di PUCCY – Ornella Baciocchi
Alle origini del mondo nacque
un’isola perduta.… i giganti Otos ed Efialte staccarono
grandi rocce dalle cime del Monte Pelion e le lanciarono con rabbia
in mare, volevano distruggere il mondo e invece regalarono al mondo
il meraviglioso arcipelago delle Sporadi. Gli dei rivestirono queste
nuove isole di un prezioso
mantello dalle mille sfumature di verde e quando arrivarono
all’ultima, la più orientale e grande, svuotarono del tutto i loro
canestri colmi di profumi: pini, cipressi, querce, lecci, aceri e
corbezzoli, lentischi,
cisti e ginepri, salvia, timo e origano, fiori per ogni stagione,
eriche, orchidee, caprifogli, papaveri, ciclamini, gladioli e
nigelle, nacque uno dei più bei giardini del
mondo… La tradizione vuole che i primi abitanti di questo
paradiso terrestre fossero Cretesi, arrivati nel 16 secolo a.C. dal
mare al comando del mitico re Stafilo, figlio di Arianna e Dioniso,
che battezzò l’isola col nome di IKOS e vi piantò l’unica
pianta che mancava, la vite. I fieri Micenei arrivati in seguito dal
continente preferivano chiamare l’isola ACHILLIODROMIA per
ricordare a tutti che il padre di Achille, Peleo, era vissuto proprio
qui, in un Castello Rosso, fino alla fine dei suoi giorni. Vennero
poi i giorni dei pirati di Skyros, i rudi Dolopi, che vi stabilirono
il loro quartiere generale e vennero i Romani che ne fecero una terra
di esilio. Vennero gli anni bui del Medioevo quando l’isola
scomparve dalla memoria, priva di nome e storia, solo un rifugio di
preghiera e isolamento per i monaci e gli eremiti provenienti dal
Monte Athos. Nel 1453 i Veneziani la ritrovarono col nome di
DHIADHROMI ma nel 1538 furono costretti a consegnarla al
Corsaro Khayr al-Din Barbarossa che dopo aver razziato e trucidato
gli abitanti, abbandonò l'isola nelle mani
dei Pirati, sia locali che saraceni, che per secoli, nascosti nelle
infinite insenature e grotte, seminarono il terrore in tutto l'Egeo
settentrionale. Agricoltori, pastori e pescatori, case e
chiese ricomparvero timidamente sull’isola nel 1816 quando la
Guerra di Indipendenza che infuriava per tutta la Grecia portò su
questa “ultima spiaggia” diversi rifugiati in cerca di salvezza
Nei loro diversi idiomi dialettali il nome dell’isola suonava come
Liadhromia, Hiliodhromia o Heliodromi, forse
storpiature degli antichi nomi, ma nel 1832 arrivò la liberazione e
anche il nuovo nome di ALONISSOS, un nome antico, si dice, un
nome che, in realtà, non le era mai appartenuto. Ma all’umile e
laboriosa società agricola poco importava del nome, si viveva in
povertà ma in pace, si allevavano animali, si coltivava la terra e si
era anche ripreso a produrre vino come ai tempi del mitico Re
Stafilo…. nel 1950 arrivò sull’isola la terribile filossera che
in soli 10 anni distrusse tutte le vigne e nel 1965 un tremendo
terremoto rase completamente al suolo molte case e l’intera Chora:
50 anni fa l’isola perse tutto e tornò alle origini del mondo.
Sembrava non dover più risorgere Alonissos, invece agli inizi degli
anni '70 arrivarono i primi turisti e pian piano una nuova vita,
sempre più lontana da quella dei campi e delle vigne … Una
lunga storia quella di ALONISSOS, una storia che ora sembra
ricominciare da capo, quanti nomi per questo piccolo lembo di terra
nell’Egeo, tanti nomi come si trattasse di tante isole diverse,
vissute da uomini diversi e in tempi diversi, in un certo senso è
proprio così, un’isola sola vissuta molte volte… e molte
volte perduta… perduta anche per noi, quando dalla nave che ci
riporta a casa la vediamo svanire pian piano nella foschia, come un
bel sogno al mattino, con il suo prezioso mantello
dalle mille sfumature di verde…
VOLOS
Dopo
un inverno che sembrava non finire mai e una primavera timidissima,
arriva sabato 16 giugno e il nostro aereo Ryanair parte alle 7.00 da
Bergamo diretto a Volos portandoci finalmente verso l’estate. Alle
10.00 locali atterriamo, puntualissimi, dopo 2 ore effettive di volo
sopra verdi vallate e montagne ancora spruzzate di neve, segno che
anche qui l’inverno è stato particolarmente lungo e rigido.
L’aeroporto di Volos è piccolo, nuovo e
funzionale,
collocato in una piana vicina al mare, fra la località balneare di
Nea Anchialos e la cittadina di Almyros. All’uscita dell’aeroporto
trovate di fronte a voi il parcheggio delle autovetture a noleggio e
la stazione dei taxi, sulla destra c’è il pullman di linea della
Ktel che porta a Volos. Per arrivare al centro della città e al
porto da cui partono i collegamenti per le Sporadi ci sono 35 km
giusti. Il bus della Ktel è sicuramente il mezzo più economico, il
biglietto costa 5 euro a testa e si acquista all’interno
dell’aeroporto o sul sito, i posti sono numerati quindi è inutile
affollarsi vicino al bus per cercare di prendere posto, gli orari
sono in coincidenza con l’arrivo / partenza dei diversi voli,
pertanto quando il bus è pieno parte. Con il pullman ci vogliono
almeno 40 minuti per arrivare alla stazione bus e poi altri 20 minuti
di cammino per arrivare al molo di imbarco. Il taxi è sicuramente il
mezzo più comodo ma, considerata la distanza, il costo è piuttosto
elevato, 40 / 50 euro: se si trovano compagni di viaggio disposti a
dividere la spesa si può però prendere in considerazione,
soprattutto se non si ha molto tempo o non si vuole fare il tratto di
strada a piedi. Dato che abbiamo in programma di prendere il
catamarano Hellenik Seaways delle 12.00 con arrivo ad Alonissos alle
15,30, Aldo si mette in fila per acquistare i biglietti del bus ma
abbandona subito e volentieri l’impresa perché una giovane coppia
gli chiede se siamo disponibili a dividere il costo taxi… fatta, 20
euro a coppia e arriviamo in un baleno al molo di imbarco, abbiamo
tutto il tempo di acquistare i biglietti del catamarano, mangiare un
boccone in tutta calma e guardarci un po’ in giro. Non
è la prima volta che capitiamo a VOLOS e non possiamo
definirla una bella città, ma conserviamo il ricordo gradevole di una
giornata passata a zonzo per le sue vie in attesa di un imbarco per
Skyathos. La città è
situata in fondo all’immenso golfo Pagasitiko ed ha un importante
porto commerciale e passeggeri, quando si arriva sul
lungomare di fronte al molo dove ci si imbarca per le Sporadi si
resta colpiti dalla lunga schiera di palazzi condominiali che sembra
non finire mai. Non c’è quasi nulla di caratteristico e sembra
impossibile di trovarsi sul sito dell'antica IOLKOS
la città della principessa Alcesti e donde partirono i mitici
Argonauti alla ricerca del vello d'oro. Di tali leggendarie origini
resta oggi solo il nome del lungomare
di Volos, Argonaftòn,
il lungomare degli Argonauti.
Volos però non è nota solo per il mito degli Argonauti ma anche per
aver dato i natali nel 1888 al pittore Giorgio De
Chirico il cui padre era a quel tempo impegnato nella costruzione
della ferrovia del Pelion. Non molto lontano dal porto trovate ancora
intatta la graziosissima stazione di Volos realizzata nel 1882
su progetto dell'ingegnere Evaristo de Chirico e diventata
un'attrazione turistica dopo il restauro e la riapertura di un tratto
della storica ferrovia con locomotive d’epoca. Se avete tempo, nelle
stanze del piano superiore della stazione è stato allestito un
minuscolo museo con cimeli e materiale ferroviario dell'epoca. A nord
est della stazione ferroviaria, se avete desiderio di conoscere un
luogo non turistico, si estende il sobborgo di Nea Ionia,
rinomato per i suoi "mezedopolia", locali in cui si
servono spuntini (mezedes), “tsipouradika”, locali ove si
serve tsipouro, un liquore simile all'ouzo ma a maggiore gradazione
alcolica, e “rakadika”, taverne caffetterie di tradizione
cretese in cui si mangia bevendo raki. Troverete qualche locale del
genere anche nella zona del porto e sul lungomare. VOLOS
per molti turisti rimane sempre e solo un semplice luogo di
passaggio a cui non dedicare la minima attenzione, ma se vi capita di
rimanerci una mezza giornata, osate andate controcorrente e
passeggiate per le sue vie centrali, curiosate nei negozi, infilatevi
in uno dei suoi localini all’ora in cui gli impiegati vanno a
pranzo, non perdete l’occasione di entrare in contatto con la vita
di una città ben lontana dagli stereotipi turistici e per questo
espressione di autentica vita. Oggi però non abbiamo molto
tempo, alle 12.00 precise
il catamarano suona la sirena della partenza e salpiamo scivolando su
un mare piattissimo, liscio come l’olio… mi abbandono ad una
poltrona vicina al finestrino da cui entra un gradito raggio di sole
a contrastare il gelo dell’aria condizionata e cullata da questo
benefico tepore riesco ad annullare ogni pensiero e a chiudere gli
occhi beata… finalmente sono in vacanza…
PATITIRI
Quando
giungiamo in vista di Alonissos mi risveglio di colpo dal torpore e
mi incollo al finestrino per cercare di indovinare paesini, baie e
luoghi a lungo studiati sulla cartina geografica e lungamente
immaginati nelle sere invernali ma non vedo neppure una casa, solo
alture rivestite da un fitto mantello di vegetazione. Le case
appaiono tutte insieme e improvvisamente quando il catamarano vira
bruscamente di 90 gradi e si infila in una profonda e riparata baia:
eccoci a PATITIRI, l'approdo per tutti coloro
che arrivano ad Alonissos.
Arrivati
al capolinea mi rendo conto che, dopo le fermate di Skyathos e
Skopelos, siamo rimasti proprio in pochi sul catamarano e una volta
sbarcati sul piazzale del porto sembriamo ancora meno, tutti hanno
qualcuno che li aspetta col cartello in mano, noi, come sempre, non
abbiamo prenotato nulla e ci guardiamo intorno... Un ometto bruno
comprende subito che siamo italiani e che stiamo cercando una
sistemazione, parte deciso con i convenevoli di rito e in un idioma
greco-spagnoleggiante ci offre una stanza a due passi dal porto per €
25, ce la indica anche “è
proprio quella bianca con la palma che spunta fra le case…”
seguiamo Kostas che sale a piedi per una stradetta asfaltata e dopo
neppure 100 metri dal molo eccoci a ELLI
ROOMS. La casa è
centralissima ma in posizione elevata, quindi ventilata e tranquilla,
ci si arriva anche tramite una scalinata-scorciatoia che sale dalla
via principale. Ci sono 6 camere in tutto, tutte al piano superiore e
Kostas abita proprio di sotto, pronto ad ogni necessità, La camera
che ci viene offerta è semplice e pulita, arredo essenziale, unici
confort frigorifero e aria condizionata, ma, cosa fondamentale, ha il
balcone rivolto ad est con vista verso il porto e il mare. Affare
fatto. Molliamo tutto e, indossato il costume, scendiamo subito alla
graziosa spiaggia del paese: una stretta striscia di ciottoli bianchi
lambiti da un mare verdissimo e trasparentissimo. La spiaggia è
proprio di fianco al molo di attracco delle barche, ben protetta da
una alta falesia bordata di pini e chiusa alle spalle da un
muricciolo su cui si affacciano 4 o 5 taverne, poco più in alto il
bell’edificio bianco del Museo del Folklore. Il
lido è frequentato soprattutto dagli abitanti del paese, pochissimi
i turisti,
stendiamo l’asciugamano fra le famigliole con i bambini e facciamo
il bagno fra gruppetti di ragazzotti che si divertono in acqua: è il
primo contatto con il meraviglioso mare di Alonissos e ci pare già
talmente bello questo specchio d’acqua fra le case che non osiamo
immaginare come possa nelle baie più solitarie dell’isola.
