di Luigi Fersini (exequatur)
Dopo vari viaggi in
Grecia, desideravo da tempo raggiungere Creta per le sue bellissime
spiagge, senza dubbio tra le più belle del mondo, e soprattutto
perché affascinato e ansioso di conoscere i siti della civiltà
minoica, contemporanea dell’antica civiltà egizia.
Essendo
un’isola molto grande e molto distante, pensavo richiedesse
un’organizzazione adeguata, che non lasciasse nulla al caso e
questo mi difetta.
Ma anche questo viaggio in Grecia si può
improvvisare.
Quindi vi racconterò di un viaggio nella Creta
occidentale, senza organizzare un bel niente, ma solo con l’ausilio
di qualche opportuna informazione.
Nell’organizzare questo viaggio
in Grecia, avevo tutta una serie di informazioni sui traghetti, per
varie destinazioni: traghetti da Volos per Skiatos, orari dei
traghetti dal Pireo per le Cicladi, compreso quelli da Rafina per
Mikonos e naturalmente in primis gli orari dei traghetti dal Pireo
per Creta.
I traghetti dal Pireo per Creta, con arrivo nel porto di
Heraklion o Chania, generalmente partono la sera e arrivano a
destinazione il mattino seguente. Ciò significava, che per
raggiungere Creta in traghetto da Brindisi, bisognava impiegare
almeno 36 ore di viaggio, però avevo visto che solo di domenica
mattina c’erano traghetti per Heraklion: la mattina alle 11.30 e
a1le 12.00. Qualora per qualche inconveniente, queste mete si fossero
dimostrate impossibili, avrei optato per le comode e pur bellissime
isole ioniche. Insomma tutto perfettamente disorganizzato.
Naturalmente qualcuno inorridisce per questo tipo di organizzazione
ma ha i suoi lati positivi, perché ti puoi alzare un bel mattino
d’estate, naturalmente in bassa stagione e invece di andare nella
spiaggia più vicina, decidere di preparare le valige e raggiungere
la Grecia, con la prospettiva di arrivare nella lontana isola di
Creta.
Partiamo, io e mia
moglie, da Matera, sabato 25 agosto 2012 e ritorno a Matera lunedì
10 settembre 2012. Viaggio in traghetto. Raggiungiamo il porto di
Brindisi alle ore 18.28 faccio i biglietti al teminal – passaggio
ponte, perché le cabine sono già tutte prenotate, e macchina 110
euro circa - e con un po' di fretta raggiungo il traghetto in partenza
per le ore 19.00. Come prendere un pullman. Purtroppo, ogni anno che
passa, nel porto di Brindisi si riducono le linee di traghetto.
Nel 2012 per fortuna è sopravvenuta la compagnia Grimaldi, che effettua il tragitto tutti i giorni, mentre la compagnia Endeavor effettua il tragitto a giorni alterni. Invece negli anni precedenti c’erano tutti i giorni almeno due compagnie nel pomeriggio, per cui se perdevi un traghetto potevi optare per l’altro.
Partenza puntuale alle ore 19.00 e arrivo in Grecia a Igoumenitza alle ore 4.00 del mattino seguente. Scelgo di raggiungere Igoumenitza invece della più comoda Patrasso, perché così con la macchina posso raggiungere il Pireo in 5/6 ore e avere tutto il tempo per imbarcare sui traghetti del mattino che portano a Creta, altrimenti sbarcando a Patrasso alle 10.30, si può raggiungere il Pireo in 2/3 ore, e quindi bisogna attendere i traghetti del pomeriggio o della sera per raggiungere le varie isole, compreso Creta, sciroppandosi 36 ore di viaggio.
Purtroppo, sbarcato a Igoumenitza, per raggiungere il Pireo, decido di provare per la prima volta la strada interna, che passa dalle Meteore e Trikala, poi Lamia e infine Pireo. Sconsigliata!
È sicuramente più consigliabile la strada per il ponte Antirrio. In effetti le Meteore da Igoumenitza, si raggiungono con bellissima strada a 4 corsie in un paio d’ore e dopo con facilità si raggiunge Trikala, ma subito dopo, anche se la strada per lunghi tratti è pianeggiante, si trovano una serie di rotatorie dove è facile non imboccare la strada giusta e rischiare quindi di allungare il percorso.
Riesco finalmente a raggiungere Lamia e da lì, in un paio d’ore su una bellissima autostrada, con pagamento di pochi euro, raggiungo il Pireo. Avevo preventivato di raggiungere il Pireo intorno alle 10.30, appena in tempo per prendere il traghetto della Minoan per Heraklion delle 11.30, invece , sbagliando strada e allungando, ho perso almeno un’ora e raggiungo il Pireo alle 11.40. Al molo dei traghetti per Creta , ingresso 9, non vedo ormeggiata nemmeno l’Anek , che stando alle informazioni prese su internet doveva partire per Creta alle 12.00, però, rivolgendomi in tutta fretta agli sportelli dell’Anek, vicinissimi al molo, mi indicano in sostituzione dell’Anek la Superfast che stava in partenza. Appena in tempo per fare i biglietti, euro 120.00 sola andata, per due passaggi ponte e macchina e ci ritroviamo subito in partenza per Creta con sbarco ad Heraklion alle 19.00. Puntuali arriviamo ad Heraklion alle ore 19.00, la Domenica 26 agosto.
Nel 2012 per fortuna è sopravvenuta la compagnia Grimaldi, che effettua il tragitto tutti i giorni, mentre la compagnia Endeavor effettua il tragitto a giorni alterni. Invece negli anni precedenti c’erano tutti i giorni almeno due compagnie nel pomeriggio, per cui se perdevi un traghetto potevi optare per l’altro.
Partenza puntuale alle ore 19.00 e arrivo in Grecia a Igoumenitza alle ore 4.00 del mattino seguente. Scelgo di raggiungere Igoumenitza invece della più comoda Patrasso, perché così con la macchina posso raggiungere il Pireo in 5/6 ore e avere tutto il tempo per imbarcare sui traghetti del mattino che portano a Creta, altrimenti sbarcando a Patrasso alle 10.30, si può raggiungere il Pireo in 2/3 ore, e quindi bisogna attendere i traghetti del pomeriggio o della sera per raggiungere le varie isole, compreso Creta, sciroppandosi 36 ore di viaggio.
Purtroppo, sbarcato a Igoumenitza, per raggiungere il Pireo, decido di provare per la prima volta la strada interna, che passa dalle Meteore e Trikala, poi Lamia e infine Pireo. Sconsigliata!
È sicuramente più consigliabile la strada per il ponte Antirrio. In effetti le Meteore da Igoumenitza, si raggiungono con bellissima strada a 4 corsie in un paio d’ore e dopo con facilità si raggiunge Trikala, ma subito dopo, anche se la strada per lunghi tratti è pianeggiante, si trovano una serie di rotatorie dove è facile non imboccare la strada giusta e rischiare quindi di allungare il percorso.
Riesco finalmente a raggiungere Lamia e da lì, in un paio d’ore su una bellissima autostrada, con pagamento di pochi euro, raggiungo il Pireo. Avevo preventivato di raggiungere il Pireo intorno alle 10.30, appena in tempo per prendere il traghetto della Minoan per Heraklion delle 11.30, invece , sbagliando strada e allungando, ho perso almeno un’ora e raggiungo il Pireo alle 11.40. Al molo dei traghetti per Creta , ingresso 9, non vedo ormeggiata nemmeno l’Anek , che stando alle informazioni prese su internet doveva partire per Creta alle 12.00, però, rivolgendomi in tutta fretta agli sportelli dell’Anek, vicinissimi al molo, mi indicano in sostituzione dell’Anek la Superfast che stava in partenza. Appena in tempo per fare i biglietti, euro 120.00 sola andata, per due passaggi ponte e macchina e ci ritroviamo subito in partenza per Creta con sbarco ad Heraklion alle 19.00. Puntuali arriviamo ad Heraklion alle ore 19.00, la Domenica 26 agosto.
arrivo
a Heraklion, Kronos Hotel
|
Heraklion-Cnosso
Dal traghetto, Creta
appare subito bellissima, con le sue montagne che svettano sul
bellissimo Egeo, ma la città di Heraklion da subito non ci
entusiasma, anzi ci delude. Appare una città caotica, disordinata
anche urbanisticamente, con brutti palazzi nelle vicinanze del
porto. Usciti dal porto, ci dirigiamo a destra su corso Venizelos
verso l’antica fortezza.
Lungo il breve tragitto notiamo numerosi hotel fronte porto. Dopo aver percorso un chilometro e attraversato un paio di semafori, sempre mantenendo il mare alla ns destra, corso Venizelos si restringe e nei pressi di una taverna con porticato sul mare, troviamo Kronos hotel. C’è una stanza libera al 4° piano, con vista sul mare, ad euro 60 compresa colazione. L’albergo è veramente ottimo, da consigliare, con unico neo il parcheggio. La gentile ragazza della portineria mi fa sistemare l’auto su una piccola stradina, in curva, con il rischio di creare ostacolo per la circolazione. Le macchine che entrano nella stradina, devono fare manovra per passare, ma dall’hotel ci assicurano che il parcheggio è perfetto e, anche se a me non sembra, mi adeguo.
La sera facciamo un giro nel centro di Heraklion, che sinceramente continua a non piacerci. Nonostante i consigli del personale dell’hotel, che ci avevano suggerito la taverna sottostante, scegliamo di cenare in una taverna vicino alla fortezza particolarmente affollata, ma anche in questo caso rimaniamo delusi.
A Heraklion, a parte l’hotel che è stato perfetto, tutto il resto l’abbiamo trovato scadente.
La mattina seguente infatti in attesa di fare colazione ho approfittato di internet nell’hotel, per comunicare sul forum isole greche di turisti per caso la delusione di Heraklion. Dopo ottima colazione e prima di dirigersi per Matala, come da programma di viaggio, decidiamo di visitare il museo e il sito archeologico di Cnosso.
Ci dirigiamo a piedi verso il museo, che dista una mezz’oretta dall’hotel. Scorgiamo finalmente qualche bell’angolo della città, ma poca cosa per piacerci. Il museo lo stanno ristrutturando e i reperti sono sistemati in un garage sottostante.
Ma, sorvolando sulla location, c’è da dire che la visita al museo è da non perdere. Si resta incantati ad ammirare il disco di festo, l’ara di aghia gli affreschi del palazzo di Cnosso e numerose statuine rituali di incredibile bellezza e importanza. Dopo la visita al museo, avendo lasciato la macchina e i bagagli all’hotel, decidiamo di raggiungere il sito di Cnosso con l’autobus.
Decisione sbagliata, perché attendiamo il numero 2 per quasi un’ora e alla fine decidiamo di raggiungere il sito dopo aver preso i bagagli e la macchina dall’hotel. Tutto sommato siamo contenti di aver constatato il ritardo del bus già all’andata, perché se fosse accaduto al ritorno ci avrebbe scombinato i piani per l’intera giornata.
Dall’Hotel Kronos, raggiungere Cnosso è facilissimo, praticamente bisogna raggiungere l’ingresso nel porto e svoltare sul corso principale che va verso l’interno della città. Procedendo sempre dritto, dopo essere usciti dalla città, ci si imbatte prima in una sede universitaria, poi nell’ospedale e infine il sito archeologico di Cnosso.
La visita a Cnosso è splendida, da non perdere. Indubbiamente lasciano un po' perplessi alcune ricostruzioni in cemento, ma la sola visita alla sala del trono vale il tempo da dedicarci. Immaginare per quel breve intervallo di visita, che le città minoiche con i loro palazzi, fossero sconosciute, perché ormai sepolte, agli antichi romani e persino agli antichi ateniesi, ti fa provare una sensazione unica. Infatti sia nell’antica Grecia che nell’antica Roma, erano giunte storie leggendarie e mitiche di tradizione omerica relative a quel periodo, ma molte delle straordinarie vestigia erano praticamente sepolte. Sorprende ad es. che le città minoiche non avessero le mura di cinta, ma caratterizzate da una struttura palaziale e ciò fa presupporre che gli abitanti non fossero per nulla dediti alle guerre.
Lungo il breve tragitto notiamo numerosi hotel fronte porto. Dopo aver percorso un chilometro e attraversato un paio di semafori, sempre mantenendo il mare alla ns destra, corso Venizelos si restringe e nei pressi di una taverna con porticato sul mare, troviamo Kronos hotel. C’è una stanza libera al 4° piano, con vista sul mare, ad euro 60 compresa colazione. L’albergo è veramente ottimo, da consigliare, con unico neo il parcheggio. La gentile ragazza della portineria mi fa sistemare l’auto su una piccola stradina, in curva, con il rischio di creare ostacolo per la circolazione. Le macchine che entrano nella stradina, devono fare manovra per passare, ma dall’hotel ci assicurano che il parcheggio è perfetto e, anche se a me non sembra, mi adeguo.
La sera facciamo un giro nel centro di Heraklion, che sinceramente continua a non piacerci. Nonostante i consigli del personale dell’hotel, che ci avevano suggerito la taverna sottostante, scegliamo di cenare in una taverna vicino alla fortezza particolarmente affollata, ma anche in questo caso rimaniamo delusi.
A Heraklion, a parte l’hotel che è stato perfetto, tutto il resto l’abbiamo trovato scadente.
La mattina seguente infatti in attesa di fare colazione ho approfittato di internet nell’hotel, per comunicare sul forum isole greche di turisti per caso la delusione di Heraklion. Dopo ottima colazione e prima di dirigersi per Matala, come da programma di viaggio, decidiamo di visitare il museo e il sito archeologico di Cnosso.
Ci dirigiamo a piedi verso il museo, che dista una mezz’oretta dall’hotel. Scorgiamo finalmente qualche bell’angolo della città, ma poca cosa per piacerci. Il museo lo stanno ristrutturando e i reperti sono sistemati in un garage sottostante.
il simbolo |
Ma, sorvolando sulla location, c’è da dire che la visita al museo è da non perdere. Si resta incantati ad ammirare il disco di festo, l’ara di aghia gli affreschi del palazzo di Cnosso e numerose statuine rituali di incredibile bellezza e importanza. Dopo la visita al museo, avendo lasciato la macchina e i bagagli all’hotel, decidiamo di raggiungere il sito di Cnosso con l’autobus.
