di Iuri e Viola
Giorno 3-Traghetto per Milos
Dopo una super levataccia siamo nel traghetto per Milos, il
viaggio è un po’ a scossoni e Viola accusa abbastanza il mal di mare, ma
partiamo da capo e facciamo un flashback.
Giorno 1-Road to Atene
Il prevacanza è un po’ thrilling in quanto la carta su cui
abbiamo caricato il budget per la vacanza fa le bizze e la sera prima della
partenza non riusciamo a prelevare. Prima che salga il panico facciamo un
secondo tentativo in un’altra banca e la carta funziona. Ma non è tutto. Appena
caricata la macchina e partiti (ore 6 circa) si accende la spia del guasto sul
cruscotto….attimi di panico, mi accosto, tento la vecchia manovra di spengere e
riaccendere e la spia magicamente se ne va. Facciamo finta di nulla con una
certa calma zen, mi preoccupa la sosta in autogrill ma per fortuna la spia non
si accende e arriviamo a Fiumicino. Arriviamo molto in anticipo e per di più il
volo ha 15 minuti di ritardo, si traccheggia mangiando uno schifoso panino al
terminal poi decolliamo. Il volo è sereno, tranne la fase di atterraggio un po’
turbolenta, ci danno anche il pranzo, una schifosissima pasta al sugo(??),
crostini liofilizzati e barrette al miele. Siamo ad Atene, dobbiamo
attraversare la città il maniera trasversale che il mitico “Anemoni” è al
Pireo. Ancora 1 ora abbondante di metro+treno…questo viaggio non finisce più.
In metro siamo corrazzati, gli oggetti di valore sono al super-sicuro che
secondo trip-advisor Atene è un po’ come Baghdad e viola si è imparanoiata, ma
nonostante ciò arriviamo sani e salvi, con le borse chiuse e senza tentativi di
taccheggio. Siamo cotti come le pere, ma ciò nonostante andiamo alla sea-jets a
scambiare i biglietti fatti on-line e riprendiamo la metro per un giro rapido
ad Atene centro, zona Monastiraki
dove viola si rimparanoia ma è tutto tranquillo e partono le prime foto della vacanza con vista partenone. La giornata si chiude con ritorno a Pireo e prima mangiata di gyros e souvlaki che come da pronostico mi fa andare subito in bagno da anemoni.
dove viola si rimparanoia ma è tutto tranquillo e partono le prime foto della vacanza con vista partenone. La giornata si chiude con ritorno a Pireo e prima mangiata di gyros e souvlaki che come da pronostico mi fa andare subito in bagno da anemoni.
Giorno 2-Atene
La giornata inizia subito male. Anemoni a colazione è un
furto quindi andiamo fuori, e al ritorno manca poco mi spacco il dito del
piede: c’è un ferro sporgente conficcato nel marciapiede non si sa bene perché
dove picchio con forza l’alluce. Imprecazioni come se non ci fosse un domani,
una ventina di minuti di ghiaccio in camera e vai con il
buongiorno…..Ritardiamo quindi il tour di Atene di una mezz’ora buona.
Il tour è quello copiaincollato da zingarate.com: partenza
da syntagma, panathinaikos stadium, il tempio di zeus, acropoli e…..basta
perché siamo alla frutta. Tutto molto bello, scattiamo un botto di foto, di cui
molte trash allo stadio, scarpiniamo come se non ci fosse un domani e alla
fine, belli cotti, ci rifugiamo in un bar sugli scalini a Plaka, molto, molto
caratteristico. Per cena torniamo a Pireo zona “marina”, che è un po’ la zona
ripulita a Pireo, quindi non mi gasa, e non gasa manco la cena. Domattina via
verso l’isola!
Giorno 3-Milos (Firopotamos,Plathiena,Paliochori)
Diciamocela tutta, il rapporto con Milos non è semplice
all’inizio. Il meltemi è un martello pneumatico, soffia sempre, e ce ne
accorgiamo ancor prima di arrivare, visto che il viaggio in traghetto è a dir
poco turbolento e accusiamo entrambi il mal di mare. Arrivati in porto, il
rapporto con l’inglese poi è duro (colpa nostra) e all’autonoleggio capiamo una
parola su venti, ci danno una clio al posto di una panda come avevamo
preventivato via mail e rimaniamo lì come baccalà, senza controbattere.
