giovedì 23 giugno 2016

T.A.M.: Tinos-Andros-Mykonos

di Cristiana Carli






Informazioni generali: Superficie: 195 km2 Popolazione: circa 8000

Codice locale: 22830 Centro sanitario: 22210 Polizia: 22255 Polizia del porto: 22348

Tinos è come Lourdes per gli ortodossi. Ogni anno, migliaia di pellegrini da tutta la Grecia vengono sull'isola a visitare la chiesa della Vergine Maria, sperando che faccia loro dei miracoli. L'isola ospita appunto il santuario panellenico della Vergine Maria "Evangelistria" (Annunciata) o "Megalochari" (colei che concede grandi grazie). Il ritrovamento dell'icona venerata, raffigurante appunto l'Annunciazione, avvenne all'inizio del XIX secolo e fu considerato miracoloso. Questo fatto ebbe anche un'importanza nella guerra di liberazione della Grecia dal dominio turco. La presenza del santuario fa di Tinos una delle più frequentate mete di pellegrinaggio in Grecia. Resta comunque visibile la cristianità dell'isola, per secoli dominata dalla Repubblica di Venezia. Tranquilla e poco mondana, Tinos è punteggiata dai borghi immersi nel verde incontaminato alle pendici del massiccio montuoso dell'Exombourgo. Il suo paesaggio è verde e montagnoso con piccole cappelle e colombaie sparse dappertutto. Ci sono molti villaggi e merita esplorare i dintorni con un'automobile. È un'isola abbastanza ventosa, e il mare può essere molto burrascoso intorno a Tinos. Forse perciò gli antichi greci credevano che il dio dei venti vivesse qui. La gente vive tradizionalmente di agricoltura, di allevamento e del marmo verde, dall'antichità un pilastro dell'economia locale. Questo marmo è stato utilizzato per costruire il Louvre a Parigi e Buckingham Palace a Londra, così come Atene nel diciannovesimo secolo.

Tinos Storia: Non ci sono reperti archeologici che lo possano provare, ma si crede che Tinos sia stata abitata nel secondo millennio Avanti Cristo, forse da popolazioni provenienti dall'Asia Minore. Gli Ioni si sono insediati qui nel decimo secolo Avanti Cristo. Secondo la mitologia l'isola originale si chiamava Ofioussa, “Isola dei Serpenti”, proprio a causa dei molti serpenti. Poseidon li avrebbe cacciati tutti via e perciò era un dio particolarmente caro agli isolani. Nel quinto secolo Avanti Cristo, Tinos ha combattuto a fianco degli Ateniesi contro i Persiani ed è diventata membro della Lega di Delo. Dopo sarà conquistata dai Macedoni, che lasceranno il posto ai Romani nel secondo secolo Avanti Cristo. Insieme a Delos, è stata considerata dai greci antichi un’isola sacra, e la gente veniva qui per adorare Poseidone, Anfitrite e Demetra, e per bere le acque sacre e curative. Come la maggior parte delle isole nel Mar Egeo, Tinos è stata attaccata costantemente dai pirati e di conseguenza, la gente si è spostata sulle montagne per proteggersi. L'isola è diventata parte del ducato veneziano nel tredicesimo secolo, ducato che aveva come capitale Naxos. Nel 1390 la Repubblica di Venezia se ne impadronì e da allora ne tenne il possesso fino al 1715, facendone un'importante base militare. I Turchi hanno conquistato tardi l'isola, nel 1715. La gente delle isole circostanti spesso ha cercato qui rifugio perché l'sola era rimasta veneziana, ed anche dopo l'invasione turca di fatto pochi turchi vi si erano insediati. Dato che Tinos era relativamente autonoma, l'economia è fiorita nel diciottesimo secolo, ed a volte è stata chiamata "Piccola Parigi” perché era cosmopolita e molta gente da tutta Europa veniva a vivere qui. Tuttavia, quando la Guerra di Indipendenza è cominciata nel 1821, Tinos ha combattuto duramente contro i Turchi. Molti sono stati i morti, e l'isola è stata sommersa di rifugiati. Il momento più difficile per Tinos è stato durante la seconda guerra mondiale, quando l'isola è stata isolata e molti hanno patito la fame fino a morirne. Nel 1940 la nave da guerra greca Elli è stata silurata da un sommergibile italiano.

La caratteristica dominante di Tinos è la basilica Panagia Evangelista (Maria Vergine Evangelista). È stata costruita nel 1823, dopo che una suora aveva sognato un'icona, e, dopo ricerche e scavi nella zona, effettivamente questa è stata trovata, così come una sorgente di acqua dolce. La chiesa è situata su una collina a Chora, ed una scalinata porta ad essa. Nell'antichità, qui c'era un tempio dedicato a Dioniso. Uno dei motivi più comuni per i pellegrinaggi qui è la sterilità. Quando una donna visita l'isola per questo motivo, promette alla Vergine che chiamerà il bambino con il suo nome, se rimarrà incinta. Quando il bambino sarà più grande, verrà portato a Tinos per farlo vedere dalla Vergine Maria. Perciò ci sono centinaia di Marias e Despinas e Panagiotas in tutto il paese, non perché il loro nonno si chiamava così, ma perché erano stati promessi alla Vergine Maria di Tinos. In Chora c'è anche un museo archeologico. Il pellegrinaggio non è naturalmente l'unico motivo per andare a Tinos. È una bella isola, con molti piccoli villaggi meritevoli di una visita. Per esempio Moundatos, Ktikados, Hadzirados, Kardiani, Volaka, con le sue rocce, Isternia, Kambo, Steni e Pyrgo che è il villaggio più grande e forse più grazioso. In Pyrgo potete visitare l'officina dello scultore Giannouli Halepa così come il museo degli artisti di Tinos. La caverna di Gastrion fuori di Kionia è affascinante, con iscrizioni antiche. Qui, ci sono i resti antichi di un tempio a Dioniso e terme romane. Sul Monte Exobourgo si trova la cittadella veneziana, usata come rifugio per secoli, fino a che non è stata distrutta dai Turchi nel 1715. I gesuiti vivevano qui e c'è una chiesa ortodossa ed una cattolica. Il monastero di suore Kechrovouni è da visitare. E' dell'undicesimo secolo e si dice fosse stato costruito dopo che tre sorelle l'avevano sognato. Qui è il luogo dove la suora Pelagia, quella che ha sognato dell'icona di Evaggelistria ha vissuto. C'è anche un piccolo museo.

I villaggi: Volax, piccolo borgo cicladico nel cuore dell’isola famoso per la produzione di cesti intrecciati. Perdersi per le sue viuzze bianche e blu è veramente un piacere. Un pranzo alla taverna Rokos è imperdibile.

Kardiani, abbarbicato al fianco della montagna con una splendida vista sul mare sottostante, ospita un piccolo museo del marmo con orari di apertura molto limitati.

Pirgos, è il villaggio più famoso dell’isola per la sua attività di estrazione del marmo cui è dedicato un piccolo ma moderno e molto curato museo che merita una visita. Tra le sue case signorili, decorate con i marmi locali, si trova la casa natale dello scultore Giannoulis Halepas; una visita al suo interno rende bene l’idea di come è fatta una tipica casa Tiniana. Nel villaggio sono presenti numerose gallerie d’arte e negozietti.

Panormos, in pratica il porto di Pirgos, grazioso con le sue numerose taverne di pesce.

La strada asfaltata che porta da Tarampados a Smardakito corre nella valle più ricca di piccionaie di tutta l’isola. Gli abitanti ancora oggi sono orgogliosi di queste costruzioni, simbolo di ricchezza e prestigio, e le mantengono al meglio.

