di Federica di Mascio
Una vacanza rilassante in una delle isole più belle del mondo, dove anche il
mare e le sue spiagge non hanno nulla da invidiare a quelle ben più famose
delle isole vicine.
Il mio primo impatto con la terra ellenica è stato dall’alto: una piccola
isola risaltava dal profondo del mare grazie alle tante piccole luci delle
sue città, che risplendevano nel buio della notte. Santorini ci dà il
benvenuto così, in una tarda serata di fine luglio.
Questo viaggio mi ha permesso di mettere nel cassetto alcuni tra i ricordi
più belli che possiedo, non deludendo affatto le mie (alte!) aspettative.
Dunque, mi piacerebbe condividere con voi le mie impressioni e alcuni
consigli!
23 Luglio – L’arrivo
Abbiamo raggiunto Santorini con un volo diretto dall’Italia, prenotato con
largo anticipo direttamente dal sito della compagnia, mentre per l’alloggio
abbiamo scelto Karteradhòs. Come posso confermare da quanto suggeritomi
delle abilissime guide per caso del forum “Grecia e isole della Grecia” (che
ringrazio per le mille dritte utili, che non ho esitato a mettere in
pratica!), l’isola è piccola e si può facilmente andare da un punto
all’altro in poco tempo (circa 20 minuti), se muniti di mezzo proprio.
Quindi la scelta della città in cui pernottare dipende tutta da cosa si
cerca: chi sogna sistemazioni di lusso con vista caldera e tramonto si
orienterà per Oia, Imerovigli, Firostefani o Thira/Firà (che però hanno
anche sistemazioni a prezzi più accessibili, se si opta per camere senza
vista); chi cerca tranquillità e prezzi più bassi, senza rinunciare
all’affacio sulla caldera potrebbe optare per
Megalochori o Akrotiri, anche se leggermente più decentrate; chi cerca un
buon compresso tra qualità e prezzo troverà la propria soluzione a Perissa,
Perivolos e Kamari che sono invece più turistiche ed economiche e si trovano
lungo la costa sud orientale. Quest'ultime poi
hanno anche un animato lungomare, piacevole sia di giorno che di
sera, pieno di locali, ristoranti e
negozi, davvero molto carino!
Noi arriviamo in hotel che è già mezzanotte. L’Anna pension di Karteradhòs è
una piccola pensione con piscina, ottimamente gestita da Anna e suo figlio
Andreas, che gentilmente ci è venuto a prendere all’aeroporto. La camera è
pulita e spaziosa, dotata di un piccolo frigo e di un delizioso balconcino
dove poter fare colazione. Ci piace molto ed è adatta alle nostre esigenze.
La zona è molto silenziosa, ma io faccio fatica a prendere sonno: la
curiosità per l’indomani è troppa!
24 Luglio – Primo giorno
Durante il tragitto che ci avrebbe condotto alla pensione, Andreas ci aveva
indicato un noleggio moto posto proprio all’angolo della strada. È Moto
Koletsis, presso cui noleggiamo un 150cc un po’ sgangherato, ma che farà il
suo dovere per i prossimi 7 giorni. Come già suggerito da molti forum,
sconsiglio vivamente cilindrate minori di questa. Allo scadere dei 7 giorni
concordati, dopo aver riportato il mezzo al moto noleggio, il proprietario
ci ha gentilmente prestato un cinquantino a titolo gratuito, per poter
comunque girare l’isola nell’ultimo giorno di vacanza, visto che l’aereo era
in tarda serata. Alla luce di questa esperienza non mi sento di consigliare
un 50cc per girare l’isola. Le
strade, anche se in buone condizioni, possono essere molto in salita
e il motorino arrancava parecchio in due. Il noleggio auto è inoltre una
buona soluzione. La scelta tra moto e auto è dettata da gusti ed esigenze,
ma è inutile sottolineare come il primo dia più libertà di movimento, specie
negli orari in cui il traffico aumenta (vedi Oia all’ora del tramonto!).
Posso poi dire che si può tranquillamente scegliere di non affittare nulla
ed utilizzare l’efficiente rete di autobus. L’isola è ben collegata in tutti
i suoi punti principali dai bus della Ktel, la cui stazione principale è a
Thira all’ingresso del paese, vicino al museo preistorico.
Noi preferiamo la libertà delle due ruote e così, finalmente “moto-muniti”,
partiamo alla scoperta dell’isola e la prima tappa è
Thira, il
capoluogo. Essa si trova nella parte centro occidentale dell'isola, sulla
cima di una scogliera che scende a picco sul mare e da cui si gode di una
bellissima vista che dà sulla caldera e sugli isolotti vulcanici che da essa
emergono: Therasia, Palea Kameni, Nea Kameni e il grosso scoglio di
Aspronisi.
Ci ritroviamo in corrispondenza del Franco’s bar, luogo di ritrovo
famosissimo nonché terrazza per eccellenza da cui godere dell'ormai mitico
tramonto, gustando un cocktail o una bevanda sulle note di Maria Callas in
sottofondo.
