domenica 6 marzo 2022

LE TRE DITA DEL PELOPONNESO

 di Alessandro Di Ianni


La pianificazione di questo viaggio inizió già 2 anni fa, prima della pandemia che ne causó il rinvio. I primi biglietti aerei furono presi a Febbraio 2019 ed in seguito abbiamo collezionato diversi voucher con Aegean, finalmente utilizzati per questa occasione. Anche la destinazione iniziale Karpathos-Rodi é cambiata durante l’inverno per ridurre il numero di voli e di conseguenza semplificare il viaggio a livello logistico data l’intercertezza ed il continuo mutamento delle misure covid in atto nei vari Paesi. Essendoci un’unica connessione dal Portogallo per la Grecia, si é preferito restare in Grecia continentale.

Tutti gli alloggi sono stati prenotati su Booking.com e l’auto noleggiata con Centauro un mese e mezzo in anticipo approfittando di un prezzo scontato che includeva anche la copertura totale dell’assicurazione.

Quindi il 27 sera intorno a mezzanotte ci imbarchiamo sul volo Aegean Lisbona-Atene ed atteriamo il 28 mattina al Venizelos per le 6,30. Il rappresentante Centauro ci accompagna in agenzia dove a sorpresa ci viene offerta una Citroen C3 praticamente nuova con 2000 km percorsi. Quindi upgrade gratuito: invece della Panda abbiamo cosí a disposizione un auto piú grande e con un assetto forse ancora piú alto. Ci avevano raccomandato di presentare una carta di credito che purtroppo non ha funzionato (limite giornaliero probabilmente) ma comunque hanno poi accettato il pagamento con carta di debito.

28 Giugno Lisbona - Atene - Istmo Corinto - Melissi - Xylokastro

Pronti si parte. La nostra prima tappa sarà sulla costa Nord del Peloponneso subito dopo Corinto, giusto per evitare un lungo viaggio fino a Sud visto che abbiamo trascorso la notte in aereo. Lungo il cammino ci fermiamo ad Istmia ma non abbiamo la fortuna di vedere alcuna nave che faccia l’ingresso nell’istmo, quindi torniamo sul ponte e facciamo qualche foto dall’alto e ci rincamminiamo verso Melissi. Il check-in sarà solo dopo pranzo, quindi poco prima dell’hotel ci fermiamo lungo la costa, parcheggiamo l’auto al lato della strada e ci sistemiamo sui ciottoli adiacenti al bagnasciuga sotto i pini. Il mare del Golfo di Corinto oggi é una tavola, pulitissimo, facciamo il bagno e mangiamo al fresco. Lo scenario di fronte é bellissimo con le montagne della Focide all’altro lato del golfo, l’alta umidità le rende non perfettamente visibili ma dona un effetto blu aquerello che sembrano dipinte. Le famiglie greche che abitano al di là della strada sfruttano questo paradiso a disposizione per rinfrescarsi nelle ore piú calde. In poche ore siamo passati da una metropoli come Lisbona infestata dalla variante Delta e nuove restrizioni a questa pace surreale. Ci si accorge del reale beneficio psico-fisico solo quando ci si immerge in tale situazione. L’acqua dell’Oceano Atlantico in Portogallo non é mai cosí calma e comunque la sua temperatura ghiacciata non mi permette mai di fare un bagno rilassante (io mai piú di 10-15 secondi con il corpo completamente immerso in acqua), non potete capire la felicità di questo momento. Quindi dopo aver mangiato distesi sulle asciugamani, andiamo a fare il check-in all’Hotel Lido di Melissi, location molto azzeccata per 1 notte di passaggio ma volendo anche per piú giorni se si desidera una situazione solo hotel e spiaggia. L’hotel dispone di piscina e spiaggetta privata costituita da tre piccole baiette con ombrelloni e paddle a disposizione degli ospiti gratuitamente. I prezzi sono onesti per una situazione del genere.

Melissi

Per cena cerchiamo qualche taverna a Xylokastro che ha una bella passeggiata sul lungomare con vari locali ma alla fine decidiamo di cenare in hotel per non esporci troppo al rischio contagio sin dal primo giorno (ancora non vige il Green Pass per viaggiare in Europa), anche perché la costa nord del Peloponneso é piú popolosa rispetto al resto della penisola. Non ce ne pentiamo affatto, l’Hotel Lido ha una buona cucina ed abbiamo cenato praticamente a 3 metri dal bagnasciuga. Ora non sto qui ad andare troppo nei dettagli delle pietanze ordinate. In questo periodo purtroppo per motivi diversi stiamo entrambi seguendo delle diete specifiche senza carni rosse, glutine, fritti, pomodoro, crostacei, molluschi ed alcol...quindi questa sera come per la maggior parte delle altre andiamo su pesce fresco grigliato tipo orata e verdure bollite, con l’aggiunta di ottimi dolmadakia (riso speziato cotto in foglie di viti).

 

29 Giugno Melissi – Finikounda

Ci svegliamo e partiamo in direzione Messinia, il ‘’dito’’ sud-occidentale del Peloponneso, con l’intenzione di fare una tappa all’Antica Corinto. Quando arriviamo sul posto la temperatura sfiora i 40 gradi. Per quanto mi riguarda, i siti archeologici non sono il primo posto dove andrei con questo caldo torrido ma essendo cresciuto in una delle zone piú calde d’Italia, il mio corpo si adatta a questa temperatura senza difficoltà particolari. Non vale lo stesso discorso per Irene, cresciuta in un’isola dell’Atlantico dove non é mai meno di 12 e molto raramente piú di 30 gradi...poverina. Rimane intontita e fortunatamente incontriamo una farmacista molto gentile che gli da gli integratori giusti per rimediare nei prossimi giorni. In ogni caso ció ci costringe a programmare il resto della vacanza cercando di uscire presto la mattina e di trascorrere le ore piú calde in casa per quanto possibile. Prendiamo l’autostrada in direzione Kalamata. Dopo Tripoli, le montagne diventano verdeggianti e la pianura che precede Kalamata é uno spettacolo con tutti quegli ulivi. Prima di Kalamata deviamo verso la costa Ionica e ci fermiamo a Pylos (Navarino in italiano) per delle foto spettacolari sulla laguna.

Proseguiamo per Finikounda dove abbiamo prenotato 4 notti all’alloggio Fotis Apartment. Una bella struttura con piscina a 2 minuti a piedi dalla spiaggia. L’appartamento, molto pulito, é dotato di un bel balcone con vista sulla baia. Riceviamo una calorosissima accoglienza da Litsa, moglie di Fotis. Lasciate le valigie, andiamo sul lungomare. Finikounda é un bel villaggio dove trovi solo quello di cui hai bisogno: spiaggia, taverna, supermercato, pescheria, macelleria, bei negozietti di prodotti tipici e zero stress. La spiaggia é di ciottoli ed abbastanza lunga, facciamo quindi un bagno nell’acqua limpidissima. Lo scenario é anche molto bello con la baia delimitata dal promontorio a sinistra ed il porticciolo a destra. Alcune delle taverne dal lato del porto hanno i tavolini quasi sul bagnasciuga. La vista é arricchita dalla presenza dell’isola di Schiza sul lato destro.

 

30 Giugno Finikounda – Koroni

Dopo colazione ci dirigiamo verso est ed arriviamo a Koroni. Per caso passiamo davanti all’entrata del cancello che porta alla chiesa di Santa Eleistra, situata al lato del castello sul promontorio che divide la marina di Koroni a Ovest e la spiaggia di Memi a Est, su quest’ultima si ha una bellissima vista dalll’alto. Come sempre, restiamo affascinati ogni volta che entriamo in una chiesa greco-ortodossa ed anche in questa non restiamo delusi. Nel piazzale antistante vi é un bel campanile. Poi proseguiamo a piedi all’altro lato del promontorio attraverso le strade di Koroni. All’entrata del castello si ha un’altra vista stupenda sulla marina di Koroni. Nel castello ci sarebbero un paio di chiese/monasteri da visitare ma siccome già fa abbastanza caldo preferiamo scendere giú al lungomare dove facciamo una passeggiata ed acquistiamo una latta di olio d‘oliva della zona. Quindi torniamo al nostro appartamento e dopo aver pranzato, passiamo la seconda metà del pomeriggio a passeggiare a Finikounda e poi in spiaggia.

1 Luglio Methoni - Finikounda

La mattina andiamo a Methoni. Molto bello lo skyline della baia con il castello che occupa la penisola sulla parte destra, un vero e proprio tuffo nella storia del mediterraneo. Entriamo nel castello  pagando qualcosa come 4-5 Euro ma saremmo stati disposti a pagare sicuramente di piú. E’stata davvero una bellissima sorpresa, il castello é ben conservato mentre la vera chicca é la zona della fortezza sul mare. Facciamo foto straordinarie con l’isola di Sapienza posta alle spalle del forte di origine veneziana contornato da un mare dalle tonalità meravigliose. Nei secoli passati, Methoni era un punto altamente strategico lungo la rotta mercantile che da Venezia portava a Costantinopoli, Alessandria d’Egitto ed in Terra Santa e si percepisce dall’estensione della fortezza che era una vera e propria cittadella. Per lunghi periodi fu motivo di contesa tra Veneziani, Genovesi e Ottomani. Anche i piú grandi pirati della storia quali Barbarossa e Doria hanno lottato per la conquista dei porti della Messenia, come quello di Koroni.

Metoni

Dopodiché inizia a fare caldo e quindi usciamo dal castello e facciamo qualche bagno nella baia accanto al piccolo molo. Nel pomeriggio andiamo alla spiaggia piú grande al di là del promontorio che delimita la baia di Finikounda sul lato destro, mentre la sera ceniamo alla taverna Oynoisses sul lungomare di Finikounda, la cui veranda da sopra la spiaggia con l’intera baia che ti circonda. Prendiamo la nostra solita orata grigliata e qualche verdura di campo del posto. Dopo che Irene ha fatto banchettare almeno la metà degli splendidi gattini della zona, torniamo all’alloggio.

