giovedì 25 agosto 2016

Profondo blu (Amorgos e Koufonissi)

di Giuseppe Brenna (giubren)



Dura appena un’ora la traversata per raggiungere il porto di Egiali di Amorgos.

Il sole s’innalza timido sull’orizzonte, oscurato da una fitta foschia.
 
Alba sull'Egeo

Incombe sulla baia di Egiali un alto promontorio di più di 800 metri sul livello del mare dove si scorgono i candidi villaggi di Tholaria, Lagada e Potamos.
 
Tholaria
 
 
Le alte vette trattengono le nubi e il vento soffia incessante sull’isola che appare sin da subito come avvolta da un’aurea mistica.
 
Amorgos
 

Arriviamo nella Chora, dopo aver percorso vari chilometri di strada in salita con panorami vertiginosi sulla costa e le isole vicine.
 
strada di Amorgos

Chora di Amorgos
 

La Chora di Amorgos è stata fondata almeno 800 anni fa e gli abitanti, per sfuggire agli avvistamenti dei pirati, si rifugiarono sull’altipiano circondato da montagne che rendeva l’insediamento praticamente invisibile dal mare. Le nubi si rincorrono nel cielo ed un meltemi impetuoso sibila con forza nelle prime ore del mattino… Amorgos ci accoglie con una temperatura insolitamente fresca per le estati greche.
 
Chora di Amorgos


Chora di Amorgos
 

Arriviamo nella nostra Guest House situata nel cuore della Chora: non un solito studio ma un alloggio di stile tradizionale e caratteristico, dove la proprietaria ha curato l’arredamento per renderlo simile a quello delle vecchie abitazioni. La nostra stanza non è ancora pronta, per cui ne approfittiamo per un primo giro esplorativo.

Sul crinale si ergono ancora come sentinelle i vecchi mulini, alcuni dei quali restaurati.
 
Mulini della Chora
 
 
Più in basso, i candidi edifici con gli stretti vicoli ospitano negozietti e ristoranti che però non alterano l’autenticità del villaggio. Piazze pittoresche e numerose chiese ombreggiate da eucalipti e buganvillee fiorite impreziosiscono l’atmosfera, in particolare si erge uno sperone roccioso sul quale rimangono parti delle mura del vecchio kastro veneziano.
 
Chora Amorgos


Chora di Amorgos
 

Lunga una trentina di chilometri, Amorgos con il suo aspro paesaggio è un’isola ideale per gli amanti del trekking. Numerosi sono i percorsi ben segnalati per le escursioni a piedi che attraversano un arido paesaggio montano nel quale pascolano greggi di capre.

Iniziamo ad esplorare le spiagge iniziando da Maltezi che si raggiunge in barca da Katapola, il principale porto dell’isola. Gran parte dei visitatori sono giovani greci, amanti delle escursioni e del campeggio, che si concentrano principalmente in alloggi sulla costa.

Katapola di per sé è piuttosto caratteristica con i suoi ristoranti di pesce lungo il porto (nella Chora infatti prevalgono i piatti tradizionali a base di carne e verdure locali). In prossimità di Katapola sorgono diversi siti archeologici che risalgono all’epoca minoica.

L’antica Minoa sorge su un vicino promontorio ed è tutt’ora oggetto di scavi; non rimane molto, ma la tecnica costruttiva dei grandi muri perimetrali della porta d’accesso costituiti da monoliti ad incastro evidenziano quanto sia remoto questo insediamento.
 
Antica minoa

Più a sud si raggiungono piccoli villaggi e la spiaggia attrezzata di Kalotaritisa. Ogni mezz’ora partono le barche per l’isoletta selvaggia di Gramvoussa, dai grandi ciottoli grigi ed acque trasparenti.
 
isola di Gramvoussa, Amorgos

Nelle vicinanze c’è anche la spiaggia del relitto (Navagio), che è possibile osservare da vicino scendendo un piacevole sentiero che parte dalla strada asfaltata. Si tratta di un grande mercantile affondato negli anni ’50 e che ha costituito uno degli scenari del famoso film francese “Le grand bleu” di Luc Besson, un vero cult d’oltralpe degli anni ’80.
 