I nostri occhi si riempiono immediatamente di mille sfumature di blu e il
panorama spazia davvero da un punto all’altro della costa occidentale. Lo
spettacolo è fantastico e decidiamo di percorrere un tratto dell’itinerario
pedonale che collega Thira a Oia, passando per Firostefani, Imerovigli e
Finikia, con il nostro primo Nescafè-frappè alla mano. Durante il percorso
scorgiamo dall’alto anche il vecchio porto della città (Skala Thira)
da cui partono le escursioni giornaliere per i vulcani. Dalla sommità della
scogliera 587 scalini scendono verso di essa, formando una strada tutta
tornanti, piena
di asinelli che fanno la spola per la gioia esclusiva dei turisti. Per
fortuna esiste anche una funicolare che collega il porto alla città e sarà
questa che useremo nei giorni a venire. Il caldo comincia a farsi sentire,
quindi torniamo indietro per riprendere lo scooter e continuare il nostro
giro, non prima però di esserci orientati un po’ per la città, che essendo
il capoluogo è ovviamente fornita di tutto ciò che può servire: market,
banche, poste, edicole, farmacie e così via. (la vita a Thira, durante il
giorno, non è dissimile da quella di una qualunque altra cittadina!). Prima
di ripartire
alla volta di Imerovigli, ci fermiamo in un’agenzia turistica (la Santo Star
Travel, vicino alla cosiddetta
“Main Square”)
e acquistiamo i biglietti per l’escursione in barca della caldera, che
faremo qualche giorno dopo e si rivelerà più che azzeccata.
Thira |
A questo punto ci dirigiamo verso la seconda tappa di questo nostro primo
giro di esplorazione:
Imerovigli.
Parcheggiamo sotto l’ombra di un grande albero e arriviamo sulla scogliera.
Il fascino di Imerovigli però, almeno a quest’ora di tarda mattinata, ci
rimarrà nascosto. Essa darà invece il meglio di sé quando torneremo, giorni
dopo, per ammirare il tramonto. Imerovigli è una cittadina abbarbicata sulla
roccia: potrei dire completamente aggrappata ad essa. Non c’è la stessa vita
che troverete a Thira. Troviamo quasi solo hotel e locali e a quest’ora è
sonnolenta, nonché praticamente deserta. Unico punto d’interesse è la rocca
di Skaros, fortezza costruita su un enorme roccia e distrutta da numerosi
terremoti, che si staglia contro l’azzurro del mare. Ha un sentiero
percorribile che porta sulla cima, ed è un punto eccezionale per ammirare il
tramonto. Decidiamo di ritornarci di sera e così ci mettiamo di nuovo in
sella, continuiamo il nostro percorso e arriviamo a Oia, passando ai margini
di Finikia, villaggio molto grazioso alle porte di Oia stessa.
Oia sullo sfondo e la sonnecchiosa Imerovigli |
Ammoudi |
Tuttavia è intasata di taverne che promettono pasti a filo d’acqua e ne
compromettono un po’ la bellezza: enormi acquari pieni di pesci sono
piazzati in bella vista sulla banchina, file infinite di polipi sono messi
ad asciugare al sole per la gioia dei fotografi, qualche cameriere comincia
ad attirare i turisti di passaggio… Tuttavia Ammoudi è una tappa
irrinunciabile per il suo panorama e per il colore delle sue acque. Ha un
fascino che non so spiegare. Nonostante le file interminabili di sedie e
tavoli disposte una dopo l’altra, Ammoudi è una specie di gioiellino
incastonato nella roccia rossa che l’abbraccia quasi in maniera protettiva,
stridendo con la maestosità di Oia che di un bianco accecante
la domina
dall’alto. Ci affascina così tanto che ci torneremo. E darà il meglio di sé
una delle sere seguenti, all’ora del solito quanto irrinunciabile tramonto.
Polipi al sole |
A questo punto cominciamo a pensare che sia giunto il momento del nostro
primo bagno greco. Ad Ammoudi è quasi impossibile, perché non c’è una vera e
propria spiaggia (anche se al mio ritorno ho letto che oltrepassando i
ristoranti si può accedere al mare attraverso gli scogli) , e così ci
portiamo verso quella più vicina che è la
Katharos beach.
Ci si arriva dall’alto, scendendo un sentiero non impegnativo. Non è una
spiaggia attrezzata, è piuttosto selvaggia ed ha una battigia di sabbia
vulcanica color nero. Il suo mare è però limpido e decisamente rinfrescante
e noi ne approfittiamo senza dubbio per un bagno. Per chi fosse interessato,
al di sopra del sentiero che conduce alla spiaggia, c’è anche un bar molto
chic, il Katharos Lounge. A quanto pare, con i suoi cuscini di colore vivace
è molto di moda per i cocktail all’ora del tramonto e la musica dal vivo
alla sera.
Katharos beach |
Prima di partire nell’esplorazione della piccola cittadina, ci fermiamo per
un gelato da Lolita’s gelato, che si trova vicino al parcheggio pubblico e
alla fermata dell'autobus. Sarà uno dei migliori che assaggeremo durante il
nostro viaggio. È del tutto artigianale e buono quanto il nostro, anche se
non usano mettere la panna sul cono (a quanto pare questa è un’usanza tutta
nostra!).