2 Luglio     Voidokilia – Finikounda

Oggi alte aspettative per la baia di Navarino. Decidiamo di assaporare la spiaggia di Voidokilia prima dall’alto della fortezza del vecchio castello di Pylos (non lo si confonda con il nuovo situato in città) per poi riscendere ed immergerci nelle sue acque. Quindi sorpassata Pylos, continuiamo per Gialova ed attraversiamo la striscia di terra dietro la spiaggia Chrisi Ammos. Dopo un pó di sterrato si arriva al parcheggio ed inizia il sentiero per il vecchio castello indicato con ‘’Palekastro’’. Appena a sinistra, volendo, c’é una spiaggetta posta alla fine del canale che dal mare costeggia l’isola di Sfakitria ed entra nella laguna. Sfakitria é di fronte a qualche metro con i suoi ripidi pendii. Il sentiero per il vecchio castello é quello che va a sinistra e raggira il promontorio. Il percorso fino al castello é in salita ma abbastanza agevole con una vista bellissima su Sfakitria prima e sul Mar Ionio in seguito. Si vedono grandi ragni che costruiscono giganti ragnatele in alto tra un albero e l’altro, dovendoci passare sotto (tranquilli non stiamo parlando di tarantole ma se proprio si é aracnofobi meglio evitare). Quindi dopo una ventina di minuti si arriva all’entrata della fortezza. Varcata la porta di entrata, se si va verso sinistra si arriva facilmente a dei bei panorami sullo Ionio. Se si vuole andare al panorama su Voidokilia invece, dopo la porta bisogna andare a destra ed avventurarsi nel mezzo della fortezza che, attenzione, non é messa in sicurezza dagli enti turistici locali. Il terreno non é regolare e per lunghi tratti bisogna immaginarsi il sentiero nell’alta sterpaglia. Noi siamo quasi i primi ad arrivare e quindi non avevamo altra scelta: dopo aver preso la direzione sbagliata piú di una volta cado su una roccia che si stacca dal terreno mentre cerco di saltare da un gradino di circa mezzo metro. Fortunatamente me la cavo solo con due ferite abbastanza profonde alla gamba, forse perché riesco a cadere nel modo giusto e la roccia resta sotto di me invece del contrario. Preso quasi dallo sconforto inizio a pensare che sia meglio rinunciare, quando sbucano alcuni ragazzi greci che ci chiedono ‘’Sapete la strada per tornare?’’ e noi ‘’Sapete quella per andare?’’.....e tutti insieme scoppiamo a ridere! Quindi dopo esserci ‘’salvati a vicenda’’, facciamo conoscenza e ci guidano al punto da dove si apre una vista meravigliosa sulla spiaggia di Voidokilia. La forma a ferro di cavallo é cosí perfetta che sembra un’opera di Giotto e non di madre natura, il tutto é contornato dal Mar Ionio a sinistra. Alle spalle della spiaggia vi é il Lago Divaro ed a seguire le montagne, il tutto ne fa un fantastico scenario fotografico. Quindi gente, una volta entrati nella fortezza il consiglio é di non avventurarsi ma chiedere a qualcuno che si incontra all’interno o magari arrivare alla fortezza già con una guida.


Voidoikilia dalla fortezza

Usciamo dalla fortezza e riscendiamo il sentiero fina alla nostra auto. Da qui ci sarebbe un altro sentiero piú corto per arrivare direttamente a piedi a Voidokilia ma preferiamo non avventurarci con ombrellone e zaini e quindi raggirare la piccola laguna in auto per giungere all’entrata principale della spiaggia. I ragazzi greci ci avevano consigliato anche di andare alla spiaggia di Glossa che si raggiunge con un sentiero che parte dal parcheggio di Voidokilia ma per come é ridotta la mia gamba oggi non ne voglio sapere di avventurarmi ulteriormente. Ci installiamo nella splendida baia di Voidokilia per alcune ore di totale relax nelle acque cristalline. La spiaggia é di sabbia ed il fondale molto basso, dovendosi fare una passeggiatina per raggiungere l’acqua alta.

Dopo pranzo torniamo a Finikounda per la doverosa siesta durante le ore piú calde, mentre nel pomeriggio ci godiamo la bellissima baia che abbiamo a pochi metri dall’appartamento e realizziamo che non potevamo scegliere un posto migliore dove alloggiare. La sera, ultima cena sulla nostra verandina con vista baia e poi alle 22 greche inzia la partita Italia Belgio per i quarti di finale dell’Euro che regala ulteriori soddisfazioni.

Finikounda

 

3 Luglio     Polilimnio - Ancient Messeni – Stemnitsa

Un pó a malincuore facciamo il check-out con Litsa. Cerchiamo di spiegarle che abbiamo lasciato alcune cose in frigo che non avevamo ancora aperto e che lei poteva utilizzare. Litsa, il cui inglese é comunque abbastanza buono, non riesce a comprendere e quindi ci chiede di parlare con sua figlia al telefono. Quindi ho una piacevole conversazione con la figlia che avvisa la madre dei prodotti che avevamo lasciato in frigo ed inoltre mi consiglia come cucinare in futuro i ‘’fava beans’’ comprati in un supermercato, da cui ne verrà fuori un buon hummus di fave. In seguito, partiamo verso la prossima meta che sarà l’unica di montagna per questa vacanza: Stemnitsa, villaggio a 1100 metri sul livello del mare tra le montagne dell’Arcadia e vicino al Menalon Trail.

Per strada ci fermiamo a visitare il parco del Polilimnio dove l’omonimo fiume scende attrverso un percorso di piccole e grandi cascate. Lasciamo l’auto al parcheggio e scendiamo fino al fiume. La direzione delle cascate é verso destra. Sono circa 10 minuti di cammino fino alla cascata principale che forma un laghetto sottostante. Utilizzate delle scarpe comode o meglio da trekking per avere ancora piú presa sulle rocce lungo il percorso. Ne vale davvero la pena, l’acqua é straordinariamente limpida e la natura ha creato davvero un posto unico dove si incontrano delle belle farfalle.

Polilimnio

Mangiamo e poi lungo il cammino decidiamo di deviare per Ancient Messeni. Attraversiamo prima la splendida pianura di ulivi alle spalle di Kalamata, le cui foglie che luccicano al sole assumono un effetto verde-argentato. Queste tonalità insieme all’azzurro del cielo, il blu del mare e l’arancio dei tetti delle case donano un’atmosfera unica al paesaggio, sembra di essere in un quadro di un pittore impressionista. Temevamo un pó le ore piú calde in un sito archeologico, per fortuna oggi c’é un venticello che allevia l’afa e quindi non abbiamo difficoltà a goderci questo posto fantastico. L’antica città é ai piedi della montagna che fa da anfiteatro alla verdeggiante valle sottostante da cui si scorge il mare in lontananza. Il teatro, l’agorà, la basilica romana, l’Asklepeion, lo stadio, la palestra e il mausoleo....e pochi turisti il che davvero lascia immaginare cosa si doveva provare ad arrivare in questa splendida città e camminare tra i suoi edifici meravigliosi. Irene in regia mi segnala che a differenza di altri siti archeologici, in questo é possibile entrare all’interno della maggior parte delle strutture in totale libertà. Lo stesso biglietto permette di entrare al museo situato al di fuori dell’area archeologica, sulla strada principale del villaggio moderno di Messene. Il museo é piccolo, in 5 minuti si possono ammirare le belle sculture ritrovate nel sito archeologico.

Antica Messeni

Dopo quest’ultimo stop, finalmente si va verso le montagne. Quindi, dopo Megalopoli si inizia a salire sulle montagne dell’Arcadia per arrivare poi a Stemnitsa. Poco prima dell’entrata del paesino ci fermiamo ad ammirare la sua vista dalla strada. Si tratta di un meraviglioso villaggio tra le montagne verdi, fatto di case costruite con la tradizionale pietra locale. I residenti ufficiali sono circa 200 ma comunque con turisti e viandanti il numero dovrebbe almeno raddoppiare. Incredibile come abbiamo contato almeno 5 chiese per un numero cosí piccolo e tutte una piú bella dell’altra. La piazzetta principale é molto carina, qui si trovano qualche kafenion ed una taverna.

Stemnitsa

 Arriviamo quindi al nostro alloggio che é sulla parte piú alta del villaggio: il Gartaganis Guesthouse. In questo caso abbiamo prenotato per 3 notti una stanza senza cucina, apprendendo dai commenti su Booking che comunque la colazione é abbastanza abbondante, con prodotti naturali della zona. Iannis ci accoglie con uno squisito succo di frutta fatto da loro, mix di arancia, pera e albicocca ed un fantastico té organico che poi scopriamo essere il té piú diffuso nelle montagne del Peloponneso (té dei Monti Parnona, credo in Italia abbiamo qualcosa di simile: la siderite). La stanza ha un lungo balcone in comune con un appartamento ed ognuno ha il suo tavolino con sedie. La favolosa vista é su Stemnitsa, incastonata tra le montagne ed immersa nel verde. Decidiamo di scendere in piazzetta per cenare, a piedi quindi bisogna farlo attraverso le scale del villaggio...un pó piú faticoso al ritorno eheh.  Ci sediamo quindi in piazzetta ai tavoli dell’unica taverna del paese che ha adottato il suo stesso nome. Qui in montagna ovviamente non servono pesce, la carne la fa da padrona e, non potendo gustarne i piatti di carne rossa, la scelta ricade sul pollo grigliato (ottimo). Prendiamo inoltre un buon sformato di feta e spinaci.

4 Luglio    Menalon Trail – Dimitsana

Si rivelerà uno dei giorni piú belli di tutta la vacanza. Volendo il sentiero del Menalon Trail parte da Stemnitsa ma impiegheremmo troppo tempo per arrivare a destinazione. Quindi con l’auto raggiungiamo il parcheggio antistante al Moni Agiou Ioannou da cui si ha una splenida vista sulla gola e le montagne. Poi proseguiamo a piedi sullo sterrato al lato del monastero ed in una ventina di minuti raggiungiamo il Moni Podromou, un’architettura fantasticamente incastonata nella roccia della montagna. Dei simpatici muli stanno pascolando sul sentiero ed uno di loro accarezza Irene con la coda al suo passaggio. Facciamo delle grandi foto sia da sotto al monastero che all’entrata. I soliti gattini ci accolgono all’ingresso ed Irene come sempre non perde occasione per fare foto e dare del cibo con il risultato che ci seguono ovunque, forse qualcuno lo avranno trovato sull’aereo al ritorno. Une delle due simpaticissime ragazze che aiuta i monaci ci spega che dobbiamo indossare dei copriabiti disponibili all’ingresso, nel mio caso sará un pantalone 10 volte piú della mia taglia che con molte difficoltà tengo su alla cintura. Ci dicono che la maschera non é assolutamente obbligatoria all’interno. Ora noi veniamo da una metropoli dove milioni di persone la indossano da un anno e mezzo, ed abbiamo inoltre la preoccupazione di evitare il contagio per poter tornare a casa. Siccome siamo ancora agli inizi della vacanza, preferiamo tenerla ma é una sensazione strana catapultarsi in questo che é ormai un nuovo mondo senza restrizioni Covid in una realtà dove siamo le uniche persone a preoccuparsi. Il tutto ha fatto sorgere ulteriori dubbi alla domanda ‘’Ma nel resto del mondo che sta succedendo davvero?’’. Visitiamo la favolosa chiesa forgiata nella roccia  all’interno del monastero. Un giovane monaco inzia a parlare con noi in greco e devo fargli notare che purtroppo non siamo in grado di capire (magari un giorno, sarebbe fantastico!). Avendo vissuto a Londra lui ci chiede in perfetto inglese di dove siamo e spiego che io sono italiano ed Irene portoghese. Lui ci risponde sorridendo: ‘’Ah, per questo sembrate greci!’’....avendo vissuto anch’io nel nord Europa per circa 4 anni, ci siamo capiti in un istante ma credo che avremmo avuto mille cose da dire al riguardo. Potrei continuare questo discorso per ore e dirvi di tutte quelle volte che mi hanno scambiato per greco, portoghese e spagnolo (anche chiamandomi Alejandro), consapevole delle nostre origini latine ma prima ancora greche e che qualche decennio di globalizzazione non potrà mai cancellare secoli di Magna Grecia e di un impero con capitale Roma, anch’essa fondata probabilmente da greci. Quegli anni hanno dato l’impostazione alle tradizioni e modificato nel DNA la vita delle popolazioni del Mediterraneo, forgiando una cultura unica ancora tangibile attraverso le testimonianze disponibili oggigiorno. Ma finiamola qui, già si é andati oltre eheh. Dopo aver accettato l’offerta di alcuni ottimi biscotti e caramelle preparate dai monaci, compriamo alcuni prodotti fatti da loro e proseguiamo il cammino.

