di Renata Aurini
Perché
andare a Tinos?
Per
le Colombaie: con le delicate decorazioni in ardesia, sono la
caratteristica di Tinos, anche se si trovano anche su altre Cicladi,
ma non così numerose e ben conservate. La cura delle colombe è
antichissima, ma durante il pacifico dominio veneziano, divenne
allevamento sistematico.
Per
i Villaggi: forse i più belli, numerosi e caratteristici villaggi
cicladici sono su quest'isola. Abitazioni singolari, con archi in
ardesia e frontoni con meravigliose decorazioni in marmo.
Per
il Marmo: Il villaggio di Pyrgos su tutti declina il marmo in ogni
possibile uso. Il Museo del Marmo offre poi una dimostrazione della
bellezza e della quantità di varietà e di usi di questa materia
prima.
Per
i Sentieri: una rete capillare di sentieri ben segnalati
consentirebbe la visita, sebbene faticosa, di tutta l'isola
praticamente a piedi.
Per
la Fede: Tinos è detta "la Lourdes di Grecia", per il
santuario della Panagia Evangelista, che custodisce la sacra icona
della Madonna e raduna fedeli sia dalla Grecia che dal resto
d'Europa, specie durante la festa ufficiale del 15 agosto. La
quantità di chiese sparse sull'isola è un ulteriore conferma della
religiosità di questa popolazione.
31/7
Il
traghetto della Golden Star, tra sbuffi di fumo, lascia la burbera
Andros. Il mare è piuttosto nervoso, ma la grande imbarcazione se la
cava benissimo, mostrando una stabilità davvero eccellente.
Costeggiamo Andros in tutta la sua lunghezza, fino al braccio di mare
che la separa da Tinos, per poi iniziare ad ammirare il profilo di
quest'ultima fino al porto.
Eccola lì,la Chora, raggiante nel suo biancore, distesa davanti a noi, sormontata dal profilo della Panagia Evangelista, per i devoti anche unico e valido motivo per una gita su quest'isola.
Eccola lì,la Chora, raggiante nel suo biancore, distesa davanti a noi, sormontata dal profilo della Panagia Evangelista, per i devoti anche unico e valido motivo per una gita su quest'isola.
Sbarchiamo
e il proprietario del Boussetil room è pronto ad attenderci con il
suo pulmino. Gli
studios
sono a poco più di un km dal porto, appena dietro la zona più
centrale. Direi piuttosto
spartani,
ma affacciano su un giardinetto pieno di gatti e di ombra.
Problematica
sarà la ricerca dello scooter da noleggiare. A Tinos town, sul
lungomare, ci sono soltanto due noleggi per scooter: Vidalis (che
praticamente monopolizza tutto il bacino) e Jason, più economico,
che pero' non ha mezzi a disposizione. Vidalis ci fa aspettare
parecchio per la conferma (25 euro al giorno per un 150) e non
accetta prenotazioni. Abbiamo bisogno di prenotare anche per i nostri
amici Aldo e Ornella (la mitica Puccy) che arriveranno da lì ad un
paio di giorni, ma non c'è nulla da fare. Offro un acconto, ma non
lo accettano. Conto sulla buona sorte. Diversamente prenderemo una
macchina per tutti e 4 (di quelle non manca la disponibilità).
Finalmente
in sella al nostro mezzo, vorremmo
acquistare
qualcosa per la colazione di domani. Sorpresa: tutti i supermercati
sono chiusi, visto che è domenica. In realtà è una cosa normale,
che pero' per noi abituati alle aperture straordinarie, specie in
agosto e nei luoghi di villeggiatura, suona strano. Per fortuna
troviamo un
anziano
in una botteguccia vicino agli studios, che ci vende dello yogurth
favoloso e del miele
altrettanto,
più altri prodotti molto "casalinghi". Sono contenta:
abbiamo dato un aiuto alla piccola economia a gestione familiare.
Partiamo
subito per iniziare l'esplorazione dell'isola. Saliamo in direzione
Triandaros: alla nostra
destra
l'isola di Mykonos sembra così vicina da poterla toccare. Come tutti
dicono, il diavolo e l'acqua santa, il sacro e il profano, la quiete
e la tempesta, vicine da parere una cosa sola.