Dopo questa piccola pausa ci mettiamo a vagare per il villaggio: a quest’ora
della giornata è deserta e ce la godiamo con calma passeggiando per le sue
stradine. Fantastiche viste a picco sul mare si aprono continuamente davanti
ai nostri occhi e mi renderò conto solo in seguito quanto non mi abituerò
mai abbastanza a questi suggestivi panorami. Ogni angolo di Oia è da
scoprire, ogni scorcio è una sorpresa: rimaniamo assolutamente affascinati
dalle case bianchissime e quasi accecanti, dalle cupole blu delle sue
chiese, dalle sgargianti bounganville viola a contrasto e tra una foto e
un’altra il pomeriggio vola via in un attimo.
Scorcio Blu |
Il Castello di Oia |
Il vero spettacolo però è oltre il castello stesso: il paesaggio e le acque
si tingono di rosso fuoco, poi tutto diventa dorato in una sequenza di
colori affascinante: i mulini sullo sfondo, la piccola baia in basso, le
isole in lontananza… per un secondo si ha la sensazione di essere finiti in
una cartolina, in un momento unico, sospeso nel tempo. È un attimo: gli
spintoni, le grida e la confusione ti riportano sulla terra e ti ricordi che
sei in compagnia di altre migliaia di persone, venute davvero da ogni angolo
del mondo.
Il tramonto più famoso al mondo |
L’applauso finale ci ricorda che lo spettacolo è finito, il sole è scomparso, le ombre incombono e ripercorriamo il percorso al contrario. La sera è magnifica e Oia si svuota. Noi scegliamo invece di rimanere e ci fermiamo in uno dei ristoranti del posto: Roka. Sarà una delle migliori cene che faremo sull’isola. Si trova in una delle strade più interne e non ha vista sulla caldera. Abbiamo però mangiato benissimo e trovato una bellissima atmosfera, gentile e cordiale come solo in Grecia sanno essere. Prendiamo posto all’interno e cominciamo a dare una scorsa al menù. A differenza di quanto si può pensare la cucina di Santorini non offre molto pesce, bensì tanta carne e soprattutto verdure. Direi che è tipica mediterranea, non troppo lontana dalla nostra, se non per l’uso delle spezie che è sicuramente più marcato e diverso da quello che ne facciamo noi. Nemmeno a dirlo, io ho adorato la cucina greca e Roka ci ha dato un ottimo benvenuto! Prendiamo delle squisite melanzane al forno con salsa di pomodoro fresco e formaggio feta, che rimarranno nella nostra memoria a lungo, l’immancabile insalata greca, e dell’agnello cotto meravigliosamente. Il conto è buono (anche se poco sopra la media di altre cene successive) e usciamo pienamente soddisfatti!! Dopo la cena, passeggiamo ancora per le stradine della città, ammiriamo le luci lontane aggrappate sulla scogliera, un leggero venticello soffia… sembra tutto perfetto! Come prima giornata in terra greca, direi che non ci possiamo proprio lamentare!!
25 Luglio – Secondo giorno
Ci svegliamo di buon ora, e dopo una colazione a base di yogurt e frutta che
ci eravamo procurati il giorno prima nel mini market all'angolo (di fianco a
Moto Koletsis), partiamo alla scoperta delle spiagge poste a sud est,
partendo da quella più vicina alla nostra pensione. La spiaggia di
Monolithos
al primo mattino è praticamente deserta. Il mare un po' mosso e la vicinanza
all'aeroporto non ci convincono a rimanere, così ripartiamo subito e questa
volta in direzione di Kamari. A
Kamari la
situazione è molto diversa: il lungomare è animato e la spiaggia, super
attrezzata, piena di lettini e ombrelloni. Abbiamo quasi l'imbarazzo della
scelta e scegliamo quasi a caso uno dei tanti beach bar (l’Enjoy beach bar)
che in cambio della consumazione, ti lasciano usare a titolo gratuito
ombrellone e lettini. Se si decide di non consumare, il lettino e
l’ombrellone costano 7 euro. E qui è doveroso aprire il capitolo “spiagge a
Santorini”. Molti ci avevano sconsigliato di passare un'intera settimana a
Santorini perché il mare non sarebbe stato all'altezza delle aspettative.
Niente di più sbagliato!! È vero che non troverete la classica spiaggia da
copertina patinata, ma questo solo perché l'isola è di origine vulcanica. La
sabbia è nera ed a una certa ora si fa davvero cocente, ma l'acqua è di una
limpidezza abbagliante ed è sicuramente pulitissima. D'altronde Santorini
non sarebbe Santorini se così non fosse. Nemmeno la White Beach, a dispetto
del suo nome, può vantare sabbia bianca e dorata: ha un fondale sabbioso ma
che rimane comunque nero (la sola scogliera alle sue spalle può veramente
giusticarne l’appellattivo, tanto pubblicizzato, di “bianca”). Se cercate
spiagge più classiche con sabbia dorata e acque cristalline forse è il caso
di puntare altrove (come per esempio a Ios o a Paros, tanto per rimanere
nelle vicinanze), ma non fatevi mancare un tuffo in queste acque
meravigliose! È senza dubbio una delle più belle esperienze che io abbia mai
fatto. È a Kamari che ho trovato la mia spiaggia preferita sull'isola:
abbiamo goduto di stupendi bagni in un acqua limpidissima e almeno noi ci
siamo trovati benissimo.