Moni Podromou

Il Menalon trail continua in discesa verso il fiume che attraversa la gola da cui si risale all’altro versante fino a raggiungere il bivio che porta agli altri due monasteri: il vecchio ed il nuovo Moni Philosofou. Senza accorgercene prendiamo la direzione verso il nuovo, l’ultimo tratto fatto di scalini é un pó duro specie se fatto nelle ore piú calde. Arriviamo al nuovo Moni Philosofou, lo spiazzo antistante é stupendo. Troviamo un monaco che parla giusto qualche parolina di inglese e non capiamo se sia possibile visitare il monastero. Un pó in difficoltà nel comunicare, ci dice: ‘’C’é qui una vostra amica tedesca’’, un’altra ragazza in visita, in realtà belga che ci spiega che neanche lei sa cosa fare. Nel frattempo ci dice che é di Anversa ed iniziamo a parlare con lei avendo anche noi vissuto in Belgio per un paio d’anni. Arriva cosí un altro monaco (che in realtà ci spiegherà in seguito di essere in procinto di diventarlo). Ci introduce nella bellissima chiesa del monastero e quando scopre la nazionalità di Irene, con grande sorpresa ci parlerà per il resto del tempo in portoghese, precisando di aver visitato Lisbona ed altre zone del Portogallo. Ci racconta molto sulla chiesa, innanzitutto ci dice che tutte le chiese greco-ortodosse hanno tre delle quattro icone rappresentate nel portale frontale tutte identiche tra loro, mentre la quarta indica a quale santo la chiesa é consacrata, in questo caso alla Vergine Maria. Inoltre noto in questa chiesa due draghi sull’iconostasi (la struttura frontale all’interno delle chiese greco-ortodosse) e mi spiega che quel simbolo rappresenta ‘’colui che prevede il futuro’’. Dopodiché ci conduce in un’altra stanza per il solito rituale di offerta di dolci fatti da loro, anche questi squisiti. Quindi ci salutiamo promettendoci di rincontraci qui un giorno.

Moni New Philosophou

Dopo aver mangiato il nostro cibo seduti sulle panchine sotto gli alberi del grazioso piazzale del monastero, torniamo giú al bivio e risaliamo verso il vecchio Moni Philosofou. Arriviamo alla sua entrata ma non ci addentriamo. Magari ne valeva la pena ma in realtà é abbandonato e probabilmente ne restano solo ruderi, ad eccezione della favolosa chiesetta in pietra grigia e rossa ben visibile dall’esterno. Dovrebbe esserci forse un modo all’interno delle mura per raggiungerla ma ci accontentiamo di vederla da qui seduti sui gradini mangiando un pó di frutta. Rinvigoriti, scendiamo di nuovo verso il fiume, risaliamo all’altro lato passando nuovamente sotto il Moni Podromou e raggiungiamo l’auto. Mi sono dilungato nella descrizione di questo cammino per vari motivi: al di là della meravigliosità del luogo e degli edifici visitati, vale la pena raccontare le emozioni che si provano durante il cammino e che scaturiscono dai dialoghi con le fantastiche persone che si incontrano. Sono proprio questi ultimi che danno il valore aggiunto a questa esperienza. Quindi se vi capita non andateci solo con gli occhi del turista ma cercate di spendere un pó di tempo con chi vi accoglie, ne uscirete arricchiti. Il cammino non é una passeggiatina leggera ma ne vale davvero la pena.

In seguito torniamo alla Gartaganis Guesthouse per rinfrescarci e nel tardo pomeriggio ci dirigiamo a Dimitsana per cena. Il villaggio appare già molto carino dalla strada, circondato dal verde delle montagne e con i campanili delle chiese che svettano tra le case. Uno di questi richiama chiaramente un minareto, visto che anche la cupola della chiesa ha la tipica forma schiacciata delle moschee. Probabilmente lo era ed é stata convertita nei secoli passati. Dopo aver parcheggiato, facciamo un giretto a piedi da quelle parti e notiamo che la chiesa (Agios Kyrikos) ha una bellissima cupola in rame come pure il campanile. Peccato che al momento é chiusa. Dopo qualche foto torniamo alla strada principale e ci fermiamo a mangiare da Sto Kioupi perché dal menu sembrava l’unico a conciliarsi con le nostre restrizioni alimentari. Il padrone é molto simpatico e cortese e ha dovuto enunciare quasi tutte le invitanti pietanze sul ricco menu. Alla fine il compromesso sono degli ottimi gemista e verdure di campo della zona. Mangiamo fuori ma il locale all’interno é davvero bello con tavoli, divani ed anche un camino (da queste parti in inverno la neve capita spesso). Inoltre dalle grandi finestre si ha una bella vista sulle montagne. Dopo cena ci spostiamo al bar con terrazzino che é quasi di fronte al ristorante, per un té con vista sulle montagne circostanti. Credo si chiami 4 Seasons ed é nella curva dove si concentrano i pochi bar e negozi. Quindi dopo il conto si torna a Stemnista per pernottare. Direi che Dimitsana é certamente bella ma in realtà confermiamo la scelta di Stemnitsa per l’alloggio, in quanto resta un pó piú autentica.

Dimitsana

 

5 Luglio     Dimitsana – Stemnitsa

Dopo la solita ottima colazione servita da Yannis e sua madre, ripartiamo verso Dimitsana.  Ci rendiamo conto di aver dimenticato la nostra preziosa borraccia termos la sera prima da qualche parte a Dimitsana. Telefono quindi al bar e mi conferma di aver conservato la borraccia ancora prima che glielo chiedessi. Per strada deviamo verso Zigovistis per visitare la chiesa del paese. Arrivati li purtroppo una signora ci dice che oggi é chiusa e capiamo che il lunedi raramente se ne vede una aperta. In ogni caso é valsa la pena venire qui. La piazza principale del villaggio é molto bella per via dei grandi alberi che donano ampia ombra ai tavoli della taverna con il gradevole sfondo degli edifici in pietra.

Ci rimettiamo in macchina e proseguiamo per Dimitstana per andare a visitare il Museo dell’Acqua e Moni Emialon. Prima di Dimitstana giriamo a sinistra e giunti al parcheggio del museo continuiamo alla volta del monastero. Dopo alcuni minuti parcheggiamo l’auto e scendiamo le scale per arrivare all’entrata (5 minuti a piedi). Lungo il breve cammino fino all’entrata ci fermiamo a fare delle foto sotto gli oleandri in fiore, valorizzati da un background verdissimo come solo qui all’interno della gola. All’entrata vi sono i soliti gattini ad accoglierci.  Anche questo monastero é costruito nella roccia ma avendo una struttura piú grande e piú recente rispetto al Moni Podromou visitato ieri. Un monaco ci da il buongiorno nel cortile ma all’inizio non sembra molto incuriosito dalla nostra presenza. Dopo un pó lo vedo approssimarsi ad una pianta fiorita posta in una vaso toccandone i suoi steli, anche se non capisco il greco noto il tono delle dolci parole di amore rivolte a qualcosa. Essendo io al di sotto della scena, non posso capire a chi/cosa sono rivolte quelle frasi melodiche. Penso alla coltura del miele e delle api e che chissà che alcuni monaci hanno un rapporto di vero amore con gli animali, facendo un parallelo con il nostro San Francesco. In ogni caso gli chiedo se fosse possibile visitare il monastero e lui ci accoglie con piacere. Entriamo all’interno e ci conduce alla cappella costruita nella roccia. Questa volta optiamo di non indossare la maschera visto che non vi sono altri visitatori all’interno a parte noi. Passiamo alcuni minuti ad ammirare questo gioiello costruito già da qualche secolo mentre il monaco resta a vegliare dietro di noi in preghiera. Dopodiché ci conduce nella stanza dove si offrono i dolci fatti da loro e trascorriamo una buona ventina di minuti a chiacchierare. È stata davvero una bellissima conversazione, il giovane monaco ci ha raccontato che viveva e lavorava ad Atene. Ad un certo punto della sua vita decise di lasciare quello stile e quindi di dedicarsi alla meditazione per fare del bene agli altri. Abbiamo parlato di tante cose, lui ci ha detto ad un certo punto ‘’mi sono reso conto che stare al kafenion con gli amici non mi dava niente ma ogni volta che facevo del bene a qualcuno, ció mi arricchiva tantissimo nello spirito’’. Che dire, abbiamo concordato che tutti possono avere lo stesso pensiero pur non scegliendo di vivere in un monastero ma ha aggiunto che vivere al 100% in maniera naturale come lo si fa qui e lontano dalle notizie che ci incutono ansia ogni giorno aiuta ad avere le idee chiare. Inoltre parliamo anche della religione ortodossa e delle forse superflue differenze con quella cattolica in termini di dottrina. Abbiamo ammirato molto la persona che avevamo di fronte, perfino ci ha chiesto scusa se nel fornirci alcune spiegazioni teologiche ci aveva annoiato...ma tutt’altro. Ci invita ad andare sul lungo balcone in legno per ammirare il panorama e fare qualche foto all’esterno, davvero ne valse la pena. Infine ci accompagna fuori e qui succede qulacosa di meraviglioso che poco prima non ero riuscito ad immaginare. Per via dei suoi magnifici fiori, rimaniamo colpiti dalla stessa pianta a cui il monaco ‘’parlava’’ prima di entrare, mentre lo stesso é intento a convincere una gatta ad uscire dal lungo corridoio del  monastero. Noi continuiamo ad ammirare la pianta fiorita cosí bella che per un attimo ho pensato che prima stesse parlando con i fiori quando lui finalmente esce per salutarci. Accortosi della nostra attenzione per la pianta, con un gesto delicato apre un varco tra gli steli ed appaiono 5-6 gattini ‘’nati questa notte’’.....Irene ed io non crediamo ai nostri occhi, che meraviglia.

Dopo gli ultimi saluti, torniamo con l’auto al parcheggio del Museo dell’Acqua e facciamo il biglietto (credo 4-5 Euro). Ne vale la pena perché l’acqua  ancora scorre attraverso il mulino che nella prima metà del secolo scorso era operativo per la produzione di pane e polvere da sparo fin dai tempi della guerra d’indipendenza greca. Molte cose vi si producevano nel complesso,  tra cui vestiti di ogni genere ed anche raki. Inoltre é ben organizzato con varie spiegazioni sulla storia della Grecia e sull’importanza strategica di Dimitsana nel passato per l’industria bellica per la produzione di ferro e polvere da sparo ed prima ancora nel fornire le risorse ai Veneziani per respingere le invasioni ottomane.