Monastiri, è un complesso religioso ortodosso costituito da numerose chiese sovrapposte. In quel luogo è avvenuta la visione che ha indicato il punto esatto dove trovare l’icona sacra della Madonna attualmente custodita nel santuario di Panaghia Evangelistria. Per la visita niente braccia o gambe scoperte altrimenti non vi faranno entrare.

Aetofolia, piccolo villaggio bianco dove si trova un minuscolo museo della ceramica ricavato all’interno di una piccionaia. La visita guidata viene fatta dalla nipote dell’unico ceramista rimasto in attività sull’isola. E’ possibile acquistare piccoli oggetti in ceramica nel “negozio” affianco al museo accompagnati dalla guida che probabilmente vi offrirà un gustoso bicchiere di rakì a qualsiasi ora del giorno.

Exombourgo, non è un villaggio ma ciò che rimane dell’antica fortezza veneziana, costruita sulla montagna più alta dell’isola, che costituiva il nucleo della antica città di Tinos. Sotto la fortezza si trova la chiesa cattolica del Sacro Cuore che in estate ospita numerosi concerti.

Alcune spiagge…il resto lo scoprirete leggendo!

Ag. Marcos (zona di Kionia), Ag. Sostis, Ag. Ioannis sono belle spiagge sabbiose e attrezzate vicino a Tinos città, abbastanza riparate dal vento e dotate di taverne.

Kolimbithra, è costituita da due spiagge, una più grande e più esposta adatta ai surfisti ed una insenatura più riparata ed attrezzata ai margini della quale troverete una taverna raggiungibile dalla spiaggia tramite una scaletta. Qui vi consigliamo di assaggiare la Pikilia, un piatto misto di specialità locali (quella piccola è per 2 persone).

Pahia Amos, piuttosto piccola, selvaggia e difficile da trovare. Bisogna fermare l’auto nel parcheggio del Country Club e percorrere a piedi il ripido sentiero che corre lungo il suo muro di cinta. La spiaggia è famosa per le sue dune (due!) assolutamente sconsigliata nei giorni ventosi.

Ag. Thalassa, raggiungibile da Panormos percorrendo una strada sterrata di circa 1,5 Km che parte in fondo alla spiaggia che sia affaccia sul porto. Non è attrezzata, portatevi acqua e provviste.

Ag. Romanos, spiaggia di sabbia, non attrezzata, è considerata dai tiniani alternativa a Kolimbithra; quando il mare è agitato sull’una è calmo sull’altra.

09.08.2015 Il nostro allegro equipaggio composto dalla sottoscritta, marito, ragazza di 11 anni e bambina di 7, parte alle 5.30 del mattino da Padova destinazione aeroporto di Venezia (parcheggio Triestina prenotato in anticipo con prezzo molto vantaggioso e personale simpatico e gentile - € 62,00 per 16 gg). Volo Venezia – Mykonos con Volotea € 1450,00 totale (partenza ore 8.30 arrivo 12.00 ora locale). Viaggio tranquillo senza ritardi mentre il caos lo troviamo a Mykonos. Essendo agosto c’è una lunga fila per i taxi e parecchia confusione fuori dal micro aeroporto. Finalmente arriva il nostro turno e con € 20,00 arriviamo al porto dove alle 13:45 c’è la GOLDEN STAR FERRIES - SUPERFERRY II con arrivo alle 14:15 a Tinos. Speravo di prenderla perché la successiva sarebbe stata alle 16.00 ma quando arriviamo al porto ci sono file di persone ovunque e non riesco subito a capire dove devo mettermi, anche perché è tardi, manca poco e devo sbrigarmi ma la fretta fa solo andare in tilt. Lascio marito e figlia in una fila mentre la piccola di 7 anni vede un baracchino con poche persone, decido di mettermi in coda anche se mi dicono che là si ritirano solo i biglietti prenotati on-line invece mi fanno i biglietti e risparmio anche rispetto alla previsione che avevo fatto tramite i siti di prenotazione on-line (€ 21 totale). Riusciamo a salire in nave e dopo poco arriviamo a Tinos; non sembra una classica isola cicladica perché di primo impatto si notano tetti rossi, in realtà è solo un’impressione perché gli altri villaggi sono tipici. Vista l’ora il porto è molto tranquillo, a parte la poca gente scesa dalla nostra nave. In bella vista ci aspetta la ns jeep rossa fiammante prenotata con Vidalis rent car con largo anticipo perché è un’auto molto richiesta (Suzuki Jimmy convertible totale 390,00 per 7 gg – in realtà riportata l’ottavo giorno verso 12.30). Ci accompagnano in uno degli innumerevoli uffici Vidalis per le pratiche burocratiche e poi partiamo verso Kionia dove abbiamo prenotato gli studios Almira proprio fronte mare (Almira Studios – Kionia/Tinos - Tel.: +30 22830 22753 - info@almirastudio.com www.almirastudios.com € 560 per 8 notti - € 70 a notte in 4). Kionia si trova a pochi chilometri dal porto, circa 4 ed è una strada con studios e ristoranti fronte mare. Ad un certo punto davanti al mega Hotel Grand Hotel Tinos c’è un pezzo sterrato e sembra che la strada finisca, in realtà continua ed è l’unica strada per andare verso il nord dell’isola (Pirgos, Panormos). Siamo ancora spaesati e stanchi ma ci riprendiamo subito dopo aver visto il nostro mega terrazzo con vista mare (la spiaggia è proprio davanti). L’appartamento è carino, ben tenuto e pulito (a parte qualche capello sul pavimento dopo che facevano le pulizie perché probabilmente non lavavano bene il moccio ma per il resto tutto tenuto bene e funzionante. La cosa incredibile è il cesto di benvenuto, i vari regalini e dolcetti che lasciavano ogni volta che cambiavano lenzuola e asciugamani ogni 3 gg mentre le pulizie le facevano giornalmente) e il set bagno che nemmeno un hotel a 5 stelle ha!!!! Perfino il calzante con il marchio Almira. In dotazione anche tanto cibo per fare colazione/merenda (fette biscottate, caffè, marmellate, biscotti).

I proprietari però ci hanno deluso perché molto assenti ma soprattutto l'ultimo giorno non ci hanno nemmeno salutato dopo che li avevamo pagati. Ci sono rimasta molto male. Svuotiamo le valigie alla velocità della luce e corriamo in spiaggia. Davanti a noi c’è la spiaggia sia libera che attrezzata ma camminando pochi metri e superando alcuni scogli si arriva in piccole baie davvero carine. La sera ceniamo alla Taverna Tsamitia consigliataci da una coppia conosciuta in spiaggia, tipica e sempre affollata, si trova a Kionia (dai ns studios andando verso Tinos sulla sinistra, c’è una piccola salita e la taverna ha diversi terrazzi immersi nel verde). Mangiato tanto e bene: una grigliata mista di carne e altre cose (€ 44,00 totale).

davanti "Almira Studios"

spiaggia Kiona

10.08 Oggi c’è un po’ di vento, uno dei pochi giorni in cui lo abbiamo trovato. Andiamo a Tinos a fare la spesa (in piazza tutte le mattine c’è un mercatino di frutta e verdura), torniamo a casa a preparare il pranzo al sacco e partiamo per scoprire le spiagge dopo Kionia, direzione Nord. Ne vediamo diverse (Agios Romanos, Agios Petros, ecc) scendendo e seguendo le indicazioni ma non ci attirano e proseguiamo fino ad arrivare in una lunga spiaggia con un grande parcheggio, un baretto con alcuni ombrelloni e musica e poi la parte di spiaggia libera dove montiamo subito le nostre due nuovissime mezze-tende (purtroppo non mi sono segnata il nome). Il mare è leggermente mosso e ci divertiamo tra le onde, piano piano la spiaggia si riempie, come al solito i greci ti “montano sopra” anche se intorno c’è spazio: pazienza, d’altronde è casa loro! La sera ceniamo di fianco a casa, da “Nostos” (€ 44,00 frittura di pesce, calamaro griglia ecc), il personale gentile ma il cibo non è super, comunque è sempre pieno quindi probabilmente abbiamo preso le cose sbagliate o comunque…de gustibus non disputandum est!!

