mercoledì 2 marzo 2022

CARTOLINE DALLE CICLADI SETTENTRIONALI (KEA,SYROS E KYTHNOS)

 di Giuseppe Brenna

Raggiungiamo in serata Lavrio, nel sud dell’Attica. Il porto è piuttosto vivace con i suoi

ristoranti e locali affollati nei pressi delle banchine. Il mattino seguente ci attende il

traghetto per Kéa ed in circa un’ora si arriva a destinazione al porto di Korissia.


Ioulida

Kéa (o Tzia, come talvolta la chiamano i locali) è la meta preferita dagli ateniesi,

soprattutto nei fine settimana, data la sua vicinanza alla capitale. Il turismo estero,

complice la pandemia, è poco numeroso anche se alcune famiglie, soprattutto francesi, vi hanno acquistato case facendovi ritorno ogni anno.

Angoli di Ioulida

Ioulida

Ioulida (o Ioulis) è il capoluogo dell’isola e senz’altro il centro più caratteristico. Gran parte

dei suoi bianchi edifici con tetti rossi di tegole sono disposti sul fianco roccioso della

collina, come un antico teatro. Più recentemente diverse case sono state dipinte con colori

pastello, come il vecchio municipio in stile neoclassico, dando al borgo un carattere

peculiare rispetto ad altri nelle Cicladi. 

Il centro è chiuso alle macchine e si attraversa a piedi su strade e pittoreschi vicoli in

salita. È stato piuttosto faticoso raggiungere il nostro appartamento nei pressi di una

piccola chiesa dipinta di blu, soprattutto per i nostri pensanti bagagli trascinati a fatica su

ripidi gradini. 

La vista dalle nostre stanze spazia fino al mare, regalando romantici tramonti.

L’appartamento è molto tradizionale, non solo per l’arredamento ma anche per lo stile

“semi-grotta”; la normativa a tutela dell'architettura dei centri di interesse storico vieta

l’installazione di aria condizionata, tuttavia certe amenità risultano superflue grazie alla

naturale ventilazione degli ambienti. I muli al mattino salgono carichi di materiali da

costruzione per ristrutturazioni in edifici vicini, forse destinati in futuro ad ospitare altri

viaggiatori alla ricerca di alloggi genuini o senza esigenze sofisticate. 

Il nucleo più antico di Ioulida è il Kastro, così chiamato per il castello che i veneziani

costruirono sull’antica acropoli di epoca classica riutilizzando i materiali dei templi pagani;

oggi restano visibili solo pochi muri, in gran parte incorporati negli edifici realizzati in

epoche successive. Nel museo archeologico, aperto quasi tutti i giorni fino alle 15:00, i

manufatti di maggior pregio sono delle statuine in terracotta alte circa 1 metro e raffiguranti

formose danzatrici. Gli studiosi ipotizzano che fossero degli ex voto, avendole rinvenute

nel tempio arcaico del sito di Agia Irini risalente al Paleolitico.

Percorrendo un breve sentiero lastricato a circa un chilometro e mezzo da Ioulida si

raggiunge la statua del famoso leone risalente al V sec. a.C. 

Leone di Kea

Scolpito nell’ardesia, la statua è lunga quasi 10 metri e si caratterizza per l’enigmatica

espressione – quasi sorridente – tipica degli antichi kouroi o delle statue etrusche. Il

percorso è di per sé molto suggestivo, regalando splendide viste di Ioulida e della

campagna circostante ed incrociando numerosi fonti di acqua potabile come la sorgente

Veniamin su un vasto piazzale con al centro un platano secolare. 

Fonte di Veniamin

Ioulida ha ottimi ristoranti con prezzi bassi ed una sobria vita notturna ed ha rappresentato

la base ideale per l’esplorazione dell’isola e delle sue spiagge. 

Kastro Ioulida

Koundouros ha un bel mare ma è affollata di stabilimenti e beach bar. Molti turisti greci

sembrano prediligere questo genere di posti per cui le spiagge meno attrezzate sono


spesso più tranquille Tra i litorali più famosi dell’isola c’è Pisses ma soprattutto la

vicina Vroskopos del tutto privo di strutture e raggiungibile tramite un sentiero di 20 minuti

a piedi. Molto attraente e semideserta la spiaggia di Spathi, nonostante la sua taverna alla

moda e le acque invitanti, forse per il lungo sterrato necessario a raggiungerla. 

Sentiero verso Karthaia

Due baie deserte dall’acqua cristallina divise da un’acropoli, con bianche rovine e colonne

affacciate sul mare… mille sfumature di azzurro e di verde, una spiaggia di sabbia grossa

e ciottoli costeggiata dagli spalti di un antico teatro di pietra e da una tipica chiesetta

cicladica.

Karthaia

Teatro, Karthaia

Propilei, Karthaia

Potrebbe sembrare una descrizione idilliaca da cartolina per raffigurare una Grecia ideale,


ma invece questo luogo esiste davvero e si chiama Karthaia.

Tempio di Athena, Karthaia.

Spiaggia di Karthaia


Karthaia era una delle tre polis che in epoca classica si suddividevano il controllo

dell’isola. 

La ragione per la quale questo luogo è rimasto incontaminato è la relativa difficoltà per

raggiungerlo: dalla località di Stavroudaki un sentiero di oltre 3 chilometri in discesa

termina sul greto di un fiume in secca ombreggiato che sfocia sulla spiaggia. Occorre

portare con sé acqua a sufficienza e ripercorrere poi lo stesso sentiero in salita evitando le

ore più calde. In ogni caso il ritorno è piuttosto faticoso, a meno che non si decida di

tornare a dorso di mulo.

Verso Syros


Raggiungiamo l’isola di Syros, seconda tappa del nostro viaggio, e lo scenario cambia

completamente.

Ermoupoli, Syros


Syros è la più popolata tra le Cicladi ed Ermoupoli, il suo capoluogo, è anche il centro

amministrativo dell’intero arcipelago. Ermoupoli è una vera e propria cittadina affacciata

sull’Egeo con i suoi oltre 12.000 abitanti, dotata di uffici pubblici e giudiziari e che perciò

resta dinamica e vivace durante tutto l’anno.

Ermoupoli, Syros


A seguito del dominio veneziano l’isola è stata per lungo tempo una roccaforte cattolica,

ottenendo così la protezione della Francia grazie ad un accordo tra il sultano ottomano ed

il re Francesco I. 

A seguito della guerra d’indipendenza del 1821, Syros entra a far parte del regno di Grecia

venendo raggiunta da flussi di popolazione ortodossa sfollata dalle isole di Chios, Samos

e Kasos devastate dai turchi. In quel periodo venne fondata Ermoupoli, che in breve

divenne il secondo porto commerciale dello stato ellenico.

La città ancor oggi si caratterizza per lo stile neoclassico dei suoi edifici signorili, con

eleganti balconate e pensiline in ferro battuto. Sulla grande piazza Maiouli, lastricata con

marmo della vicina Tinos, sorge il monumentale Municipio edificato dall’architetto Ziller. A

fianco del Municipio c’è il locale museo archeologico, uno dei più antichi della Grecia.

Museo Archeologico, Syros

Teatro Apollo

Teatro Apollo


Non distante dalla piazza, il Teatro lirico Apollon, costruito sul modello de “La Scala” di

Milano, evidenzia la vivacità culturale raggiunta da Ermoupoli sul finire dell’800. È

possibile visitarlo, accedendo ai quattro strati di palchi e al piccolo museo dove si

conservano i camerini ed i vestiti di scena degli artisti che hanno calcato negli anni il

palcoscenico. Notevole il soffitto affrescato dove in medaglioni sono raffigurati i grandi

compositori italiani (tranne uno con Mozart) oltre a Dante Alighieri. Nei pressi del quartiere

di Vaporia sorge la grande chiesa ortodossa di Agios Nickolas con la sua cupola

azzurra.

Spiaggia di Asteria


Nella scogliera sottostante c’è la cosiddetta spiaggia cittadina di Asteria, in realtà una

lunga banchina di cemento da cui è possibile tuffarsi nelle acque limpide circondati da alte

scogliere. È senz’altro un luogo popolare e caratteristico da non mancare, occorre fare

solo un po’ di attenzione alle onde anomale provocate dai grandi traghetti in transito da e

per il porto Immediatamente alle spalle di Ermoupoli, domina Ano Syros, un villaggio

tradizionale dallo stile cicladico dove si concentra la residua popolazione cattolica. La

collina è coronata dalla cattedrale di San Giorgio che, dall’esterno, assomiglia ad una

massiccia fortezza. Mentre ci rechiamo a visitarla, incontriamo il vescovo che, salutandoci

in italiano, racconta di aver vissuto per otto anni in un seminario a Roma.

Ano Syros

Ano Syros

Ano Syros

Chiesa di S.Giorgio, Ano Syros


Dall’alto, spazia uno splendido panorama di Ermoupoli e delle isole vicine. Tra i vicoli in

discesa, si incontrano piccoli ristoranti e locali con terrazze, che invitano alla

contemplazione.

Il mare è bello un po’ ovunque ma le spiagge di sabbia, non particolarmente ampie, sono

molto affollate e con lettini poco distanziati. Syros è meta di turismo soprattutto interno,

pochi sono gli stranieri incuriositi da quest’isola al punto che in locali e ristoranti ci si

rivolgono inizialmente quasi sempre in greco.

Spiaggia di Galissas


I litorali attrezzati più noti sono Kimi, con ottime taverne e Galissas. In quest’ultimo sorge

su un promontorio la chiesetta di Agios Pakou da cui si ammira una splendida vista anche

della baia naturista di Armeos.

Per evitare la folla, basta fermarsi lungo le strade litoranee dove è sempre possibile

scoprire strette calette di sabbia o ciottoli dove rilassarsi in tranquillità.

Messarià, Chora Kythnos


Raggiungiamo infine Kythnos, la nostra ultima tappa. Tra le Cicladi, è forse l’isola più

trascurata e meno conosciuta, anche se il turismo interno ed estero stanno lentamente

imparando ad apprezzare le sue bellezze nascoste. Si approda all’anonimo porto di

Merichas e da lì si continua in macchina per Messaria, la chora di Kythnos. 

La chora ha una tipica architettura cicladica, numerosissime le chiesette bianche che si

incrociano lungo i suoi vicoli. L’isola ne conta complessivamente più di 350 sparse sul suo

territorio, evidenziando la profonda fede degli abitanti.

 Isola di Kythnos

Messarià, Chora Kythnos

Messarià, Chora Kythnos


Nei vicoli ci sono numerosi locali eleganti e ristoranti, visto che a Messaria si concentra la

sobria movida dell’isola. Ai margini del villaggio sono ancora numerosi gli anziani che

siedono fuori la porta delle proprie case, evidenziando uno stile di vita estremamente

modesto e tradizionale ed uno sviluppo turistico recente.

Dryopida

Dryopida.


Il secondo villaggio dell’isola per importanza è Dryopida, il cui nome deriva dagli originari

abitanti detti “Dryopes”. Il borgo, nascosto dal mare, è stato costruito tra due colline tra le

quali un tempo scorreva un fiume oggi in secca. Oltre alla chiesa principale, c’è

l’interessante museo Bizantino da visitare, che ha raccolto e restaurato le numerose icone

sparse tra le varie chiese dell’isola, evitando che potessero essere facile preda di ladri di

antichità.

Museo Bizantino, Dryopida

È stata di recente riaperta al pubblico anche la grotta di Katafyki che si visita in circa 20

minuti: questo luogo, in parte naturale ed in parte artificiale, è stata a lungo una miniera

per l’estrazione del ferro. Successivamente è stata utilizzata come luogo di aggregazione

e di culto oltre che come rifugio durante la guerra.

Grotta di Katafyki, Dryopida

Kythnos conta circa una novantina di spiagge ed un mare cristallino. Le spiagge attrezzate

ed affollate sono quelle di Episkopi e Apokrousi. Dal punto di vista naturalistico, quella

di Kolona è tra le più spettacolari: una lingua di sabbia collega l’isola ad un promontorio,

creando due baie incantevoli.

Spiaggia di Kolona

Di recente è stato realizzato un costoso beach bar che fortunatamente non ha intaccato la

bellezza del luogo. Un tempo raggiungibile solo in barca da Merichas, oggi è stata

realizzato uno sterrato che consente di arrivare a Kolona anche in macchina privata. 

Il luogo che abbiamo più apprezzato è stato il litorale di Skylou sulla costa est. Anche qui

un lungo sterrato ed un percorso a piedi su una ripida quanto fattibile discesa. L’ampia

spiaggia di ciottoli e sabbia grossa è una vera meraviglia, semideserta e senza alcuna

struttura, ed ha al centro in posizione elevata la bianca chiesetta di Agios Nickolas Skylou.

Le spiagge rimaste inspiegabilmente selvagge ed incontaminate sono il vero tesoro

dell’isola: se ne trovano anche a nord dopo il porticciolo di Loutra, tra cui Agios

Sostis e Potamia 

Spiaggia di Skylou

Spiaggia di Agios Sostis

 Spiaggia di Potamia

Loutra è un altro luogo iconico di Kithnos per le sorgenti di acqua termale che sfociano

direttamente in mare. Proprio per tali sorgenti l’isola era nota col nome di Thermia; nell’800

venne realizzato un centro termale (oggi abbandonato) del quale gli ospiti più illustri furono

il re Ottone e la regina Amalia.

La spiaggia a Loutra non è particolarmente attraente, ma si tratta di un posto rilassato

dove conviene recarsi non solo per un rapido tuffo nelle acque sulfuree ma anche per i

suoi bei ristoranti sulla baia.

Loutra

Più a sud, nei pressi della Panagia Kanala (patrona dell’isola) ci sono altre splendide

spiagge libere che iniziano a popolarsi soltanto dopo le

13:00: Antonides e Gaidouromantra.

Panagia Kanala

Spiaggia di Antonides

Spiaggia di Gaidouromantra

Torniamo al Pireo terminando il nostro giro nelle ultime tre Cicladi che ancora non

avevamo visitato, piccoli mondi semplici ed ospitali, forse per appassionati, che nulla

hanno da invidiare alle isole greche universalmente più conosciute.

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