaltate e buona segnalazione (maggiormente in greco). Ci dirigiamo verso Kardiani, 
 
Kardiani

 
 
Kardiani
Kardiani
il primo dei tanti graziosi paesini all’interno e per pranzo ci dirigiamo ad Isternia Bay. La scelta della taverna cadrà su Thalassaki, posizionata fronte mare, addirittura quando c’è parecchio vento tutta la piattaforma sulla quale sono ubicati i tavolini viene invasa dall’acqua del mare. Noi troviamo posto sulla verandina e ci godiamo lo spettacolo. Sono le 13:30 e siamo gli unici clienti…altri però arriveranno dopo. Per pranzo prendiamo: spaghetti con polpette di carne; insalata con polpo, lenticchie, cipolla, carote; acqua; offerto raki (ma Monica è astemia…difficile spiegarlo); costo € 33.

 

Isternia Bay


Più avanti scorgiamo una spiaggetta: il caldo si fa sentire. Troviamo posto all’ombra di uno dei tanti ombrelloni di paglia destinati ai bagnanti. Tra un po' di relax ed un bagnetto rigeneratore, arriva l’ora di riprendere lo scooter e andare a visitare il paesino di Isternia, decisamente molto più in alto di dove eravamo. L’impressione è quella di un paese-fantasma: nessuno in giro, quasi tutte le case chiuse, solo due bar/localini aperti ma solamente uno dei due con qualche persona. Troviamo una coppia alla quale chiediamo di scattarci qualche foto e…qualche gattino in cerca di coccole. La taverna situata all’entrata del paese, dopo il parcheggio, risulta chiusa e le sedie rovesciate sui tavoli…non sembra voglia aprire per la sera.

 

Isternia

 
Isternia


Ritorniamo a Tinos town seguendo un’altra strada che passerà per Kionia, centro balneare poco distante dalla town, ma pieno di abitazioni per villeggiatura e varie spiagge con parecchie persone e molti bambini. La sera decidiamo di mangiare in studios ed uscire dopo per una passeggiata nonostante il forte vento.

 

19 giugno
La giornata è molto molto ventosa e le nuvole sempre verso la parte “alta” di Tinos. Decidiamo di andare a vedere la spiaggia di Aghios Romanos, ma il forte vento non ci permette il bagno.
 
Aghios Romanos

Riprendiamo lo scooter e facciamo sosta a Tarambados con le sue bellissime colombaie. Tinos infatti è famosa per queste costruzioni, alcune restaurate, alcune no, alcune ristrutturate ed abitate dai locali o affittate a turisti. Le colombaie in tutte le loro sfaccettature resteranno il colpo d’occhio di ogni nostra giornata.

 
Tarambados

 
Tarambados

 
Tarambados

Ci rechiamo poi a visitare Ktikados e tra una foto e l’altra scopriamo la Taverna Drosia…proprio quella famosa per il suo coniglio. Ci fermiamo per pranzo e ordiniamo: coniglio con pomodori; pasta con salsiccia/lonza e pomodori secchi di Tinos; acqua; coca; offerto un piattino di frutta mista; costo € 23,50.
 
Ktikados

 
Ktikados

 
Ktikados

Gironzoliamo ancora un po’ per il paesino; è poi la volta di Tripotamos, dove ci accoglie subito un cane che sembra abbia voglia di compagnia. Scattiamo un po’ di foto ed anche qui in giro nessuno.
 
Tripotamos

 
Tripotamos

 
Tripotamos

Altro paesino Dyo Choria (la scusa è quella di individuare la taverna omonima). Foto, giro per i vari vicoli e piazzetta del paese che dicono sia la più grande delle isole Cicladi. 

 
Dyo Choria

Ritorniamo allo scooter e verso Tinos town. Prima facciamo sosta in farmacia, Monica ha mal di pancia e con il cambiamento di clima i fermenti male non fanno! Cena in studios.
 
20 giugno
Anche oggi molto vento e nuvole sui rilievi e poco sole. La nostra meta sarà Pyrgos, ci accompagnano una serie di nuvoloni che non promettono nulla di buono. Siamo equipaggiati anche di scaldacollo, ma scopriamo che se avessimo messo l’antivento maniche lunghe sarebbe stato meglio. Comunque raggiungiamo Pyrgos senza inconvenienti e ci sediamo nella piazzetta di sosta bus per consultare la nostra cartina. È caldo e mangiamo una banana. Ci accorgiamo che arriva un greco con un bidoncino vuoto: ma dove va???? Scoperto: c’è la casina dell’acqua! Con 50 centesimi puoi prendere 10 litri di acqua. Scopriremo poi che in tutta l’isola ci sono i distributori per l’acqua: stessa cifra, stessi litri. Prima volta che ci capita!
 
Esploriamo Pyrgos con i suoi mille vicoletti ed ovviamente la piazzetta dove sono ubicate taverne e bar. Il Museo del Marmo risulta chiuso, purtroppo. Ci incuriosisce poi il cimitero (un po’ macabro …forse in ferie), ben tenuto con uno splendore di marmi che variano dal bianco al grigio, e non dà assolutamente l’impressione di un luogo triste. Tra una visita e l’altra è ora di pranzo e pensiamo di provare una taverna proprio a Pyrgos, ma non in piazzetta, bensì lungo la strada che entra al paese. Ci sediamo, non c’è nessuno…dopo poco arriva una signora vistosamente truccata che ci accoglie, ci prepara il tavolo e ci consegna il menù. La La Taverna si chiama Irini noi ordiniamo: polpettine con carciofi (sono una specialità dell’isola di Tinos); frittata con salsiccia locale con patate, verdure e prosciutto (scopriremo poi che si poteva dividere anche in due, ma Monica non mangia uova); coca; acqua; caffè; costo € 27,80.
Pyrgos

 
Pyrgos

 
Pyrgos

 
Pyrgos

 
Pyrgos

Finito pranzo il nostro intento è di proseguire per Panormos, altra piccola località turistica. Arriviamo e ci dirigiamo con lo scooter fino alla spiaggia di Poxapi, niente di ché, attrezzata, ma non ci ispira. Da lontano vediamo un’altra spiaggia (Stafida beach), ma sarà che è un po’ velato, non ci accontentiamo e notiamo che oltre la spiaggia parte un sentiero, che passa per una chiesina (Aghios Nikolaos) e prosegue: si, …ma dove???
 
Imperterriti imbocchiamo uno sterrato che passerà per la Stafida beach; proseguiamo, parcheggiamo lo scooter e ci dirigiamo a piedi verso la chiesina.
 
Chiesina Aghios Nikolaos

lateralmente la chiesina (tra l’altro aperta), continua il sentiero, anche se più stretto. 
Con un po’ di gamba e voglia di escursione arriviamo alla spiaggia di Kavalourko: c’è solo una ragazza stesa dove la spiaggia termina e di fronte c’è l’isoletta Planitis.
 
Kavalourko beach e isoletta di Planitis

Passiamo lì alcune ore, l’acqua è trasparentissima, calma, ed è uscito un bel sole. Sapremo dopo dalla nostra amica Puccy che alla fine della spiaggia, su uno scoglio c’è stampata la Rosa dei Venti……ops…sfuggito…pazienza. 
Rientrando alla town ci fermiamo prima di Isternia a fotografare un bel mulino con il tetto rosso vivo ed una chiesa attigua, però chiusa.
 
Faro, chiesa e mulino

21 giugno
 
Decidiamo oggi di esplorare alcuni dei paesini all’interno di Tinos. Cominciamo con Loutra, piccolissimo villaggetto praticamente monopolizzato dal Convento delle Orsoline (che ci dicono imperdibile). Come al solito in giro nessuno; la chiesa è chiusa; il convento idem; la giornata è bella. Facciamo un giro e all’uscita di Loutra troviamo dei palini di sentieri che indirizzano ad altri luoghi. Nel mentre che decidiamo il da farsi arriva una macchina, dalla quale si affaccia una ragazza che in francese ci chiede se siamo lì per il Monastero (che tempismo!!!). Ci spiegherà che è andata a Tinos town a prendere il pane. Ci apre il Monastero delle Orsoline e ci dice di attendere qualche minuto che arriverà la guida.
 
Convento delle Orsoline

Dopo poco sopraggiunge una ragazza (lei parla inglese) e praticamente solo per noi farà la visita guidata a questo luogo. Molto interessante capire come vivevano e studiavano nei secoli scorsi. La struttura è ancora ben conservata e la visita è solo al primo piano, quello più ricco di oggetti. Alla fine del percorso troviamo un tavolino con lavoretti artigianali; scegliamo per la mamma di Monica un rosario e lasciamo un’offerta; loro ci regalano due medagliette con l’immagine della Madonna. Proseguiamo e poco dopo facciamo sosta a Skalados con visita ad una chiesina della Vergine Maria situata sopra il paesino.
 
Chiesina della Vergine Maria

Dopodiché’ ci dirigiamo verso Volax: il paesaggio cambia. Attorno a noi solo pietroni tondi che spuntano dal terreno brullo e nell’aria un profumo intenso di erbe. Sembra un luogo magico!!!  
Parcheggiamo lo scooter all’ombra e vediamo arrivare un bus turistico; in giro ci sono già parecchi turisti, e le taverne sono affollate; noi gironzoliamo un po’ in cerca di angoli caratteristici da fotografare e notiamo una cosa insolita: le porte di alcune case e finestre più o meno abitate, con dipinte delle poesie in greco.
 
Monica posa lo zaino sopra un sasso e viene punta da una vespa al piede, guarda caso proprio su una vena. 
In un battibaleno tira fuori lo stick antipuntura e comincia a passarlo sul dorso del piede che si sta gonfiando. Decidiamo di chiedere un cubetto di ghiaccio a qualche taverna, nel mentre Monica vede uscire un signore dalla sua casa seguito dalla moglie. Spiega il problema e subito la signora le dice di seguirla e le dà anche lei un rimedio, anzi le chiede se l’insetto era grande o piccolo e se è allergica; si informa poi dal marito se il medico del paese è presente in quel giorno a Volax.  Alla fine ringraziando di cuore questa meravigliosa persona, si scambieranno spontaneamente baci e abbracci!
Volax
Volax

 
Volax

 
Volax

Prima di uscire dal paese ci fermiamo in un banco allestito da un greco, che vende erbe di vario tipo per varie cure, per tisane, per cucinare, miele, ecc. Decidiamo di comprare origano, timo, ed un rimedio depurativo che si può unire al cibo mentre si cucina.
 
È ora di pranzo, ci dirigiamo verso Agapi. Il caldo si fa sentire e dopo una breve visita al paesino, scegliamo un luogo fresco dove mangiare una pita e bere una coca: sarà la microscopica piazzetta a darci ristoro. Poi in marcia di nuovo verso la spiaggia di Kolimbithra.