11.08 Oggi, ammirando il mare dalla nostra terrazza, vediamo subito che non c’è vento e quindi ne approfittiamo per andare verso nord-est, a Kolimbitra, spiaggia frequentata usualmente da surfisti ma noi volgiamo godercela in assenza di vento.

A Tinos ci sono molte indicazioni ed è facile girare l’isola; durante il viaggio ammiriamo i paesini, la verde vallata ricca di colombaie e il profumo di timo.

 
 
 
 
 
 

Kato Klisma

Non ci fermiamo a Kolimbithra ma continuiamo la strada, passata una collina arriviamo in una spiaggia poco frequentata, penso di aver individuato il nome sulla cartina (Baia De Tourte) ma non ne sono sicura. Sabbia, pochissime persone e solo greche, mare stupendo. Trascorriamo la giornata tra bagni, letture, giochi con le bimbe.
 
 
 



Verso tardo pomeriggio decidiamo di andare ad Aetofolia, paesino nell’interno consigliatoci dalla signora di Vidalis rent Car perché se siamo fortunati c’è un piccolo museo della ceramica e un ristorantino da lei consigliatoci, tipico ed economico. Tornando indietro non rinunciamo a scendere nella spiaggia più frequentata, con particolarissimi ombrelloni fatti con tronchi di albero e prendere un mojito (€ 16,00 due mojito e due frullati) nel bar allestito nel vecchio camioncino della Wolsvagen.

Arrivati ad Aetofolia, parcheggiamo e nemmeno fatto un passo, veniamo catturati dalla nipote del ceramista che ci apre il museo (dagli altri diari avevo intuito che era una fortuna trovarlo aperto). Museo molto piccolo ma carino, ti spiega tutto e ti porta anche in giro per il paesino a vedere il forno, lo studio, ecc. (€ 4,00 totale). Anche se è presto per i nostri canoni di cena, ci fermiamo e con calma ceniamo da “Sta Fus'aera” passando lì tutta la serata chiacchierando con gli altri commensali. Il cibo molto buono e particolare, atmosfera d’altri tempi, proprietario giovane dinamico (€ 41,00 ma con tutto di più).

12.08 Direzione Nord estremo, volevo arrivare a Mali e Koumelas. Vediamo nella cartina che lungo la strada c’è un benzinaio e pensiamo di farla lì senza andare a Tinos dove sono concentrati tutti gli altri benzinai. Purtroppo però lo troviamo chiuso e sarà sempre chiuso anche nei giorni successivi, senza scritte o nulla, scendiamo, cerchiamo qualcuno ma sembra tutto deserto. Decidiamo comunque di raggiungere la parte più estrema e arrivare nella spiaggia di Mali ma la strada diventa sempre più ripida e a picco sulle cave di marmo.

cava di marmo

 
Uno spettacolo davvero suggestivo ma non incontriamo nessuno a cui chiedere notizie per sapere quanta strada manca e che tipo di spiaggia ci sia e la benzina scende fino a che, a malincuore, decidiamo di tornare indietro. Delusi e sconsolati ci dirigiamo verso Tinos paese per fare benzina e proviamo a vedere le varie spiagge: Agios Fokas, Agios Sostis, Agios Ionnis, tutte belle e lunghe ma non sono il nostro genere e non ci convincono anche se ormai le ore scorrono ed è quasi pomeriggio. Superato Agios Ioannis Porto abbiamo seguito una strada e all’altezza dei Bungalows Carlo abbiamo seguito l’indicazione per “beach” e non Dyo Choria. Si arriva alla fine della strada, c’è un piccolo centro di case e si parcheggia la macchina: si arriva a Lychnaftia una piccola spiaggia di sassi con poca gente e circondata da case private. L’acqua è cristallina e stiamo quasi tutto il giorno in acqua, esplorando anche la zona circostante. Questa è la mia preferita di Tinos. Rientriamo tardi e ceniamo a casa nella nostra grande terrazza.

13.08 Anche oggi ci aspetta una nuova avventura: direzione Panormos, la spiaggia di Pyrgos. La strada è sempre quella verso Nord ed è molto bella, si ammira un bel panorama del mare e si passa per piccoli centri molto carini. Passata Pyrgos si arriva a Panormos, classico porticciolo contornato da ristorantini di pesce. Arriviamo con la macchina alla spiaggia ma non vogliamo fermarci lì, vorremmo andare ad Agia Thalassa e ci dicono di andare oltre con la macchina ma c’è solo sabbia!!! Insomma ci fermiamo, chiediamo ma davvero bisogna passare per la spiaggia con la macchina, passare per un stradina strettissima e poi continua sterrata (ma fattibile) e si arriva a vedere una baia con un parcheggio. Arriviamo e scarichiamo tutti i ns bagagli (2 mezze tende, frigo, zaini) ma non siamo ancora soddisfatti e allora vedo che alla fine della spiaggia c’è una roccia e una stradina. Chiedo a dei greci e mi dicono che seguendo quel percorso tra le rocce si arriva in un’altra bellissima spiaggia con zone di saline.

saline
 
 
Insomma come non andare!!! Allora vado in perlustrazione con le due bambine e rimaniamo pienamente soddisfatte. Torniamo indietro per recuperare bagagli e ….marito!!! Il posto è stupendo anche se con il passare delle ore la spiaggia si riempie ma c’è tanto da esplorare e noi siamo sempre in mare con la maschera anche se con qualche difficoltà perché si arriva anche in mare aperto!! Nelle rocce ci sono punti bianchi di sale. A fine giornata torniamo negli studios per la doccia e decidiamo di tornare a Panormos per cena perché attratti dai ristorantini sul porticciolo soprattutto da “Marina”. Ottima cena di pesce per € 54,00 totali.

 
 

Panormos

14.08 Oggi esploreremo la parte sud-est e dopo aver fatto il pieno, andiamo in direzione Steni. La strade a Tinos sono belle e si ammira ovunque un bel panorama sia nella strada costiera sia in quelle all’interno. Si vedono anche molte belle case che è sempre un piacere vedere, anche se futile. Da Steni ci sono le indicazioni per Agia Santa Margherita, circa 13 km in mezzo ai monti e 6 km di sterrato. Io purtroppo ho male alla schiena/sciatica che mi porterò fino ad Andros ma comunque tengo duro tra massaggi delle figlie e medicine. Sicuramente i viaggi con la jeep negli sterrati non giovano ma altro non posso fare. La spiaggia è una piccola baia con un bel mare ma il tempo oggi è ballerino e addirittura nel primo pomeriggio piove. Cerchiamo di resistere ma dobbiamo arrenderci e così raccogliamo le nostre cose e andiamo a visitare il paesino di Falatados con la bella chiesa di Agios Ioannis (che troviamo chiusa ma ammiriamo solo dall’esterno).

 

Agios Ioannis

Agios Ioannis

Agios Ioannis

Ci consoliamo con un bell’aperitivo precoce con ouzo e stuzzichini nel bar sotto la chiesa e guardiamo i bambini locali che giocano nella micro piazzetta adiacente. Un vero relax! Continuiamo ad esplorare il villaggio e troviamo l’antico acquedotto.

 
 




Dopo proseguiamo per Volax, altro grazioso paesino famoso per i cesti in paglia. Il piccolo villaggio è situato su di un altopiano circondato da rocce e massi enormi. Si tratta di uno dei borghi più interessanti da esplorare, come anche la sua architettura che è unica sull'isola. Molte delle sue case sono costruite in realtà in cima a massi! Anche se piccolo nelle dimensioni, il villaggio ha due taverne, un negozio di souvenir, un museo folkloristico, una anfiteatro all'aperto e un laboratorio di cestai tra i pochi rimasti a impagliare. Molto interessante inoltre è la minuscola chiesa del villaggio accanto al museo. Per i trekker esiste un sentiero che da Falatados arriva a Volax e prosegue per Agapi, percorso di media difficoltà in mezzo alla natura.

