Day 1 – Chi ben
comincia
Ci siamo, dopo mesi di studio tra Tripadavisor , Google e informazione su vari gruppi FB che ci ha fatto montare una terribile
paranoia vespe) si parte. L’aereo è in ritardo, arriviamo a Cefalonia ad un
orario ignobile, la macchina a noleggio pronti via non si accende, una vespa ci
entra subito in appartamento appena arrivati, si mangia a mezzanotte inoltrata
al primo posto trovato e mi viene la diarrea, insomma chi ben comincia…
Day 2 – Nel Regno
delle vespe
Premessa 1 – La
strategia
Dopo ore del già citato studio, nei mesi scorsi avevo deciso
di dividere la vacanza con una base a sud breve (2 giorni) e una a nord
consistente (8 giorni), visto che i posti che gasavano mi parevano nella zona
nord.
Premessa 2 – Il
ribaltone
Nonostante un mese di Agosto tambureggiante nel gruppo sul
fronte vespe, il piano non s’ha da modificare. Quando tuttavia l’allerta si fa
rossa e la gente inizia a dire che a nord non si riesce manco a far colazione
in terrazzo mi decido: disdire gli 8 giorni al nord nonostante la penale, in qualche modo si farà…
C’è da trovare un
hotel o una sistemazione per il resto della vacanza, il vecchio proprietario
dello studios dove facciamo i primi due giorni ad Argostoli non ci può aiutare,
ma posticipiamo il problema (anche perché la wifi fa cacare). Colazione e via,
si parte con la Matiz verde, detta anche scatoletta di tonno. Approcciamo un
programmino light iniziando col lago Melissani, che senza volermene e un po’
una ciofeca. O meglio, la grotta è suggestiva, i colori belli, ma 7€ per un
giro di 10 minuti con i barcaroli a scimmiottare i gondolieri + un po’ troppo,
si può evitare. Ormai siamo in zona e optiamo per il battesimo del fuoco ad
Antisamos, narrato come il regno delle vespe. Le vespe c’erano, ma o si
facevano i cavoli loro o ero troppo gasato dal primo bagno nell’isola e non mi
hanno dato troppo fastidio. Antisamos è molto bella: la ghiaia bianca contrasta
con l’azzurro del mare rendendolo limpidissimo, il primo bagno è dunque
spettacolare. A mio modo di vedere la
spiaggia è troppo inflazionata e c’è troppo casino però, a Cefalonia cerchiamo
altro.
Riprendiamo la scatoletta di tonno ad andiamo verso Agia
Eufimia per tastare con mano la nostra ex base a nord. Prima però ci
innamoriamo del tratto costiero tra Sami ed Agia: rocce bianche su un mare
limpido e piatto come una piscina, la gente fa il bagno con cappelli e occhiali
da sole senza bagnarsi, roba mai vista! Bisogna fermarsi assolutamente, il
posto si chiama Agia Paraskevi, da adesso nominato Pareski, Paraski, o Santa
Patrizia, almeno 100 volte al giorno, capirete perché…
Viola – “Iuri non è che a stare troppo a ridosso degli
alberi ci sono troppe vespe?”
Finita la frase la rumba comincia: ronzii, svolazzamenti, si
vola in acqua subito gettando la roba in terra. Siamo salvi? NO! Anche nei
primi metri in acqua le vespe ci fanno compagnia e iniziamo con il simpatico
rito di buttare il capo giù ritmicamente. Ma il mare…. Pazzesco!
L’acqua è talmente limpida che senza maschere (ce le siamo
scordate in albergo con la gopro) si vede il fondale anche a 7/8 mt. Uno dei
bagni più belli di Cefalonia. Finito il bagno si fugge letteralmente in
macchina, direzione Agia che dista pochi km. Il paese è una chicca, poco
casino, zero ritocchi moderni per il turismo di massa, ma la situation vespe è
la stessa di Paraski: ci abbiamo rimesso soldi, ma abbiamo fatto bene, una settimana
così e saremmo diventati pazzi. Decidiamo di tornare il giorno seguente con
maschera e gopro, adesso è tempo di sondare il sud, che da quanto letto è vespa
free. Capitiamo a caso a Trapezaki, baia carina, di sabbia, mare non da 10, ma
limpido anche qua. E le vespe? Ci sono, meno, ma ci sono…soprattutto al bar
dove ci eravamo rifugiati per un po’ di relax lontani dal sole. Un po’
abbacchiati e straniti ce ne torniamo ad Argostoli, fortunatamente la cena da
Ampelaki è ottima e saliamo di umore.