PATITIRI
è il paese più importante dell’isola e ci vive la maggior parte
dei suoi 3.000 abitanti, ma quando vi si arriva può deludere perché,
a parte il mare spettacolare della sua baia, non ha proprio nulla di
pittoresco e sembra essere poco più di uno scalo per i traghetti con
una fila colorata di alberghi, ristoranti e caffè tutti disposti
intorno al porto. Solo dopo si percepisce che lungo le falde del
colle che chiude la baia si snocciola un paesone in piena regola,
fornito di tutto il necessario, negozi, market, libreria,
parrucchiere e fornaio, banca e ufficio postale, molto genuino nella
sua vita quotidiana non declinata ad uso turistico. Proprio
per questo suo essere molto “paesana” e non propriamente
“turistica”, PATITIRI, è stata per noi una cittadina piacevole
da vivere e da
esplorare a piedi, tra le viuzze e le scalinate che si infilano fra
case comuni, bianche e senza pretese.
Lo
stesso nome di Patitiri è legato alla vita quotidiana della sua
gente, infatti significa “torchio”
e ricorda a tutti che Alonissos, prima di essere una meta turistica è
stata una terra di agricoltori, che qui a Patitiri le olive
diventavano un profumatissimo olio, insomma, che Patitiri era un po’
la zona “industriale” dell’isola. Infatti fino al 1965 la
maggior parte della popolazione non viveva qui al porto ma
nell’antico villaggio situato 4 km più ad ovest, alto sulla
collina, la Chora. Fu un tremendo terremoto che in quell'anno
costrinse la gente ad abbandonare le storiche case di pietra del
tutto distrutte e a trasferirsi in quelle di cemento, anonime e
sgraziate, costruite dal governo alle spalle della baia di Patitiri.
Con gli anni ’70 arrivano i turisti e Patitiri
da paese nato per necessità diventa immediatamente il centro
principale e il capoluogo dell’isola
sviluppandosi ulteriormente intorno al suo porto e fino ai vicini
Roussoum Ghialos e Votsi che quasi sono oggi un tutt’uno con
Patititri. Non è subito facile orientarsi nel dedalo di stradine che
serpeggiano fra questi 3 borghi distribuiti su tre insenature
consecutive e separati da collinette, solo guardando la foto di un
volantino pubblicitario ci siamo fatti un’idea ben precisa della
zona.
La
vita dei residenti di Alonissos e quasi tutto il pur limitato
movimento turistico sono pertanto tutti concentrati qui, nella parte
meridionale dell’isola, meno aspra e meno esposta ai venti di
nord-ovest che talvolta soffiano furiosi. Per
il resto Alonissos, anche se è la più grande delle 3 Sporadi, è
un'isola pressoché disabitata, stretta e lunga, 20 km di lunghezza
e 4,5 km nel suo punto più largo, c’è una sola strada che la
percorre da sud a nord, dalla Chora a Gherakas, e da questa strada
principale si dipartono a pettine tutte le piccole deviazioni che
portano alle diverse spiagge e baie. Andiamo in cerca di uno scooter
e noleggiamo da Albedo Travel per € 17 al giorno un Kymco 125 nuovo
di pacca e con capiente bauletto, poco più avanti gli scooter
costavano €15 ma erano un po’ vecchiotti. Dotati di mezzo, il
successivo acquisto, fondamentale per esplorare ogni angolo
dell’isola con cognizione di causa, è una buona cartina
dell’isola e stavolta optiamo per la mappa
della “Terrain”,
ma entrata nella libreria non resisto alla tentazione di acquistare
anche la “Guida di Alonnisos” di Bente
Keller illustrata
dai suoi bellissimi acquarelli e con emozionanti foto d’epoca.
Così, muniti di scooter, mappa e guida turistica possiamo iniziare
la nostra esplorazione, felici al pensiero che ogni
mattina l’unica preoccupazione sarà la scelta di quale spiaggia e
luogo visitare.
GHERAKAS
La mattina di buon ora si parte
alla scoperta dell’isola: il cielo è limpido e il sole splende, ma
l’aria è molto fresca e il giubbino di jeans ci sta benone.
Decidiamo di iniziare dal punto più lontano da noi, quindi andremo
dritti senza soste fino all’estremo Nord dell’isola, a Gherakas,
fin dove finisce la strada. Dopo solo un kilometro di strada, finite
le case di Votsi, siamo completamente inghiottiti dalla pineta e da
un profumo intenso di resina, non a caso il monte alla nostra destra
si chiama Pefko (Pino). La strada inizia ad offrire splendidi
panorami verso il mare e l’isola di Peristera, lontano
sull’orizzonte si intravede persino il lungo profilo di Eubea e
ancora più in fondo la selvatica Skiros. Il paesaggio è dolcissimo,
quasi lacustre da tanto l’acqua è immobile e argentea nelle prime
luci del mattino: ci fermiamo a respirare con piacere quest’aria
pura e umida, profumata più di bosco che di mare. Tutta la
regione meridionale dell'isola è ricoperta da un fitto manto di
vegetazione costituito soprattutto da grandi alberi, pini, querce e
conifere, poi, man mano che ci si sposta verso nord la vegetazione
diventa più bassa e cespugliosa, fino a diventare bassa macchia
mediterranea spazzata dai venti intensi che spirano da nordest.
Il percorso che porta da Patitiri
a GHERAKAS, oltre ad essere molto panoramico, è godibilissimo
poiché la strada è di buon asfalto e ampia, in tutto sono 20
kilometri e si percorrono molto velocemente. L’isola termina quasi
bruscamente con due belle cime, il Monte Analipsi, 352 mt, e
il Monte Vighla, 317 mt, separati da una piccola radura in
cui si apre la riparata baia di Gherakas con il suo profondo fiordo.
Nonostante la presenza di una piccola area pianeggiante e di un
magnifico porto naturale, a Gherakas non c’è traccia di paese, ma
solo qualche costruzione e fattoria sparsa sule pendici retrostanti
coperte di ulivi.
Qui un tempo c’era una grande produzione di olive
e c’è ancora un vecchio frantoio ormai quasi del tutto distrutto,
primo segno di un mondo scomparso. La strada asfaltata finisce
praticamente sulla spiaggia, una lunga striscia di ciottoli chiari,
non particolarmente attraente, senza un filo di ombra e nessun tipo
di attrezzatura, quando ci arriviamo, l’unica presenza umana è il
proprietario della cantinetta che sta sistemando le sue cose e
qualche poltroncina di plastica bianca sotto una semplice veranda.
Lungo il lato meridionale della baia corre un lungo molo popolato da
barchette e piccoli pescherecci, i pescatori sono intenti nella
quotidiana opera di sistemazione delle loro reti gialle: i gesti di
un tempo e di sempre, un rito che si perpetua immutato nel tempo e
nel totale silenzio di questo fiordo scuro…. starei le ore a
guardarli, incrocio lo sguardo di uno di loro e il sorriso sereno
che Capitan Dimitri mi regala è uno dei più bei ricordi di
Alonissos.
Captan Dimitri |
Riprendiamo la stessa strada e
ritorniamo lentamente verso sud godendo con più calma dei dolcissimi
panorami fati di mare, monti e cielo. Incontriamo numerose caprette,
ben pasciute e con il mantello lucidissimo, poco oltre incrociamo una
fattoria. Ci fermiamo incuriositi dai numerosi palloncini appesi
sotto il porticato… ma non si tratta di palloncini, sono le
forme di mizithra, il particolare formaggio di
capra locale che viene messo in reti ad asciugare all’aria aperta.
Una rigogliosa e variegata
vegetazione di bassi alberelli, cespugli di corbezzolo e bei
lentischi pieni di bacche rosse ci accompagna poi fino alla chiesetta
di Agios Georghios che è situata nel punto più elevato della
strada, 350 metri di altezza, e da cui si domina un bel panorama
verso il lato sud-est di Alonissos e le vicine isolette. Continuiamo
per altri 3 km e prendiamo la deviazione asfaltata che, con una bella
serie di curve, scende verso le 4 case di Mourterò e le 4
pietre del sito archeologico di Garbitses per continuare poi
lungo costa fino alla famosa spiaggia di Agios Dimitrios.
AGIOS DIMITRIOS
La spiaggia di AGIOS DIMITRIOS
appare da lontano e sorprende con la sua forma originale, una sottile
lingua bianca che si protende luminosa nel mare: il paesaggio è
magico, qui lo specchio di mare è davvero un grande lago azzurro
con capricciose sfumature blu intenso, un quadro molto suggestivo
incorniciato dall’ondulato profilo di Alonissos, Peristera e, in
fondo, Giura e Kira Panagia.
Man mano che ci avviciniamo la piccola penisola rivela però la sua vera forma: non si tratta infatti di una stretta e lunga striscia di sabbia ma di una tozza penisola a forma di cuneo, orlata da una bellissima spiaggia di ghiaietto bianco e bassi cespugli con al centro una piccola zona umida. Qui un tempo vi facevano sosta vari uccelli migratori attratti dall'abbondanza di sorgive dolci nei paraggi che, oggi, pare siano quasi del tutto prosciugate.
Agios Dimitrios dall’alto |
Agios Dimitrios dista 16 kilometri
da Patitiri ed è facilmente e comodamente raggiungibile sia in auto
che in scooter, come lo sono la maggior parte delle spiagge di
Alonissos a dispetto di certi fuorvianti racconti “avventurosi”.
La strada asfaltata termina poco prima dell’accesso alla spiaggia e
poi continua sterrata girando tutto intorno alla penisola, per cui si
può parcheggiare auto o moto persino dietro i cespugli che danno sul
mare: più comoda di così... Sul lato nord della penisola non ci
sono costruzioni, mentre sul lato sud c’è un gruppo di
graziosissimi studios, una piccola taverna dove si può fare uno
spuntino e un baretto ancora chiuso. Pare che la spiaggia in alta
stagione sia attrezzata, ma a giugno non troviamo traccia di
ombrelloni e lettini, solo una cabina per cambiarsi e i cespugli che
offrono qualche piccola zona d’ombra. Il litorale è piuttosto
stretto ma lungo, pertanto i turisti di inizio stagione quasi
scompaiono, il fondale è ciottoloso e degradante, ideale sia per un
bagno tranquillo che una lunga nuotata. Dal nostro zaino e dal
bauletto dello scooter tiriamo fuori di tutto, stuoiette, libri,
scarpette di gomma, boccagli e maschere, stavolta ci siamo portati
persino un piccolo materassino gonfiabile: è il nostro primo, vero,
giorno di mare, siamo decisi a godere appieno del relax marino che
questo luogo immensamente acquatico suggerisce. Già, qui la vera
protagonista è l’acqua, semplicemente fantastica, puro
cristallo senza la minima increspatura, stando sdraiati sulla punta
sembra di essere su una grande zattera ghiaiosa abbandonata alla
deriva…
Così, stesa al sole, contemplo
estasiata il mare di Agios Dimitrios, immobile e fermo: ad Agios
Dimitrios tutto è fermo e tutto si ferma, si fermano i gesti, i
pensieri, le parole, le ansie e i progetti, si ferma il tempo e quasi
si ferma il battito del cuore per non fare rumore, ad Agios Dimitrios
tutto si ferma.
