domenica 7 giugno 2020

NAXOS...SULLE ORME DI SARA E ARIANNA

di Daniela Ometti


Ogni vacanza in Grecia è sempre stata, per me, una vacanza speciale e quella di quest’anno, a Naxos per la prima volta, è stata resa ancora più speciale dalle amiche Puccy GR, Luisa Rosa e Zina Cristaldi che qui voglio subito ringraziare. Con i loro racconti e suggerimenti mi hanno aiutata a scoprire angoli affascinanti dell’isola e a conoscere persone meravigliose, quei Greci che hanno conservato la loro genuinità e ospitalità generosa, la filoxenia nel suo significato più ampio, quel lato umano custodito e protetto dall’assedio della “modernità”.

Sono queste le cose che io e mio marito cerchiamo durante ogni soggiorno in Grecia e che, per fortuna, troviamo ancora.
La nostra è stata una vacanza di 12 giorni verso fine agosto con auto a noleggio. Abbiamo scelto di alloggiare vicino alla Chora, presso uno studios in una via tranquilla. Ma, quando abbiamo prenotato, non sapevamo ancora dell’esistenza della Signora Kikì e del suo Farma Studios ad Aghia Anna che, tra l’altro, dista a soli 10 minuti d’auto dal capoluogo. Mi riferivo anche a Kikì quando parlavo dei Greci che hanno voluto tenacemente e coraggiosamente conservare la loro genuinità e, dopo averla conosciuta, ho compreso perché Luisa Rosa e Zina Cristaldi le vogliono così bene. L’averla incontrata è stata tra le esperienze più belle e significative della nostra permanenza sull’isola. La prossima volta che torneremo a Naxos alloggeremo da lei. Lo studios è in posizione defilata,
praticamente in campagna e di fronte alla piccola, spettacolare baia con chiesetta di Aghia Anna. Comunque vicino ad ogni comodità e a pochi minuti a piedi dalla bellissima e tranquilla spiaggia di Plaka.
Alla Taverna Faros, del fratello di Kikì, abbiamo gustato pesce freschissimo e una taramosalata bianca davvero unica.
Il Meltemi ci ha tenuto compagnia per tutta la vacanza e lo abbiamo accolto come parte integrante dell’isola perché l’isola è casa sua.
Il primo giorno, il bagno lo abbiamo fatto proprio a Mikrì Vigla, la spiaggia più ventosa. Ci è venuto spontaneo andare lì, ci siamo detti “che ce ne importa del vento, andiamo a vedere com’è”, ed è stato molto bello.
Nei giorni successivi però Meltemi si è calmato ed è diventato un leggero venticello mitigando il caldo che altrimenti sarebbe stato insopportabile.
Le spiagge, tutte incantevoli, acqua freddina ma che importa, è pulitissima è meravigliosamente trasparente e poi basta muoversi e nuotare e ... passa la paura.
La parte di Naxos che però ci è rimasta più viva nella memoria sono i villaggi dell’entroterra. Ci siamo tornati diverse volte, sia di giorno che di sera. Quello che ricordo con più affetto è Mili (Μύλοι) del quale mai avrei saputo l’esistenza se non avessi letto il romanzo giallo di Luisa Rosa “L’isola di Arianna” ripubblicato con il titolo “Sara è scomparsa”, che non è solamente un bel giallo ma anche una formidabile guida perché molto descrittivo dell’isola. È stato dopo averlo letto che ho deciso di trascorrere le vacanze a Naxos, quest’anno.
Sulle orme della protagonista Arianna Corsi, abbiamo cercato e trovato questo minuscolo villaggio. Mili sembra sbucato fuori da una fiaba. Poche case adagiate su tre livelli di terreno e seminascoste.
Lasciata l’auto sulla strada principale, siamo scesi a piedi per le belle scale in pietra decorate con vernice bianca. Ad un certo punto, abbiamo sbagliato sentiero e, con grande stupore, ci siamo trovati davanti lo spettacolo di cactus altissimi su entrambi i lati del sentiero.
Il mormorio del ruscello che scende a valle ci ha aiutati a riprendere la strada per Kato Mili e ci ha accompagnati per tutto il percorso, sotto una fitta vegetazione e la sua frescura invitante. Arrivati, ecco il platano, la casa di Sara (la sorella della protagonista), poche altre case, un piccolo caffè con tavolini all’aperto, immerso nel verde, i suoi gestori gentilissimi dallo sguardo dolce e ci siamo sentiti subito a nostro agio. Nessun altro avventore, solo il silenzio e il suono dolce del ruscello. Insomma, un piccolo mondo antico, un paradiso da preservare.
Le cave di marmo bianco sulla strada verso Kinìdaros ci sono apparse, dopo la curva, in tutto il loro austero splendore. Abbiamo cenato alla taverna tradizionale Stou Vasilarakiou e non solo quella sera. Non potevamo mancarla, Puccy, mio marito impazzisce per kokoretsi e kondosouvli, e io anche. Al ritorno, abbiamo accostato, spento i fari e, nel buio più completo, tra le montagne, abbiamo ammirato il cielo stellato più bello del mondo. Erano tantissime, uno spettacolo che non si riesce a vedere in città con le luci artificiali.
A Kòronos siamo scesi giù giù per il villaggio dalle cento scale.
Ci siamo fermati alle antiche cave di smeriglio in disarmo nascoste in mezzo ad uno splendido paesaggio. Si vedono ancora i tralicci, le carrucole, le rotaie per l’estrazione del minerale.