Giorno 2
Bis-buongiorno Cefalonia
Ci svegliamo nel nostro piccolo appartamento, molto piccolo
e rustico,ma funzionale, con tutte le cose necessarie. Dalla finestra si accede
ad un terrazzino che da su Argostoli. Decidiamo di fare colazione a bordo
piscina, fette di pane con marmellata fatta in casa, spremuta, yogurt con miele
(buonissimo) e toast. Il vecchio proprietario con la mano finta ci fa compagnia
dandoci qualche consiglio sui venti e sulle spiagge da visitare. Il NordWest
Studios è a gestione familiare, il vecchio appunto, il figlio che cerca di
parlare italiano e ci fa ridere e la moglie in cucina tuttofare. Partiamo con
la nostra macchinina verde che ieri sera aveva fatto i capricci, cambiata la
batteria Aris ce la riporta in albergo, è stato molto gentile e ci fa anche lo
sconto di 20 euri per il disturbo. Partiamo verso Antisamos con un po’ di
pensieri perché è la spiaggia con più vespe da quello che dicono su fb. La
strada è molto curvosa e vediamo le prime caprette a bordo strada. Facciamo
prima una sosta al Lago Melissani, bei colori all’interno della grotta ma
niente di speciale……
Già iniziamo a vedere qualche vespa, ma facciamo finta di
niente e andiamo avanti. Lungo la strada troviamo delle caprette al fresco
sotto gli alberi, vorrei scendere per fare una foto ma ho paura che ci vengano
incontro. Arriviamo ad Antisamos, facciamo un sospiro e scendiamo dal
parcheggio. Le vespe ci sono, a centinaia, ma sembrano non essere interessate a
noi. Ci sono due bar molto carini ma turistici. Hanno delle “trappole”
attaccate al soffitto dove all’interno ci saranno un migliaio di vespe, tengono
anche il caffè bruciato sopra i tavoli per cercare di infastidirle. Sulla
spiaggia ci sono diversi ombrelloni, gratis con la consumazione, ma sono già
tutti pieni. Andiamo più avanti nella parte libera, la spiaggia è fatta da
piccoli ciottoli bianchi che fanno riflettere il colore dell’acqua rendendola
di un celeste splendente. Entriamo in acqua, diventa subito profonda, ma non ci
sono molti pesci. L’effetto visivo da fuori è molto più bello. Proviamo ad
asciugarci al sole, intorno a noi girano diverse vespe ma non sono fastidiose,
accanto una bambina (inglese/russa) inizia a mangiare il cocomero
(pazza!!!!)senza curarsi del pericolo che stava correndo, ma alla fine hanno dato
poca noia anche a lei. Ripartiamo verso Agia Eufimia. Questo tratto di costa è
meraviglioso, è un susseguirsi di calette dai colori accesi blu e azzurro.
Decidiamo quindi di fermarci per fare un bagno, la nostra scelta cade su Agia
Paraskevi. A prima vista bellissima, ma non appena entrati in spiaggia veniamo
assaliti dalle vespe, qui sono fastidiose, ci attaccavano e dobbiamo scappare
in acqua. Un’acqua incredibile, un vero e proprio acquario che riusciamo anche
senza mettere giù la testa. Scappiamo via dopo poco perché ci sono venute a
cercare pure in acqua….peccato. Lungo la strada vediamo persone che nuotano
tranquille in mezzo al mare con cappello e occhiali da sole, il mare è davvero
una tavola e si riescono a percorrere grandi distanze senza il minimo sforzo.
Arriviamo fino ad Agia e qui le nostre paure vengono confermate: dalla macchina
vediamo le vespe che schizzano in ogni direzione, dobbiamo cambiare il secondo
albergo. Vediamo dei posti davvero bellissimi però, in cui decidiamo di andare
il giorno successivo. Andiamo a dare un’occhiata verso sud dove la situazione
dovrebbe essere più tranquilla. Ci fermiamo a Trapezaki beach, qui c’è un
ristorante sul mare molto chic dove ci fermiamo per bere una coca e rilassarci
un po’. La spiaggia non è male, c’è la sabbia ma niente di speciale. Torniamo
allo studios dove facciamo un bel bagno in piscina al tramonto molto romantico.