Decisione sbagliata, perché attendiamo il numero 2 per quasi un’ora e alla fine decidiamo di raggiungere il sito dopo aver preso i bagagli e la macchina dall’hotel. Tutto sommato siamo contenti di aver constatato il ritardo del bus già all’andata, perché se fosse accaduto al ritorno ci avrebbe scombinato i piani per l’intera giornata.
Dall’Hotel Kronos, raggiungere Cnosso è facilissimo, praticamente bisogna raggiungere l’ingresso nel porto e svoltare sul corso principale che va verso l’interno della città. Procedendo sempre dritto, dopo essere usciti dalla città, ci si imbatte prima in una sede universitaria, poi nell’ospedale e infine il sito archeologico di Cnosso.
La visita a Cnosso è splendida, da non perdere. Indubbiamente lasciano un po' perplessi alcune ricostruzioni in cemento, ma la sola visita alla sala del trono vale il tempo da dedicarci. Immaginare per quel breve intervallo di visita, che le città minoiche con i loro palazzi, fossero sconosciute, perché ormai sepolte, agli antichi romani e persino agli antichi ateniesi, ti fa provare una sensazione unica. Infatti sia nell’antica Grecia che nell’antica Roma, erano giunte storie leggendarie e mitiche di tradizione omerica relative a quel periodo, ma molte delle straordinarie vestigia erano praticamente sepolte. Sorprende ad es. che le città minoiche non avessero le mura di cinta, ma caratterizzate da una struttura palaziale e ciò fa presupporre che gli abitanti non fossero per nulla dediti alle guerre.
Matala
Da Cnosso pensavo che
per raggiungere Matala si dovesse tornare a Heraklion, invece, al
parcheggio mi hanno suggerito un’altra strada, che mi assicurano
ottima, mentre sulla mappa appariva impervia. Si è rivelata
un’ottima informazione che mi ha fatto risparmiare tempo.
All’uscita dal parcheggio ho svoltato a sx in direzione Archanes-Pirgos. Superato Archanes, e percorsi una trentina di Km si giunge ad una rotatoria e invece si svoltare per Pirgos si procede per Aghia Deka-Mires.
Sulla strada si trova il sito archeologico di Ghortina con la chiesa diroccata di S.Tito, poi si raggiunge Mires, si procede svoltando verso Festo poi si raggiunge Ptsida e dopo un’altra trentina di Km dalla prima rotatoria di Pirgos si arriva a Matala. La strada per me è sorprendente perché è abbastanza pianeggiante - a differenza di altre zone di Creta - e ha i colori, i profumi, le sagome con i suoi muri a secco e ulivi secolari di una strada del Salento.
Persino Mires nella sua struttura urbanistica è molto simile ai paesi del Salento. Avendo io, origini salentine, nonostante i numerosi viaggi in Grecia, mai come in questa parte dell’isola di Creta ho trovato tante similitudini con la mia terra.
Ma nel prosieguo del viaggio tante sorprese e accostamenti quest’isola meravigliosa mi riserverà.
Matala si spalanca dopo aver percorso un lungo e ampio viale che conduce fino all’albero scolpito e un vecchio furgoncino Wolkswagen colorato. A destra c’è un ampio parcheggio sulla spiaggia e dritti si va in centro. Dopo un cinquantina di mt dall’albero, c’è un divieto di transito e si deve svoltare a sx. Su questa strada chiusa che conduce fino ai resti dell’antica Matala, ci sono numerosi studios. Quasi sul finire dell’abitato troviamo dapprima Antonio’s studios, il cui proprietario parla perfettamente italiano, che ha libero solo uno studios a piano terra molto ampio ma un po' spartano. Subito dopo, praticamente confinante, troviamo una splendida villetta studios “Villa Sylvia”.
L’esterno è bello con ampio spazio per il parcheggio e tutta la casa rivestita in pietra. Ci saluta una coppia di anziani che parlano solo greco e ci mostrano gli studios liberi. È l’ultima abitazione sulla sx, non c’è la vista mare che a Matala è quasi impossibile trovare, ma in compenso dal ns studios al primo piano si vedono i resti dell’antica Matala e la stradina che conduce alla rinomata red beach.
Lo studios è abbastanza curato e pulito e ci sistemiamo per 45 € al giorno.
Notiamo sin da subito, dalle voci che arrivano dalla strada, che c’è una massiccia presenza di italiani. Non mi era mai capitato di trovare così tanti italiani in Grecia, ma nel periodo della ns vacanza, Matala ne era invasa. Anche da Sofia e da Antonio quasi tutti gli alloggi erano occupati da italiani. Subito dopo esserci sistemati ci avviamo verso la spiaggia di Matala. Dagli studios basta percorrere pochi mt e ci si trova nel centro, dove insiste una piccola chiesetta e accanto, delle colonne romane abbandonate sulla strada e una vecchia maggiolino parcheggiata, sulla quale in tutta evidenza domina la scritta “flower power”.
Scendiamo pochi gradini e subito ci troviamo nell’enorme parcheggio antistante la spiaggia, con un grande supermercato, che scopriremo successivamente fornitissimo. La spiaggia è molto bella, con un bellissimo bosco di tamerici che raggiungono il mare, all’interno del quale insiste un camping. Guardando il mare, sulla dx si vede il bellissimo cimitero romano scavato nella roccia e sulla sx tutta una serie di taverne e locali commerciali tipo “palafitte”. Penso che forse Matala è l’unico posto al mondo dove ancora sopravvive quella che potremmo definire l’architettura del provvisorio di origine hippy.
Campeggia sullo sfondo di quelle, che per comodità chiamerò “palafitte” perchè racchiudono un insieme di locali commerciali, in strutture in legno sul mare, la scritta: “Welcome Matala George-Today is life tomorrow never comes”.
È tutto un programma. Il mare però non è spettacolare, è molto mosso e anche se sono un discreto nuotatore diventa difficile persino immergersi. In effetti a Matala, nonostante non tiri un forte vento, il mare, a parte le prime ore del mattino, risulta sempre molto mosso.
Vicino all’ingresso dell’antico cimitero ci sono delle colonne romane abbandonate sulla sabbia, su cui è possibile sdraiarsi e l’atmosfera è idilliaca.
Di sera Matala è fantastica; sembra veramente di immergersi nell’atmosfera “hippy” di fine anni ’60.
Nei locali si suona musica dal vivo; non si tratta di musica tradizionale greca, ma da una parte arrivano le note del sitar indiano e poi più in là, musica reggae e infine rock. Tutto si compie in un’atmosfera straordinaria, molto partecipata e piacevole.
Ceniamo alla taverna “La Scala” che si rivelerà la migliore taverna di tutto il viaggio a Creta.
Per raggiungerla si percorre tutta la stradina delle palafitte e poi una breve scalinata che porta su una bella veranda, che domina tutta la baia con sullo sfondo le magnifiche grotte del cimitero illuminate. Mangiamo dell’ottima moussaka e dell’ottimo pesce fresco e poi sul finire ci portano fuori ordinazione dell’ouzo e dei dolci buonissimi, tipo frittele ripiene di feta e miele. Il gusto dolce-salato è straordinario. Le ho trovate purtroppo solo lì.
È passata la mezzanotte e sembra, visto l’affollamento e le danze sulle palafitte, che la festa stia per iniziare, ma noi torniamo stanchi agli studios.
La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, in spiaggia gruppi di persone fanno esercizi yoga, il mare è più calmo ed è ottimo per un bel bagno.
Successivamente al bagno, una breve passeggiata tra i tavoli delle palafitte, mi fa scoprire che la nottata per gli avventori è stata lunga. Sui tavoli si vedono: i bicchieri della notte appena trascorsa, l’anguria tagliata sul bancone, il pesce spada nel frigo, e le luci ancora accese; come se alle prime luci dell’alba avessero lasciato tutto lì, come si trovavano, e se ne fossero andati. Atmosfera assolutamente e piacevolmente anarchica.
Dopo colazione decidiamo di trascorrere l’intera mattinata sulla spiaggia di Matala. Il mare è sempre mosso, ma ne approfittiamo per visitare il cimitero romano.
L’ingresso è libero e con sorpresa noto che non si tratta di piccole grotte, come avevo immaginato, ma di ampi locali scavati nella roccia con vari altarini e alcuni di questi comunicanti tra loro. C’è una bellissima vista sul mare: loculi con vista mare.
Gli antichi romani, anche nella realizzazione dei cimiteri non lesinavano in bellezza.
Dopo un pranzo visitiamo la famosa “red beach”. Per raggiungerla a piedi dagli studios “Villa Sylvia” è abbastanza semplice. Si procede per l’antica Matala e senza seguire le indicazioni che conducono fino in fondo alla strada - che ci avevano sconsigliato perché si allunga e il percorso è un po' impervio - a metà strada svoltiamo a dx e seguiamo un piccolo sentiero, tra i resti dell’antica Matala.
Saliamo sulla montagna, per poi, dopo aver trovato un cancelletto in ferro, ridiscendere verso la spiaggia. Si impiega una ventina di minuti. Il percorso non è semplicissimo ma nemmeno proibitivo, come invece sperimenteremo successivamente in altre località di Creta, e comunque ne vale veramente la pena.
La “red beach” è magnifica e lo si vede già dall’alto.
Praticamente sulla sommità del monte, da un lato si vede tutto il panorama di Matala e dopo un centinaio di mt appare la bellezza selvaggia di “red beach”. Si tratta di una spiaggia di sabbia rossa e perciò nominata “red”, con un bellissimo mare dalle bellissime trasparenze, dove è facile la balneazione, nonostante sia comunque mosso. Infine si assiste ad un tramonto sul mare da favola, che ci rapisce fino a fare buio.
La sera ceniamo alla solita taverna “La Scala” e poi ci soffermiamo per qualche ora nella piacevole atmosfera delle “palafitte”.
Il giorno successivo decidiamo di raggiungere le vicine gole di Agiofarago. Per raggiungerle è molto semplice: da Matala si raggiunge la vicina Ptsida, dopo un paio di Km si svolta a dx per Sivas e poi si procede per il Monastero di Odigistrias.
Ci fermiamo nell’ampio parcheggio del monastero per visitarlo. È molto bello, c’è una bella atmosfera e troviamo un custode molto ospitale che, se ne avete voglia di acquistare, vi proporrà l’acquisto di olio e miele.
La strada fino al monastero è asfaltata e dopo diventa sterrato. Inizialmente è molto transitabile, però è un percorso lunghissimo di 8/9 Km e dopo i primi 4 Km, cominciano a vedersi le prime buche. Preferiamo lasciare la macchina ad un primo spiazzo e procedere a piedi.
È veramente una faticaccia. Lo sterrato è complessivamente buono, fino all’ultimo parcheggio, però c’è qualche punto di alcuni mt, in prossimità dei canali di passaggio delle acque piovane, che risulta un po' difficoltoso.
La camminata di più di un’ora, sotto il sole, ad Agiofarago, si rivelerà veramente dura, soprattutto al ritorno. Gli ultimi due Km, dopo l’ultimo parcheggio, in compenso sono ombreggiati e molto belli, perché si percorre un sentiero con ai lati altissime rocce e disseminato di ulivi e profumati oleandri. A 500 mt dalla spiaggia si trova una bellissima chiesa ortodossa con pozzo.
Appare come un’oasi dopo un duro cammino. La spiaggia è molto bella e ovviamente selvaggia, ma il mare non ha belle trasparenze perché sott’acqua è opaco. Il percorso, pur faticoso, è bello, ma il mare una mezza delusione. La zona è comunque selvaggia e non si trova nessun ristoro per fornirsi d’acqua o altro.
Al ritorno da Agiofarago, pochi Km prima di raggiungere Matala e subito dopo Pitsidia svoltiamo a dx, per raggiungere la lunghissima spiaggia di Kalamaki e il sito archeologico di Komos.
Il mare è mosso, la spiaggia non ci entusiasma e anche il sito archeologico pur recintato è quasi abbandonato.
In compenso sul promontorio che suddivide la spiaggia di Kalamaki con la spiaggia di Komos si incrocia una piccola chiesa con dei sedili in pietra, dove si può godere un paesaggio straordinario e assistere ad un tramonto sul mare da favola.
In serata decidiamo di cenare a Sivas da “Vafis”, così come consigliato anche in alcuni diari TPC. Per raggiungere Sivas da Matala, necessitano dieci minuti circa di macchina. Quando raggiungiamo Sivas alle 22.00, scopriamo che stavano chiudendo, perché c’era una specie di festa–sagra nella piazza principale del paese.
Partecipiamo a questa festa che non era per turisti, ma autenticamente paesana. Non c’è nessuno che parla inglese. Facciamo la fila alla gastronomia, ma abbiamo difficoltà a capire cosa prendere e come servirci. Per fortuna, proprio in fila insieme a noi, capita un giovane cretese che parla perfettamente italiano, perché ha studiato geologia a Perugia e ci salva dall’imbarazzo. Prendiamo dei pezzi di maiale avvolti in carta e cucinati al forno, che sono buonissimi, perché la carne si scioglie in bocca. La serata procede con premiazioni di personalità locali e poi canti e balli dell’autentica tradizione cretese.
La mattina seguente, dopo aver approfittato di un bagno all’alba nelle acque quasi calme nella spiaggia di Matala, la dedichiamo tutta intera alla visita dei siti archeologici di Gorthina e Festo. Imperdibili! Per raggiungere i siti da Matala, bisogna andare in direzione Mires – Agios Deka. Praticamente i due siti archeologici si trovano sulla strada principale di collegamento fra queste località.
Prima decidiamo di visitare Gorthina, che si trova ad un Km prima di raggiungere Agios Deka.
A Ghorthina, antica città dorica colonizzata dai romani e sopravvissuta fino agli inizi del cristianesimo, si può ammirare, oltre alla splendica chiesa di San Tito, il codice di Gorthina scolpito su blocchi di pietra e perfettamente conservato. Meraviglioso!
Da Gorthina tornando indietro per Matala e attraversando la piana di Messara, su un’altura in zona ventilata sorge il sito di Festo.
È zona strategica perché domina l’intera vallata. Festo, anche se meno suggestivo di Cnosso, che per via degli affreschi, delle ricostruzioni e della stanza del trono offre un impatto più scenografico, è meglio conservato e la visita fa apprezzare meglio la grandiosità della civiltà minoica.
Tornati a Matala, decidiamo di trascorrere l’ultimo pomeriggio alla red beach e quindi altri km a piedi, con le gambe poco allenate, che cominciano a sentire la stanchezza.
Red beach però merita ogni sacrificio e i colori del tramonto sono straordinari.