 
Kolimbithra

Come al solito arriviamo, parcheggiamo lo scooter e ad occhio ormai allenato, facciamo già una scelta di dove posizionarci. Ci sono infatti due spiagge: una piccolina e attrezzata (a disposizione di tutti i bagni e le cabine per cambiarsi), l’acqua naturalmente bellissima e trasparente. Poco più in là un’altra spiaggia, molto grande, con alcuni ombrelloni di paglia, un baretto ed oltre tutto lo spazio a disposizione.  Decidiamo quindi di concederci un bagno ristoratore e rimaniamo in ammollo per un bel po’… scattando delle foto che manderemo alla nostra amica Puccy. 
Nel rientro verso la town, altri due luoghi: Falatados e Arnados,

 
Falatados

 
Falatados

 
Arnados

 
Arnados
   
dove giungeremo quasi a tardo pomeriggio, giusto per veder aperta la chiesa da una signora del paese.
 
Proseguendo in scooter decidiamo di fermarci a cena alla Taverna Dyo Choria, nell’omonimo villaggetto: taverna assolutamente da provare, consigliata da parecchi nostri amici, che si rivelerà - almeno per noi – il top dei top di Tinos (ci mangeremo infatti ben tre volte).
 
Ordiniamo: ghemistà; vitello in salsa con spaghetti; acqua; birra; costo € 22,50.
 
22 giugno
Andiamo alla bakery e acquistiamo qualcosa per pranzo. Decidiamo infatti di ritornare in studios e di spezzare un po’ la giornata: Riccardo ha tosse e raucedine (causati probabilmente dall’aria fresca dei primi giorni). Oggi si va a Livada beach. In realtà Vidalis la indica come uno dei posti da non percorrere in scooter
(strada sterrata che scende ripida; secondo loro indicazioni è troppo pericolosa), ma noi intanto si va a vedere; ci sarebbe l’intenzione di arrivare fin lì e poi prendere a piedi il sentiero che porta al faro (dietro ad un promontorio). La strada arriva asfaltata fino ad un bivio dove incomincia la discesa alla spiaggia. Diciamo che non è né meglio, né peggio di altri sterrati che abbiamo percorso in tanti anni di isole greche (ad Antiparos per trovare delle calette isolate abbiamo percorso una stradaccia con sassoni e buche o Skopelos per scendere ad una spiaggia hippies…). Comunque arriviamo e troviamo posto alla fine della spiaggia verso degli scogli piatti. L’acqua è calma, fa parecchio caldo e non c’è vento: ciò ci fa desistere dal percorrere il sentiero verso il faro. Non ci sono tempi di percorrenza, non è ben segnalato (da navigati escursionisti di montagna valutiamo bene le situazioni), decidiamo quindi di soprassedere e ci tuffiamo in acqua in cerca di ristoro. Arrivano alcune macchine e dopo un po’ di ammollo decidiamo di venir via.
 
Livada beach

 
Livada beach

Al rientro Monica propone la visita ai paesini di Mirsini e Steni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Mirsini e Steni
Veramente due chicche da non perdere con le loro case colombaie e bouganville ad ogni angolo. Sono ormai quasi le 14:00 e rientriamo in studios. Dopo il pranzo ed una breve sosta relax andiamo a visitare il Monastero/Monastiria (così detto e scritto nelle cartine). Nel pomeriggio apre alle 16:30; le donne devono essere adeguatamente vestite e gli uomini entrano solo con i pantaloni lunghi. Il luogo è tenuto benissimo; all’interno una serie di chiesine; balconcini che sembrano di appartamentini; qualche suora ortodossa che gira…ma al nostro saluto nessuna ricambia; mah! Come posto, religiosamente parlando, non trasmette nulla se non la quiete assoluta. Sbagliato dire che è un po’ una delusione???
Monastiria

 
Monastiria

 
Monastiria

 
Monastiria

 
Monastiria

Terminata la visita sono già le 18:00: siamo pronti per la “scalata” all’ Exomvourgo (alt. 640m.), la giornata bellissima ci regalerà senz’altro qualche foto mozzafiato panoramica. Parcheggiamo alla chiesa/pellegrinaggio del Sacro Cuore (dove non c’è nessuno) ed imbocchiamo il sentiero/mulattiera in salita che sale a sinistra. Per noi trekkers è una passeggiata di un quarto d’ora! Giunti in cima un cielo blu ed uno stupendo panorama a 360° ci accolgono; siamo solo noi ma dopo un po’ arrivano altre due persone e così ci fotografiamo a vicenda.

 
Sacro Cuore

 
Exomvourgo

 
Exomvourgo

 

 

 
Exomvourgo

 
Scendiamo e andiamo a cenare alla Taverna Mbee (nell’insegna c’è proprio una pecora), dove ordiniamo: kleftiko; bistecca di vitello con patate; pomodori secchi e carciofini marinati; acqua; birra; costo € 38,50. 
 
23 giugno
 
Esploriamo oggi un’altra parte dell’isola di Tinos. Zona sud-est: di rito le foto panoramiche al porto e alla town. Poi costeggiamo le spiagge di Agali, Agios Fokas, Agios Sostis, Agia Kiriaki, Agios Ioannis, ma ci mettiamo in testa di cercare Pachia Amos, non senza difficoltà. Sbagliamo due volte il percorso, poi troviamo l’indicazione scritta sull’asfalto. La strada ci porta ad una piccola centrale elettrica. Parcheggiamo e lì scendiamo a piedi per un sentierino sassoso. Una delle più belle e piccole baiette che abbiamo mai visto in Grecia ci aspetta!!! Acqua verde trasparente e soprattutto nessuno!!! 
 