Andiamo via dal museo ed entriamo a Dimitsana dove rimaniamo diverititi nel vedere un asinello ‘’parcheggiato’’ sulla via principale. Il guinzaglio dell’asino era legato al palo della luce ed il simpatico animale stava immobile prendendosi metà della carreggiata, l’altra metà serviva per far passare le auto.

Dimitsana

Dopo qualche foto al ‘’veicolo’’ in sosta vietata, cerchiamo qualche altro ristorante che soddisfi le nostre quasi improponibili restrizioni alimentari (senza glutine, carni rosse e pomodoro in un villggio di montagna da queste parti ti lascia praticamente senza scelta), al punto da doverci alzare ed andarcene da uno dei ristoranti. Dopo aver parlato con vari, decidiamo di tornare allo Sto Kioupi di ieri con il suo gentile proprietario dai modi tanto cortesi quanto diretti. Questa volta andiamo su un ottimo fegatino di maiale accompagnato dalle solite verdure di campo. Davvero ci sono tanti piatti particolari della zona che ahimé, anzi ahinoi, non possiamo assaporare.

Dopo l’offerta di anguria finale ce ne torniamo a Stemnitsa dove entriamo in un negozio di prodotti locali. Il negozio come molti della zona ha di tutto, a partire dai diversi tipi di miele fino alle innumerevoli marmellate di ogni genere. Purtroppo si deve prendere un aereo e non possiamo portare tutto quello che vorremmo. Una delle due sorelle ci spiega che a seguito della pandemia il padre ha perso il lavoro e ha dovuto cambiare strategia, aprendo questo splendido negozietto la cui produzione si limita agli ingredienti a disposizione nella zona. Ci dice che qualcuno addirittura viene ogni anno dalla Francia con il suo camper e se ne torno carico di...meraviglie. Quindi compriamo solo un pacco di pasta, trattasi di una fregola all’uovo che si usa soprattutto nelle zuppe e dal sapore particolare (ottima). In seguito ci dirigiamo nella parte piú antica di Stemnitsa, dove iniziano i sentieri del Menalon. Salendo delle scale si arriva alla croce da dove si ha una splendida vista sul paesino e sulle montagne circostanti. Poi torniamo alla stanza per preparare lo spostamento di domani e per una cena arrangiata come potevamo con bulgur, favolose verdure di campo doppiamente ordinate a pranzo e tonno in scatola. Quindi si va a letto, il Mani ci attende.

6 Luglio     Kardamyli - Foneas - Agios Nikolaos - Neo Itilo

Ultima deliziosa colazione al Gartaganis Guesthouse. Salutiamo Iannis e sua madre e partiamo alla volta del Mani. Ci dispiace un pó lasciare questo angolo di Arcadia che ci ha sorpreso con i suoi paesaggi ed i suoi tesori nascosti. Quindi riscendiamo fino a Megalopoli dove imbocchiamo l’autostrada per Kalamata, che chiamerei l’autostrada degli ulivi….l’ombelico del Mediterraneo é qui! Approcciando il golfo di Kalamata deviamo verso sinistra, dove la catena montuosa del Taygetus si estende lungo la penisola del Mani e raggiunge i 2400 metri di altitudine non lontano dal golfo. La strada scorre lungo la costa ed arriviamo a Kardamyli, villaggio nel nord del Mani. Ci fermiamo per alcune foto al piccolo porticciolo oltre il villaggio

Kardamyli porto

e quindi proseguiamo per alcuni minuti di auto fino alla spiaggia di Foneas. Trattasi di una piccola baia di ciottoli bianchi con acque limpide. Spendiamo un’oretta tra sole e bagni e torniamo verso Kardamyli per pranzare.

Foneas beach

Appena dopo aver riattraversato Kardamyli giungiamo alla lunga spiaggia Paralia Ritsa e ci fermiamo alla taverna Elies, una vera chicca scovata da Irene. É immersa negli ulivi, proprio di fronte alla spiaggia. I tavoli sono sparsi sotto gli alberi. Mangiamo un ottimo ‘’briam’’ che non é altro che un mix di verdure in padella al pomodoro fresco (non noto alcuna differenza con la ‘’ciambotta’’ che si prepara nel sud dell’italia), seguita dalle solite eccellenti verdure di campo spontanee. Il servizio é molto efficiente e veloce.

Taverna Elies_Kardamyli

Dopo pranzo ci fermiamo a Kardamyli per visitare la parte piú vecchia, purtroppo in questo giorno della settimana (Martedi) gli edifici antichi ed il museo sono chiusi ma comunque l’ambiente rimane molto suggestivo con le antichissime strutture in pietra e l’immancabile caratteristica torre del Mani.

Kardamyli città vecchia

Scattate varie foto, torniamo all’auto e proseguiamo verso sud. Passiamo Stoupa e ci fermiamo ad Agios Nikolaos. La prima sosta é la chiesetta sul lato nord del villaggio, chiusa ma molto carina anche perché da proprio sul mare ed ideale per qualche foto. Quindi ci spostiamo piú verso il centro del villaggio e parcheggiamo per fare un giro a piedi sul lungomare. Situazione molto tranquilla con bar e taverne che si affacciano sul porticciolo. Rientrati in auto ci avviciniamo alla spiaggia a sud del villaggio, Pantazi, per un altro bagno. Anche qui molto spazio per tutti, la spiaggia é di sabbia mista a breccia grigia, non una delle piú belle ma comunque ok. La parte Nord del Mani é sicuramente bella, in ogni caso resta un tantino piú turistica forse perché piú vicina a Kalamata ed al suo aereoporto.

Un’oretta piú tardi continuiamo verso sud. La strada si allontana un pochino dalla costa rocciosa e si attraversano vari villaggi con delle belle chiesette fino ad arrivare ad Itilo. Oltre Itilo si inizia a scendere verso la bellissima baia omonima, arrivando cosí a Neo Itilo.

Baia Neo itilo

 Il nostro alloggio é l’Amphitrite's House. Trattasi di una casetta a piano terra con tetto a spiovente, praticamente sul mare. Tra l’uscio di casa e´l’acqua della baia vi é solo una stradina. È posta alla fine di Neo Itilo, prima del bellissimo e tranquillissimo cocktail bar (Aperanto Galazio – Blu infinito in italiano) che ha una fila di tavolini posti vicino al muretto che separa la stradina dal mare. Si ha inoltre una meravigliosa vista sulla baia, praticamente la stessa prospettiva che si ha dal nostro alloggio. La sera il bar offre un bel gioco di luci colorate nel buio quasi totale di questa parte della baia. Non vi é mai troppa gente e sempre una bella musica di sottofondo, un ambiente molto gradevole. Di fronte ai tavolini, all’altro lato della stradina vi é la struttura del bar in pietra, con una scala che sale al terrazzino antistante all’entrata dell’edificio con altri tavoli e divani. Davvero un bel posto, tranquillo e senza rumori eccessivi che possano disturbare il vicinato durante la notte.

Entrando nel nostro alloggio quindi, ci accoglie la simpaticissima Litsa che abita a un centinaio di metri nel villaggio di Neo Itilo. La casa é una meraviglia, in pietra locale con una bella cucina e camera da letto. Vi é anche un tavolino all’esterno ed una doccia all’aperto sopra la scalinata. A giorni alternati, Litsa ci porta qualcosa di delizioso per colazione e tutto preparato da lei: frittelle ripiene di feta e una specie di ottimi taralli fritti al limone, pietanze contornate da meravigliosa frutta locale. Peccato non possiamo abusare dei fritti per via della nostra dieta gluten free. Quindi giusto il tempo di pensarci e Litsa si presenterà una mattina con un bel vassoio contenente una succulenta frittata di zucchine e patate locali accompagnata da un pane senza glutine con aggiunta di banana fatto da lei e restiamo…. a bocca aperta. In seguito la serata, anzi nottata, finisce con la sudatissima semifinale vinta ai rigori contro la Spagna. Ebbene si, siamo in finale!

Amphititre's House

7 Luglio     Neo Itilo - Limeni – Aeropoli

L’interminabile partita di ieri é finita all’una di mattina in Grecia. Stamattina mancano all’appello non solo qualche ora di sonno ma anche un bel pó di energie a causa della ‘’sofferenza’’ di ieri sera e per l’adrenalina liberata prima di andare a letto. In ogni caso, le energie appaiono magicamente appena si mette il naso fuori dalla porta visto che lo spettacolo che si ha intorno é sempre stimolante. Meno male che oggi é indetto un giorno di relax. Quindi approfittiamo del fatto di aver tutto quello di cui abbiamo bisogno nel raggio di pochi metri. Prima peró facciamo una capatina a Limeni che dista circa un paio di chilometri dalla nostra casetta. All’arrivo la vista della baietta di Limeni non delude le aspettative. Mare cristallino azzurro chiaro, il fondale cosí visibile che dall’alto le barche sembrano sospese nell’aria anziché galleggiare. Le case sono costruite sulle prime rocce, praticamente sull’acqua e sono caratterizzate dalla tipica pietra del Mani. Il villaggio é anche famoso per la presenza delle tartarughe: Litsi ci ha spiegato che prima ve ne erano molte di piú fino a quando hanno probito ai pescherecci di venire a pulire le reti nella baia.

Limeni

Dopo alcune fantastiche foto e qualche avvistamento delle grandi testuggini, saliamo il promontorio della baia fino ad Areopoli per fare una spesa e riempire il nostro frigorifico.

Areopoli si presenta con un fascino particolare. Di mattina non vi é molta gente in giro ed i tavoli dei locali non occupano molto spazio sulla via principale, a differenza della sera. Gli edifici riflettono lo stile regionale, ogni angolo é minuziosamente adornato da gestori di bar e taverne creando graziosi spazi intimi nelle piazzette, sulle terrazze e nei cortili interni. Molto bella é anche la chiesa principale a cui si arriva alla fine della via dei locali, mentre tornando all’entrata del centro storico ci si rende conto del bellissimo sfondo offerto dalla montagna che sovrasta Aeropoli, arida e dalla forma particolarmente geometrica che sembra essere stata tagliata da un’opera ingegneristica. Compriamo quindi un pó di frutta e verdure in un mini market e torniamo verso casa.

Aeropoli

Passiamo il pomeriggio di fronte casa. Alcune persone del luogo sono in acqua, una scaletta da piscina é posta a pochi metri da noi per facilitarne l’ingresso. Non vi sono mai piú di due o tre a fare il bagno, generalmente le solite e simpatiche signore munite di cappellino che trascorrono forse ore a mollo parlando tutto il tempo…che magicamente si ferma. Diciamo che sono proprio queste le situazioni che chiedevamo a questa vacanza (io forse un pó di piú) per dare un break alla vita a volte troppo dinamica della città. Ogni tanto si ha davvero il bisogno di fermarsi e di non avere piani ma godersi il momento e farlo magari in un posto meraviglioso come questa baia di Neo Itilo. Se non si trovano cose da fare non preoccupiamoci, annoiarsi ogni tanto fa anche bene e stimola la creatività. Anche se in Grecia, non ci annoieremo mai!

