domenica 20 luglio 2014

Peloponneso ed Elafonisos 2014

di Gianmaria Valente


Di solito viaggio in nord Europa ma non nascondo che la Grecia mi ha sempre attirato ed, avendo le ferie obbligate a Giugno, un caro amico greco che vive qui a Genova da tanto tempo mi ha consigliato vivamente il Peloponneso definendolo il cuore storico e culturale di tutta la Grecia, ottima meta per quel periodo ancora non affollato e con temperature più gradevoli rispetto alla piena estate.
Quindi il 17 Giugno io, mia moglie e mia figlia undicenne, ci siamo imbarcati su un volo Ryanair all'aeroporto di Orio al Serio alla volta di Atene dove abbiamo noleggiato un'automobile.
Come prima meta ci siamo preposti due notti nella cittadina di Nafplio, un po' per la sua discreta vicinanza alla capitale e, soprattutto, per la prossimità ad importantissimi siti archeologici dei quali parlerò in seguito.
Arrivati nel primo pomeriggio, ci siamo sistemati all'Hotel Latini (€55 a notte la tripla con colazione, l'unico già prenotato dall'Italia), carino, pulito ed in ottima posizione centralissima vicino ai parcheggi del porticciolo.

Veduta dalla camera dell'hotel Latini

Nafplio è di origini veneziane, quindi piuttosto simile nell'architettura a località nostrane  ma, molto vivace ed allegra, con i suoi castelli (uno sulla collina soprastante ed uno su di un isolotto di fronte alla cittadina), i pittoreschi vicoli, le innumerevoli taverne e negozi di ogni genere.

Nafplio, la piazza principale

Vicolo di Nafplio 
Il Bourtzi, castello veneziano a difesa del porto

La mattina seguente, dopo un'abbondante e squisita colazione, siamo partiti per Epidauro alla volta del santuario di Asclepio col suo celebre teatro classico
Il colpo d'occhio è unico;

Teatro di Epidauro

realizzato nel 340 a.C., il teatro di Epidauro è ineguagliato per proporzioni e resa acustica: ci siamo seduti sulla gradinata più in alto ed abbiamo potuto constatare di persona la perfetta udibilità di cio che dicevano gli altri visitatori laggiù in basso sull'orchestra!

Teatro di Epidauro

Interessanti anche le adiacenti rovine del santuario di Asclepio, che poi era un centro di pellegrinaggio dedicato ai problemi di salute ed il relativo museo.
Nel pomeriggio ci siamo rilassati un po' sulla spiaggia sabbiosa di Karathona, a 10 minuti di auto da Nafplio, discreta e con un bel fondale ricco di pesci, paguri e stelle marine, ma niente di paragonabile a quello che avremmo visto nei giorni successivi più a sud.

Karathona

Il terzo giorno lasciamo Nafplio in direzione nord verso l'antichissima Micene con la sua celeberrima "Porta Dei Leoni" di scolastica memoria.

Vista complessiva dell'Acropoli di Micene

Micene, "Porta dei Leoni"

Davvero impressionanti le enormi pietre squadrate che compongono le mura delle cittadella: si capisce perchè i greci classici, 1000 anni dopo la loro costruzione, le credevano opera dei mitici Ciclopi! 

Micene, le mura "ciclopiche"

Giunti sulla sommità ci si rende conto dell'importantissima posizione strategica dell'insediamento, con ripide montagne alle spalle ed una grandiosa vista verso est che spazia a 180 gradi verso la piana sottostante ed i monti verso ovest.
Dopo la visita al bel museo con ricchissime collezioni di ceramiche, monili ed armi in bronzo, scendiamo a vedere il famoso Tesoro di Atreu o Tomba di Agamennone

Micene, alcune ceramiche esposte al museo


Questa è un'enorme tomba a "tholos", strutturalmente simile a quelle a tumulo ben più antiche che ho visto nella mia amatissima Irlanda ma molto meglio realizzata, con pietre perfettamente tagliate ed alcune di dimensioni davvero immense (l'enorme pietra sopra l'entrata è l'architrave più grande al mondo, misura circa 8.3 x 5.2 x 1.2m ed ha un peso stimato intorno alle 120 tonnellate!).