In serata ritorniamo nuovamente a Sivas per saggiare la cucina della taverna tanto decantata e sinceramente rimaniamo un po' delusi; avremmo preferito passare l’ultima sera di permanenza a Matala nella taverna “la scala”. In compenso scopriamo che la cucina cretese è molto smile alla cucina salentina, come ad es. la purea di fave con le cicorie, le lumache stufate o soffritte e soprattutto il pane biscottato che si distingue in :“paximadi” ,“dakos” e”kouloures”, quest’ultimo praticamente identico alle friselle salentine e persino servito con gli stessi ingredienti come olio, origano, pomodoro e formaggio. Ogni giorno che passa scopro Creta, come l’isola greca con maggiori analogie con il mio Salento.
All’uscita dal parcheggio ho svoltato a sx in direzione Archanes-Pirgos. Superato Archanes, e percorsi una trentina di Km si giunge ad una rotatoria e invece si svoltare per Pirgos si procede per Aghia Deka-Mires.
Sulla strada si trova il sito archeologico di Ghortina con la chiesa diroccata di S.Tito, poi si raggiunge Mires, si procede svoltando verso Festo poi si raggiunge Ptsida e dopo un’altra trentina di Km dalla prima rotatoria di Pirgos si arriva a Matala. La strada per me è sorprendente perché è abbastanza pianeggiante - a differenza di altre zone di Creta - e ha i colori, i profumi, le sagome con i suoi muri a secco e ulivi secolari di una strada del Salento.
Persino Mires nella sua struttura urbanistica è molto simile ai paesi del Salento. Avendo io, origini salentine, nonostante i numerosi viaggi in Grecia, mai come in questa parte dell’isola di Creta ho trovato tante similitudini con la mia terra.
Ma nel prosieguo del viaggio tante sorprese e accostamenti quest’isola meravigliosa mi riserverà.
Arrivo a Matala |
Matala si spalanca dopo aver percorso un lungo e ampio viale che conduce fino all’albero scolpito e un vecchio furgoncino Wolkswagen colorato. A destra c’è un ampio parcheggio sulla spiaggia e dritti si va in centro. Dopo un cinquantina di mt dall’albero, c’è un divieto di transito e si deve svoltare a sx. Su questa strada chiusa che conduce fino ai resti dell’antica Matala, ci sono numerosi studios. Quasi sul finire dell’abitato troviamo dapprima Antonio’s studios, il cui proprietario parla perfettamente italiano, che ha libero solo uno studios a piano terra molto ampio ma un po' spartano. Subito dopo, praticamente confinante, troviamo una splendida villetta studios “Villa Sylvia”.
Villa Sylvia |
L’esterno è bello con ampio spazio per il parcheggio e tutta la casa rivestita in pietra. Ci saluta una coppia di anziani che parlano solo greco e ci mostrano gli studios liberi. È l’ultima abitazione sulla sx, non c’è la vista mare che a Matala è quasi impossibile trovare, ma in compenso dal ns studios al primo piano si vedono i resti dell’antica Matala e la stradina che conduce alla rinomata red beach.
Lo studios è abbastanza curato e pulito e ci sistemiamo per 45 € al giorno.
Notiamo sin da subito, dalle voci che arrivano dalla strada, che c’è una massiccia presenza di italiani. Non mi era mai capitato di trovare così tanti italiani in Grecia, ma nel periodo della ns vacanza, Matala ne era invasa. Anche da Sofia e da Antonio quasi tutti gli alloggi erano occupati da italiani. Subito dopo esserci sistemati ci avviamo verso la spiaggia di Matala. Dagli studios basta percorrere pochi mt e ci si trova nel centro, dove insiste una piccola chiesetta e accanto, delle colonne romane abbandonate sulla strada e una vecchia maggiolino parcheggiata, sulla quale in tutta evidenza domina la scritta “flower power”.
Scendiamo pochi gradini e subito ci troviamo nell’enorme parcheggio antistante la spiaggia, con un grande supermercato, che scopriremo successivamente fornitissimo. La spiaggia è molto bella, con un bellissimo bosco di tamerici che raggiungono il mare, all’interno del quale insiste un camping. Guardando il mare, sulla dx si vede il bellissimo cimitero romano scavato nella roccia e sulla sx tutta una serie di taverne e locali commerciali tipo “palafitte”. Penso che forse Matala è l’unico posto al mondo dove ancora sopravvive quella che potremmo definire l’architettura del provvisorio di origine hippy.
Campeggia sullo sfondo di quelle, che per comodità chiamerò “palafitte” perchè racchiudono un insieme di locali commerciali, in strutture in legno sul mare, la scritta: “Welcome Matala George-Today is life tomorrow never comes”.
È tutto un programma. Il mare però non è spettacolare, è molto mosso e anche se sono un discreto nuotatore diventa difficile persino immergersi. In effetti a Matala, nonostante non tiri un forte vento, il mare, a parte le prime ore del mattino, risulta sempre molto mosso.
Vicino all’ingresso dell’antico cimitero ci sono delle colonne romane abbandonate sulla sabbia, su cui è possibile sdraiarsi e l’atmosfera è idilliaca.
Di sera Matala è fantastica; sembra veramente di immergersi nell’atmosfera “hippy” di fine anni ’60.
la notte sulle palafitte |
Nei locali si suona musica dal vivo; non si tratta di musica tradizionale greca, ma da una parte arrivano le note del sitar indiano e poi più in là, musica reggae e infine rock. Tutto si compie in un’atmosfera straordinaria, molto partecipata e piacevole.
Ceniamo alla taverna “La Scala” che si rivelerà la migliore taverna di tutto il viaggio a Creta.
dalla taverna La Scala |
Per raggiungerla si percorre tutta la stradina delle palafitte e poi una breve scalinata che porta su una bella veranda, che domina tutta la baia con sullo sfondo le magnifiche grotte del cimitero illuminate. Mangiamo dell’ottima moussaka e dell’ottimo pesce fresco e poi sul finire ci portano fuori ordinazione dell’ouzo e dei dolci buonissimi, tipo frittele ripiene di feta e miele. Il gusto dolce-salato è straordinario. Le ho trovate purtroppo solo lì.
È passata la mezzanotte e sembra, visto l’affollamento e le danze sulle palafitte, che la festa stia per iniziare, ma noi torniamo stanchi agli studios.
La mattina seguente, alle prime luci dell’alba, in spiaggia gruppi di persone fanno esercizi yoga, il mare è più calmo ed è ottimo per un bel bagno.
la palafitte al mattino |
Successivamente al bagno, una breve passeggiata tra i tavoli delle palafitte, mi fa scoprire che la nottata per gli avventori è stata lunga. Sui tavoli si vedono: i bicchieri della notte appena trascorsa, l’anguria tagliata sul bancone, il pesce spada nel frigo, e le luci ancora accese; come se alle prime luci dell’alba avessero lasciato tutto lì, come si trovavano, e se ne fossero andati. Atmosfera assolutamente e piacevolmente anarchica.
Dopo colazione decidiamo di trascorrere l’intera mattinata sulla spiaggia di Matala. Il mare è sempre mosso, ma ne approfittiamo per visitare il cimitero romano.
L’ingresso è libero e con sorpresa noto che non si tratta di piccole grotte, come avevo immaginato, ma di ampi locali scavati nella roccia con vari altarini e alcuni di questi comunicanti tra loro. C’è una bellissima vista sul mare: loculi con vista mare.
Gli antichi romani, anche nella realizzazione dei cimiteri non lesinavano in bellezza.
Dopo un pranzo visitiamo la famosa “red beach”. Per raggiungerla a piedi dagli studios “Villa Sylvia” è abbastanza semplice. Si procede per l’antica Matala e senza seguire le indicazioni che conducono fino in fondo alla strada - che ci avevano sconsigliato perché si allunga e il percorso è un po' impervio - a metà strada svoltiamo a dx e seguiamo un piccolo sentiero, tra i resti dell’antica Matala.
Matala dall'alto |
Saliamo sulla montagna, per poi, dopo aver trovato un cancelletto in ferro, ridiscendere verso la spiaggia. Si impiega una ventina di minuti. Il percorso non è semplicissimo ma nemmeno proibitivo, come invece sperimenteremo successivamente in altre località di Creta, e comunque ne vale veramente la pena.
La “red beach” è magnifica e lo si vede già dall’alto.
Red Beach |
Praticamente sulla sommità del monte, da un lato si vede tutto il panorama di Matala e dopo un centinaio di mt appare la bellezza selvaggia di “red beach”. Si tratta di una spiaggia di sabbia rossa e perciò nominata “red”, con un bellissimo mare dalle bellissime trasparenze, dove è facile la balneazione, nonostante sia comunque mosso. Infine si assiste ad un tramonto sul mare da favola, che ci rapisce fino a fare buio.
La sera ceniamo alla solita taverna “La Scala” e poi ci soffermiamo per qualche ora nella piacevole atmosfera delle “palafitte”.
Il giorno successivo decidiamo di raggiungere le vicine gole di Agiofarago. Per raggiungerle è molto semplice: da Matala si raggiunge la vicina Ptsida, dopo un paio di Km si svolta a dx per Sivas e poi si procede per il Monastero di Odigistrias.
Ci fermiamo nell’ampio parcheggio del monastero per visitarlo. È molto bello, c’è una bella atmosfera e troviamo un custode molto ospitale che, se ne avete voglia di acquistare, vi proporrà l’acquisto di olio e miele.
La strada fino al monastero è asfaltata e dopo diventa sterrato. Inizialmente è molto transitabile, però è un percorso lunghissimo di 8/9 Km e dopo i primi 4 Km, cominciano a vedersi le prime buche. Preferiamo lasciare la macchina ad un primo spiazzo e procedere a piedi.
È veramente una faticaccia. Lo sterrato è complessivamente buono, fino all’ultimo parcheggio, però c’è qualche punto di alcuni mt, in prossimità dei canali di passaggio delle acque piovane, che risulta un po' difficoltoso.
La camminata di più di un’ora, sotto il sole, ad Agiofarago, si rivelerà veramente dura, soprattutto al ritorno. Gli ultimi due Km, dopo l’ultimo parcheggio, in compenso sono ombreggiati e molto belli, perché si percorre un sentiero con ai lati altissime rocce e disseminato di ulivi e profumati oleandri. A 500 mt dalla spiaggia si trova una bellissima chiesa ortodossa con pozzo.
Agiofarago |
Appare come un’oasi dopo un duro cammino. La spiaggia è molto bella e ovviamente selvaggia, ma il mare non ha belle trasparenze perché sott’acqua è opaco. Il percorso, pur faticoso, è bello, ma il mare una mezza delusione. La zona è comunque selvaggia e non si trova nessun ristoro per fornirsi d’acqua o altro.
Al ritorno da Agiofarago, pochi Km prima di raggiungere Matala e subito dopo Pitsidia svoltiamo a dx, per raggiungere la lunghissima spiaggia di Kalamaki e il sito archeologico di Komos.
Il mare è mosso, la spiaggia non ci entusiasma e anche il sito archeologico pur recintato è quasi abbandonato.
In compenso sul promontorio che suddivide la spiaggia di Kalamaki con la spiaggia di Komos si incrocia una piccola chiesa con dei sedili in pietra, dove si può godere un paesaggio straordinario e assistere ad un tramonto sul mare da favola.
In serata decidiamo di cenare a Sivas da “Vafis”, così come consigliato anche in alcuni diari TPC. Per raggiungere Sivas da Matala, necessitano dieci minuti circa di macchina. Quando raggiungiamo Sivas alle 22.00, scopriamo che stavano chiudendo, perché c’era una specie di festa–sagra nella piazza principale del paese.
Partecipiamo a questa festa che non era per turisti, ma autenticamente paesana. Non c’è nessuno che parla inglese. Facciamo la fila alla gastronomia, ma abbiamo difficoltà a capire cosa prendere e come servirci. Per fortuna, proprio in fila insieme a noi, capita un giovane cretese che parla perfettamente italiano, perché ha studiato geologia a Perugia e ci salva dall’imbarazzo. Prendiamo dei pezzi di maiale avvolti in carta e cucinati al forno, che sono buonissimi, perché la carne si scioglie in bocca. La serata procede con premiazioni di personalità locali e poi canti e balli dell’autentica tradizione cretese.
La mattina seguente, dopo aver approfittato di un bagno all’alba nelle acque quasi calme nella spiaggia di Matala, la dedichiamo tutta intera alla visita dei siti archeologici di Gorthina e Festo. Imperdibili! Per raggiungere i siti da Matala, bisogna andare in direzione Mires – Agios Deka. Praticamente i due siti archeologici si trovano sulla strada principale di collegamento fra queste località.
Prima decidiamo di visitare Gorthina, che si trova ad un Km prima di raggiungere Agios Deka.
A Ghorthina, antica città dorica colonizzata dai romani e sopravvissuta fino agli inizi del cristianesimo, si può ammirare, oltre alla splendica chiesa di San Tito, il codice di Gorthina scolpito su blocchi di pietra e perfettamente conservato. Meraviglioso!
Da Gorthina tornando indietro per Matala e attraversando la piana di Messara, su un’altura in zona ventilata sorge il sito di Festo.
È zona strategica perché domina l’intera vallata. Festo, anche se meno suggestivo di Cnosso, che per via degli affreschi, delle ricostruzioni e della stanza del trono offre un impatto più scenografico, è meglio conservato e la visita fa apprezzare meglio la grandiosità della civiltà minoica.
Tornati a Matala, decidiamo di trascorrere l’ultimo pomeriggio alla red beach e quindi altri km a piedi, con le gambe poco allenate, che cominciano a sentire la stanchezza.
Red beach però merita ogni sacrificio e i colori del tramonto sono straordinari.
Red Beach
|
In serata ritorniamo nuovamente a Sivas per saggiare la cucina della taverna tanto decantata e sinceramente rimaniamo un po' delusi; avremmo preferito passare l’ultima sera di permanenza a Matala nella taverna “la scala”. In compenso scopriamo che la cucina cretese è molto smile alla cucina salentina, come ad es. la purea di fave con le cicorie, le lumache stufate o soffritte e soprattutto il pane biscottato che si distingue in :“paximadi” ,“dakos” e”kouloures”, quest’ultimo praticamente identico alle friselle salentine e persino servito con gli stessi ingredienti come olio, origano, pomodoro e formaggio. Ogni giorno che passa scopro Creta, come l’isola greca con maggiori analogie con il mio Salento.