Partiamo dal porto di Adamas che sono già una pentola a pressione: volevo una
macchina vecchia, possibilmente alta per gli sterrati e ci danno una clio
racing; inoltre il navigatore su maps non ci capisce niente, sbagliamo strada e
rimaniamo fermi in una strettoia in salita, dove la clio slitta sulla polvere
provocando un puzzo di gomma bruciata allucinante. Per 5 minuti è panico, poi,
un po’ a culo, riesco a strigare la situazione e riparto, ma il navigatore
ri-scazza e ci incastriamo sempre con la clio per le vie strettissime di un
paesino non ben identificato. Volano imprecazioni a dritto…..l’isola ci ha
accolto malissimo direi. Il tipo dell’hotel chiama, ci viene a prendere e, forse,
si inizia ad avere fortuna visto che parla italiano. Ci porta in hotel, gli
chiedo gentilmente se può richiamare il cavolo di autonoleggio per farci dare
una macchina più piccola e funzionale all’isola, possibilmente quella
concordata. Dopo 10 minuti ci richiama e ci avverte che il cambio è possibile,
menomale!!! Torniamo subito al porto a riportare quel catafalco e ci danno una
bella Skoda citygo rossa, con cui non sappiamo la tenuta sullo sterrato, ma
almeno gli ingombri sulle strade iper strette dell’isola dovrebbero essere più
fattibili. Finalmente qualcosa è andato nel verso giusto, forse si inizia a
ragionare, ma forse…..
Dopo tutte le peripezie e un pezzo di torta al formaggio
mangiato al volo proviamo ad andare a
Firopotamos, uno dei posti su cui avevo messo la puntina a nord. Ebbene, a
Firopotamos il mare èagitatissimo, quindi niente bagno e ci limitiamo alle
foto. Non paghi andiamo a vedere un altro posto a nord, Plathiena,
qua riusciamo a fare il bagno anche se il meltemi picchia duro come un fabbro e una volta fuori dall’acqua la sabbia ci prende a frustate. Duriamo 1 ora, forse e ripieghiamo a sud, su Paliochori, dove finalmente ritroviamo la Grecia che avevamo lasciato l’anno scorso: mare limpido, acqua ferma e colori stupendi.
qua riusciamo a fare il bagno anche se il meltemi picchia duro come un fabbro e una volta fuori dall’acqua la sabbia ci prende a frustate. Duriamo 1 ora, forse e ripieghiamo a sud, su Paliochori, dove finalmente ritroviamo la Grecia che avevamo lasciato l’anno scorso: mare limpido, acqua ferma e colori stupendi.
Giorno 4-Sarakiniko-Firiplaka-Firopotamos-Mandrakia-Chora
Poseidon dice che è una giornata di bonaccia per il meltemi.
Ci credo poco ma decido di fidarmi, e siccome sulla gita in barca non c’era
posto ci svegliamo all’alba per provare la spiaggia della luna Sarakiniko.
Siamo tra i primi ad arrivare ma ahimè il meltemi spinge ancora e il bagno è impossibile. Scattiamo un bel po’ di foto in questo posto assurdo e poi andiamo dritti verso sud un po’ con la coda tra le gambe. A sud proviamo prima Agia kiriaki, mare pulito ma spiaggia non eccezionale, poi Firiplaka, che ci regala finalmente l’effetto wow che finora ci era mancato.
Spiaggia bellissima, con rocce rosse sul retro, acqua chiara, la Grecia che ci gasa. Siccome siamo già belli rossi e i costi non sono eccessivi affittiamo il set come i borghesi. Gli spazi sono stretti ed è pieno di italiani, come del resto in tutta l’isola, una cosa impressionante. Facciamo vari bagni molto belli, poi mangio l’immancabile insalata greca con cipolle, pomodori, peperoni crudi e collasso sul lettino. Al risveglio altra occhiata a poseidon: il meltemi è a quanto pare più blando e riproviamo testardi Firopotamos. Effettivamente la situazione è migliore del giorno prima ma sempre molto mosso e algoso, consegue secondo ripiegamento in due giorni. A questo punto inizia un furioso tour per il versante nord che ci fa toccare Mandrakia (carina con le sue syrmata), Plachena(niente di che),Algomantra (idem) e infine Papafragas, un posto assurdo stile Sarakiniko con una mega spaccatura sulla scogliera che crea una sorta di microspiaggia con corridoio sul mare. Suggestivo sicuramente, ma oggi anch’esso impraticabile. Decidiamo di concludere il tour e ritornare in camera, doccia e via alla chora, abbarbicati in altissimo a vedere il tramonto.