Neo Itilo Amphitrite's House

8 Luglio     Paralia Dirou  - Pirgos Dirou – Mezapos – Gerolimenas - Vathia - Porto Kagio - Lagia -           Kokkala

La sveglia é abbastanza presto ed il programma davvero eccitante: oggi é uno dei giorni piú ricchi visto che ci aspetta un bel giro per tutta la penisola meridionale del Mani.

Si attraversa di nuovo Limeni prima di risalire su ad Aeropoli e quindi si prosegue verso sud. Come prima tappa l’intenzione é quella di fermarsi alla spiaggia delle grotte di Diros. Quando arriviamo in prossimità delle grotte troviamo dei lavori in corso e ci indicano che non é possibile andare oltre. Le grotte infatti sono temporaneamente chiuse per il Covid e ne stanno approfittando per riparare la strada. Torniamo quindi indietro e deviamo per Paralia Dirou per un breve stop. La spiaggia é di ciottoli bianchi con un mare stupendo, vi sono un pó di camperisti accampati.

Paralia Dirou

Sapendo che ci aspetta un bel giro, dopo una quindicina di minuti e qualche foto proseguiamo sulla strada verso sud. Quindi a Lefkias attraversiamo di nuovo l’incrocio dove a destra si va per le grotte ma subito dopo ci fermiamo per un altro motivo. Restiamo attratti dalle ceramiche esposte da due negozietti ed entriamo in quello sul lato destro della strada. Davvero restiamo abbagliati dalla bellezza delle ceramiche colorate fatte a mano dai locali. Non riesci a sceglierne una che subito ne trovi un’altra piú bella. Compriamo quindi tre ciotoline con delle fantasie straordinarie. Avendo chiacchierato per un pó durante la scelta degli oggetti, il proprietario ci cheide di dove siamo e dopo aver appreso le nostre rispettive nazionalità con un gran sorriso ci risponde ‘’We are the same!’’. Non mi stancheró mai di ripetere di quante volte me lo sono sentito dire in Grecia e che davvero ogni volta che ci torno mi sento sempre piú a casa, non solo per come vengo accolto ma appunto perché sembra tutto come a casa. Dopo aver conosciuto varie persone di ogni nazionalità in giro per l’Europa posso dire che c’é un comune denominatore che associa i comportamenti e la vita sociale dei popoli del Mediterraneo, soprattutto greci e latini. Inoltre avendo vissuto in 4 paesi esteri, mi sento di dire che certe scene per strada le vedo solo in Grecia e da noi, sicuramente al sud dell’Italia che guarda caso é stato per secoli parte della Magna Grecia. I Romani in seguito hanno cambiato lingua e politica amministrativa ma comunque non hanno mai abbandonato il mito del mondo ellenico, rimanendone sempre affascinati e di conseguenza certi usi e costumi sono rimasti in comune, proprio come sostiene questo signore.

Seguiamo quindi la nostra rotta che ci porta su una strada secondaria non lontana dalla principale. A detta della nostra guida Lonely Planet, varrebbe la pena deviare ed attraversare vari minuscoli villaggi come Drialos e Vamvaka. Piú che villaggi, trattasi di qualche casa attorno alle tipiche torrette del Mani non in buono stato. Niente di orribile chiaro ma a noi francamente non ha entusiasmato. La strada quindi si ricongiunge a quella principale poco prima del bivio per Mezapos, dove arriviamo dopo qualche minuto. La baietta di Mezapos é semplicemente straordinaria, si sviluppa a ferro di cavallo ed è circondata dall’alta falesia di argilla. Vi sono tante barche colorate e l’acqua é di una limpidezza unica con tonalità dal verde al turchese che fanno un bellissimo contrasto con il giallo dell’argilla. Facciamo innumerevoli foto e ci rimettiamo in macchina.

Mezapos

Dopo una quindicina di minuti arriviamo all’altra bellissima perla del Mani: Gerolimenas. Parcheggiamo e ci installiamo con l’ombrellone nella baietta sulla spiaggia di ciottoli bianchi. L’acqua é marcata da vali colori che vanno dal verde al dorato e poi turchese, fossi un pittore troverei qui l’ispirazione per un quadro dai mille colori. Dopo diversi bagni di acqua e di sole, decidiamo di andare a mangiare alla taverna ‘’Mani Mani’’, scelta azzeccatissima. Veniamo trattati benissimo, il cameriere che sembrava essere uscito da un film di Al Pacino, nonostante il suo aspetto un pó da gangster, parla un ottimo inglese e con tanta pazienza ci suggerisce i migliori piatti per la nostra dieta. Su suo consiglio ordiniamo un’orata rossa (deve essere una varietà locale) con le solite verdure spontanee. Ci sediamo al fresco proprio di fronte alle barche colorate. Alla mia domanda se il pesce che stava consigliando era fresco, mi fa una faccia sorridente del tipo ‘’mica ci vuoi offendere’’ e indica i colleghi al nostro fianco che hanno appena messo in moto il mini peschereccio. Tutto quello che offrono viene da quella barca. Spieghiamo che purtroppo non possiamo bere vino e quindi solo acqua. Lui ci propone un succo di frutta o bevande gassate e io gli faccio notare che quando mangio se non é vino é acqua. Lui ci guarda sorridente e capisce che deve un pó tornare alle sue tradizioni con noi ma chissà nella sua carriera quanti ne ha visti di turisti accompagnare una pizza con un cappuccino o mangiare un ottimo pesce grigliato sorseggiando un succo al mirtillo…chissà che obrobri gli tocca guardare! L’orata era semplicemente squisita e le verdure assolutamente fantastiche. Chiediamo il nome di questa bontà, lui ci dice che viene colta li sulle montagne e capiamo che non vale la pena soffermarsi sul nome in greco….mi vengono in mente le cime di rapa che in Puglia hanno un sapore ed in Campania uno totalmente diverso, per questo le chiamano in altro modo (friarelli). Cosi come in Portogallo le cime di rapa hanno un’aspetto e sapore ancora differente, quindi le chiamerei semplicemente verdure spontanee del Mani, non credo vi sia una traduzione in inglese tantomeno in Italiano (potrei dirvi decine di verdure spontanee che crescono solo in specifiche zone della Puglia e che non hanno un nome in italiano). In ogni caso io vado pazzo per (quasi) tutte le erbe spontanee commestibili, ovunque vada nel Mediterraneo. Terminato il pranzo, scambio due chiacchiere con il nostro cameriere gentleman dall’aspetto un pó ‘’picciotto di Scarface’’ e mi dice che viene da Atene. In estate il Mani é bello ma in inverno ci si annoia tanto…bé in effetti passare da una città di 5 milioni di abitanti ad una con qualche decina in inverno richiede anche un minimo di capacità di adattamento, questo é vero. Ma almeno sei in un angolo di paradiso dove tutto é salutare! Quindi salutiamo tutti e proseguiamo a piedi lungo la baia di Gerolimenas, dove tra le case in pietra si aprono scorci fantastici sulla baia. Quest’ultima come tipologia non é molto diversa da Limeni ma rimane un pó piú autentica e meno affollata.

Gerolimenas

Tornati in auto si continua a scivolare la penisola verso sud e ci fermiamo a Vathia, villaggio abbandonato e caratterizzato dalle case tipiche in pietra locale e dalle torrette che svettano tra di esse. Facciamo un giro a piedi, molte case sono in pessimo stato, altre tenute abbastanza bene ed alcune ristrutturate (anche se non ci vive proprio nessuno). In una piccola piazzetta troviamo una sedia di quelle tipiche in vimini davanti ad una porta e facciamo qualche foto li seduti.

Vathia

Poi accendiamo il motore e continuiamo. Proseguendo dopo Vathi si é abbastanza alti sulla costa ed all’improvviso si ha la vista sull’ultima parte della penisola con la spiaggia di Marmari ai piedi della montagna arida e sinuosa che sembra il corpo di un serpente che entra nel mare. La vista é davvero bella, decidiamo di non raggiungere l’estrema punta meridionale a piedi fino al faro di Capo Tenaro e quindi deviamo direttamente per Porto Kagio.

Capo Tenaro

Porto Kagio, non ci sembra vero. Una baia che si apre solo ad un’estremità formando un bel cerchio di acqua limpidissima. Lo scenario dell’alto della montagna che sovrasta la baia é sensazionale. E poi il villaggio, consistente in pochi alloggi e taverne a ridosso della spiaggetta. Le taverne hanno i tavoli sotto l’unica fila di ombrelloni che é praticamente sul bagnasciuga. Se si sta cercando una location per farsi qualche giorno casa e spiaggia qui é perfetto. Si é fuori dal mondo e penso non vi sia altro posto piú adatto al completo relax, assolutamente da provare almeno una volta nella vita e perché non una volta all’anno. L’impressione che si é avuta invece di Marmari dall’alto é che fosse un pó piú turistica mentre Porto Kagio é definitivamente il top!

Porto Kagio_taverna

Dopo le foto di routine prendiamo l’auto parcheggiata sulla spiaggia (sono gli unici 20 metri di porto Kagio percorribili in auto) e ci dirigiamo questa volta verso nord, lungo la costa est del Mani. Da Porto Kagio risaliamo verso la montagna da dove si ha una vista spettacolare ed un pó adrenalinica sulla baia.

Porto Kagio

Dopo una ventina di minuti si raggiunge Lagia e restiamo incuriositi dalla chiesa in pietra che ín quel momento era visibilmente aperta. Entriamo e rimaniamo estasiati dal suo interno. Si tratta di una chiesa non molto antica, all’incirca di 200 anni. Gli abitanti di Lagia la conservano come un gioiello ed é caratterizzata dai suoi affreschi con colori molto vivaci che rappresentano varie icone. Assolutamente da visitare se si é li di passaggio.

Lagia_Chiesa Assunzione

Quindi la rotta verso nord ci conduce a Kokkala dove dall’interno dell’abitacolo scorgiamo due belle baie nel villaggio: la prima piu´piccola con qualche barca attraccata e l’altra, piú avanti, é a ridosso delle case con una simpatica chiesetta grigio-rossa in pietra alla fine dell’estremità della spiaggia a sinistra. La nostra meta predefinita in realtà sarebbe la spiaggia di Alipa piú a nord. Dico ‘’sarebbe’’ perché già lungo la strada non eravamo molto convinti di abbandonare Kokkala ed una volta arrivati ad Alipa (bella per carità ma minuscola), decidiamo di tornare alla spiaggetta di Kokkala per passare un pó di tempo. La spiaggia é di ciottoli ed é frequentata solo dai pochi locali. A quell’ora del pomeriggio vi é solo qualche famiglia del posto o qualcuno che, rientrato dal lavoro, si gode questa meraviglia di fronte casa ogni giorno prima di cenare. Ed é proprio questo che cerchiamo in questo momento: un bel posto immerso nella vita di ogni giorno che, per i piú fortunati, si puó concludere con un bagno davanti casa al termine di un duro Giovedí di lavoro. Tranquillità totale, mare stupendo e la bella chiesetta che fa da ciliegina sulla torta. Il nome della spiaggetta é Paralia Soloteri.