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Plakias
Il mattino seguente
partenza per Plakias.
Dopo pochi Km decidiamo di svoltare e visitare Aghìa Galini. Da Matala si impiega mezz’ora circa per raggiungerla. Aghìa Galini urbanisticamente è una località disposta in maniera splendida, perché insiste su una montagna che scende verso il porto con scalinate e stradine suggestive.
Al porto si trova un grande parcheggio e inizia una passerella che conduce fino alla grande spiaggia. C’è però un eccesso di costruzioni che la abbruttiscono e il mare, forse per via del tipo di sabbia che somiglia a terra, sinceramente non ha belle trasparenze.
Proseguiamo per Plakias. Da Aghia Galini per raggiungere Plakias si abbandona definitivamente la piana di Messara e ci si inoltra sulle montagne in direzione Spili - Rethimno. Superato Spili, dopo pochi Km si svolta a sx per ridiscendere di nuovo verso il mare a sud. Praticamente ci si immette sulla strada Plakias – Rethimno.
Proprio a questo punto si attraversa una zona straordinariamente bella, ovvero “Kourtialiotiko Gorge”. È un percorso molto suggestivo. Superate le gole si raggiunge immediatamente un bivio, che porta a Preveli e Plakias, e dopo pochi Km si raggiunge Plakias. Da Matala a Plakias si impiegano due ore circa e la strada è molto buona.
Raggiunta Plakias veniamo accolti da un vento terribile, così forte che sembra che le povere tamerici sul grande lungomare stiano per sradicarsi. Sinceramente da subito Plakias non ci fa una bella impressione, forse anche per colpa del vento. Ci sono delle bellissime montagne che la circondano e la lunghisima spiaggia termina sotto le pendici di un altissimo promontorio, però il contesto non ci entusiasma. Plakias insiste in una zona pianeggiante con un grande lungomare e sull’altro lato e a seguire numerosissimi studios, hotel e locali commerciali in fila. Troppo grande, dispersiva, poco “minimal” e se non fosse per la scenografia delle montagne sullo sfondo quasi anonima, ed inoltre c’è questo terribile vento che non ci lascia tregua.
Sto quasi per decidere di spostarmi in direzione Hora Sfakion, ma per non lasciare nulla di intentato faccio un giro, anche perché, saltando Plakias, poi mi perderei la visita a Preveli e a Rethimno. Guardando il mare procedo a dx verso il vecchio porto, dove c’è la maggiore concentrazione di taverne e subito dopo uscito da Plakias mi dirigo verso il nuovo porto. Accade una cosa stranissima, il vento come per miracolo scompare lasciando una piacevole e leggera brezza e persino il litorale si modifica completamente, perché si risale un po' e si trovano belle spiaggette e baie strepitose fino alla bellissima spiaggia di Souda.
Cambia tutto in un paio di Km: roba da non crederci. Troviamo dei bellissimi studios sul mare: “Spirits of Crete”. Strepitosi da straconsigliare. I prezzi sono un po' sopra la media : 80 euro a stanza al giorno. Però quando diciamo che saremmo rimasti 5 notti, la gentilissima proprietaria, con una certa disapprovazione del marito, ci fa uno sconto e ce li offre per 65 euro.
Sinceramente, nei programmi, a Plakias dovevamo restare solo tre notti, ma l’alloggio offerto ci è piaciuto così tanto da decidere sull’istante per 5 notti e saltare quindi i programmati pernotti a Hora Sfakion.
Praticamente in meno di un’ora siamo passati dalla possibile decisione di saltare Plakias alla definitiva scelta di restarci oltre il programmato.
Quasi sotto lo “studios”, che ha una bellissima veranda sul mare con veduta che spazia dal promontorio di Souda fino a Plakias, si trovano due bellissime piccole baie, che si raggiungono con brevi scalinate e a 500 mt si trova la splendida spiaggia di Souda. Tutto perfetto e meraviglioso.
È così bello il posto, che gli spostamenti da Souda per visitare l’intera zona, nei giorni successivi, li viviamo quasi come un sacrificio.
Dopo un pranzo in terrazza trascorriamo il pomeriggio prima nella baia sottostante e poi nella grande spiaggia di ciottoli poco distante.
In fondo alla spiaggia, in prossimità di un campeggio c’è persino un corso d’acqua che sfocia nel mare con un bel palmeto.
L’unico neo, se proprio si vuole trovare il pelo nell’uovo, è che il sole tramonta prima che a Plakias. In serata ceniamo in una taverna a Plakias da Gio. ma, in zona porto vecchio. Tutto molto ordinario e Plakias continua a non piacerci, anche di sera. Il vento è sempre molto forte e sono necessari maglioni o giubbetti perché fa freddo.
La mattina seguente faccio un’esperienza da brividi di bellezza e che ripeterò tutte le mattine: sveglia alle 07.00, il mare calmissimo che luccica, caffè in terrazza, prime luci dell’alba, luna alta nel cielo e quindi doveroso bagno all’alba. Bellezza assoluta! Provare per credere! La cosa ancor più strana è che la piccola baia, vicina agli studios, è praticamente deserta durante il giorno ma affollata all’alba.
Dopo colazione, in mattinata, ci avviamo verso Plakias, che ripeto dista solo un paio di Km, ma saltiamo la spiaggia di Plakias che cmq non è male, anche se troppo ventosa e ci avviamo verso la vicina Damnoni. Dista solo un paio di Km da Plakias.
Il mare di Damnoni - escluse le spiagge di Elafonissos e Balos di cui parlerò dopo - è il più bello che abbiamo visto a Creta.
Quel mare calmo ha trasparenze infinite e sott’acqua c’è visibilità per decine di mt. Praticamente a Damnoni si trova una lunghissima spiaggia, di sabbia e ciottoli bianchissimi.
Poi, lasciata la macchina alla fine della spiaggia e all’inizio dello sterrato, si percorrono poche centinaia di mt a piedi e prima si raggiungono due piccole baie e poi la spiaggia più grande di Ammoudi.
Piu in là ci sarebbe anche Shinaria beach, ma bisogna fare un lungo giro per raggiungerla.
A Damnoni gli amanti di snorkeling trovano il loro santuario. Non ho mai visto tanta fauna marina in un posto solo: polpi (un ragazzo greco prende un polpo a mani nude, che sembra di quasi un chilo e lo lascia andare perché dice “small”), saraghi, spigole e per la prima volta in vita mia, vedo sotto costa un grande pesce che mi sembra un dentice.
La mattinata a Damnoni è veramente spettacolare, luminosa, unica.
Nel primo pomeriggio, torniamo nel nostro studios, per il pranzo in veranda e poi trascorriamo il pomeriggio fino al tramonto sulla spiaggia di Souda.
In serata decidiamo di tralasciare Plakias e andare a cenare alla taverna Panorama a Mirthios, che dista un paio di km su un’altura e che domina Plakias. Si mangia molto meglio che a Plakias e si gode un panorama mozzafiato. Troverete la taverna Panorama con l’insegna in italiano.
Se Plakias dal basso non entusiasma, vista dall’alto è meravigliosa.
Scopriamo che mentre Plakias e Damnoni dipendono dalla municipalità di Mirthios, la località di Souda invece dipende dalla municipalità di Sellias che dista pochi Km ed è collegata a Souda da una breve stradina, un po' impervia. Sellias è gemellata con l’omonima città della provincia di Catanzaro e all’ingresso del paese c’è una grande targa a ricordarlo.
Le serate è meglio trascorrerle in questi due paesini piuttosto che sul lungomare di Plakias. Soprattutto a Mirthos si gode un panorama eccezionale.
Dopo pochi Km decidiamo di svoltare e visitare Aghìa Galini. Da Matala si impiega mezz’ora circa per raggiungerla. Aghìa Galini urbanisticamente è una località disposta in maniera splendida, perché insiste su una montagna che scende verso il porto con scalinate e stradine suggestive.
Al porto si trova un grande parcheggio e inizia una passerella che conduce fino alla grande spiaggia. C’è però un eccesso di costruzioni che la abbruttiscono e il mare, forse per via del tipo di sabbia che somiglia a terra, sinceramente non ha belle trasparenze.
Proseguiamo per Plakias. Da Aghia Galini per raggiungere Plakias si abbandona definitivamente la piana di Messara e ci si inoltra sulle montagne in direzione Spili - Rethimno. Superato Spili, dopo pochi Km si svolta a sx per ridiscendere di nuovo verso il mare a sud. Praticamente ci si immette sulla strada Plakias – Rethimno.
Proprio a questo punto si attraversa una zona straordinariamente bella, ovvero “Kourtialiotiko Gorge”. È un percorso molto suggestivo. Superate le gole si raggiunge immediatamente un bivio, che porta a Preveli e Plakias, e dopo pochi Km si raggiunge Plakias. Da Matala a Plakias si impiegano due ore circa e la strada è molto buona.
Raggiunta Plakias veniamo accolti da un vento terribile, così forte che sembra che le povere tamerici sul grande lungomare stiano per sradicarsi. Sinceramente da subito Plakias non ci fa una bella impressione, forse anche per colpa del vento. Ci sono delle bellissime montagne che la circondano e la lunghisima spiaggia termina sotto le pendici di un altissimo promontorio, però il contesto non ci entusiasma. Plakias insiste in una zona pianeggiante con un grande lungomare e sull’altro lato e a seguire numerosissimi studios, hotel e locali commerciali in fila. Troppo grande, dispersiva, poco “minimal” e se non fosse per la scenografia delle montagne sullo sfondo quasi anonima, ed inoltre c’è questo terribile vento che non ci lascia tregua.
Sto quasi per decidere di spostarmi in direzione Hora Sfakion, ma per non lasciare nulla di intentato faccio un giro, anche perché, saltando Plakias, poi mi perderei la visita a Preveli e a Rethimno. Guardando il mare procedo a dx verso il vecchio porto, dove c’è la maggiore concentrazione di taverne e subito dopo uscito da Plakias mi dirigo verso il nuovo porto. Accade una cosa stranissima, il vento come per miracolo scompare lasciando una piacevole e leggera brezza e persino il litorale si modifica completamente, perché si risale un po' e si trovano belle spiaggette e baie strepitose fino alla bellissima spiaggia di Souda.
Souda-Plakias
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Cambia tutto in un paio di Km: roba da non crederci. Troviamo dei bellissimi studios sul mare: “Spirits of Crete”. Strepitosi da straconsigliare. I prezzi sono un po' sopra la media : 80 euro a stanza al giorno. Però quando diciamo che saremmo rimasti 5 notti, la gentilissima proprietaria, con una certa disapprovazione del marito, ci fa uno sconto e ce li offre per 65 euro.
Sinceramente, nei programmi, a Plakias dovevamo restare solo tre notti, ma l’alloggio offerto ci è piaciuto così tanto da decidere sull’istante per 5 notti e saltare quindi i programmati pernotti a Hora Sfakion.
Praticamente in meno di un’ora siamo passati dalla possibile decisione di saltare Plakias alla definitiva scelta di restarci oltre il programmato.
Quasi sotto lo “studios”, che ha una bellissima veranda sul mare con veduta che spazia dal promontorio di Souda fino a Plakias, si trovano due bellissime piccole baie, che si raggiungono con brevi scalinate e a 500 mt si trova la splendida spiaggia di Souda. Tutto perfetto e meraviglioso.
È così bello il posto, che gli spostamenti da Souda per visitare l’intera zona, nei giorni successivi, li viviamo quasi come un sacrificio.
Dopo un pranzo in terrazza trascorriamo il pomeriggio prima nella baia sottostante e poi nella grande spiaggia di ciottoli poco distante.
In fondo alla spiaggia, in prossimità di un campeggio c’è persino un corso d’acqua che sfocia nel mare con un bel palmeto.
L’unico neo, se proprio si vuole trovare il pelo nell’uovo, è che il sole tramonta prima che a Plakias. In serata ceniamo in una taverna a Plakias da Gio. ma, in zona porto vecchio. Tutto molto ordinario e Plakias continua a non piacerci, anche di sera. Il vento è sempre molto forte e sono necessari maglioni o giubbetti perché fa freddo.
caffe all’alba a Souda
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La mattina seguente faccio un’esperienza da brividi di bellezza e che ripeterò tutte le mattine: sveglia alle 07.00, il mare calmissimo che luccica, caffè in terrazza, prime luci dell’alba, luna alta nel cielo e quindi doveroso bagno all’alba. Bellezza assoluta! Provare per credere! La cosa ancor più strana è che la piccola baia, vicina agli studios, è praticamente deserta durante il giorno ma affollata all’alba.
bagno all’alba a
Souda
|
Dopo colazione, in mattinata, ci avviamo verso Plakias, che ripeto dista solo un paio di Km, ma saltiamo la spiaggia di Plakias che cmq non è male, anche se troppo ventosa e ci avviamo verso la vicina Damnoni. Dista solo un paio di Km da Plakias.
Il mare di Damnoni - escluse le spiagge di Elafonissos e Balos di cui parlerò dopo - è il più bello che abbiamo visto a Creta.
Quel mare calmo ha trasparenze infinite e sott’acqua c’è visibilità per decine di mt. Praticamente a Damnoni si trova una lunghissima spiaggia, di sabbia e ciottoli bianchissimi.
Poi, lasciata la macchina alla fine della spiaggia e all’inizio dello sterrato, si percorrono poche centinaia di mt a piedi e prima si raggiungono due piccole baie e poi la spiaggia più grande di Ammoudi.
Piu in là ci sarebbe anche Shinaria beach, ma bisogna fare un lungo giro per raggiungerla.
A Damnoni gli amanti di snorkeling trovano il loro santuario. Non ho mai visto tanta fauna marina in un posto solo: polpi (un ragazzo greco prende un polpo a mani nude, che sembra di quasi un chilo e lo lascia andare perché dice “small”), saraghi, spigole e per la prima volta in vita mia, vedo sotto costa un grande pesce che mi sembra un dentice.
La mattinata a Damnoni è veramente spettacolare, luminosa, unica.
trasparenze a
Damnoni
|
Nel primo pomeriggio, torniamo nel nostro studios, per il pranzo in veranda e poi trascorriamo il pomeriggio fino al tramonto sulla spiaggia di Souda.
In serata decidiamo di tralasciare Plakias e andare a cenare alla taverna Panorama a Mirthios, che dista un paio di km su un’altura e che domina Plakias. Si mangia molto meglio che a Plakias e si gode un panorama mozzafiato. Troverete la taverna Panorama con l’insegna in italiano.