Infine una cena ottima dal patsugo di Milos, tale osteria Oforas dove si mangia tipicamente greco in un locale non troppo turistico.
Siamo tra i primi ad arrivare ma ahimè il meltemi spinge ancora e il bagno è impossibile. Scattiamo un bel po’ di foto in questo posto assurdo e poi andiamo dritti verso sud un po’ con la coda tra le gambe. A sud proviamo prima Agia kiriaki, mare pulito ma spiaggia non eccezionale, poi Firiplaka, che ci regala finalmente l’effetto wow che finora ci era mancato.
Spiaggia bellissima, con rocce rosse sul retro, acqua chiara, la Grecia che ci gasa. Siccome siamo già belli rossi e i costi non sono eccessivi affittiamo il set come i borghesi. Gli spazi sono stretti ed è pieno di italiani, come del resto in tutta l’isola, una cosa impressionante. Facciamo vari bagni molto belli, poi mangio l’immancabile insalata greca con cipolle, pomodori, peperoni crudi e collasso sul lettino. Al risveglio altra occhiata a poseidon: il meltemi è a quanto pare più blando e riproviamo testardi Firopotamos. Effettivamente la situazione è migliore del giorno prima ma sempre molto mosso e algoso, consegue secondo ripiegamento in due giorni. A questo punto inizia un furioso tour per il versante nord che ci fa toccare Mandrakia (carina con le sue syrmata), Plachena(niente di che),Algomantra (idem) e infine Papafragas, un posto assurdo stile Sarakiniko con una mega spaccatura sulla scogliera che crea una sorta di microspiaggia con corridoio sul mare. Suggestivo sicuramente, ma oggi anch’esso impraticabile. Decidiamo di concludere il tour e ritornare in camera, doccia e via alla chora, abbarbicati in altissimo a vedere il tramonto.
Infine una cena ottima dal patsugo di Milos, tale osteria Oforas dove si mangia tipicamente greco in un locale non troppo turistico.
Giorno 5-Tour in barca a vela
Premessa
Nei
giorni scorsi ci siamo sbattuti molto per trovare un tour dell’isola in barca
giusto, con poche persone e ovviamente in una giornata adatta. Visto che il
meltemi ha picchiato sempre sodo e che poseidon non dava molte speranze oltre
ad indovinarci sempre poco, ci siamo affidati al capitano Nikolas (da ora in
poi capitano corelli) che con grande intortata in inglese ci ha assicurato che
mercoledi (oggi) sarebbe stato un buon giorno per il tour.
Racconto
Non
solo il meltemi picchia sempre sodo, stamani ci sono pure le nuvole, mai viste
finora. Perplessi ci avviamo al porto, non sicuri di partire, e lì Corelli ci
invita a parcheggiare: si parte e si parte da adamas per il giro. Ottimo. La
barca a vela gasa, l’equipaggio è simpatico e siamo solo 11, un numero top. L’uscita
dal porto e lungo la gola di adamas è tranquilla, un po’ freddino, ma il peggio
è sicuramente la virata verso il mare aperto: mezz’ora quasi di incubo, con il
meltemi a mille, le onde che sbattono, la barca che sbarella, viola che in trans
guarda dritto come un fuso ed entra in silenzio stampa, il tutto con Bob Marley
in sottondo…..
Sfangata
la virata siamo ad ovest, adesso il meltemi si prende da dietro e si sbarella
meno. L’equipaggio capisce che è stata tosta e ci rifugiamo in un’insenatura
(niente di che) per la prima sosta bagno e la “colazione”. Il posto niente di
che è il sostituto delle cave di Sykia, dove non possiamo andare per le onde,
quindi il nostro capitano (non corelli,che furbacchione è rimasto al porto ma
un ragazzo più giovane) riparte alla volta di Kleftiko, il main event della
giornata, a sud, riparato dall’infernale vento. Kleftiko è spettacolare,
indescrivibile a parole, un insieme di insenature bianche come la calce dei
villaggi, con mille grotte dove si nascondevano i pirati per saccheggiare le
navi. Ovviamente pieno di yacht e barche attraccate, ma i nostri la sanno lunga
e ci ormeggiano in un posto abbastanza vivibile e ben riparato.
