di Giuseppe Brenna
Già durante la presenza italiana
nel Dodecaneso, Rodi
venne trasformata in una destinazione turistica ed ancora oggi
l’isola è tra le mete più popolari in Grecia; voli internazionali
e charter scaricano incessantemente orde di visitatori che,
dall’aeroporto, si riversano sui litorali.
Rodi città |
Il periodo di alta stagione non è forse il migliore – dati l’affollamento ed il considerevole aumento dei prezzi – tuttavia l’isola continua ad essere una meta affascinante non solamente per il mare, ma anche per le sue numerose attrazioni.
L’impatto con la famosa città
murata
Porta d'Amboise |
– patrimonio
dell’UNESCO – non è dei migliori, soprattutto se da Porta Marina
si raggiunge via Socrate e piazza Ippocrate con al centro la fontana
ottomana: gli antichi edifici ospitano ristoranti e negozi turistici
di dubbio gusto e terribilmente affollati, tranne il vecchio caffè
turco che, stranamente, è quasi sempre vuoto nonostante sia lì da
più di 3 secoli: dopo il decesso del vecchio proprietario, sembra
che gli eredi non riescano a gestire al meglio un luogo che sembra
solamente attirare sguardi distratti dai passanti.
Basta svoltare nei vicoli
acciottolati e perdersi
tra gli edifici della città vecchia per riscoprire il fascino del
borgo medioevale meglio conservato al mondo.
Rodi città |
Costruzioni risalenti
all’epoca dei Cavalieri di S.Giovanni si alternano alle moschee
ottomane (alcune purtroppo lasciate all’incuria) e alle rovine
dell’antica città ellenistica,
famosa per la statua del colosso, una delle meraviglie del mondo
antico.
Tempio di Apollo Pizio, Rodi città |
Panorama dalle mura |
Il fervore edilizio che pervase
Rodi e le altre isole del Dodecaneso durante gli inizi del secolo
scorso meraviglia ancora oggi e fu tale da dare un’impronta
inconfondibilmente italiana a quest’area dell’Egeo: il lungo mare
della città nuova si caratterizza per i suoi grandiosi edifici in
stile razionalista, quasi ricordano una sorta di piccolo “Bund”
nostrano, oltre al Palazzo del Governo (di ispirazione veneziana) ed
altri palazzi deco’.
Odos Ippodon
(la strada dei cavalieri) è la via medioevale più famosa della
città, grazie agli interventi italiani di recupero effettuati nel
corso degli anni ’20 che consistettero principalmente
nell’eliminazione di vecchie sovrastrutture turche che ne avevano
alterato l’aspetto e che si estesero anche all’antico ospedale
(Nosokomio) dove è
ospitato un meraviglioso museo archeologico.
Odos Ippodon, Rodi città |
Nosokomio |
Le tracce della presenza italiana
sono sparse un po’ su tutta l’isola ed è a queste che guardo con
particolare curiosità ed attenzione, per rispetto anche ad una
storia non troppo lontana e della quale tante volte ho sentito
parlare in famiglia, essendo mio padre un reduce dell’Egeo che, a
92 anni compiuti, ricorda ancora con nostalgia gli anni trascorsi da
ventenne in questi luoghi. Si tratta di una pagina di storia quasi
dimenticata e di cui si parla poco perfino nel nostro Paese, mentre è
comprensibile che ciò avvenga in Grecia (aggredita militarmente da
Mussolini nel ’39).
Le isole dell’Egeo, conquistate
durante la guerra di Libia contro i turchi, rimasero sotto il dominio
italiano per 30 anni, venendo definitivamente perse dopo la sconfitta
seguita al secondo conflitto mondiale del ’45. Il Dodecaneso non
aveva particolare importanza economica (un po’ come gran parte dei
territori coloniali italiani), tuttavia vi fu un impegno notevole
nella realizzazione di edifici ed infrastrutture.
Lindos
ha costituito la base ideale per l’esplorazione dell’isola.
Lindos |
La
cittadina è nota per l’agglomerato di candide case abbarbicate
attorno all’acropoli, più antica di quella della stessa capitale
Atene. Furono gli archeologi italiani ad avviare profonde opere di
restauro e di ricostruzione degli edifici più antichi, in
particolare del tempio di Atena Lindia e della Stoà ellenistica.