Micene, il Tesoro di Atreu, o Tomba di Agamennone

Micene, l'ingresso della Tomba di Agamennone dall'interno

Dopo una rinfrescata partiamo verso sud in direzione della prossima meta, la rocca di Monemvasia.
Attraversata la cittadina di Argos siamo giunti a Kiveri, sulla costa, che abbiamo seguito verso sud fino a Leonidio dove la strada svolta verso l'interno inerpicandosi sulle selvagge montagne dell'Arcadia. Prima di lasciare il litorale ci siamo fatti un bagno rigenerante nella pressochè deserta spiaggia di ciottoli di Lakkos. 


Lakkos

e ci siamo rifocillati in una taverna adiacente con insalate greche (e birre) di proporzioni titaniche.
Salendo sempre più in alto, tra canaloni rocciosi e pareti a strapiombo,

I monti dell'Arkadia, poco oltre l'abitato di Leonidio

ci siamo sentiti perduti nel nulla e non abbiamo incontrato più segni di civiltà per mezz'ora fino al fresco paese montano di Kosmas, dove abbiamo proseguito fino ad un altopiano tra pascoli ed abetaie raggiungendo l'agognato valico verso la Lakonia orientale. 
La tipologia e qualità delle strade ha allungato notevolmente i tempi di percorrenza, ma ne è valsa la pena, visto che fino all'occidentale Messinia non abbiamo più visto tanto verde assieme. 
All'ora di cena siamo finalmente giunti nell'incomparabile Monemvasia -che ho scelto per la mia passione architettonica- all'interno delle cui mura abbiamo pernottato nella pensione Ritsos (€60 senza colazione), un autenticissimo appartamento storico con soffitto a volta ed enorme camino, ma un bagno davvero troppo piccolo e spartano (peccato).

Monemvasia, Ritsos Guesthouse

Dunque, Monemvasia è semplicemente eccezionale!



Monemvasia, veduta dalla rupe soprastante

Quando nell'Alto Medioevo cominciarono le invasioni slave, molti greci trovarono rifugio in quest'isoletta dalle pareti ripidissime, collegata alla terraferma da una sottile striscia di terra. 


Monemvasia, vista aerea scaricata (ovviamente) dal web

Udite udite, l'accesso alla cittadella è esclusivamente pedonale e, credetemi, l'uniformità stilistica bizantina e la cura filologica dei vari restauri rendono la visita di questo posto un'occasione esclusiva ed imperdibile.
Costruita sull'unica parte abitabile dell'isola, Monemvasia è un susseguirsi di silenziosi vicoli, ripide scalinate, angusti passaggi coperti, piazzette fiorite e chiese bizantine, il tutto a picco sul blu del Mar Egeo.

Monemvasia, silente vicolo

Monemvasia, passaggio fiorito

Monemvasia, una delle sue chiese

Ne è ben valsa la pena svegliarmi alle 6 del mattino per cogliere la dorata luce dell'aurora e l'assoluto silenzio del dedalo medioevale! Unica nota dolente, molto dolente, è stata la chiusura della sommità del monte per restauri alle fortificazioni ed alla chiesa bizantina.

Monemvasia al sorgere del sole

Monemvasia al sorgere del sole

Monemvasia al sorgere del sole

Monemvasia al sorgere del sole

Monemvasia al sorgere del sole
Dopo un'ottima colazione in un caffè sull'unica stradina con qualche esercizio commerciale (il resto è assolutamente deserto e, di notte, pure pochissimo illuminato), prendiamo l'auto parcheggiata fuori delle mura e ci dirigiamo verso l'isola di Elafonisos, in fondo alla penisola più orientale del sud Peloponneso, per goderci un po' di relax assoluto.

