di PUCCY (Ornella Baciocchi)
Proprio così, i fiori, a Kalymnos, aprono le loro corolle nei
profondi abissi del mare, hanno forme stravaganti e bellissime, sono
morbidi e vellutati, difficili da scovare, ma non appassiscono mai e
quando li stringi fra le mani sprigionano un intenso profumo di
salsedine! Costeggiando l’isola, dagli oblò dell’aliscafo della
Dodekanisos Seaways, KALYMNOS, sembra disabitata, spoglia e
brulla, poi, quando si entra nel golfo di Pothia lo scenario cambia
improvvisamente e l’impatto è quasi traumatico. Una vera città,
una miriade di case disposte a piramide, fitte fitte, una dietro
l’altra, davanti ad una quinta di alte e nude pareti di roccia. Un
porto animatissimo, pieno di pescherecci, yacht, navi da carico,
catamarani, aliscafi, traghetti, grandi barche per escursioni
turistiche e mezzi della marina militare. Appena sbarchiamo veniamo
subito investiti da una folata di vento caldissimo e travolti
dall’esuberanza del sig. Georghios che ci offre ben due possibilità
di sistemazione, una in centro a Pothià ed una sul mare a Myrties.
Optiamo senza esitare per la seconda, sia perché Myrtiès è
strategicamente al centro dell’isola, sia perché non immaginavamo
Pothia così grande e così calda. Caricati i bagagli in auto,
attraversiamo le strette ed affollate vie della città e prendiamo la
strada che si inerpica verso il centro dell’isola.. Georghios si
rivela subito un uomo aperto e simpatico, un gran chiacchierone,
strada facendo catechizza Aldo, seduto al suo fianco, con mille
raccomandazioni, informazioni ed indicazioni. Io, seduta dietro, lo
sento parlare e non lo ascolto, mentre dal finestrino cerco di
catturare le prime immagini di quest’isola ancora misteriosa e un
po’ di aria, lasciandomi cullare dalle curve della strada come le
barchette del porto si fanno cullare dalle onde.
KALYMNOS
è un’isola strana e piuttosto difficile da descrivere, per molti
aspetti unica, sicuramente diversa da tutte le altre isole egee. Può
deludere o affascinare, ma niente vie di mezzo. Da un punto di vista
turistico, può sembrare messa un po’ in ombra dalla vicina Kos,
ma, forse, è la stessa Kalymnos che non si preoccupa più di tanto
di promuovere la sua bellezza e le sue attrattive. Per densità
abitativa è la terza isola del Dodecaneso, dopo Rodi e Kos. I suoi
attivi isolani hanno da sempre sviluppato una economia autonoma e
vivace, basata soprattutto sulla pesca e la cantieristica navale.
Tuttora il turismo è considerato una componente accessoria, seppur
sempre più importante. Per questo motivo Kalymnos ha conservato
un’anima profondamente greca, genuina e laboriosa, percepibile fin
dal primo momento che ci si arriva, confermata dalla attiva vita
quotidiana che vi si svolge. Ciononostante, nulla è andato perso
dell’aspetto selvaggio dell’isola e dei suoi ambienti naturali
estremi. Tre aspre ed aride catene montuose la attraversano in
diagonale conferendole un aspetto molto diverso dalle isole vicine,
le pareti rocciose sembrano inaccessibili, veri e propri muri di
pietra rovente. Fra queste montagne si aprono piccoli altipiani,
profumati di timo e di erbe aromatiche ronzanti di api laboriose;
strette valli strapiombano verso il mare concedendo solo minuscole
pianure ad una amorosa coltivazione.