Kokkala_Paralia Soloteri

Dopo questo lieto fine, risaliamo la costa est senza fermarci altrove se non al supermercato di Aeropoli, prima di riscendere alla ‘’nostra’’ baia di Neo Itilo. Aeropoli di sera si trasforma, a noi in realtà ci sembra addobbata per una ricorrenza speciale con tavolini e decorazioni dappertutto. Incuriositi, chiediamo ad un cameriere che ci risponde ‘’nei weekend d’estate qui é sempre cosí!’’. È stata una lunga giornata nel profondo Mani che ci ha regalato davvero delle belle emozioni.

 

9 Luglio     Valtaki Beach - Gythio - Skoutari - Kotronas

Alla sveglia dobbiamo un attimo rivalutare i nostri piani per questa giornata. Il programma iniziale prevedeva Mistras ed il museo dell’olio di Sparta. Le giornate peró sono troppo calde per avventurarsi nell’entroterra, sapendo che Mistras richiede ore di camminata in salita anche nelle ore piú torride. Da quelle parti si prevedono oggi picchi di 42-43 gradi e rinunciamo a malincuore, includendo peró Mistras e Sparta nella lista del prossimo viaggio autunnale/invernale/primaverile alla scoperta dei siti archeologici in aggiunta ad Olimpia, Antica Corinto, Micene, Epidauro, qualche giorno ovviamente ad Atene e magari una capatina a Delfi. L’altra metà del programma é peró salva e quindi ci dirigiamo in direzione Gythio. Oltre la città, risalendo verso nord, ci fermiamo alla spiaggia di Valtaki, quella del relitto per intenderci. Lunghissima distesa di sabbia con acqua limpida. Come anche altra gente, facciamo una passeggiata fino alla nave abbandonata per qualche foto scenografica.

Valtaki beach

Mangiamo qualcosa sotto l’ombrellone e torniamo verso Gythio. A Gythio passeggiamo un pó sul lungomare e nella penisola del porto fino al faro militare. Poi giusto il tempo di comprare la solita e preziosa cartolina per la collezione di Irene (ne ha una per ogni posto di passaggio o visitato in Europa) e ci incamminiamo verso sud lungo la costa est. Costeggiamo prima la baia di Skoutari e ci fermiamo per qualche foto in questa bella spiaggia. In seguito, raggiriamo il promontorio e giungiamo all’altra baia di Kotronas. Prima del villaggio adocchiamo una bella chiesetta costruita su un piccolo scoglio sul mare collegato alla costa da un ponte in pietra. Il nome della chiesetta é Agios Spiridos. Per arrivarci, dalla strada principale si prende uno sterratto che dopo qualche metro finisce davanti ad una casa. Li si parcheggia e si continua per il sentiero. In meno di 10 minuti si é sulle scale che scendono alla chiesa. Il paesaggio é spettacolare come pure le foto prese sull’isoletta.

Kotronas_Agios Spiridos

Tornati alla mchhina, attraversiamo quindi Kotronas e ci fermiamo oltre il villaggio per visitare l’altra meravigliosa spiaggia di Paralia Skopà. Le due baiette sono separate dal piccolo istmo che collega la costa dalla penisoletta di Skopà dove vi é una chiesetta ed una spiaggetta nascosta. Il mare é semplicemente meraviglioso, é uno di quei posti dove fermarsi a dipingere.

Kotronas_Paralia Skopà

Quindi é ormai tardo pomeriggio e ci rincamminiamo verso Neo Itilo, fermandoci solo per osservare uno splendido tramonto lungo la strada presso Limeni.

Tramonto a Limeni

10 Luglio  Areopoli - Neo Itilo

Dopo i tanti chilometri degli ultimi due giorni, oggi rimaniamo in zona …é una giornata a ‘’chilometro zero’’. Sappiamo che ad Aeropoli c’é un mercatino settimanale dove ogni Sabato dove gli agricoltori locali offrono il frutto del loro lavoro. Pertanto in mattinata ci dirigiamo al mercatino che si svolge poco fuori dal centro storico. Vendono tutti i tipi di frutta e verdure locali, prodotti naturali per la pelle, miele e diversi té. Qualcuno vende anche delle galline. Compriamo un sacco di prelibatezze ma quello che piú ci ha incuriosito é stata la vlita, una verdura di campo (credo spontanea) che in seguito, per pranzo, mischieremo a degli ottimi finocchietti selvatici locali….una meraviglia.

Spesa al mercatino di Aeropoli

In questi gorni c’é un simpatico gattino di qualche mese di età che viene a farci visita per un pó di cibo e carezze e che viene ovviamente coccolato da Irene. Ha un pelo bellissimo di un grigio pastello e degli occhi fantastici. Ci chiediamo da dove venga visto che dal suo aspetto non sembra proprio essere randagio. Dopo aver mangiato e riposato, ci godiamo un pó di ore nella baia di fronte casa a fare il bagno dove le solite signore con cappellino rimangono li a mollo in eternità tra e chiacchiere e risate. Il piano per cena sarebbe Limeni ma c’é fin troppa gente per il limite di assembramento pandemico, in ogni caso approfittiamo dello splendido tramonto ben visibile dalla parte alta del villaggio. Quindi, per cena scegliamo di tornare a Neo Itilo, e raggiungiamo il ‘’Black Pirate fish taverna’’ dove vi é ‘’l’esposizione premanente’’ dei polpi a seccare al sole. Scegliamo quindi polpo grigliato e pesce fresco su consiglio della cameriera. Buona cena contornata dalle solite verdure locali. L’unica cosa che non ci ha convinti é stato proprio Il polpo: buono ma quello che ci era stato proposto sembrava fin troppo essiccato per metterlo sulla griglia. Anche i prezzi un tantino piú cari della media. Finita la cena, passeggiamo fino a casa e andiamo a letto.

11 Luglio   Limeni - Neo Itilo - Moni Dekoulou

Oggi é il grande giorno, in senso calcistico. Stasera c’é la finale dell’Euro 2021 (o 2020 non si é capito) Inghilterra – Italia. Gioco in anticipo e scambio alcuni messaggi di in bocca al lupo con il mio capo che  appunto é inglese, arrivando entrambi ad un accordo che il risultato finale non guasterà l’ottimo rapporto lavorativo in essere. Io aggiungo che in ogni caso spero la perdente possa avere la possibilità di rivalersi ben presto e lui mi dice che probabilmente non riuscirà a vivere per altri 70 anni per rivedere l’Inghilterra di nuovo in finale, un gran tocco di british houmour. Come programmato andiamo di buon mattino a Limeni per un bagno prima che arrivi troppa gente. Beh bisogna dirlo, forse qui a Limeni ho visto l’acqua piú limpida, almeno della zona del Mani. Praticamente una piscina. Quando la gente inizia ad affollare la baietta, andiamo a prendere un kayak che si puó noleggiare al molo piú avanti ad un prezzo ragionevole. Remiamo quindi su e giú per la baia scattando delle foto meravigliose con la GoPro. In seguito ci fermiamo presso il molo degli sport aquatici per prendere un pó di sole e e per un bagno. Ad un certo punto avvistiamo le ennesime tartarughe. Ora, noi abbiamo sentito varie storie di chi anche qui nel gruppo é stato morso ed é dovuto ricorrere ad antibiotici. Una delle tartarughe si dirigeva verso una ragazza francese incinta che era in acqua con l’altro figlio. Noi l’avvisiamo della presenza delle testuggini e lei, seppur dicendo di non aver paura, comincia ad allontanarsi. Ne viene fuori una conversazione di qualche minuto, la ragazza ci inizia a fare domande sulla nostra provenienza e come mai parliamo francese (visto che nessuno di noi due lo é, lunga storia non c’era il tempo necessario). Poi vedo altra gente che invita i bambini ad allontanarsi per la presenza delle tartarughe. Dopo una prima fuga, un gruppo di 5-6 bambini muniti di maschera si mette all’inseguimento delle testuggini arrivando praricamente a toccarle. Che dire al di là dell’eventualità che potessero essere morsi, si sono divertiti come matti ed hanno avuto una di quelle esperienze uniche e salutari che ogni bambino dovrebbe avere, lontano dalla tecnologia ed a contatto con la natura che li ha creati. È stata quindi una situazione all’inizio un pó concitata ma che poi si é trasformata in una di quelle scene di un film, tipo Flipper.

Torniamo a pranzare a casa che é ad un paio di chilometri da Limeni. Poi nel pomeriggio ci rechiamo al Moni Dekoulou, un monastero situato poco sopra la baia di Neo Itilo. Arriviamo all’entrata e ci sembra chiuso. In realtà parte dell’edificio comprende un’abitazione dove un signore sulla sessantina stava riposando sulla veranda. Chiediamo se fosse chiuso e lui in qualche modo ci dice di attendere facendoci capire che qualcosa stava per accadere. Compare sua moglie accompagnata da una simpatica e vivace bambina che doveva essere la loro nipote. Ci fa cenno di seguirla e ci apre la chiesa all’interno del monastero. Gli affreschi interni sono pazzeschi, assolutamente da visitare. Irene chiede se fosse possibile dare un’occhiata al di là dell’iconostasi, la signora suggerisce con il dito verso di me ‘’Kyrios né’’, vale a dire che solo agli uomini é permesso varcare il portale. Quindi mi assumo io la pesante responsabilità di tirare le foto alle meraviglie che sono oltre l’iconostasi, ricordandomi che Irene é molto precisa con la camera fotografica.

Moni Dekoulou

Dopo aver lasciato un’offerta, torniamo giú alla baia e facciamo un pó di footing fino alla spiaggia di Neo Itilo. Qui entriamo in acqua per un bel bagno: la spiaggia non é da mettere sul desktop del computer ma comunque bella. È di sabbia leggermente piú scura e si deve camminare per un pó fin quando l’acqua arrivi a coprire tutto il corpo. Da qui inoltre si ha la prospettiva frontale della baia, dato che la spiaggia è posta proprio al centro della ‘’u’’.

Ceniamo a casa e poi passiamo un pó di tempo all’Aperanto Galazio, il bar affianco al nostro alloggio. Mentre saliamo le scalette dell’edificio per avvisare la cameriera della nostra presenza, ci ritroviamo il gattino di fronte a noi che appartiene proprio al locale. Raccontiamo alla cameriera che era solito venire da noi in questi giorni e lei in realtà ci dice che stanno cercando qualcuno a cui darlo….non fosse stato per l’aereo Irene avrebbe sicuramente ‘’chiuso l’affare’’ al momento senza pensarci, era davvero bellissimo. Trascorriamo piacevoli istanti di fronte alla baia illuminata di sera sotto un cielo stellato, attorniati dalle luci colorate del locale a sorseggiare due ottimi cocktail (il menu ne aveva un centinaio!).

Quindi é arrivata l’ora, alle 22 c’é la finale che terminerà all’una di notte in Grecia anche questa volta a lieto fine, con quell’attimo di suspense dopo l’ultimo rigore parato da Donnarumma dato che lui non aveva esultato perché magari non aveva fatto bene i conti. Non si accorse di essere già Campione d’ Europa lasciando un pó di persone con il dubbio (specialmente me visto che il commentatore tv era Greco), poi chiarificato dall’orda di giocatori azzurri che lo hanno assalito per abbracciarlo. I festeggiamenti per me sono complicati anche perché domattina dobbiamo lasciare l’appartamento e ci aspetta una lunga giornata in auto. In ogni caso si va felicemente a dormire con una buona dose di adrenalina accumulata che impedisce il sonno nelle prime ore.