Se Plakias dal basso non entusiasma, vista dall’alto è meravigliosa.
Scopriamo che mentre Plakias e Damnoni dipendono dalla municipalità di Mirthios, la località di Souda invece dipende dalla municipalità di Sellias che dista pochi Km ed è collegata a Souda da una breve stradina, un po' impervia. Sellias è gemellata con l’omonima città della provincia di Catanzaro e all’ingresso del paese c’è una grande targa a ricordarlo.
Le serate è meglio trascorrerle in questi due paesini piuttosto che sul lungomare di Plakias. Soprattutto a Mirthos si gode un panorama eccezionale.
Rethimno
La mattina seguente
decidiamo di visitare Rethimno che dista meno di un’ora di macchina
da Plakias. Ci sono da percorrere una quarantina di km, di ottima
strada. Praticamente bisogna attraversare le “Kourtialiotiko Gorge”
e proseguire sempre dritto, su strada abbastanza ampia e dal
perfetto manto stradale.
Nei pressi delle gole ci fermiamo per qualche foto in un piccolo parcheggio. C’è un pullman di turisti francesi che guardano verso l’alto e notiamo che da li a poco, come se rispondessero ad un richiamo, appaiono volteggiare in alto sulla montagna delle splendide aquile.
Il posto è meraviglioso e lo spettacolo è stupendo, però stranamente appena riparte il pullman se ne vanno anche le aquile. Giunti a Rethimno troviamo immediatamente un ampio parcheggio con molti posti liberi, proprio accanto alla cattedrale e alle porte del centro storico. Una visita a Rethimno è imperdibile.
Da subito ci appare bellissima, anche perché c’è poco traffico e caos, essendo domenica. Si parte dalla grande piazza con la moschea in ristrutturazione e poi seguendo il corso principale, dopo un centinaio di mt, si giunge in una piazzetta dove insiste la bellissima fontana romana. Proseguiamo perdendoci tra i vicoli della città. È un tripudio di colori, fiori, profumi e bellissime botteghe. Rethimno è bella, rilassante con angoli particolarmente suggestivi; niente a che vedere con la brutta Hiraklion. Ci sono bellissimi studios e piccoli hotel nella città vecchia e con piacere noto che molti di questi hanno nomi italiani.
Gironzolando, capitiamo quasi per caso in un negozio di prodotti tipici cretesi e qui ancora un’ennesima sorpresa. Fra i tanti prodotti caseari e vini locali che la signora con gentilezza quasi ci obbliga ad assaggiare, scopro un intero scaffale con della pasta artigianale fabbricata inequivocabilmente a Creta, ma che ricorda indiscutibilmente la Puglia e il Salento.
Si tratta di orecchiette, cavatelli e persino maccheroni e sagne torte.
La signora ci assicura che a Creta si fa un grande uso di tale pasta. Rimango piacevolmente stupito. Ancor maggior sorpresa mi procura la vista di un’erba marina sott’aceto, che la signora racconta molto usata a Creta, per condire l’insalata in sostituzione del più nobile cappero, e che fino ad una ventina di anni fa era molto usata anche nel mio Salento, ed oggi recuperata in alcuni ristoranti alla moda. Ultima tappa a Rethimno è la visita al castello. Anche questa visita è imperdibile, se non altro perché si può ammirare tutta Rethimno dall’alto. Per finire pranziamo nella taverna “ Lemon Garden” sulla piazza della moschea, attratti dall’ombra di bellissimi alberi di melograno stracolmi di frutti.
Ovviamente terminiamo la nostra giornata nel mare della nostra bellissima baia di Souda.
Nei pressi delle gole ci fermiamo per qualche foto in un piccolo parcheggio. C’è un pullman di turisti francesi che guardano verso l’alto e notiamo che da li a poco, come se rispondessero ad un richiamo, appaiono volteggiare in alto sulla montagna delle splendide aquile.
Il posto è meraviglioso e lo spettacolo è stupendo, però stranamente appena riparte il pullman se ne vanno anche le aquile. Giunti a Rethimno troviamo immediatamente un ampio parcheggio con molti posti liberi, proprio accanto alla cattedrale e alle porte del centro storico. Una visita a Rethimno è imperdibile.
Rethimno |
Da subito ci appare bellissima, anche perché c’è poco traffico e caos, essendo domenica. Si parte dalla grande piazza con la moschea in ristrutturazione e poi seguendo il corso principale, dopo un centinaio di mt, si giunge in una piazzetta dove insiste la bellissima fontana romana. Proseguiamo perdendoci tra i vicoli della città. È un tripudio di colori, fiori, profumi e bellissime botteghe. Rethimno è bella, rilassante con angoli particolarmente suggestivi; niente a che vedere con la brutta Hiraklion. Ci sono bellissimi studios e piccoli hotel nella città vecchia e con piacere noto che molti di questi hanno nomi italiani.
Rethimno |
Gironzolando, capitiamo quasi per caso in un negozio di prodotti tipici cretesi e qui ancora un’ennesima sorpresa. Fra i tanti prodotti caseari e vini locali che la signora con gentilezza quasi ci obbliga ad assaggiare, scopro un intero scaffale con della pasta artigianale fabbricata inequivocabilmente a Creta, ma che ricorda indiscutibilmente la Puglia e il Salento.
Si tratta di orecchiette, cavatelli e persino maccheroni e sagne torte.
La signora ci assicura che a Creta si fa un grande uso di tale pasta. Rimango piacevolmente stupito. Ancor maggior sorpresa mi procura la vista di un’erba marina sott’aceto, che la signora racconta molto usata a Creta, per condire l’insalata in sostituzione del più nobile cappero, e che fino ad una ventina di anni fa era molto usata anche nel mio Salento, ed oggi recuperata in alcuni ristoranti alla moda. Ultima tappa a Rethimno è la visita al castello. Anche questa visita è imperdibile, se non altro perché si può ammirare tutta Rethimno dall’alto. Per finire pranziamo nella taverna “ Lemon Garden” sulla piazza della moschea, attratti dall’ombra di bellissimi alberi di melograno stracolmi di frutti.
Ovviamente terminiamo la nostra giornata nel mare della nostra bellissima baia di Souda.
Hora Sfakion - Loutro
Il mattino seguente
decidiamo durante la colazione in terrazzo di raggiungere Hora
Sfakion. L’avevamo ormai stralciata da una possibile visita, perché
ci sembrava un po' distante da Plakias, ed eravamo preoccupati delle
strade di montagna da dover percorrere, soprattutto con il buio al
ritorno. Per raggiungere Sfakia, da una stradina vicina ai nostri studios
saliamo su a Sellias e poi attraversiamo delle zone di montagna fino
ad Ano Rodakino-Kato Rodakino. Sempre percorrendo strade di montagna
riscendiamo fino a Frangokastello e poi risaliamo su strada più
ampia fino a destinazione.
La strada, a parte alcuni brevi tratti in prossimità di Rodankino, si rivelerà molto buona. Pensavo peggio. In molti tratti è molto panoramica.
Tra l’altro, visto che avevamo impiegato meno tempo del previsto, ne approfittiamo per visitare Frangokastello. È una zona pianeggiante, con case sparse e urbanizzazione a squadro. C’è una bella spiaggia sotto il castello ad una decina di mt di dislivello. Un mare calmo e molto trasparente e percorrendo fino in fondo la strada sterrata si trova una bellissima spiaggia con delle dune che precipitano nel mare. Il tutto è bello ma non consigliabile, perché urbanisticamente sembra un luogo che di sera è un po' triste. Restiamo poco e ci avviamo verso Sfakia.
Nel primo tratto di strada appena percorso c’era una bella vegetazione, ma appena si sale sulle montagne che portano a Sfakion si incontra una montagna brulla con qualche arbusto di profumatissimo timo. Si apre allo sguardo, però, tutta la costa di Sfakia, con Hora Sfakion ben visibile. La strada è più larga del precedente tratto e in meno di mezz’ora da Frangokastello raggiungiamo Hora Sfakion. Praticamente da Plakias a Hora Sfakion sono una sessantina di km circa e si impiega poco più di un’ora di macchina. Ci tranquillizziamo, perché è una strada che si può percorrere tranquillamente anche con il buio.
A Hora Sfakion c’è un traghetto che fa la spola per raggiungere via mare Loutro e Agia Roumeli; se ho capito bene, prendendo delle coincidenze con altro traghetto, raggiungere anche Sougia e Paleochora. Da Hora ci sono quattro partenze per le destinazioni di Loutro e Agia Roumeli. Lasciata la macchina nell’ampio parcheggio del porto, riusciamo a prendere, alle 11 circa, il secondo traghetto della mattinata in direzione Loutro. Costo 14 euro circa a/r per due persone. Raggiungiamo Loutro in 20 minuti di traghettata.
Loutro è una bomboniera.
Ci ricorda tantissimo le belle atmosfere dei più bei paesi delle Cicladi. Ci fermiamo fino a quando riparte l’ultimo traghetto per il ritorno, alle ore 18.00, ma pensiamo che, se la visita in giornata è emozionante, sicuramente trascorrere la notte in questo luogo dev’essere un incanto. C’è una piccola spiaggetta in fondo al paesino e l’acqua è molto fredda, a tratti gelida per via delle fonti sotterranee d’acqua dolce. Si respira una rilassante atmosfera, con una incredibile luce che giunge dal mare colore smeraldo.
Al ritorno, dal traghetto noto con un pizzico di invidia, che il percorso che conduce da Loutro alla bellissima spiaggia di Gliko Nera è molto frequentato. Ci sono numerose persone che dalla spiaggia ritornano a Loutro. Quel percorso, probabilmente, anche se più lungo, è meno proibitivo del percorso che parte da Hora Sfakion per Gliki, perché sul secondo percorso non ho visto alcuna frequentazione. Giunti ad Hora Sfakion ci fermiamo per una mezz’ora nel paese e notiamo che dal breve lungomare, ricamato tutt’intorno dai locali commerciali e taverne, si gode uno strepitoso tramonto.
Anche Hora Sfakion risulta bella, piccola e accogliente. Alle 21.00 stiamo già a Souda.
Un tour perfetto e indimenticabile, da consigliare.
Giunge l’ultimo giorno di permanenza a Souda. Decidiamo di trascorre la mattinata a visitare il vicino monastero di Preveli e relativa spiaggia, che dista da Souda un quarto d’ora di macchina e 20 Km circa.
La strada per Preveli è ottima, e la salita per il monastero, anche se stretta, è asfaltata di recente. Prima si incrocia un ponte medievale, su un bel corso d’acqua che giunge fino alla spiaggia, dove insiste una taverna, poi il vecchio monastero, poi si incrocia un bivio che a sx conduce fino alla spiaggia e a dx sale fino al monumento della resistenza contro i turchi e subito dopo il nuovo monastero. All’ingresso si paga un paio di euro, perché c’è un museo di oggetti, paramenti sacri e armi della resistenza che raccontano la storia straordinaria di questo luogo. Fu un posto strategico, sia nelle lotte per l’indipendenza della Grecia dai Turchi, che come rifugio di esuli greci nella resistenza ai tedeschi. Sulla strada si può notare un importante monumento a ricordo delle due guerre. Ridiscendendo si incrocia il bivio per l’omonima spiaggia. Dall’alto la spiaggia di Preveli è veramente molto bella, con il particolare palmeto e il corso d’acqua che sfocia nel mare e divide la spiaggia in due, ma raggiungerla è veramente molto faticoso. Non ho contato i numerosi gradini da fare per raggiungerla, ma sono veramente tanti e non particolarmente comodi. Un po' più distante dalla spiaggia e prima del palmeto c’è un bel prato dove sdraiarsi all’ombra delle tamerici e un chiosco, ma la spiaggia è molto affollata e sinceramente se dall’alto ci entusiasma dal basso non ci piace molto. Dopo poche ore torniamo a Souda, passando da Damnoni per un ultimo bagno nelle sue splendide acque. L’ultima sera la trascorriamo sempre a Mirthios alla taverna Panorama.
La strada, a parte alcuni brevi tratti in prossimità di Rodankino, si rivelerà molto buona. Pensavo peggio. In molti tratti è molto panoramica.
Tra l’altro, visto che avevamo impiegato meno tempo del previsto, ne approfittiamo per visitare Frangokastello. È una zona pianeggiante, con case sparse e urbanizzazione a squadro. C’è una bella spiaggia sotto il castello ad una decina di mt di dislivello. Un mare calmo e molto trasparente e percorrendo fino in fondo la strada sterrata si trova una bellissima spiaggia con delle dune che precipitano nel mare. Il tutto è bello ma non consigliabile, perché urbanisticamente sembra un luogo che di sera è un po' triste. Restiamo poco e ci avviamo verso Sfakia.
Nel primo tratto di strada appena percorso c’era una bella vegetazione, ma appena si sale sulle montagne che portano a Sfakion si incontra una montagna brulla con qualche arbusto di profumatissimo timo. Si apre allo sguardo, però, tutta la costa di Sfakia, con Hora Sfakion ben visibile. La strada è più larga del precedente tratto e in meno di mezz’ora da Frangokastello raggiungiamo Hora Sfakion. Praticamente da Plakias a Hora Sfakion sono una sessantina di km circa e si impiega poco più di un’ora di macchina. Ci tranquillizziamo, perché è una strada che si può percorrere tranquillamente anche con il buio.
A Hora Sfakion c’è un traghetto che fa la spola per raggiungere via mare Loutro e Agia Roumeli; se ho capito bene, prendendo delle coincidenze con altro traghetto, raggiungere anche Sougia e Paleochora. Da Hora ci sono quattro partenze per le destinazioni di Loutro e Agia Roumeli. Lasciata la macchina nell’ampio parcheggio del porto, riusciamo a prendere, alle 11 circa, il secondo traghetto della mattinata in direzione Loutro. Costo 14 euro circa a/r per due persone. Raggiungiamo Loutro in 20 minuti di traghettata.
Loutro è una bomboniera.
lo smeraldo di Loutro |
Ci ricorda tantissimo le belle atmosfere dei più bei paesi delle Cicladi. Ci fermiamo fino a quando riparte l’ultimo traghetto per il ritorno, alle ore 18.00, ma pensiamo che, se la visita in giornata è emozionante, sicuramente trascorrere la notte in questo luogo dev’essere un incanto. C’è una piccola spiaggetta in fondo al paesino e l’acqua è molto fredda, a tratti gelida per via delle fonti sotterranee d’acqua dolce. Si respira una rilassante atmosfera, con una incredibile luce che giunge dal mare colore smeraldo.