Persino il mare Egeo, a
Kalymnos, è diverso: piatto come un lago, si incunea in profondi
fiordi dove l’acqua, anche a riva, è di un blu tanto scuro da
sembrare densa, compatta, misteriosa. Forse è stata proprio questa
terra difficile a spingere i suoi abitanti negli abissi, in cerca di
quei fiori che era impossibile cogliere sui monti e a fare di
Kalymnos la leggendaria Isola dei Pescatori di Spugne.
meravigliose
creature
|
Da
più di due secoli la storia, la vita quotidiana, l’economia e la
cultura di quest’isola sono condizionate da questa affascinante
creatura marina, poi, non si sa come, capitò a Kalymnos un
istruttore di climbing italiano che rimase affascinato dalle sue
pareti rocciose ed organizzò una prima manifestazione sportiva. In un
baleno, gli operosi e svegli abitanti di Kalymnos, hanno guardato
anche loro, con occhi diversi, le loro montagne. Il Comune ha
pubblicato velocemente una Climbing Guide in più lingue e ha
disseminato l’isola di cartelli con diversi itinerari. Sono nate
scuole professionali di free-climbing e scalata, accanto alle
bancarelle di spugne sono spuntati negozi di cordami, ramponi ed
imbracature. Dagli abissi, lo sguardo si è alzato alle vette, e
Kalymnos, come per magia, è diventata un indiscusso paradiso per gli
arrampicatori: la natura impervia dell’isola ha dato ancora una
mano ai suo abitanti, in fondo si è trattato solo di cambiare il
punto di vista.
Il centro
dell’isola: fra Myrties e Massouri, la magnifica Isola di Telendos
Sbuchiamo finalmente
sulla costa occidentale, il mare riappare all’improvviso, scuro e
fermo come un immenso lago. Georghios molla il volante e,
gesticolando, richiama energicamente la nostra attenzione sul
magnifico panorama: l’imponente mole della isola di Telendos domina
la scena e chiude l’orizzonte davanti a Kalymnos. Ha proprio
ragione ad esserne orgoglioso, lo scenario è grandioso e superbo.
Ma eccoci arrivati. Gli
studios Melina’s Apartments sono raccolti in una bella costruzione
a tinte chiare, articolata su più livelli, con terrazze e balconate
che si aprono a 180° sullo specchio di mare che si stende fra
l’isola di Telendos e Myrties in posizione veramente panoramica. Il
nostro monolocale è molto carino e arredato con gusto, non molto
grande ma attrezzato di ogni confort, ci piace moltissimo la grande
terrazza con sedie e tavolini a disposizione degli ospiti. Georghios
chiama a gran voce la moglie che si presenta subito con acqua fresca
e frutta, in due minuti ci spiegano dove trovare il market, un
motorino, l’imbarcadero per Telendos, la fermata del bus, le
scorciatoie per scendere al mare, i ristoranti e che i nostri vicini
sono 4 ragazzi italiani appassionati di arrampicate, loro abituali
clienti. MYRTIES è un insieme di casette con alberi e
giardini, tutte con vista panoramica, arrampicate su una costa molto
ripida che scende a balze verso il mare. Il paese non ha una forma e
un centro vero e proprio, ci sono solo un paio di strade principali,
parallele sui vari livelli di costa, collegate qua e là da
scalinate; non aspettatevi un centro animato e pieno di negozi, ma
una località di villeggiatura tranquilla dove si trova il
necessario. Lungo il mare corre una spiaggia di ciottoli e ghiaia,
abbastanza grande e poco frequentata, su cui si affacciano ristoranti
e taverne; il piccolo molo da cui partono i caicchi per Telendos e il
porticciolo sul fondo della baia completano il quadro.
Sistemate velocemente le
nostre cose, scendiamo al mare e senza pensarci un attimo prendiamo
al volo il caicco che sta partendo per TELENDOS. Questa isola
è un aspro cono di roccia che si eleva, liscio ed impervio, a 535 mt
di altezza e sorge a meno di un kilometro dalla costa di Kalymnos da
cui, drammaticamente, venne separata da un violento terremoto. Il
caicco dopo 10 minuti attracca al piccolo villaggio di pescatori di
Potha che, in estate, conta poco più di 100 anime.
gallerie fiorite a
Telendos
|
Le sue semplici casette
si specchiano nel mare, sull’isola non ci sono automobili e
traffico di sorta, solo qualche allegra taverna di pesce e piccoli
negozi di souvenir, tutti da scovare fra le strette viuzze lastricate
ed ombreggiate da rigogliose pergole di uva e bouganville dai colori
smaglianti. Graziosissima la chiesa dedicata alla Panagia,
dipinta di un limpido turchese bordato di bianco.