STENI VALA
Dalla spiaggia di Agios Dimitrios
al piccolo paese di Steni Vala la strada corre bassa lungo la costa
offrendo begli scorci sull’isola di Peristera e questi 5
kilometri di asfalto sono l’unico tratto di vera e propria strada
costiera di Alonissos. Più o meno a metà c’è il minuscolo paese
di KALAMAKIA, fatto di 5 case, ma davvero 5, strette
fra mare e ripidi pendii, un molo di frangiflutti e un paio di
taverne che servono pesce fresco e piatti tradizionali. STENI
VALA è invece un vero e proprio paesetto con chiesa e
ambulatorio, ci arriva il bus comunale e si può trovare alloggio in
studios e rooms, ci sono due market molto forniti, un campeggino ben
ombreggiato e quattro belle taverne in fila sul molo. Alle spalle
della spiaggetta e vicino al campeggio, c’è uno
dei tre centri del MOm, la società ellenica per lo
studio, l’osservazione e la protezione della foca monaca, compreso
un ambulatorio specializzato e l'ormeggio dell’Odissea,
il battello attrezzato per il soccorso di animali feriti e il
recupero di cuccioli orfani. Proprio in questo centro sono stati
curati e poi liberati due famosissimi cuccioli, Efstratia,
rimessa in libertà nel 1992, e il famoso Theodoros,
la vera star di Steni Vala e la più fotografata delle foche di
Alonissos, che pare amasse il suono del bouzouki e non disdegnasse le
carezze.
Tutti i
“servizi” del paese sono simpaticamente raffigurati in una
edizione casalinga delle nostre mappe “tutto-città” appesa sul
muricciolo del porto.
Ma non
immaginatevi una località turistica, Steni Vala è rimasta nella
sostanza un villaggio di pescatori con semplici casette affacciate
sulla minuscola insenatura, simile a un piccolo fiordo, che si apre
sullo stretto di mare che separa Alonissos da Peristera, un posticino
grazioso e molto tranquillo, senza traffico e rumori di sorta, non
ancora asservito alle esigenze del turismo di massa. Certo i suoi
abitanti hanno iniziato ad affittare camere e i pescatori a portare
a spasso i turisti con i loro caicchi, le massaie tentano di
convertirsi in cuoche specializzate in piatti marinari lontani dalla
loro tradizione culinaria, ma tutto rimane nei limiti di una
improvvisata e stagionale impresa familiare. Uniche concessioni
istituzionali al turismo sono le barche attraccate al molo che
effettuano le visite alle zone accessibili del Parco Marino e
soprattutto alla dirimpettaia Isola di Peristera (Isola della
Colomba) e le attività sportive organizzate con istruttori –
accompagnatori, tutto a cura di Ikion Group che ha il suo quartier
generale nel negozio Ikion sul porto. Anche qualche barca a vela o
catamarano arriva ad ormeggiare al molo di Steni Vala e talvolta si
avvicina al suo porticciolo qualche lussuosa imbarcazione privata con
ricchi passeggeri a caccia di luoghi poveri, ma solitamente questo
sonnolento paese si anima solo all’ora di pranzo, quando vi
arrivano le barche delle escursioni provenienti da Patitiri, solo in
questo momento l’aria si riempie improvvisamente di voci, di
tintinnare di piatti, di fumo delle griglie e di profumo di polipo o
carne alla brace. In effetti se non si soggiorna a Steni Vala,
vale la pena di venirci almeno per un pranzo, oltre ai piatti
tradizionali della cucina greca qui si trovano sempre in menù
gamberi, calamari ripieni, stufato di polipi, sardine, pesce
povero di giornata, aragoste e spaghetti al sugo d'aragosta.
Escludiamo “Tassia”, vicina alla fermata
del bus e occupata da un gruppo in escursione organizzata, e
scegliamo “To Paradosiako”, con classiche tovaglie a quadretti
bianchi- azzurri e sedie turchesi, comunque sarebbe stata perfetta
anche la vicina “Sossinola” come l’ultima, “To Fanari”,
appoggiata agli scogli… Dopo aver guardato il menù in modo
piuttosto distratto, più per rito che per necessità, ordinati i
nostri piatti, ci perdiamo nella contemplazione dello specchio
immobile di mare illuminato dalla esplosione di luce che solo il
cielo di giugno riesce a regalare. Niente al mondo è più piacevole
del pranzare in una semplice taverna vicino al mare, nell’ora più
calda della giornata, protetti dall’ombra di una pergola e con gli
occhi fissi nella luce…
GLIFÀ e AGIOS
PETROS
In sostanza
Steni Vala, che dista solo 10 km dal capoluogo, può
rappresentare una buona alternativa di soggiorno rispetto alla Chora,
Patitiri e i limitrofi Rousoum Ghialos o Votsi. Oltre al totale
relax, altro vantaggio per chi soggiorna a Steni Vala è quello di
poter andare a piedi a due belle spiagge e molto diverse fra loro.
Dal porto di Steni Vala, in soli 5 minuti a piedi, semplicemente
scavalcando la collinetta del paese, si raggiunge GLIFÀ, una
bella, ampia e luminosa striscia di ciottoli bianchi lambiti da un
bellissimo mare limpido e abbastanza profondo, pennellato di verde e
blu. Alle spalle della spiaggia c’è una piccola zona pianeggiante
coltivata a orti con qualche casa circondata da alberi da frutto e
ulivi, si trovano stanze in affitto e una taverna vista mare. Forse
perché meno appariscente di altre, questa spiaggia, anche se vicina
al paese, è generalmente poco frequentata e spesso consente di
godere il mare in assoluta solitudine, da non sottovalutare poi che,
grazie alla retrostante zona pianeggiante, qui il sole dura da
mattina a tramonto.
Dalla spiaggetta in fondo al porto
di Steni Vala, invece, seguendo una indicazione di legno, si prende
un sentiero lastricato e appena superato il promontorio si scende
alla spiaggia di AGIOS PETROS. Ci vogliono 15 minuti per
raggiungere a piedi questa spiaggia che è situata al fondo di una
valle ricoperta da fitta vegetazione di pini, cipressi, ulivi e
alberi da frutto, fra cui fanno capolino alcuni studios e belle case
tradizionali di pietra ristrutturate per ospitare turisti. In questa
località la strada principale corre molto alta rispetto alla
spiaggia e l’accesso a queste appartate strutture è per ripide
stradette private. Se pensate di volervi ritirare dal mondo questo
può essere un buon posto, avrete silenzio assoluto, un
bellissimo panorama sulla baia e sull’isola di Peristera, una
spiaggia meravigliosa sotto casa ma dovrete tener presente che per
ogni necessità dovrete scalare col vostro mezzo, non è un
eufemismo, le stradette che portano a quella principale o fare a
piedi il sentiero per Steni Vala. Tornando alla baia dobbiamo dire
che è molto bella, una striscia strettissima di sabbia e ciottoli
chiari lambiti da un mare cristallino color smeraldo, meglio però
venirci la mattina perché viene messa presto per gran parte in ombra
dai grandi alberi e dalla montagna retrostante. Sul lato destro della
baia c’è un grande scoglio isolato che invita allo snorkeling e un
pontile a cui fan sosta le barche delle escursioni organizzate e
quelle del diving di Steni Vala. Incontriamo sulla spiaggia una
coppia di giovani bergamaschi, già visti sul catamarano, che
soggiornano proprio in una delle strutture di Agios Petros e gli
diciamo che invidiamo molto la loro sistemazione. Si mettono a ridere
e ci raccontano che al loro arrivo il taxista li ha lasciati sulla
strada principale rifiutandosi di scendere per la stradetta e sono
poi stati recuperati dai proprietari degli studios con una specie di
trattorino, la mattina erano risvegliati dal canto dei galli e dal
chiocciare delle galline, potevano fare colazione con le uova
recuperate dal pollaio e cogliere la frutta, ma ogni volta che
dovevano risalire la stradetta con lo scooter era una vera impresa.
La loro conclusione è stata che questa suggestiva location,
prenotata su booking affascinati dall’idea della totale
tranquillità, si rivelava ideale per chi avesse in mente una
vacanza di vero isolamento e trekking, un po’ meno adatta a chi,
come loro, avevano sì desiderio di tranquillità ma anche voglia di
esplorare l’isola e goderla un minimo anche la sera cenando in
taverna e incontrando qualcuno con cui scambiare due parole, visto
poi che l’isola era tutta tranquilla…. insomma alla fine
avrebbero preferito rimanere a Patitiri o Chora.
TZORTZI e LEFTOS GHIALOS
Ai piedi del Monte Pefko ci sono
queste due bellissime baie, vicinissime ma molto diverse, non solo
per i colori ma anche per l’ambiente che offrono, non ci sono
sterrati da percorrere e con il proprio mezzo si arriva comodamente
fino alla spiaggia. Per raggiungerle si prende, dalla strada
principale, una deviazione, ben segnalata, che subito dopo si
biforca: a destra Tzortzi, a sinistra Leftos Ghialos, 6 km da
Patitiri. Prendiamo prima a destra e scendiamo per 1,5 kim senza
intravedere nulla, quando poi sbuchiamo nel parcheggio a ridosso
della spiaggia, a prima vista, TZORTZI ci lascia un po’
perplessi. La spiaggia non ha attrezzature, solo una cabina per
cambiarsi, alle sue spalle, sotto grandi ulivi, ci sono i tavolini di
una ruspante taverna che ha allestito anche una sorta di veranda,
forse perché è inizio stagione ma l’insieme ha più un aspetto
dimesso piuttosto che rustico, anche se i gestori sono molto cordiali
e sorridenti. La baia è molto ampia, quasi 2 kilometri di linea, su
cui si affacciano la spiaggia principale, che è una stretta
striscia di sabbia mista a ciottoli, e una serie di
calette divise da scogli e pini. La sua collocazione le regala
protezione totale dai venti, offrendo un mare cristallino e calmo,
ideale per nuotare o fare snorkeling, il fondale digrada dolcemente e
consente di toccare per un lungo tratto, l’acqua è tiepida e
immobile. Insomma Tzortzi ha tutti i requisiti della spiaggia
perfetta, eppure a primo impatto qualcosa non convince, sembra non
avere un suo carattere. Quando poi la vedremo dall’alto ne capiremo
invece il segreto... Dalla spiaggia risaliamo fino al bivio e
imbocchiamo la strada per Leftos Ghialos che, dopo un kilometro,
offre una magnifica veduta sulla baia di Tzortzi: uno vero
spettacolo !!!
Tzortzi |
Ora comprendo che Tzortzi, è come
una grande stanza piena di bei mobili di stili completamente diversi
che, visti da vicino, in qualche modo “bisticciano” fra di loro,
ma se si osserva il tutto da lontano gli elementi singoli si
coniugano fra loro in un’armonia generale che affascina. Proprio
così, cambiata la prospettiva Tzortzi si trasforma nella più
bella baia di Alonissos. Ci fermiamo incantati a contemplarla e
solo ora riusciamo a vedere bene, in tutta la loro bellezza, l’acqua
trasparente e chiara, azzurrissima a riva quasi perdersi nel cielo,
le pennellate di blu che si intensificano mano a mano che si va verso
il largo, la serie di minuscole e intime spiaggette celate dalle
rocce e dai pini, la cornice verde della baia, le rocce rosse del
Kokkinokastro e quelle bianche della spiaggia di Katerninas Vala: da
quassù è tutto un altro mondo…
Appena doppiato il promontorio
LEFTOS GHIALOS buca gli scuri alberi di pino con il suo
candore accecante e il contrasto colpisce senza riserve. Anche qui la
strada asfaltata finisce a ridosso della spiaggia e nel parcheggio
del beach bar–taverna Dolopes e del ristorante Eleonas, entrambi
dall’aspetto molto glamour, molto frequentati e al tempo stesso
molto discreti. Il ristorante Eleonas ha un aspetto molto
ecologista con deliziosi arredi in sintonia cromatica con i
bellissimi ulivi sotto cui sono disposti i tavolini, tutti laccati di
bianco e decorati da vasi con piccoli ulivi; il Dolopes ha
un aspetto vagamente hollywoodiano con ampi ombrelloni, lettini di
legno con soffici materassi bianchi, il pool bar Island e la musica
internazionale molto soft di sottofondo.