 
 
 

Volax

Volax

 
 

negozio souvenir ceramica Volax

negozio souvenir ceramica Volax

teatro di Volax


 
 
 

Exoburgo (formazioni rocciose)

Dopo una meritata doccia, decidiamo di cenare a Tinos per vedere la cattedrale prima di domani (15 agosto) grande festa della Panagia. Già arrivando al porto in macchina rimaniamo sconvolti dalla quantità di auto e persone e non riconosciamo la nostra Tinos. Prima di immergerci nella folla, ci fermiamo in un meraviglioso negozio proprio prima di arrivare nella piazza principale, dove le mie figlie mi regalano una stupenda collana e fanno acquisti (oltre a gioielli con materiali riciclati, ci sono borse, quadri ecc). Già da lì però vediamo alcuni pellegrini che camminano in ginocchio lungo un tappeto rosso fino alla cattedrale; la maggioranza sono nomadi che ritroviamo accampati fuori e dentro la chiesa. Ceniamo nei vicoli che purtroppo non abbiamo visitato nei giorni precedenti e mangiamo un gyros dato che tutti i ristoranti sono occupati. Faccio i biglietti del traghetto per Andros e il ritorno Andros-Mykonos (€ 84,00 totale) e ci dirigiamo verso la cattedrale, orami è quasi mezzanotte. Lo spettacolo è incredibile: la cattedrale illuminata, gente che dorme ovunque, gruppi di persone che fissano un punto dove dovrebbe apparire la Madonna. Vediamo una luna coda e mi metto in testa di unirci e così riusciamo ad entrare e baciare l’icona di Maria. E’ stata un’esperienza molto forte, soprattutto per le bambine ma penso che sia anche questo un modo per renderle “aperte e tolleranti”.

 




15.08 Direzione spiaggia di Livada a est (si segue per Steni e Mersini): mista di sabbia e ciottoli, è una vera bellezza da non perdere.
 
 
 




C’è una capra che gira indisturbata e crea un simpatico scompiglio tra i bagnanti. Le bambine si arrampicano nelle rocce e trovano una comoda “poltrona”. Il mare ti chiama in continuazione ed è possibile fare una bella nuotata verso destra fino a raggiungere il “nostro paradiso”. E’ così che io e le mie figlie abbiamo battezzato una piccola insenatura raggiunta dopo una bella nuotata, dove ci siamo stese in completo silenzio e libertà. Eravamo solo noi e ci siamo rimpite gli occhi e il cuore di questa natura, ho detto loro che durante l’inverno, nei momenti più faticosi per lo studio e tutto il resto, avrebbero dovuto pensare al nostro parido e così si sarebbero rilassate. Lo portiamo sempre nel cuore!!!

Dopo una lunga giornata al mare, doccia e visita al paesino di Pyrgos che troviamo incantevole. Ceniamo con un gyros in un localino lungo la stretta viuzza che porta alla piazzetta (anzi nostra figlia di 11 anni, magra e poco golosa di solito, ne mangia addirittura 2 da quanto buoni). Qui conosciamo una ragazza greca e fatalità la ritroviamo più tardi quando decidiamo di fermarci alla festa di Isternion lungo la strada che da Pyrgos torna verso sud. Il paesino è incantevole e arroccato sulla montagna, parcheggiamo nella parte alta e per scendere nella terrazza dove si svolge la festa, dobbiamo scendere molti scalini che ci permettono di ammirare questo bel villaggio. Immancabile giro di sirtaki ma c’è troppa confusione e poi devo assolutamente mangiare dei souvlaki, entro addirittura nella “cucina” e a differenza di altre feste, qui si paga tutto ma facciamo anche il bis. Qui ritroviamo Artemisia la ragazza trovata a Pyrgos che studia a Milano. Ci presenta la mamma e le tre sorelle tutte sparse per l’Italia e rimaniamo a parlare fino a notte fonda perché la mamma rimane colpita dalle mie figlie, principalmente da una che ritiene essere un’anima di cristallo ancora più di un bambino indaco. Insomma chi crede e chi non crede ma facciamo comunque una splendida chiacchierata e conoscenza con i nostri adorati greci.

16.08 Questo è l’ultimo giorno a Tinos e come da accordi verso le 12.30 riportiamo la macchina a Vidalis Rent Car, indiscusso “padrone” del noleggio auto, ha negozi ovunque. Devo dire che sono molto seri e competenti. Visto il caldo prendiamo un taxi per tornare a Kionia (€ 5,00) e andiamo nella spiaggia dopo il Tinos Beach Hotel che come ho scritto all’inizio, è spiaggia libera e meno frequentata. Ceniamo, come la prima sera, alla Taverna Tsamitia con una fantastica cena in questa taverna verace.

Grazie Tinos, di te ricordo il “verde Tinos” delle tue rocce e del tuo marmo, che rende le case così belle; il verde della vallata di Kato-Klisma, il verde-azzurro delle tue acque. Sei un’isola diversa per l’eleganza che ti contraddistingue e l’atmosfera sacra che si respira.
 
foto sassi verdi a Tinos
 
 
 
 

io
 

sabato 4 giugno 2016

Golosamente Cicladi Atto I - Paros e Mykonos

di Alfredo De Persis



Si torna in Grecia dopo diversi anni e perchè non optare per il più classico hopping island cicladico? Così dopo uno scalo "tecnico" a Mykonos per una notte via verso Paros per 5 giorni pieni, 6 a Naxos per poi chiudere dedicando le ultime tre giornate a Santorini per celebrare l'affaccio sulla Caldera e la sua magnificenza.

Non doveva e non voleva essere un classico diario day by day, invece le dita corrono via sulla tastiera..così velocemente che ho dovuto dividere il diario in due parti..perchè presto è diventato una cronistoria. Posso però garantire che le intenzioni erano ben diverse. Rimane però l'intento originale, un assoluto divertissement..e una strizzata d'occhio al lato ludico e gastronomico.

Si parte il 13 Luglio da Fiumicino (ad una novantina di minuti da casa) con Easyjet dopo sveglia ad orari antelucani avendo aereo alle 6,50. In aeroporto alle 05,30 ci accoglie l'ormai classico serpentone, tutti in un'unica coda indipendentemente dal volo salvo poi poco prima della chiusura del gate essere indirizzati nel desk dedicato. Alle 9,50 ora locale greca,in perfetto orario, atterriamo a Mykonos...il meltemi ci da subito il suo benvenuto scendendo dalla scaletta (e già si era presentato durante la fase di atterraggio facendoci ballare un pò) e non ci lascerà mai per 12 lunghi giorni salvo poi abbandonarci a tradimento proprio a Santorini (lì dove non avevo in programma mare e spiagge)...avrò modo di maledirne l'assenza quando ci troveremo a Oia a mezzodì...