Come ci suggerisce fb andiamo a cena ad Argostoli da Ampelaki: locale carino
anche se non proprio caratteristico. Mangiamo bene moussaka per me e meat cake
per Iuri, spesa bassa. Argostoli di sera è carina, piena di locali e bar sul
lungomare con barche e yacht di tutte le dimensioni. Buonanotte domani ci
aspetta una lunga giornata……
Day 3-La prima
sfacchinata
Impauriti, ma cocciuti, vogliamo tornare a nord. Nello zaino
c’è tutto oggi: maschere, scarpe da scoglio, gopro, caffè (quelli che sanno
dicono che a bruciarlo le vespe si allontanano), ma prima di prendere la
scatoletta di tonno facciamo “strong breakfast” come dice il proprietario del
northwest, almeno tiriamo diritto fino a cena e non abbiamo il problema del
pranzo tra le vespe. 45 minuti di curve e risiamo ad Agia Eufimia, scegliamo la
caletta sotto il Paradise e via in acqua. E’ stato un altro bagno favoloso,
l’acqua è ferma, immobile, trasparente, facciamo credo 100 foto e video con la
gopro, inoltre nuotando troviamo anfratti splendidi: minicalette, minigrotte,
una favola. Siamo così presi bene che ci affidiamo al self control e restiamo
in spiaggia a prendere il sole un’oretta, tra le vespe of course.
Ripartiamo belli
carichi, una breve occhiata alla cartina con le spiagge sottolineate e
decidiamo: si va a Horgota, oggi ci si sdà. La strada per Horgota è molto fine,
oltre che molto a norma per la sicurezza, se uno dei due fosse stato
vertiginoso avremmo dovuto dargli un colpo in testa e risvegliarlo a valle.
Arriva Horgota e non tradisce le aspettative. Una cala avvolta nel silenzio, in
mezzo alla vegetazione, con gli inconfondibili ciottoli bianchi e un mare che
dà almeno quattro tonalità di verde. Siamo gasatissimi, mai visti posti così.
Il bagno manco a dirlo è stupendo, anche qua foto e video si sprecano e nuotare
è simile a farlo in piscina. Le vespe? Ci sono, ma forse meno, o forse meno invadenti,
e ce la facciamo a starcene due ore rilassati all’ombra degli alberi, con il
caffè a bruciare (ho voluto provare) ma onestamente mi sembra che questa sia
più una credenza popolare che altro perché ci ronzavano sempre attorno, ma
siamo stati stoici.
Ripartiamo, il tour de force non può fermarsi, facciamo uno
spuntino con gli ottimi crostini di pane del lidl al prosciutto e via verso
Assos. La strada per Assos ha livello di tortuosità 10 ed è piena di capre
stupide che aspettano ad attraversare quando ti avvicini o che sostano in mezzo
alla strada. Per questo l’istinto di navigatore paranoico che è in Viola esce
all’ennesima potenza e mi infiammo bene bene, così che ci sono i primi attimi
di tensione a Cefalonia. Assos dicevamo dall’alto è una chicca, una lingua di
terra con paesino bellissimo. Una volta scesi però non mi entusiasma, la
caletta è colma di barche, il mare a confronto dei posti visti prima perde 6-0
6-0, niente bagno, si riparte. Saliamo da Assos tramite una strada in mezzo
alla montagna che da ora sarà la strada delle capre, dopo venti di minuti di
tornanti e curve a strapiombo arriviamo al paese sopra Myrtos. Il vento non
c’è, siamo quasi al tramonto…..si va. Myrtos è la spiaggia da copertina di
Cefalonia, dall’alto è uno spettacolo, con il solito contrasto bianco dei
ciottoli e blu del mare che toglie il fiato, ma da sotto secondo me tradisce le
troppe aspettative. Certo, stiamo andando a cercare l’ago nel pagliaio, ma per
quello che abbiamo visto Myrtos è un gradino sotto. L’acqua è meno limpida
complice il super traffico di barche e il vento da NW che ci picchia sempre e
l’afflusso di persone è spropositato, rendendola probabilmente una enclave
atipica di Cefalonia. Si fa il bagno, si va nella grotta (bella), si combatte
con le vespe e si riparte
La cena, che di solito è tema di Viola, la tratto anche io.