Taverna Eleonas a Leftos Ghialos |
Ma quello che fa veramente piacere
è che tutto questo elegante “ambaradan” se ne sta nascosto fra
alberi e arbusti lasciando la spiaggia completamente sgombra,
immacolata, vergine e pura. A Leftos Ghialos nulla turba il netto
contrasto cromatico fra il bianco candido dei ciottoli e il verde
intenso dei pini che scendono fin sul mare, il mare stesso è un
verde smeraldo, persino i bagnanti sembrano aver il timore di rompere
questa perfezione, scendono a riva, si bagnano e poi spariscono…
Per i miei gusti Leftos Ghialos è una spiaggia bellissima,
rispetto a Tzorzi è molto più raccolta, una grande “U”
disegnata da alte rive, praticamente una grande vasca perfetta per il
nuoto, volendo è anche un buon posto dove passare la giornata se si
è in vena di vizi e comodità, passando dai bei tavolini della
taverna Eleonas per un pranzo tradizionale al pool-bar Island del
Dolopes per l’happy hour a base di mojito o una merenda con waffle
miele e yogurt.
KOKKINOKASTRO
Kokkinokastro, il Castello
Rosso, è forse il luogo più particolare e affascinante di
Alonissos, sicuramente quello dove si percepisce
inequivocabilmente la presenza delle isole perdute nella notte dei
tempi e dei loro sussurri fra lo stormire degli aghi di pino e il
leggero sciabordio dell’acqua. Il suo nome è già carico di
suggestione ma la morfologia del luogo, con le sue alte falesie
rosse, è ancora più suggestiva. Qui forse sorgeva la città abitata
dal padre di Achille, Peleo, quella che i micenei chiamavano
Achilliodromia, ma insieme alle tracce di un insediamento di
epoca micenea sono stati individuati anche resti di mura di epoca
classica, indubbiamente di Kastro greco del V secolo a.C., uno dei
villaggi dell’antica Ikos. Ma il luogo era già abitato
migliaia di anni prima, nella notte dei tempi, quando le Sporadi
erano ancora unite alla terraferma e quando fra il promontorio di
Kokkinokastro e l’isoletta Kokkinonisi (Isola rossa)
o Vrahos (roccia) che sta difronte non c’era il mare,
ma un grande villaggio di cacciatori del Paleolitico. In questa zona,
soprattutto sull’isoletta, sono stati infatti trovati affilati
utensili di pietra e molte ossa di mammiferi risalenti al periodo
del Medio Paleolitico (100.000 – 33.000 a.C.) e rappresentano le
più antiche vestigia di civiltà ritrovate nell’Egeo. La migliore
visione di questa magica penisola di roccia rossa che si protende nel
mare come la punta di una lancia la si ha dalla strada che porta a
Leftos Ghialos, quella percorsa ieri, da questa strada si possono
contemplare bene la falesia rossa di Kokkinokastro e la falesia
bianca di Tzorzi unite dalla candida spiaggia di Katerninas Vala che
è rivolta a nord: quasi tutte le immagini di Kokkinokastro che mi
era capitato di vedere erano prese da questo lato, cosa ci fosse
dall’altra parte della penisola non lo immaginavo affatto.
La deviazione per Kokkinokastro è
ben segnalata e praticamente attaccata a quella per Tzortzi e Leftos
Ghialos, si scende per 800 metri e quando la strada si biforca si
tiene la sinistra (andando a destra si raggiunge Chrysi Milià),
subito appare davanti a voi il Castello Rosso. La strada
asfaltata finisce con uno piccolo spiazzo di sosta poco sopra la
spiaggia e da qui si scende a piedi per un breve viottolo con
qualche gradino scavato nel pendio: mare azzurro, scogliera rossa,
sabbia ocra, ciottoli policromi, pini verdi, eccoci a KOKKINOKASTRO!!
La spiaggia è piuttosto grande e lunga, molto riparata dal vento, a
sinistra, ai piedi della scogliera rossa, c’è la zona più ampia
e sabbiosa, il fondale digrada molto dolcemente, pertanto è adatto
anche ai bambini, c’è una sorta di casetta che forse in alta
stagione funge da cantinetta, una rete per giocare a palla e qualche
base per ombrelloni lasciano intendere qualche attrezzatura per i
prossimi mesi. Più si va verso destra più aumentano i sassi, di
numero e di dimensione, ed anche il mare da questo lato è più
profondo. L’acqua è semplicemente spettacolare e calda. Il
momento migliore per visitare questa spiaggia è sicuramente il tardo
pomeriggio quando la scogliera viene totalmente illuminata dalla luce
dorata del tramonto e i riverberi sull’acqua trasformano il mare in
prezioso tappeto orientale.
Risaliti per il sentiero, poco
prima del parcheggio, entriamo nella proprietà che si apre alla
nostra destra, dove un paio di casette si perdono nel folto della
pineta e camminando verso il mare su un folto tappeto di aghi di pino
arriviamo alla bella spiaggia di Katerninas Vala illuminata
dagli ultimi raggi del sole. Non troviamo tracce di passaggio per
raggiungere la punta del promontorio e quindi torniamo verso il
parcheggio fermandoci a dare un ultimo sguardo dall’alto alla baia
di Kokkinokastro invidiando fortemente gli uomini dei tempi perduti
che avevano costruito qui il loro villaggio.
CHRYSI MILIA - MILIA
Lasciata Kokkinokastro non
risaliamo fino alla strada principale e a metà percorso svoltiamo
verso Chrysi Milià. Venendo da Patitiri si può anche fare il giro
al contrario e andare prima a Chrysi Milià, che dista 4 km, e dopo a
Kokkinokastro, che dista 5,5 km, in sostanza su questo promontorio
la strada traccia una sorta di anello portando ad entrambe le spiagge
con un percorso serpeggiante tra la il folto dei pini. CHRYSI
MILIÀ ha un bellissimo nome, melo d'oro, e deve
il suo nome alla sua sabbia dorata, particolarmente fine, che luccica
sotto il sole. La sabbia, cosa rara in Alonissos, rende Chrysi
Milià una delle spiagge più frequentate e molti, sempre per via
della sabbia e del basso fondale vellutato, la considerano una delle
più belle dell’isola anche se, a mio avviso, non è così. Alla
estremità destra della spiaggia c’è un beach bar - taverna
terrazzata che offre un punto di ristoro, lettini, ombrelloni e
qualche sport acquatico. All’estremità opposta l’Alonissos
Beach Resort, un villaggio turistico venduto da diversi tour
operator italiani.
Chrysi Milià e l’isola Kokkinonis |
Le bianche strutture del
villaggio, letteralmente abbarbicate come un condominio ligure sulle
pendici della collina che chiude la baia, spuntano fra gli alberi una
in testa all’altra, sotto, quasi in castigo, c’è la piccolissima
zona di spiaggia riservata al villaggio con gli ombrelloni fitti
fitti da cui provengono gli strilli dell’animazione e dei
villeggianti alle prese con il giochino pomeridiano. Non immaginate
una spiaggia tipo Rimini o Viareggio, ma nel contesto di Alonissos è
quella che abbiamo trovato meno naturale e l’unica dove si deve
arrivare presto per avere un buon posto dove sistemarsi…
Il mare è
limpido e di un bellissimo azzurro chiaro, il fondale basso e
sabbioso, quindi adatto a tutti, verso la fine del litorale si
trovano anche delle belle piscine naturali tra le rocce. L’insenatura
è protetta alle spalle da un'alta riva terrosa orlata da verdi pini
che nel pomeriggio rende la spiaggia in gran parte ombreggiata, Non è
la nostra spiaggia, ce ne andiamo dopo aver fatto un po’ di foto
“artistiche” alle ombre dei pini che si allungano sul mare e alla
superficie marina leggermente pieghettata dal passaggio di una barca:
poche volte abbiamo visto l’Egeo così oleoso e denso.
Chrysi Milià |
Ritornati sulla strada principale
ci avviamo verso Patitiri, ormai è tardi e il sole sta svanendo ma
non resistiamo a seguire l’indicazione per MILIÀ e
scendiamo ancora per 1,2 km verso il mare lungo una ombrosa stradetta
asfaltata. Qui è subito amore: la spiaggia più vicina al
centro abitato è quella dall’aspetto più selvaggio e naturale
che abbiamo visto finora, quella dal carattere più forte…
Purtroppo siamo agli sgoccioli della giornata, la candida falesia e
l’arenile di latte sono quasi del tutto in ombra ma il sole gioca
ancora sullo smeraldo dell’acqua e non resistiamo a fare un ultimo
bagno in questo paradiso che assomiglia più ad un lago alpino che
ad una baia egea...
Milià, paradiso alpino |
CHORA
La
Chora dista da Patitiri solo 3,5 km ma è costruita su
una delle alture più alte dell'isola e pertanto gode
di una vista eccezionale in tutte le direzioni, su tutta l'isola e
sul mare che la circonda da ambo i lati, praticamente un nido
d’aquila. Per questo, salendo da Patitiri verso
la Chora, curva dopo curva il paesaggio si dilata sempre di più,
fino a diventare un vero e proprio respiro a pieni polmoni… per
questo, arrivati quassù, non si scenderebbe più… Ma oltre
alla bellezza della posizione, la Chora di Alonissos, come
Kokkinokastro, ha anche il dono di essere un luogo suggestivo dove
le mille voci delle isole perdute emergono e arrivano al nostro
cuore.
Il centro abitato è indicato anche con i nomi Palià Alonissos o Paliò Choriò quasi a voler rimarcare che è un luogo che appartiene al passato, ma io continuerò a chiamarlo come lo chiamavano un tempo i suoi abitanti prima di abbandonarlo, solo e semplicemente Chora, come se fosse ancora la loro “Città”. Certamente la CHORA ha un cuore antico, anche qui sono state rinvenute tracce di insediamenti del 700 a.C. e di epoca classica, probabilmente l’acropoli dell’antica Ikos, la struttura del Kastro medioevale è ancora percepibile oltrepassando le sue due porte di accesso, la Kastroporta e la Paraporti; la Serenissima vi ha lasciato il palazzotto del Governatorato e la Kasarma, il bastione d'ingresso della cinta muraria che circondava la borgata, le due belle chiese di pietra del Christo e di Agios Athanasios mantengono le originali forme del XVI secolo, tutto parla di epoche andate e mondi perduti. Ma ciò che più emoziona di questa Chora è il suo recente passato, quel mondo appena perduto, quello fatto di umili lavori agricoli e di quotidiane fatiche per strappare un pezzo di pane alle montagne: di questo parlano le piccole case ancora sfregiate dal terremoto del 1965 e non ancora preda di qualche turista facoltoso, di questo parla il suo aspetto ancora tipicamente montano che nulla ha a che fare col mare, di questo parla la sua architettura simile a quella dei villaggi del Monte Pelion e della Macedonia, di questo parlano le vecchie e bellissime aie, gli aloni, sopravvissute alla riconversione turistica della Chora.