Al ritorno, dal traghetto noto con un pizzico di invidia, che il percorso che conduce da Loutro alla bellissima spiaggia di Gliko Nera è molto frequentato. Ci sono numerose persone che dalla spiaggia ritornano a Loutro. Quel percorso, probabilmente, anche se più lungo, è meno proibitivo del percorso che parte da Hora Sfakion per Gliki, perché sul secondo percorso non ho visto alcuna frequentazione. Giunti ad Hora Sfakion ci fermiamo per una mezz’ora nel paese e notiamo che dal breve lungomare, ricamato tutt’intorno dai locali commerciali e taverne, si gode uno strepitoso tramonto.
Anche Hora Sfakion risulta bella, piccola e accogliente. Alle 21.00 stiamo già a Souda.
Un tour perfetto e indimenticabile, da consigliare.
Giunge l’ultimo giorno di permanenza a Souda. Decidiamo di trascorre la mattinata a visitare il vicino monastero di Preveli e relativa spiaggia, che dista da Souda un quarto d’ora di macchina e 20 Km circa.
La strada per Preveli è ottima, e la salita per il monastero, anche se stretta, è asfaltata di recente. Prima si incrocia un ponte medievale, su un bel corso d’acqua che giunge fino alla spiaggia, dove insiste una taverna, poi il vecchio monastero, poi si incrocia un bivio che a sx conduce fino alla spiaggia e a dx sale fino al monumento della resistenza contro i turchi e subito dopo il nuovo monastero. All’ingresso si paga un paio di euro, perché c’è un museo di oggetti, paramenti sacri e armi della resistenza che raccontano la storia straordinaria di questo luogo. Fu un posto strategico, sia nelle lotte per l’indipendenza della Grecia dai Turchi, che come rifugio di esuli greci nella resistenza ai tedeschi. Sulla strada si può notare un importante monumento a ricordo delle due guerre. Ridiscendendo si incrocia il bivio per l’omonima spiaggia. Dall’alto la spiaggia di Preveli è veramente molto bella, con il particolare palmeto e il corso d’acqua che sfocia nel mare e divide la spiaggia in due, ma raggiungerla è veramente molto faticoso. Non ho contato i numerosi gradini da fare per raggiungerla, ma sono veramente tanti e non particolarmente comodi. Un po' più distante dalla spiaggia e prima del palmeto c’è un bel prato dove sdraiarsi all’ombra delle tamerici e un chiosco, ma la spiaggia è molto affollata e sinceramente se dall’alto ci entusiasma dal basso non ci piace molto. Dopo poche ore torniamo a Souda, passando da Damnoni per un ultimo bagno nelle sue splendide acque. L’ultima sera la trascorriamo sempre a Mirthios alla taverna Panorama.
Falassarna
Mattino seguente
direzione Falassarna. Salutiamo il ns splendido studios di Souda e la
gentilissima proprietaria e a metà mattinata ci avviamo per questo
lungo tratto di strada da percorrere, per raggiungere Falassarna.
Ripercorriamo la strada già fatta per raggiungere Hora Sfakion e, a
pochi Km da Hora, svoltiamo a sx in direzione Chania. Si sale molto
in alto sul monte Fanari per poi ridiscendere verso Chania e la
“national road”. La strada è comunque molto ampia e il manto
stradale è perfetto. Raggiungiamo Falassarna nel primo pomeriggio
dopo due ore e mezzo di macchina.
Dopo aver attraversato tutto il corso centrale di Kissamos e superato il porto, ci sono le indicazioni che conducono all’ancient Falassarna. Si tratta sostanzialmente un’ampia zona agricola, con numerosissime serre - che non si può non vedere dall’alto - alcune taverne e numerosi studios sparsi. Visto un leggero ritardo, prima di raggiungere Falassarna ci fermiamo a Kissamos per un po' di spesa. Grande sorpresa anche qui. In un market sul corso, vendono un pane con le olive, che, anche in questo caso, mi ricorda tantissimo il Salento. Non avrei mai immaginato di pranzare in questa terra lontana con la salentina “vuliata”. Persino le olive all’interno sono simili alle piccole e nere olive del Salento e profumano di antico frantoio.
Raggiunta Falassarna, ci fermiamo subito al “Golden Sun Apartments” dove ci sono delle belle costruzioni in pietra, ma quelle che la proprietaria definisce maisonettes sono tutte occupate e ci sono posti liberi solo in una struttura sul retro. Scopriamo subito dopo i “Magnolia studios” che sono bellissimi e si affacciano sulla c,d. sabbia rosa – la più grande spiaggia di Falassarna – ma anche qui risulta tutto occupato. Ci dirigiamo al Petalida che si trova in una posizione eccellente, vicinissimo al mare con buona parte delle stanze che si affacciano sul mare, ma negli interni non è particolarmente accogliente.
Prendiamo una stanza al primo piano con affaccio laterale sul mare e mentre scarichiamo i bagagli, giungono nel parcheggio degli studios, Monia e famiglia. Ci eravamo dati appuntamento tramite TPC sul forum isole greche. Nel pomeriggio saggiamo la bellissima spiaggia antistante gli studios. Dal parcheggio si raggiunge la spiaggia scendendo una trentina di scalini e dopo pochi mt si è subito sulla spiaggia più piccola di Falassarna, che secondo me è anche la più bella, perché meno affollata. L’ambiente complessivo di Falassarna non è particolarmente attraente, perché ci sono costruzioni che io definirei realizzate a “piscio di cane”, e anche in questo trovo troppe similitudini con il mio Salento.
La spiaggia e il mare di Falassarna, invece, meritano molto: acqua con bellissime trasparenze, tramonto sul mare incantevole e in alcuni tratti una sabbia rosa sorprendente.
Anche il mare di Falassarna è una straordinaria esperienza, soprattutto se si becca il periodo con mare calmo e poco vento, che, c’è da precisare, non è molto frequente. Infatti la prima serata a Falassarna è un incanto assoluto, nei giorni successivi, invece, per via del vento e mare un po' mosso, pur restando bellissimo, l’incanto si affievolisce. In serata ceniamo nella taverna del Petalida, sottostante gli studios che però non riteniamo particolarmente consigliabile.
Dopo aver attraversato tutto il corso centrale di Kissamos e superato il porto, ci sono le indicazioni che conducono all’ancient Falassarna. Si tratta sostanzialmente un’ampia zona agricola, con numerosissime serre - che non si può non vedere dall’alto - alcune taverne e numerosi studios sparsi. Visto un leggero ritardo, prima di raggiungere Falassarna ci fermiamo a Kissamos per un po' di spesa. Grande sorpresa anche qui. In un market sul corso, vendono un pane con le olive, che, anche in questo caso, mi ricorda tantissimo il Salento. Non avrei mai immaginato di pranzare in questa terra lontana con la salentina “vuliata”. Persino le olive all’interno sono simili alle piccole e nere olive del Salento e profumano di antico frantoio.
Raggiunta Falassarna, ci fermiamo subito al “Golden Sun Apartments” dove ci sono delle belle costruzioni in pietra, ma quelle che la proprietaria definisce maisonettes sono tutte occupate e ci sono posti liberi solo in una struttura sul retro. Scopriamo subito dopo i “Magnolia studios” che sono bellissimi e si affacciano sulla c,d. sabbia rosa – la più grande spiaggia di Falassarna – ma anche qui risulta tutto occupato. Ci dirigiamo al Petalida che si trova in una posizione eccellente, vicinissimo al mare con buona parte delle stanze che si affacciano sul mare, ma negli interni non è particolarmente accogliente.
Prendiamo una stanza al primo piano con affaccio laterale sul mare e mentre scarichiamo i bagagli, giungono nel parcheggio degli studios, Monia e famiglia. Ci eravamo dati appuntamento tramite TPC sul forum isole greche. Nel pomeriggio saggiamo la bellissima spiaggia antistante gli studios. Dal parcheggio si raggiunge la spiaggia scendendo una trentina di scalini e dopo pochi mt si è subito sulla spiaggia più piccola di Falassarna, che secondo me è anche la più bella, perché meno affollata. L’ambiente complessivo di Falassarna non è particolarmente attraente, perché ci sono costruzioni che io definirei realizzate a “piscio di cane”, e anche in questo trovo troppe similitudini con il mio Salento.
La spiaggia e il mare di Falassarna, invece, meritano molto: acqua con bellissime trasparenze, tramonto sul mare incantevole e in alcuni tratti una sabbia rosa sorprendente.
Falassarna |
Anche il mare di Falassarna è una straordinaria esperienza, soprattutto se si becca il periodo con mare calmo e poco vento, che, c’è da precisare, non è molto frequente. Infatti la prima serata a Falassarna è un incanto assoluto, nei giorni successivi, invece, per via del vento e mare un po' mosso, pur restando bellissimo, l’incanto si affievolisce. In serata ceniamo nella taverna del Petalida, sottostante gli studios che però non riteniamo particolarmente consigliabile.
Balos
Il mattino successivo
destinazione Balos. La penisola di Gramvousa è molto vicina a
Falassarna, una ventina di Km circa. Bisogna risalire per Platanos,
dirigersi in direzione Kissamos e prima di raggiungere il porto di
Kissamos, svoltare per Kaliviani. Si tratta di un piccolo centro,
molto suggestivo alle porte della Gramvousa.
Da Kaliviani iniziano i 10 Km circa di sterrato che conducono a Balos. Lo sterrato è molto ampio e per lunghi tratti facilmente transitabile. Ci sono solo un paio di rampe, di alcune centinaia di mt, molto difficoltose. Non ci sono buche pericolose, ma sulle predette rampe ci sono dei piccoli dossi, che in discesa al ritorno non creano problemi, ma all’andata in salita, dovendo mantenere una marcia abbastanza “allegra”, si balla anche molto. Il parcheggio finale per la macchina può essere una vera trappola, perché ci sono spuntoni di sassi abbastanza pericolosi per il fondo delle auto.
Nel parcheggio c’è una piccola capanna ristoro e un’enorme ciclo segna l’inizio del sentiero pedonale. Ci sono da percorrere 2/3 Km sul sentiero di terra rossa per poi iniziare la discesa verso la laguna di Balos.
Tutto il percorso è bellissimo, selvaggio e con dei panorami unici, ma alla fine del sentiero e all’inizio della scalinata si apre davanti a voi, senza dubbio, uno degli spettacoli più belli al mondo. Ogni descrizione non potrà mai raccontare a sufficienza l’incanto di questo incontro, con questa opera della natura meravigliosa. Neanche le foto riescono a descrivere compiutamente l’emozione che si prova.
Solo Balos è ragione sufficiente per un viaggio a Creta.
La discesa verso la laguna, ovviamente, non è faticosa e finita la scalinata si devono percorrere alcune centinaia di mt fra le splendide dune di bianchissima sabbia prima di raggiungere la battigia. Arrivati giù, inizia il festival delle emozioni: continue passeggiate nella laguna, sabbia rosa, immersioni continue nelle acque dai colori cangianti. Non si riesce a stare fermi un attimo e quasi nessuno si può sottrarre a ciò. Non riesco a capire come fanno alcuni a stare sdraiati immobili sotto gli ombrelloni. Una cosa che infastidisce è la presenza, in questo paradiso, di uno stabilimento balneare con ombrelloni e sdraio e poi l’arrivo in tarda mattinata, di un paio di motonavi, che ormeggiano ai lati dell’isolotto centrale e vomitano in laguna centinaia di viaggiatori, oltre ovviamente agli scarichi dei motori. Credo, che per rendere questa esperienza unica sarebbe fantastico restare in laguna tutta la notte.
C’è un divieto di camping, ma credo che alcuni sicuramente lo fanno. Restiamo in laguna fino alle 18.00 circa. Nonostante l’orario del tardo pomeriggio e quindi con il sole che volge al tramonto la risalita è veramente dura. Non c’è un alito di vento, ma in compenso si assiste a questo splendido panorama, che, rispetto al mattino, ovviamente, assume nuovi e altrettanto stupendi colori. Arrivederci Balos.
Lo sterrato al ritorno è più semplice.
Da Kaliviani iniziano i 10 Km circa di sterrato che conducono a Balos. Lo sterrato è molto ampio e per lunghi tratti facilmente transitabile. Ci sono solo un paio di rampe, di alcune centinaia di mt, molto difficoltose. Non ci sono buche pericolose, ma sulle predette rampe ci sono dei piccoli dossi, che in discesa al ritorno non creano problemi, ma all’andata in salita, dovendo mantenere una marcia abbastanza “allegra”, si balla anche molto. Il parcheggio finale per la macchina può essere una vera trappola, perché ci sono spuntoni di sassi abbastanza pericolosi per il fondo delle auto.
Nel parcheggio c’è una piccola capanna ristoro e un’enorme ciclo segna l’inizio del sentiero pedonale. Ci sono da percorrere 2/3 Km sul sentiero di terra rossa per poi iniziare la discesa verso la laguna di Balos.
Tutto il percorso è bellissimo, selvaggio e con dei panorami unici, ma alla fine del sentiero e all’inizio della scalinata si apre davanti a voi, senza dubbio, uno degli spettacoli più belli al mondo. Ogni descrizione non potrà mai raccontare a sufficienza l’incanto di questo incontro, con questa opera della natura meravigliosa. Neanche le foto riescono a descrivere compiutamente l’emozione che si prova.
Solo Balos è ragione sufficiente per un viaggio a Creta.
Balos |
La discesa verso la laguna, ovviamente, non è faticosa e finita la scalinata si devono percorrere alcune centinaia di mt fra le splendide dune di bianchissima sabbia prima di raggiungere la battigia. Arrivati giù, inizia il festival delle emozioni: continue passeggiate nella laguna, sabbia rosa, immersioni continue nelle acque dai colori cangianti. Non si riesce a stare fermi un attimo e quasi nessuno si può sottrarre a ciò. Non riesco a capire come fanno alcuni a stare sdraiati immobili sotto gli ombrelloni. Una cosa che infastidisce è la presenza, in questo paradiso, di uno stabilimento balneare con ombrelloni e sdraio e poi l’arrivo in tarda mattinata, di un paio di motonavi, che ormeggiano ai lati dell’isolotto centrale e vomitano in laguna centinaia di viaggiatori, oltre ovviamente agli scarichi dei motori. Credo, che per rendere questa esperienza unica sarebbe fantastico restare in laguna tutta la notte.