Poco
prima di Triandaros, le prime piccionaie: merletti bianchi di pietra.
Il paese è incantevole, e ammetto che ogni villaggio di Tinos sarà
sorprendentemente bello: ognuno con una particolarità,
Dopo
questo primo assaggio di Tinos, scendiamo verso le spiagge più
vicine alla
Chora
dal lato est: Agia Kiriaki, Laouti, Agios Sostis. Onestamente i sassi
e la sabbia verdognola
(caratteristica
che ritroveremo spesso), oltre alla temperatura non proprio alta, ci
fanno desistere dal
primo bagno.
Ora
urge riempire lo stomaco. tra i vicoli della Chora non mancano
ristoranti di ogni genere: da Vlaxos torneremo più di una volta, per
kokoretsi, souvlaki, pite, verdure grigliate, ecc. ecc.
1
agosto
I
gattini del giardino diventano sempre più intraprendenti, iniziando
a condividere la colazione con noi.
Oggi
ci dirigeremo verso le spiagge di nord-ovest, passando dall'interno
(Tarabadhos) per vedere le
piccionaie dalla strada.
Dopo
Tarabadhos proseguiamo ancora a nord, in direzione spiaggia di
isternia, ma il vento inizia a farsi sentire, e lungo la strada alta
sul mare si sente decisamente freddo. Prendiamo il bivio e scendiamo
con facilità lungo alla spiaggia di Isternia. E' una baia a
mezzaluna con acqua calda e limpidissima, sabbia fine e bollente. Non
molto ampia, si riempie facilmente.
Dopo
un piacevole bagno, tornando verso Tinos Town,dalla strada principale
prendiamo il bivio per scendere alle spiagge confinanti di Giannaki
e Kalivia.
Ancora
acqua limpida ma sabbia verdognola mista a sassi. Quasi in tutte le
spiagge ho trovato una caratteristica particolare: è quasi come se
fossimo su una battigia lacustre, fatta di terra montana più che di
fine rena. E' forse per questa ragione che il mare qui mi rende un
po' timorosa
Tinos
è abbastanza piccola da consentire un ritorno spezza-giornata in
albergo, tanto per riprendere le forze e godersi uno spuntino in
compagnia dei "nostri" gattini, che ci stanno aspettando.
Nel
pomeriggio tocca ad un altro bel villaggio: Falathados, che ha la
particolarità di trovarsi a ridosso di una zona ricca di massi
granitici dalle strane conformazioni.
Un sentiero parte dalla fine del paese, e porta fino a Livada bay, costeggiando un ruscello (in parte in secca) e alternando punti assolati a zone ombrose.
Quasi quanto Andros, anche Tinos è una Ciclade anomala, ricca di acqua e vegetazione. Non
Un sentiero parte dalla fine del paese, e porta fino a Livada bay, costeggiando un ruscello (in parte in secca) e alternando punti assolati a zone ombrose.
Quasi quanto Andros, anche Tinos è una Ciclade anomala, ricca di acqua e vegetazione. Non
per
nulla il suo nome arcaico era Idroussa, cioè ricca di acqua: ci sono
ancora vecchi mulini ad acqua in disuso. Non percorriamo per intero
il sentiero, ma siamo ugualmente soddisfatti di questa passeggiata in
solitaria.
2/8
Oggi
è una giornata speciale, perché stasera arriveranno Aldo e Ornella.
Il
santuario di Kionia, sul mare, è molto vicino a Tinos Town, ma
faremo una piccola deviazione a nord, per l'antica Polis. Si accede
attraverso un sentiero
in pietra, dalla strada principale. Non resta
che qualche pietra e parte delle mura, ma la posizione fa immaginare
una città di antica bellezza e prosperità. Riscendiamo rapidamente
a Kionia ed entriamo nel santuario di Poseidone e Amfitre. Il sito è
deserto e si paga una cifra ridicola per l'ingresso. Questo Sito è
secondo per importanza solo al Santuario di Asclepio ad Epidauro.
Anche Poseidone era infatti venerato come medico e dio
guaritore.
Dopo
la storia, attraversiamo rapidamente il paese di Kionia, consistente
in un piacevole agglomerato di studios e taverne sul mare, con una
deliziosa chiesina all'ingresso, e servitissimo dai bus. Appena
superata la spiaggetta cittadina (per lo più di sassi), c'è una
leggera salita verso nord. Si parcheggia vicino ad una villa bianca e
si scende a piedi per un breve sentiero.