Il centro abitato è indicato anche con i nomi Palià Alonissos o Paliò Choriò quasi a voler rimarcare che è un luogo che appartiene al passato, ma io continuerò a chiamarlo come lo chiamavano un tempo i suoi abitanti prima di abbandonarlo, solo e semplicemente Chora, come se fosse ancora la loro “Città”. Certamente la CHORA ha un cuore antico, anche qui sono state rinvenute tracce di insediamenti del 700 a.C. e di epoca classica, probabilmente l’acropoli dell’antica Ikos, la struttura del Kastro medioevale è ancora percepibile oltrepassando le sue due porte di accesso, la Kastroporta e la Paraporti; la Serenissima vi ha lasciato il palazzotto del Governatorato e la Kasarma, il bastione d'ingresso della cinta muraria che circondava la borgata, le due belle chiese di pietra del Christo e di Agios Athanasios mantengono le originali forme del XVI secolo, tutto parla di epoche andate e mondi perduti. Ma ciò che più emoziona di questa Chora è il suo recente passato, quel mondo appena perduto, quello fatto di umili lavori agricoli e di quotidiane fatiche per strappare un pezzo di pane alle montagne: di questo parlano le piccole case ancora sfregiate dal terremoto del 1965 e non ancora preda di qualche turista facoltoso, di questo parla il suo aspetto ancora tipicamente montano che nulla ha a che fare col mare, di questo parla la sua architettura simile a quella dei villaggi del Monte Pelion e della Macedonia, di questo parlano le vecchie e bellissime aie, gli aloni, sopravvissute alla riconversione turistica della Chora.
il versante nord-occidentale visto dal grande “aloni” del cimitero |
Dopo un
decennio di totale abbandono le case del vecchio capoluogo distrutte
dal terremoto del 1965 hanno iniziato ad essere oggetto di
ristrutturazione e valorizzazione commerciale soprattutto ad opera di
vacanzieri inglesi e nordeuropei, che,
un po' per volta, casa dopo casa, hanno praticamente comprato e
riportato in vita l’intero paese. Ma la
nuova vita della Chora di Alonissos è molto diversa da quella di un
tempo, è una vita
effimera, il paese prende vita solo nei mesi estivi,
quando riapre i battenti in concomitanza dell'arrivo dei turisti
che tornano ad animare le
sue strette vie e ad illuminare le vecchie case di pietra ora
perfettamente restaurate e sempre dipinte di fresco.
Ed intorno ai questi turisti sono nate taverne graziose, negozi di
souvenir raffinati ed eleganti caffè che hanno pian piano conferito
un nuovo volto a questa Chora che, pur conservando ancora tracce
della sua povertà e austerità, rappresenta oggi il volto più
turistico e commerciale di Alonissos.
Chora, le case rinate |
Percorsi i 3,5 km di strada tutta
curve che sale da Patitiri, la Chora si annuncia con un ampio
piazzale ombreggiato da enormi pini su cui si affaccia la Taverna
Panselinos sempre affollata da nordici allampanati con la faccia
paonazza di sole e lo sguardo lucido fisso sul tramonto. Alle 19.00
sono già tutti a fine cena ma restano inchiodati ai loro tavolini e
aspettano che inizi l’esibizione musicale della Aloni Band.
Questo gruppo rock, condotto da un tale Chester Smith e composto da
altri attempati “ex turisti – ora residenti”, suona quasi tutte
le sere davanti alla taverna e le note che invadono la Chora sono
quelle dei Beatles, Genesis, Rolling Stones, Queen e similari.. Non
saranno dunque i sirtaki o la musica rembetika ad accogliervi alla
Chora di Alonissos ma le canzoni di Bob Dylan e di David Bowie
cantate da Chester e dai turisti della taverna. Parcheggiamo lo
scooter vicino al cimitero e ancora una volta guardo affascinata il
grande e solitario aloni che sembra una enorme terrazza
panoramica. Lo so, sono strana, ma mi sono perdutamente innamorata
di queste aie perfettamente circolari come ancestrali cerchi di
pietre magiche, oltre a quella vicino al cimitero ce ne sono altre
lungo il declivio verso Patitiri, silenziosi monumenti alla memoria
dei sacri riti della mietitura e della battitura dei legumi, alla
memoria di gente che viveva con quello che produceva. Lasciamo
alle nostre spalle i rokers e i loro fans e prendiamo la via selciata
che sale ripida fra negozietti, localini e casette ingentiliti da
ibischi, bouganville e gelsomini.
Poco dopo incontriamo la graziosa
Piazza “sto Christo” su cui si affacciano le due
meravigliose chiese di pietra con i bellissimi tetti di ardesia, una
dedicata a Christos e l’altra ad Agios Athanasios. Le
due chiese restano aperte fino a tardi per chi volesse affacciarsi
sul loro rustico e semplice interno di chiese di montagna.
Saliamo ancora e arriviamo ai
piedi del Kastro dove si apre un piccolo piazzale panoramico con
magnifica visuale sul paese e il nord dell’isola e la Piazza
degli Eroi con la lapide celebrativa dei giovani che hanno perso
la loro vita in guerre lontane dalla loro piccola isola. La breve
gradinata e la Kastroporta ci introducono nel cuore della
Chora, il Kastro…
Qui il vuoto proprio non esiste,
ogni spazio, anche il più piccolo è occupato da caffè e
ristorantini, sedie e tavolini, botteghe e negozietti, erbe appese e
vasi di fiori, balconcini di legno dipinto, porticine e finestrelle:
quasi una città delle bambole. L’impatto lascia un po’ sgomenti
ma tutto è talmente gradevole e di buon gusto che ci si ambienta
subito e alla fine non dispiace per nulla di far parte di questo
colorato padiglione. Gironzolando troviamo anche la “Gallery 5”,
il negozio di oggetti d’arte di Hlias Tsoukanas e Bente Keller, gli
autori della “Guida di Alonnisos”, dove si possono
ammirare e acquistare i bellissimi acquarelli con le vedute di
Alonissos dipinti dalla stessa Bente.
viuzze del Kastro. |
È ormai buio quando prendiamo
posto su una bella terrazza panoramica e ordiniamo la cena. Il tempo
trascorre lento quassù e non ci accorgiamo che pian piano la dolce
notte di giugno si è fatta profonda, tiepida e tranquilla, le
fiammelle delle candele accese sui tavolini tremano ancora alla
brezza serale e i rumori svaniscono, scendendo per la via selciata
incontriamo poche persone e molti gatti, i negozietti sono chiusi e
brillano solo le tegole di ardesia della Chiesa di Christos
illuminate dalla luna, il rock tace davanti alla Taverna Pandelis, ci
fermiamo ancora un attimo vicino all’aloni a contemplare i
riflessi argentei sul mare, gelsomini, pini ed erbe secche riempiono
l’aria: nella notte il cuore della Chora perduta riprende a
battere forte.
MIKROS MOURTIAS e MEGALOS
MOURTIAS
Il giorno si annuncia brillante e
tiepido, saliamo ancora verso la Chora che, illuminata dal sole del
mattino, è un vero spettacolo con le sue case bianchissime che
punteggiano il verde della collina. Questa Chora è proprio
curiosa, da lontano sembra grandissima mentre quando ci cammini
dentro sembra piccolissima, in realtà tutte le case costruite
attorno al minuscolo Kastro se ne stanno sparpagliate sulla collina
senza un preciso disegno e sembrano quasi giocare a nascondino fra
pini, mandorli, albicocchi ed alberi di fico. Venendo da Patitiri la
veduta di insieme della Chora rivela chiaramente gli interventi di
restauro effettuati sulle case da parte degli acquirenti stranieri,
le casette appaiono fresche e ordinate, i giardini hanno dettagli
anglosassoni e bavaresi, accanto alle case sono parcheggiate lucide
auto fuoristrada: caprette, muli e asinelli non abitano più qui
anche se può capitare di vederne ancora qualcuno che trasporta
materiali fra le strette vie del Kastro.
Chora 1960 |
Oltrepassiamo il piazzale della
Taverna Pandelis, dove sedie e tavolini sembrano stanchi della serata,
superiamo il grande aloni e il piccolo cimitero, imbocchiamo
lo sterrato che, piegando a sinistra, scende per 1,6 km alla spiaggia
di MIKROS MOURTIÀS. Anche con lo scooter questo sterrato è
abbastanza impegnativo, scende in una valle stretta e ombrosa fra la
Chora e il Monte Kalovoulos e in diversi tratti porta i segni di
robuste piogge che ne hanno compromesso il fondo. Incontriamo solo
due coppie di escursionisti che, a piedi, stanno tornando verso la
Chora visibilmente provati dalla risalita: il tragitto è breve ma il
dislivello è discreto. La strada finisce con un piccolo slargo dove
si deve parcheggiare e da cui si può già vedere la spiaggia
dall’alto: la bellezza della baia nella luce del mattino è
straordinaria, molto raccolta e completamente deserta, attenzione a
non sporgervi troppo per fare le foto perché il terreno è piuttosto
franoso.
Per scendere alla spiaggia
imbocchiamo a piedi una mulattiera che si addentra nella macchia
brillante e fresca di rugiada, bisogna portarsi tutto ciò occorre,
compresi acqua e cibo perché a Mikròs Mourtiàs non c’è proprio
nulla, solo Natura. Ho scritto Natura con la N maiuscola perché il
luogo, per quanto vicinissimo alla Chora, ha un aspetto selvaggio e
primitivo, Mikròs Mourtiàs era un tempo il
porto della Chora, oggi è un luogo vergine, nessuna
costruzione, niente bar o taverne, niente ombrelloni e… neppure un
turista… Qui il silenzio è davvero impressionante, nemmeno un
sussurro di mare o un fruscio di foglie, solo le nostre voci, nitide
e amplificate dalle rocce, cosicché, in modo inconsapevole, ci siamo
ritrovati a bisbigliare per non rompere l’incanto.
Mikròs Mourtias |
Quando arriva l’ora di pranzo
decidiamo però di tornare alla civiltà, risaliamo per la mulattiera
e lo sterrato, ripassiamo per la Chora e appena fuori dal paese
prendiamo la deviazione che in soli 2 km porta a MEGALOS MOURTIAS.
Questa può essere considerata a tutti gli effetti la marina della
Chora in quanto, grazie alla ampia e bella strada asfaltata, gli
abitanti la raggiungono molto comodamente con ogni mezzo e, volendo,
anche a piedi in 20 minuti tramite un sentiero. Sulla spiaggia ci
sono due taverne che mettono a disposizione gratuitamente ombrelloni
e lettini, c’è una cabina per cambiarsi e una doccia, ci sono
anche degli studios e un piccolo e tranquillo pool-bar, quindi molto
accogliente per tutti.
Da non tralasciare il fatto che Megalos
Mourtiàs è la più classica delle spiagge greche: ghiaietto
chiaro e acqua cristallina, ombra naturale di pini e frondosi ulivi
un bel panorama sull’isola di Skopelos,… certo è molto lontana
dall’atmosfera primitiva di Mikros Mourtias. Ci accomodiamo ai
tavolini della Taverna Meltemi che ha un'ampia terrazza panoramica
con il soffitto curiosamente decorato da centinaia di bottigliette di
ouzo appese: un immenso scacciaguai, originale e gradevole. Dopo il
pranzo approfittiamo dei comodi lettini della taverna sistemati sotto
gli ulivi per una pausa di lettura e, per essere più onesti, di
pennichella, quindi ci concediamo innumerevoli bagni di mare e di
sole: un po’ di classica vita balneare non guasta...
Taverna Meltemi |
CAPO MARPOUNDA
Rientrati a Patitiri, dato che non
è ancora tardi, prendiamo la strada che dal paese arriva al
promontorio di MARPOUNDA. Il
capo di Marpounda con le sue due baie gemelle si trova a circa
3 chilometri da Patitiri, sulla punta più meridionale di tutta
l'isola, ci si arriva per una strada completamente ombreggiata di
pini con nessuna vista sul mare. A 700 metri da Patitiri troviamo il
Camping Rocks, sembra ancora chiuso, completamente immerso
nella pineta che digrada verso il mare, davvero un bel posto per
campeggiare. La strada finisce con un ampio spiazzo su cui si
affaccia l’ingresso del più importante
villaggio turistico di Alonissos attualmente gestito dal tour
operator italiano Settemari. Dobbiamo dire che abbiamo trovato il
Marpounda Village Club ben più carino dell’Alonissos Beach
Resort, se piace questo genere di soggiorno qui le strutture sono
tutte basse, in parte assomigliano a casette sistemate lungo piccole
vie selciate a formare quasi un vero e proprio paesetto, altre più
in stile moderno - alberghiero sono sparpagliate nella pineta.
Le due baie gemelle di Marpounda sono proprio ai due
lati del villaggio turistico, entrambe di ghiaia, piccole e strette,
vigilate alle spalle da una bella falesia coronata di pini, divise
dal basso promontorio roccioso. Quella di destra e un po’ più
tranquilla e offre una bella vista su Skopelos, quella di sinistra è
la base delle attività del villaggio, troverete comunque entrambe
piuttosto affollate e senza la magia delle altre spiagge dell’isola.