Fondamentalmente staremo lì tutto il giorno. Si, perché in continuo contatto
con il baracchino avranno fatto sapere ai nostri che non solo il meltemi, ma
anche il mare oggi è particolarmente mosso e navigare è tosto. Prima facciamo
un aperitivo (buono), poi iniziamo con tuffi, nuotate, giro in gommone nelle
grotte (stupendo). Scattiamo 10000 foto e video e infine mangiamo la pasta al
ragù alle 4 di pomeriggio. Il giro principale, immagino, prevedesse ben più
soste, forse, come dicono i polemici in barca, oggi non dovevamo proprio
uscire, ma business is business.
Non
si capisce bene cosa succeda, forse la barca a vela sorella della nostra si
rompe, insomma si cambia capitano, salgono altre persone e ripartiamo. E qua
inizia l’inferno: un freddo cane, onde che si infrangono sulla barca a vela e
ci prendono a secchiate, mozzo che mette Carmina Burana a tutto foco, panico.
Io sono completamente “mezzo” pur essendo sotto l’asciugamano, Viola è messa
meglio perché è accovacciata in un punto riparato, tutti gli altri vengono
letteralmente presi a schiaffi dalle onde. Iniziano le “bubate”, le due signore
più anziane genovesi iniziano a sostenere (a ragione) che con una giornata così
dovevano rinviare tutto. Io, che tanto non soffro la barca, scendo sotto
coperta al caldo, mi levo la roba bagnata e d’ora in poi la mia copertura sarà
un asciugamano in microfibra bagnato. Il capitano nuovo ha la giacca a vento,
per capire l’andazzo……Il finale poi è la ciliegina, si arriva a Provatas e ci
scendono con il tender fino ad un pontiletto di ferro, le genovesi sono
allibite, dopo aver dato la frutta ed aver fatto passare ancora più tempo tutti
infreddoliti (forse erano in colpa per gli 80 euro con due sole soste e la
pasta al ragù???). L’autobus per adamas parte alle 19:30 e non si capisce
perché, Viola poi lascia pure asciugamano ed occhiali da sole sopra. Top! Due
ore stupende da 10, il resto da 3 ad essere larghi. Voto finale 6,5
Giorno 6
Anche oggi tira vento, tanto per cambiare, decidiamo quindi
di svegliarci con calma ed andare ad Adamas in lavanderia. 7 euri e passa la
paura. Sono 50 minuti di attesa in cui decidiamo di andare a ricomprare le cose
perse nella giornata di ieri. Asciugamano con ciuco (8e)+ occhiali rayban
tarocchi(8e)+felpina per me carina(23e) visto che la sera è freschino.
Riprendiamo le cose lavate e torniamo allo studios per stenderle. Visto che
stanno facendo ancora le pulizie andiamo a fare un altro giro. Catacombe viste
solo dall’alto a Klima, dove ci sono delle caratteristiche syrmata colorate. Ci
fermiamo poi a prendere un pezzo di pizza alla bakery per pranzo e rientriamo in
camera. Dopo pranzo andiamo un po’ al mare, proviamo Agios Sostis, niente male,
acqua chiara e location carina. Fa troppo caldo quindi dopo un’oretta decidiamo
di ripartire in macchina, ci addentriamo nello sterrato per Gerontas, ma ci
sembra troppo pericoloso continuare e ci fermiamo a Kipos. Dall’alto sembra una
bella baia, ma in realtà non è un granchè, cerchiamo di andare in un’insenatura
più nascosta facendo un passaggio sugli scogli tipo Civette, ma il risultato
non è comunque migliore. Iuri fa il bagno, io no e torniamo su dopo poco. Ci
fermiamo al bar/ristorante che affaccia sulla baia, prendiamo una coca e via.
La sera c’è la festa del fuoco a Tripiti quindi decidiamo di andare lì a cena
da Barriello, posto carino con i tavolini che affacciano sulla terrazza, molto
turistico. Prendiamo il cheesecake con feta e pomodorini, poin coniglio alla
cannella e maiale alla paprika, tutto troppo speziato. Andiamo a vedere quindi
la festa con i bambini che saltano nel fuoco, un rito propiziatorio dove
qualche bambino si brucia ma fa finta di nulla, allucinante!