I comodissimi lettini imbottiti
del beach bar
ci attraggono immediatamente e dunque, ben decisi a dedicare l'intera
mattinata a bagni e relax, non ci facciamo scrupolo ad oziare per tutta la
mattina e anche nel dopo pranzo (dopo aver preso un’enorme coppa di yogurt
con frutta e miele!).
Relax a Kamari |
Verso le 16.30, prima di tornare in hotel, ci rimettiamo in sella e decidiamo di esplorare un po' l'interno dell'isola. Da Kamari saliamo verso Exo Gonia. Il villaggio è davvero piccolissimo e si trova in alto su una collina da dove si può ammirare una splendida vista su tutto il versante orientale dell'isola. Parcheggiamo di fronte alla chiesa di Agios Chalambros (intorno alla quale un monaco si occupava della chiusura della struttura) e facciamo due passi a piedi nel paesino. Tutto è molto tranquillo, quasi addormentato. Sembra incredibile che a poca distanza, sui lungomare e nelle città sulla caldera, migliaia di persone siano ammassate in pochi km quadri. Passeggiando passiamo anche di fronte ad un ristorante davvero carino (il Metaxy Mas), che possiede una terrazza con vista magnifica sulla costa sottostante. Chiediamo disponibilità per la cena: è tutto pieno, ma ci piace talmente tanto che non demordiamo e prenotiamo per qualche sera dopo. A questo punto continuiamo per la strada che si addentra nel cuore dell'isola e arriviamo a Pyrgos. Questo villaggio ci stupirà. Anch'esso fuori dai soliti circuiti turistici, giace placido e silenzioso, nascondendo al suo interno delle vere sorprese. Possiede un kastro veneziano che lo domina dall'alto e all'interno della sua chora stradine strettissime e piccoli scalini conducono verso la fortezza, celando angoli suggestivi estremamente fotogenici. Chiesette e case di un bianco accecante risplendono al sole e una volta guadagnata la sommità, una vista meravigliosa si apre su entrambi i versanti dell'isola. Tra l’altro siamo i soli a godere di questa meraviglia…
Pyrgos |
Il panorama dal kastro veneziano |
L'ora del tramonto intanto, che è intorno alle 20, si avvicina e quindi
torniamo in hotel, ci rinfreschiamo un po' e raggiungiamo
Santo Wines,
che si
trova sulla strada principale che da Megalohori va a Thira. È un posto
abbastanza conosciuto gestito dalla più grande organizzazione dell'isola,
l'Unione delle cooperative di Santorini, che rappresenta circa 1200 membri.
Di fatto in questo luogo troverete un bar degustazione e un piccolo market
in cui viene offerto tutto il meglio della produzione isolana. Il punto di
forza però sta nella magnifica terrazza vista caldera, in cui ci si può
accomodare per una degustazione di vini locali.
Troviamo un tavolino panoramicissimo e ordiamo la degustazione di
vini per due. Il tutto consiste in sei calici accompagnati da qualche
stuzzichino. I vini sono il prodotto di una terra vulcanica e ciò assicura
quello che gli esperti definirebbero “un forte accento minerale” ai suoi
prodotti. I rossi sono corposi e fruttati, i vini bianchi secchi come
l'Assyrtiko e il Nykteri davvero ottimi, ma eccezionali quelli da dessert
come il celeberrimo Vinsanto, tipico di quest'isola e ricavato da grappoli
messi ad appassire al sole sulle terrazze delle case. L'atmosfera poi è
assolutamente romantica e rilassata. All'ora del tramonto diventa magica.
tramonto dalla terrazza di Santo Wine |
le nuvole che iniziano a salire |
La serata finirà con una passeggiata nella zona pedonale di Thira, dove il mio ragazzo prenderà un enorme hamburger da Nick the grill in quella che viene indicata coma “piazza principale” (o Main Square per i turisti). Essa non è altro che uno slargo di una ben più lunga e importante arteria della città: di notte viene chiusa al traffico e si trasforma in una zona molta animata, mentre di giorno è zona di passaggio per chi usufruisce dei molti dei servizi della città. Non contenti, prendiamo anche un gelato niente male da Cremalatte subito a fianco di Nick the grill e continuiamo a passeggiare per le viuzze, almeno fino a quando non decidiamo di tornare finalmente agli studios.
26 Luglio – Terzo giorno
La mattina del nostro terzo giorno (pieno) di vacanza decidiamo di andare a
visitare il sito archeologico di
Akrotiri.