forno Vamvakouris
Sbrighiamo le formalità ed all'uscita dall'aeroporto ad accoglierci è la signora Maria del Galini Hotel (consiglio provvidenziale raccolto sul forum TpC) che nel prezzo pattutito ci offre un transfert gratuito provvidenziale (idem il giorno dopo per il porto). Parcheggiamo proprio nei pressi della stazione bus di Fabrika visto che l'hotel è nei pressi della vicinissima Lakka square: stanze pulite, wifi, aria condizionata, tv lcd, prezzo ottimo per Mykonos dove a meno di 100 euro è difficile trovare qualcosa. Sarà comunque l'alloggio più costoso di questo tour ma l'offerta del Galini ci permette un notevole risparmio. Si depositano i bagagli e via in giro, abbiamo mezza giornata o poco più per vedere la chora (e magari qualche spiaggia), vedremo se riuscirà a stupirci. La zona intorno a Fabrika è strategica per molte cose, così ci buttiamo verso il "centro". So che su questa via c'è un forno "medievale" a cui voglio fare un salto, il Vamvakouris. L'ingresso è quasi nascosto ma so scovarlo..beh si entra e il fornaio sporco di fuliggine in canotta e grigio di capelli quasi stride con la patinata Mykonos...chi invece intrattiene gli astanti è una elegante signora che parla un ottimo italiano, che notevole contrasto. Il fagottino alle mele e zenzero buono, quello al cioccolato classico, ci sono tavolini e panche per una consumazione veloce. Nota di merito: il pomeriggio non ricordo di averlo visto aperto.
Espletata visita di rito si prosegue sul "corso" fino a sbucare su un crocevia...prendendo a destra e seguendo il flusso si arriverebbe alla Matojanni street e il suo struscio, a sinistra invece si arriverebbe ai mulini per una delle più classiche cartoline cicladiche, mulini e piccola Venezia. Ovviamente si punta a sinistra verso i mulini passando anche per una classica piazzetta adorna di bouganville dove, grazie alla ben nota intraprendenza di nostra figlia, faremo conoscenza con una coppia di ragazzi romani in attesa del traghetto pomeridiano per Naxos. La sua "sfacciataggine" è una costante di tutti i nostri viaggi, dopotutto è impossibile resisterle.. Scattate le più classiche foto ai mulini si scende verso lo scorcio più fotografato dell'isola, il quartiere Alefkandra, dove - "incredibile" ma vero - non ti incontriamo il discendente di Petros, il pellicano simbolo di Mykonos, con fare da guardiano sulla porta di un locale di little Venice?? Ma allora esiste...

l'attore quotidiano e malinconico di questa quinta teatrale

Alefkandra

Alefkandra

Alefkandra

Alefkandra

già Petros..


Cerchiamo la chiesa di Paraportiani nella vana speranza di vederla aperta ma possiamo solo limitarci ad uno sguardo perimetrale a queste 4 cappelle fuse armoniosamente in un insieme omogeneo. La perlustrazione della chora continua: è tutto come nelle attese, bianche case cubiche, balconi fioriti, cortili ombreggiati da un pergolato a volte da un fico, le solite vetrine delle solite boutique, atmosfera cosmopolita...ok..voi che sognate le isole più lontane, placide, che vi cullano al loro ritmo, già sapete che Mykonos non vi avrà mai.

Paradise Beach
 
Nel pomeriggio, sfruttando il comodo servizio bus da Fabrika, ci dirigiamo verso le spiagge di Paradise Beach e Paranga, una scelta obbligata: a quell'ora impossibile raggiungere via bus Kalo Livadi, meglio puntare verso le spiagge con più alta frequenza di bus (ogni mezz'ora in pratica). Alle 3 del pomeriggio situazione molto tranquilla al Paradise, la granularità della spiaggia non mi dispiace, conquistiamo l'ombra della tamerice.


Molti giovani,verso le 5 incominciano le danze sia al tropicana sia nel beach bar a noi più vicino, ragazze che salgono sui tavolini a ballare...il tutto trascurabile, nulla di "trasgressivo", anche se dubito che ci sia ancora qualcosa che possa sorprendermi. Curiosità: c'è un continuo via vai di aerei che in fase di atterraggio passono proprio sopra la spiaggia. Tramite comodo sentiero con belli scorci che si aprono sul mare si può raggiungere Paranga beach giusto per qualche foto.

Paranga Beach

scorci fra Paradise e Paranga Beach
 

Avevo letto che fosse una spiaggia vip (brrr..che vorrà dire?), arrivo e noto subito un pool bar vicino la zona parcheggio e belle ragazze prendere il sole in spiaggia..ah..apro parentesi: bella gioventù femminile vista aggirarsi per i vicoli della chora, eleganti ragazze a volte sofisticate..chiudo parentesi. Rientrati in hotel si esce per lo struscio. Se la mattina l'effetto è sicuramente coinvolgente, al secondo giro già mi annoia vedere il flusso ininterrotto di persone...però vedere così tante belle ragazze renderà la cosa meno pesante (ops ma l'avevo già detto? Ehhh..davvero non si può fare a meno di notarlo). Un gyros pita per cena per celebrare il ricordo di uno dei must di ogni vacanza greca, tanto più che ho una tabella di marcia che prevede circa quindici taverne da provare nelle altre 3 isole (tabella che verrà incredibilmente rispettata..forse esagerando)..posso dunque tralasciare i ristoranti di Mykonos anche se in lista ne avevo uno a Platy Yalos.

La città che dorme

panoramica dal mulino Boni
 
Il secondo giorno ci aspetta Paros. Prima però la mia classica passeggiata mattutina, quando ancora la città è dormiente, mi fa anche dare un ultimo sguardo d'insieme alla città salendo fino al mulino Boni. Lo si può raggiungere prendendo uno delle scalinate che partono ripide dalla Matojanni per una veduta panoramica ma nulla di memorabile.

banchine marmoree per il mercato del pesce


Si può partire per Paros, tutto quello che c'era da vedere nella chora è stato visto: i 5 famosi anemomili/windmill, Alefkandra, la cattedrale (Mitropoli), la chiesa cattolica e Paraportiani, il porto con le sue banchine del pesce marmoree, le tre vie principali: Matogianni, Enoplon Dinameon e Mitropoleos, disposte a ferro di cavallo dietro il lungomare, lo Scandinavian bar, il discendente di Petros beccato..l'eleganza di così tante belle ragazze è stata anche ammirata..si può partire per isole più familiari!

spiaggia di Souvlia – Delfini con il ristorante Magaya

Parasporos
 
A Paros troviamo ad accoglierci Mike. Mi bastano pochi secondi e capisco di avere a che fare con un gran furbacchione istrionico...invece di portarci nello studio a 2 passi dal molo prenotato via booking incomincia a decantarci la sistemazione in un alloggio che lui riserva solo a persone speciali...in pratica ci porta nella sua abitazione, dove ha ricavato diversi monolocali. Debbo dire che non mi ha colto in contropiede (e non sto qui a spiegare il perchè)...comunque ci avvisa che se non ci sta bene domani può portarci negli alloggi del centro che saranno disponibili solo l'indomani ed incomincia a salmodiare, ripeterà 150 volte almeno "if you voglio"..insomma dopo la prima notte potrò scegliere se restare in quel monolocale oppure nell'alloggio del centro.... "if you voglio"...e così mi faccio accompagnare a vedere anche questi alloggi in centro, non prima però di aver visitato la panetteria/pasticceria Aninpautus (o Aliprantis) che ci aveva consigliato Mike (è sulla strada che collega Parikia a Pounta, parallela al lungomare cittadino, di fronte al distributore Avin). A sorpresa, questi sono altre camere ancora, le più "fatiscenti"..la camera è occupata da 3 ragazze inglesi a quell'ora in spiaggia...insomma Mike ha 3 stabili dove sistema i vari ospiti e glissa sulla sistemazione di quello prenotato su booking. Gli chiedo come mai non ci fa vedere quello "pubblicizzato" su booking ed incomincia a dire che a causa della crisi greca molti hanno disdetto le prenotazioni e quindi non si sta raccapezzando più nella gestione delle stesse..va beh..ho inquadrato il tipo, sorrido a denti stretti...in fondo la nuova sistemazione non è affatto male, è a circa 800 metri dall'inizio del lungomare isola pedonale di Parikia, con bella vista sull'insenatura della baia della spiaggia di Souvlia – Delfini, bei tramonti. Questo però comporta una piccola rivoluzione nel programma: avendo la macchina solo dal giorno dopo sarò costretto a dedicare il pomeriggio alla suddetta spiaggia con una visita veloce a Parasporos seguendo un sentiero che parte nei pressi mentre per cena potrei andare al Magaya (direttamente sulla spiaggia di Souvlia-Delfini) e rimandare Ephessus ad altra sera.