Gli angoli di mare più
belli di Kalymnos li trovate sicuramente qui, a Telendos, e
Chochlakas è la sua spiaggia più bella. Per raggiungerla non potete
sbagliare: sbarcati sul molo girate a sinistra, percorrete l’unica
via fino all’indicazione che vi farà svoltare a destra, da qui,
seguite per 10 minuti il sentiero che attraversa la collina e
arriverete alla spiaggia. Chochlakas è in realtà una serie
di baie separate da alcune grandi rocce scure, la più grande di
queste è un’ampia distesa di comodi ciotolini grigi e luccicanti
che, sotto il sole di mezzogiorno, sembrano d’argento. Il mare è
verde scuro, un velluto morbido e tiepido da cui non vorrete più
uscire.
Tornati al paese e
superato il molo, percorriamo tutta la strada sterrata che corre
lungo la costa fino alla chiesetta di Agios Costantinos.
Lungo questo percorso, superate le rovine della basilica
paleocristiana di Agios Vassilios, si incontrano, una dopo
l’altra, molte spiaggette di ciotolini e sabbia, appartate e
tranquille, alcune attrezzate con ombrelloni e lettini, altre
completamente nature, una più carina dell’altra e ci ripromettiamo
di tornarci.
Tornati a Myrties ci
incamminiamo a piedi verso MASSOURI che è appena dietro una
curva, meno di 1 km. Anche qui le abitazioni sono ammassate lungo lo
scosceso pendio e soprattutto lungo la movimentata strada principale.
Massouri è, dal punto di vista turistico, la località più
sviluppata e vivace della zona, la più frequentata dagli
appassionati di climbing data la sua vicinanza alle migliori pareti.
A differenza di Myrties, qui ci sono diversi negozi di souvenir e
prodotti tipici, stores molto specializzati in attrezzature da
scalata. Numerosi i caffè e le taverne, ci sono anche molti hotel,
di cui uno molto grande con una piscina che sovrasta la lunga
spiaggia di sabbia scura. Per la cena è ancora presto ma i gyros
pitta di Mr. Souvlaki sulla piazza di Massouri sono una
tentazione irresistibile…
Il Sud dell’isola:
un affascinante viaggio nel mondo delle Spugne
Il risveglio è
rallegrato dal garrire di molte rondini e la colazione sul nostro
panoramico terrazzo ci regala un magnifico inizio giornata. I nostri
vicini scalatori sono già partiti per le loro escursioni. Andiamo a
ritirare il motorino che abbiamo prenotato ieri sera e voliamo a
POTHIA, dove palpita il cuore di Kalymnos.
Questa trafficata e
rumorosa città, ci appare oggi come una incredibile e gigantesca
cartolina: ieri non avevamo notato il suo stile sofisticato, le case
di stile neoclassico, dipinte a vivaci colori e riflesse nel mare, i
nobili edifici in stile veneziano risalenti all’epoca della
dominazione italiana, lo charme dei suoi caffè e del suo lungomare.
Accanto al molo dei traghetti, nello slargo alberato di Platìa 25
Martiou, troviamo il negozio di S.N. Papachatzsis,
definito dalle guide turistiche una delle più antiche e famose
fabbriche di spugne. Forse un tempo era davvero un laboratorio, ma
ora vi si respira una artefatta atmosfera da museo del folklore ed è
tappa fissa per i tour organizzati che accompagnano i turisti a fare
acquisti con la scusa della dimostrazione della lavorazione delle
spugne. Poco dopo si aprono Platìa Eleftherìas, con i
migliori caffè e locali della città, e la Piazza del Municipio,
lastricata in lucido ciottolato, coronata da bei palazzi e dalla mole
della chiesa dedicata a Cristo Salvatore. Imperdibile a
Pothia è la visita al Museo Nautico (chiuso lunedì – 1,50
euro), una ricca raccolta di equipaggiamenti, fotografie e documenti
che rivelano la storia e la tecnica della pesca delle spugne. Vedrete
le “skandalopetra”, pietre levigate con cui i pescatori
raggiungevano velocemente il fondo rischiando la vita, le “campane”,
gli “skafandri” e le sofisticate attrezzature moderne.