Navagio, spiaggia del relitto
 

Degna di nota anche la spiaggia di Mourou, anche se piuttosto affollata visto il numero elevato di giovani bagnanti in alta stagione.

L’attrazione principale dell’isola è però il grande monastero di Chazoviotissa, situato ai piedi della Chora a circa due chilometri di distanza.
 
Monastero di Chazoviotissa

Visibile già dal parcheggio, bianchissimo, imponente, ombreggiato dalla vetta del monte Profitis Elias, perfettamente incastonato nella roccia a strapiombo sul mare, appare come una visione.
 
Monastero di Chazoviotissa


Monastero di Chazoviotissa


Monastero di Chazoviotissa
 

Il panorama è avvolgente, con il profondo silenzio ed il blu cobalto del mare che riflette i bagliori del sole sulle acque.

Arrivati in cima al sentiero, si entra tramite una scala affiancata da una parete di roccia.
 
Monastero di Chazoviotissa
 
 
Si visitano due cappelle, tra cui una che custodisce un’icona della Vergine ritenuta miracolosa. I monaci offrono ai visitatori loukoum ed un bicchiere di rakomelo in una stanza adiacente le cucine, tra vecchie foto in bianco e nero degli abati che hanno diretto il monastero.
 
Monastero di Chazoviotissa
 

A breve distanza, la piccola spiaggia di ciottoli di Agia Anna dove sono state girate altre scene del film di Besson.
 
Agia Anna, Amorgos
 

Affascinante la spiaggia di Agios Pavlos con il promontorio di ciottoli bianchi che si insinua nel mare, donando alle acque tutte le possibili sfumature di azzurro. Da un piccolo molo, delle barche fanno la spola ogni ora per l’isolotto di Nicouria, proprio di fronte ad Agios Pavlos, con altre spiagge tranquille.
 
 Agios Pavlos, Amorgos
 

Amorgos è un luogo eccellente per riposarsi e distendersi; non mancano locali notturni, tuttavia nella Chora si inseriscono in un contesto che ha preservato i ritmi lenti del passato. Nella piazza Loza, gli anziani si salutano ed affollano nelle prime ore del mattino la messa domenicale. Risuonano le liturgie bizantine e si diffonde nell’aria il profumo degli incensi.
 
Chora Amorgos
 

In un piccolo edificio di fronte al Dimarkio (municipio), una fotografa americana espone le sue opere che ritraggono gli anziani del villaggio. Ha lontane origini greche (la sua trisavola era nata proprio nella Chora di Amorgos) ed ora abita sull’isola per almeno tre mesi all’anno, alla ricerca delle proprie radici.

Gli espressivi volti dei personaggi ritratti, molto spesso incrociati tra i vicoli, trasudano delle loro antiche esperienze: sono gli ultimi testimoni di una vita passata e depositari di una cultura che si vorrebbe trasmettere alle giovani generazioni per le quali tuttavia ci si augura una vita meno dura grazie agli introiti del turismo.

E’ ora di lasciare anche Amorgos, il piccolo traghetto Express Scopelitis ci attende al porto di Katapola per portarci a Koufonisia nelle Piccole Cicladi, ultima tappa del nostro viaggio.

Lo studio si trova proprio sopra il porto di Pano Koufonissi, regalandoci un bel panorama sulle isole disabitate di Kato Koufonissi e di Keros.
 
 Pano Kofounissi
 
 
La piccola Chora è raccolta attorno alla sua strada pedonale e nella spiaggia cittadina di Ammos si ha già un assaggio della bellezza che offre il litorale dell’isola: anse di sabbia dorata ed un mare che ricorda per trasparenza e colori quello della nostra Sardegna.
 
Chora, Koufonissi


spiaggia di Ammos
 

Viste le ridotte dimensioni, l’isola può essere percorsa a piedi o in bicicletta, tuttavia un efficiente servizio di caicchi collega il porto con le spiagge principali e con quelle di Kato Kofounissi ogni ora.
 