Piccoli sacrifici...in realtà il sacrificio alla sera diventa tale perchè decidiamo di andare comunque da Ephessus che dal nostro alloggio dista circa 2,5 km e farseli al ritorno con la bimba che dorme e senza passeggino è stato un sacrificio notevole..ben ripagato comunque..Ephessus è da consigliare, location molto suggestiva, si cena fra le tamerici e "pieds dans l'eau", camerieri gentili, cucina di buon livello, piatti anche della tradizione anatolica..tabbouleh, pomodori e peperoni con ripieno al riso, una salsa alle carote, costolette di agnello, meatballs al forno come da ricetta di Smirne...
Con mezzo litro di retsina conto sui 45 euro. Esame superato a pieni voti!
Ephessus di giorno

tabbouleh


Il giorno dopo facciamo conoscenza con quella che abbiamo eletto la nostra spiaggia preferita sull'isola, Marchelo. Prima però, di buon mattino, dovendo andare a ritirare la macchina a Parikia ne approfitto per un giro più approfondito per i vicoli della chora deserti, salgo verso il kastro e verso la chiesa dalla azzurrissima cupola costruita sui resti dell'antico tempio di Athena e poi torno sul lungomare dove si succedono taverne, bar, locali.
gironzolando per i vicoli della Chora



Torre del Castello dei Franchi

scorci dal Kastro







 
 
La tappa successiva è la chiesa di Ekatontapiliani (o cento porte), il monumento bizantino principale di Paros, con la sua iconostasi. Il buon Mike, che di tanto in tanto ci porta frutta dell'orto, ci aveva già spiegato che venne progettata dallo stesso architetto che realizzò la chiesa di Santa Sofia a Istanbul. Non avevo subito approfondito quanto veriteria fosse l'informazione, però in rete ho trovato una conferma: nel VI secolo Giustiniano per la nuova edificazione (dopo che un incendio aveva distrutto la chiesa originale) scelse come architetto il capo cantiere di Santa Sofia(a sua volta alla terza e definitiva riedificazione sempre per volere dello stesso Giustiniano). La visita al suo interno è stata piuttosto veloce, delle curiose impalcature - non certo un inno alla 626 - non consentivano altro.
 

Ekatontapiliani
 




626 questa sconosciuta
 
 
Uscire dal complesso monumentale ed arrivare sulla "piazza" principale è un attimo, così come dalla piazza addentrarsi nella chora passando per la pasticceria più nota di Parikia. Girovagando per i vari vicoletti che improvvisi si aprono può anche capitare di scorgere la platia immortalata nel film di Genovese (ehmm...potevo stupirvi con effetti speciali ed invece niente). Un consiglio che mi sento di dare: dal lungomare "risalire" verso il mulino dell'Alexandros Cafè e proseguire almeno fino alla chiesina di Agia Anna, piacevoli scorci (anche per il tramonto serale) e diversi vecchi e "nuovi" mulini si presenteranno ai vostri occhi.

Immaturi..il Viaggio


Alexandros cafe

profilo di Parikia con il suo lungomare

Agia Anna




Ritirata la macchina si parte subito verso la spiaggia di Marchelo (che eleggeremo senza indugio alcuno quale nostra spiaggia preferita). Volendo evitare la zona ombrellonata arriviamo a parcheggiare fino al lembo estremo della spiaggia, lì dove c'è il molo d'attracco per i taxi boat da Parikia. Conquistiamo la tamerice (il verbo usato potrebbe sembrar esagerato ma come forse tutti saprete non appena arrivano nel pomeriggio le famiglie greche bisognerà contendersi l'ombra della tamerice) e ci godremo per tutta la giornata un mare dai bellissimi colori.
lembo estremo della spiaggia di Marchelo



I colori di Marchelo
 
Superato il "molo" si aprono inoltre anche delle piccole calette con dei colori che vi lascio immaginare. Postilla: posso garantirvi che le foto non rendomo giustizia ai colori che abbiamo visto alla spiaggia di Marchelo. Per la pausa pranzo assolutamente consigliato fermarsi al Paradise Marchelo club..piatti caldi e freddi, panini oppure un bel piatto di dakos della cucina cretese (e che ci sazia abbondantemente, uno è sufficiente per due viste le porzioni). Il contesto è "elegante", per come possa essere elegante un beach bar, ed è utile per evitarsi le ore più calde in spiaggia.
 

calette raggiungibili da Marchelo


 
Nel pomeriggio viene anche comodo prendere la macchina per raggiungere il piccolo promontorio di Agios Fokas. Vi faranno compagnia, al massimo, pensionati con le proprie sdraie all'ombra e qualche nudista..4,5 persone in tutto in questa spiaggetta sotto il monastero di Agios Sosti.
 


spiaggetta di Agios Fokas


 
Tardo pomeriggio e sera lo dedicheremo al paesino di Lefkes passeggiando piacevolmente nei suoi vicoli. Il primo obiettivo però è individuare O Klarinos, così lasciata la macchina nel parcheggio in un batter d'occhio mi ritrovo sulla piazzetta principale, vedo una farmacia, ricordo che il ristorante dovrebbe essere lì vicino con una scalinata che conduce direttamente sulla terrazza..ok, tutto collima, trovato. Salgo per prenotare un tavolo vista piazza. Possiamo dedicarci alla visita del paesino seguendo il "corso principale" che inevitabilmente ci condurrà alla chiesa principale in una bella piazza ricca di bouganville e di alcuni piacevoli kafenion.
 





 
 
Facendo capolino qui e là nei vicoli scopro varie verandine dove signore di non più tenera età servono propri piatti ad avventori non abituali..forse è vero che come mi hanno consigliato a Parikia se si vuole mangiare bene bisogna proprio venire a Lefkes. E l'esperienza a O Klarinos confermerà questo giudizio. Porzioni generosissime, buona qualità e prezzi incredibili. Hummus di fava, polpette di zucchine (kolokithokeftedes), kontosouvli (carne suina arrostita allo spiedo, tagliata a lama e servita a pezzi con la crosticina croccante), costolette di agnello e moussaka..all'incredibile prezzo di 39€ con vino resinato locale e l'offerta di cocomero/melone bianco e una porzione di yoghurt al miele. Esperienza da ripetere più volte a Paros. Solo per la cronaca segnalo che chi raccoglieva la nostra ordinazione si mostrava sempre più stupito..l'apice è stato raggiunto quanto alla fine gli ho chiesto anche la moussaka :-) Mi son sentito in dovere di giustificarmi che da buon italiano son solito onorare la tavola.. ma eravamo ai primi giorni, si poteva ancora osare.
 