Museo Nautico e
delle Spugne
|
Dall’alto è uno
spettacolo impressionante. Il paese intorno al porto si chiama Rina
ed è costituito da poche case cubiche e semplici, un paio di
graziose taverne e un fornito negozio di spugne e souvenir. Nel
fiordo non c’è spiaggia, ma il mare di purissimo smeraldo e il
suggestivo paesaggio stretto fra le alte pareti del fiordo invitano
ugualmente a tuffarsi. In alta stagione c’è anche la possibilità
di raggiungere le ciottolose spiagge fuori dal fiordo con i taxi boat
che partono dal porticciolo. Vathi è il nome del paesino più
interno e della bella valle, chiusa e riparata, che si apre alle
spalle dell’omonimo fiordo: qui verdeggiano una infinità di alberi
di mandarini, aranci e limoni. Dopo tanto aspro pietrame e rocce
infuocate sembra di entrare in un’oasi. Ritornando verso Pothia ci
fermiamo sul piazzale di uno Spugnificio, una Fabbrica
di Lavorazione delle Spugne, che avevamo notato all’andata.
Dall’esterno, considerata l’assenza totale di rumori, più che
una fabbrica, ci sembra però un capannone, forse un deposito.
Entriamo per una porta con l’indicazione “uffici” e ci troviamo
nel tipico antro amministrativo mediterraneo dove montagne di carte,
raccoglitori accatastati, posacenere e portamatite, bicchieri di
nescafè e computer antiquati fanno un tutt’uno con l’impiegato,
che, a sua volta, fa un tutt’uno con il suo telefono e il suo
ventilatore. Solo i quadri appesi alle pareti tradiscono una sicura
relazione con le spugne: fotografie di grosse barche, scafandri,
uomini immortalati accanto a spugne gigantesche, poster con i
prodotti commercializzati, diplomi, medaglie e attestati commerciali.
L’uomo chiude la telefonata, appoggia i gomiti alla scrivania e ci
inchioda con uno sguardo interrogativo e infastidito. Abbastanza
sicuri di un rifiuto, chiediamo ugualmente di poter fare una visita e
lui, sempre incollato alla sua sedia, urla qualcosa in direzione di
un corridoio da cui appare fulmineo un giovane che capisce al volo di
dover prendere in consegna due rompiscatole. Stamatis, con un sorriso
che ci rassicura, ci invita a seguirlo e si capisce subito che è
molto più socievole del suo “captain”, come lo chiama lui. Parla
inglese e, quando occorre, fa da guida ai clienti che vengono da
ogni parte del mondo a fare acquisti, il fatto che noi due siamo
semplici turisti non fa differenza, oggi è giornata tranquilla e il
capitano ha dato il permesso.
Aprendo la porta del capannone a piano
terra, siamo subito colpiti da un intenso odore di mare. Una persona
sta selezionando le spugne grezze appena arrivate, tanto scure e
incrostate da sembrare rocce, un altro le immerge, raggruppate in
grandi reti verdi, nelle vasche per il lavaggio ed i trattamenti
necessari.
…il bagno…
|
Al piano superiore
attraversiamo una grande stanza molto areata e piena di lunghi
scaffali di legno stipati di spugne; nella stanza successiva ci sono
vere e proprie montagne di spugne e gli operai che le regolano con
grosse forbici buttandole in ceste diverse a seconda di dimensione e
caratteristiche.
Il tutto senza frenesia,
senza frastuono di macchinari: in sottofondo solo la musica di una
radiolina, il tzac tzac dei forbicioni e le chiacchere degli operai.