La spiaggia che si trova è grande, solitaria e bellissima. Prima di questa, confinante con la spiaggia di Kionia, c'è la Balos bay, anch'essa molto invitante vista dalla strada, ma col difetto di avere massi scivolosi a riva, quindi poco fruibile. La spiaggia che citavo si chiama invece Platia Ammos, ed è di sabbia, sassi colorati, e qualche masso scivoloso solo in alcuni punti.
La spiaggia che si trova è grande, solitaria e bellissima. Prima di questa, confinante con la spiaggia di Kionia, c'è la Balos bay, anch'essa molto invitante vista dalla strada, ma col difetto di avere massi scivolosi a riva, quindi poco fruibile. La spiaggia che citavo si chiama invece Platia Ammos, ed è di sabbia, sassi colorati, e qualche masso scivoloso solo in alcuni punti.
Nel pomeriggio arriveremo alle poco lontane spiagge di Agios Romanos e Apighani, con una fantozziana avventura fino a Kandani bay.
Ad
Aghios Romanos si arriva con facilità dalla strada principale,
mentre per Apighani bisogna tornare indietro, parcheggiare e percorrere un tratto a piedi lungo un sentiero un po' faticoso da risalire:
mentre per Apighani bisogna tornare indietro, parcheggiare e percorrere un tratto a piedi lungo un sentiero un po' faticoso da risalire:
Ma purtroppo ho un'idea che si rivelerà orripilante: dalla strada noto un lampo di azzurro "confinante" (si fa per dire) con la baia di Kandiani. Bisogna "solo" superare a piedi un promontorio. Quando ci allontaniamo dalla spiaggia e iniziamo a salire tra sabbia e sassi, notiamo che veniamo guardati con una certa curiosità. Ci aspetta un percorso interminabile tra sassi, pietre, spine, strapiombi, fino ad arrivare alla tanto agognata spiaggia. Naturalmente io, come sempre quando c'è da fare un percorso difficile, sono in infradito... All'arrivo la spiaggia sembra splendida e solo per noi,ma purtroppo è impraticabile.
Lastroni di pietra scivolosa ne impediscono l'accesso in acqua. Ci provo ostinatamente, vista la fatica per arrivarci, ma non rimedio che un paio di rovinose cadute. Non ci rimane che tornare indietro.
Temo davvero che mio marito mi butti in acqua da questo sentiero, soprattutto perchè poi, ritornati alla spiaggia di Apigani, occorre fare un altro bel pezzo in salita per tornare sulla strada dove abbiamo parcheggiato.
La serata si conclude, prima di cena, a Kionia, nel punto da cui si può godere di un tramonto strepitoso: la chiesetta all'ingresso del paese
Dopo la cena al
centro di Tinos, finalmente incontreremo i nostri amici, arrivati da poco.
Domani ci attende la prima giornata insieme.
3/8
Noleggiato il secondo
scooter da Vidalis, siamo pronti per partire!
Siamo diretti alla
spiaggia di Livadia, caratterizzata dalle bizzarre formazioni rocciose che
la circondano:
Ci perdiamo fra I massi,
scavalcando le pietre rosa e nere, infilandoci tra gli anfratti
e ascoltando il
ruggito del mare.
Risaliamo, in sella agli scooter, sulla strada principale e pieghiamo ad est, verso il Faro. Inizia uno sterrato infinito, ma che ha questa tappa di pura vertiginosa bellezza:
Ma Aldo, che è in testa al gruppo, non torna indietro, ma continua ancora nella stessa direzione. Lo sterrato pare non finire mai
Finalmente una spiaggia ristoratrice si intravede all'orizzonte
Dopo un bagnetto, mentre
ci stiamo dirigendo agli scooter, sono stupefatta dal fatto che il mare,
sebbene calmo fino a quel momento, produca una specie di risucchio con un'onda
bassa che in un attimo si “mangia” tutta la spiaggia. E' un fatto di correnti
che in Grecia ho notato spesso, ma mai in questa maniera così plateale. I miei
compagni pero' sono distratti e già sulle moto...