 
Hummus di fava

Kontosouvli

 
Terzo giorno sull'isola..scocca l'ora per Kolymbithres, bisogna vedere queste piscine. Il vento spezza le onde inficiando la bellezza delle acque....fino alle 11,30 le calette sono quasi vuote, poi l'arrivo dei barchini da Naoussa riversa gente. Con il passare delle ore, il calar del vento e la giusta luce riusciamo ad apprezzare meglio un così celebrato sito.
 
 
calette che si susseguono a Kolymbithres

effetto piscina

il molo di attracco


Per sfuggire all'assembramento (sono piccole calette con bizzarre formazioni calcaree e occupate da ombrelloni..il consiglio per meglio godersele è arrivare verso le 10 perchè non troverete ancora nessuno) ci si può anche allontanare verso il versante che affaccia direttamente su Naoussa da dove si aprono scorci suggestivi per belle foto.


bizzarre rocce

versante esposto verso Naoussa

scenografica Kolymbithres



A pranzo decidiamo di ripiegare sulla omonima taverna - non è quella dietro la spiaggia ma bisogna fare qualche centinaia di metri a ritroso tornando sulla strada (la scelta fra le due è stata dettata dalla volontà di seguire i consigli di una nota guida locale..una tale Ornella..). Sono le 13,30 ed essendo i primi clienti scegliamo il tavolo sulla verandina con l'affaccio migliore sulla bellissima baia...a poco a poco vedremo la taverna riempirsi, molti italiani. Volendomi mantenere leggero (ehm) opto per un saganaki ai gamberi come portata principale, una fritturina di piccoli gamberi, una classica insalata greca: 34 euro incluse altre portata minori. Ma ciò che rende questa taverna particolare è la spettacolare vista..perchè non godersela al meglio con un frappè greco fra le mani?


 
 
 
Ormai sazi e riposati puntiamo verso Santa Maria battuta dal meltemi per poi ripiegare verso Mikri Santa Maria più riparata. Qui passeremo qualche ora in compagnia di una famiglia di Grado al loro primo vero "lungo" viaggio dopo la maternità. Ma sono degli habituè delle isole greche...Milos e Karpathos le loro preferite...mi raccontano anche di come siano stati abbordati da un pescatore a Karpathos (poi rivelatosi uno dei più noti ristoratori dell'isola) che con soli 30 euro presentò a cena 2 aragoste solo per loro....io prendo nota
 
Santa Maria Beach
 
Stanchi della giornata? Ancora no.....siamo vicini a Naoussa, dobbiamo approcciare il porticciolo veneziano con i suoi tavolini colorati dislocati ovunque...è una delle cartoline classiche, non possiamo sottrarci al rito. Prima impressione: c'è molto più confusione girando fra i suoi vicoli che non a Parikia, già parcheggiare la macchina (e sono solo le 19) non è così immediato (anche se ho subito beccato un posto liberatosi provvidenzialmente), moltissimi ragazzi italiani in età liceale, prezzi più cari di un buon 40%. Mia figlia intanto si è impadronita della mia Canon e decide di trasformare le vie in un set fotografico per una coppia di giovani ragazzi italiani che volentieri si prestano..



 

Quarto giorno a Paros: È ora di dirigersi verso le spiagge del sud...la bussola, con opportuno magnete posizionato, mi indica la spiaggia di Faragas. Qualcuno l'aveva definita come la spiaggia eletta dagli italiani, ma in realtà di italiani ne ho trovati ovunque sulle spiagge di Paros, anzi potrei direi che è l'isola degli italiani(diversi anche stanziali o con casa di proprietà): gruppi familiari a Parikia, giovanissimi a Naoussa. L'accento denota una chiara prevalenza del settentrione italiano.

Faragas ci accoglie con un beach bar decisamente figo..sulle prime mi lascia perplesso, la tentazione dopo 5 minuti sarebbe di levare le tende e dirigerci verso Tripiti. Sono quasi lì lì per andarmene...ma visto che ci siamo perchè non farci un tuffo? Mai decisione fu più saggia, è bellissimo nuotare in quell'acqua, le trasparenze al largo conquistano ed inoltre basta allungarsi verso i lati (noi avevamo conquistiamo l'ombra in uno dei pochi alberi sul lato destro) che si aprono delle calette deserte dove si può notare meravigliosamente.

colorato scorcio del beach bar

Faragas Beach

è dolce naufragar..

Dubbio amletico per pranzo, ci fermiamo a prendere qualcosa a volo in questo raffinato lounge bar oppure...ma sì oppure! Cerco la taverna En plò, pochi km più a est....Avevo qualche suggerimento, mi intrigava anche la posizione con bella visuale sulla spiaggia di Lolantonis. Arrivo e scatta il colpo di fulmine..suggestivo il colpo d'occhio e la posizione.



D'emblèe decidiamo che sarà la nostra spiaggia per il pomeriggio..prima però..non ci sono molti clienti, dopotutto la spiaggia viene quasi snobbata (male, molto male! Ma meglio per noi che ne godremo la tranquillità), bisogna proprio conoscere la taverna ed arrivarci appositamente. Enplò si presenta con una certa eleganza, la bionda signora parla bene italiano, non è molto affabile, caso più unico che raro visto la grande ospitalità che gli amici greci hanno saputo riservarci...un'insalata greca, calamaro gigante, frittura di alici...la cosa che ricorderemo con più piacere però è la torta all'arancio(buonissima) offerta così come la scelta fra cocomero e melone.



deliziosa torta all'arancio
 
Ci alziamo e in un amen arriviamo in spiaggia, grandi tamerici si offrono a noi con la loro ombra, si possono anche prendere i lettini per riposarsi, siamo in pace. La baia ha dei colori che ci piacciono , in un amen parte la soave "pennica"!
Faragas e Lolantonis due spiagge antitetiche ma ugualmente suggestive.
Dopo un ultimo tuffo riprendiamo l'esplorazione dell'isola per la Golden Beach: ormai è pomeriggio inoltrato, non c'è quasi più nessuno, di certo però questa lunga spiaggia non è adatta agli amanti di luoghi deserti.
 
Golden beach


Piso Livadi con il suo porticciolo e il "parco giochi" sulla spiaggia e la fila di ristoranti sul molo, conferma il suo carattere di spiaggia per famiglie, ritmi rilassati sull'onda di un'altalena ma ci aspetta la pasticceria di Marpissa direttamente sulla strada in corrispondenza della deviazione per l''ingresso nel paese. Solo gente del posto, anziani che discutono nei tavolini sotto il portico..locale carino, i dolci ci tentano e ci sediamo comodamente per una consumazione al tavolo...prezzi irrisori. Sosta consigliata. Soddisfatto il peccato di gola saliamo verso l'alto del paese, foto di rito alla chiesa principale che domina l'abitato per poi ridiscendere verso Marmara e via verso il nostro alloggio

Piso Livadi

Il quinto giorno è riservato all'isola di Antiparos. Mike ci aveva già informato che Tom Hanks e la Bellucci hanno casa sull'isolotto, incamero l'informazione e la cestino. Pochi minuti di traghetto, neanche il tempo di sedersi e si attracca, la traversata si fa in compagnia degli sportivi del ParosKite che hanno vento per i loro denti. Una volta scesi mi dirigo subito alla spiaggia del camping di Antiparos..lascio la macchina nello spiazzo davanti al camping e seguendo il sentiero si arriva alla spiaggetta di Theologos..spiaggia per nudisti..il vento è notevole, c'è come un senso di abbandono e di precarietà, qualcuno potrebbe dire selvaggio.

Attracco ad Antiparos

Theologos

Riprendo la macchina e punto a sud avendo a mente la dettagliata descrizione delle spiagge fornite dalla onnipresente guida locale Ornella, mi segue ovunque, vorrei sapere come fa..ehm ehm..
Il meltemi non ci abbandona, con la "mia" UP vorrei raggiungere non dico Faneromeni ma almeno la Sostis Bay..so che debbo deviare per la spiaggia di Soros e da lì proseguire. Una volta arrivato non vedo alcuna indicazione, c'è uno sterrato in salita incassato che forse dovrebbe essere quello giusto...non mi convince, non sono in vena di perlustrazioni, il meltemi impazza, i colori dell'acqua di Soros che dovrebbe essere fra le spiagge più belle non è che mi convincano molto...mi dico che con questo vento sarà utopistico potere apprezzare il bel mare, meglio evitiarci lo sterrato che si annuncia accidentato e così fermo la macchina a Soros pur storcendo il naso perchè non mi ha colpito. Poche persone ma in prevalenza italiani, ca va sans dire. Primo bagno della giornata per poi subito proseguire verso Agios Giorgios..due ristoranti allineati vista mare, solita lenzuolata di polipi appesi, bel mantello di colori in acqua.