12 Luglio   Kiparissi – Monemvasia

Litsa si presenta poco prima della nostra partenza con altre delizie tra cui un sacco pieno di una specie di biscotti fritti a forma di grandi taralli aromatizzati al limone. Una squisitezza, peccato che non possiamo mangiarne troppi. Qundi dopo un caloroso addio con Litsa, partiamo per la nostra prima tappa di oggi: Kiparissi (straconsigliata dalla nostra Ornella).

Risaliamo la baia fino ad Areopoli e deviamo all’interno raggiungendo nuovamente Gythio. Oltre la città ammiriamo nuovamente la vista sulla spiaggia del relitto e continuiamo lungo il Golfo di Laconia. Dopo Skala, iniziamo ad addentrarci all’interno della regione fino a raggiungere le montagne della Laconia sul lato orientale. Qui il paesaggio é assolutamente autentico, per lunghi tratti non si incrociano auto, solo roccia, qualche villaggio e verdi vallate. Poco prima del mare, quando già lo si inizia a scorgere dalle alte montagne rocciose, si apre uno stupendo spettacolo con la strada che percorre le gole. Non saprei dire dove di preciso ma credo sia all’altezza della chiesa di Agia Paraskevi.

Quindi piano piano si scende verso la meravigliosa baia di Kiparissi che forma come un’immenso anfiteatro verde con le montagne alle spalle. Arrivati al grazioso porticciolo dove tanti ragazzi si divertono a tuffarsi in acqua, facciamo qualche foto dal molo e poi ci installiamo sulla lunga spiaggia al lato del villaggio.

Kiparissi

Dopo aver fatto il bagno e mangiato sotto l’ombrellone, ci prepariamo per lasciare Kiparissi. Prima peró decidiamo di dare un’occhiata all’altra spiaggia che si intravede sul lato sinistro, oltre Mitropoli che é praticamente a 2 minuti di auto. La spiaggia l’avevamo ‘’sbadatamente’’ ignorata. Quando arriviamo alla spiaggia di Agia Kyriaki, questo é il suo nome, capiamo che la prossima tappa puó definitivamente aspettare. Questa é in assoluto la spiaggia pú bella dei nostri 19 giorni nel Peloponneso. Di ciottoli banchi e grigi, l’acqua limpidissima con tonalità dal verde al turchese. Da qui si ha la prospettiva completa della baia di Kiparissi. Inoltre non c’é molta gente. Alcuni sono locali tra cui si contraddistingue una coppia sulla settantina che é in ammollo per tanto tempo e piano piano si fa tutta la baia discutendo animatamente, forse litigando. Pur andando lontani i loro cappellini ne indicavano la posizione, in ogni caso la loro presenza si sentiva soprattutto per i decibel emessi. Non capisco il greco. Amo comunque le lingue melodiche come quelle latine e appunto il greco piuttosto che quelle monocorde che nascondono le emozioni anziché manifestarle e dove non si capisce a volte se chi parla é triste o felice, sereno o arrabbiato. Passiamo quindi un paio d’ore tra bagni e foto. Spicca la presenza di qualche yatch di lusso. È davvero un paradiso che non puó non attrarre anche i ricconi, tra l’altro era anche una delle mete preferite della principessa Diana d’Inghilterra.

Paralia Agia Kyriaki_Kiparissi

A seguire partiamo per la prossima destinazione: Monemvasia. Risaliamo l’alta costa laconica e scendiamo fino a Limeni Gerakas dove si attraversa un lago costiero.

Verso Limeni Gerakas

Proseguendo, dietro le montagne si raggiunge il golfo che precede Monemvasia. Da qui si ha una stupenda prospettiva del gigantesco sasso su cui Monemvasia é stata costruita, specialmente a quest’ora del tardo pomeriggio. Si ha la sensazione di essere immersi in un paesaggio mitologico, con la montagna che sovrasta il golfo ed ovviamente il titanico scoglio che la fa da padrona. Decidiamo di fare una prima visita alla parte antica prima del check-in, approfittando della temperatura meno calda a quest’ora. Parcheggiamo l’auto lungo la strada che precede la porta di entrata a Monemvasia. Ovviamente vi é piú gente a Monemvasia rispetto agli altri posti in cui siamo stati, in ogni caso si riesce a mantenere il distanziamento sociale visto che non vi é una vera e propria calca. Da qualche giorno il Regno Unito ha permesso nuovamente i viaggi in Grecia e la presenza di turisti britannici si nota abbastanza facendo lievitare il numero complessivo. Il villaggio é assolutamente bellissimo, con gli edifici costruiti in pietra. Si respira il profumo di storia in ogni angolo. Saliamo quindi le scale che portano ai resti della città antica. Da qui si ha una vista spettacolare su Monemvasia ed il mare. Gli edifici sono in stile veneziano e turco con le case disposte a strati sul rilievo della montagna, come se fossero sedute su una tribuna con la fila successiva un pó piú bassa di quella precedente. Il colore dei tetti é ocra, che crea un bell’effetto con le mura gialle ed il mare azzurro. Le cupole di probabile origine ottomana regalano un mix mediterraneo e medio orientale coinvolgente. Si avverte proprio il privilegio di trovarsi in un posto unico, correttamente preservato nel corso del tempo.

Monemvasia

Andiamo quindi al nostro alloggio, il Villa Cazala che si trova a Gefira, la città a ridosso del ponte che collega la costa al grande sasso di Monemvasia. L’alloggio é uno degli ultimi verso la montagna da cui si ha una vista meravigliosa. Con nostra sorpresa il simpatico gestore ci concede la camera superior con free upgrade. Evitiamo di cenare fuori visto che Monemvasia é piú affollata, ricordandoci sempre di dover fare un test Covid in Grecia prima di rientrare.

 

13 Luglio   Monemvasia - Kosmas – Plaka

La vista dal nostro balcone é stupefacente. La giornata, come tutte quelle trascorse finora, é limpidissima. Il Il grande ‘’gianduiotto di pietra’’ posto nella baia é proprio di fronte a noi. Come già detto, siamo piú in alto rispetto al lungomare e da qui si vede praticamente tutto.

Monemvasia dal Villa Cazala

Facciamo quindi il check-out é torniamo a Monemvasia per fare altre foto con piú luce, dalla parte antica posta in cima alla montagna, lungo le mura del villaggio nonché tra gli angoli e giardini interni. Ogni scorcio fa scena a sé. Molto suggestivo anche camminare lungo le mura laterali all’altro lato di Monemvasia dove é situata la porta di entrata sul lato Est.

Monemvasia


Monemvasia

Come programmato, rinunciamo purtroppo a Elafonissos per via del test obbligatorio e partiamo in direzione Leonidio, dove trascorreremo le prossime due notti. Lasciamo la costa per addentrarci sulle montagne della Laconia fino ad arrampicarci a Nord su quelle dell’Arcadia. Qui ci preserviamo una pausa a Kosmas dove la temperatura scende di almeno 7-8 gradi, per la gioia di Irene che stava soffrendo i 40 gradi di questa giornata e giustamente ora esulta ad ogni grado in meno segnalato dal l’automobile man mano che si sale la montagna. Kosmas infatti é a circa 1100 metri di altitudine e la vegetazione é quella tipicamente di montagna. Le taverne sono poste nella piazza principale, sotto il fresco di alberi immensi e di fronte alla bellissima chiesa. Mangiamo benissimo alla taverna Meleatis Apollon ma credo si mangi ottimamente un pó dappertutto qui. In seguito compriamo un pó di prodotti locali nei negozietti vicino alla chiesa e presso una signora ambulante che aveva improvvisato un punto vendita da quelle parti.

Kosmas

Lungo la strada verso Leonidio ci fermiamo a visitare il Moni Elonis, altro monastero costruito nella roccia. Diamo un’occhiata alla bellissima chiesetta e scambiamo due chiacchiere con il monaco addetto al negozio di souvenir. Tutto molto bello ma l’esperienza nei monasteri del Menalon ci ha entuasiasmato di piú. Mentre quelli restano piú autentici, sembra che quest’altro monastero si sia adeguato un pó piú ai turisti che ai pellegrini. Del resto é molto piú semplice arrivarci perché é vicinissimo ad una strada principale.

Moni Elonis

Nel primo pomeriggio arriviamo quindi a Leonidio. Attraversiamo il villaggio all’ora della siesta e ci sembra tutto deserto. Ovviamente con questo caldo quasi nessuno sta fuori. Al di là di questo, a primo impatto non ci sembra esaltante come situazione. In ogni caso proseguiamo fino a Plaka che non é altro che il porticciolo di Leonidio dove abbiamo il nostro allaoggio, il Karantonis House. Trattasi di maisonnettes in pietra locale su piú piani. La nostra era su due piani piú terrazzo. Esteticamente bello e gli interni sono ok anche se ci aspettavamo un pochino di manutenzione in piú. Diciamo che non si resta delusi dell’alloggio ma manca un pó di quell’accoglienza e cura nei dettagli che abbiamo riscontrato negli altri alloggi. In ogni caso il posto é carino. Fatto il check-in, visitiamo la piccolissima Plaka e facciamo un bagno nei pressi del porticciolo. Vi sarebbe una spiaggia lunga all’altro lato ma piú esposta al vento ed alle onde. Torniamo quindi a Leonidio per comprare un pó di frutta e verdura (eccellente materia prima, troviamo anche qui la vlita) e per cena rimaniamo a casa.

14 Luglio   Plaka – Leonidio

Dopo gli ultimi giorni itineranti, oggi restiamo in zona e ce la prendiamo con comodo. Di primo mattino torniamo alla spiaggetta del porticciolo di Plaka e trascorriamo piacevoli momenti prima che il caldo torrido arrivi nuovamente. Anche qui le ‘’signore col cappellino in acqua’’ sono tante. Questa volta abbiamo l’occasione di immergerci in quest’abitudine e per caso parliamo con una di loro per un bel pó facendo il bagno. Lei, nonostante appartenga ad una generazione ben piú vecchia della nostra, parla un ottimo inglese. Ci racconta che é di Atene e viene qui durante l’estate per ritrovarsi con le amiche e poter rinnovare la sacra ‘’tradizione’’ delle ore passate in acqua a parlare delle loro vite.

Al porto di Plaka notiamo inoltre la presenza di numerosi mega catamaran, pensando di voler organizzare un’escursione per il giorno dopo. In realtà poi scopriamo che si tratta di una grande comitiva di turisti nordici che hanno affittato queste imbarcazioni e Plaka non é altro che una delle tappe del loro viaggio.