Ancora una volta mi domando: ma con tutte le belle spiagge che ci
sono ad Alonissos come si fa stare qui incastrati? Mistero. Se
volete stare più tranquilli, sul lato destro di Marpounda parte un
bel sentiero che in 20/25 minuti porta fino a Megalos Mourthias e da
questo sentiero si dirama quello per scendere alla spiaggia di
VYTHISMA che altrimenti è raggiungibile solo via mare.
Vythisma ha ciottoli grigio neri misti a sabbia fine e grigia, mare
azzurro verde e ombrelloni naturali offerti dalla pineta retrostante.
Ci vogliono solo 10/15 minuti per raggiungere questo luogo carino e
appartato, frequentato soprattutto dai turisti che provengono a piedi
o via mare dal Marpounda Village.
VRYSITSA e GHIALIA
Oggi si va alla scoperta del
versante nord-occidentale dell’isola che è in gran parte
inaccessibile data la morfologia della costa, alta e dirupata. Le
spiagge che si possono visitare su questo lato dell’isola sono
tutte nel tratto che va dalla Chora ad Agalou Lakka, oltre è
off-limits. Dalla Chora scendono due sterrati che con percorsi
tortuosi e differenti arrivano a due solitarie spiagge che, viste
dall’alto, formano una bella “W”. Per quanto vicinissime,
Vrysitsa e Ghialia sono separate da un piccolo promontorio
roccioso e non sono in comunicazione fra di loro. Queste due
spiagge a cui i turisti dedicano spesso solo un distratto sguardo
dall’alto, rivestivano invece un ruolo fondamentale nella
Alonnissos perduta. Queste spiagge sono sul fondo di una vallata
che un tempo era tutta coltivata, su entrambe c’erano mulini dove
i contadini portavano le loro granaglie e su entrambe ci sono fonti
di acqua dolce: guardando ora questa vallata piuttosto spoglia è
difficile immaginare com’era negli anni 50, quando i contadini
lavoravano la terra aiutati solo dagli animali e dalle loro braccia,
quando, terminato il loro lavoro, passavano dalle fonti e riempivano
d’acqua un recipiente di legno, lo caricavano sul dorso del proprio
asino e risalivano pian piano verso la Chora. Se ad Alonissos vi
capitasse di arrabbiarvi perché rimanete senz’acqua sotto la
doccia o perché non vi cambiano la biancheria tutti i giorni,
fareste bene a pensare che solo agli inizi degli anni 60 è stata
impiantata una conduttura per portare l’acqua dolce dalla fonte di
Ghiaila alla Chora e che le donne di Alonissos per il bucato usavano
ancora in quegli anni l’acqua piovana raccolta in grandi
recipienti…
Per arrivare a VRYSITSA lo
sterrato è di 1,6 km, un po’ strettino e impegnativo, molto
panoramico. Dall’alto la spiaggia appare molto piccola, scura e non
molto attraente per questo viene spesso snobbata dai turisti a caccia
di luoghi più fotogenici, comunque se non si ha molto tempo vale
sicuramente di più la discesa verso Ghiaila. Per GHIALIA, lo
sterrato che scende dalla Chora è lungo 1,8 km, ma più o meno a
metà strada fra la Chora e Patitiri c’è un altro sterrato più
breve di 1,3 km anche con indicazione segnaletica. Anche Ghialia si
vede bene dalla strada principale che porta alla Chora, pure questa è
piuttosto scura ma un più ampia e vigilata da mulino molto bello. I
due sterrati che scendono a Ghialia sono piuttosto ampi e in buone
condizioni, percorribili senza problemi da auto e scooter, ad un
certo punto si congiungono in una unica strada che termina
direttamente sull’ampio spiazzo dietro la spiaggia di sassi e
ghiaia.
Lo scenario naturale di questa
baia è molto bello e particolare, unico sull’isola, ha tutto il
carattere, la forza e lo spirito selvaggio delle baie esposte a nord,
battute dai venti più violenti e dalle onde cattive, ha tutto il
profumo delle tempeste… qui non c’è posto per grandi alberi
e fiori delicati, qui la vegetazione ha vita dura e si difende come
può, strisciando e stringendosi il più possibile alla roccia.
Meravigliosi i cespugli di erica intrecciati alla grigia roccia del
lato destro della baia e meraviglioso il colore del mare verde
smeraldo, bellissimo il mulino che conferisce un tocco molto
particolare a questo paesaggio più atlantico che mediterraneo.
Insomma, per me, è uno dei luoghi più belli di Alonissos,
sicuramente meriterebbe maggiore attenzione da parte dei turisti che
qui hanno la possibilità di visitare un mulino splendidamente
restaurato e percepire gli echi di una Alonnisos perduta, meriterebbe
anche maggiore cura da parte dell’Isola – Parco Marino con la
rimozione di ciò che il mare, giustamente, cerca di rendere all’uomo
e che l’uomo, ingiustamente, lascia sulla spiaggia alla mercé
della prossima mareggiata.
Mulino di Ghialia |
MEGALI AMMOS
Non lasciatevi ingannare dal suo
nome, Megali Ammos non è una grande distesa sabbiosa, ma una
grande insenatura su cui si affacciano tante piccole spiaggette che
non hanno un proprio nome, non sono sabbiose e sono più o meno
accessibili. Quindi si tratta di una località tutta da esplorare
anche se la sua spiaggia più grande può essere un obiettivo preciso
da raggiungere, così come le graziose chiesette dei santi Aghii
Anaghyri sulla alta scogliera o la spiaggetta di Tourkoneri,
l’ultima frontiera. Per quanto esposta a nord ovest, la zona di
Megali Ammos ha rilievi morbidi e valli addolcite da ulivi ed essenze
varie che arrivano fino al mare, una zona di aspetto ancora bucolico
prima che la costa si alzi del tutto impervia e inaccessibile. Le
strade che arrivano in questa parte dell’isola sono diverse, tutte
sterrate e a tratti non propriamente belle, non ci sono indicazioni
precise, non ci sono zone o slarghi di parcheggio che possano
suggerire la presenza delle spiaggette, bisogna andare un po’ ad
intuito e quando si adocchia un sentiero che sembra scendere al mare,
mollare lo scooter e proseguire a piedi: insomma, di tutta l’isola
di Alonissos, questa è la sola zona in cui c’è un po’ di
sapore di avventura. Il mezzo migliore per avventurarsi quaggiù
è sicuramente lo scooter, ma abbiamo incontrato anche un’auto, per
gli amanti del trekking il percorso Patitiri – Megali Ammos –
Chiesette Aghii Anaghyri – Tourkoneri viene indicato percorribile
in 4 ore e mezza, chiaramente altrettante ci vogliono per il ritorno.
Partiamo per la nostra avventura e da Patitiri prendiamo la
strada principale in direzione Steni Vala, superate la stazione di
servizio e la deviazione per Votsi, svoltiamo a sinistra per la
strada asfaltata che conduce a Tsoukalià. Quando arriviamo ad un
bivio con uno sterrato ampio che va verso a destra lo prendiamo e da
qui teniamo sempre quello che sembra essere il tracciato principale
senza badare alle numerose stradette che conducono alle varie case
sparse nella zona, la strada pian piano scende, incontriamo la
biforcazione che segnala Aghii Anaghyri ma noi teniamo la sinistra e
continuiamo a scendere, incontriamo una ampia curva di 180° e
subito dopo una di 90° che piega a sinistra e intercettiamo un
sentiero che scende al mare. Lasciato lo scooter vicino a una sorta
di accesso a un fondo privato, scendiamo due rudimentali gradini e
prendiamo il sentiero che costeggia un confine, ora è facile, basta
seguire il sentiero… dopo un tratto di percorso nel folto della
vegetazione sbuchiamo in uno spiazzo con meravigliosi ulivi antichi
che bordano uno splendido lido deserto: eccoci sulla spiaggia più
grande di MEGALI AMMOS.
la raccolta della resina |
Il ghiaietto è candido e il mare
azzurrissimo, qualche scoglio piatto, grandi ulivi che riparano dal
sole, lentischi e pini sulla punta rocciosa, una scena idilliaca
davanti ai nostri occhi: tutta per noi! Ma anche se siamo
completamente soli non abbiamo la sensazione di essere in un luogo
selvaggio e isolato come ci era capitato a Mikròs Mourtiàs, qui,
sulla spiaggia, si affacciano un paio di belle case leggermente
schermate dalla vegetazione e molte altre casette fanno qua e là
occhiolino dalla boscaglia. Il sole qui dura sino a tardi ma
quando inizia la sua discesa riprendiamo la via del ritorno e lungo
la strada ci fermiamo a fotografare gli alberi di pino con i
sacchetti raccogli-resina, quella preziosa e profumatissima resina
che andrà ad aromatizzare il famoso e caratteristico vino
Retzina.
TSOUKALIÀ
A proposito di vino… dato che
siamo in zona, prima di tornare a Patitiri, decidiamo di andare a
vedere anche la baia di TSOUKALIÀ. La strada asfaltata
arriva fin sulla spiaggia, la più grande di quelle esposte a nord e,
forse perché molto aperta e sassosa, la meno attraente dal punto di
vista balneare. Ma questo luogo ha però la particolarità di essere
l’unico vero e proprio sito archeologico di Alonissos. Arrivando
alla spiaggia sarete subito colpiti dalla mole del grande Mulino
a tre piani che la domina, molto particolare e, purtroppo, molto
malconcio, alla vostra destra noterete invece una vasta area,
praticamente una collinetta, tutta recintata da una rete metallica.
Molto probabilmente, appena messi i piedi sulla spiaggia, avrete
anche notato una gran quantità di frammenti di coccio sparsi ovunque
sul terreno, così tanti da far pensare che vi siano stati scaricati
dei laterizi. Ebbene, non ci crederete ma siete arrivati proprio
alla famosa fabbrica di anfore dell’antica IKOS !! Qui nel IV –
V secolo a.C. si producevano le anfore destinate al commercio del
vino, su molti frammenti è stato individuato il timbro di fabbrica
“IKION”, noi scriveremmo “Made in IKOS”. Il
vino di Alonissos era molto famoso ed apprezzato nell’antichità,
veniva sicuramente esportato in molte zone del mondo antico, anche
lontane, dato che sono state rinvenute anfore con il marchio “IKION”
non solo ad Atene e Pella, ma anche ad Alessandria d’Egitto, nelle
città greche del Mar Nero e persino in Crimea. Questo luogo, dal
punto di vista archeologico, storico e culturale riveste dunque
notevole importanza, anche per il fatto di essere praticamente
intatto, integro e vergine, tutto da esplorare, ma nonostante si
parli da tempo di progetti di ricerca e parco archeologico, non c’è
neppure un misero cartello o una tavola descrittiva, c’è solo una
lunga rete metallica un po’ arrugginita e un vago senso di triste
abbandono... Così le voci della gloriosa e perduta IKOS, che qui
potrebbero tornare a farsi sentire, continuano a rimanere silenti e
mute.
La baia di Tsoukalià |
FRA i PINI…
Fra le tante emozioni che può
regalare Alonissos, ce n’è una che percepirete viva dal primo
istante del vostro arrivo, che vi accompagnerà ogni giorno della
vostra vacanza e che resterà un ricordo indelebile a distanza di
tempo… il profumo dei PINI, percorrere le sue boscose strade
al mattino presto, sfrecciare con lo scooter fra i pini che stillano
grossa rugiada, percepire anche in piena estate quel leggero brivido
di ombra umida, inalare a pieni polmoni il profumo pungente della
resina, un profumo che entra intenso nel naso e nella gola, gustoso
come una buona caramella balsamica...