Kato Koufonissi
 

Da Fanos all’ansa di Pori conviene seguire il sentiero a piedi, anche per dare un’occhiata alla piscina (detta anche “occhio del diavolo”) ed alle grotte che offrono scenari mozzafiato.
 
Fanos
 
 
In alta stagione l’isola è molto affollata e non potrebbe essere altrimenti perché le sue bellezze non costituiscono più un segreto, ma i ritmi nonostante ciò rimangono rilassati con i suoi ristoranti dalla cucina genuina ed i suoi locali tranquilli, tra i quali il Milos Bar, nei pressi del vecchio mulino, ideale per i cocktail al tramonto.
 
Mylos bar, Koufonissi
 

Anche quest’anno la vacanza volge al termine, e ci ritroviamo sull’aliscafo per Santorini da dove sarebbe partito il giorno successivo il nostro volo di ritorno per Roma.

È sera e a Fira c’è la grande confusione del mese d’agosto.

Una breve passeggiata sul bordo della caldera rievoca le emozioni dell’estate del 2008, quando trascorremmo una settimana in questo luogo unico al mondo.
 
Fira, la caldera
 

Osserviamo le tremule luci di Oia e quelle ancora più lontane dell’isola di Anafi che s’intravedono sull’orizzonte come un miraggio… e già sogniamo che tale miraggio possa trasformarsi in realtà il prossimo anno.

mercoledì 24 agosto 2016

Astypaléa, la Signora dell'Egeo

di Giuseppe Brenna (giubren)

 
Astypaléa, l’isola a forma di farfalla nel cuore dell’Egeo.
La sua posizione isolata la mantiene lontano dai grandi flussi turistici, dirottati su altre mete vacanziere più facilmente raggiungibili.
Il piccolissimo aereo bielica decolla dall’aeroporto di Atene con soltanto la metà dei posti occupati, nonostante sia ormai alta stagione. Circondati dal blu del cielo e del mare, s’iniziano ad intravedere le sagome delle isole ed infine, dopo una stretta virata, in meno di un’ora atterriamo sulla minuscola pista assolata.
Mar Egeo
 
 
Raggiungiamo il nostro studio: dall’ampia terrazza spazia il panorama sul mare e gli isolotti satelliti ma soprattutto sul promontorio della Chora, dove svetta il castello veneziano con attorno i candidi edifici di forma cubica dal tipico stile cicladico.
 
Chora Astypaléa
 
 
È questa l’immagine che ci avrebbe accompagnato per i successivi cinque giorni e che da sola merita il viaggio in questi lidi remoti.
Astypaléa è l’isola più ad ovest del Dodecaneso ed è stata italiana fino al 1943: fu la prima a diventarlo, dopo essere stata strappata ai turchi nel 1912 senza incontrare resistenza. Tracce della presenza italiana si trovano ancora nel vecchio cafénio, dove sui muri si conservano ancora memorabilia dell’epoca, tra cui una vecchia insegna della rivendita dei tabacchi ed una targa di bronzo con un’epigrafe in latino che ricordava lo sbarco degli italiani sulla spiaggia di Maltezana.
 
Cafénio, Asypaléa
 
Storicamente, l’isola ha avuto stretti legami con le vicine Cicladi all’epoca del dominio veneziano. Dopo essersi del tutto spopolata a causa delle frequenti scorrerie dei pirati, fu il duca di Naxos Marco Sanudo a concedere Stampalia quale feudo della famiglia patrizia dei Querini che l’amministrarono per quasi trecento anni e che per questo aggiunsero al proprio cognome anche il nome latino dell’isola. I Querini incentivarono la rinascita demografica, invitando parte delle popolazioni di Tinos e Mikonos ad insediarvisi e realizzarono il poderoso castello attorno al quale sorse il nuovo centro abitato (inizialmente battezzato come Astinéa).
Il castello veneziano è senz’altro la maggiore attrazione della Chora, nonostante il terremoto del 1956 l’abbia in gran parte fatto cadere in rovina. Rimangono le mura perimetrali degli edifici che un tempo ospitavano le guarnigioni e le due chiese restaurate di Agios Georgios e dell’Annunciazione, con le loro cupole azzurre. Anche qui, sono incantevoli i panorami sull’Exo Nisi, l’ala più occidentale della “farfalla”.
 