Pachia Amos

Arriverà dopo una coppia di italiani che andrà via molto prima di noi. Rientro in town e pranzo in studios, al pomeriggio ci dirigiamo verso Santa Margherita beach.  Anche per questa un bel po’ di strada nell’entroterra e discesa pseudo-cementata. Decidiamo di lasciare lo scooter un po’ in alto e per l’ultimo tratto di discesa camminare fino alla spiaggia. Qui troviamo qualche famigliola greca; qualcuno in acqua, qualcuno sotto delle tamerici dove sono stati argutamente costruiti dei muretti in pietra con panchine. È la prima volta che in Grecia troviamo queste “comodità’” in spiagge libere. Rituale bagnetto ristoratore e ci fermiamo più di un’ora.
 
Santa Margherita beach

 
Santa Margherita

Al rientro sosta per benzina (sarà l’ultima) e per cena ritorniamo alla Taverna Dyo Choria.  Il menù scelto: ghemistà; pollo in umido con gombo (un’erba grassa che cresce spontanea nell’isola); coca; acqua; offerto da loro un dolce al cucchiaio di carota e limone e di un frutto che cresce spontaneo a Tinos, molto simile a delle prugnette tonde (entrambi divini!!!); costo € 20.
 
24 giugno
 
Ultimo nostro giorno a Tinos. Rincorriamo Jorgo del Galini (detto anche tenente Garcia di Zorro) per saldare il conto con aggiunta l’importo per l’uso della lavanderia (due sacchi di roba); quest’ultimo sarà solamente di € 3,50…. Per questa ridicola cifra, se sapevamo così non si lavava nulla a mano.

Oggi l’idea sarebbe quella di tornare a Panormos ma il forte vento ci fa ben presto desistere e così ripieghiamo sul piano B e andiamo ad Aphigania, una spiaggia alla quale si accede tramite sentiero/mulattiera e visibile solo dall’alto. Avevamo già adocchiato il cartello della deviazione quando siamo andati ad Aghios Romanos.
 
Aphigania

 
Aphigania
  
La spiaggia è grande, sabbiosa, deserta, abbastanza riparata e il mare calmissimo ed invita subito a tuffarsi. Riccardo propone di pranzare nuovamente a Dyo Choria per avere la possibilità dopo pranzo, di visitare Triantaros e Berdemiaros, due villaggetti che ancora mancano all’appello.

 

 

 

 

 
Triantaros e Berdemiaros

Pranzo alla Taverna Dyo Choria: okra con pollo; souvlaki con patate e verdure bollite miste; acqua; birra; caffè… greco offerto; costo € 32. 
 
Visita ai paesini suddetti e poi c’è il tempo per andare a stenderci alla spiaggia Agios Fokas…ma non abbiamo fatto i conti con il forte vento che in poco tempo riempie di sabbia i teli …e noi.
 
Nel rientro consegniamo lo scooter a Vidalis, che dà solo una controllata veloce, e ceniamo in studios. Usciamo per a fare due passi in direzione della Panaghia Evangelistria per riempire di acqua “santa” le bottigliette che Monica ha comprato il primo giorno.
 
25 giugno (verso Syros)
 
Purtroppo oggi spetta l’amaro compito di riempire le valigie e gli zaini: le ultime ore effettive a Tinos. Jorgo ci accompagna al porto e alle 15:00 partirà puntuale la Blue Star Paros per Syros. Cosa dire di Tinos? Scelta azzeccatissima!!! Ci è piaciuta tantissimo; un’isola greca ancora in mano ai greci, dove regna sovrano lo spirito di questa nazione; dove nei tantissimi paesini si respira l’aria genuina di questa straordinaria gente. Non si va a Tinos per le spiagge, si va per i paesini, per le colombaie, per percepire quanta grande fede c’è in ogni persona che a piedi oppure in ginocchio va al Santuario Madre. Abbiamo visto molte persone che trascorrono due/tre giorni a Tinos town solamente ed unicamente per andare alla Panaghia. Tutto ciò ed oltre resterà sempre nei nostri cuori. 

 
Ciao Tinos!

 
Arriviamo nella capitale delle Cicladi puntuali: già Ermoupoli si apre davanti a noi con le sue due chiese (sulle rispettive colline) e le casine in stile neoclassico di colori che spaziano dal rosa al verdino al giallino all’azzurrino al crema al bianco tenue, con i tetti arancio, sembrano quasi dei confetti pronti per essere mangiati. Si, perché’ Syros è totalmente diversa da ciò che noi abbiamo sempre visto girando le tante isole greche: eravamo preparati a ciò e soprattutto ad entrare nello spirito di una cittadina, ben strutturata, pulita, ben organizzata e soprattutto molto sicura.

Scendiamo dal traghetto e cerchiamo qualcuno dello Studio Konstantza; telefoniamo e “capiamo” che la cosa migliore è prendere un taxi. In pochi minuti arriviamo a destinazione, La Signora Konstantza ci sta aspettando fuori di casa (capiamo che non parla inglese e tra gesti e qualche parola di greco ci arrangiamo).
 