Ora ci vuole una
sosta “tecnica” con insalata greca e birra. Anche il ristorante è decorato in
ardesia, come una colombaia . Decorazioni o no, questo frugale spuntino con gli
amici è quanto di più soddisfacente si possa desiderare.
Oggi in effetti si è
camminato poco e bisogna rimediare. Arriviamo al Santuario del Sacro Cuore,
proprio sotto l'Exomburgo, la seconda cima più alta dell'isola.
Sulla sommità ci sono I resti di un castro
medievale veneziano, mentre lungo I fianchi del monte, ci sono resti di più
antiche fortificazioni. Io e Ornella decidiamo di intraprendere la salita,
sospinte letteralmente dal vento. Sebbene la cima sia alta solo poco più di 600
metri, complice la danza vorticosa delle nuvole, l'ascesa pare verso una specie
di mondo fiabesco, o , meglio, mitologico. Continuiamo a salire: forse lassù
troveremo il Palazzo di Eolo
Dicono che da qui, nelle giornate limpide si riesca a vedere Santorini (!?!). Purtroppo questa giornata ètutt'altro che limpida
Il vento soffia impietoso e il cielo si fa scuro, ma noi siamo felici di essere arrivate fino quassù
La lunga giornata
continua alla scoperta di alcuni dei villaggi più particolari di Tinos. Ci
eravamo già accordate per vederli assieme.
Le architetture naturali
dei massi lungo la strada, ci annunciano che stiamo arrivando al villaggio di
Volax.Qui I muri e le porte delle case, sono decorati con versi di poesie
Ecco gli amati versi di
“Ithaca” di Kavafis
e della canzone " Mikri
Patrida".
Ogni angolo qui è poesia:
Dopo Volax, ci
dirigiamo verso Agapi, che sorge sul dorso di una valle ricca di colombaie:
Un altro paese di raffinata bellezza.
Foto dei nostri
sfiniti, ma sempre elegantissimi uomini
Per completare
l'intensa giornata, finiamo alla spiaggia di Kolybhitres (sud-est) che, onestamente
non incontra I miei gusti. Gli altri si fanno il bagno, ma io non ne sento la
voglia
Per tornare alla base
a Tinos Town, ripassiamo sotto l'Exoburgo, che quasi ci sfotte circondato da un
cielo azzurrissimo
Una sosta in albergo,
poi al ristorante prenotato da Aldo dopo uno studio approfondito: Mpeee (gli
amici vegani non ce ne vorranno) ad Arnados. Pienamente soddisfacente
4/8
Ci si incontra
puntuali dal benzinaio all'uscita del paese, per una visita più spirituale: il
Monastero femminile di Kechrovouni, o della Signora degli Angeli. Secondo la
tradizione venne fondato da 3 sorelle, dopo un sogno in cui la Madonna le
esortava a costruire un monastero proprio in quel punto. Visto che quel luogo
era troppo esposto ai venti, provarono inutilmente a costruire più a sud, ma di
notte crollava ciò che di giorno era stato innalzato. Le 3 celle, nucleo della
costruzione, esistono ancora.
Ripresa la strada per
Pyrgos, facciamo una sosta al pittoresco paese di Aetofolià, dove entriamo nel
piccolo museo della ceramica, che ha sede in una colombaia
Dopo la visita, alle 11 del mattino, ci viene offerto del raki con ceci salati: ci voleva proprio!
I nostri inviati motociclisti in tenuta sportiva
Pyrgos già sotto il sole
Il Museo del Marmo è
assolutamente imperdibile: strutturato benissimo, con filmati sull'estrazione
del minerale ed esposizione di reperti. C'è addirittura un grande murale con
tutti I tipi di marmo proveniente da ogni luogo della Grecia. Poi I
meravigliosi frontoni, che ornano ogni casa tradizionale di Tinos, anche la più
modesta.
Pyrgos è il paese del
marmo. Patria dello scultore Halepas, la cui casa non riusciremo a visitare
perché ancora chiusa.
Marmo dappertutto, lungo I vicoli, nei frontoni delle porte, addirittura una fermata d'autobus completamente in marmo.