Questo sito in qualche modo ricorda la nostra Pompei, tant’è che viene da
molti definita la Pompei greca. Entrambe sono giunte fino a noi perché
sommerse in epoca passata dalle ceneri vulcaniche, durante un'eruzione di
4000 anni fa, che ne ha decretato la fine. Seppur di piccole dimensioni, in
questo posto si respira un'atmosfera speciale. Le stesse ceneri che l'hanno
distrutta ce l'hanno riconsegnata molti secoli dopo ancora intatta. Molto di
ciò che è stato trovato si trova nei musei di Firà e di Atene e l'intero
sito è interamente racchiuso all'interno di una struttura coperta, che ha la
doppia funzione di conservare le rovine, riparandole dalle intemperie, e di
dare ombra durante le ore calde. Case, affreschi e ceramiche si sono salvate
dall'incuria del tempo e sono in uno stato di conservazione che direi
ottimo. La cosa che ho trovato più affascinante è stata la possibilità di
poter camminare tra i resti archeologici grazie a una serie di passerelle
che si addentrano tra le mura delle rovine, assicurando una sorta di tuffo
letterale nel passato. Il biglietto costa 5 euro e sono aperti dal martedì
alla domenica (9.00-15.00).
Le rovine dell’antica Akrotiri |
il panorama dal faro |
Khambia Beach |
Bagno con vista – Caldera beach |
La spiaggia è semi attrezzata, c'è una taverna chiamata Remezzo proprio
affianco al punto di accesso e la vista è sempre mozzafiato. È molto piccola
e molto tranquilla, ciottolosa sul bagnasciuga e le acque sono sicuramente
pulite e limpide. Il bagno vista caldera e isole è senza pari e alcuni
alberi ci offrono anche la possibilità di avere un po' di ombra. Il
pomeriggio passa tranquillo tra tuffi e riposo, poi dopo il cambio in hotel,
decidiamo di raggiungere
Imerovigli e
la Skaros rock per il tramonto. Imerovigli al tramonto non è più quella
sonnolenta e deserta cittadina inondata dal sole che ci era apparsa il primo
giorno. Ora è diversa. La sua luce è cambiata. Ampi raggi luminosi la
invadono e l’atmosfera è decisamente rilassata: la gente passeggia lenta per
le sue stradine, qualcuno si lascia cullare pigro dalle numerose piscine a
sfioro e le barche lasciano dietro di sé scie infuocate nel mare profondo.
La vista è da cartolina e presto dal dorato si passa al rosso fuoco e infine
ad una luce più morbida, fatta di intense pennellate di violetto. Qualche
intrepido osa perfino scalare la fortezza di Skaros per avere una vista
migliore e io non ho dubbi nell'affermare che il più bel tramonto dell'isola
lo si ammira proprio da qui.
Il tramonto dorato di Imerovigli |
Risaliamo in moto che il tramonto è passato da un pezzo e programmiamo la serata. La cena la faremo a Thira e precisamente da Kapari. Sarà la cena migliore del viaggio. Ci fanno accomodare sotto una magnifica veranda fiorita piena di bouganville in fiore, e ordiniamo i famosissimi pomodori secchi fritti e la feta impanata al miele con semi di sesamo. Come piatto principale un calamaro ripieno gigantesco. Il prezzo è ottimo e alla fine ci offrono anche un bicchierino di Rakomelo, un digestivo (il raki, tipico cretese) al sapore di miele che viene servito tiepido. Con il conto inoltre ci omaggiano di un sacchetto di lavanda profumatissimo, che conservo ancora gelosamente nel mio cassetto.
27 Luglio – Quarto giorno
Oggi abbiamo in programma il
tour della
caldera in barca. L'abbiamo prenotata il primo giorno in un agenzia di
Thira (la Santo Star Travel) ed è stata molto interessante. Ci sono varie
opzioni:
-
la gita al vulcano che dura circa 2 ore e comprende la visita del vulcano
Nea kameni (18 Eur)
-
la gita al vulcano e alle hot springs di circa 3 ore (20 Eur)
-
il tour completo della caldera che dura quasi l'intera giornata (6 ore
circa) e tocca anche l'isola di Thirassia (26 Eur)
-
tour al tramonto di 5 ore che oltre ai vulcani consente di ammirare il
tramonto dal mare (35 Eur)
Noi per amor di completezza abbiamo scelto la crociera di 6 ore, attratti
dal fatto che la guida al vulcano effettuasse spiegazioni anche in italiano
(chiedete all'agenzia dove acquisterete il biglietto se sono previste guide
in lingua italiana e quando; la visita del vulcano non sarebbe assolutamente
stata la stessa senza le interessantissime spiegazioni della nostra brava
guida). Con il senno di poi però, mi sento di sconsigliare l’opzione più
lunga a favore di quella di 3 ore che porta al vulcano e alle hot springs o
di quella al tramonto (anche se costa un po' di più). Questo perché
l’escursione giornaliera ha in più solo la sosta a Thirassia di due ore per
il pranzo, in un orario assolutamente inadatto per l'esplorazione dell'isola
stessa (ovvero le ore 13). La gita parte dal porto vecchio di Firà, che
raggiungiamo con la comoda ma costosa funivia che parte dal capoluogo (6 Eur
circa a tratta). La barca è molto carina, tutta in legno e affascinante, se
non fosse per l'inverosimile numero di persone a bordo. Troviamo il nostro
angolino sul ponte della nave e iniziamo la nostra “avventura”. Prima tappa:
il vulcano Nea
Kameni.