Sul ferry per Elafonisos

La traversata col traghetto dura solo una decina di minuti su un mare cristallino dall'intenso color turchese e, subito, troviamo sistemazione per due notti alla bella Pension Pallas (€75 a notte con colazione) affacciata sul litorale del villaggio adiacente al porticciolo. Cosa gradita, la ragazza alla reception parla un ottimo italiano e la camera è ariosa, pulita e con accesso diretto al giardino fiorito dove ci si può rilassare e consumare l'ottima colazione. 


Il giardino della Pension Pallas, ad Elafonisos

Ci cambiamo ed andiamo subito nell'indimenticabile spiaggia di Simos che molto spesso compare in forma anonima nei vari wallpaper web inerenti la Grecia. 10 minuti di guida e siamo sul posto:


Elafonisos, verso la spiaggia di Simos

Simos è davvero grande e spettacolare, dune di sabbia bianchissima, acque sfumate dal turchese chiaro al blu profondo ed una piccola isoletta tanto vicina da essere unita al litorale senza soluzione di continuità formando così una spiaggia doppia, con l'arenile da entrambe le parti. 


La splendida spiaggia di Simos ad Elafonisos

Cena con souvlaki a volontà sul molo e nanna. L'indomani siamo andati all'altra spiaggia dell'isola, Panagitsa, meno particolare ed estesa di Simos, ma con gli stessi incantevoli colori, pressochè deserta ed, in più, contornata da boschetti con la loro provvidenziale ombra.  


Spiaggia di Panagitsa, Elafonisos

Alla sera abbiamo cenato in un ristorante isolato che ci ha consigliato la ragazza della pensione, in alto su un cucuzzolo con una vista grandiosa, con un menù di pesce grandioso per la non modica cifra di €80 in tre ma, vi assicuro che abbiamo mangiato e bevuto come orchi (compresi due freschissimi e sublimi dentici da 4etti l'uno).
La mattina del quinto giorno prendiamo il ferry per dirigerci verso Areopolis, nella penisola di Mani, ma la mia passione per l'architettura ha la meglio e costringo la mia famigliola a seguirmi per una deviazione verso nord, oltre Sparta, per dare un'occhiata all'antica Mystras, ultimo centro di erudizione bizantina che con i suoi filosofi neoplatonici influenzò il Rinascimento italiano. Siamo purtroppo arrivati intorno a mezzogiorno, quindi non era certo fresco, ma la visita si è rivelata comunque degna di nota, con le antiche chiese bizantine (alcune con affreschi originali in discreto stato) sparse sul pendio della collina tra ulivi e boschetti di cipressi. 

Mystras

Mystras

Mystras

Mystras

Mystras

Mystras

Lasciata Mystras, dopo uno spuntino nella bruttina città di Sparta, procediamo verso sud alla volta di Githio per poi raggiungere Areopolis dove ci siamo fermati al decoroso (senza pretese) Hotel Mani (€65 la tripla a notte con super colazione).


Hotel Mani, Areopolis

In questo nostro piccolo tour del Peloponneso, questa zona è quella che mi ha più colpito. Un territorio scabro, montuoso, accidentato ed un'architettura unica sul territorio greco, caratterizzata da austere case-torri. Qui la pietra fa davvero da padrona e il popolo che la abita è noto per una lunga storia di fiera autonomia e di forte attaccamento a tradizioni che il sentimento comunitario riconduce alla permanenza dell'elemento dorico nell'"ethos" locale, testimoniato anche dalla peculiarità dialettali.
Mai domati da nessuno, gli abitanti della penisola di Mani (i Manioti) hanno una lunga storia di fierezza e valore bellico. Petros Mavromichalis, eroe della guerra di indipendenza contro l'Impero Ottomano nacque ad Aeropolis e proprio da lì partì l'insurrezione che liberò finalmente tutta la Grecia. Il tema della discendenza dagli antichi Spartani ha accompagnato la definizione dei Manioti per gran parte della loro storia, come attestato da Napoleone Bonaparte, che si riferiva loro come "Discendenti di Sparta", o da Theodoros Kolokotronis (leader della Guerra di Indipendenza greca) che li chiamava "Gli Spartani". 
Mentre moglie e figlia si rinfrescavano in albergo, io sono andato a far due passi ed un aperitivo per la piccola Areopolis, davvero diversa dai posti che avevo visto fino ad allora. 