Castello Querini Stampalia

Castello Querini Stampalia

Castello Querini Stampalia
 
La Chora è un affascinante intrico di stradine tra gli edifici imbiancati a calce e le innumerevoli chiesette e cappelle votive.
 
Chora Astypaléa


Chora Astypaléa
 
La chiesa più importante è quella di Portaitissa, che ospita il piccolo museo ecclesiastico ed un cortile dove si svolgono durante l’estate concerti di musica popolare.
 
chiesa di Portaitissa, Astypaléa
 
Ai piedi della Chora e nei pressi della piazza principale, i mulini restaurati (che un tempo sorgevano sull’intero crinale) allietano il panorama con la loro immagine pittoresca.
 
Chora Astypaléa
 
Astypaléa conta poco più di un migliaio di abitanti ed anche durante l’estate i visitatori non sono mai particolarmente numerosi, per cui l’isola rimane sempre molto tranquilla.
In prossimità della Chora, il vecchio porto di Pera Gialòs (Skala) costituisce ormai il punto d’attracco per i soli yacht privati. Caffè e ristoranti, talvolta dallo stile elegante, si affiancano sulla scogliera ed il litorale;
 
Akti Restaurant, Skala Astypaléa
 
 
in prossimità della chiesa il piccolo museo archeologico espone in una sala i diversi reperti che riassumono la storia locale dal Paleolitico al periodo della dominazione veneziana.
I locali più frequentati sono quelli ai piedi del castello, tra cui il Castro Bar per la sua grande atmosfera e l’ottima posizione.
 
Castro bar, Astypaléa
 
Le spiagge attrezzate più facilmente raggiungibili dalla Chora iniziano da Livadi fino al promontorio di Agios Kostantinos. Un caso a parte è la baia appartata di ciottoli di Tzanaki, che invece si raggiunge con una breve passeggiata dalla strada principale.
 
Tzanaki beach, Astypaléa
 
Tutte queste spiagge sono caratterizzate dalle acque cristalline e dalle splendide vedute sulla Chora di Astypaléa.
Kaminakia e Vatses invece si raggiungono dopo percorsi sterrati che s’inoltrano all’interno del brullo paesaggio di Exo Nisi: in entrambi i casi c’è una parte attrezzata e taverne di ottima qualità.
 
Agios Kostantinos beach

 Vatses Beach bar
 
Altre spiagge si trovano sullo “steno”, l’istmo di terra che collega i due promontori che costituiscono Astypaléa e che le conferiscono la sua forma caratteristica. Dal porto di Maltezana (così denominata perché inizialmente sede di un covo di pirati maltesi), partono le gite in barca sulle vicine isolette disabitate di Konoupi e Koutsomiti, dalle acque caraibiche.
 
isola di Kounoupa



isola di Koutsomiti

Oltre il piccolo centro di Analipsi, la strada diventa sterrata e s’inerpica all’interno di Mesa Nisi, l’ala orientale dell’isola. I lavori di ampliamento sono a buon punto e sembra che per il mese di ottobre 2016 il tratto stradale che giunge fino al remoto insediamento di Vathy sarà finalmente asfaltato.
È ancora notte quando parte il traghetto per l’isola di Amorgos alle 6:00 del mattino dal porto nuovo… c’è solo il tempo per un ultimo fugace sguardo alla Chora illuminata dalla nostra terrazza per rendersi conto che il nostro soggiorno in quest’isola è volato via assieme alla brezza del meltemi.
 