Possiede un’abitazione completamente ristrutturata, con 6 appartamenti (più quello dove vivono lei ed il marito Dimitri), arredati tutti con molto gusto e completi di tutto ciò che uno studios dovrebbe avere. Il giardino interno pieno di bouganville ed i terrazzini, e la fontana, completano splendidamente il luogo. La nostra stanza è bella e confortevole. Ci spiega che l’acqua del rubinetto non va bevuta e ci fa trovare una bottiglia grande di acqua nel frigorifero. Ci sistemiamo ed usciamo poi a piedi verso il centro (sarà più di un km.), andiamo da Maistrali (di fronte al porto e vicino ad un benzinaio) ed affittiamo lo scooter. Chiediamo come solito un 150, ma Popy ci dice che per i dislivelli di Syros basta anche un 125: che dire???, boh…vedremo. Ci propone di restituirlo pure qualche ora prima della partenza da Syros l’ultimo giorno (noi partiremo con la nave delle 16:00 che va al Pireo) e se vogliamo ci tiene pure le valigie così siamo liberi di girare ancora Ermoupoli.
 
Torniamo con scooter e caschi (nuovi) e ci fermiamo a prendere acqua, frutta, yogurt, ecc. Dopo una doccia decidiamo di uscire a piedi per la cena (si riveleranno almeno due km. all’andata e altrettanti al ritorno). La cena sarà alla Taverna To Petrino, in una stradina all’interno del lungomare: è tardi e c’è parecchia gente, sistemano e spostano i tavoli a mano a mano che arrivano i clienti. La scelta della cena cade su soutzoukakia alla maniera cicladica con riso e patate; bocconcini di pollo con sugo di pomodoro e horta; birra; acqua; offerto trancino di torta con pallina di gelato; costo € 25,40.
 
Rientriamo a piedi, percorrendo la stessa strada dell’andata. C’è poca gente in giro; alcune persone sedute fuori sui terrazzini a parlare e cercare un po' di fresco. Ci sembra strano camminare per i vicoli verso lo studios senza quasi la presenza di persone, abbiamo quasi una sensazione di…paura??!!, eppure sembra tutto tranquillo. Arriviamo allo studios e finisce così la prima nostra mezza giornata a Syros.
 
26 giugno
 
Dopo colazione prendiamo lo scooter, qui non occorre vestirci troppo, c’è meno aria che a Tinos e le temperature sono leggermente salite. Ci fermiamo a fare benzina e ci dirigiamo (sbagliando strada…alle volte capita) verso nord -ovest, con l’intenzione di raggiungere la spiaggia di Lia, accessibile solo a piedi da un sentiero che parte da Kambos. L’inizio del percorso è segnalato e…l’omino dipinto indica 30 minuti: sappiamo per esperienza (anche in montagna alle volte accade) che i tempi indicati non sono sempre giusti.
 
Iniziamo un sentiero ben segnalato per la “presenza “di capre; si passa un cancello ed il sentiero continua costeggiando una grotta e un ricovero capre, tra sassi, cespugli di timo ormai rinsecchiti e perciò aguzzi, ed escrementi di capra. Dapprima in discesa poi un tratto pianeggiante e poi decisamente in discesa in direzione del mare, anche se fino ad un certo punto non si noterà nulla. Arriviamo a questa spiaggia sassosa, ma con fondale di sabbia ed acqua cristallina, dopo 50 minuti di trekking, sotto il sole, e siamo solo noi!!!! Che bellezza!!!! Scorgiamo una casina ben ristrutturata con un muretto in pietra e due tamerici, che fanno ombra. La casina di pietre con finiture bianche e blu, ha sulla facciata, diversi mattoncini dipinti con soggetti marinari: una barchetta, le stelle marine, un faro, i gabbiani, un’ancora, ecc. e sotto una tamerice c’è pure un sasso decorato con l’anno (2017), probabilmente quando sono state fatte queste pitture.
 
Siamo sudati e ci fiondiamo in acqua immediatamente, avevamo bisogno di una rinfrescata dopo il trekking, senza pensare del resto che tutta la discesa al ritorno sarà solo salita, ma intanto godiamoci la spiaggia di Lia solo per noi. 

 

 

 


 

 

 
Lia

La salita sarà meno pesante del previsto (fare trekking in montagna dà i suoi risultati); il cielo comincia a velarsi e forse questo ci ha aiutato a tornare allo scooter. Monica propone di fare una pasta col pomodoro: che dire??? Sono già le 13:00, torniamo verso Ermoupoli e facciamo sosta al super per prendere…udite, udite: la pasta Barilla! Con relativo sugo al pecorino!!! Evvai!!!
 
Rientriamo in studio e gustiamo questo piatto prodigioso (dopo i trekking i carboidrati vanno benissimo!!!) nel nostro terrazzino contornato di buganvillee, appena in tempo che si scatena un acquazzone, con annessi tuoni, e siamo costretti a rientrare in casa. Così decidiamo cosa fare nel pomeriggio, tanto si sa com’è qui, piove e poi esce subito il sole.
Sono ormai le 16:30 passate, decidiamo di andare a vedere Kini e la sua spiaggia (molto turistico tutto); poi cerchiamo la deviazione per Delphini Bay
Delphini Bay

da dove parte, sappiamo un sentiero (non segnalato) per la spiaggia di Varvaroussa. Lo troviamo e ne percorriamo un tratto, fino a che il roccione gira all’interno. Si fa tardi e non sappiamo dove ci porta e quanto tempo soprattutto ci vuole, decidiamo quindi di venirci una mattina organizzati di tutto punto. Per la cena serale la nostra scelta è la Taverna Psarokokalo, ubicata in una via laterale alla Miaouli Square, dove c’è la Town Hall, punto di aggregazione cittadina: dove convivono armoniosamente piccole taverne, piccoli chioschetti, bar, bambini che giocano o corrono con pattini e monopattini e le persone del luogo che a fine giornata trovano ristoro dalla calura del giorno mangiando un gelato e spettegolando un po’.