Avevo chiesto sul gruppo un locale tipico ad Argostoli ed era arrivato un
consiglio: taverna Patsouras. Andiamo, location fuori dal giro giusto, poca
gente ai tavoli, tutti del posto. Ci sediamo, la cameriera, simpatica, ci
chiede da bere, poi, senza menù, ci invita dentro il locale a vedere i piatti.
LOL, siamo in rosticceria. Viola diventa un po’ lezza, io la prendo con
filosofia e penso che più tipico di così onestamente non si poteva, ma le
portate alla vista sono poco incoraggianti. Prendiamo un piatto veloce, poi
andiamo a prenderci una pita e a letto, oggi è stata una giornata pesantuccia.
Day 4 – Il trasloco
Premessa
Non lo avevo accennato, ma nei giorni scorsi, oltre a
girovagare abbiamo trovato una sistemazione ad Agia, zona Lourdas.
Oggi è giorno di trasloco, ce la prendiamo con molta calma e
decidiamo di fare un giorno di scarico. Sveglia tardi, colazione a super tempi
greci, qualche madonna di routine per trovare i nuovi appartamenti nel
labirinto del sud e ci siamo. La nuova sistemazione è migliore, anche se il
proprietario non è accogliente e tipico come l’altro, ma si fa i cazzi suoi.
Siamo a Lourdas, una zona di ristoranti, locali e quant’altro, la più turistica
di Kef, infatti l’avrei evitata come la peste, ma visto che abbiamo cambiato in
super last minute, va più che bene. Andiamo subito a sondare la spiaggia, che
appunto è turistica: ombrelloni, taverna e…poche vespe. Oggi come oggi ci sta e
decidiamo per la giornata di mare da borghesi con set affittato e pranzo in
taverna riva mare per la prima volta, qua si può fare. Verso la 4, quando le
palle iniziano a cadere, ci rimettiamo sulla scatoletta di tonno direzione
Skala che è un po’ la Viareggio di Cefalonia: stabilimenti fighi, spiaggione e
gente col soldo. Non ci aggrada, facciamo il bagno in una caletta più decente
sull’estrema sinistra e poi facciamo l’unica cosa che si può fare qua:
aperitivo chic.
Day 5 – Itaca
Un giorno di ripresa è sufficiente e decidiamo di svegliarci
all’alba per andare ad Itaca. Partiamo un po’ precisini e per le autostrade di
Cefalonia spingo la scatoletta di tonno a palla, il traghetto parte alle 8.15
da Sami, noi arriviamo alle 8.12 senza biglietti e con le macchine già tutte
imbarcate. Viola fa una volata in biglietteria mentre io prego il tizio della
compagnia di aspettarci e siamo dentro per un pelo. Nella concitazione Viola fa
il biglietto di ritorno per le 15.30 così che dobbiamo convertirlo per le 22.00
ad Itaca, fortunatamente senza costi aggiuntivi. Itaca alle 9.00 di mattina è
un’isola deserta, non c’è nessuno e non vola una mosca, non si sente nemmeno il
rumore del mare tanto è piatto: a culo abbiamo trovato una giornata stupenda.
Sempre a culo troviamo il sentiero per Gidiaki, la spiaggia regina di Itaca. Si
passa lungo un’area privata con un’immensa pineta dirimpetto ad un’insenatura
che sembra un lago, un lago verde dal colore dell’acqua dove si specchia la
vegetazione. Viola, che finora si era lamentata di non aver mai fatto una
scarpinata per andare al mare, viene accontentata. Il sentiero non è ripido
come quelli dell’Argentario, ma bello lungo; si gira un promontorio vedendo
insenature e scorci da capogiro.
Dopo mezzora di cammino arriva Gidiaki, saranno le 9.30 e
l’enorme spiaggia è deserta, giusto un vecchio a suonare il mandolino sotto una
tenda Decathlon e due tizi in canoa. Ghiaia bianca, mare che sembra vetro,
l’impatto toglie il fiato, forse la spiaggia più bella in cui sia stato.
Entriamo in acqua, la gopro sfiammella foto e video, dieci minuti di idillio
poi aimè arrivano le barchette ammassate di turisti a fare la sosta per il giro
dell’isola. Ci allontaniamo, aspettiamo che si levino e Gidiaki e nuovamente
nostra. Le vespe sono poche, molte meno rispetto al nord di Kef, ma mai
abbassare la guardia: non so per quale motivo, una vespa cade dall’alto, Viola
per sbaglio si piega e tac, primo timbro per lei. Timbro che fa male lì per lì,
ma che viene gestito bene, poi la bellezza del posto fa passare tutto.
Chiediamo se possibile avere un taxi boat fino a Skinos, ma i prezzi sono alti
quindi bottiglia d’acqua e rivia di sentiero. Al termine per rinfrescarsi dal
cammino all’ora consigliata dal dottore, facciamo un bel bagno nel lago verde,
davanti ad un bel ciuchino nel recinto del villone.
Sporchi e con le scarpe mezze (prima del sentiero c’era un
tragitto sugli scogli dove siamo infilati con le scarpe in mare) decidiamo di
pranzare a Vathi, le vespe pare lascino mangiare in pace qua. Dopo aver
steccato mezza birra grande, l’unica vespa della zona decide di suicidarsi
dentro il mio boccale e me ne riportano una intera: per oggi a birra ci siamo.
P.S. anche il pranzo di pesce ha gasato.
Satolli e belli arzilli
facciamo un giro a nord di Itaca poi decidiamo di andare a Filiatro,
l’altra spiaggia top dell’isola. Filiatro è diversa da Gidiaki, più piccola e
con molta vegetazione, assomiglia ad Horgota, ma è attrezzata. Qua le vespe
sono un po’ rompicazzo e depo un bel bagno torniamo a Vathi in un bar ad
aspettare l’ora del traghetto. Tragetto che arriverà con molto ritardo cosi che
torniamo a Kef stravolti e facciamo la fossa nel letto.
Day 6 – A sud
Dopo una ghirata degna di nota, anche oggi siamo pronti per
timbrare il cartellino al mare. Il piano è rimanere a sud, facendo un po’ di
comodismo, viste le giornate passate belle piene. Decidiamo di andare a
Pessada, spiaggia recensita sempre divinamente nel gruppo. Non è lontana, l’ora
è decente e partiamo con la nostra scatoletta. Il problema è che il sud è un
labirinto e noi siamo rimasti con la prima cartina dataci da Aris con una
strada si e tre no e i nomi storpiati delle località. Anche oggi quindi ci
spariamo 45 minuti buoni di macchina per trovare la spiaggia è arriviamo in
gran classico all’ora consigliata dal dottore. Una irta scalinata e siamo a
Pessada, incantevole baia con la solita acqua limpida con sabbia e con tre mini
calette paradisiache raggiungibili a nuoto. Il bagno anche qua gasa a bestia e
restiamo in acqua oltre mezzora. Le vespe ci sono anche se non molte, tuttavia
con il passare del tempo la piccola spiaggia si è riempita, inoltre fa un caldo
boia, quindi ritorniamo su.
Breve conciliabolo e decidiamo di andare in una spiaggia attrezzata
comodista e senza vespe. Agios Elios
ricalca benissimo la descrizione e ci piazziamo in stabilimento sotto
l’ombrellone. La location verrà ribattezzata “Bagni Golfo”, in quanto le 4/5
file di ombrelli bianchi di tendenza mi ricordano lo stabilimento follonichese,
la differenza è che probabilmente costa un quarto meno. Il mare rispetto allo
standard isolano è deludente, ma stica, riusciamo pure a mangiare e dormire
sotto l’ombrellone senza vespe: mai successo. A una certa, più o meno al
tramonto andiamo ad Agios Thomas, nella spiaggi a sinistra del muretto. Il
posto è veramente bello, l’acqua è limpida come a Pessada, la gente è poca e il
livello di “wild” è molto alto grazie a delle specie di capanne in alto sugli
scogli. Tuttavia, nonostante siamo a sud, le vespe qua sono diverse, quindi
stecchiamo la coca cola che avevamo azzardato in 30 secondi e ci buttiamo in
acqua. Altro bagno da dieci, poi relax nella capanna con set fotografico
d’ordinanza.
A cena prenotiamo all’Olive, locale molto fine e moderno,
poco cefalesco, ma dove mangiamo il miglior suvlaki di pollo della vacanza.
Day 7 – Back to the
North
Bellini i posti a sud eh, ma io avevo progettato lunghe
giornate di mare al nord e non mi fo abbattere. Oggi si va all’estremo nord,
zona Fiscardo. Sveglia presto, si carica lo zaino con l’equipaggiatura (tra cui
portacenere e caffe) e si va. Il viaggio è lungo, un’ora e mezza abbondante in
mezzo a strade da vertigini, capre e vecchi alla guida che fanno le file.
Arriviamo a Dafnoudi verso le 10.30. Percorriamo un sentiero che ormai facciamo
su una ruota , poi arriva la cala. Anche questa bellissima, molto raccolta, con
paca gente e silenziosa, sorprendentemente pure le vespe non sono invadenti, quindi
stiamo da dieci. Il bagno, come a non
dirlo, è stupendo è c’è pure una grotta molto suggestiva.
Quando il sole diventa infiammato leviamo le tende e ci
dirigiamo verso Emblisi, dove però arriviamo in macchina senza scendere visto
che la baia è praticamente uguale a Dafnoudi, solo molto più trafficata.
Facciamo dunque passo e ci dirigiamo verso Foki, una delle calette che ci aveva
sempre intrigato a bestia nelle foto pre partenza. Saranno le troppe
aspettative, saranno le troppe barche ormeggiate davanti, sarà che siamo al
settimo giorno che vediamo posti da favola e Foki è un po’ deludente. Nel
senso, il posto è bello, il mare è quello limpido di Cefalonia, ma come
tipologia di cala immersa nel verde molto meglio Horgota o Filiatro.
Facciamo comunque un bagno, ci asciughiamo e torniamo in
macchina. C’è da pranzare con i crostini, fermarsi in taverna qua a nord
sarebbe troppo da “brave hard”. Non è tardi e sulla via del ritorno ci fermiamo
a Vouti, invogliati da una foto “caraibica” pubblicata sul gruppo il giorno
prima. Vouti è bella, c’è la sabbia, e ci rilassiamo un po’. Il mare oggi non è
un granché, ma essendo nella costa ovest è più difficile avere mare calmo e
pulito visto che quasi ogni giorno soffia maestrale e ponente.
La cena si fa alla House of Souvlaki, locale a Lourdas dove
c’è buon cibo a prezzi onesti.
Day 8 – La lingua
Si inizia ad essere stanchini ed avere un po’ di overdose di
mare. Da programma c’era la visita alla lingua, ma non abbiamo molta voglia,
inoltre il meteo non è incoraggiante con nubi nere all’orizzonte, quindi
temporeggiamo fino a pranzo a Lourdas, poi vedremo. A Lourdas mentre fo il
bagno inizia a piovere e fuggiamo dalla spiaggia, per la prima volta non per
colpa delle vespe. Pranziamo in appartamento con qualche rimasuglio, ci
brasiamo un po’ e poi decidiamo comunque di andare il zona Lixouri, anche
perché i giorni cominciano a stringere e vogliamo continuare a battere l’isola.
Prendiamo dunque il traghetto ad Argostoli e andiamo di là, salvandoci da una
bella risciacquata d’acqua ci racconterà la sera a cena la cameriera. Usciti da
Lixouri andiamo verso la spiaggia rossa di Mega Lakkos, che, complice anche la
giornata guasta non è entusiasmante,
dunque restiamo al bar a farci un drink. Xi come sopra, la zona è onestamente
deludente.. A una certa, come sempre, ci dirigiamo verso l’ultima spiaggia
della giornata, che oggi è Petani.
Petani dall’alto spacca, è un’altra spiaggia da copertina,
ma da sotto complice anche la brutta giornata, è stato il nostro peggior bagno:
acqua sporca, mossa, molte alghe e un’inquietante schiumina.. No good.
Non becchiamo nemmeno il tramonto che il cielo è coperto,
vabbè oggi è andata così, andiamo a riposare un po’, ci risolleveremo con
un’ottima pita alla Souvlaki House.
Il diario è
incompiuto, come il castello di Kafka, finisce qua.
Mancano un paio di
giorni a dir la verità poco degni di nota, se non per una delle foto che ci
piace di più e con cui vi salutiamo…
Ecco i nostri Viaggiatori.....Viola e Iuri |
Iuri e Viola
mi sembra il viaggio sulle orme delle vespe, sarete mica un po' fissati?
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