Ouzo a Areopolis ;)

La pressochè totalità degli edifici è in grigia pietra a vista e le uniche provvidenziali note di colore sono le cascate di fiori un po' ovunque e gli arredi color pastello delle taverne che popolano il borgo. 


Areopolis

Areopolis

Molto bella la chiesa principale con l'alto campanile ed, in generale, le varie stradine che si percorrono offrono sempre scorci meritevoli. Super cena in una taverna proprio a fianco della suddetta chiesa con squisito saganaki al miele e sesamo ed ottimo stufato di capra, tutto innaffiato da un gradevolissimo vino rosè della casa ed una generosa dose di tsipouro e nanna ristoratrice. 


Areopolis

Areopolis

Areopolis

Areopolis

Areopolis


La mattina seguente partiamo e ci dirigiamo verso Kotronas, sulla costa orientale della penisola e da lì procediamo a mezza costa verso sud tra paesaggi e strette strade simili a certe parti più scoscese della nostra Liguria ma, molto molto più aridi e pietrosi, attraversando borghi di case-torri davvero originali e scorgendo, di tanto in tanto, splendide calette azzurre laggiù in basso. 


Dimaristika, Penisola di Mani

Nifi, Penisola di Mani

Kokkala, Penisola di Mani

Lagia, Penisola di Mani

Arrivati all'estremità sud scorgiamo capo Tenaro, il punto più meridionale della Grecia continentale, la ragazza all'hotel mi riferì che si può raggiungere esclusivamente dopo una camminata di circa mezz'ora, lo propongo timidamente a moglie e figlia ma, visto il sole cocente alto in cielo, si sono scambiate uno sguardo eloquente e mi hanno fatto un plateale gesto dell'ombrello..hi hi hi... Pazienza. 
Svoltiamo verso la costa occidentale e, più sotto, scorgiamo lo splendido abitato di Vathia, prototipo del borgo maniota: assolutamente splendido nella sua "durezza" stilistica! 



Vathia, Penisola di Mani

Dirigendosi verso nord, per tornare ad Aeropolis, dopo una birra gelata sul porticciolo della graziosa Gerolimenas, la strada si fa più larga e veloce, ma il paesaggio meno interessante rispetto al versante orientale e, dopo neanche mezz'ora, arriviamo a Pyrgos Dirou per visitare le famose grotte di Diros. Anticamente considerate l'ingresso dell'Ade, queste grotte lacustri si visitano a bordo di una barca che scivola silenziosa tra gli stretti e bassissimi passaggi ed i brillanti colori delle varie formazioni calcaree più la parte finale che si percorre a piedi. Davvero una bella esperienza, magica e rilassante. 


Grotte di Diros

Grotte di Diros
Grotte di Diros
Grotte di Diros
Grotte di Diros

All'uscita rimaniamo abbacinati dall'intensa luce del pomeriggio e la vista del mare cristallino sugli scogli sottostanti ci fa decidere per un bagno nell'adiacente e quasi deserta spiaggia di Diros, singolarmente composta da ciottoli nella parte emersa e sabbia finissima ad appena pochi metri dalla battigia. 
La sera, altra cena luculliana ad Aeropolis abbondantemente, nonchè doverosamente, innaffiata da ottimo vino e tsipouro.
La mattina dopo lasciamo l'hotel e ci mettiamo in viaggio verso Pylos, in Messenia. Dopo una breve tappa a Kardamyli per dare un'occhiata alla bella ed antica città vecchia, attraversiamo la caotica Kalamata e, via via che ci spostiamo verso ovest, le campagne cominciano a farsi un po' più verdi, assimilabili a certi posti del nostro sud.