Il sud dell’isola è decisamente
meno affollato rispetto ai litorali della costa orientale; nei pressi
di Prassonissi (promontorio dell’estremità meridionale) e del
villaggio di Kattavià la strada è costeggiata da stabilimenti
industriali in rovina,
chiese ed edifici colonici in stato d’abbandono, tutti risalenti
all’epoca italiana.
Kattavià |
Nel cuore dell’isola, il
villaggio di Eleousa
conserva una piazza in perfetto stile razionalista con edifici
cadenti, oltre ad una grande fontana monumentale all’ingresso del
paese.
Eleousa |
Più in alto, verso la cima del
monte Profitis Elias, ammantata di pinete, sorgono due alberghi
costruiti in stile sudtirolese.
Profitis Ilias, Hotel in stile sudtirolese |
Uno di essi è stato interamente recuperato al suo uso originario,
nell’altro sono stati avviati lavori di ristrutturazione. Poco
distanti, una chiesa ed
uno chalet (sempre in stile sudtirolese), costruiti all’epoca di
una visita di Mussolini, giacciono in totale abbandono…
Profitis Ilias, cappella |
Un destino
similare a quello toccato per lunghi anni agli edifici di Villa
Torlonia a Roma. Nonostante questo, si sta facendo strada una certa
tendenza a recuperare queste pregevoli testimonianze architettoniche
risalenti all’epoca italiana e l’esempio più evidente sono le
meravigliose Terme di Kalithea
riportate, dopo anni di incuria, al loro originario splendore oltre
al Gran Albergo delle Rose sul litorale del capoluogo, del quale è
stato risuscitato persino il nome.
Terme di Kalithea |
Ad Epta Piges (7 fonti) si ammirano le opere idrauliche di canalizzazione per dirottare le acque verso valle per incentivare le coltivazioni agricole.
Rodi offre moltissimi altri luoghi
d’interesse, dai castelli di Monolithos
e Kritinià con i loro
panorami, alle rovine dell’antica città dorica di Kamiros
sulla costa orientale e la celeberrima Petaludes (Valle delle
farfalle).
Monolithos |
Castello di Kritinià |
Kamiros |
A circa un’ora di traghetto si
raggiunge dal porto di Rodi l’isola di Simi
ed il suo splendido capoluogo, caratterizzato da edifici color
pastello in stile neoclassico.
Simi |
Simi è spesso meta di frettolose
gite turistiche di un paio d’ore, terminate le quali l’isola
torna nella sua atmosfera tranquilla e rilassata che caratterizza
sempre Horiò, la parte alta del paese, che si affaccia sul porto
offrendo splendidi panorami.
Gialos
(la zona portuale) è collegata alla parte alta del paese dalla Kali
Strata, una scalinata
monumentale costeggiata da signorili palazzi neoclassici (alcuni in
rovina) di mercanti ed armatori, arricchiti dal commercio delle
spugne e dalla costruzione delle barche, i cui cantieri ancora
mantengono traccia della tradizionale attività dell’isola.
la zona portuale di Gialos |
Kali Strata |
Emboriò |
Le spiagge di ciottoli, anche per
la mancanza di strade, si raggiungono quasi tutte tramite i “taxi
boats” turistici e le acque sono straordinariamente limpide.
spiaggia di Marathounta |
L’interno invece,
caratterizzato da alture e pinete, è attraversato da un’unica
strada principale che conduce a Panormitis, un bellissimo monastero
quattrocentesco che si affaccia su una scenografica baia.
Panormitis |
Ed è Simi il luogo a cui mi sento
maggiormente legato, perché è qui che si trovava mio padre con la
sua guarnigione con la quale difese l’isola dagli sbarchi tedeschi
prima della resa alle forze alleate, evento ricordato con una targa
marmorea presso la
pensione Catherinette che si affaccia sul porto.
targa commemorativa |
Simi fu tra le poche
isole del Dodecaneso a non essere occupata dai tedeschi… i locali
ancora ricordano le atrocità contro i soldati italiani e non ancora
del tutto svelate, provavo una certa emozione a riascoltarle anche se
a distanza di quasi 70 anni… chissà se sarei stato qui a scrivere
questo breve resoconto se gli eventi fossero andati diversamente…
Nancy, un’efficientissima donna inglese che aiutava l’anziana
coppia proprietaria dell’albergo Fiona di cui eravamo ospiti, aveva
ascoltato le tragiche storie degli aerei tedeschi che decollavano da
Rodi con i soldati italiani che si dicevano destinati ai campi di
prigionia. Gli anziani greci ricordano però che tali aerei
riatterravano vuoti dopo nemmeno dieci minuti per nuovi trasbordi….
evidentemente i prigionieri venivano direttamente scaraventati in
mare…
A Gialos rimangono a testimonianza
della presenza italiana la torre dell’orologio ed il vecchio municipio dall’architettura orientaleggiante, ma cosa
resta nei cuori della gente?