L'approdo al vulcano |
La guida ci illustra la storia di Santorini e del processo di formazione
delle varie isole dell’arcipelago, mentre ci accompagna nella salita fino in
cima. Questa non dura molto, circa una ventina di minuti, ed è intervallata
da alcune soste, ma il sole cocente può rendere l’impresa più impegnativa
del previsto. Portatevi con voi dell’acqua, un cappello e abbigliamento
comodo. Inoltre vi consiglio assolutamente scarpe robuste e (se possibile)
non troppo nuove. La calura del suolo ha scollato la suola delle mie, mentre
la terra e la polvere hanno terminato l’opera. Anche se può sembrare arduo,
vi consiglio lo stesso di arrivare fino in cima, da cui si gode una vista
impagabile sulla caldera e sull’isola maggiore in lontananza.
La vista dalla cima del vulcano |
Non troppo convinti da questa esperienza, riprendiamo il mare e questa volta
facciamo vela verso l’isola di
Thirassia.
Qui si danno a disposizione circa 2 ore per esplorare l’isola e vista l’ora,
per pranzare in una delle tante taverne allineate lungo il porticciolo. Chi
vuole può anche salire a piedi o a dorso di mulo verso il soprastante
villaggio di Manolas. Tuttavia l’orario e le altissime temperature ci hanno
fatto desistere. Abbiamo preferito consumare il pranzo al sacco che avevamo
con noi in un punto ombreggiato a fianco della nave. In molti ci avevano
sconsigliato di mangiare presso le taverne del porto, troppo turistiche e
non a buon mercato, ma con il senno di poi probabilmente non avrei dato
ascolto a quelle voci: i piatti sembravano effettivamente abbastanza
invitanti e d’altronde l’attesa prima di ripartire è davvero elevata.
Attendendo il ritorno ci siamo comunque consolati alternando un po’ di
riposo a qualche bagno nelle acque, comunque limpide, del porticciolo di
Korfos.
Il porticciolo di Korfos
|
Il rientro al vecchio porto di Thira si rivelerà il vero plus di questa esperienza. Chi non arriva in traghetto deve approfittarne, perché la vista verso l’alto dalla caldera è magnifica. Possenti (e allo stesso tempo protettive) le alte falesie rossastre si innalzano e sembrano abbracciarvi, mentre il sole comincia appena a calare e le luci si fanno più soffuse e accoglienti. Vi assicuro che il solo rientro vale l’escursione: immagino quanto sia ancora più suggestivo con il sole al tramonto!
Il bilancio finale è dunque fatto di alti e bassi: avrei evitato la fermata
di due ore a Thirassia (ma solo per il fatto che avviene in un orario molto
caldo; il panorama da Manolas deve essere da cartolina), mentre sono
irrinunciabili secondo me la visita al vulcano, con la sua vista dalla cima
e il rientro verso il vecchio porto, davvero suggestivo.
Il ritorno a Thira |
28 Luglio – Quinto giorno
Questa mattina la nostra destinazione è la spiaggia di Perissa, ma prima di
dedicarci alla vita da spiaggia decidiamo di raggiungere il sito
archeologico di
Ancient Thira,
che si trova sul promontorio di Mésa Vounò e separa Kamari da Perissa.
L’antica Thira è un insediamento successivo all’eruzione che aveva distrutto
l’insediamento di Akrotiri e si raggiunge percorrendo una strada in salita e
piena di tornanti, che tra l’altro non è nemmeno esattamente asfaltata ma
costituita da un acciottolato che qualche ardimentoso percorre anche a
piedi. La strada sembra non finire mai, ma alla fine arriviamo in cima. Una
volta arrivati e aver parcheggiato, si paga un biglietto di ingresso di
circa 4 euro e…si continua a salire! Questa volta però a piedi. Il panorama
sul mar Egeo è ancora una volta stupefacente (Santorini ci ha ormai abituato
a questi scenari meravigliosi!) e Kamari e Perissa si stendono sotto di noi
da un lato e dall’altro del promontorio.
Perissa vista dall’antica Thera |
Siamo abbastanza in alto: sembra di poter toccare con un dito gli aerei che nel frattempo atterrano sull’isola! Il mio ragazzo che soffre di vertigini, avrà il suo bel daffare per abituarsi all’altitudine, ma alla fine riusciamo a visitare il sito che è davvero grande e in verità non tenuto molto bene. I pannelli esplicativi sono pochi e nessuna guida è nei paraggi: l’unica sorgente di informazioni disponibile è la brochure in greco e inglese presa all’ingresso e la Rough guide che abbiamo portato con noi. Tuttavia sono ben riconoscibili i resti di un anfiteatro, che come sfondo ha il magnifico mare, l’agorà e la via sacra, all’inizio della quale si trovano dei magnifici bassorilievi raffiguranti un delfino, un’aquila e un leone e rappresentanti rispettivamente Poseidone, Zeus e Apollo. Il sole può diventare cocente al mattino, e ovviamente non ci sono servizi di sorta, quindi munitevi di acqua oltre che di cappellino e crema solare. È utile anche ricordare che il sito è chiuso di lunedì e aperto fino alle 15.