Ovunque un profumo intenso di salsedine e la luce dell’egeo che
entra dalle grandi finestre.
…la
toilettatura..
|
Ci mostra infine enormi
spugne dalle forme fantastiche, destinate a decorazioni ed
arredamento. Quelle di colore naturale vanno dal miele scuro al
nocciola, quelle giallo chiaro, più apprezzate in commercio, sono
sbiancate con acqua ossigenata. Visti i prezzi convenienti, ne
acquistiamo una borsa piena, per noi e per souvenir. Salutiamo
Stamatis e, ritornati al porto di Pothià, ci dirigiamo verso sud
seguendo la costa. Superato il lido artificiale ombreggiato di
tamerici, arriviamo a THERMA. Qui la strada finisce, dove si
trova una ombrosa spiaggia, una taverna in riva al mare e piccole
baie per bagni tranquilli, anche fra acque con bollicine sulfuree.
Torniamo quindi indietro e saliamo verso il Monastero di AGIOS
SÀVVAS o Agios Pantes (Ognissanti), considerato il “gioiello”
dell’isola. Dal piazzale antistante la chiesa, una bella
costruzione di pietre naturali con tetti di tegole rosse, si gode un
ampio panorama su tutto il golfo di Pothià, il porto, la città e le
alte montagne di pura pietra.
Si arriva quindi al bivio
di Vothini e una strada porta al grazioso Monastero di Agia
Ekaterini dove le suore vi faranno visitare volentieri le loro
belle chiesette dalle tondeggianti cupole di mattoni rossi. Scendendo
verso la costa arriviamo infine a VLICHADIA e alle sue spiagge
di sabbia e ghiaia orlate di tamerici, molto amamte dai locali e
quindi piuttosto affollate.
Ma l’attrattiva di questa località, più che la spiaggia, è il curioso Valsamidis Sea World Museum
nel quale un pescatore di spugne, Stavros Valsamidis, ha raccolto
tutto ciò che ha trovato in mare sin dalla sua infanzia (tutti i
giorni – 1,50 euro). Il nostro fantastico viaggio nel mondo delle
spugne non poteva finir meglio: qui c’è veramente di tutto,
conchiglie, coralli, minerali, fossili, pesci imbalsamati e spugne,
spugne, spugne. In questo inusuale museo troverete persino il relitto
di un aereo della seconda guerra mondiale con vari cimeli bellici e
il relitto di una barca del II sec. a.C. con tutto il suo carico di
anfore.
Ma l’attrattiva di questa località, più che la spiaggia, è il curioso Valsamidis Sea World Museum
Valsamidis
Sea World Museum
|
Tornando verso Myrties
facciamo una serie di brevi soste a Chorio, l’antica
capitale dell’isola dominata dalla bruna cittadella costruita dai
Cavalieri di San Giovanni, a Panormos ed alle vicine Spiagge
di Kantouni, Linaria e Platis Gialos costellate di graziosi angolini.
Il mare di Kalymnos è
ovunque un cristallo fragile e cangiante, non sembra nascondere i
suoi segreti, fa anzi credere di poter penetrare facilmente i suoi
fondali. Insidioso come una sirena ammaliatrice, il mare di Kalymnos
invita ad oltrepassare la barriera delle sue trasparenze, a scendere
nelle profondità dei suoi abissi in cerca dei suoi fiori preziosi.
Tentatore come un verde serpente dalle squame lucenti, il mare di
Kalymnos sussurra la malìa e il richiamo dell’abisso per farci
perdere nella sua vertigine.
Emboriòs e
Arginontas: la pace e i silenzi del Nord.
Stamattina l’aria è
molto calda, le lisce pareti di roccia alle spalle di Massouri
sembrano richiamare a sè la leggera foschia argentata che aleggia
sul mare. Andremo dritti a Nord, fino ad Emboriòs, dove finisce la
strada.
una piscina
fatata
|
Il mare a EMBORIÒS
sembra proprio un lago e c’è una pace incredibile, la spiaggia è
di sabbia e fine ghiaietto, bordata di alberi di tamerici, in una
zona ci sono anche lettini ed ombrelloni. Dietro la spiaggia ci sono
graziose taverne circondate da oleandri, ibischi e buganvillee e
proprio sul mare un locale carino che pubblicizza serate con musica
dal vivo.