È rimasto ancora un legame
sentimentale con il nostro Paese simile a quello del mio anziano
genitore?
torre dell'Orologio |
Passeggiando sulla banchina, tra
i vari esercizi turistici (ancora pochi, per fortuna) ce n’è uno
che attira la mia attenzione per delle cartoline che riproducono vecchie foto di Simi nei primi anni del
‘900, così come dovrebbe riaffiorare nei ricordi paterni: è Anna
a gestire il negozio, una bella donna greca di cinquant’anni, dai
lunghi capelli corvini raccolti in una treccia e dagli occhi neri
penetranti.
immagini storiche di Simi |
immagini storiche di Simi |
Agios Emilianos 1942 |
Anna parla perfettamente l’italiano, le mostro una vecchia foto ingiallita di mio padre scattata presso il promontorio di Agios Emilianos nel ’42 ed è
così che riaffiorano i ricordi di sua madre oggi ottantacinquenne:
“Allora si stava benissimo!! Si era creata un’incredibile empatia
con gli italiani e molti di loro sposavano donne greche. Qui, nelle
isole italiane dell’Egeo, ci si sentiva come in Italia: mia madre,
quando doveva andare ad Atene diceva infatti di dover andare in
Grecia… Loro (…gli italiani) non volevano la guerra! Purtroppo
tutto accade sempre per questioni economiche…. adesso la gente
pensa solamente ai soldi e anche Simi è cambiata, non è più come
quella una volta…”
Concludo così il mio breve diario
di viaggio (in parte nostalgico), nella speranza che il retaggio
passato possa essere ricordato in memoria di coloro che hanno
sacrificato la vita per il nostro Paese, dando un senso a tante
sofferenze e sacrifici da me ascoltati in prima persona in tanti
racconti... chissà se anche mio padre sarà in grado di riconoscere
Simi dalle mie foto o
la troverà anche lui inevitabilmente cambiata…
Un nodo alla gola strozza le parole ma riesco però a scrivere. Memoria, ricordi, amore e dolore che si intrecciano come un vinimi sotto il sole caldo di Rodi e Simi, si agitano e si rivigoriscono nell'aria carezzevole del Dodecaneso, trovano concretezza in dettagli architettonici stupefacenti. Ecco perché la Grecia non è un luogo di vacanza come gli altri, ecco perché viaggiando verso la Grecia andiamo sempre alla ricerca dei brandelli di noi stessi persi o dimenticati per strada, ecco perché sentiamo le nostre radici ancorate a questo suolo arido e le nostre fronde riprendere linfa. Ecco perché la Grecia era, e', sarà per noi un luogo dello spirito e parte di noi. Grazie Giuseppe di aver condiviso con noi i ricordi tuoi e del tuo papà..... come avrei voluto ascoltarlo anch'io..
RispondiEliminaIo non mi so esprimere meravigliosamente bene come solo Puccy sa fare, ma ho avuto le stesse sensazioni sue. Vuoi che anch' io ho visto Symi e l' ho amata moltissimo, come amo moltissimo quando parlo con gli adorati greci dei loro ricordi degli italiani e questo mi è successo , oltre che a Symi, in modo particolare anche a Patmos lo scorso anno.......e vuoi anche perché sto vivendo un momento un po' particolare della mia vita per cui le tue parole, il tuo diario mi ha profondamente commosso. Non posso fare altro che dirti GRAZIE per il bellissimo diario e per le splendide foto ed è anche una gioia guardare la foto di voi belli , giovani e sicuramente in gamba.
RispondiEliminaGrazie ,ci sono stato ma con questo resoconto ho scoperto posti che non conoscevo
RispondiEliminaEfharistò polì