Soros beach

Agios Giorgios




Ci interroghiamo se fermarci a mangiare ma ho in mente Alyki per la cena. Forse cercando un pò potrei trovare una spiaggia nei pressi di Agios Giorgios meritevole, forse c'è...ma preferisco rigirare verso la chora e dare un'occhiata alle altre spiagge elencate nella bibbia puccy per vedere dove fermarci nel pomeriggio..Apantima non mi convince, fa troppo beach club...Glifa invece mi appare all'improvviso sulla strada, ecco potrebbe andare....continuo a ritroso e dalla strada mi appare un bel tratto di mare, poco dopo vedo l'indicazione per la spiaggia di Psaraliki..ok, ho ora due opzioni per il pomeriggio. Il meltemi non impazza più e rende finalmente giustizia a questo mare. Ormai sono le due, si gironzola per la chora di Antiparos alla ricerca di una panetteria.
Nel pomeriggio mi dirigo verso la spiaggia Psaraliki-Panagia, l'ombra delle sue tamerici è un buon conforto, spiaggia lunga, pomeriggio rilassante.


Girando per la chora di Antiparos


Psaraliki
Avevo considerato nel primo pomeriggio anche l'opzione di riprendere subito il traghetto per vedere la lunga spiaggia subito dopo l'abitato di Aliky, a sud est, di cui avevo letto un gran bene...invece rimarrà una delle cose non viste a Paros, insieme alla spiaggia di Lageri ed alle due spiagge più "nascoste" di Antiparos (rimane il rimpianto maggiore non essere arrivati almeno fino alla Sostis Bay). La successione di ristoranti sul molo di Alyki ci creerà solo imbarazzo nella scelta, passeggiando vedrete una successione di polipi, pesci di varie pezzatura, ali di razza appese, acquari dove povere aragoste aspettano di essere prelevate. Mi ero segnato due indirizzi ed ero curioso di vedere anche un terzo le cui recensioni su TA deponevano bene..giro perlustrativo ma forse frettoloso perchè non ho subito notato che solo il ristorante Alyki (il primo su TA e l'ultimo nella successione sul vialetto) ha una vera griglia e non una piastra come gli altri due..una vera brace, un plus differenziale. Non avendo notato questa peculiarità optiamo invece per To Mouragio, dove in compenso i tavoli sono scenograficamente adagiati su una "prua" e ricci di mare e granchi sugli scogli ci faranno compagnia per tutta la sera mentre un bel tramonto scende alla nostra destra.
 



Si mangia discretamente, spesa sui 38€ dove le portate principali sono state un polipo grigliato (un solo tentacolo ahi), pesciolini fritti, sardine..ma vuoi mettere una vera brace? Ed anche i prezzi sarebbero stati leggermente inferiori...La cosa più suggestiva della serata sarà però la passeggiata sulla spiaggia del paese, molto intimo, con in lontananza le luci dei ristoranti in dissolvenza ed ascoltare la voce delle onde godendosi il momento, magari seduti su una comoda panchina. Uno stacco da tutto quello che c'è intorno ma anche, perchè no, (mode on pubblicità anni 80) dalla frenesia della vita moderna anche senza un cynar (mode off pubblicità anni 80) tra le mani.


Il 19 Luglio è il nostro ultimo giorno sull'isola...Prima decisione...prenderemo il traghetto serale delle 22,50 per Naxos così da non spezzare la giornata e poterci dedicare a quello che Paros può ancora offrire, perchè ha davvero tanto da offrire che ci si può dedicare tranquillamente una decina di giorni. Informato della decisione di partire con il notturno Mike "ci viene incontro" offrendoci la camera fino a sera al modico prezzo di 15€ (comodo anche per una doccia rinfrescante) e ci avrebbe anche riaccompagnato al porto visto che dovevo restituire la mia UP verso le 20...e bravo e furbo Mike. La giornata inizia presto, alle 9 si parte per Agia Irini, non mi dispiacerebbe fermarmi nella prima spiaggia, quella della taverna, inserita in una bella baia con una cubica cappella.

Agia Irini

 
 
Di contro ho trovato invece abbastanza anonima quella del camping con le palme. Però Monastiri ci aspetta...ero stato tentato in fase di programmazione di saltarla, avevo visto delle foto con un assembramento tale che mi aveva tolto ogni interesse ed invece è stata la rivelazione dell'isola. Certo arrivi e i bassi fondali della baia che si estendono per decine di metri all'inizio hanno quasi un aspetto paludoso, ma so che bisogna salire verso la cappella della chiesetta di di Agios Ioannis Detis e la sua cupola azzurra. Già oltrepassando il cancelletto si incominciano a notare delle calette che inviterebbero ad una sosta ma lo spettacolo si apre man mano che si raggiunger la cupola, è fantastico, una mantellata di colori! Così come a Santorini si sale sui tetti/terrazze qui bisogna salire sul tetto della cappella con la sua bella cupola che funge da stella polare.
 
 





 
Certo non è una baia vergine ma dimenticando natanti vari ormeggiati è uno caleidoscopio di colori entusiasmanti. Non so neanche quante foto abbiamo scattato con tutti i device vari che avevamo a disposizione...dopodiche via in acqua perchè nuotare in mezzo a quei colori, al largo, lontano dai bassi fondali, è una sensazione che vorresti non terminasse mai. La nuotata più bella insieme a quella fatta al largo di Faragas. Dalla cappella avevo anche visto il sentierino che collegava la spiaggia con il molo d'attracco dei barchini che fanno la spola verso Naoussa e dove sono soliti ormeggiare natanti più imponenti...lì l'acqua sembrava paradisiaca e non mi sorprende che la nostra Katia l'abbia eletta come suo posto preferito...ma noi dovevamo scappare, volevo vedermi Naoussa anche di giorno. I tavolini sul porticciolo che di sera sono presi d'assalto, di giorno esposti come sono alla luce del solo sono desolatamente vuoti restituendo al porticciolo veneziano una sua dimensione autentica con i pescatori impegnati con le proprie reti.
 





 
Ci fermiamo alla panetteria subito prima del ponte, aperto h24 (stessa cosa la constateremo in una panetteria di Fira a Santorini sulla carrabile) e preso d'assalto dai ragazzi quando scendono dal bus o in attesa di prenderlo...qui conosceremo 2 greci-americani di Boston, Kostantino e Kostantina. Logorroici e simpaticissimi..ogni estate cercano di passare almeno un mese girando per varie isole greche e se ci scappa fanno un salto anche nel nostro belpaese.

Il pomeriggio decidiamo, motu proprio, di passare a salutare quella che abbiamo eletto la nostra spiaggia del cuore, Marchelo. Non posso non inserire altre foto di questa spiaggia che mi ha letteralmente conquistato.


 

L'arrivederci all'isola di Paros, però, bisogna darlo sul lungomare di Parikia al suo sunset privilegiato, che ogni sera si offre come naturale set fotografico...
Naxos ci attende


 

I miei must a Paros? Non sarò particolarmente originale nel presentare la lista che segue:
La spiaggia di Marchelo, la star
La baia di Monastiri dall'alto della cupola della cappella di Agios Ioannis Detis
Le nuotate al largo a Faragas e Monastiri
La scenografica vista dalle verandine aperte della taverna Kolymbithres ed En plò a Lolantonis
Le due spiagge antitetiche di Faragas e Lolantonis
Sunset dal lungomare di Parikia
La Basilica delle cento porte
Il porto veneziano a Naoussa e il dipanarsi dei suoi vicoli
La taverna O'Klarinos a Lefkes ed Ephessus a Parikia

ma così inevitabilmente è.