Non troviamo praticamente
nessuno e ci godiamo un momento di puro relax, facciamo un lungo
bagno cercando quasi di non far rumore e di non increspare
l’immobilità di questa immensa piscina fatata. Quindi esploriamo
qualche sentiero che parte da Emborios e poi riprendiamo la strada
verso Myrties fermandoci nella bella baia di ARGINONTAS.
un bagno
memorabile
|
Sulla spiaggia di
Arginontas si possono utilizzare i lettini messi a disposizione dalla
Taverna Katerina che offre un’ottima cucina e stanze in
affitto. Questa simpatica taverna merita sicuramente una sosta sia
per la bella terrazza panoramica dove si mangia che per l’ottimo
miele di timo che si può acquistare come souvenir. Il miele di timo
di Kalymnos va assolutamente assaggiato, ha un aroma particolarmente
intenso e, stando agli antichi, ha grandi proprietà terapeutiche.
Per il pomeriggio decidiamo di tornare ancora a Telendos.
Traghettiamo con il caicco e ci dirigiamo verso le piccole baie che
avevamo adocchiato il primo giorno lungo il sentiero per Agios
Costantinos. Ne troviamo una piccola ed accogliente, tutta per noi,
scendiamo qualche gradino di legno fissato nella roccia, piazziamo il
nostro ombrellino parasole fra le rocce e, come due mangrovie,
mettiamo radici. Mare cristallino, maschera e boccaglio, tanti
pesciolini colorati, ci sentiamo anche noi pescatori spugne !!
Aldo…un vero
pescatore di spugne!
|
Domani partiamo, vogliamo
goderci fino all’ultimo il mare immobile e i silenzi di Kalymnos,
abbandonarci alle prime nostalgie per questa strana isola che non
abbiamo ancora lasciato e già ci manca. Arriva la sera e dalla
terrazza del ristorante sulla spiaggia di Myrties, la nostra
cena avrà come sfondo uno dei più bei tramonti visti nell’Egeo:
lo spettacolo del sole, fiammeggiante ed enorme, che cala lentamente
dietro l’isola di Telendos, incuneandosi, preciso, fra le sue
forre.
Heliovassilema
|
Il cielo e il mare si
tingono di oro e di malva contrastando il profilo bruno dell’isola,
il sole continua a scendere, sempre più rosso e tondo,
rimpicciolendo sino a divenire un minuscolo rubino fra le rocce, con
un ultimo bagliore sparisce e tutto lentamente sfuma in pennellate
sempre più violacee. In greco, tramonto, si dice “Heliovassilema”,
ed è una parola per me bellissima, più o meno significa “la
regalità del sole”: mai, come qui, ho visto il sole farsi davvero
RE.