Anche oggi, ultimo giorno ad
Alonissos, lasciamo la tiepida Patitiri molto presto e ci tuffiamo
fra i pini: abbiamo visto tante spiagge meravigliose ma fra tutte
scegliamo di tornare a MILIÀ. Non so dire perché la nostra
scelta sia caduta sulla silenziosa Milià, ma ancora oggi, quando
penso ad Alonissos, è Milià che mi torna alla mente per prima: la
mia baia verde smeraldo, pura ed essenziale come un lago alpino. A
Milià non ci sono bar o taverne, solo un paio di abitazioni di gente
del posto, i bagnati sono pochi e spesso locali, i turisti non amano
molto i ciottoli grandi anche se piatti e lisci. Non ci sono
ombrelloni e lettini, solo pini dalle fronde generose, un piccolo
gioiello ancora poco sfruttato, un posto ideale per prendere il sole,
nuotare e godere di un'atmosfera particolarmente calma e rilassata a
due passi da Patitiri. Qui baia e orizzonte sono aperti e luminosi,
qui acqua e cielo si confondono, mare e pini si confondono, qui si
nuota fra le fronde dei PINI...
VOTSI
A
poco più di un kilometro da Patitiri sopravvive questo borgo di
pescatori dai ritmi lenti e rilassati, tutto raccolto intorno al suo
porticciolo naturale perfettamente circolare. La baia su cui si
affaccia VOTSI è circondata da lisce pareti di roccia chiara venata
di rosso che si specchiano nelle acque cristalline di un colore
turchese chiarissimo, così trasparente e fermo che le ombre delle
barche si riflettono nitide sul fondo del mare. Per
un ultimo bagno niente di meglio della deliziosa spiaggetta ai piedi
della falesia del porto,
raggiungibile con una breve scalinata, e dopo questo ultimo bagno,
credo non ci sia un luogo migliore di Ilias
Pub per l’aperitivo di fine giornata.
Ilias Pub è un istituzione, bona musica, buoni drink e soprattutto
la simpatia dello stesso Ilias, che parla bene inglese e italiano.
Siamo a inizio stagione e non c’è nessuno, ci fa le solite domande
di rito, da dove veniamo, dove soggiorniamo, come ci siamo trovati
sull’isola, ci chiede le nostre impressioni su Alonissos e gli
diciamo che ne abbiamo adorato la tranquillità, ci dice che
Alonissos è sempre tranquilla, delle tre Sporadi, questa è l’ultima
isola a riempirsi e la prima a svuotarsi, la stagione turistica dura
meno che altrove e, in fondo, a lui non dispiace che sia così perché
il ritmo naturale dell’isola non riesce mai ad essere stravolto del
tutto.
Ilias Pub |
Già,
il ritmo naturale di Alonissos, ancora così lontano dalla mondanità
e dai divertimenti, dalle discoteche e dalle vetrine, qui, “uscire
la sera”, significa ancora gironzolare in cerca di una taverna o di
un caffé dove fare due chiacchiere prima di andare a nanna o
semplicemente approfittare di un angolo buio per osservare il cielo
stellato e i riflessi della luna sul mare, approfittare del silenzio
per ascoltare i sussurri di Ikos, Achilliodromia, Dhiadhromi,
Liadhromia, Hiliodhromia, Heliodromi, per ascoltare i sussurri di
ALONISSOS, l’isola nata alle
origini del mondo, vissuta molte volte… e molte volte perduta…
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INFOMEMO
Questo racconto fa parte dei miei
DIARI delle SPORADI, le isole visate in questo arcipelago sono
la mondana Skyathos, la romantica Skopelos, la
misteriosa Skyros e defilata Alonissos.
Quando sono partita per ALONISSOS
ero convinta di avere già un’idea precisa di questa isola:
tutti decantano la natura straordinaria che vi regna sovrana e le
belle spiagge bagnate dalle acque più limpide e trasparenti che si
possano immaginare, tutti ne parlano come di un vero paradiso per chi
cerca il contatto intimo con il mare, il profumo intenso dei
pini e della macchia mediterranea, il colore turchese di baie e
calette, il silenzio e un pizzico di avventura per strade sterrate e
sentieri. ALONISSOS è davvero tutto questo e le aspettative
in questo senso non vengono deluse. Eppure, strada facendo, devo dire
che la cosa che più mi ha emozionato di Alonissos è stato il
percepire la presenza di tutte quelle isole perdute di cui nulla
sapevo e immaginavo, mi hanno emozionato i sussurri di Ikos,
Achilliodromia, Dhiadhromi, Liadhromia, Hiliodhromia, Heliodromi e,
soprattutto, di quella ALONISSOS che se ne è andata da poco,
inesorabilmente… Alla fine mi ha davvero toccato il cuore il
pensiero che su quest’isola la Natura ha, per mille motivi, sempre
vinto e preso il sopravvento sugli uomini, sulla storia, sugli
eventi, su tutto. Qui la Natura, giorno dopo giorno, ha sempre
riempito i vuoti lasciati dagli uomini, quasi con prepotenza, e, per
fortuna, gli uomini di Alonnisos hanno ora, forse, capito che solo
rispettandola e lasciandole quel ruolo di primo piano che le spetta,
avrebbero potuto trovare una nuova ragione di vita, un futuro per sé
e i propri figli, in questa nuova isola di ALONISSOS... Il
nostro viaggio è stato fatto a metà giugno ed abbiamo trovato
ovunque pace e tranquillità, nessuna spiaggia era attrezzata tranne
quelle utilizzate dai 2 villaggi turistici presenti sull’isola.
Ricordo che ALONISSOS
fa parte di un esteso Parco Marino
insieme ai vicini isolotti disabitati di Peristera, Kyra Panagia,
Youra, Psathouria, Piperi e Kantzoura, istituito nel 1992 per
proteggere, tra l’altro, anche la foca monaca che qui trova ancora
il suo habitat ideale. Noi non abbiamo avuto il tempo di fare
escursioni con la barca, ma posso dirvi che ne organizzano molte e
con itinerari diversi, naturalmente nelle zone con accesso
consentito, non pensate quindi di avvistare il simpatico mammifero
che è diventato la mascotte dell’isola, al massimo potrete
incontrare dei delfini, sicuramente godrete di paesaggi naturali
bellissimi. Ma tenete presente che anche in ogni parte dell’isola
potrete godere di paesaggi naturali bellissimi, di bagni in acque
limpidissime e spiagge poco affollate, insomma, la sensazione di
trovarsi in un luogo speciale è comunque assicurata.
ALONISSOS come raggiungerla:
Alonissos
non ha un suo aeroporto e nell’immaginario rimane un’isola
lontana e fuori mano, eppure ora con il volo di Ryanair BG - Volos
e i catamarani della Hellenic Seaways è ora facilmente
raggiungibile. I trasferimenti con i catamarani sono veloci ma
costosi, per la tratta Volos Alonissos abbiamo speso € 48 a testa a
tratta. Le opzioni di viaggio sono
comunque diverse.
- Volo RyanAir su
Volos
+ traghetto o l'aliscafo;
- Volo su Skyathos (charter diretti - di linea e low cost via Atene o altre città) + traghetto o aliscafo. Per i voli su Skyathos utile guardare Blu Panorama, i cataloghi dei Tour Operator che vendono pacchetti nelle Sporadi per eventuale acquisto solo volo o pacchetto, Air Berlin+Niki che serve Milano – Vienna – Syathos;
- Volo su Atene
+ navetta 093 fino a fermata di Stathmoss Liosion + bus per Agios
Kostantinos + traghetti o aliscafo. Agios Kostaninos ha diversi
traghetti verso le Sporadi;
- Volo su Skyros
via Atene + traghetto o aliscafo su Alonissos.
Per orari di traghetti e aliscafi consultare ww.gtp.gr oppure www.openseas.gr
Per Hellenic Seaways, www.hellenicseaways.gr e info@hellenicseaways.gr
Per Nel Lines www.nelferry.com
Per info Bus Volos
Aeroporto e Magnesia Intercity Bus www.ktelvolou.gr
Biglietterie traghetti
utili per info o prenotazioni::
- Sporades Travel di Volos, lungomare Argonauti, tel. +30.24210.23415, +30.24210.35846
- Falcon Tours di Volos, lungomare Argonauti, tel. +30.24210.25688, +30.24210.21626
- Tsansizis Shipping Agencies di Agios Kostantinos, tel. +30.22350.32609
VOLOS
Avendo il volo di rientro alle 10.30 del mattino, siamo tornati a
Volos il giorno prima della partenza con il catamarano delle 7.00,
abbiamo noleggiato al porto di Volos un’auto con riconsegna
all’aeroporto per le 8.30 della mattina della partenza, così
abbiamo trascorso una bella giornata sul Monte Pelion. Nel tardo
pomeriggio ci siamo trasferiti a Nea Anchialos, la località sul mare
più vicina all’aeroporto che dista 14 km, dove abbiano cenato e
dormito. Nea Anchialos è un paesone senza particolari attrattive ma
ha una spiaggia attrezzata dove fare un ultimo bagno, un porticciolo
circolare con qualche barchetta da pesca, una fila di semplici
ristorantini sul mare con portate abbondanti e prezzi contenuti, un
breve lungomare dove la sera passeggiano le famigliole in vacanza
comprando pannocchie abbrustolite, mandorle caramellate e palloncini.
Buon punto base, la mattina ci abbiamo messo proprio 10 minuti ad
arrivare in auto all’aeroporto, riconsegna auto senza formalità.
Dal porto di Nea Anchialos partono bus per Volos e Aeroporto
- PYRASSOS HOTEL sul lungomare di Nea Anchialos, €30 doppia con balcone, tv, bagno e frigo, senza colazione, semplice e pulito, per una notte va benissimo.
- GALAXIAS TAVERNA sul lungomare di Nea Anchialos, tavolini lungo la spiaggia: piatto abbondante di gyros con pitta, patatine, tzatziki e pomodori €8, piatto abbondante di kontosouvli €6, vino €2,5 pane €2, acqua in brocca, totale conto €18,50.
ALONISSOS dove dormire
Potete
scegliere fra studios, rooms, hotel, pensioni, appartamenti e persino
ville, ce ne sono di tutti i prezzi e per tutti i gusti. In Alonissos
è anche possibile soggiornare in uno dei due "villaggi"
italiani citati nel racconto. Noi non abbiamo prenotato nulla
preferendo, come sempre, decidere in loco e abbiamo scelto di
soggiornare a Patititri soprattutto per la comodità, sia del porto
che di ogni altra necessità, la località si è rivelata piacevole e
genuina, sia di giorno che di sera. Le strutture turistiche a
Patitiri sono molto poche e soprattutto concentrate, letteralmente
stipate, sul promontorio denominato Kavos che domina il porto, hanno
di sicuro una bella vista e sono collegate al porto tramite una lunga
e ripida scalinata, mentre la strada carrabile per arrivarci è
piuttosto lungai. Oltre alla struttura dove abbiamo soggiornato vi
riportiamo anche i riferimenti di alcuni studios citati nel racconto
che ci sono per qualche motivo piaciuti.
- ELLI ROOMS a Patitiri www.ellirooms.gr, Sig. Smaragdi Tsikrita, Tel +30.24240.652298 Cell +30.6974692725. Per noi è stato un posto comodissimo, 6 stanze semplicissime. Costo € 25 la doppia a notte.
- THETIS sulla spiaggia di Agios Dimitrios - +30.24240.65383 – cell.6979406665. Appartamentini in villini con bellissima location proprio sul mare e giardino, thkarakatsani@gmail.com .
- SOSSINOLA a Steni Vala – 10 rooms, 6 studios, 3 appartamenti nel paesetto dietro la taverna omonima. +30.24240.65776
ALONISSOS dove mangiare
Oltre a
tutti i piatti della tradizione greca nei menù di Alonissos trovate
anche qualche specialità locale:
astakomakaronada (pasta all'aragosta), kakavià (zuppa di pesce),
stufato di polipo, calamaro ripieno, spetzofai (specialità del
Pelion a base di salsicce e peperoncini dolci verdi), tilichtiri
(focaccia di formaggio locale) e torta di formaggio di
Skopelos, focaccia alla carne, melanzane alla
brace. Dolcii a base di noci, mandorle e miele. Fra tutte la
karydopita (torta di noci). Discreto anche il
vino locale servito in boccali.