Balos |
C’è un divieto di camping, ma credo che alcuni sicuramente lo fanno. Restiamo in laguna fino alle 18.00 circa. Nonostante l’orario del tardo pomeriggio e quindi con il sole che volge al tramonto la risalita è veramente dura. Non c’è un alito di vento, ma in compenso si assiste a questo splendido panorama, che, rispetto al mattino, ovviamente, assume nuovi e altrettanto stupendi colori. Arrivederci Balos.
Lo sterrato al ritorno è più semplice.
Elafonissos
In serata ceniamo con
Monia e famiglia a Falassarna, in una taverna che si trova su una
curva lungo la discesa, ma anche qui, come la sera prima al
Petalida, niente di eccezionale. Per il giorno dopo ci organizziamo
con Monia per raggiungere la spiaggia di Elafonissos. Monia ci
consiglia di fermarci per pranzare in un villaggio di montagna, a
Millia. Io, preoccupato del fatto che avremmo rischiato di arrivare
tardi sulla spiaggia, rifiuto e decidiamo di trovarci successivamente
in spiaggia. Me ne pentirò. Per raggiungere Elafonissos da
Falassarna decidiamo di percorrere la strada panoramica sul mare. È
una strada panoramica piena di curve, però abbastanza comoda. In
prossimità di Sfinare comunque s’inoltra sulle montagne e
attraversa dei villaggi di montagna. Ci fermiamo a Kampos, per una
breve pausa e per prendere qualcosa ad un bar con una suggestiva
veduta sulla montagna. Dopo più di un’ora di viaggio, raggiungiamo
il monastero “Chrisoskalitissa”. All’ingresso si devono pagare
alcuni euro, ma sinceramente, a parte qualche piccola suggestione,
la visita di questo monastero non ne vale la pena. Pochi Km dopo
raggiungiamo Elafonissos. La strada fino al parcheggio è sempre
asfaltata e il parcheggio all’interno della foresta di cedri è
enorme.
La zona è quasi pianeggiante e non c’è un impatto panoramico, però quando si arriva in spiaggia si resta comunque incantati. È molto più affollata rispetto a Balos, ma i colori del mare e della sabbia sono quasi identici. L’enorme affollamento disturba un po', per il resto è un incanto.
Per evitare la folla è consigliabile da subito dirigersi sull’isolotto antistante. Si deve guadare la zona lagunare con l’acqua che arriva fino al bacino e poi raggiunto il versante del mare aperto si scopre una spiaggia e un mare dai colori incantevoli che vanno dal turchese allo smeraldo, cogliendo tutte le sfumature. In questa zona di spiaggia si può stare tranquilli.
Dopo un paio d’ore ci raggiunge Monia con il marito e la bambina. Ci raccontano di Millia come di un posto da favola e ovviamente già penso di farci un salto al ritorno. Intanto a Elafonissos nel tardo pomeriggio il cielo si annuvola e comincia ad esserci un po' di vento, ma la bellezza di questo posto resta intatta.
La zona è quasi pianeggiante e non c’è un impatto panoramico, però quando si arriva in spiaggia si resta comunque incantati. È molto più affollata rispetto a Balos, ma i colori del mare e della sabbia sono quasi identici. L’enorme affollamento disturba un po', per il resto è un incanto.
Elafonissos |
Per evitare la folla è consigliabile da subito dirigersi sull’isolotto antistante. Si deve guadare la zona lagunare con l’acqua che arriva fino al bacino e poi raggiunto il versante del mare aperto si scopre una spiaggia e un mare dai colori incantevoli che vanno dal turchese allo smeraldo, cogliendo tutte le sfumature. In questa zona di spiaggia si può stare tranquilli.
Elafonissos |
Dopo un paio d’ore ci raggiunge Monia con il marito e la bambina. Ci raccontano di Millia come di un posto da favola e ovviamente già penso di farci un salto al ritorno. Intanto a Elafonissos nel tardo pomeriggio il cielo si annuvola e comincia ad esserci un po' di vento, ma la bellezza di questo posto resta intatta.
Millia
Al ritorno facciamo la
strada interna in direzione Kissamos, per poter visitare Millia.
Praticamente si va in direzione Vathi e dopo alcuni Km da Vathi ad un bivio, bisogna andare a dx – a sx si ritorna sulla strada litoranea – passare in prossimità di Perivolia, Loucho e dopo Rogdia, in prossimità del piccolo villaggio di Vlatos, ad un bivio, bisogna stare attenti ad un’insegna in legno con su scritto MHVA (V capovolta) 2000 mt.
Si sale a sx e comincia uno sterrato abbastanza facile e che si può percorrere a velocità sostenuta. Si giunge ad un piccolo parcheggio e subito appare un villaggio in pietra, strepitoso.
Appare subito come un luogo dove il tempo si è fermato.
È un villaggio ecologico che ha ricevuto anche premi internazionali. Ci sono degli alloggi, che credo però bisogna prenotare con largo anticipo e poi una bellissima taverna. Da queste parti è quasi buio. Purtroppo siamo distanti da Falassarna e la strada pur buona è comunque una strada di montagna, ma la tentazione di restare a cena è molto forte. Con le flebili luci accese –qui la poca elettricità che si consuma si produce con fonti alternative - sembra un paese incantato. Purtroppo non ci fermiamo e prima che faccia completamente buio ce ne andiamo.
Raggiungiamo Topolia dove c’è un bellissimo paesaggio con bellissime gole. Prima di raggiungere Topolia bisogna prestare attenzione ad un semaforo, che regola il traffico in un tratto di strada che si restringe, con passaggio in galleria. Superata Topolia, per raggiungere Kissamos si impiega meno di mezz’ora. In tarda serata decidiamo di pranzare alla taverna Zaharias. Si trova all’uscita del centro abitato di Platanos, prima di imboccare la discesa verso Falassarna. Fra tutte le taverne di Falassarna ci è sembrata la migliore. Non abbiamo assaggiato tutti i piatti per dare un giudizio completo. Abbiamo ordinato solo due moussake e due souvlaki. Ci hanno portato porzioni così abbondanti, come se dovessero mangiare 10 persone. Il proprietario è molto gentile e parla italiano. Il cibo non è particolarmente eccellente, ma onesto e molto legato alla tradizione. Anche il prezzo, un po' più alto rispetto alla media, è giustificato dall’abbondanza delle porzioni. Mangiamo appena la metà di quello che abbiamo ordinato e il proprietario insiste perché portassimo via le altre porzioni. Vista l’insistenza del proprietario facciamo fatica a giustificare che abbiamo comunque apprezzato il cibo, anche se non portiamo via le porzioni rimaste. Ci porta fuori ordinazione raki e dolcetti in gran quantità. Siamo costretti a dire basta. Il giorno successivo è l’ultimo giorno di permanenza a Falassarna. Trascorriamo la mattinata a visitare il sito archeologico dell’antica Falassarna andata distrutta in seguito ad un terribile terremoto. Dalla ricostruzione fatta dagli archeologi e riprodotta in mappa all’ingresso del sito, che è libero, si evince immediatamente che si trattava di un’importante e bellissima città-porto dell’antichità, molto più estesa di come appare. Si capisce subito che molto dell’antica città dev’essere riportato alla luce e quasi come un novello archeologo si è tentati di andare a scoprire nelle campagne circostanti le antiche vestigia. Fuori dal sito recintato c’è un trono scolpito in pietra e lasciato lì, e pietre scolpite affioranti dal terreno che indicano chiaramente le fondamenta di antichi edifici.. Ma in fondo a cominciare da Cnossso in poi, avevamo già intuito che Creta è tutta intera un sito archeologico; non a caso veniva chiamata l’isola delle cento città. La restante giornata la trascorriamo nella spiaggia di Falassarna che a parte il pomeriggio del giorno dell’arrivo non avevamo più frequentato. Fra l’incanto generale a cui ormai eravamo abituati, c’eravamo quasi dimenticati dell’incanto che avevamo sotto casa.
Praticamente si va in direzione Vathi e dopo alcuni Km da Vathi ad un bivio, bisogna andare a dx – a sx si ritorna sulla strada litoranea – passare in prossimità di Perivolia, Loucho e dopo Rogdia, in prossimità del piccolo villaggio di Vlatos, ad un bivio, bisogna stare attenti ad un’insegna in legno con su scritto MHVA (V capovolta) 2000 mt.
Si sale a sx e comincia uno sterrato abbastanza facile e che si può percorrere a velocità sostenuta. Si giunge ad un piccolo parcheggio e subito appare un villaggio in pietra, strepitoso.
Appare subito come un luogo dove il tempo si è fermato.
È un villaggio ecologico che ha ricevuto anche premi internazionali. Ci sono degli alloggi, che credo però bisogna prenotare con largo anticipo e poi una bellissima taverna. Da queste parti è quasi buio. Purtroppo siamo distanti da Falassarna e la strada pur buona è comunque una strada di montagna, ma la tentazione di restare a cena è molto forte. Con le flebili luci accese –qui la poca elettricità che si consuma si produce con fonti alternative - sembra un paese incantato. Purtroppo non ci fermiamo e prima che faccia completamente buio ce ne andiamo.
Raggiungiamo Topolia dove c’è un bellissimo paesaggio con bellissime gole. Prima di raggiungere Topolia bisogna prestare attenzione ad un semaforo, che regola il traffico in un tratto di strada che si restringe, con passaggio in galleria. Superata Topolia, per raggiungere Kissamos si impiega meno di mezz’ora. In tarda serata decidiamo di pranzare alla taverna Zaharias. Si trova all’uscita del centro abitato di Platanos, prima di imboccare la discesa verso Falassarna. Fra tutte le taverne di Falassarna ci è sembrata la migliore. Non abbiamo assaggiato tutti i piatti per dare un giudizio completo. Abbiamo ordinato solo due moussake e due souvlaki. Ci hanno portato porzioni così abbondanti, come se dovessero mangiare 10 persone. Il proprietario è molto gentile e parla italiano. Il cibo non è particolarmente eccellente, ma onesto e molto legato alla tradizione. Anche il prezzo, un po' più alto rispetto alla media, è giustificato dall’abbondanza delle porzioni. Mangiamo appena la metà di quello che abbiamo ordinato e il proprietario insiste perché portassimo via le altre porzioni. Vista l’insistenza del proprietario facciamo fatica a giustificare che abbiamo comunque apprezzato il cibo, anche se non portiamo via le porzioni rimaste. Ci porta fuori ordinazione raki e dolcetti in gran quantità. Siamo costretti a dire basta. Il giorno successivo è l’ultimo giorno di permanenza a Falassarna. Trascorriamo la mattinata a visitare il sito archeologico dell’antica Falassarna andata distrutta in seguito ad un terribile terremoto. Dalla ricostruzione fatta dagli archeologi e riprodotta in mappa all’ingresso del sito, che è libero, si evince immediatamente che si trattava di un’importante e bellissima città-porto dell’antichità, molto più estesa di come appare. Si capisce subito che molto dell’antica città dev’essere riportato alla luce e quasi come un novello archeologo si è tentati di andare a scoprire nelle campagne circostanti le antiche vestigia. Fuori dal sito recintato c’è un trono scolpito in pietra e lasciato lì, e pietre scolpite affioranti dal terreno che indicano chiaramente le fondamenta di antichi edifici.. Ma in fondo a cominciare da Cnossso in poi, avevamo già intuito che Creta è tutta intera un sito archeologico; non a caso veniva chiamata l’isola delle cento città. La restante giornata la trascorriamo nella spiaggia di Falassarna che a parte il pomeriggio del giorno dell’arrivo non avevamo più frequentato. Fra l’incanto generale a cui ormai eravamo abituati, c’eravamo quasi dimenticati dell’incanto che avevamo sotto casa.
Chania
Dopo un pranzo leggero
sulla veranda degli studios, nel tardo pomeriggio decidiamo di
raggiungere Chania e fare i biglietti del traghetto, per il ritorno.
Non vogliamo correre il rischio di non trovare delle cabine libere,
perché ciò renderebbe il viaggio di ritorno veramente molto
faticoso. Per raggiungere Chania da Falassarna si impiega più di
un’ora, ma la strada è ottima e non c’è nessun problema ad
affrontarla anche di notte. Il porto da dove partono i traghetti da
Chania, si trova esattamente in località Suda ed è facile da
raggiungere. Si esce dalla “national road” in direzione
Porto-Suda e dopo aver percorso nemmeno un km si svolta a dx per
Suda e alla fine della strada, dopo ancora un km, si trova il porto.
Dopo aver fatto i biglietti - una cabina per due e passaggio macchina
180 euro circa – finalmente visitiamo l’ultima perla del ns
viaggio, ovvero Chania.
Dal porto per raggiungere il centro storico di Chania è altrettanto facile, basta andare sempre dritto dopo aver superato il sopradetto incrocio.
Difficilissimo però a Chania, è trovare parcheggio.
È consigliabile, raggiunta la strada del castello e il lungomare, non svoltare per cercare parcheggi a dx verso il centro storico, ma andare subito a sx e anche se ci si allontana dal centro, non si perde tempo. Tanto, prima o poi lì vi tocca, perché in prossimità del centro storico è praticamente impossibile trovare parcheggio, anche perché alcune aree sono riservate ai residenti.
Anche per Chania c’è una sola parola che possa descriverla: incanto. Non potrete non innamorarvi di questa città.
I vicoli di Chania sono belli come a Rethimno e sicuramente anche di più, ma la cosa più particolare è che qui a Chania a differenza di Rethimno, il mare entra dentro la città e se un po' mosso verrà a bagnarvi i piedi lungo i tavoli degli innumerevoli locali sul vecchio porto. Ma anche nei vicoli all’interno si resta incantati ad ogni angolo. Ormai abituati all’isolamento di posti sperduti di Creta–sud, qui subito veniamo aggrediti da una folla enorme di gente, tanto da chiederci dove caspita stessero tutte queste persone.
Lo capiremo in seguito, facendo un giro notturno in macchina nelle località turistiche limitrofe. Nonostante l’affollamento però, Chania resta comunque una città elegante e riservata. Finalmente ceniamo al Tamman, una taverna ricavata da un antico bagno turco.