INFOMEMO
Questo racconto fa parte
dei miei DIARI del DODECANESO, le isole per le quali trovate
già un racconto pubblicato sono Patmos, Lipsi, Leros, Kalymnos, Kos,
Nisyros, Tilos e Simi. Spero di poter presto trascrivere anche gli
appunti di Astipalea, Karpathos, Halki e Rodi. Il nostro viaggio è
stato fatto a giugno ed abbiamo trovato un’isola molto gradevole
sotto ogni profilo: tranquilli angoli di mare di giorno e una
piacevole vivacità nei centri abitati la sera. Non so se è stato un
caso, ma Kalymnos è l’isola più calda che ci sia mai capitato di
visitare a giugno, anche l’acqua del mare era piacevolissimamente e
inusualmente calda. Le strutture turistiche non mancano, se ne
trovano per tutti i gusti e per tutte le tasche, molte sono aperte
tutto l’anno, la maggior concentrazione è nella zona di Panormos,
Myrties e Massouri. A noi Myrties è sembrata perfetta, sia per
visitare l’isola, sia per la sua vicinanza all’isola di Telendos,
nonché al vivace centro di Massouri frequentatissimo dai climbers
che provengono da ogni parte del mondo. Kalymnos non piacerà
certo al classico turista da spiaggia, a caccia di lidi ampi e
sabbiosi di aspetto vagamente tropicale; col suo aspetto in parte
aspro e in parte confuso, non piacerà neppure a chi cerca la Grecia
delle cartoline stile cicladico e dei calendari illustrati. Kalymnos
piacerà invece a chi ama un mare silente, immobile e dai colori
densi, a chi ama i panorami di roccia aspra, solenne e rovente, a chi
ama le città vive, abitate e laboriose, a chi ama mescolarsi fra la
gente del luogo e tuffarsi in un luogo autentico che vive più per sé
che per i turisti. Il mondo delle spugne, poi, è veramente
affascinante, tutto da scoprire; io ne sono rimasta incantata ed ogni
volta che utilizzo la mia morbidissima spugna è come partire ancora
per un incredibile viaggio fra i fiori di Kalymnos.
KALYMNOS come raggiungerla:
Kalymnos ha un proprio
aeroporto inaugurato nel 2006, a circa 3 km da Pothia, dove
atterrano i voli interni che la collegano quotidianamente ad Atene in
tutte le stagioni. Considerata la vicinanza e gli ottimi collegamenti
con la vicina Kos, è facilmente raggiungibile dall’Italia anche in
questo modo: volo low cost su KOS + 15 minuti di taxi al porto
Mastichàri (Kos) + traghetto veloce della compagnia ANE Kalymnou che
fa più volte al giorno la rotta Kalymnos – Kos. Noi abbiamo
utilizzato il collegamento Kalymnos – Kos della ANE sopra
descritto: comodo, puntuale ed efficiente. Se dovessi consigliare una
felice abbinata di isole direi sicuramente Leros + Kalymnos, in
qualche modo si assomigliano e mettono in contatto con una Grecia
“diversa”, anche Kalymnos + Astipalea può essere una bouona
idea, considerato che Kalymnos è l’isola che offre i migliori
collegamenti con Astipalea, isola piuttosto difficile da abbinare ad
altre.
KALYMNOS dove dormire:
potete consultare il sito
www.kalymnos-holidays.com
che offre diversi spunti.
Noi abbiamo soggiornato
ai Melina’s Apartments €25 lo studios, Tel +302243048634,
+306977648646. A Myrties, 150 mt dal mare che si raggiunge a piedi
scendendo una scalinata, splendido panorama a 180°. Monolocali con
angolo cottura, frigo, bollitore e aria condizionata. Transfer
gratuiti da/per porto effettuati dal simpatico Georghios.
Melina’s
Apartments
|
Irene’s Apartments
€25. Tel +30.22430.48634, +30.6977648646. A Pothia, vicino al
porto. Gestiti dalla stessa proprietà dei Melina’s Apartments.
Appartamenti spaziosi, tv e aria condizionata, ideale per famiglie e
gruppi di amici, anche in bassa stagione.
Katerina, sulla
spiaggia di Arginonta. Studios gestiti dalla taverna omonima. Tel.
+30.22430.40036.
KALYMNOS dove
mangiare:
Non avrete problemi a
mangiare in modo genuino, ovunque andrete. Pothià è piena di
ristoranti di antica tradizione frequentatissimi dai locali che,
comunque, si dirigono frequentemente verso le taverne sul mare in
cerca di aria più fresca e….silenzio.
Sevastos, Myrties.
Panoramica e romantica Fish Taverna da cui godere magnifici tramonti
sull’isola di Telendos. Imperdibili le Octopus Keftedes, la
specialità di Kalymnos.
Psarokatastasi,
Myrties. Sul mare, in fondo alla spiaggia. Frequentata soprattutto da
locali, rustica taverna con cucina casalinga, piatti del giorno
tradizionali e a base di pesce. Tramonto magnifico.