- Dolopes a Leftos Ghialos, sulla spiaggia (buono per snack e aperitivi)
- Eleonas a Leftos Ghialos, sulla spiaggia (ottimo)
- To Paradosiako a Steni Vala sul molo (buono)
- Ostria a Patitiri sul porto verso la spiaggia. Buoni piatti, ottima torta casalinga in omaggio. Quello dove ci siamo trovati meglio a Patititri.
- To Akrogiali a Patitiri sul porto verso la spiaggia. Spetzofai deludenti, troppa gente nordica.
- Kastro Grill restaurant a Chora. Tutte le carni possibili, grigliate e stufate, Nei pressi della Kastroporta, tavolini sul bastione in rovina e in zona di passaggio..
- Astrofegia, a Chora. Pesce spada in guazzetto di capperi, millefoglie di gamberi, moussaka vegetariana. Fuori dal passaggio, si mangia sotto una bella pergola panoramica.
- Anonimo, a Chora, purtroppo ho perso il biglietto e non ho il nome ma è l’ultimo a sinistra sulla via principale del Kastro con una bella terrazza panoramica vista sugli isolotti “I Due Fratelli”, la migliore ed enorme Torta al formaggio di Skopelos, meno caro degli altri.
Alla Chora spenderete di più che
nelle altre località, ma la location lo giustifica.
ALONISSOS come muoversi
Indispensabile
un mezzo autonomo, auto o scooter, per visitare al meglio l’isola.
Fatti 250 km.
Auto o Moto
abbiamo noleggiato un Kimko 125 con bauletto a € 17 al giorno da
Albedo Travel a Patitiri, un’agenzia turistica tuttofare che aveva
i mezzi migliori, www.alonissosholidays.com
o info@albedotravel.com
o kostas@albedotravel.com.
Sulla via principale ci sono altri noleggiatori dove si poteva
spuntare € 15 per uno scooter più vecchiotto i peggiori li aveva
Dimitri sull’angolo della strada che va a Marpounda..
Bus
il servizio pubblico di autobus collega Patitiri - Chora - Steni
Vala, fermata sul porto a destra
Taxi
ci sono 4 taxisti, di solito stazionano sulla destra del porto vicino
a fermata bus. Si possono prenotare servizi: Spiros cell
+30.6978881360, Nikos cell. +30.6972250295, George cell.
+30.6976221441, Pericles. Cell. +30.6944564432.
Taxi boat
raggiungono Milia, Chrysi Milia, Steni Vala. Kalamaki, Agios
Dimitrios. Partenze dal porto di Patitiri ogni giorno tra le 10.30 e
le 11. Il ritorno alle 17 circa, biglietti presso il chiosco davanti
al porto. Da Patitiri e
Seni Vala noleggio caicchi e barche.
A piedi
tantissimi i sentieri percorribili. Utilissima la guida “Alonnisos
a piedi – Guida ai sentieri e alle spiagge” per chi ama il
trekking, stessi autori della “Guida di Alonnisos” sito
www.bentekeller.gr
In maggio, giugno e settembre, Bente ed Hilias organizzano e guidano
escursioni nelle più suggestive zone dell'isola.
€ 3,00
quella 1:30.000 (già più che sufficiente), € 7 quella 1:25.000 se
volete fare sentieri
Guide Turistiche:
- “The Sporades - Skyathos, Skopelos, Alonissos, Skyros” (in inglese) di McGilchrist’s Greek Islands, acquistabile sul sito della Terrain o nella edicola-libreria di Patitiri a € 12,00.
- “Guida di Alonnisos – Spiagge, Villaggi, Vegetazione, Storia” (in italiano) di Bente Keller e Elias Tsoukanas, acquistabile in loco nella edicola-libreria di Patitiri a € 14,00
Parco Marino:
info http://www.grecia.cc/parco_marino_alonissos.htm,
escursioni organizzate da Patitiri e Steni Vala. Vedi anche
www.mom.gr
il sito del MOm. Alònissos fa
parte insieme a Lechusa e Peristera della ZONA B del Parco Marino che
è quella liberamente visitabile, mentre il resto dei 22 isolotti
dell'arcipelago rientrano nella ZONA A protetta da limitazioni
severe, l’accesso a Piperi e Skantzoura è possibile solo per
motivi di studio e ricerca.
ALONISSOS curiosità
- Accademia Internazionale di Omeopatia, l’unica istituzione al mondo dedicata esclusivamente alla medicina omeopatica www.vithoulkas.edu.gr
- Museo di Storia e Folklore a Patitiri, un viaggio nel passato attraverso le isole perdute, simpatica la sezione dedicata alla “pirateria” con oggetti provenienti da navi e rifugi utilizzati dai pirati, originale la sezione dedicata al “barbiere” di Alonissos.
ALONISSOS spiagge
Tranne
le pochissime raggiungibili solo dal mare, le abbiamo visitate tutte
con estrema facilità. Sono veramente numerose, tutte diverse ma
sempre inserite in una splendida cornice naturale, quasi tutte
nascoste in fondo a baie orlate da pini e uliveti. Poca sabbia e
molti ciottoli, scarpette di gomma consigliatissime. Tutte facilmente
raggiungibili via terra con lo scooter, molte anche con l’auto,
poche col bus. Le acque sono riconosciute fra le più
pulite e limpide in assoluto del mar Egeo, provare per credere. Tutte
sono tranquille, solo alcune sono leggermente organizzate, con nel
rispetto della loro naturale bellezza. Su questa isola è difficile
dire quale siano le più belle, impossibile consigliarne una a
discapito di altre, sono tutte da vedere e ognuno potrà votare il
suo personale angolo di paradiso.
ALONISSOS clima
Buono da fine maggio a fine settembre, tenendo presente che la
Sporadi hanno comunque un clima più fresco rispetto agli altri
arcipelaghi e che possono verificarsi piogge anche nel periodo
estivo, soprattutto fine agosto – settembre a carattere
temporalesco. La presenza del verde garantisce temperature sempre
gradevoli e quasi mai torride. Luglio il mese più caldo.
ALONISSOS acquisti
- Cooperativa Femminile "Ikos", a Patitiri, trovate erbe aromatiche essiccate di Alonissos, dolci tradizionali fra cui segnalo Fouskakia, Hamalià e Amigdalotà, marmellate, liquori, olio d'oliva e tonno locale, un contributo alla Alonissos perduta.
- Patitiri: vari souvenir, giocattoli di legno, libri e monili.
- Chora: negozietti con oggetti d'antiquariato.
- Gallery 5, a Chora, sono in vendita i bellissimi acquerelli di Bente Keller che ritraggono i paesaggi più idilliaci e la flora dell’isola. Bente Keller è danese e vive ad Alonissos col marito Hilias Tsoukanas. http://www.bentekeller.gr/newsite/index.php
- Ufficio informazioni del Parco Marino, a Chora, vendono ogni generi di gadgets per finanziare il lavoro di protezione delle foche monache. Un modo per contribuire alla causa !!
Il simbolo di Alonissos: Foca Monaca |
RINGRAZIAMENTI:
“Guida di Alonnisos – Spiagge, Villaggi, Vegetazione, Storia”
di Bente Keller e Elias Tsoukanas che mi ha rivelato il cuore
dell’ALONISSOS perduta che ho tanto amato e da cui ho tratto alcune
foto per cercare di trasferirvi meglio il fascino di questo luogo.
Che dire, semplicemente unico questo diario di viaggio !! altro che guide non ce' migliore guida che questa, grazieeeeeeeeeeee a PUCCY
RispondiEliminaSemplicemnte ....grazie!
RispondiEliminamagnifico lavoro! grazie!!!!!
RispondiEliminaFantastica!!! L'ho stampata e la usiamo come guida settimana prossima !
RispondiEliminaMolto bello il diario su Alonissos come gli altri del resto. Qualcuno ha notizie di come e' in agosto come affollamento? Intendo dopo ferragosto. L'ho vista lo scorso anno ai primi di settembre ma in giornata in gita da Skopelos e mi piacerebbe tornarci.
RispondiEliminaGrazie!
Grazie , non ho parole ! Alla fine di giugno visiterò Alonissos e grazie a questo diario ho capito come vivere quest'isola ....poco turismo e molto cuore!!!
RispondiEliminaGrazie Puccy
Diego
Ciao, grazie della bellissima guida ma avrei una domanda: so che si gira bene con lo scooter., ci sono stato nel 2002, ma ho letto che nel 2014 hanno cambiato la legge e ora anche per un 50 cc serve una patente categoria A. Alternative se uno ha solo la B? un Quad? mi ricordo che molte strade se non avevi un due ruote non le potevi percorrere. Hai suggerimenti per cortesia su quale sia il noleggiatore migliore? grazie dei consigli..
RispondiEliminaLa tua dettagliatissima guida ci è stata molto utile!! Fedele nelle descrizioni e appassionante! L'abbiamo usata tutta la vacanza. Certo noi siamo stati le ultime 2 settimane di luglio e c'era un pò più di folla e le spiagge che tu hai trovato deserte erano attrezzate, però la tranquillità e la pace sono comunque la base di Alonissos!
RispondiEliminaGrazie meravigliosa guida, andrò a giugno e prenderò spunto dalla tua guida. Immensamente grazie
RispondiEliminaBuonasera, avrei bisogno di un'informazione? ci sono delle gite che in giornata, partono da Alonissos per andare a visitare Skopelos?
RispondiEliminaGrazie a tutti questi vostri blog bellissimi, Alonissos ormai è invasa da Italiani. Una vera e propria colonia Italiana, perciò non esiste più pace e silenzio su questa isola..
RispondiEliminaQuanto tempo conviene stare ad alonissos e skopelos avendo 15 notti a disposizione?
RispondiEliminaCiao Pietro, dipende da cosa cerchi e in che periodo vai, Alonissos io l'ho trovata bellissima e selvaggia, la chora sta in montagna, il lungo mare non ha un granché, se vi accontentate di un meraviglioso mare e cena la sera con passeggiata è perfetta.
RispondiEliminaSkopelos è una soluzione intermedia, una chora bellissima sul lungomare, perdetevi nei vicoli. Un mare stupendo, dopo cena si può anche ascoltare un po' di musica dal vivo. Mi sono talmente innamorata di Skopelos che ho guardato case da comprare. Sono entrambe due isole meravigliose, nella mia vacanza io ho fatto 1 settimana ad Allonissos, una a Skopelos e 5 giorni a Skiathos, arrivata s Skisthos volevo fuggire e ricominciare a visitare Alonissos e Skopelos. Dipende da cosa ti piace, potresti fare 7 e 7 gg in ciascuna. Sono isole meravigliose.
Mi complimento per come avete ben descritto ed interpretato le sensazioni che Alonissos regala. Arrivai la prima volta negli anni 90 e rimasi stregato, le sensazioni che descrivete erano ancor più iintense, un paradiso terrestre e marino primordiale. Torno ogni anno ( non questo ..... purtroppo .) e la vedo trasformarsi ed organizzarsi ogni anno di più , ma va bene così , l’isola resta un paradiso; ultimamente e’ tornata anche la foca a giocare sulle spiagge! Alonissos va goduta sopratutto con semplicità , a nuoto , piedi e mtb , cercando di non impattare sulla natura imperante e selvaggia, regala viste e sensazioni impareggiabili ( almeno per me ...) non provate altrove nel mondo; il mare , poi, offre sensazioni di immersione cromatica antica e primitiva, sopra e sotto, e’ necessario tuttavia essere discreti nuotatori per godere dei luoghi migliori, comprese le isole di persisterà e dio adelfi. il turismo organizzato, tuttavia, ultimamente porta anche gente meno sensibile e rispettosa , ma la globalizzazione avanza e tremo all’idea che lo sviluppo turistico divori questo angolo del pianeta. Ci rivediamo a Patitiri .... Ettore
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