Plaka-Leonidio_spiaggia

Quando la temperatura presagisce l’arrivo delle fiamme, torniamo a casa per pranzare e riposare. Irene riesce solo a restare nel piano sotterraneo dell’alloggio dove c’é qualche grado in meno. Poi una volta che lá fuori il peggio é passato, ci dirigiamo a Leonidio per ora di cena. Ceniamo alla taverna ‘’En Leonidio 1904’’ perché vogliamo concederci una pizza e dicono sia molto buona. In effetti, la pizza é stata davvero buona, non la identificherei né con l’originale pizza napoletana né con la variante romana. Credo la si faccia da queste parti sin da molto tempo e senza imitare troppo la nostra italiana ma conservando un proprio stile. È pur sempre rotonda e preparata nel forno a legna ma ha un pó la sagoma di una crostata con un’ottima croccantezza dell’impasto. La qualità e freschezza degli ingredienti é una favola. In realtà abbiamo adocchiato gli altri piatti serviti e ci siamo ripromessi che torneremo in questo ristorante per provare altre cose, dovessimo tornare a Leonidio solo per questo. Io accompagno la pizza con un ottimo bicchiere di vino rosé locale. Ultimamente ho preso l’abito di preferire il rosé alla birra, in quanto l’amarognolo di quest’ultima copre un pó il sapore degli ingredienti della pizza mentre il rosé li esalta. Tra l’altro l’antica tradizione popolare a Napoli negli anni in cui comparve la pizza, preferiva il rosé, anche questo proveniente dalla tradizione popolare, dato che la birra non era ancora cosí diffusa. Finiamo la cena con un dessert di melenzane, le quali si coltivano in tutti gli orti da queste parti. Praticamente consiste in fette di melanzane arrotolate e cristallizzate al miele…una gran bella sorpresa per i nostri palati. Prima di andare chiediamo il nome del vino e la cameriera ci indica che é disponibile alla merceria di fronte. Purtroppo lo vendono solo in bottiglie di plastica e temiamo si possa guastare durante il viaggio, quindi desistiamo, comprando solo delle caramelle alla resina giusto per curiosità (niente di esaltante, il liquore é tutt’altra cosa). Leonidio la sera cambia totalmente volto. Tantissimi negozietti aperti, i locali si riversano in strada. Famiglie con bambini in giro fino a notte inoltrata, molti di questi giocano tranquillamente soli per strada e vanno in giro. Mi sembra di rivivere le scene della mia infanzia mentre ora i bambini che giocano per strada non si vedono piú, vuoi perché sono tutti presi dalla tecnologia, vuoi perché l’aumento esponenziale delle informazioni e cattive notizie disponibili grazie ad internet ha reso i genitori fin troppo paranoici sulla sicurezza dei propri figli. Stasera si gioca AEK Atene - Olympiakos e non c’é un bar o ristorante che non avesse lo schermo con la partita. Tutti gli uomini a vedere il match, tutte le donne a passeggio e i bambini a giocare in gruppo senza nessuno che li limiti eccessivamente. In questo momento ognuno é felice di fare ció che piú desidera senza discriminazioni. È il messaggio piú bello che ho ricevuto in questa vacanza dal Peloponneso che ci insegna come i ritmi delle nostre vite dovrebbero andare un pó piú lenti, tornando ad alcune situazioni semplici e salutari del passato.

15 Luglio   Tigani Beach – Nafplio

Sveglia di primo mattino, oggi la destinazione é Nafplio. L’aereo é domani sera, quindi oggi ci attende il test covid a Nafplio che ci obbliga ad arrivare puntualmente nel primo pomeriggio. Percorriamo dunque la costa dell’Arcadia verso nord, addentrandoci sempre piú nel Golfo dell’Argolide. Per strada si susseguono le innumerevoli baie e spiaggette con acqua meravigliosa, noi ci fermiamo per una lunga sosta a Paralia Tigani. Anche questa molto bella, di ciottoli bianchi. Al centro vi é la spiaggia libera ed a i lati due lidi, uno piú chic e l’altro piú adatto al nostro mood fatto di autenticità. Prendiamo un’ombrellone a 7 Euro, che sarebbe 8 per tutto il giorno ma il gestore ci fa uno sconticino visto che dobbiamo ripartire tra un paio d’ore. L’ombrellone, stile hawaiano, é ad un passo dal bagnasciuga, munito di tavolino, lettini e perfino di un’amaca. Inoltre abbiamo a disposizione i paddle e diversi giochi in acqua già inclusi nel prezzo. Passiamo delle ore meravigliose, a tratti a parlare con il simpaticissimo gestore.

Tigani beach

Dopo pranzo partiamo alla volta di Nafplio dove arriviamo poco prima delle 14, ora dell’appuntamento per il test. Il laboratorio é la filiale LifeCheck di Nafplio. Avevamo prenotato tramite email, l’infermiera molto paziente ci esegue il test antigenico e ci invierà i risultati tramite email. Dopo 10 minuti il risultato ci arriva e ci togliamo questa preoccupazione di un eventuale risultato positivo. Arriviamo al nostro alloggio, il ‘’Jilda’s apartment with garden’’. La famiglia che lo gestisce abita al piano superiore. Lo studio é ben fornito ed ha uno spazio all’esterno tutto per noi. In ogni caso c’é bisogno di un’auto per andare in centro da qui, visto che siamo in una zona dove si alterna urbanizzazione e campagna. Oggi é davvero uno dei giorni piú caldi in assoluto, siamo a 41 gradi qui. Nel tardo pomeriggio andiamo a visitare Nafplio. L’antica Napoli di Romania sembra davvero una piccola Napoli. Bellissimo il golfo con la fortezza in mezzo al mare (il Bourtzi), non dimenticheró mai quell’immagine con il sole già basso verso il tramonto che creava una leggera foschia con l’impressione di essere immersi in un quadro di acquerelli.

Nafplio-Tramonto sul Burtzi

Il centro della città anch’esso stupendo. E’ sovrastato dalla fortezza sulla collina e caratterizzato dallo stile veneziano dei palazzi, sembra a tratti di essere da qualche parte in Italia.

Nafplio_Piazzetta

Molto belle le vie del centro storico come pure Piazza Syntagma, contornata da bei palazzi, tavolini all’aperto, grandi alberi e tanti bambini a giocare spensierati in gruppo.

Nafplio_Piazza Syntagma

Dietro Piazza Syntagma, verso il mare, vi é la Chiesa della Genesi della Vergine, un capolavoro di affreschi e luci. Ne rimaniamo ammaliati.

Nafplio_Chiesa della Genesi della Vergine

Inoltre compriamo degli utensili da cucina in un negozio dove ogni prodotto é fabbricato con legno di ulivo. Ne abbiamo uno comprato a Creta 7 anni fa ed é ancora come nuovo nonostante venga usato ogni giorno.

A cena andiamo al ristorante Pidalio Mezedopoleio. In assoluto la miglior cena di tutta la vacanza, niente di meglio che ció accada l’ultima sera. Il menu offre ottime scelte ma come al solito noi dobbiamo un pó adattare il tutto ai rispettivi regimi. Io prendo ‘’orzo con gamberi’’ che non é altro che una pasta minuscola a forma di mandorla con squisitissimi gamberi in un leggero sughetto di pomodoro. Per Irene invece una seppia ripiena di quinoa, tanto innovativa quanto assolutamente fantastica. Con quello di Leonidio, é un ristorante da tornarci sempre e non a caso é il n.1 su tripadvisor a Nafplio, mantenendo prezzi onesti e personale molto cortese e simpatico.

16 Luglio   Paralia Karathonas – Artemis – Aeroporto Venizelos - Lisbona

Ultima giornata di vacanza, la diciannovesima in terra ellenica. Considerando che l’aereo é alle 21,30, ieri abbiamo prenotato una sistemazione non lontano dall’aereoporto per starci poche ore e per avere un riparo dal caldo che oggi dovrebbe arrivare a 42 gradi secondo le previsioni. Prima di lasciare la zona, andiamo all’entrata del castello di Nafplio dove ci accorgiamo che la visita non é molto breve e farà molto caldo. Allora ripieghiamo saggiamente per il mare e raggiungiamo la spiaggia situata oltre la collina del Castello, Paralia Karathonas. È una lunga spiaggia di sabbia posta in un’ampia e bellissima baia. Il parcheggio é nella pineta antistante che garantisce il fresco a chi é sprovvisto di ombrellone. L’acqua é limpida e bisogna farsi una bella passeggiata per arrivare all’acqua alta. Ottima scelta.

Dopo un’oretta lasciamo definitivamente la zona di Nafplio ed in 2 ore e mezzo siamo ad Artemis, ad Est dell’areoporto di Atene, dove abbiamo prenotato l’alloggio giusto per una doccia e per cucinare qualcosa. La sistemazione é molto spartana, troppo direi ma comunque abbiamo il necessario per quello che ci serve. Facciamo anche un giro dalle parti della spiaggia ma qui oggi ci sono vento e onde alte. In ogni caso l’area dell’alloggio non ci ha fatto un’ottima impressione, un pó troppo trascurata in alcuni punti. Nel pomeriggio ci avviamo verso l’agenzia Centauro dove lasciamo la nostra auto, poi lo shuttle dell’agenzia ci porta in aereoporto. Prima di partire ci togliamo qualche ultimo sfizio al duty free tra cui una bottiglia di Tsantali rosso. L’aereo ci attende al gate, si torna nella bella Lisbona…anche se il mal di Grecia inizia già a ricordarci che non mancheremo per molto.

 

CONCLUSIONI

Il Peloponneso offre certamente un lato autentico della Grecia. Alcuni fattori come il caldo nelle ore centrali, il rischio Covid e le restrizioni alimentari di noi due hanno in qualche modo condizionato la gestione dei tempi e la scelta di alcune destinazioni (rinunciando ad altre tipo Mistras e Elafonissos). Dall’altro lato vi é stata l’opportunità di soffermarsi un pó piú a fondo nei luoghi visitati. Il fatto di aver dovuto ripiegare su destinazioni ‘’alternative’’ ci ha permesso di scoprire dei posti che ingiustamente si sarebbero scartati per garantire la visita a destinazioni piú osannate e popolari. Alla fine ne viene fuori una vacanza un pó piú originale e magari piú ‘’greca’’ rispetto alla solita capatina turistica.

Una citazione speciale la si deve fare ad uno degli elementi piú importanti del Peloponneso: le api, ce ne sono miliardi al metro quadro qui! È innanzitutto un indicatore di salute del territorio, vi é quasi una venerazione per questo componente cosí importante del nostro ecosistema. A me personalmente ci sono giorni in cui piace averle attorno ed altri che inizio a correre (a volte continuavano a ronzare sulla mia testa nonostante fossi ricorso alla soluzione tuffo in acqua per sfuggirle) o che magari ti iniziano ad entrare prepotentemente nel tuo drink al bar o nel tuo piatto al ristorante (poi bisogna anche differenziare tra api e vespe). In ogni caso, meglio averne tante che nessuna!

Dulcis in fundo, la gente: di una ospitalità eccezionale. Solo in posti come questi ti fanno sentire a casa. Non c’é niente da fare, si possono costruire business center a non finire e progettare tutte le green city piú all’avanguardia di questo mondo ma se manca la vera cultura che viene dalla storia, dalle tradizioni e dallo spirito di condivisione, tali società rimarranno con grandi numeri nei conti in banca ma in realtà povere di spirito per sempre (in generale ‘’ricche’’ ma tristi dentro). Qui nel Peloponneso la felicità la si vede negli occhi della gente, nonostante le difficoltà della vita…semplici gesti per incontri straordinari.