Con la promessa di ritornare più tardi, per l'apertura della casa natale di Halepas, prendiamo la via del mare. Arriviamo al Porto di Panormos e ci fermiamo alla Stafidia bay, subito dopo il ruscello con le papere. Ma io e Ornella non siamo ancora paghe: cerchiamo ancora la casa di Eolo. Sulla sinistra della spiaggia c'è uno sterrato che costeggia il mare. Certamente porta ad altre spiagge e magari al promontorio che vediamo giù in fondo... I mariti non hanno bisogno di parlare: leggiamo il diniego negli occhi. Così ci avviamo a piedi, chiacchierando lungo il sentiero assolato. Arriviamo ad una spiaggetta più intima, ma la snobbiamo proseguendo lungo un sentiero immaginario che costeggia il mare.
Finalmente arriviamo alla meta:
il vento è sferzante, le onde si abbattono sugli scogli cesellati
dalle forze della
natura e... eccolo! Abbiamo finalmente trovato Eolo, il nostro tomento e
insieme protettore di questo viaggio.
La rosa dei venti,
scolpita nella roccia, non può mancare
Siamo molto
soddisfatte ed elettrizzate, tanto da non rimanerci male quando scopriremo che
i due consorti non hanno alcuna intenzione di riportarci a Pyrgos per visitare
la casa dello scultore Halepas. Si erano perfino messi d'accordo per trovare
una scusa... che vergogna.
Stasera cena a Dyo
Choria, borgo qualche km sopra Tinos, nella taverna Dyo Choria, sempre
prenotata da Aldo dopo attenta selezione. La taverna è sulla strada (si salgono
un paio di gradini), vicino ad una delle tante fonti-lavatoio Il panorama è
impagabile, con le luci di Mykonos che brillano nella notte. Mangeremo
benissimo, pagando pochissimo.Le porzioni sono molto abbondanti, con degli
strepitosi assaggi di formaggi e salumi dell'isola. Unica accortezza (oltre
quella di portare un giubbino per il fresco), è quella di essere molto
puntuali: ci si siede precisamente all'orario concordato e si lascia il tavolo
per il cliente successivo.
5/8
Oggi lasceremo Tinos
e I nostri amici. C'è tempo per un'ultima spiaggia insieme: la colorata
Lichnaftia.
Passeggiamo sulla battigia di sassi dalle mille sfumature, ma non possiamo fare altro: il vento è forte e il mare freddo e agitato. Nemmeno Mykonos si riesce a vedere per via della foschia.
Un autoscatto è
d'obbligo
Qui ci separiamo e io
e Luigi ci dirigiamo in albergo per una doccia e I bagagli. Resta il tempo per
il pranzo e per una visita alla Panagia. Non sono credente, ma ammetto che le
chiese ortodosse riescono a trasmettermi delle emozioni . Assistiamo anche ad
un rito di battesimo, molto intenso, col bimbo che viene immerso per
intero nel fonte battesimale.
In quest'isola tanto ricca di
acqua, non può mancare all'interno della Panagia la fonte da cui sgorga
l'acqua santa, con una lunga fila per riempire bottiglie, boccettine e
addirittura I biberon dei bambini. Dal sagrato della chiesa, vedere salire
alcuni fedeli in ginocchio lungo la passatoia che dal porto finisce fin quassù,
in segno di ringraziamento o pura devozione, è abbastanza toccante
Ora siamo sul traghetto che ci riporterà al Pireo. Eccola lì, la bella e raggiante Tinos, con le sue nuvole, il suo biancore e la sua spiritualità, pian piano sparire tra la spuma del mare.
Questi giorni passati a Tinos con voi saranno sempre un bellissimo e caro ricordo... Eolo... il suo Castelli fra le nubi sulla cima dell'Exobourgo,il suo Castello sulle onde ruggenti davanti all'isola Planitis, il suo Castello sui baluardi rocciosi in cima al Monte Tsiknias che abbiamo il primo giorno dalla spiaggia di Livada e l'ultimo giorno dalla spiaggia di Liknaftià .. Eolo esiste ed è ancora il Re di Tinos e per noi Tinos sarà sempre l'ISOLA di EOLO.
RispondiEliminaGrazie Renata per questo diario che ogni tanto rileggo con affetto
Fantastico diario!!! Siamo a Tinos ora e siete fonte di inesauribile informazione e spunto!! Grazie!!!
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