Chora Astypaléa


sabato 20 agosto 2016

Zante spiaggia per spiaggia

di Lorenzo Rossi

Zante (o Zacinto) è la più meridionale delle isole ionie. È molto verde ( io non ho mai visto così tanti olivi in tutta la mia vita) e presenta una costa molto diversificata: si va dalle spiagge di sabbia finissima, alle scogliere a picco sul mare, dai fiordi alle calette di sassolini. Non è nemmeno troppo grande, muniti di auto, tutte le destinazioni sono facilmente raggiungibili. L’isola non presenta reperti storici di rilievo, se non qualche monastero, quindi la maggior attrazione sono le spiagge.
Le spiagge sono veramente tante. Io sono stato una decina di giorni, e penso di averne visitato la maggior parte. Sicuramente le più belle. Quindi faccio un elenco di quei luoghi di questa isola meravigliosa che meritano una visita.
 
GERAKAS BEACH: 
Gerakas
Si trova nella parte più meridionale dell’isola, lato est. Fa parte del parco marino dove depongono le uova le tartarughe caretta caretta. La spiaggia è molto grande e l’acqua cristallina (ma questa è ovunque), inoltre ci sono molti siti dove sono deposte le uova, dai quali bisogna stare a debita distanza.
Prima del tramonto chiude, per permettere alle tartarughe di arrivare indisturbate.

DAFNI:
Dafni


Dafni
La spiaggia di Dafni è vicina a quella di Gerakas. Si arriva da una strada sterrata ad una taverna. Si parcheggia l’auto (parcheggio ovviamente gratis) e si possono prendere gratis pure i lettini, che sono disposti su di un prato all’esterno della spiaggia, dove anche qui stanno le uova di tartaruga. Ovviamente si può tranquillamente stare anche sulla spiaggia, e fare il bagno, facendo anche qui attenzione a non avvicinarsi troppo alle uova.
Le tartarughe sono un’attrazione dell’isola. Ovunque ci sono barche col fondo di vetro che promettono di avvistarne. La cosa non è affatto semplice. C’è chi è riuscito a vederle, chi non ne ha vista nemmeno l’ombra, chi invece ci ha fatto il bagno insieme, semplicemente noleggiando il pedalò, a 50 metri dalla riva.
Se si decide di fare un’escursione, che dovunque vi viene proposta, meglio scegliere tra quelle che portano a vedere grotte o calette nascoste, che tra quelle che portano a vedere le tartarughe…
 
ISOLA DI MARATHONISSI:
Isola di Marathonissi
 
O anche isola delle tartarughe appunto, si trova di fronte al paese di Limni Keri, da dove si possono prendere dei taxi boat, oppure noleggiare una barca per raggiungerla. Noi abbiamo trovato più conveniente partire dalla spiaggia di Agios Sostis, proprio di fronte all’isolotto omonimo, così abbiamo potuto navigarvi intorno e risparmiare 10 euro sul prezzo finale. Comunque il servizio di taxi boat per 4 persone costa una trentina di euro. Ti portano e poi decidi a che ora farti tornare a prendere. L’isola è molto bella.
È possibile stare solo su un’area delimitata (sempre per via delle solite tartarughe), e non si può camminare all’interno dell’isola, in quanto privata e comunque priva di sentieri. La spiaggia è comunque spettacolare. Unico neo le decine di barche ormeggiate, soprattutto su un lato della spiaggia pare di stare al Gombo. Merita comunque davvero trascorrere una giornata qui.

SPIAGGIA DI MARATHIA:
Marathia
 
Una tranquillissima spiaggia di sassolini posta all’estremità sud ovest dell’isola. Relax assoluto. Si parcheggia la macchina, si scende una ripida discesa a piedi, e dopo aver affittato dal greco della spiaggia l’ombrellone e i lettini alla modica cifra di 7 euro, ci si gode una delle zone più tranquille di tutta l’isola. Qui non ci sono bar o taverne nelle vicinanze, quindi occorre portarsi da bere e da mangiare.
Obbligo quando si torna fare una visita al faro di Keri, dove c’è un bel panorama, soprattutto al tramonto, dove si può restare ad ammirarlo alla roulotte/bar proprio al faro, oppure in una delle tante taverne che si trovano in paese
 