Katerina, spiaggia
di Arginonta. Taverna famigliare con ombrosa terrazza panoramica. Si
possono anche acquistare confezioni regalo di ottimo miele di timo e
belle candele di cera d’api naturale.
Mr. Souvlaki, piazza
di Massouri. Grill House aperta dalle 11.00 alle 3.00 di notte.
Ambiente rustico per un abbondante piatto di gyros o solo per un
gyros pitta veloce. Saletta al piano superiore per la stagione più
fredda.
KALYMNOS come
muoversi:
Le distanze sono esigue e
girarla è facilissimo, da Pothia si diramano 3 strade principali che
collegano tutti i centri abitati dell’isola. Le strade sono buone e
poco frequentate, il traffico è concentrato nel centro di Pothià. I
pullman dell’isola collegano tutti i paesi ma ne abbiamo visti
proprio pochi. Per essere più autonomi abbiamo noleggiato uno
scooter 50 cc presso @lfa Rent a Bike a Myrties, Tel.
+30.22430.28990, 47430. Euro 18 al giorno..
Caicco: da Myrtyes
per Telendos partono ogni 30 minuti, tutto il giorno, l’ultimo è
alle 24.00. Tragitto di 10 minuti, prezzo 4 euro.
KALIMNOS spiagge:
Akti, prima di
arrivare a Vathi una ripida strada in discesa porta a una bella
caletta chiara.
Vathi, non ci sono
spiagge, bisogna buttarsi dal molo, ma un bagno nel fiordo è una
tentazione.
Vlichadia, sabbia,
frequentate dai locali, a sinistra carina spiaggetta di ghiaia, poco
oltre scogli.
Kantouni, Linaria,
Platis Gialos: niente di speciale Kantouni ampia e
ombreggiata, Linaria spiaggia di ca 100 mt divisa in due parti,
Platì Gialos spiaggia di ca 100 mt, di ghiaia e sabbia nera.
Myrtyes, sabbia e
ciottoli bianchi, fondale roccioso, non attrezzata, piuttosto
anonima.
Massouri, lunga
striscia di sabbia vulcanica e ghiaietto, più bella di Myrties,
attrezzata con ombrelloni e lettini, bar, ristoranti e qualche sport
acquatico la rendono più modaiola e frequentata anche dai giovani
kalymnioti.
Arginonta,
ciottoli chiari, ombra di grandi alberi, mare dai riflessi smeraldo e
turchese.
Emborios, ghiaia,
ombra di tamerici. Prendendo il sentiero oltre la chiesa, a 30/40
minuti di cammino, si raggiungono altre calette belle e tranquille.
Isola di Telendos,
Chochlakas e le due calette dopo il “cafè on the rock”,
altre piccole baie.
eh sì...ricordo molto bene l isola di kalymnos:Kalymnos non piacerà certo al classico turista da spiaggia...parole sacrosante. Kalymnos con la classica grecia da cartolina non ha niente a che vedere.
RispondiEliminaNoto cmq che hai avuto particolare accuratezza nel descrivere la principale tradizione che ha reso celebre quest isola, ovvero la pesca delle spugne.
Purtroppo non tutti sanno che nel 1986 una malattia portata da una corrente calda ha decimato le spugne del mare di kalymnos ed il conseguente deprezzamento dato dalla spugna sintetica inventata negli anni 50 ha fatto il resto.
Oggi purtroppo le spugne che hai fotografato nei laboratori di kalmynos sono provenienti per lo più dalle americhe....lo sapevate che il colore giallo chiaro di queste spugne viene provocato con un acido che ne deteriora anche la qualità!?!?....:)
ciao
descrizione importante e molto accurata di kalymnos.sei molto brava nel far rivivere le emozioni a chi come me ci è stato.aggiungerei solamente due cose,la gentilezza straordinariadei suoi abitanti e a mio avviso la persona piu straordinaria dell isola (nikolas e la sua taverna a palionissos) ciao.
RispondiElimina