Kardamyli

Kardamyli

Nel primissimo pomeriggio giungiamo finalmente a Pylos, graziosa, con una grande piazza ombrosa, il bel porticciolo e quell'aspetto decisamente più nostrano che aveva anche Nafplio, all'inizio del nostro viaggio. 


Pylos

Pylos

Troviamo sistemazione per due notti al centralissimo Hotel Miramare (€60 a notte con grandiosa colazione a buffet) che, per rispetto al suo non propriamente ellenico nome, ci offre un bel balcone con vista mozzafiato sulla baia di Navarino, famosa per la battaglia navale del 1827 nella quale la flotta ottomana venne annientata dalle forze congiunte di Inghilterra, Francia e Russia. 
La sera del 24 Giugno festeggiamo il nostro quattordicesimo anniversario di matrimonio alla taverna O Koykos, consigliataci da un giovane che serviva in un bar vicino all'albergo, con ottima taramosalata, saganaki, bougiurdi, freschissime acciughe fritte ed un branzino spettacolare!

Pylos, festeggiando il 14° anniversario di matrimonio...

Il giorno seguente l'abbiamo dedicato tutto alla meravigliosa spiaggia di Voidokilia: una perfetta mezzaluna di sabbia finissima con acque cristalline, sfumate dal turchese acquamarina (appunto) chiaro al blu intenso, racchiusa tra due alti promontori rocciosi dove, su quello meridionale, si trova la grotta di Nestore che io e mia figlia abbiamo successivamente raggiunto attraverso un sentiero impervio. 


L'incantevole spiaggia di Voidokilia

L'incantevole spiaggia di Voidokilia

Sollazzo a Voidokilia

...Ed eccosi qua in dirittura di arrivo... 
Avendo la partenza del volo di ritorno da Atene nientepopodimeno che alle ore 06,15 del 27 Giugno, passiamo la mattinata del 26 a Pylos facendo un po' di shopping (per l'incommensurabile felicità di moglie e figlia) e ci mettiamo in viaggio. È scoppiato il vero caldo estivo greco (circa 40 gradi, per fortuna ce ne andiamo, per i miei gusti sono davvero troppi) ed arrivati a Kalamata entriamo in una nuovissima autostrada semi-deserta alla volta di Korintos dove arriviamo nel primo pomeriggio. Dopo una breve occhiata all'impressionante fortezza di Acrokorintos, proseguiamo e troviamo sistemazione in un mediocre hotel (non voglio neanche menzionarlo) a Porto Rafti


Acrokorintos

Acrokorintos, panoramica dell'ingresso

La mattina seguente, sveglia alle 03,30 e si va all'aeroporto, consegno l'auto e si torna a Bergamo...

In conclusione, voglio ringraziare il mio caro amico Argyrios per i suoi suggerimenti e, visto che l'anno prossimo avrò ancora le ferie a metà Giugno, credo che torneremo in Grecia. Probabilmente ancora nel Peloponneso visto che è grande, vario, ricco di attrazioni e con angoli ancora autentici e molto poco turistici.

Stay tuned!

6 commenti:

  1. Molto bello questo racconto che ci fa vedere una parte di Grecia continentale!!!

    RispondiElimina
  2. Molto belle le foto! E mi fa rivalutare la Grecia "continentale" rispetto alle pubblicizzatissime isole... comunque bellissime.

    RispondiElimina
  3. Ciao, vorrei sapere se, in base alla vostra esperienza, in queste zone è facile trovare al momento sistemazione in affittacamere/hotel a prezzi buoni (60-70 euro 2 adulti+ 2 bambini) per fine luglio agosto 2015. Grazie
    Elisabetta Milazzo

    RispondiElimina
  4. Vorrei un consiglio: devo scegliere tra Aeropoli e Pylos.Grazie

    RispondiElimina
  5. Foto e commenti molto belli, sono un appassionato di questi posti meravigliosi e a ottobre passero'quasi un mese in camper con mia moglie ed imiei 2 cani raccolti a Nafplio 10 anni fa'.

    RispondiElimina