Al Tamman, oltre al servizio impeccabile e alla bellezza del luogo, si possono veramente assaporare specialità particolari e a prezzi normali. Io e mia moglie restiamo estasiati all’ assaggio delle polpette di pomodori e zucchine e poi gamberi in salsa piccante, agnello in umido e poi un particolare burro da spalmare sul pane che ti offrono appena accomodati. Tutto ottimo, è solo difficile trovare posto perché particolarmente affollato. Dopo questa bella esperienza del gusto, si è fato tardi e ci avviamo alla macchina per il ritorno.
Ci accorgiamo dall’affluenza nei locali commerciali, che le ore notturne a Chania sono irresistibili. Invece di raggiungere subito la national road per tornare a Falassarna, anche se è passata la mezzanotte, decido di fare un giro nelle vicine località marine, per vedere almeno un po' com’è il nord dell’isola, che non abbiamo visto per nulla.
Appena usciti da Chania - in direzione Agia Marina - è come se ci si infilasse nel delirio più assoluto: luci dappertutto, strade affollatissime, musiche di tutti i generi che strombazzano da tutte le parti, etc.etc. Tutto questo per 10 km di continuo.
Finalmente superata Platanias in località Gerani, dove c’è un po' di calma, trovo la via d’uscita e letteralmente scappo via.
Comincio a capire coloro che, viaggiando a Creta con agenzie e scaraventati in questo delirio di villaggi turistici e roba varia, possano esprimere giudizi negativi su Creta.
Il giorno successivo, dopo un ultimo bagno all’alba, caricati i bagagli e i saluti con le foto di rito insieme alla ns amica Monia e famiglia, a metà mattinata lasciamo Falassarna per trascorrere l’intera giornata, prima dell’imbarco delle ore 21, nell’incanto di Chania. Possiamo visitare il centro storico di Chania in ogni suo angolo. Pranziamo in un locale vicino all’ormeggio delle grandi barche, superata la moschea. Tutti i locali commerciali sono arredati veramente con grande gusto.
Notiamo inoltre che ci sono moltissimi studios, molto belli, e pensiamo che forse in questa parte dell’ isola, piuttosto che alloggiare a Falassarna o ancor peggio in qualche villaggio dei dintorni, è consigliabile pernottare in questa stupenda città.
Alle 18.00 circa ritorniamo al Tammam per la cena e dopo un ultimo saluto a questa stupenda città ci avviamo verso il porto per l’imbarco, arricchiti di così tante emozioni. Dopo tutto il girovagare, arrivati in cabina, dopo la partenza del traghetto, crolliamo. Ci svegliamo alle prime ore dell’alba, appena in tempo per una doccia e colazione veloce e alle 6.00 del mattino siamo sui moli del porto del Pireo. A questo punto bisogna scegliere: andare a Patrasso e aspettare il traghetto per Brindisi delle 17.30; andare a Igoumenitza e prendere il traghetto delle 24.
È l’ultima domenica in terra greca, e passarla ad aspettare un traghetto, proprio non ci va.
Dal porto per raggiungere il centro storico di Chania è altrettanto facile, basta andare sempre dritto dopo aver superato il sopradetto incrocio.
Difficilissimo però a Chania, è trovare parcheggio.
È consigliabile, raggiunta la strada del castello e il lungomare, non svoltare per cercare parcheggi a dx verso il centro storico, ma andare subito a sx e anche se ci si allontana dal centro, non si perde tempo. Tanto, prima o poi lì vi tocca, perché in prossimità del centro storico è praticamente impossibile trovare parcheggio, anche perché alcune aree sono riservate ai residenti.
Anche per Chania c’è una sola parola che possa descriverla: incanto. Non potrete non innamorarvi di questa città.
io a Chania |
I vicoli di Chania sono belli come a Rethimno e sicuramente anche di più, ma la cosa più particolare è che qui a Chania a differenza di Rethimno, il mare entra dentro la città e se un po' mosso verrà a bagnarvi i piedi lungo i tavoli degli innumerevoli locali sul vecchio porto. Ma anche nei vicoli all’interno si resta incantati ad ogni angolo. Ormai abituati all’isolamento di posti sperduti di Creta–sud, qui subito veniamo aggrediti da una folla enorme di gente, tanto da chiederci dove caspita stessero tutte queste persone.
Chania |
Lo capiremo in seguito, facendo un giro notturno in macchina nelle località turistiche limitrofe. Nonostante l’affollamento però, Chania resta comunque una città elegante e riservata. Finalmente ceniamo al Tamman, una taverna ricavata da un antico bagno turco.
Al Tamman, oltre al servizio impeccabile e alla bellezza del luogo, si possono veramente assaporare specialità particolari e a prezzi normali. Io e mia moglie restiamo estasiati all’ assaggio delle polpette di pomodori e zucchine e poi gamberi in salsa piccante, agnello in umido e poi un particolare burro da spalmare sul pane che ti offrono appena accomodati. Tutto ottimo, è solo difficile trovare posto perché particolarmente affollato. Dopo questa bella esperienza del gusto, si è fato tardi e ci avviamo alla macchina per il ritorno.
a bocca aperta
davanti al Tamman
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Ci accorgiamo dall’affluenza nei locali commerciali, che le ore notturne a Chania sono irresistibili. Invece di raggiungere subito la national road per tornare a Falassarna, anche se è passata la mezzanotte, decido di fare un giro nelle vicine località marine, per vedere almeno un po' com’è il nord dell’isola, che non abbiamo visto per nulla.
Appena usciti da Chania - in direzione Agia Marina - è come se ci si infilasse nel delirio più assoluto: luci dappertutto, strade affollatissime, musiche di tutti i generi che strombazzano da tutte le parti, etc.etc. Tutto questo per 10 km di continuo.
Finalmente superata Platanias in località Gerani, dove c’è un po' di calma, trovo la via d’uscita e letteralmente scappo via.
Comincio a capire coloro che, viaggiando a Creta con agenzie e scaraventati in questo delirio di villaggi turistici e roba varia, possano esprimere giudizi negativi su Creta.
Il giorno successivo, dopo un ultimo bagno all’alba, caricati i bagagli e i saluti con le foto di rito insieme alla ns amica Monia e famiglia, a metà mattinata lasciamo Falassarna per trascorrere l’intera giornata, prima dell’imbarco delle ore 21, nell’incanto di Chania. Possiamo visitare il centro storico di Chania in ogni suo angolo. Pranziamo in un locale vicino all’ormeggio delle grandi barche, superata la moschea. Tutti i locali commerciali sono arredati veramente con grande gusto.
Chania |
Notiamo inoltre che ci sono moltissimi studios, molto belli, e pensiamo che forse in questa parte dell’ isola, piuttosto che alloggiare a Falassarna o ancor peggio in qualche villaggio dei dintorni, è consigliabile pernottare in questa stupenda città.
Chania |
Alle 18.00 circa ritorniamo al Tammam per la cena e dopo un ultimo saluto a questa stupenda città ci avviamo verso il porto per l’imbarco, arricchiti di così tante emozioni. Dopo tutto il girovagare, arrivati in cabina, dopo la partenza del traghetto, crolliamo. Ci svegliamo alle prime ore dell’alba, appena in tempo per una doccia e colazione veloce e alle 6.00 del mattino siamo sui moli del porto del Pireo. A questo punto bisogna scegliere: andare a Patrasso e aspettare il traghetto per Brindisi delle 17.30; andare a Igoumenitza e prendere il traghetto delle 24.
È l’ultima domenica in terra greca, e passarla ad aspettare un traghetto, proprio non ci va.
Delfi
Decido di trascorrere la
domenica per visitare Delfi, che non ho ancora visitato.
Prendo direzione Lamia.
Attraversare Atene alle prime ore del mattino è una pacchia.
In pochi minuti mi immetto sull’autostrada per Lamia. Dopo un centinaio di km circa trovo la deviazione Delfi. Da Atene a Delfi si impiegano 3 ore di macchina circa.
Dopo alcuni km dall’uscita dell’autostrada, sulla strada per Delfi, vedo svolazzare sull’asfalto delle cose bianche, come fiocchi di neve. Inizialmente resto interdetto, perché non capisco di cosa si tratta e solo dopo un po' capisco che si tratta di cotone. Per la prima volta nella mia vita vedo delle grandi piantagioni di cotone.
Raggiungo un paese che penso si tratti di Delfi. Da racconti di viaggio era descritto come brutto, però a me sembra molto bello. Sono le 9.00, parcheggio e mi fermo per fare colazione in un bellissimo locale con dei salotti nella piazza. Ero convinto si trattasse di Delfi ma ero io a sbagliarmi, perché si trattava di Arachova, una delle più importanti stazioni sciistiche della Grecia, ai piedi del Parnaso. Oltre alle belle costruzioni in pietra e bei locali sul corso, c’è un bellissimo profumo che si espande per la città. Facendo una passeggiata, mi accorgo della provenienza di questo incredibile profumo: c’è un venditore ambulante di lavanda nella zona degli archi. Pochi mazzetti di lavanda profumano l’intero paese.
Mia moglie resta rapita dalla musica che proviene dalla locale chiesa e si ferma ad assistere all’intera funzione religiosa domenicale. Sono già le 10.00 e dopo pochi km da Arachova troviamo il sito archeologico di Delfi.
Nell’antichità era considerato l’ombelico del mondo e un luogo religioso meta di re, principi e condottieri che volevano conoscere il futuro e ingraziarsi gli dei. Tra queste bellissime montagne mantiene intatto il suo fascino.
La visita dura tre ore ed è affascinante, almeno quanto la visita all’Acropoli di Atene, ma il museo, che visitiamo subito dopo è una roba di straordinaria bellezza. È un luogo assolutamente imperdibile. Alle 3 circa, dopo un pranzo frugale nel bar antistante il museo, ci dirigiamo a Igoumenitza. Attraversiamo la cittadina di Delfi, che effettivamente è un po' bruttina e ci dirigiamo verso la vecchia strada che collega Atene ad Igoumenitza. La strada è abbastanza comoda e praticamente in questo pomeriggio domenicale sembra che ci siamo solo noi a percorrerla. Il paesaggio è molto bello e attraversiamo alcune località balneari. Raggiungiamo il ponte Antirrio alle 17.00. Forse avremmo fatto anche in tempo a prendere il traghetto da Patrasso. In prossimità di Messolonghi, incontriamo un po' di traffico, ma dopo pochi km torna tutto tranquillo. Attraversiamo Arta e alle 19.30 siamo nel porto di Igoumenitza. Il traghetto della Grimaldi parte alle 00.30 del lunedì. Facciamo i biglietti e abbiamo ancora un po' di tempo per una buona cenetta in terra greca.
Ovviamente a Parga.
Parga dista mezz’ora circa da Igoumenitza. Ceniamo da Bacchos sul lungomare di Parga, con le note del bouzouki a farci compagnia. Alle 23.30 siamo già nel porto pronti per imbarcarci, anche se ancora deve arrivare il traghetto, che arriverà dopo pochi minuti e alle 9.00 del mattino sbarchiamo a Brindisi.
Prendo direzione Lamia.
Attraversare Atene alle prime ore del mattino è una pacchia.
In pochi minuti mi immetto sull’autostrada per Lamia. Dopo un centinaio di km circa trovo la deviazione Delfi. Da Atene a Delfi si impiegano 3 ore di macchina circa.
Dopo alcuni km dall’uscita dell’autostrada, sulla strada per Delfi, vedo svolazzare sull’asfalto delle cose bianche, come fiocchi di neve. Inizialmente resto interdetto, perché non capisco di cosa si tratta e solo dopo un po' capisco che si tratta di cotone. Per la prima volta nella mia vita vedo delle grandi piantagioni di cotone.
Raggiungo un paese che penso si tratti di Delfi. Da racconti di viaggio era descritto come brutto, però a me sembra molto bello. Sono le 9.00, parcheggio e mi fermo per fare colazione in un bellissimo locale con dei salotti nella piazza. Ero convinto si trattasse di Delfi ma ero io a sbagliarmi, perché si trattava di Arachova, una delle più importanti stazioni sciistiche della Grecia, ai piedi del Parnaso. Oltre alle belle costruzioni in pietra e bei locali sul corso, c’è un bellissimo profumo che si espande per la città. Facendo una passeggiata, mi accorgo della provenienza di questo incredibile profumo: c’è un venditore ambulante di lavanda nella zona degli archi. Pochi mazzetti di lavanda profumano l’intero paese.
Mia moglie resta rapita dalla musica che proviene dalla locale chiesa e si ferma ad assistere all’intera funzione religiosa domenicale. Sono già le 10.00 e dopo pochi km da Arachova troviamo il sito archeologico di Delfi.
l'ombelico del mondo |
Nell’antichità era considerato l’ombelico del mondo e un luogo religioso meta di re, principi e condottieri che volevano conoscere il futuro e ingraziarsi gli dei. Tra queste bellissime montagne mantiene intatto il suo fascino.
La visita dura tre ore ed è affascinante, almeno quanto la visita all’Acropoli di Atene, ma il museo, che visitiamo subito dopo è una roba di straordinaria bellezza. È un luogo assolutamente imperdibile. Alle 3 circa, dopo un pranzo frugale nel bar antistante il museo, ci dirigiamo a Igoumenitza. Attraversiamo la cittadina di Delfi, che effettivamente è un po' bruttina e ci dirigiamo verso la vecchia strada che collega Atene ad Igoumenitza. La strada è abbastanza comoda e praticamente in questo pomeriggio domenicale sembra che ci siamo solo noi a percorrerla. Il paesaggio è molto bello e attraversiamo alcune località balneari. Raggiungiamo il ponte Antirrio alle 17.00. Forse avremmo fatto anche in tempo a prendere il traghetto da Patrasso. In prossimità di Messolonghi, incontriamo un po' di traffico, ma dopo pochi km torna tutto tranquillo. Attraversiamo Arta e alle 19.30 siamo nel porto di Igoumenitza. Il traghetto della Grimaldi parte alle 00.30 del lunedì. Facciamo i biglietti e abbiamo ancora un po' di tempo per una buona cenetta in terra greca.
Ovviamente a Parga.
Parga dista mezz’ora circa da Igoumenitza. Ceniamo da Bacchos sul lungomare di Parga, con le note del bouzouki a farci compagnia. Alle 23.30 siamo già nel porto pronti per imbarcarci, anche se ancora deve arrivare il traghetto, che arriverà dopo pochi minuti e alle 9.00 del mattino sbarchiamo a Brindisi.
Un bellissimo viaggio a
Creta. Arrivederci Creta e buon viaggio in Grecia a tutti.