Alla Taverna Psarokokalo mangeremo col sottofondo di musica greca suonata per i clienti: calamaro grigliato ripieno di feta; ghemistà; acqua; birra (di Rodi) di nome Zithos; pane (ma quello lo portano sempre anche se noi non lo mangiamo), costo € 25. Decidiamo di fare “due passi”: i nostri due passi sono i molteplici gradini che salgono tra le varie abitazioni diErmoupoli e che conducono alla chiesa ortodossa di Anastasis Christou, ovvero Chiesa della Resurrezione.
 
Anastasis Christou

 C’è moltissima aria, scattiamo foto con non poca fatica e nel mentre arrivano delle macchine con delle persone di Syros. Monica chiede informazioni riguardo la chiesa; poi salutiamo e scendendo i tanti gradini andiamo a recuperare lo scooter parcheggiato…. Kalinichta!
 
27 giugno
 
La giornata è uno splendore! Oggi si va a Saint Stefanos Cave, dove si trova una chiesina dell’omonimo santo, ricavata nella roccia. La strada di cemento per arrivare al punto di partenza mette a dura prova il nostro scooter, c’è una bella pendenza (in salita) ma ce la facciamo. Monica come al solito quando vede così preferisce scendere dallo scooter e camminare a piedi per un tratto. Parcheggiamo lo scooter ed imbocchiamo il sentiero (fac-simile a quello per Lia Beach). Il trekking però è meno impegnativo; il traguardo…si vedrà solo poco prima dell’arrivo in quanto il sentiero scende e devia tra gli scogli: è ben segnalato e quando arriviamo (siamo solo noi) ci accorgiamo che nel libro delle presenze, aperto su un tavolino in chiesa, moltissime persone da tutto il mondo (anche New Zealand), ci hanno anticipato. Monica come al solito scrive della nostra presenza. Ci fermeremo in questo luogo isolato per una mezz’ora, scattando foto, ascoltando il rumore delle onde che si infrangono prepotentemente sui grandi scogli e decidendo cosa fare una volta risaliti allo scooter. Durante la salita troviamo almeno quattro persone che hanno avuto la nostra stessa idea.
 
 

 

 

 

Saint Stefanos Cave

Siamo vicini a Galissas (località turistica),

 
Galissas

vogliamo vedere com’è e se il mare è calmo, intanto il cielo si sta velando. C’è una chiesina (Aghia Pakou), poco sopra la baia di Galissas, passata la quale il sentiero continua e porta alla spiaggia naturista di Armeo Beach. Ci sono alcune persone che nude e crude si arrostiscono al sole. Scendiamo, ma non c’è ombra e soprattutto il mare è mosso e fare un bagno sarebbe complicato.

 
Aghia Pakou


 
Armeo Beach

La spiaggia di Galissas è grande, in parte attrezzata, con cabina per cambio e toilette e…pulita. Come al solito troviamo ombrelloni di paglia a disposizione dei bagnanti a titolo gratuito. Decidiamo di andare a cercare una taverna per pranzo e la nostra scelta cade su Taverna Iliovalisema, un posto un po’ chic, non certo le taverne con tovaglie a quadri, ma ci piace troppo e poi è giusto provare tutto no??
 
Ordiniamo una moussakà (ci chiedono se siamo disposti ad attendere 25 minuti per la cottura); insalata greca rivisitata, con zucchine tagliate a julienne che sembrano spaghettini, salsa di yogurt; coca; acqua; caffè; costo € 24,30.
 
Dopo pranzo andiamo a rilassarci in spiaggia e troviamo un ombrellone libero, l’intento è di fare un bagnetto rinfrescante, invece ahimè, arrivano nuvoloni che nulla di buono fanno sperare, quindi dopo un pochino decidiamo di ritornare allo scooter in direzione Ermoupoli: infiliamo la cerata…che non si sa mai.
 
Difatti per strada ci coglie il temporale, ci fermiamo a fare benzina e ripararci, poi passa e ripartiamo; poi nuovamente pioggia ed allora l’unico posto che troviamo subito come riparo è il piazzale di una ditta (peraltro chiusa) con una tettoia, anche se per causa vento un po’ di acqua arriva lo stesso. Si sa come sono gli acquazzoni estivi nelle isole, durano poco e poi esce il sole: così è! 
 
Abbiamo del tempo a disposizione e decidiamo di visitare Vaporia (dove ci sono delle spiagge/piattaforme di cemento create per i bagnanti, con tanto di ombrelloni gratuiti). Per il momento osserviamo tutto dall’alto anche se l’acqua comunque ci sembra limpidissima: qualche foto e visita alla chiesa di Saint Nicholas, indistinguibile tra le case di Vaporia.
Vaporia


 

 

 
Saint Nicholas

 
La sera dopo cena in studios (ancora non stanchi) decidiamo di affrontare a piedi i tanti gradini che passando tra le abitazioni (restaurate con gusto) portano alla grande chiesa cattolica di Saint George ad Ano Syros. Incredibile la chiesa è ancora aperta; c’è una signora che prega in ginocchio ed una ragazza che riordina un po’ i libri. Monica cerca di accendere una candela, ma le hanno tutte già spente (probabilmente perchè quasi ora di chiusura) si mette allora d’accordo con la ragazza che si offre il giorno seguente ad accenderla al posto suo.
 
