di Giuseppe Brenna (giubren)
Dura appena un’ora la
traversata per raggiungere il porto di Egiali di Amorgos.
Il sole s’innalza
timido sull’orizzonte, oscurato da una fitta foschia.
Alba sull'Egeo |
Incombe sulla baia di
Egiali un alto promontorio di più di 800 metri sul livello del mare
dove si scorgono i candidi villaggi di Tholaria, Lagada e Potamos.
Tholaria |
Le alte vette
trattengono le nubi e il vento soffia incessante sull’isola che
appare sin da subito come avvolta da un’aurea mistica.
Amorgos |
Arriviamo nella Chora,
dopo aver percorso vari chilometri di strada in salita con panorami
vertiginosi sulla costa e le isole vicine.
strada di Amorgos |
Chora di Amorgos |
La Chora di Amorgos è
stata fondata almeno 800 anni fa e gli abitanti, per sfuggire agli
avvistamenti dei pirati, si rifugiarono sull’altipiano circondato
da montagne che rendeva l’insediamento praticamente invisibile dal
mare. Le nubi si rincorrono nel cielo ed un meltemi impetuoso sibila
con forza nelle prime ore del mattino… Amorgos ci accoglie con una
temperatura insolitamente fresca per le estati greche.
Chora di Amorgos |
Chora di Amorgos |
Arriviamo nella nostra
Guest House situata nel cuore della Chora: non un solito
studio ma un alloggio di stile tradizionale e caratteristico, dove la
proprietaria ha curato l’arredamento per renderlo simile a quello
delle vecchie abitazioni. La nostra stanza non è ancora pronta, per
cui ne approfittiamo per un primo giro esplorativo.
Sul crinale si ergono
ancora come sentinelle i vecchi mulini, alcuni dei quali restaurati.
Mulini della Chora |
Più in basso, i
candidi edifici con gli stretti vicoli ospitano negozietti e
ristoranti che però non alterano l’autenticità del villaggio.
Piazze pittoresche e numerose chiese ombreggiate da eucalipti e
buganvillee fiorite impreziosiscono l’atmosfera, in particolare si
erge uno sperone roccioso sul quale rimangono parti delle mura del
vecchio kastro veneziano.
Chora Amorgos |
Chora di Amorgos |
Lunga una trentina di
chilometri, Amorgos con il suo aspro paesaggio è un’isola ideale
per gli amanti del trekking. Numerosi sono i percorsi ben segnalati
per le escursioni a piedi che attraversano un arido paesaggio montano
nel quale pascolano greggi di capre.
Iniziamo ad esplorare le
spiagge iniziando da Maltezi che si raggiunge in barca da Katapola,
il principale porto dell’isola. Gran parte dei visitatori sono
giovani greci, amanti delle escursioni e del campeggio, che si
concentrano principalmente in alloggi sulla costa.
Katapola di per sé è
piuttosto caratteristica con i suoi ristoranti di pesce lungo il
porto (nella Chora infatti prevalgono i piatti tradizionali a base di
carne e verdure locali). In prossimità di Katapola sorgono diversi
siti archeologici che risalgono all’epoca minoica.
L’antica Minoa sorge su
un vicino promontorio ed è tutt’ora oggetto di scavi; non rimane
molto, ma la tecnica costruttiva dei grandi muri perimetrali della
porta d’accesso costituiti da monoliti ad incastro evidenziano
quanto sia remoto questo insediamento.
Antica minoa |
Più a sud si raggiungono
piccoli villaggi e la spiaggia attrezzata di Kalotaritisa. Ogni
mezz’ora partono le barche per l’isoletta selvaggia di
Gramvoussa, dai grandi ciottoli grigi ed acque trasparenti.
isola di Gramvoussa, Amorgos |
Nelle vicinanze c’è
anche la spiaggia del relitto (Navagio), che è possibile osservare
da vicino scendendo un piacevole sentiero che parte dalla strada
asfaltata. Si tratta di un grande mercantile affondato negli anni ’50
e che ha costituito uno degli scenari del famoso film francese “Le
grand bleu” di Luc Besson, un vero cult d’oltralpe
degli anni ’80.
Navagio, spiaggia del relitto |
Degna di nota anche la
spiaggia di Mourou, anche se piuttosto affollata visto il numero
elevato di giovani bagnanti in alta stagione.
L’attrazione principale
dell’isola è però il grande monastero di Chazoviotissa, situato
ai piedi della Chora a circa due chilometri di distanza.
Monastero di Chazoviotissa |
Visibile già dal
parcheggio, bianchissimo, imponente, ombreggiato dalla vetta del
monte Profitis Elias, perfettamente incastonato nella roccia a
strapiombo sul mare, appare come una visione.