panorama dal faro di Keri
 
 
Queste sono le spiagge della parte sud che secondo me meritano una visita. Da evitare come la peste Laganas, che sarebbe il centro più turistico dell’isola, ma è dedicata soprattutto ad un turismo di giovani inglesi, ubriachi dalle 5 del pomeriggio alle sette della mattina, in questo luogo pieno di night, discoteche e tutti i tipi di pub, che niente hanno a che fare col resto dell’isola. Oltretutto la spiaggia è pure brutta, quindi toccata e fuga.

PORTO ZORO:
Porto Zoro
Bella spiaggia attrezzata in un magnifico contesto verde. Posizionatevi nella parte più vicina a questi pseudo funghi di roccia e girategli intorno con la maschera e il boccaglio: è pieno di pesci e l’acqua è di un chiaro che sembra una piscina.
La spiaggia è totalmente attrezzata. Da una parte c’è un albergo, da un’altra un bellissimo beach bar, tuttavia se si vuol stare semplicemente sul proprio asciugamano è possibile farlo all’estremità sud, appunto vicino a queste rocce, che è anche la zona più bella.
Un consiglio è quello di munirsi sempre di scarpette da mare, perchè in tutte le spiagge c’è sempre una parte sassosa, che se le indossi stai molto più comodo.
 
 
XIGIA:
Xigia

In realtà di Xigia ce ne sono due. Questa è la prima che si trova venendo da sud, e forse la più bella. L’altra è poco più avanti, ma ha la caratteristica di essere vicina ad una sorgente di acqua sulfurea, e c’è intorno un pesante tanfo di uovo marcio che può dar fastidio.
Questa invece è molto carina. L’omino della spiaggia ti noleggia l’ombrellone e, se hai fame o sete, tramite il walkie talkie inoltra l’ordine al bar sopra la spiaggia, che la fa arrivare con una sorta di carrucola in un cestello direttamente all’ ombrellone. Una bella trovata perché gli scalini sono tra i più ripidi che abbia mai visto.
Se si ha voglia di fare una nuotata oltrepassando lo spuntone a nord, là dietro c’è una bella spiaggetta di sassi non raggiungibile via terra, dove si fermano a certi orari le barche delle escursioni, e dopo ancora, lungo la costa numerose grotte da poter visitare con la maschera. Meglio al mattino in quanto la sera non c’è luce ed i colori sono peggiori.

MAKRIS GIALOS:
Makri Gialos
Dopo Xigia si trova questa bella spiaggia di sassolini, con un’acqua dai colori bellissimi. Su entrambi i lati della spiaggia ci sono rocce che formano delle grotte, da scoprire muniti di maschera
Proseguendo verso nord si trovano la spiaggia di Agios Nicholaos, che è attaccata al porto dal quale partono i collegamenti con Cefalonia, e all’estremità nord, da non perdere il faro di Skinari e il vicino mulino a vento dal quale si può vedere un mare dai colori straordinari, e da dove partono le parche per visitare le grotte blu.
 
Skinari


Faro di Skinari
 
Proprio sotto al faro c’è un chiosco che vende i biglietti per visitare queste bellissime grotte. Mi pare costi 15 euro a testa.
Questo per quanto riguarda la parte est. Ovviamente ci sono anche altre spiagge, ma sono perlopiù trappole turistiche, e a parte l’acqua che dovunque è sempre pulita, non sono così suggestive come quelle che sto descrivendo.
Visto che ci si trova nella parte nord, merita una visita anche il villaggio di montagna di Volimes, niente di particolarmente esaltante, ma abbastanza suggestivo.
NAVAGIO O SPIAGGIA DEL RELITTO:
Spiaggia del Navagio o del relitto
 