Ermoupoli

 

 

 

 

 
Ano Syros

Ad un certo punto l’occhio cade su una statua “famosa”: Sant’Antonio da Padova! Inconfondibile con il suo saio ed il suo Bambinello in braccio!! Monica viene da Padova e sembra quasi che questo importante Santo sia una costante quasi continua in molti viaggi che abbiamo fatto…trovato persino in un decadente palazzo ad Ila de Mozambico, mah… 
Ripercorriamo quindi a ritroso i numerosissimi gradini e andiamo a cercare un po’ disorientati lo scooter parcheggiato a lato strada, per poi rientrare in studios.
 
28 giugno
 
Giornata ventosa. Dopo colazione c’è l’intenzione di esplorare il sentiero (non segnalato) che porta a Varvaroussa Beach.
 
Parcheggiamo lo scooter a Dolphin Bay e da lì prendiamo il sentiero…precedentemente testato. Meglio di altri percorsi, dopo un’ora però aggirando rocce e scavalcando sassi e cespugli sembra senza fine e più impegnativo di come immaginato, soprattutto ci chiediamo se la spiaggia sarà veramente riparata ed il mare accessibile per un bagno: meglio non rischiare. Monica è della teoria che di spiagge ce ne sono altre ed è inutile cercare rogne in vacanza. Torniamo allo scooter e cambiamo itinerario di giornata.
 
Dolphin Bay

 
Verso Varvaroussa Beach

 
Verso Varvaroussa Beach

 
Optiamo quindi per il giro delle spiagge a sud-ovest dell’isola. Il sole c’è, il vento è prepotente ed il mare abbastanza mosso, anche se di sfumature incredibili. Passiamo quindi Finikas; Agathopes; Ampela (dove riusciremo a fare sosta per un bagno);
Ampela

 
Mega Gialos; Fira; Vari; Fabrika (ce ne sarebbero altre, ma ormai è tardi per sostare a tutte).

 
Fabrika

 
Seguendo la strada che costeggia l’aeroporto ritorniamo ad Ermoupoli. Per cena scegliamo la Taverna Seminario (praticamente confina con la Taverna Petrino). Attendiamo un po’ stranamente l’ordinazione che sarà: kelemia di Lesvos; burger Ala Seminario con patate al forno; acqua; birra; solito pane; costo € 27,90. Giriamo per le viuzze e con lo scooter rientriamo allo studios. Sono già le 23:00 passate e la mattina ci si alza sempre presto. Ad un certo momento Monica sente bussare alla porta; un po’ titubante apre e vede un signore accanto a Konstantza che parlando un buon italiano dice: “Perché’ vi chiudete dentro??? Di cosa avete paura?? Qui tutti lasciano la casa aperta, le macchine, non c’è problema di nessuno… noi siamo nella casa accanto e stiamo festeggiando un compleanno, ci farebbe piacere avervi con noi, così intanto io parlo un po’ italiano che ho imparato studiando in Italia”. Rimaniamo un po’ sorpresi e commossi da tanta spontaneità: Konstantza ci consegna la ricevuta di pagamento del soggiorno e ci regala una scatola di Loukumia (dolcetti). Insieme a loro entriamo nel cortile di un’abitazione confinante. Ci sono parecchie persone, tra le quali le figlie di Konstantza con i mariti, nipoti, amici. Ci presentano a tutti e siamo accolti calorosamente ed invitati a bere e mangiare; per quest’ultimo decliniamo l’invito in quanto cenato da poco, ma partecipiamo al taglio della torta cantando “Tanti auguri a te” in italiano, su loro richiesta. Parliamo delle isole greche ovviamente; del nostro amore per questo popolo così tartassato; della situazione politica ed economica (se vuoi vivere decentemente e mantenere la famiglia devi almeno fare due lavori) e le pensioni più “alte” ci dicono che arrivano a 800 euro. Ci tratteniamo per circa un’ora, poi ringraziamo, salutiamo e torniamo al nostro studios per dormire. L’ospitalità greca è impagabile!
29 giugno
 
Ultime ore a Syros, purtroppo. Dopo colazione ci accordiamo con la signora Konstantza per lasciare i bagagli in studios e poi usciamo a consegnare lo scooter e ci dirigiamo in centro per qualche acquisto e ritorniamo a Vaporia per vederla con la luce della mattina. È parecchio caldo, senza nuvole; Monica ha lasciato a casa un copricapo, così ha la scusa per cercare qualche bandana nuova da aggiungere alla…collezione.

 

 

 

 

 

 

 

 
In giro per Ermopouli
Ci fermiamo a mangiare un gelato in una gelateria biologica, nelle viuzze attigue alla Piazza Miaouli, il gelato è squisito: hanno appena consegnato le cassette con la frutta fresca per la preparazione, meglio di così! Rientriamo poi a piedi in studios. Ci facciamo una doccia, ci cambiamo e chiudiamo zaini e valigie. Sono già le 14:00, la Signora Konstantza è nei paraggi e ci fa capire che al porto ci accompagnerà il marito Dimitri. La salutiamo, la ringraziamo e poi via di baci e abbracci: come non si fa ad amare queste persone?????
 