Monastero di Chazoviotissa |
Monastero di Chazoviotissa |
Monastero di Chazoviotissa |
Il panorama è
avvolgente, con il profondo silenzio ed il blu cobalto del mare che
riflette i bagliori del sole sulle acque.
Arrivati in cima al
sentiero, si entra tramite una scala affiancata da una parete di
roccia.
Monastero di Chazoviotissa |
Si visitano due
cappelle, tra cui una che custodisce un’icona della Vergine
ritenuta miracolosa. I monaci offrono ai visitatori loukoum ed un
bicchiere di rakomelo in una stanza adiacente le cucine, tra vecchie
foto in bianco e nero degli abati che hanno diretto il monastero.
Monastero di Chazoviotissa |
A breve distanza, la
piccola spiaggia di ciottoli di Agia Anna dove sono state girate
altre scene del film di Besson.
Agia Anna, Amorgos |
Affascinante la spiaggia
di Agios Pavlos con il promontorio di ciottoli bianchi che si insinua
nel mare, donando alle acque tutte le possibili sfumature di azzurro.
Da un piccolo molo, delle barche fanno la spola ogni ora per
l’isolotto di Nicouria, proprio di fronte ad Agios Pavlos, con
altre spiagge tranquille.
Agios Pavlos, Amorgos |
Amorgos è un luogo
eccellente per riposarsi e distendersi; non mancano locali notturni,
tuttavia nella Chora si inseriscono in un contesto che ha preservato
i ritmi lenti del passato. Nella piazza Loza, gli anziani si
salutano ed affollano nelle prime ore del mattino la messa
domenicale. Risuonano le liturgie bizantine e si diffonde nell’aria
il profumo degli incensi.
Chora Amorgos |
In un piccolo edificio di
fronte al Dimarkio (municipio), una fotografa americana espone le sue
opere che ritraggono gli anziani del villaggio. Ha lontane origini
greche (la sua trisavola era nata proprio nella Chora di Amorgos) ed
ora abita sull’isola per almeno tre mesi all’anno, alla ricerca
delle proprie radici.
Gli espressivi volti dei
personaggi ritratti, molto spesso incrociati tra i vicoli, trasudano
delle loro antiche esperienze: sono gli ultimi testimoni di una vita
passata e depositari di una cultura che si vorrebbe trasmettere alle
giovani generazioni per le quali tuttavia ci si augura una vita meno
dura grazie agli introiti del turismo.
E’ ora di lasciare
anche Amorgos, il piccolo traghetto Express Scopelitis ci attende al
porto di Katapola per portarci a Koufonisia nelle Piccole Cicladi,
ultima tappa del nostro viaggio.
Lo studio si trova
proprio sopra il porto di Pano Koufonissi, regalandoci un bel
panorama sulle isole disabitate di Kato Koufonissi e di Keros.
Pano Kofounissi |
La piccola Chora è raccolta attorno alla sua strada pedonale e nella
spiaggia cittadina di Ammos si ha già un assaggio della bellezza che
offre il litorale dell’isola: anse di sabbia dorata ed un mare che
ricorda per trasparenza e colori quello della nostra Sardegna.
Chora, Koufonissi |
spiaggia di Ammos |
Viste le ridotte
dimensioni, l’isola può essere percorsa a piedi o in bicicletta,
tuttavia un efficiente servizio di caicchi collega il porto con le
spiagge principali e con quelle di Kato Kofounissi ogni ora.
Kato Koufonissi |
Da Fanos all’ansa di
Pori conviene seguire il sentiero a piedi, anche per dare un’occhiata
alla piscina (detta anche “occhio del diavolo”) ed alle grotte
che offrono scenari mozzafiato.
Fanos |
In alta stagione l’isola
è molto affollata e non potrebbe essere altrimenti perché le sue
bellezze non costituiscono più un segreto, ma i ritmi nonostante ciò
rimangono rilassati con i suoi ristoranti dalla cucina genuina ed i
suoi locali tranquilli, tra i quali il Milos Bar, nei pressi del
vecchio mulino, ideale per i cocktail al tramonto.
Mylos bar, Koufonissi |
Anche quest’anno la
vacanza volge al termine, e ci ritroviamo sull’aliscafo per
Santorini da dove sarebbe partito il giorno successivo il nostro volo
di ritorno per Roma.
È sera e a Fira c’è
la grande confusione del mese d’agosto.
Una
breve passeggiata sul bordo della caldera rievoca le emozioni
dell’estate del 2008, quando trascorremmo una settimana in questo
luogo unico al mondo.
Fira, la caldera |
Osserviamo le tremule
luci di Oia e quelle ancora più lontane dell’isola di Anafi che
s’intravedono sull’orizzonte come un miraggio… e già sogniamo
che tale miraggio possa trasformarsi in realtà il prossimo anno.