Una delle spiagge più belle e conosciute del mondo. Si trova fotografata ovunque e arrivarci è veramente un tuffo al cuore. Non ci sono parole per descrivere questo luogo: dalla bellezza del colore dell’acqua, alla maestosità delle bianche rocce che sovrastano la spiaggia, a questo relitto enorme che sembra essere stato messo lì apposta. Fantastica. Non si può non visitarla.
La spiaggia è uno dei luoghi più inaccessibili che abbia mai visto. Si può vedere dall’alto (la foto che si fa merita il viaggio), dirigendosi verso Volimes. Tra Volimes e Anafonitria, si trova una strada che porta ad un parcheggio, sotto al quale c’è un minuscolo terrazzino che sporge nel vuoto una cinquantina di centimetri. Proprio alla sommità, se ci si scorge, si riesce a vedere (e nemmeno tutta intera) la spiaggia. La cosa è molto turistica, difatti ci sono continuamente autobus che si fermano a far fotografare questa spiaggia, ma ripeto, nonostante il caos dei turisti merita una vista e una foto anche dall’alto.
Raggiungerla via mare è possibile da Porto Vromi, che è la cala più vicina al Navagio. Lì con 10 euro a testa ti portano in una ventina di minuti alla spiaggia, ti fanno rimanere lì per un’ora, e poi tornano e finiscono il giro portandoti nelle grotte lungo la costa. Tutte le escursioni fanno sostare solo un’ora. La spiaggia è sempre molto affollata, ma essendo grande si riesce comunque a godersi lo spettacolo che è. Meglio andarci la mattina non troppo tardi: c’è meno gente e il mare è più calmo.

PORTO VROMI
Porto Vromi
 
Visto che ci sei, una volta rientrati dall’escursione alla Spiaggia del relitto, puoi fare un bel bagno anche in questa caletta. Qui la tranquillità è assicurata. Alle spalle di dove ho scattato la foto, c’è una specie di cavità nella roccia che fa eventualmente da megaombrellone, dove si può stare all’ombra per mangiare, oppure appisolarsi. Altrimenti bruciare sotto il sole vicino all’acqua magnifica di questo piccolo porticciolo.
 
 
PORTO LIMNIONAS
Porto Limnionas
 
Un altro posto magnifico. Uno dei luoghi assolutamente da non perdere di Zante.
È praticamente un fiordo di acqua turchese, nella parte ovest dell’isola (la stessa del Navagio). Bisogna raggiungere la località di Agios Leon, al centro dell’isola e poi seguire le indicazioni (se si ha la fortuna di vederle) per Limnionas. Non c’è una vera spiaggia. C’è un bar taverna con delle terrazze attrezzate con lettini ed ombrelloni, oppure si può stare sul cemento sopra le rocce. In realtà c’è una minuscola spiaggetta proprio all’estremità interna del fiordo, ma si deve aver fortuna che nessuno ci sia arrivato prima… Ricordarsi sempre maschera, boccaglio e scarpette perché ci sono anche qui delle bellissime grotte da vedere.

Questo per quanto riguarda le spiagge, che sono sicuramente l’attrattiva maggiore dell’isola. Per la sera merita una visita Zacinto città, dove all’estremità opposta del porto c’è una grandissima e bellissima piazza con tanti locali, che proseguono in una suggestiva zona pedonale all’interno. Molto bella anche la località di Bochali, che si trova proprio sopra la città, e la sera permette di vedere un panorama molto bello. Anche qui, ovviamente, ci sono taverne a gogò dove si può mangiare guardando il panorama.
 
Bochali
 
Una taverna che consiglio (si trovano le recensioni anche su trip advisor) è la taverna Akrotiri, che si trova lungo la litoranea da Zante town a Tsilivi. Classica taverna greca sotto una megapergola, dove si mangia veramente bene e si spende il giusto. Si sceglie tra i 18 antipasti che ti portano in un vassoio enorme, e poi è magnifica la carne grigliata (il maialino è spettacolare).
Spero che questa miniguida possa essere utile, le foto che ho messo le ho scattate io, ed i colori che si vedono sono proprio così anche dal vivo. Praticamente uno spettacolo.