Ancient Thera, l'anfiteatro con lo sfondo del mare |
Dopo la visita, decidiamo che è tempo di un bagnetto rinfrescante e quindi
ci portiamo a
Perissa. Il lungomare di questa cittadina non è molto dissimile da
quello di Kamari. Anche qui troviamo una distesa infinita di beach bar e
taverne che in cambio di una consumazione offrono la possibilità di stare in
spiaggia tutto il giorno. Seguendo i consigli di altri tpc ci fermiamo a
pranzo da Ntomatini, una taverna che offre comodi lettini e ombrellone in
cambio della consumazione presso il loro ristorante. È specializzato in
mezes, ovvero antipasti caldi che si portano a centro tavola da condividere
con tutti i commensali ed offre tra l’altro una location molto carina, con
le sue sedie verde acido che fanno da contrasto al bianco assoluto del
locale. Mangiamo molto bene e abbondantemente (prendiamo un insalata greca e
un calamaro grigliato davvero buono) e alla fine rotoliamo letteralmente
verso la spiaggia per il riposino pomeridiano. Anche a Perissa la sabbia è
scura e si fa rovente man mano che la giornata avanza, ma l’acqua è
sicuramente pulita e cristallina, dai riflessi cangianti al sole. I lettini
extra large della taverna, con tanto di imbottitura, sono comodissimi e così
ci facciamo vincere dall’ozio e ci rilassiamo fino a pomeriggio inoltrato.
Perissa e le sue acque limpide |
Di ritorno allo studio passiamo per il lungomare di
Perivolos e
Aghios Georghios, giusto per dare un’occhiata e notiamo che in realtà
non sono molto dissimili da Perissa. Dopo il solito pit stop alla pensione,
decidiamo cosa fare in serata e la scelta ricade ancora una volta su Thira.
Passeggiamo e ci godiamo il tramonto, dopodiché visitiamo la cattedrale
ortodossa della città. È la prima struttura ortodossa che visitiamo in
assoluto; ci appare maestosa (nonostante non sia una delle più grandi nel
suo genere) e finemente decorata con il suo grande lampadario che scende
dall’alto della cupola. È molto moderna perché recentemente ricostruita a
seguito di un terremoto, ma merita in ogni caso una sosta se si è di
passaggio (anche se breve!). Continuiamo la nostra passeggiata e alla fine
decidiamo di fermarci a cena da Noussa, che si trova proprio nei pressi
della cattedrale. È molto conosciuto e ha una bella terrazza panoramica
sulla sua sommità. Noi troviamo posto (purtroppo) solo all’interno, ma
mangiamo molto bene. Assaggiamo la nostra prima Moussaka greca e la troviamo
davvero ottima! La serata finirà con un'altra passeggiatina nel centro della
città che di notte si affaccia sulla buia caldera, grande buco nero su cui
sembra che Thira si mantenga letteralmente in bilico.
29 luglio – Sesto giorno
Oggi la giornata è dedicata alla scoperta delle spiagge della costa
meridionale dell’isola, nel tratto compreso tra Kambia Beach e Aghios
Georgios. La prima tappa di giornata sarà la
Red Beach.
Essa è raggiungibile dopo un breve tratto a piedi e la mattina la troviamo
in piena ombra. Deve il suo nome al colore rossastro dell’alta scogliera che
le dà le spalle e ha un mare pulito e decisamente cristallino. E’ molto
piccola e nel corso della mattinata si riempirà in fretta. Anche qui si
trovano lettini e ombrelloni per chi volesse noleggiarli. A mio parere vale
la pena visitarla in tarda mattinata anche quando la spiaggia diventerà
assolata e molto più popolata; questo perché l’ombra le toglie quel fascino
che invece avevamo colto ammirandola da Kambia Beach, con la scogliera
rossastra che brillava alla luce del sole e rivelava le sue mille sfumature
di rosso.
Red beach di primo mattino |
White beach – scorcio |
Tuttavia il bagno è impossibile, il vento soffia e fa quasi freddino, così
dopo un giro di perlustrazione nei dintorni, alla prima occasione prendiamo
di nuovo la barca per tornare alla Red beach. Prima di far ritorno essa si
fermerà alla
black beach, poco prima di Akrotiri, dove stranamente nessuno vorrà
scendere (e quasi ti implorano di farlo!). Noi non siamo scesi, forse perché
un po’ delusi dall’esperienza precedente; comunque per chi fosse interessato
la spiaggia è molto più ampia della white beach ed è attrezzata con piccolo
bar e ombrelloni.
Purtroppo noi siamo stati un po’ sfortunati ma non mi sento di
rinnegare totalmente l’esperienza o di non consigliarla. Suggerirei
piuttosto di non recarvisi così presto, o comunque solo in tarda mattinata
/primo pomeriggio, per apprezzarne la vera bellezza quando sono illuminate
dal sole. Ritorniamo dunque al punto di partenza e sostiamo un po’ sulla
spiaggia rossa, prima di cambiare meta e continuare l’esplorazione della
costa. La terza tappa sarà
Vlychada
con le sue alte scogliere di pietra pomice alle spalle. È una spiaggia molto
tranquilla, attrezzata e con qualche taverna sul suo lungomare. La sabbia
nera la fa apparire molto selvaggia, quasi lunare, ma la giornata continua a
non sorriderci: il mare è mosso e così ripartiamo quasi subito anche da qui.