Siamo scesi a Liònas, villaggio piccolino sul mare, in un percorso di curve e tornanti molto suggestivo, solo noi, vento, pietre dai caldi colori e capre, nient’altro. Una meraviglia.
Alla taverna della piccola spiaggia di Liónas abbiamo gustato una spremuta di limoni favolosa e un dolce al cucchiaio di amarene fatto in casa (Vìssino tou koutalioù).
Ad Apòllonas abbiamo visto il suo Kouros adagiato sulla collina con vista sulla bella baia.
Nei tre incantevoli villaggi dell’entroterra di Halkì, Filòti e Apìranthos, ci siamo tornati più volte, innamorati di quelle montagne, di quei paesini, ognuno con le sue caratteristiche, ognuno diverso dagli altri. Abbiamo percorso il viottolo di campagna, ad Halkì, che porta alla chiesetta bizantina di Aghios Ghiorgos, nascosta tra gli ulivi e con i suoi affreschi ancora visibili. Siamo arrivati alle pendici del Monte Zas e anche qui tanta pace e meravigliosa natura.
La visita al Kastro e al Bourgo con le loro antiche dimore, i passaggi, le scale, gli archi e il labirinto, mi ha incantata e ho immaginato i pirati salire di corsa per quelle viuzze strette. Anche lì ci siamo andati sia di giorno che di sera e, sia di giorno che di sera, siamo passati dalla Torre Crispi, imponente e magnifica. Anche lì, sulle orme della protagonista del libro, abbiamo cercato (e trovato con l’aiuto di Luisa proprietaria del gruppo facebook La Grecia in Libreria) il portone di legno di cedro morbidissimo come velluto con lo stipite in marmo sul quale è ancora incisa l’unità di misura usata dai mercanti di stoffe. Nel negozio di libri usati “Papyrus”, tra il porto e il Bourgo, ho trovato con gioia una copia del libro “Νύφες” (Spose), di Ioanna Karistiani.
La visita alla Portara non poteva mancare, l’abbiamo fatta di mattina, salire su quella collina e vederla apparire a poco a poco, man mano che si saliva, è sembrata una specie di magia. Il mare aperto, alle sue spalle, di un colore blu intenso, le faceva da splendida cornice.
Naxos è tanto ancora, è tutto quello che non abbiamo fatto in tempo a vedere e ad assaporare ma ci torneremo, questo è sicuro, ci torneremo.

1 commento: