di Alessandro Di Ianni
La pianificazione di questo viaggio inizió
già 2 anni fa, prima della pandemia che ne causó il rinvio. I primi biglietti
aerei furono presi a Febbraio 2019 ed in seguito abbiamo collezionato diversi
voucher con Aegean, finalmente utilizzati per questa occasione. Anche la
destinazione iniziale Karpathos-Rodi é cambiata durante l’inverno per ridurre
il numero di voli e di conseguenza semplificare il viaggio a livello logistico
data l’intercertezza ed il continuo mutamento delle misure covid in atto nei
vari Paesi. Essendoci un’unica connessione dal Portogallo per la Grecia, si é
preferito restare in Grecia continentale.
Tutti gli alloggi sono stati prenotati su
Booking.com e l’auto noleggiata con Centauro un mese e mezzo in anticipo approfittando
di un prezzo scontato che includeva anche la copertura totale
dell’assicurazione.
Quindi il 27 sera intorno a mezzanotte ci
imbarchiamo sul volo Aegean Lisbona-Atene ed atteriamo il 28 mattina al
Venizelos per le 6,30. Il rappresentante Centauro ci accompagna in agenzia dove
a sorpresa ci viene offerta una Citroen C3 praticamente nuova con 2000 km
percorsi. Quindi upgrade gratuito: invece della Panda abbiamo cosí a
disposizione un auto piú grande e con un assetto forse ancora piú alto. Ci
avevano raccomandato di presentare una carta di credito che purtroppo non ha
funzionato (limite giornaliero probabilmente) ma comunque hanno poi accettato
il pagamento con carta di debito.
28 Giugno Lisbona - Atene - Istmo Corinto - Melissi - Xylokastro
Pronti si parte. La nostra prima tappa sarà
sulla costa Nord del Peloponneso subito dopo Corinto, giusto per evitare un
lungo viaggio fino a Sud visto che abbiamo trascorso la notte in aereo. Lungo
il cammino ci fermiamo ad Istmia ma non abbiamo la fortuna di vedere alcuna
nave che faccia l’ingresso nell’istmo, quindi torniamo sul ponte e facciamo
qualche foto dall’alto e ci rincamminiamo verso Melissi. Il check-in sarà solo
dopo pranzo, quindi poco prima dell’hotel ci fermiamo lungo la costa,
parcheggiamo l’auto al lato della strada e ci sistemiamo sui ciottoli adiacenti
al bagnasciuga sotto i pini. Il mare del Golfo di Corinto oggi é una tavola,
pulitissimo, facciamo il bagno e mangiamo al fresco. Lo scenario di fronte é
bellissimo con le montagne della Focide all’altro lato del golfo, l’alta
umidità le rende non perfettamente visibili ma dona un effetto blu aquerello
che sembrano dipinte. Le famiglie greche che abitano al di là della strada
sfruttano questo paradiso a disposizione per rinfrescarsi nelle ore piú calde.
In poche ore siamo passati da una metropoli come Lisbona infestata dalla
variante Delta e nuove restrizioni a questa pace surreale. Ci si accorge del
reale beneficio psico-fisico solo quando ci si immerge in tale situazione.
L’acqua dell’Oceano Atlantico in Portogallo non é mai cosí calma e comunque la
sua temperatura ghiacciata non mi permette mai di fare un bagno rilassante (io
mai piú di 10-15 secondi con il corpo completamente immerso in acqua), non
potete capire la felicità di questo momento. Quindi dopo aver mangiato distesi
sulle asciugamani, andiamo a fare il check-in all’Hotel Lido di Melissi,
location molto azzeccata per 1 notte di passaggio ma volendo anche per piú
giorni se si desidera una situazione solo hotel e spiaggia. L’hotel dispone di
piscina e spiaggetta privata costituita da tre piccole baiette con ombrelloni e
paddle a disposizione degli ospiti gratuitamente. I prezzi sono onesti per una
situazione del genere.
Melissi |
Per cena cerchiamo qualche taverna a
Xylokastro che ha una bella passeggiata sul lungomare con vari locali ma alla
fine decidiamo di cenare in hotel per non esporci troppo al rischio contagio
sin dal primo giorno (ancora non vige il Green Pass per viaggiare in Europa),
anche perché la costa nord del Peloponneso é piú popolosa rispetto al resto
della penisola. Non ce ne pentiamo affatto, l’Hotel Lido ha una buona cucina ed
abbiamo cenato praticamente a 3 metri dal bagnasciuga. Ora non sto qui ad
andare troppo nei dettagli delle pietanze ordinate. In questo periodo purtroppo
per motivi diversi stiamo entrambi seguendo delle diete specifiche senza carni
rosse, glutine, fritti, pomodoro, crostacei, molluschi ed alcol...quindi questa
sera come per la maggior parte delle altre andiamo su pesce fresco grigliato
tipo orata e verdure bollite, con l’aggiunta di ottimi dolmadakia (riso
speziato cotto in foglie di viti).
29
Giugno Melissi – Finikounda
Ci svegliamo e partiamo in direzione Messinia,
il ‘’dito’’ sud-occidentale del Peloponneso, con l’intenzione di fare una tappa
all’Antica Corinto. Quando arriviamo sul posto la temperatura sfiora i 40
gradi. Per quanto mi riguarda, i siti archeologici non sono il primo posto dove
andrei con questo caldo torrido ma essendo cresciuto in una delle zone piú
calde d’Italia, il mio corpo si adatta a questa temperatura senza difficoltà
particolari. Non vale lo stesso discorso per Irene, cresciuta in un’isola
dell’Atlantico dove non é mai meno di 12 e molto raramente piú di 30
gradi...poverina. Rimane intontita e fortunatamente incontriamo una farmacista
molto gentile che gli da gli integratori giusti per rimediare nei prossimi
giorni. In ogni caso ció ci costringe a programmare il resto della vacanza
cercando di uscire presto la mattina e di trascorrere le ore piú calde in casa
per quanto possibile. Prendiamo l’autostrada in direzione Kalamata. Dopo
Tripoli, le montagne diventano verdeggianti e la pianura che precede Kalamata é
uno spettacolo con tutti quegli ulivi. Prima di Kalamata deviamo verso la costa
Ionica e ci fermiamo a Pylos (Navarino in italiano) per delle foto spettacolari
sulla laguna.
Proseguiamo per Finikounda dove abbiamo
prenotato 4 notti all’alloggio Fotis Apartment. Una bella struttura con piscina
a 2 minuti a piedi dalla spiaggia. L’appartamento, molto pulito, é dotato di un
bel balcone con vista sulla baia. Riceviamo una calorosissima accoglienza da
Litsa, moglie di Fotis. Lasciate le valigie, andiamo sul lungomare. Finikounda
é un bel villaggio dove trovi solo quello di cui hai bisogno: spiaggia,
taverna, supermercato, pescheria, macelleria, bei negozietti di prodotti tipici
e zero stress. La spiaggia é di ciottoli ed abbastanza lunga, facciamo quindi un
bagno nell’acqua limpidissima. Lo scenario é anche molto bello con la baia
delimitata dal promontorio a sinistra ed il porticciolo a destra. Alcune delle
taverne dal lato del porto hanno i tavolini quasi sul bagnasciuga. La vista é
arricchita dalla presenza dell’isola di Schiza sul lato destro.
30 Giugno
Finikounda – Koroni
Dopo colazione ci dirigiamo verso est ed
arriviamo a Koroni. Per caso passiamo davanti all’entrata del cancello che
porta alla chiesa di Santa Eleistra, situata al lato del castello sul
promontorio che divide la marina di Koroni a Ovest e la spiaggia di Memi a Est,
su quest’ultima si ha una bellissima vista dalll’alto. Come sempre, restiamo
affascinati ogni volta che entriamo in una chiesa greco-ortodossa ed anche in questa
non restiamo delusi. Nel piazzale antistante vi é un bel campanile. Poi proseguiamo
a piedi all’altro lato del promontorio attraverso le strade di Koroni.
All’entrata del castello si ha un’altra vista stupenda sulla marina di Koroni.
Nel castello ci sarebbero un paio di chiese/monasteri da visitare ma siccome
già fa abbastanza caldo preferiamo scendere giú al lungomare dove facciamo una
passeggiata ed acquistiamo una latta di olio d‘oliva della zona. Quindi
torniamo al nostro appartamento e dopo aver pranzato, passiamo la seconda metà
del pomeriggio a passeggiare a Finikounda e poi in spiaggia.
1
Luglio Methoni - Finikounda
La mattina andiamo a Methoni. Molto bello lo
skyline della baia con il castello che occupa la penisola sulla parte destra,
un vero e proprio tuffo nella storia del mediterraneo. Entriamo nel
castello pagando qualcosa come 4-5 Euro
ma saremmo stati disposti a pagare sicuramente di piú. E’stata davvero una
bellissima sorpresa, il castello é ben conservato mentre la vera chicca é la
zona della fortezza sul mare. Facciamo foto straordinarie con l’isola di
Sapienza posta alle spalle del forte di origine veneziana contornato da un mare
dalle tonalità meravigliose. Nei secoli passati, Methoni era un punto altamente
strategico lungo la rotta mercantile che da Venezia portava a Costantinopoli,
Alessandria d’Egitto ed in Terra Santa e si percepisce dall’estensione della
fortezza che era una vera e propria cittadella. Per lunghi periodi fu motivo di
contesa tra Veneziani, Genovesi e Ottomani. Anche i piú grandi pirati della
storia quali Barbarossa e Doria hanno lottato per la conquista dei porti della
Messenia, come quello di Koroni.
Metoni |
Dopodiché inizia a fare caldo e quindi usciamo
dal castello e facciamo qualche bagno nella baia accanto al piccolo molo. Nel
pomeriggio andiamo alla spiaggia piú grande al di là del promontorio che
delimita la baia di Finikounda sul lato destro, mentre la sera ceniamo alla
taverna Oynoisses sul lungomare di Finikounda, la cui veranda da sopra la
spiaggia con l’intera baia che ti circonda. Prendiamo la nostra solita orata
grigliata e qualche verdura di campo del posto. Dopo che Irene ha fatto
banchettare almeno la metà degli splendidi gattini della zona, torniamo
all’alloggio.
2
Luglio Voidokilia – Finikounda
Oggi alte aspettative per la baia di Navarino.
Decidiamo di assaporare la spiaggia di Voidokilia prima dall’alto della
fortezza del vecchio castello di Pylos (non lo si confonda con il nuovo situato
in città) per poi riscendere ed immergerci nelle sue acque. Quindi sorpassata
Pylos, continuiamo per Gialova ed attraversiamo la striscia di terra dietro la
spiaggia Chrisi Ammos. Dopo un pó di sterrato si arriva al parcheggio ed inizia
il sentiero per il vecchio castello indicato con ‘’Palekastro’’. Appena a
sinistra, volendo, c’é una spiaggetta posta alla fine del canale che dal mare
costeggia l’isola di Sfakitria ed entra nella laguna. Sfakitria é di fronte a
qualche metro con i suoi ripidi pendii. Il sentiero per il vecchio castello é
quello che va a sinistra e raggira il promontorio. Il percorso fino al castello
é in salita ma abbastanza agevole con una vista bellissima su Sfakitria prima e
sul Mar Ionio in seguito. Si vedono grandi ragni che costruiscono giganti
ragnatele in alto tra un albero e l’altro, dovendoci passare sotto (tranquilli
non stiamo parlando di tarantole ma se proprio si é aracnofobi meglio evitare).
Quindi dopo una ventina di minuti si arriva all’entrata della fortezza. Varcata
la porta di entrata, se si va verso sinistra si arriva facilmente a dei bei
panorami sullo Ionio. Se si vuole andare al panorama su Voidokilia invece, dopo
la porta bisogna andare a destra ed avventurarsi nel mezzo della fortezza che, attenzione,
non é messa in sicurezza dagli enti turistici locali. Il terreno non é regolare
e per lunghi tratti bisogna immaginarsi il sentiero nell’alta sterpaglia. Noi
siamo quasi i primi ad arrivare e quindi non avevamo altra scelta: dopo aver
preso la direzione sbagliata piú di una volta cado su una roccia che si stacca
dal terreno mentre cerco di saltare da un gradino di circa mezzo metro.
Fortunatamente me la cavo solo con due ferite abbastanza profonde alla gamba,
forse perché riesco a cadere nel modo giusto e la roccia resta sotto di me invece
del contrario. Preso quasi dallo sconforto inizio a pensare che sia meglio
rinunciare, quando sbucano alcuni ragazzi greci che ci chiedono ‘’Sapete la
strada per tornare?’’ e noi ‘’Sapete quella per andare?’’.....e tutti insieme
scoppiamo a ridere! Quindi dopo esserci ‘’salvati a vicenda’’, facciamo
conoscenza e ci guidano al punto da dove si apre una vista meravigliosa sulla
spiaggia di Voidokilia. La forma a ferro di cavallo é cosí perfetta che sembra un’opera
di Giotto e non di madre natura, il tutto é contornato dal Mar Ionio a sinistra.
Alle spalle della spiaggia vi é il Lago Divaro ed a seguire le montagne, il
tutto ne fa un fantastico scenario fotografico. Quindi gente, una volta entrati
nella fortezza il consiglio é di non avventurarsi ma chiedere a qualcuno che si
incontra all’interno o magari arrivare alla fortezza già con una guida.
Voidoikilia dalla fortezza |
Usciamo dalla fortezza e riscendiamo il
sentiero fina alla nostra auto. Da qui ci sarebbe un altro sentiero piú corto
per arrivare direttamente a piedi a Voidokilia ma preferiamo non avventurarci
con ombrellone e zaini e quindi raggirare la piccola laguna in auto per giungere
all’entrata principale della spiaggia. I ragazzi greci ci avevano consigliato
anche di andare alla spiaggia di Glossa che si raggiunge con un sentiero che
parte dal parcheggio di Voidokilia ma per come é ridotta la mia gamba oggi non
ne voglio sapere di avventurarmi ulteriormente. Ci installiamo nella splendida
baia di Voidokilia per alcune ore di totale relax nelle acque cristalline. La
spiaggia é di sabbia ed il fondale molto basso, dovendosi fare una
passeggiatina per raggiungere l’acqua alta.
Dopo pranzo torniamo a Finikounda per la
doverosa siesta durante le ore piú calde, mentre nel pomeriggio ci godiamo la
bellissima baia che abbiamo a pochi metri dall’appartamento e realizziamo che
non potevamo scegliere un posto migliore dove alloggiare. La sera, ultima cena
sulla nostra verandina con vista baia e poi alle 22 greche inzia la partita
Italia Belgio per i quarti di finale dell’Euro che regala ulteriori
soddisfazioni.
Finikounda |
3
Luglio Polilimnio - Ancient Messeni –
Stemnitsa
Un pó a malincuore facciamo il check-out con
Litsa. Cerchiamo di spiegarle che abbiamo lasciato alcune cose in frigo che non
avevamo ancora aperto e che lei poteva utilizzare. Litsa, il cui inglese é comunque
abbastanza buono, non riesce a comprendere e quindi ci chiede di parlare con
sua figlia al telefono. Quindi ho una piacevole conversazione con la figlia che
avvisa la madre dei prodotti che avevamo lasciato in frigo ed inoltre mi
consiglia come cucinare in futuro i ‘’fava beans’’ comprati in un supermercato,
da cui ne verrà fuori un buon hummus di fave. In seguito, partiamo verso la
prossima meta che sarà l’unica di montagna per questa vacanza: Stemnitsa,
villaggio a 1100 metri sul livello del mare tra le montagne dell’Arcadia e
vicino al Menalon Trail.
Per strada ci fermiamo a visitare il parco del
Polilimnio dove l’omonimo fiume scende attrverso un percorso di piccole e
grandi cascate. Lasciamo l’auto al parcheggio e scendiamo fino al fiume. La
direzione delle cascate é verso destra. Sono circa 10 minuti di cammino fino
alla cascata principale che forma un laghetto sottostante. Utilizzate delle
scarpe comode o meglio da trekking per avere ancora piú presa sulle rocce lungo
il percorso. Ne vale davvero la pena, l’acqua é straordinariamente limpida e la
natura ha creato davvero un posto unico dove si incontrano delle belle
farfalle.
Polilimnio |
Mangiamo e poi lungo il cammino decidiamo di
deviare per Ancient Messeni. Attraversiamo prima la splendida pianura di ulivi
alle spalle di Kalamata, le cui foglie che luccicano al sole assumono un
effetto verde-argentato. Queste tonalità insieme all’azzurro del cielo, il blu
del mare e l’arancio dei tetti delle case donano un’atmosfera unica al
paesaggio, sembra di essere in un quadro di un pittore impressionista. Temevamo
un pó le ore piú calde in un sito archeologico, per fortuna oggi c’é un
venticello che allevia l’afa e quindi non abbiamo difficoltà a goderci questo
posto fantastico. L’antica città é ai piedi della montagna che fa da anfiteatro
alla verdeggiante valle sottostante da cui si scorge il mare in lontananza. Il
teatro, l’agorà, la basilica romana, l’Asklepeion, lo stadio, la palestra e il
mausoleo....e pochi turisti il che davvero lascia immaginare cosa si doveva
provare ad arrivare in questa splendida città e camminare tra i suoi edifici
meravigliosi. Irene in regia mi segnala che a differenza di altri siti
archeologici, in questo é possibile entrare all’interno della maggior parte
delle strutture in totale libertà. Lo stesso biglietto permette di entrare al
museo situato al di fuori dell’area archeologica, sulla strada principale del villaggio
moderno di Messene. Il museo é piccolo, in 5 minuti si possono ammirare le
belle sculture ritrovate nel sito archeologico.
Antica Messeni |
Dopo quest’ultimo stop, finalmente si va verso
le montagne. Quindi, dopo Megalopoli si inizia a salire sulle montagne dell’Arcadia
per arrivare poi a Stemnitsa. Poco prima dell’entrata del paesino ci fermiamo
ad ammirare la sua vista dalla strada. Si tratta di un meraviglioso villaggio
tra le montagne verdi, fatto di case costruite con la tradizionale pietra
locale. I residenti ufficiali sono circa 200 ma comunque con turisti e
viandanti il numero dovrebbe almeno raddoppiare. Incredibile come abbiamo
contato almeno 5 chiese per un numero cosí piccolo e tutte una piú bella
dell’altra. La piazzetta principale é molto carina, qui si trovano qualche kafenion
ed una taverna.
Stemnitsa |
Arriviamo quindi al nostro alloggio che é
sulla parte piú alta del villaggio: il Gartaganis Guesthouse. In questo caso abbiamo
prenotato per 3 notti una stanza senza cucina, apprendendo dai commenti su
Booking che comunque la colazione é abbastanza abbondante, con prodotti
naturali della zona. Iannis ci accoglie con uno squisito succo di frutta fatto
da loro, mix di arancia, pera e albicocca ed un fantastico té organico che poi
scopriamo essere il té piú diffuso nelle montagne del Peloponneso (té dei Monti
Parnona, credo in Italia abbiamo qualcosa di simile: la siderite). La stanza ha
un lungo balcone in comune con un appartamento ed ognuno ha il suo tavolino con
sedie. La favolosa vista é su Stemnitsa, incastonata tra le montagne ed immersa
nel verde. Decidiamo di scendere in piazzetta per cenare, a piedi quindi
bisogna farlo attraverso le scale del villaggio...un pó piú faticoso al ritorno
eheh. Ci sediamo quindi in piazzetta ai
tavoli dell’unica taverna del paese che ha adottato il suo stesso nome. Qui in
montagna ovviamente non servono pesce, la carne la fa da padrona e, non potendo
gustarne i piatti di carne rossa, la scelta ricade sul pollo grigliato
(ottimo). Prendiamo inoltre un buon sformato di feta e spinaci.
4
Luglio Menalon Trail – Dimitsana
Si rivelerà uno dei giorni piú belli di tutta
la vacanza. Volendo il sentiero del Menalon Trail parte da Stemnitsa ma impiegheremmo
troppo tempo per arrivare a destinazione. Quindi con l’auto raggiungiamo il
parcheggio antistante al Moni Agiou Ioannou da cui si ha una splenida vista
sulla gola e le montagne. Poi proseguiamo a piedi sullo sterrato al lato del
monastero ed in una ventina di minuti raggiungiamo il Moni Podromou,
un’architettura fantasticamente incastonata nella roccia della montagna. Dei
simpatici muli stanno pascolando sul sentiero ed uno di loro accarezza Irene
con la coda al suo passaggio. Facciamo delle grandi foto sia da sotto al
monastero che all’entrata. I soliti gattini ci accolgono all’ingresso ed Irene
come sempre non perde occasione per fare foto e dare del cibo con il risultato
che ci seguono ovunque, forse qualcuno lo avranno trovato sull’aereo al
ritorno. Une delle due simpaticissime ragazze che aiuta i monaci ci spega che
dobbiamo indossare dei copriabiti disponibili all’ingresso, nel mio caso sará
un pantalone 10 volte piú della mia taglia che con molte difficoltà tengo su
alla cintura. Ci dicono che la maschera non é assolutamente obbligatoria
all’interno. Ora noi veniamo da una metropoli dove milioni di persone la
indossano da un anno e mezzo, ed abbiamo inoltre la preoccupazione di evitare
il contagio per poter tornare a casa. Siccome siamo ancora agli inizi della
vacanza, preferiamo tenerla ma é una sensazione strana catapultarsi in questo che
é ormai un nuovo mondo senza restrizioni Covid in una realtà dove siamo le
uniche persone a preoccuparsi. Il tutto ha fatto sorgere ulteriori dubbi alla
domanda ‘’Ma nel resto del mondo che sta
succedendo davvero?’’. Visitiamo la favolosa chiesa forgiata nella
roccia all’interno del monastero. Un
giovane monaco inzia a parlare con noi in greco e devo fargli notare che
purtroppo non siamo in grado di capire (magari un giorno, sarebbe fantastico!).
Avendo vissuto a Londra lui ci chiede in perfetto inglese di dove siamo e
spiego che io sono italiano ed Irene portoghese. Lui ci risponde sorridendo: ‘’Ah, per questo sembrate greci!’’....avendo
vissuto anch’io nel nord Europa per circa 4 anni, ci siamo capiti in un istante
ma credo che avremmo avuto mille cose da dire al riguardo. Potrei continuare
questo discorso per ore e dirvi di tutte quelle volte che mi hanno scambiato
per greco, portoghese e spagnolo (anche chiamandomi Alejandro), consapevole
delle nostre origini latine ma prima ancora greche e che qualche decennio di
globalizzazione non potrà mai cancellare secoli di Magna Grecia e di un impero
con capitale Roma, anch’essa fondata probabilmente da greci. Quegli anni hanno
dato l’impostazione alle tradizioni e modificato nel DNA la vita delle
popolazioni del Mediterraneo, forgiando una cultura unica ancora tangibile attraverso
le testimonianze disponibili oggigiorno. Ma finiamola qui, già si é andati
oltre eheh. Dopo aver accettato l’offerta di alcuni ottimi biscotti e caramelle
preparate dai monaci, compriamo alcuni prodotti fatti da loro e proseguiamo il
cammino.
Moni Podromou |
Il Menalon trail continua in discesa verso il
fiume che attraversa la gola da cui si risale all’altro versante fino a
raggiungere il bivio che porta agli altri due monasteri: il vecchio ed il nuovo
Moni Philosofou. Senza accorgercene prendiamo la direzione verso il nuovo,
l’ultimo tratto fatto di scalini é un pó duro specie se fatto nelle ore piú
calde. Arriviamo al nuovo Moni Philosofou, lo spiazzo antistante é stupendo.
Troviamo un monaco che parla giusto qualche parolina di inglese e non capiamo
se sia possibile visitare il monastero. Un pó in difficoltà nel comunicare, ci
dice: ‘’C’é qui una vostra amica tedesca’’,
un’altra ragazza in visita, in realtà belga che ci spiega che neanche lei sa
cosa fare. Nel frattempo ci dice che é di Anversa ed iniziamo a parlare con lei
avendo anche noi vissuto in Belgio per un paio d’anni. Arriva cosí un altro
monaco (che in realtà ci spiegherà in seguito di essere in procinto di
diventarlo). Ci introduce nella bellissima chiesa del monastero e quando scopre
la nazionalità di Irene, con grande sorpresa ci parlerà per il resto del tempo
in portoghese, precisando di aver visitato Lisbona ed altre zone del
Portogallo. Ci racconta molto sulla chiesa, innanzitutto ci dice che tutte le chiese
greco-ortodosse hanno tre delle quattro icone rappresentate nel portale
frontale tutte identiche tra loro, mentre la quarta indica a quale santo la
chiesa é consacrata, in questo caso alla Vergine Maria. Inoltre noto in questa
chiesa due draghi sull’iconostasi (la struttura frontale all’interno delle
chiese greco-ortodosse) e mi spiega che quel simbolo rappresenta ‘’colui che prevede il futuro’’. Dopodiché
ci conduce in un’altra stanza per il solito rituale di offerta di dolci fatti
da loro, anche questi squisiti. Quindi ci salutiamo promettendoci di rincontraci
qui un giorno.
Moni New Philosophou |
Dopo aver mangiato il nostro cibo seduti sulle
panchine sotto gli alberi del grazioso piazzale del monastero, torniamo giú al
bivio e risaliamo verso il vecchio Moni Philosofou. Arriviamo alla sua entrata
ma non ci addentriamo. Magari ne valeva la pena ma in realtà é abbandonato e
probabilmente ne restano solo ruderi, ad eccezione della favolosa chiesetta in
pietra grigia e rossa ben visibile dall’esterno. Dovrebbe esserci forse un modo
all’interno delle mura per raggiungerla ma ci accontentiamo di vederla da qui
seduti sui gradini mangiando un pó di frutta. Rinvigoriti, scendiamo di nuovo
verso il fiume, risaliamo all’altro lato passando nuovamente sotto il Moni
Podromou e raggiungiamo l’auto. Mi sono dilungato nella descrizione di questo
cammino per vari motivi: al di là della meravigliosità del luogo e degli
edifici visitati, vale la pena raccontare le emozioni che si provano durante il
cammino e che scaturiscono dai dialoghi con le fantastiche persone che si
incontrano. Sono proprio questi ultimi che danno il valore aggiunto a questa
esperienza. Quindi se vi capita non andateci solo con gli occhi del turista ma cercate
di spendere un pó di tempo con chi vi accoglie, ne uscirete arricchiti. Il
cammino non é una passeggiatina leggera ma ne vale davvero la pena.
In seguito torniamo alla Gartaganis Guesthouse
per rinfrescarci e nel tardo pomeriggio ci dirigiamo a Dimitsana per cena. Il
villaggio appare già molto carino dalla strada, circondato dal verde delle
montagne e con i campanili delle chiese che svettano tra le case. Uno di questi
richiama chiaramente un minareto, visto che anche la cupola della chiesa ha la
tipica forma schiacciata delle moschee. Probabilmente lo era ed é stata
convertita nei secoli passati. Dopo aver parcheggiato, facciamo un giretto a
piedi da quelle parti e notiamo che la chiesa (Agios Kyrikos) ha una bellissima
cupola in rame come pure il campanile. Peccato che al momento é chiusa. Dopo
qualche foto torniamo alla strada principale e ci fermiamo a mangiare da Sto
Kioupi perché dal menu sembrava l’unico a conciliarsi con le nostre restrizioni
alimentari. Il padrone é molto simpatico e cortese e ha dovuto enunciare quasi
tutte le invitanti pietanze sul ricco menu. Alla fine il compromesso sono degli
ottimi gemista e verdure di campo della zona. Mangiamo fuori ma il locale
all’interno é davvero bello con tavoli, divani ed anche un camino (da queste
parti in inverno la neve capita spesso). Inoltre dalle grandi finestre si ha
una bella vista sulle montagne. Dopo cena ci spostiamo al bar con terrazzino che
é quasi di fronte al ristorante, per un té con vista sulle montagne circostanti.
Credo si chiami 4 Seasons ed é nella curva dove si concentrano i pochi bar e
negozi. Quindi dopo il conto si torna a Stemnista per pernottare. Direi che
Dimitsana é certamente bella ma in realtà confermiamo la scelta di Stemnitsa
per l’alloggio, in quanto resta un pó piú autentica.
Dimitsana |
5
Luglio Dimitsana – Stemnitsa
Dopo la solita ottima colazione servita da
Yannis e sua madre, ripartiamo verso Dimitsana. Ci rendiamo conto di aver dimenticato la
nostra preziosa borraccia termos la sera prima da qualche parte a Dimitsana.
Telefono quindi al bar e mi conferma di aver conservato la borraccia ancora
prima che glielo chiedessi. Per strada deviamo verso Zigovistis per visitare la
chiesa del paese. Arrivati li purtroppo una signora ci dice che oggi é chiusa e
capiamo che il lunedi raramente se ne vede una aperta. In ogni caso é valsa la
pena venire qui. La piazza principale del villaggio é molto bella per via dei
grandi alberi che donano ampia ombra ai tavoli della taverna con il gradevole
sfondo degli edifici in pietra.
Ci rimettiamo in macchina e proseguiamo per
Dimitstana per andare a visitare il Museo dell’Acqua e Moni Emialon. Prima di
Dimitstana giriamo a sinistra e giunti al parcheggio del museo continuiamo alla
volta del monastero. Dopo alcuni minuti parcheggiamo l’auto e scendiamo le
scale per arrivare all’entrata (5 minuti a piedi). Lungo il breve cammino fino
all’entrata ci fermiamo a fare delle foto sotto gli oleandri in fiore,
valorizzati da un background verdissimo come solo qui all’interno della gola.
All’entrata vi sono i soliti gattini ad accoglierci. Anche questo monastero é costruito nella
roccia ma avendo una struttura piú grande e piú recente rispetto al Moni
Podromou visitato ieri. Un monaco ci da il buongiorno nel cortile ma all’inizio
non sembra molto incuriosito dalla nostra presenza. Dopo un pó lo vedo
approssimarsi ad una pianta fiorita posta in una vaso toccandone i suoi steli,
anche se non capisco il greco noto il tono delle dolci parole di amore rivolte
a qualcosa. Essendo io al di sotto della scena, non posso capire a chi/cosa
sono rivolte quelle frasi melodiche. Penso alla coltura del miele e delle api e
che chissà che alcuni monaci hanno un rapporto di vero amore con gli animali, facendo
un parallelo con il nostro San Francesco. In ogni caso gli chiedo se fosse
possibile visitare il monastero e lui ci accoglie con piacere. Entriamo
all’interno e ci conduce alla cappella costruita nella roccia. Questa volta
optiamo di non indossare la maschera visto che non vi sono altri visitatori
all’interno a parte noi. Passiamo alcuni minuti ad ammirare questo gioiello
costruito già da qualche secolo mentre il monaco resta a vegliare dietro di noi
in preghiera. Dopodiché ci conduce nella stanza dove si offrono i dolci fatti
da loro e trascorriamo una buona ventina di minuti a chiacchierare. È stata
davvero una bellissima conversazione, il giovane monaco ci ha raccontato che
viveva e lavorava ad Atene. Ad un certo punto della sua vita decise di lasciare
quello stile e quindi di dedicarsi alla meditazione per fare del bene agli
altri. Abbiamo parlato di tante cose, lui ci ha detto ad un certo punto ‘’mi sono reso conto che stare al kafenion
con gli amici non mi dava niente ma
ogni volta che facevo del bene a qualcuno, ció mi arricchiva tantissimo nello
spirito’’. Che dire, abbiamo concordato che tutti possono avere lo stesso
pensiero pur non scegliendo di vivere in un monastero ma ha aggiunto che vivere
al 100% in maniera naturale come lo si fa qui e lontano dalle notizie che ci
incutono ansia ogni giorno aiuta ad avere le idee chiare. Inoltre parliamo
anche della religione ortodossa e delle forse superflue differenze con quella
cattolica in termini di dottrina. Abbiamo ammirato molto la persona che avevamo
di fronte, perfino ci ha chiesto scusa se nel fornirci alcune spiegazioni
teologiche ci aveva annoiato...ma tutt’altro. Ci invita ad andare sul lungo
balcone in legno per ammirare il panorama e fare qualche foto all’esterno, davvero
ne valse la pena. Infine ci accompagna fuori e qui succede qulacosa di
meraviglioso che poco prima non ero riuscito ad immaginare. Per via dei suoi
magnifici fiori, rimaniamo colpiti dalla stessa pianta a cui il monaco
‘’parlava’’ prima di entrare, mentre lo stesso é intento a convincere una gatta
ad uscire dal lungo corridoio del monastero. Noi continuiamo ad ammirare la
pianta fiorita cosí bella che per un attimo ho pensato che prima stesse
parlando con i fiori quando lui finalmente esce per salutarci. Accortosi della
nostra attenzione per la pianta, con un gesto delicato apre un varco tra gli
steli ed appaiono 5-6 gattini ‘’nati
questa notte’’.....Irene ed io non crediamo ai nostri occhi, che
meraviglia.
Dopo gli ultimi saluti, torniamo con l’auto al
parcheggio del Museo dell’Acqua e facciamo il biglietto (credo 4-5 Euro). Ne
vale la pena perché l’acqua ancora scorre
attraverso il mulino che nella prima metà del secolo scorso era operativo per
la produzione di pane e polvere da sparo fin dai tempi della guerra
d’indipendenza greca. Molte cose vi si producevano nel complesso, tra cui vestiti di ogni genere ed anche raki. Inoltre
é ben organizzato con varie spiegazioni sulla storia della Grecia e
sull’importanza strategica di Dimitsana nel passato per l’industria bellica per
la produzione di ferro e polvere da sparo ed prima ancora nel fornire le
risorse ai Veneziani per respingere le invasioni ottomane.
Andiamo via dal museo ed entriamo a Dimitsana
dove rimaniamo diverititi nel vedere un asinello ‘’parcheggiato’’ sulla via
principale. Il guinzaglio dell’asino era legato al palo della luce ed il
simpatico animale stava immobile prendendosi metà della carreggiata, l’altra
metà serviva per far passare le auto.
Dimitsana |
Dopo qualche foto al ‘’veicolo’’ in sosta
vietata, cerchiamo qualche altro ristorante che soddisfi le nostre quasi
improponibili restrizioni alimentari (senza glutine, carni rosse e pomodoro in
un villggio di montagna da queste parti ti lascia praticamente senza scelta),
al punto da doverci alzare ed andarcene da uno dei ristoranti. Dopo aver
parlato con vari, decidiamo di tornare allo Sto Kioupi di ieri con il suo gentile
proprietario dai modi tanto cortesi quanto diretti. Questa volta andiamo su un
ottimo fegatino di maiale accompagnato dalle solite verdure di campo. Davvero
ci sono tanti piatti particolari della zona che ahimé, anzi ahinoi, non
possiamo assaporare.
Dopo l’offerta di anguria finale ce ne
torniamo a Stemnitsa dove entriamo in un negozio di prodotti locali. Il negozio
come molti della zona ha di tutto, a partire dai diversi tipi di miele fino alle
innumerevoli marmellate di ogni genere. Purtroppo si deve prendere un aereo e
non possiamo portare tutto quello che vorremmo. Una delle due sorelle ci spiega
che a seguito della pandemia il padre ha perso il lavoro e ha dovuto cambiare
strategia, aprendo questo splendido negozietto la cui produzione si limita agli
ingredienti a disposizione nella zona. Ci dice che qualcuno addirittura viene
ogni anno dalla Francia con il suo camper e se ne torno carico di...meraviglie.
Quindi compriamo solo un pacco di pasta, trattasi di una fregola all’uovo che
si usa soprattutto nelle zuppe e dal sapore particolare (ottima). In seguito ci
dirigiamo nella parte piú antica di Stemnitsa, dove iniziano i sentieri del
Menalon. Salendo delle scale si arriva alla croce da dove si ha una splendida
vista sul paesino e sulle montagne circostanti. Poi torniamo alla stanza per
preparare lo spostamento di domani e per una cena arrangiata come potevamo con
bulgur, favolose verdure di campo doppiamente ordinate a pranzo e tonno in
scatola. Quindi si va a letto, il Mani ci attende.
6
Luglio Kardamyli - Foneas - Agios
Nikolaos - Neo Itilo
Ultima
deliziosa colazione al Gartaganis Guesthouse. Salutiamo Iannis e sua madre e
partiamo alla volta del Mani. Ci dispiace un pó lasciare questo angolo di
Arcadia che ci ha sorpreso con i suoi paesaggi ed i suoi tesori nascosti.
Quindi riscendiamo fino a Megalopoli dove imbocchiamo l’autostrada per Kalamata,
che chiamerei l’autostrada degli ulivi….l’ombelico del Mediterraneo é qui!
Approcciando il golfo di Kalamata deviamo verso sinistra, dove la catena
montuosa del Taygetus si estende lungo la penisola del Mani e raggiunge i 2400
metri di altitudine non lontano dal golfo. La strada scorre lungo la costa ed
arriviamo a Kardamyli, villaggio nel nord del Mani. Ci fermiamo per alcune foto
al piccolo porticciolo oltre il villaggio
Kardamyli porto |
e quindi proseguiamo
per alcuni minuti di auto fino alla spiaggia di Foneas. Trattasi di una piccola
baia di ciottoli bianchi con acque limpide. Spendiamo un’oretta tra sole e
bagni e torniamo verso Kardamyli per pranzare.
Foneas beach |
Appena dopo
aver riattraversato Kardamyli giungiamo alla lunga spiaggia Paralia Ritsa e ci
fermiamo alla taverna Elies, una vera chicca scovata da Irene. É immersa negli
ulivi, proprio di fronte alla spiaggia. I tavoli sono sparsi sotto gli alberi.
Mangiamo un ottimo ‘’briam’’ che non é altro che un mix di verdure in padella
al pomodoro fresco (non noto alcuna differenza con la ‘’ciambotta’’ che si
prepara nel sud dell’italia), seguita dalle solite eccellenti verdure di campo
spontanee. Il servizio é molto efficiente e veloce.
Taverna Elies_Kardamyli |
Dopo pranzo
ci fermiamo a Kardamyli per visitare la parte piú vecchia, purtroppo in questo
giorno della settimana (Martedi) gli edifici antichi ed il museo sono chiusi ma
comunque l’ambiente rimane molto suggestivo con le antichissime strutture in
pietra e l’immancabile caratteristica torre del Mani.
Kardamyli città vecchia |
Scattate
varie foto, torniamo all’auto e proseguiamo verso sud. Passiamo Stoupa e ci
fermiamo ad Agios Nikolaos. La prima sosta é la chiesetta sul lato nord del
villaggio, chiusa ma molto carina anche perché da proprio sul mare ed ideale
per qualche foto. Quindi ci spostiamo piú verso il centro del villaggio e
parcheggiamo per fare un giro a piedi sul lungomare. Situazione molto
tranquilla con bar e taverne che si affacciano sul porticciolo. Rientrati in
auto ci avviciniamo alla spiaggia a sud del villaggio, Pantazi, per un altro
bagno. Anche qui molto spazio per tutti, la spiaggia é di sabbia mista a
breccia grigia, non una delle piú belle ma comunque ok. La parte Nord del Mani
é sicuramente bella, in ogni caso resta un tantino piú turistica forse perché
piú vicina a Kalamata ed al suo aereoporto.
Un’oretta
piú tardi continuiamo verso sud. La strada si allontana un pochino dalla costa
rocciosa e si attraversano vari villaggi con delle belle chiesette fino ad
arrivare ad Itilo. Oltre Itilo si inizia a scendere verso la bellissima baia omonima,
arrivando cosí a Neo Itilo.
Baia Neo itilo |
Il nostro alloggio é l’Amphitrite's House.
Trattasi di una casetta a piano terra con tetto a spiovente, praticamente sul
mare. Tra l’uscio di casa e´l’acqua della baia vi é solo una stradina. È posta
alla fine di Neo Itilo, prima del bellissimo e tranquillissimo cocktail bar
(Aperanto Galazio – Blu infinito in italiano) che ha una fila di tavolini posti
vicino al muretto che separa la stradina dal mare. Si ha inoltre una
meravigliosa vista sulla baia, praticamente la stessa prospettiva che si ha dal
nostro alloggio. La sera il bar offre un bel gioco di luci colorate nel buio
quasi totale di questa parte della baia. Non vi é mai troppa gente e sempre una
bella musica di sottofondo, un ambiente molto gradevole. Di fronte ai tavolini,
all’altro lato della stradina vi é la struttura del bar in pietra, con una
scala che sale al terrazzino antistante all’entrata dell’edificio con altri
tavoli e divani. Davvero un bel posto, tranquillo e senza rumori eccessivi che
possano disturbare il vicinato durante la notte.
Entrando nel
nostro alloggio quindi, ci accoglie la simpaticissima Litsa che abita a un
centinaio di metri nel villaggio di Neo Itilo. La casa é una meraviglia, in
pietra locale con una bella cucina e camera da letto. Vi é anche un tavolino
all’esterno ed una doccia all’aperto sopra la scalinata. A giorni alternati,
Litsa ci porta qualcosa di delizioso per colazione e tutto preparato da lei: frittelle
ripiene di feta e una specie di ottimi taralli fritti al limone, pietanze
contornate da meravigliosa frutta locale. Peccato non possiamo abusare dei
fritti per via della nostra dieta gluten free. Quindi giusto il tempo di
pensarci e Litsa si presenterà una mattina con un bel vassoio contenente una
succulenta frittata di zucchine e patate locali accompagnata da un pane senza
glutine con aggiunta di banana fatto da lei e restiamo…. a bocca aperta. In
seguito la serata, anzi nottata, finisce con la sudatissima semifinale vinta ai
rigori contro la Spagna. Ebbene si, siamo in finale!
Amphititre's House |
7
Luglio Neo Itilo - Limeni – Aeropoli
L’interminabile partita di ieri é finita
all’una di mattina in Grecia. Stamattina mancano all’appello non solo qualche
ora di sonno ma anche un bel pó di energie a causa della ‘’sofferenza’’ di ieri
sera e per l’adrenalina liberata prima di andare a letto. In ogni caso, le
energie appaiono magicamente appena si mette il naso fuori dalla porta visto
che lo spettacolo che si ha intorno é sempre stimolante. Meno male che oggi é indetto un giorno di relax. Quindi
approfittiamo del fatto di aver tutto quello di cui abbiamo bisogno nel raggio
di pochi metri. Prima peró facciamo una capatina a Limeni che dista circa un
paio di chilometri dalla nostra casetta. All’arrivo la vista della baietta di
Limeni non delude le aspettative. Mare cristallino azzurro chiaro, il fondale
cosí visibile che dall’alto le barche sembrano sospese nell’aria anziché
galleggiare. Le case sono costruite sulle prime rocce, praticamente sull’acqua
e sono caratterizzate dalla tipica pietra del Mani. Il villaggio é anche famoso
per la presenza delle tartarughe: Litsi ci ha spiegato che prima ve ne erano
molte di piú fino a quando hanno probito ai pescherecci di venire a pulire le
reti nella baia.
Limeni |
Dopo alcune
fantastiche foto e qualche avvistamento delle grandi testuggini, saliamo il promontorio
della baia fino ad Areopoli per fare una spesa e riempire il nostro
frigorifico.
Areopoli si
presenta con un fascino particolare. Di mattina non vi é molta gente in giro ed
i tavoli dei locali non occupano molto spazio sulla via principale, a differenza
della sera. Gli edifici riflettono lo stile regionale, ogni angolo é
minuziosamente adornato da gestori di bar e taverne creando graziosi spazi
intimi nelle piazzette, sulle terrazze e nei cortili interni. Molto bella é
anche la chiesa principale a cui si arriva alla fine della via dei locali,
mentre tornando all’entrata del centro storico ci si rende conto del bellissimo
sfondo offerto dalla montagna che sovrasta Aeropoli, arida e dalla forma
particolarmente geometrica che sembra essere stata tagliata da un’opera
ingegneristica. Compriamo quindi un pó di frutta e verdure in un mini market e
torniamo verso casa.
Aeropoli |
Passiamo il
pomeriggio di fronte casa. Alcune persone del luogo sono in acqua, una scaletta
da piscina é posta a pochi metri da noi per facilitarne l’ingresso. Non vi sono
mai piú di due o tre a fare il bagno, generalmente le solite e simpatiche
signore munite di cappellino che trascorrono forse ore a mollo parlando tutto
il tempo…che magicamente si ferma. Diciamo che sono proprio queste le
situazioni che chiedevamo a questa vacanza (io forse un pó di piú) per dare un
break alla vita a volte troppo dinamica della città. Ogni tanto si ha davvero
il bisogno di fermarsi e di non avere piani ma godersi il momento e farlo magari
in un posto meraviglioso come questa baia di Neo Itilo. Se non si trovano cose
da fare non preoccupiamoci, annoiarsi ogni tanto fa anche bene e stimola la
creatività. Anche se in Grecia, non ci annoieremo mai!
Neo Itilo Amphitrite's House |
8 Luglio Paralia Dirou - Pirgos Dirou – Mezapos – Gerolimenas -
Vathia - Porto Kagio - Lagia - Kokkala
La sveglia é abbastanza presto ed il programma
davvero eccitante: oggi é uno dei giorni piú ricchi visto che ci aspetta un bel
giro per tutta la penisola meridionale del Mani.
Si attraversa di nuovo Limeni prima di
risalire su ad Aeropoli e quindi si prosegue verso sud. Come prima tappa
l’intenzione é quella di fermarsi alla spiaggia delle grotte di Diros. Quando
arriviamo in prossimità delle grotte troviamo dei lavori in corso e ci indicano
che non é possibile andare oltre. Le grotte infatti sono temporaneamente chiuse
per il Covid e ne stanno approfittando per riparare la strada. Torniamo quindi
indietro e deviamo per Paralia Dirou per un breve stop. La spiaggia é di
ciottoli bianchi con un mare stupendo, vi sono un pó di camperisti accampati.
Paralia Dirou |
Sapendo che ci aspetta un bel giro, dopo una
quindicina di minuti e qualche foto proseguiamo sulla strada verso sud. Quindi
a Lefkias attraversiamo di nuovo l’incrocio dove a destra si va per le grotte ma
subito dopo ci fermiamo per un altro motivo. Restiamo attratti dalle ceramiche
esposte da due negozietti ed entriamo in quello sul lato destro della strada.
Davvero restiamo abbagliati dalla bellezza delle ceramiche colorate fatte a
mano dai locali. Non
riesci a sceglierne una che subito ne trovi un’altra piú bella. Compriamo
quindi tre ciotoline con delle fantasie straordinarie. Avendo chiacchierato per
un pó durante la scelta degli oggetti, il proprietario ci cheide di dove siamo
e dopo aver appreso le nostre rispettive nazionalità con un gran sorriso ci
risponde ‘’We are the same!’’. Non mi stancheró mai di
ripetere di quante volte me lo sono sentito dire in Grecia e che davvero ogni
volta che ci torno mi sento sempre piú a casa, non solo per come vengo accolto
ma appunto perché sembra tutto come a casa. Dopo aver conosciuto varie persone
di ogni nazionalità in giro per l’Europa posso dire che c’é un comune
denominatore che associa i comportamenti e la vita sociale dei popoli del
Mediterraneo, soprattutto greci e latini. Inoltre avendo vissuto in 4 paesi
esteri, mi sento di dire che certe scene per strada le vedo solo in Grecia e da
noi, sicuramente al sud dell’Italia che guarda caso é stato per secoli parte
della Magna Grecia. I Romani in seguito hanno cambiato lingua e politica
amministrativa ma comunque non hanno mai abbandonato il mito del mondo
ellenico, rimanendone sempre affascinati e di conseguenza certi usi e costumi
sono rimasti in comune, proprio come sostiene questo signore.
Seguiamo quindi la nostra rotta che ci porta
su una strada secondaria non lontana dalla principale. A detta della nostra
guida Lonely Planet, varrebbe la pena deviare ed attraversare vari minuscoli
villaggi come Drialos e Vamvaka. Piú che villaggi, trattasi di qualche casa attorno alle tipiche torrette
del Mani non in buono stato. Niente di orribile chiaro ma
a noi francamente non ha entusiasmato. La strada quindi si ricongiunge a quella
principale poco prima del bivio per Mezapos, dove arriviamo dopo qualche
minuto. La baietta di Mezapos é semplicemente straordinaria, si sviluppa a ferro
di cavallo ed è circondata dall’alta falesia di argilla. Vi sono tante barche
colorate e l’acqua é di una limpidezza unica con tonalità dal verde al turchese
che fanno un bellissimo contrasto con il giallo dell’argilla. Facciamo
innumerevoli foto e ci rimettiamo in macchina.
Mezapos |
Dopo una quindicina di minuti arriviamo
all’altra bellissima perla del Mani: Gerolimenas. Parcheggiamo e ci installiamo
con l’ombrellone nella baietta sulla spiaggia di ciottoli bianchi. L’acqua é
marcata da vali colori che vanno dal verde al dorato e poi turchese, fossi un
pittore troverei qui l’ispirazione per un quadro dai mille colori. Dopo diversi
bagni di acqua e di sole, decidiamo di andare a mangiare alla taverna ‘’Mani
Mani’’, scelta azzeccatissima. Veniamo trattati benissimo, il cameriere che
sembrava essere uscito da un film di Al Pacino, nonostante il suo aspetto un pó
da gangster, parla un ottimo inglese e con tanta pazienza ci suggerisce i
migliori piatti per la nostra dieta. Su suo consiglio ordiniamo un’orata rossa
(deve essere una varietà locale) con le solite verdure spontanee. Ci sediamo al
fresco proprio di fronte alle barche colorate. Alla mia domanda se il pesce che
stava consigliando era fresco, mi fa una faccia sorridente del tipo ‘’mica ci
vuoi offendere’’ e indica i colleghi al nostro fianco che hanno appena messo in
moto il mini peschereccio. Tutto quello che offrono viene da quella barca. Spieghiamo
che purtroppo non possiamo bere vino e quindi solo acqua. Lui ci propone un
succo di frutta o bevande gassate e io gli faccio notare che quando mangio se
non é vino é acqua. Lui ci guarda sorridente e capisce che deve un pó tornare
alle sue tradizioni con noi ma chissà nella sua carriera quanti ne ha visti di
turisti accompagnare una pizza con un cappuccino o mangiare un ottimo pesce
grigliato sorseggiando un succo al mirtillo…chissà che obrobri gli tocca
guardare! L’orata era semplicemente squisita e le verdure assolutamente
fantastiche. Chiediamo il nome di questa bontà, lui ci dice che viene colta li
sulle montagne e capiamo che non vale la pena soffermarsi sul nome in greco….mi
vengono in mente le cime di rapa che in Puglia hanno un sapore ed in Campania uno
totalmente diverso, per questo le chiamano in altro modo (friarelli). Cosi come
in Portogallo le cime di rapa hanno un’aspetto e sapore ancora differente, quindi
le chiamerei semplicemente verdure spontanee del Mani, non credo vi sia una traduzione
in inglese tantomeno in Italiano (potrei dirvi decine di verdure spontanee che
crescono solo in specifiche zone della Puglia e che non hanno un nome in
italiano). In ogni caso io vado pazzo per (quasi) tutte le erbe spontanee
commestibili, ovunque vada nel Mediterraneo. Terminato il pranzo, scambio due
chiacchiere con il nostro cameriere gentleman dall’aspetto un pó ‘’picciotto di
Scarface’’ e mi dice che viene da Atene. In estate il Mani é bello ma in
inverno ci si annoia tanto…bé in effetti passare da una città di 5 milioni di
abitanti ad una con qualche decina in inverno richiede anche un minimo di
capacità di adattamento, questo é vero. Ma almeno sei in un angolo di paradiso
dove tutto é salutare! Quindi salutiamo tutti e proseguiamo a piedi lungo la
baia di Gerolimenas, dove tra le case in pietra si aprono scorci fantastici
sulla baia. Quest’ultima come tipologia non é molto diversa da Limeni ma rimane
un pó piú autentica e meno affollata.
Gerolimenas |
Tornati in auto si continua a scivolare la
penisola verso sud e ci fermiamo a Vathia, villaggio abbandonato e
caratterizzato dalle case tipiche in pietra locale e dalle torrette che
svettano tra di esse. Facciamo un giro a piedi, molte case sono in pessimo
stato, altre tenute abbastanza bene ed alcune ristrutturate (anche se non ci
vive proprio nessuno). In una piccola piazzetta troviamo una sedia di quelle
tipiche in vimini davanti ad una porta e facciamo qualche foto li seduti.
Vathia |
Poi accendiamo il motore e continuiamo. Proseguendo
dopo Vathi si é abbastanza alti sulla costa ed all’improvviso si ha la vista
sull’ultima parte della penisola con la spiaggia di Marmari ai piedi della
montagna arida e sinuosa che sembra il corpo di un serpente che entra nel mare.
La vista é davvero bella, decidiamo di non raggiungere l’estrema punta
meridionale a piedi fino al faro di Capo Tenaro e quindi deviamo direttamente
per Porto Kagio.
Capo Tenaro |
Porto Kagio, non ci sembra vero. Una baia che
si apre solo ad un’estremità formando un bel cerchio di acqua limpidissima. Lo
scenario dell’alto della montagna che sovrasta la baia é sensazionale. E poi il
villaggio, consistente in pochi alloggi e taverne a ridosso della spiaggetta. Le
taverne hanno i tavoli sotto l’unica fila di ombrelloni che é praticamente sul
bagnasciuga. Se si sta cercando una location per farsi qualche giorno casa e
spiaggia qui é perfetto. Si é fuori dal mondo e penso non vi sia altro posto
piú adatto al completo relax, assolutamente da provare almeno una volta nella vita
e perché non una volta all’anno. L’impressione che si é avuta invece di Marmari
dall’alto é che fosse un pó piú turistica mentre Porto Kagio é definitivamente
il top!
Porto Kagio_taverna |
Dopo le foto di routine prendiamo l’auto
parcheggiata sulla spiaggia (sono gli unici 20 metri di porto Kagio percorribili
in auto) e ci dirigiamo questa volta verso nord, lungo la costa est del Mani.
Da Porto Kagio risaliamo verso la montagna da dove si ha una vista spettacolare
ed un pó adrenalinica sulla baia.
Porto Kagio |
Dopo una ventina di minuti si raggiunge Lagia
e restiamo incuriositi dalla chiesa in pietra che ín quel momento era visibilmente
aperta. Entriamo e rimaniamo estasiati dal suo interno. Si tratta di una chiesa
non molto antica, all’incirca di 200 anni. Gli abitanti di Lagia la conservano
come un gioiello ed é caratterizzata dai suoi affreschi con colori molto vivaci
che rappresentano varie icone. Assolutamente da visitare se si é li di
passaggio.
Lagia_Chiesa Assunzione |
Quindi la rotta verso nord ci conduce a
Kokkala dove dall’interno dell’abitacolo scorgiamo due belle baie nel villaggio:
la prima piu´piccola con qualche barca attraccata e l’altra, piú avanti, é a
ridosso delle case con una simpatica chiesetta grigio-rossa in pietra alla fine
dell’estremità della spiaggia a sinistra. La nostra meta predefinita in realtà
sarebbe la spiaggia di Alipa piú a nord. Dico ‘’sarebbe’’ perché già lungo la
strada non eravamo molto convinti di abbandonare Kokkala ed una volta arrivati
ad Alipa (bella per carità ma minuscola), decidiamo di tornare alla spiaggetta
di Kokkala per passare un pó di tempo. La spiaggia é di ciottoli ed é
frequentata solo dai pochi locali. A quell’ora del pomeriggio vi é solo qualche
famiglia del posto o qualcuno che, rientrato dal lavoro, si gode questa meraviglia
di fronte casa ogni giorno prima di cenare. Ed é proprio questo che cerchiamo
in questo momento: un bel posto immerso nella vita di ogni giorno che, per i
piú fortunati, si puó concludere con un bagno davanti casa al termine di un
duro Giovedí di lavoro. Tranquillità totale, mare stupendo e la bella chiesetta
che fa da ciliegina sulla torta. Il nome della spiaggetta é Paralia Soloteri.
Kokkala_Paralia Soloteri |
Dopo questo lieto fine, risaliamo la costa est
senza fermarci altrove se non al supermercato di Aeropoli, prima di riscendere
alla ‘’nostra’’ baia di Neo Itilo. Aeropoli di sera si trasforma, a noi in
realtà ci sembra addobbata per una ricorrenza speciale con tavolini e
decorazioni dappertutto. Incuriositi, chiediamo ad un cameriere che ci risponde
‘’nei weekend d’estate qui é sempre cosí!’’.
È stata una lunga giornata nel profondo Mani che ci ha regalato davvero delle
belle emozioni.
9
Luglio Valtaki Beach - Gythio - Skoutari - Kotronas
Alla sveglia
dobbiamo un attimo rivalutare i nostri piani per questa giornata. Il programma
iniziale prevedeva Mistras ed il museo dell’olio di Sparta. Le giornate peró sono
troppo calde per avventurarsi nell’entroterra, sapendo che Mistras richiede ore
di camminata in salita anche nelle ore piú torride. Da quelle parti si
prevedono oggi picchi di 42-43 gradi e rinunciamo a malincuore, includendo peró
Mistras e Sparta nella lista del prossimo viaggio
autunnale/invernale/primaverile alla scoperta dei siti archeologici in aggiunta
ad Olimpia, Antica Corinto, Micene, Epidauro, qualche giorno ovviamente ad Atene
e magari una capatina a Delfi. L’altra metà del programma é peró salva e quindi
ci dirigiamo in direzione Gythio. Oltre la città, risalendo verso nord, ci
fermiamo alla spiaggia di Valtaki, quella del relitto per intenderci.
Lunghissima distesa di sabbia con acqua limpida. Come anche altra gente,
facciamo una passeggiata fino alla nave abbandonata per qualche foto
scenografica.
Valtaki beach |
Mangiamo
qualcosa sotto l’ombrellone e torniamo verso Gythio. A Gythio passeggiamo un pó
sul lungomare e nella penisola del porto fino al faro militare. Poi giusto il
tempo di comprare la solita e preziosa cartolina per la collezione di Irene (ne
ha una per ogni posto di passaggio o visitato in Europa) e ci incamminiamo
verso sud lungo la costa est. Costeggiamo prima la baia di Skoutari e ci
fermiamo per qualche foto in questa bella spiaggia. In seguito, raggiriamo il
promontorio e giungiamo all’altra baia di Kotronas. Prima del villaggio
adocchiamo una bella chiesetta costruita su un piccolo scoglio sul mare
collegato alla costa da un ponte in pietra. Il nome della chiesetta é Agios
Spiridos. Per arrivarci, dalla strada principale si prende uno sterratto che
dopo qualche metro finisce davanti ad una casa. Li si parcheggia e si continua
per il sentiero. In meno di 10 minuti si é sulle scale che scendono alla
chiesa. Il paesaggio é spettacolare come pure le foto prese sull’isoletta.
Kotronas_Agios Spiridos |
Tornati alla
mchhina, attraversiamo quindi Kotronas e ci fermiamo oltre il villaggio per
visitare l’altra meravigliosa spiaggia di Paralia Skopà. Le due baiette sono
separate dal piccolo istmo che collega la costa dalla penisoletta di Skopà dove
vi é una chiesetta ed una spiaggetta nascosta. Il mare é semplicemente
meraviglioso, é uno di quei posti dove fermarsi a dipingere.
Kotronas_Paralia Skopà |
Quindi é
ormai tardo pomeriggio e ci rincamminiamo verso Neo Itilo, fermandoci solo per
osservare uno splendido tramonto lungo la strada presso Limeni.
Tramonto a Limeni |
10
Luglio Areopoli - Neo Itilo
Dopo i tanti
chilometri degli ultimi due giorni, oggi rimaniamo in zona …é una giornata a
‘’chilometro zero’’. Sappiamo che ad Aeropoli c’é un mercatino settimanale dove
ogni Sabato dove gli agricoltori locali offrono il frutto del loro lavoro.
Pertanto in mattinata ci dirigiamo al mercatino che si svolge poco fuori dal
centro storico. Vendono tutti i tipi di frutta e verdure locali, prodotti
naturali per la pelle, miele e diversi té. Qualcuno vende anche delle galline.
Compriamo un sacco di prelibatezze ma quello che piú ci ha incuriosito é stata
la vlita, una verdura di campo (credo spontanea) che in seguito, per pranzo, mischieremo
a degli ottimi finocchietti selvatici locali….una meraviglia.
Spesa al mercatino di Aeropoli |
In questi
gorni c’é un simpatico gattino di qualche mese di età che viene a farci visita
per un pó di cibo e carezze e che viene ovviamente coccolato da Irene. Ha un
pelo bellissimo di un grigio pastello e degli occhi fantastici. Ci chiediamo da
dove venga visto che dal suo aspetto non sembra proprio essere randagio. Dopo
aver mangiato e riposato, ci godiamo un pó di ore nella baia di fronte casa a
fare il bagno dove le solite signore con cappellino rimangono li a mollo in
eternità tra e chiacchiere e risate. Il piano per cena sarebbe Limeni ma c’é
fin troppa gente per il limite di assembramento pandemico, in ogni caso approfittiamo
dello splendido tramonto ben visibile dalla parte alta del villaggio. Quindi, per
cena scegliamo di tornare a Neo Itilo, e raggiungiamo il ‘’Black Pirate fish
taverna’’ dove vi é ‘’l’esposizione premanente’’ dei polpi a seccare al sole.
Scegliamo quindi polpo grigliato e pesce fresco su consiglio della cameriera.
Buona cena contornata dalle solite verdure locali. L’unica cosa che non ci ha convinti
é stato proprio Il polpo: buono ma quello che ci era stato proposto sembrava
fin troppo essiccato per metterlo sulla griglia. Anche i prezzi un tantino piú
cari della media. Finita la cena, passeggiamo fino a casa e andiamo a letto.
11
Luglio Limeni - Neo Itilo - Moni
Dekoulou
Oggi é il
grande giorno, in senso calcistico. Stasera c’é la finale dell’Euro 2021 (o
2020 non si é capito) Inghilterra – Italia. Gioco in anticipo e scambio alcuni
messaggi di in bocca al lupo con il mio capo che appunto é inglese, arrivando entrambi ad un
accordo che il risultato finale non guasterà l’ottimo rapporto lavorativo in
essere. Io aggiungo che in ogni caso spero la perdente possa avere la
possibilità di rivalersi ben presto e lui mi dice che probabilmente non
riuscirà a vivere per altri 70 anni per rivedere l’Inghilterra di nuovo in
finale, un gran tocco di british houmour. Come programmato andiamo di buon
mattino a Limeni per un bagno prima che arrivi troppa gente. Beh bisogna dirlo,
forse qui a Limeni ho visto l’acqua piú limpida, almeno della zona del Mani.
Praticamente una piscina. Quando la gente inizia ad affollare la baietta,
andiamo a prendere un kayak che si puó noleggiare al molo piú avanti ad un
prezzo ragionevole. Remiamo quindi su e giú per la baia scattando delle foto
meravigliose con la GoPro. In seguito ci fermiamo presso il molo degli sport
aquatici per prendere un pó di sole e e per un bagno. Ad un certo punto
avvistiamo le ennesime tartarughe. Ora, noi abbiamo sentito varie storie di chi
anche qui nel gruppo é stato morso ed é dovuto ricorrere ad antibiotici. Una
delle tartarughe si dirigeva verso una ragazza francese incinta che era in
acqua con l’altro figlio. Noi l’avvisiamo della presenza delle testuggini e lei,
seppur dicendo di non aver paura, comincia ad allontanarsi. Ne viene fuori una
conversazione di qualche minuto, la ragazza ci inizia a fare domande sulla
nostra provenienza e come mai parliamo francese (visto che nessuno di noi due
lo é, lunga storia non c’era il tempo necessario). Poi vedo altra gente che
invita i bambini ad allontanarsi per la presenza delle tartarughe. Dopo una
prima fuga, un gruppo di 5-6 bambini muniti di maschera si mette
all’inseguimento delle testuggini arrivando praricamente a toccarle. Che dire
al di là dell’eventualità che potessero essere morsi, si sono divertiti come
matti ed hanno avuto una di quelle esperienze uniche e salutari che ogni
bambino dovrebbe avere, lontano dalla tecnologia ed a contatto con la natura
che li ha creati. È stata quindi una situazione all’inizio un pó concitata ma
che poi si é trasformata in una di quelle scene di un film, tipo Flipper.
Torniamo a
pranzare a casa che é ad un paio di chilometri da Limeni. Poi nel pomeriggio ci
rechiamo al Moni Dekoulou, un monastero situato poco sopra la baia di Neo Itilo.
Arriviamo all’entrata e ci sembra chiuso. In realtà parte dell’edificio
comprende un’abitazione dove un signore sulla sessantina stava riposando sulla
veranda. Chiediamo se fosse chiuso e lui in qualche modo ci dice di attendere
facendoci capire che qualcosa stava per accadere. Compare sua moglie accompagnata
da una simpatica e vivace bambina che doveva essere la loro nipote. Ci fa cenno
di seguirla e ci apre la chiesa all’interno del monastero. Gli affreschi
interni sono pazzeschi, assolutamente da visitare. Irene chiede se fosse
possibile dare un’occhiata al di là dell’iconostasi, la signora suggerisce con
il dito verso di me ‘’Kyrios né’’, vale a dire che solo agli uomini é
permesso varcare il portale. Quindi mi assumo io la pesante responsabilità di
tirare le foto alle meraviglie che sono oltre l’iconostasi, ricordandomi che
Irene é molto precisa con la camera fotografica.
Moni Dekoulou |
Dopo aver
lasciato un’offerta, torniamo giú alla baia e facciamo un pó di footing fino
alla spiaggia di Neo Itilo. Qui entriamo in acqua per un bel bagno: la spiaggia
non é da mettere sul desktop del computer ma comunque bella. È di sabbia
leggermente piú scura e si deve camminare per un pó fin quando l’acqua arrivi a
coprire tutto il corpo. Da qui inoltre si ha la prospettiva frontale della
baia, dato che la spiaggia è posta proprio al centro della ‘’u’’.
Ceniamo a
casa e poi passiamo un pó di tempo all’Aperanto Galazio, il bar affianco al
nostro alloggio. Mentre saliamo le scalette dell’edificio per avvisare la
cameriera della nostra presenza, ci ritroviamo il gattino di fronte a noi che
appartiene proprio al locale. Raccontiamo alla cameriera che era solito venire
da noi in questi giorni e lei in realtà ci dice che stanno cercando qualcuno a
cui darlo….non fosse stato per l’aereo Irene avrebbe sicuramente ‘’chiuso l’affare’’
al momento senza pensarci, era davvero bellissimo. Trascorriamo piacevoli
istanti di fronte alla baia illuminata di sera sotto un cielo stellato,
attorniati dalle luci colorate del locale a sorseggiare due ottimi cocktail (il
menu ne aveva un centinaio!).
Quindi é
arrivata l’ora, alle 22 c’é la finale che terminerà all’una di notte in Grecia anche
questa volta a lieto fine, con quell’attimo di suspense dopo l’ultimo rigore
parato da Donnarumma dato che lui non aveva esultato perché magari non aveva
fatto bene i conti. Non si accorse di essere già Campione d’ Europa lasciando
un pó di persone con il dubbio (specialmente me visto che il commentatore tv
era Greco), poi chiarificato dall’orda di giocatori azzurri che lo hanno
assalito per abbracciarlo. I festeggiamenti per me sono complicati anche perché
domattina dobbiamo lasciare l’appartamento e ci aspetta una lunga giornata in
auto. In ogni caso si va felicemente a dormire con una buona dose di adrenalina
accumulata che impedisce il sonno nelle prime ore.
12
Luglio Kiparissi – Monemvasia
Litsa si
presenta poco prima della nostra partenza con altre delizie tra cui un sacco
pieno di una specie di biscotti fritti a forma di grandi taralli aromatizzati al
limone. Una squisitezza, peccato che non possiamo mangiarne troppi. Qundi dopo
un caloroso addio con Litsa, partiamo per la nostra prima tappa di oggi:
Kiparissi (straconsigliata dalla nostra Ornella).
Risaliamo la
baia fino ad Areopoli e deviamo all’interno raggiungendo nuovamente Gythio.
Oltre la città ammiriamo nuovamente la vista sulla spiaggia del relitto e
continuiamo lungo il Golfo di Laconia. Dopo Skala, iniziamo ad addentrarci
all’interno della regione fino a raggiungere le montagne della Laconia sul lato
orientale. Qui il paesaggio é assolutamente autentico, per lunghi tratti non si
incrociano auto, solo roccia, qualche villaggio e verdi vallate. Poco prima del
mare, quando già lo si inizia a scorgere dalle alte montagne rocciose, si apre
uno stupendo spettacolo con la strada che percorre le gole. Non saprei dire
dove di preciso ma credo sia all’altezza della chiesa di Agia Paraskevi.
Quindi piano
piano si scende verso la meravigliosa baia di Kiparissi che forma come
un’immenso anfiteatro verde con le montagne alle spalle. Arrivati al grazioso
porticciolo dove tanti ragazzi si divertono a tuffarsi in acqua, facciamo
qualche foto dal molo e poi ci installiamo sulla lunga spiaggia al lato del
villaggio.
Kiparissi |
Dopo aver
fatto il bagno e mangiato sotto l’ombrellone, ci prepariamo per lasciare
Kiparissi. Prima peró decidiamo di dare un’occhiata all’altra spiaggia che si
intravede sul lato sinistro, oltre Mitropoli che é praticamente a 2 minuti di
auto. La spiaggia l’avevamo ‘’sbadatamente’’ ignorata. Quando arriviamo alla
spiaggia di Agia Kyriaki, questo é il suo nome, capiamo che la prossima tappa
puó definitivamente aspettare. Questa é in assoluto la spiaggia pú bella dei
nostri 19 giorni nel Peloponneso. Di ciottoli banchi e grigi, l’acqua
limpidissima con tonalità dal verde al turchese. Da qui si ha la prospettiva
completa della baia di Kiparissi. Inoltre non c’é molta gente. Alcuni sono
locali tra cui si contraddistingue una coppia sulla settantina che é in ammollo
per tanto tempo e piano piano si fa tutta la baia discutendo animatamente,
forse litigando. Pur andando lontani i loro cappellini ne indicavano la
posizione, in ogni caso la loro presenza si sentiva soprattutto per i decibel
emessi. Non capisco il greco. Amo comunque le lingue melodiche come quelle
latine e appunto il greco piuttosto che quelle monocorde che nascondono le
emozioni anziché manifestarle e dove non si capisce a volte se chi parla é
triste o felice, sereno o arrabbiato. Passiamo quindi un paio d’ore tra bagni e
foto. Spicca la presenza di qualche yatch di lusso. È davvero un paradiso che
non puó non attrarre anche i ricconi, tra l’altro era anche una delle mete
preferite della principessa Diana d’Inghilterra.
Paralia Agia Kyriaki_Kiparissi |
A seguire
partiamo per la prossima destinazione: Monemvasia. Risaliamo l’alta costa
laconica e scendiamo fino a Limeni Gerakas dove si attraversa un lago costiero.
Verso Limeni Gerakas |
Proseguendo,
dietro le montagne si raggiunge il golfo che precede Monemvasia. Da qui si ha
una stupenda prospettiva del gigantesco sasso su cui Monemvasia é stata
costruita, specialmente a quest’ora del tardo pomeriggio. Si ha la sensazione
di essere immersi in un paesaggio mitologico, con la montagna che sovrasta il
golfo ed ovviamente il titanico scoglio che la fa da padrona. Decidiamo di fare
una prima visita alla parte antica prima del check-in, approfittando della
temperatura meno calda a quest’ora. Parcheggiamo l’auto lungo la strada che
precede la porta di entrata a Monemvasia. Ovviamente vi é piú gente a Monemvasia
rispetto agli altri posti in cui siamo stati, in ogni caso si riesce a
mantenere il distanziamento sociale visto che non vi é una vera e propria
calca. Da qualche giorno il Regno Unito ha permesso nuovamente i viaggi in
Grecia e la presenza di turisti britannici si nota abbastanza facendo lievitare
il numero complessivo. Il villaggio é assolutamente bellissimo, con gli edifici
costruiti in pietra. Si respira il profumo di storia in ogni angolo. Saliamo
quindi le scale che portano ai resti della città antica. Da qui si ha una vista
spettacolare su Monemvasia ed il mare. Gli edifici sono in stile veneziano e
turco con le case disposte a strati sul rilievo della montagna, come se fossero
sedute su una tribuna con la fila successiva un pó piú bassa di quella
precedente. Il colore dei tetti é ocra, che crea un bell’effetto con le mura
gialle ed il mare azzurro. Le cupole di probabile origine ottomana regalano un mix
mediterraneo e medio orientale coinvolgente. Si avverte proprio il privilegio
di trovarsi in un posto unico, correttamente preservato nel corso del tempo.
Monemvasia |
Andiamo quindi
al nostro alloggio, il Villa Cazala che si trova a Gefira, la città a ridosso
del ponte che collega la costa al grande sasso di Monemvasia. L’alloggio é uno
degli ultimi verso la montagna da cui si ha una vista meravigliosa. Con nostra
sorpresa il simpatico gestore ci concede la camera superior con free upgrade.
Evitiamo di cenare fuori visto che Monemvasia é piú affollata, ricordandoci
sempre di dover fare un test Covid in Grecia prima di rientrare.
13
Luglio Monemvasia - Kosmas – Plaka
La vista dal
nostro balcone é stupefacente. La giornata, come tutte quelle trascorse finora,
é limpidissima. Il Il grande ‘’gianduiotto di pietra’’ posto nella baia é
proprio di fronte a noi. Come già detto, siamo piú in alto rispetto al
lungomare e da qui si vede praticamente tutto.
Monemvasia dal Villa Cazala |
Facciamo
quindi il check-out é torniamo a Monemvasia per fare altre foto con piú luce, dalla
parte antica posta in cima alla montagna, lungo le mura del villaggio nonché
tra gli angoli e giardini interni. Ogni scorcio fa scena a sé. Molto suggestivo
anche camminare lungo le mura laterali all’altro lato di Monemvasia dove é
situata la porta di entrata sul lato Est.
Monemvasia |
Monemvasia |
Come
programmato, rinunciamo purtroppo a Elafonissos per via del test obbligatorio e
partiamo in direzione Leonidio, dove trascorreremo le prossime due notti.
Lasciamo la costa per addentrarci sulle montagne della Laconia fino ad
arrampicarci a Nord su quelle dell’Arcadia. Qui ci preserviamo una pausa a
Kosmas dove la temperatura scende di almeno 7-8 gradi, per la gioia di Irene
che stava soffrendo i 40 gradi di questa giornata e giustamente ora esulta ad
ogni grado in meno segnalato dal l’automobile man mano che si sale la montagna.
Kosmas infatti é a circa 1100 metri di altitudine e la vegetazione é quella
tipicamente di montagna. Le taverne sono poste nella piazza principale, sotto
il fresco di alberi immensi e di fronte alla bellissima chiesa. Mangiamo
benissimo alla taverna Meleatis Apollon ma credo si mangi ottimamente un pó
dappertutto qui. In seguito compriamo un pó di prodotti locali nei negozietti
vicino alla chiesa e presso una signora ambulante che aveva improvvisato un
punto vendita da quelle parti.
Kosmas |
Lungo la strada
verso Leonidio ci fermiamo a visitare il Moni Elonis, altro monastero costruito
nella roccia. Diamo un’occhiata alla bellissima chiesetta e scambiamo due
chiacchiere con il monaco addetto al negozio di souvenir. Tutto molto bello ma
l’esperienza nei monasteri del Menalon ci ha entuasiasmato di piú. Mentre
quelli restano piú autentici, sembra che quest’altro monastero si sia adeguato un
pó piú ai turisti che ai pellegrini. Del resto é molto piú semplice arrivarci
perché é vicinissimo ad una strada principale.
Moni Elonis |
Nel primo pomeriggio
arriviamo quindi a Leonidio. Attraversiamo il villaggio all’ora della siesta e
ci sembra tutto deserto. Ovviamente con questo caldo quasi nessuno sta fuori.
Al di là di questo, a primo impatto non ci sembra esaltante come situazione. In
ogni caso proseguiamo fino a Plaka che non é altro che il porticciolo di
Leonidio dove abbiamo il nostro allaoggio, il Karantonis House. Trattasi di
maisonnettes in pietra locale su piú piani. La nostra era su due piani piú
terrazzo. Esteticamente bello e gli interni sono ok anche se ci aspettavamo un
pochino di manutenzione in piú. Diciamo che non si resta delusi dell’alloggio
ma manca un pó di quell’accoglienza e cura nei dettagli che abbiamo riscontrato
negli altri alloggi. In ogni caso il posto é carino. Fatto il check-in,
visitiamo la piccolissima Plaka e facciamo un bagno nei pressi del porticciolo.
Vi sarebbe una spiaggia lunga all’altro lato ma piú esposta al vento ed alle
onde. Torniamo quindi a Leonidio per comprare un pó di frutta e verdura
(eccellente materia prima, troviamo anche qui la vlita) e per cena rimaniamo a
casa.
14
Luglio Plaka – Leonidio
Dopo gli
ultimi giorni itineranti, oggi restiamo in zona e ce la prendiamo con comodo.
Di primo mattino torniamo alla spiaggetta del porticciolo di Plaka e
trascorriamo piacevoli momenti prima che il caldo torrido arrivi nuovamente. Anche
qui le ‘’signore col cappellino in acqua’’ sono tante. Questa volta abbiamo
l’occasione di immergerci in quest’abitudine e per caso parliamo con una di
loro per un bel pó facendo il bagno. Lei, nonostante appartenga ad una
generazione ben piú vecchia della nostra, parla un ottimo inglese. Ci racconta
che é di Atene e viene qui durante l’estate per ritrovarsi con le amiche e
poter rinnovare la sacra ‘’tradizione’’ delle ore passate in acqua a parlare
delle loro vite.
Al porto di
Plaka notiamo inoltre la presenza di numerosi mega catamaran, pensando di voler
organizzare un’escursione per il giorno dopo. In realtà poi scopriamo che si
tratta di una grande comitiva di turisti nordici che hanno affittato queste
imbarcazioni e Plaka non é altro che una delle tappe del loro viaggio.
Plaka-Leonidio_spiaggia |
Quando la
temperatura presagisce l’arrivo delle fiamme, torniamo a casa per pranzare e
riposare. Irene riesce solo a restare nel piano sotterraneo dell’alloggio dove
c’é qualche grado in meno. Poi una volta che lá fuori il peggio é passato, ci
dirigiamo a Leonidio per ora di cena. Ceniamo alla taverna ‘’En Leonidio 1904’’
perché vogliamo concederci una pizza e dicono sia molto buona. In effetti, la
pizza é stata davvero buona, non la identificherei né con l’originale pizza
napoletana né con la variante romana. Credo la si faccia da queste parti sin da
molto tempo e senza imitare troppo la nostra italiana ma conservando un proprio
stile. È pur sempre rotonda e preparata nel forno a legna ma ha un pó la sagoma
di una crostata con un’ottima croccantezza dell’impasto. La qualità e
freschezza degli ingredienti é una favola. In realtà abbiamo adocchiato gli altri
piatti serviti e ci siamo ripromessi che torneremo in questo ristorante per
provare altre cose, dovessimo tornare a Leonidio solo per questo. Io accompagno
la pizza con un ottimo bicchiere di vino rosé locale. Ultimamente ho preso
l’abito di preferire il rosé alla birra, in quanto l’amarognolo di quest’ultima
copre un pó il sapore degli ingredienti della pizza mentre il rosé li esalta.
Tra l’altro l’antica tradizione popolare a Napoli negli anni in cui comparve la
pizza, preferiva il rosé, anche questo proveniente dalla tradizione popolare,
dato che la birra non era ancora cosí diffusa. Finiamo la cena con un dessert
di melenzane, le quali si coltivano in tutti gli orti da queste parti.
Praticamente consiste in fette di melanzane arrotolate e cristallizzate al
miele…una gran bella sorpresa per i nostri palati. Prima di andare chiediamo il
nome del vino e la cameriera ci indica che é disponibile alla merceria di fronte.
Purtroppo lo vendono solo in bottiglie di plastica e temiamo si possa guastare
durante il viaggio, quindi desistiamo, comprando solo delle caramelle alla
resina giusto per curiosità (niente di esaltante, il liquore é tutt’altra cosa).
Leonidio la sera cambia totalmente volto. Tantissimi negozietti aperti, i
locali si riversano in strada. Famiglie con bambini in giro fino a notte
inoltrata, molti di questi giocano tranquillamente soli per strada e vanno in
giro. Mi sembra di rivivere le scene della mia infanzia mentre ora i bambini
che giocano per strada non si vedono piú, vuoi perché sono tutti presi dalla
tecnologia, vuoi perché l’aumento esponenziale delle informazioni e cattive
notizie disponibili grazie ad internet ha reso i genitori fin troppo paranoici sulla
sicurezza dei propri figli. Stasera si gioca AEK Atene - Olympiakos e non c’é
un bar o ristorante che non avesse lo schermo con la partita. Tutti gli uomini
a vedere il match, tutte le donne a passeggio e i bambini a giocare in gruppo
senza nessuno che li limiti eccessivamente. In questo momento ognuno é felice di
fare ció che piú desidera senza discriminazioni. È il messaggio piú bello che
ho ricevuto in questa vacanza dal Peloponneso che ci insegna come i ritmi delle
nostre vite dovrebbero andare un pó piú lenti, tornando ad alcune situazioni
semplici e salutari del passato.
15
Luglio Tigani Beach – Nafplio
Sveglia di
primo mattino, oggi la destinazione é Nafplio. L’aereo é domani sera, quindi
oggi ci attende il test covid a Nafplio che ci obbliga ad arrivare puntualmente
nel primo pomeriggio. Percorriamo dunque la costa dell’Arcadia verso nord, addentrandoci
sempre piú nel Golfo dell’Argolide. Per strada si susseguono le innumerevoli
baie e spiaggette con acqua meravigliosa, noi ci fermiamo per una lunga sosta a
Paralia Tigani. Anche questa molto bella, di ciottoli bianchi. Al centro vi é
la spiaggia libera ed a i lati due lidi, uno piú chic e l’altro piú adatto al
nostro mood fatto di autenticità. Prendiamo un’ombrellone a 7 Euro, che sarebbe
8 per tutto il giorno ma il gestore ci fa uno sconticino visto che dobbiamo ripartire
tra un paio d’ore. L’ombrellone, stile hawaiano, é ad un passo dal bagnasciuga,
munito di tavolino, lettini e perfino di un’amaca. Inoltre abbiamo a
disposizione i paddle e diversi giochi in acqua già inclusi nel prezzo.
Passiamo delle ore meravigliose, a tratti a parlare con il simpaticissimo
gestore.
Tigani beach |
Dopo pranzo
partiamo alla volta di Nafplio dove arriviamo poco prima delle 14, ora
dell’appuntamento per il test. Il laboratorio é la filiale LifeCheck di
Nafplio. Avevamo prenotato tramite email, l’infermiera molto paziente ci esegue
il test antigenico e ci invierà i risultati tramite email. Dopo 10 minuti il
risultato ci arriva e ci togliamo questa preoccupazione di un eventuale risultato
positivo. Arriviamo al nostro alloggio, il ‘’Jilda’s apartment with garden’’. La
famiglia che lo gestisce abita al piano superiore. Lo studio é ben fornito ed
ha uno spazio all’esterno tutto per noi. In ogni caso c’é bisogno di un’auto
per andare in centro da qui, visto che siamo in una zona dove si alterna
urbanizzazione e campagna. Oggi é davvero uno dei giorni piú caldi in assoluto,
siamo a 41 gradi qui. Nel tardo pomeriggio andiamo a visitare Nafplio. L’antica
Napoli di Romania sembra davvero una piccola Napoli. Bellissimo il golfo con la
fortezza in mezzo al mare (il Bourtzi), non dimenticheró mai quell’immagine con
il sole già basso verso il tramonto che creava una leggera foschia con
l’impressione di essere immersi in un quadro di acquerelli.
Nafplio-Tramonto sul Burtzi |
Il centro
della città anch’esso stupendo. E’ sovrastato dalla fortezza sulla collina e
caratterizzato dallo stile veneziano dei palazzi, sembra a tratti di essere da
qualche parte in Italia.
Nafplio_Piazzetta |
Molto belle
le vie del centro storico come pure Piazza Syntagma, contornata da bei palazzi,
tavolini all’aperto, grandi alberi e tanti bambini a giocare spensierati in
gruppo.
Nafplio_Piazza Syntagma |
Dietro
Piazza Syntagma, verso il mare, vi é la Chiesa della Genesi della Vergine, un
capolavoro di affreschi e luci. Ne rimaniamo ammaliati.
Nafplio_Chiesa della Genesi della Vergine |
Inoltre
compriamo degli utensili da cucina in un negozio dove ogni prodotto é
fabbricato con legno di ulivo. Ne abbiamo uno comprato a Creta 7 anni fa ed é
ancora come nuovo nonostante venga usato ogni giorno.
A cena
andiamo al ristorante Pidalio Mezedopoleio. In assoluto la miglior cena di
tutta la vacanza, niente di meglio che ció accada l’ultima sera. Il menu offre
ottime scelte ma come al solito noi dobbiamo un pó adattare il tutto ai
rispettivi regimi. Io prendo ‘’orzo con gamberi’’ che non é altro che una pasta
minuscola a forma di mandorla con squisitissimi gamberi in un leggero sughetto
di pomodoro. Per Irene invece una seppia ripiena di quinoa, tanto innovativa
quanto assolutamente fantastica. Con quello di Leonidio, é un ristorante da
tornarci sempre e non a caso é il n.1 su tripadvisor a Nafplio, mantenendo
prezzi onesti e personale molto cortese e simpatico.
16
Luglio Paralia Karathonas – Artemis –
Aeroporto Venizelos - Lisbona
Ultima giornata di vacanza, la diciannovesima
in terra ellenica. Considerando che l’aereo é alle 21,30, ieri abbiamo
prenotato una sistemazione non lontano dall’aereoporto per starci poche ore e
per avere un riparo dal caldo che oggi dovrebbe arrivare a 42 gradi secondo le
previsioni. Prima di lasciare la zona, andiamo all’entrata del castello di
Nafplio dove ci accorgiamo che la visita non é molto breve e farà molto caldo.
Allora ripieghiamo saggiamente per il mare e raggiungiamo la spiaggia situata
oltre la collina del Castello, Paralia Karathonas. È una lunga spiaggia di
sabbia posta in un’ampia e bellissima baia. Il parcheggio é nella pineta
antistante che garantisce il fresco a chi é sprovvisto di ombrellone. L’acqua é
limpida e bisogna farsi una bella passeggiata per arrivare all’acqua alta. Ottima
scelta.
Dopo un’oretta lasciamo definitivamente la
zona di Nafplio ed in 2 ore e mezzo siamo ad Artemis, ad Est dell’areoporto di
Atene, dove abbiamo prenotato l’alloggio giusto per una doccia e per cucinare
qualcosa. La sistemazione é molto spartana, troppo direi ma comunque abbiamo il
necessario per quello che ci serve. Facciamo anche un giro dalle parti della
spiaggia ma qui oggi ci sono vento e onde alte. In ogni caso l’area
dell’alloggio non ci ha fatto un’ottima impressione, un pó troppo trascurata in
alcuni punti. Nel pomeriggio ci avviamo verso l’agenzia Centauro dove lasciamo
la nostra auto, poi lo shuttle dell’agenzia ci porta in aereoporto. Prima di
partire ci togliamo qualche ultimo sfizio al duty free tra cui una bottiglia di
Tsantali rosso. L’aereo ci attende al gate, si torna nella bella Lisbona…anche
se il mal di Grecia inizia già a ricordarci che non mancheremo per molto.
CONCLUSIONI
Il Peloponneso offre certamente un lato
autentico della Grecia. Alcuni fattori come il caldo nelle ore centrali, il
rischio Covid e le restrizioni alimentari di noi due hanno in qualche modo
condizionato la gestione dei tempi e la scelta di alcune destinazioni
(rinunciando ad altre tipo Mistras e Elafonissos). Dall’altro lato vi é stata
l’opportunità di soffermarsi un pó piú a fondo nei luoghi visitati. Il fatto di
aver dovuto ripiegare su destinazioni ‘’alternative’’ ci ha permesso di
scoprire dei posti che ingiustamente si sarebbero scartati per garantire la
visita a destinazioni piú osannate e popolari. Alla fine ne viene fuori una
vacanza un pó piú originale e magari piú ‘’greca’’ rispetto alla solita
capatina turistica.
Una citazione speciale la si deve fare ad uno
degli elementi piú importanti del Peloponneso: le api, ce ne sono miliardi al
metro quadro qui! È innanzitutto un indicatore di salute del territorio, vi é
quasi una venerazione per questo componente cosí importante del nostro
ecosistema. A me personalmente ci sono giorni in cui piace averle attorno ed
altri che inizio a correre (a volte continuavano a ronzare sulla mia testa
nonostante fossi ricorso alla soluzione tuffo in acqua per sfuggirle) o che
magari ti iniziano ad entrare prepotentemente nel tuo drink al bar o nel tuo
piatto al ristorante (poi bisogna anche differenziare tra api e vespe). In ogni
caso, meglio averne tante che nessuna!
Dulcis in fundo, la gente: di una ospitalità
eccezionale. Solo in posti come questi ti fanno sentire a casa. Non c’é niente
da fare, si possono costruire business center a non finire e progettare tutte
le green city piú all’avanguardia di questo mondo ma se manca la vera cultura
che viene dalla storia, dalle tradizioni e dallo spirito di condivisione, tali
società rimarranno con grandi numeri nei conti in banca ma in realtà povere di
spirito per sempre (in generale ‘’ricche’’ ma tristi dentro). Qui nel
Peloponneso la felicità la si vede negli occhi della gente, nonostante le
difficoltà della vita…semplici gesti per incontri straordinari.
molto bello. letto con cartina in mano per poter seguire bene l'itinerario. E' la prima volta che vedo menzionato il Menalon Trail (lo sto desiderando da un pò e non trovo molte informazioni)
RispondiEliminaChe dire Alessandro ??? Questa è proprio la mia Grecia !!! Complimenti per aver dato gran risalto alle relazioni umane che si incrociano lungo il cammino 💙🧿🇬🇷
RispondiEliminaComplimenti! Sono già stata nel Peloponneso nell'estate del 2019 e adesso vi tornerò. ll vostro commento mi è sembrato molto dettagliato e in alcuni punti, come la visita al Paleokastro sopra Voidokilià, molto sincero, per non dire combaciante con la nostra personale esperienza. Quest'anno daremo più spazio al Mani e spero anch'io di ritrovare, da figlia di Greca, l'autentica generosità di questo popolo.
RispondiElimina