Torniamo dunque piuttosto presto in hotel, da cui dopo una nuotata
consolatoria in piscina usciamo all’ora del solito tramonto. Decidiamo di
bissare l’esperienza da Santo Wines e quindi facciamo di nuovo l’assaggio
dei sei fantastici vini dell’isola e ci godiamo lo spettacolo dalla
balconata, stavolta nella sua versione più classica, senza le strane nuvole
che durante la prima visita erano salite dal mare. Ripartiremo solo all’ora
della cena che faremo a Thira con la nostra prima pyta gyros, che quasi non
riusciremo a finire per quanto è grande!!
30 Luglio – Settimo giorno
Sull’ultimo giorno pieno di vacanza c’è ben poco da dire, se non che lo
spenderemo tutto a Kamari, dove ci godremo il mare e la spiaggia per
l’intera giornata. L’ultima cena della vacanza la faremo invece nel
porticciolo di Ammoudi, dove ci eravamo ripromessi di tornare prima della
partenza. Ceneremo ammirando il tramonto all’Ammoudi fish tavern, la prima
taverna alla fine della strada, accompagnati dal sottofondo di un’allegra
festa di nozze che si svolgeva sul terrazzo sopra il nostro tavolo. I prezzi
sono stati un po’ più alti della media ma il polpo alla griglia che
prenderemo era così tenero e saporito, che ancora lo ricordiamo! Di notte il
piccolo porto diventa incredibilmente animato e le taverne (tutte!) sono in
pratica strapiene. Anche se un po’ caotico è piacevole cenarvi, specie prima
che il sole tramonti.
Ammoudi illuminata dalla calda luce del tramonto |
La sera finirà a Oia, dove faremo un ultimo giro alla luce di una “super
luna”, che sembra completare uno scenario praticamente perfetto.
31 Luglio – Ottavo giorno / Ripartenza
Oggi giorno di partenza e quindi lentamente facciamo i bagagli, lasciamo la
stanza e riportiamo il nostro “bolide” al moto noleggio. Per il resto della
giornata ci daranno un piccolo cinquantino, che faticherà nello scorrazzarci
in giro per l’isola. Prima tappa della giornata sarà
la Panagia Episkopi, la più antica chiesa dell’isola. L’avevamo
tralasciata giorni addietro e non volevamo mancarla. È la più importante
chiesa bizantina di Santorini ed è caratterizzata dalla presenza di un
iconostasi scolpita in marmo. La chiesa è magnifica, così come l’esterno,
davvero ben tenuto. Di mattina poi è tranquillo (ci siamo solo noi!) e la
giornata limpida ci permette di scattare magnifiche foto sul panorama
sottostante.
Esterno della Panagia Episkopi |
Dopo questa visita, ci dirigiamo al vicino
Wine museum,
consigliatoci da molti. È una cantina storica nel cui lungo tunnel
sotterraneo si trovano installazioni che espongono la storia della famiglia
Koutsoyannopoulos
e il processo della vinificazione tipico dell’isola. L’ottima audio guida in
italiano spiega ogni passaggio e la visita procede spedita e piacevole. Al
termine del percorso c’è l’assaggio di 4 vini che è compreso nel prezzo del
biglietto (di circa 9 euro) e la possibilità di acquistare il vino da
portare a casa. Noi compreremo del Vinsanto, che tra l’altro è davvero una
delle punte di diamante di questa azienda e va assolutamente assaggiato, nel
comodo formato da 100 ml adatto anche al bagaglio a mano. La partenza si
avvicina e non vogliamo andare via senza un ultimo saluto alla caldera. Ci
concederemo così un pranzo con vista dalla terrazza del ristorante Volcano
Blue, dove ci riempiamo gli occhi di blu un’ultima volta prima di tornare a
casa. Frittura e insalata greca chiudono dunque il nostro idillio, che
terminerà con un’interminabile attesa, a causa del ritardo di ben due ore
del nostro volo di ritorno.
Arrivederci Santorini |
Di Santorini non posso che avere un magnifico ricordo. La nostra è stata una vacanza lunga rispetto a quella di chi la visita solo per pochi giorni, pensando che ci sia poco da vedere, o che comunque sia solo un’isola di passaggio. Nonostante tutto quello che si legge, non è secondo me meta da turismo mordi e fuggi: va assaporata e scoperta piano piano. Merita tutto il tempo di una visita a passo lento. Nonostante 8 giorni circa di vacanza non l’abbiamo comunque girata tutta, mancano all’appello le spiagge del nord est e alcuni dei paesini dell’entroterra. Abbiamo anche mancato il piccolo museo archeologico che merita senz’altro una visita. Tuttavia non ci preoccupiamo troppo, perché so che ci torneremo. E lo faremo per la sua atmosfera, i suoi tramonti, la sua storia, le sue spiagge, la sua cucina ed il suo mare che ci è rimasto nel cuore… a Santorini di motivi per andare (e tornare!) ce n’è sicuramente ben più di uno…
Federica e Giuseppe-I nostri Autori Viaggiatori |
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