Konstantza Studios, il giardino

Alle 16:00 abbiamo la Star Ferries Paros che ci porterà al Pireo, manca un po’ di tempo, ma preferiamo essere già pronti; a turno andiamo a prendere un caffè americano (Monica) ed un’ultima tiropita formaggio/prosciutto ed una coca (Riccardo).

 
Ciao Syros!

La nave arriverà con un po’ di ritardo che non recupererà all’arrivo al Pireo.
 
Sono già le 20:00 passate che scendiamo dalla nave e cominciamo a cercare l’Hotel Glaros (prenotato con Booking.com) dove passeremo la notte in quanto il volo di rientro del 30 giugno con Ryanair è la mattina alle 09:45. Dopo qualche difficoltà dovuta alla stanchezza, troviamo l’hotel. Ci facciamo una doccia ristoratrice ed usciamo a piedi, in direzione porto Pasalimani. C’è parecchio movimento; molti yatcht attraccati; molti ristorantini, ma non tanta gente a cena. Cerchiamo il ristorante Takatsarolakia (consigliato dalla nostra amica Puccy): per cena prendiamo polpo all’aceto; hamburger con patate al forno; ghemistà; acqua; birra; pane; costo 31,50.
 
Rientriamo all’Hotel Glaros ed avvisiamo il portiere di notte, che la mattina vorremmo il taxi per l’aeroporto per le ore 07:00. 

30 giugno 
 
Si, lo sappiamo, il taxi ci costerà un botto! ma siamo stanchi (dalla vacanza) e la mattina alle sei non abbiamo voglia di andare in giro con i bagagli a cercare la fermata del bus che porta all’ Aeroporto Venizelos. Puntuale alle 07:00 il taxi ci aspetta, carichiamo i bagagli e dopo 40 minuti di viaggio (con poco traffico), arriviamo a destinazione: totale costo € 53; vabbè se vuoi la comodità la paghi, no?’’
 
Il viaggio aereo va abbastanza bene; prima di dare il benestare per l’atterraggio ci fanno girare in cielo per un quarto d’ora. Atterriamo finalmente a Bergamo; giornata calda; ritiriamo i bagagli e chiamiamo il parcheggio IVM di Seriate. Arriva dopo venti minuti il furgoncino guidato dal ragazzo indiano che ci aveva accompagnato all’andata. Ci porta in sede e…la macchina non c’è: scopriremo dopo – causa loro disservizi e male organizzazione – che la macchina nostra è in un altro capannone (raggiungibile solo in macchina) e che davanti alla nostra autovettura c’è parcheggiato un furgone che blocca l’uscita e che verranno a ritirare il 2 luglio: come organizzazione non c’è che dire!! Che si fa allora?? Il tipo che ci ha accompagnato al capannone, impreca in qualche sconosciuta lingua e ci lascia lì in attesa di andare a recuperare le chiavi del furgoncino da spostare: nel frattempo carichiamo zaini e bagagli in macchina, pronti a partire subito verso casa e mandarli tutti affan…. ecco, avete capito! 

 
Il sunto di tutto ciò che abbiamo scritto in questi appunti è questo: evviva queste due isole meravigliose!!! Come ogni anno la nostra “trasfusione” di Grecia è compiuta! Scelta più azzeccata non poteva essere fatta!!! Isole diverse, molto diverse Tinos e Syros, tra loro, ma ancora genuine e soprattutto molto greche. Tinos unica per le oltre mille colombaie sparse in tutta l’isola ed una concentrazione unica di villaggi; Syros… dalla parvenza di una cittadina aristocratica, con i suoi palazzetti neoclassici dai colori pastello, con le sue due cattedrali in cima alle colline a destra e sinistra, che ti accoglie come in un abbraccio!  …e adesso basta che ci scappa anche una lacrimuccia.

 
Buon viaggio! 

 

 
Riccardo E Monica

 
 
Spiagge: 
Tinos: 
Isternia Bay 
Aghios Romanos 
Poxapi 
Stafida beach 
Kavalourko 
Kolimbithra 
Livada beach
Agali, Agios Fokas, Agios Sostis, Agia Kiriaki, Agios Ioannis 
Pachia Amos 
Santa Margherita 
Aphigania
 
Syros: 
Lia
Kini 
Delphini Bay 
Galissas 
Armeo Beach 
Finikas 
Agathopes 
Ampela 
Mega Gialos 
Fira 
Vari 
Fabrika
Saint Nicholas Beach (Vaporia)
 
Taverne: 
Rafina: Agoni Grammi

Tinos: 
Epineio 
Thalassaki 
Drosia 
Dyo Choria 
Irini 
Mbee
Syros: 
To Petrino 
Psarokokalo 
Iliovalisema 
Seminario
 
Pireo: Takatsarolakia 

 
Spese (per  17 giorni):
 
Voli: Bergamo/ Atene = 463€ 
 
Assicurazione=83€
 
Soggiorni: 
Rafina=58€ 
Tinos=400€ 
Syros=182€ 
Pireo=44€
 
Traghetti / trasporti: 
Rafina/Tinos=54€ 
Tinos/Syros=16€ 
Syros/Pireo=58€ 
Taxi/Syros+Pireo=57€
 
Noleggio moto 
Tinos=160€ 
Syros=80€
 
Benzina 
Tinos=25€ 
Syros=12€
 
Pranzi e cene 
Tinos +Rafina=380€ 
Syros+ Pireo=200€
 
Varie 
130€
Parcheggio auto =53€
 
Tot=2455€