Giorno 7-Tsigrado,Sulfurmine,Plathiena
Dovrebbe essere il giorno del quad. Dovrebbe, perché finite
le pratiche da motochristos fo un piccolo testdrive che boccio senza
attenuanti: non avevo mai guidato un quad e non lo so fare, quindi in accordo
con il tipo del rent strappiamo tutto, troppo pericoloso. Andiamo a riprendere
la macchina, io sono un po’ abbacchiato ma il gasamento mi torna a Tsigrado, la
famosa spiaggia della scala. Una baia bellissima già in partenza, con una vista
dall’alto mozzafiato resa unica per la discesa: un insieme di due scale e corde
che in pratica ti fanno scendere da una spaccatura della roccia. Folle. Sotto è
bellissimo, ma non duriamo molto, la gente inizia ad arrivare e riempie la
spiaggia,inoltre le odiose barche dei tour iniziano a fare sosta scaricando
orde di bagnanti. All’ora del sole sullo zenit, come spesso ci accade,
risaliamo e decido di riprendere la folle salita stile climbing con la go-pro
fissata in fronte con la bandana Link a youtube
Il primo posto d’eccellenza non con la barca è stato fatto. Il viaggio prevedeva thiorichia, la spiaggia della miniere abbandonata, oltre il confine del car rental service. Non importa, andiamo uguale; breve sosta per comprare acqua a Zefiria e via per lo sterrato. Per la citygo è una sofferenza, la strada qua è dura, buche e sassi sono una costante, tuttavia me la cavo solo con un colpo sul davanti dell’auto. Arriviamo ad un punto impossibile, quindi parcheggiamo e continuiamo a piedi. Il sentiero per la spiaggia è splendido e la vista dall’alto con le miniere abbandonate a ridosso sul mare è qualcosa di spettacolare.
Come spesso accade a
Milos questo posto è completamente folle nel suo paesaggio. Fa un gran
caldo e ci rifugiamo sotto un ponticino dove un tempo passavano i carrelli
della miniera. L’acqua non è il massimo, anche se scogli e sassi rossi rendono
il posto bellissimo. Verso le 14 risaliamo, ovviamente la risalita è tosta e
siamo stanchi, quindi decidiamo di pranzare a Zefiria. Scelta azzeccatissima,
mangiamo molto bene per pochissimi soldi e ci offrono un antipastino e due
amari. S’è fatto tardi, oggi abbiamo pranzato all’ora greca, quindi andiamo a
fare l’ultimo mare a Plathiena, dove il sole regge fino a tardi. Senza meltemi
anche Plathiena è stupenda,
oggi riscopriamo la Grecia che ci aveva ammaliato l’estate scorsa. Tramonto in spiaggia, doccia e cena alla Plaka in un ristorantino tipico con tanto di musica tradizionale suonata dal vivo: giornata da 10 oggi!
Il primo posto d’eccellenza non con la barca è stato fatto. Il viaggio prevedeva thiorichia, la spiaggia della miniere abbandonata, oltre il confine del car rental service. Non importa, andiamo uguale; breve sosta per comprare acqua a Zefiria e via per lo sterrato. Per la citygo è una sofferenza, la strada qua è dura, buche e sassi sono una costante, tuttavia me la cavo solo con un colpo sul davanti dell’auto. Arriviamo ad un punto impossibile, quindi parcheggiamo e continuiamo a piedi. Il sentiero per la spiaggia è splendido e la vista dall’alto con le miniere abbandonate a ridosso sul mare è qualcosa di spettacolare.
oggi riscopriamo la Grecia che ci aveva ammaliato l’estate scorsa. Tramonto in spiaggia, doccia e cena alla Plaka in un ristorantino tipico con tanto di musica tradizionale suonata dal vivo: giornata da 10 oggi!
Giorno 8-A tutto nord
E’ il giorno, finalmente. Oggi c’è bonaccia, il meltemi non
soffia e non soffia nemmeno vento da sud. Noi siamo cocciuti, vogliamo vedere
Firopotamos senza vento, ma prima facciamo un’altra spiaggia e la scelta va su
Papafragas.
Papafragas è strana, ne abbiamo già parlato ed il bagno è….strano. L’acqua purtroppo è sudicia, giorni e giorni di meltemi hanno portato a riva di tutto e questa spaccatura nella roccia immagazzina sporco a bestia. Dunque bagno veloce e via. Ci fermiamo ad Algomantra per rivedere anch’essa senza vento ma viola ha bisogni fisiologici imminenti ed andiamo ad un vicino hotel: bagno+bottiglia d’acqua 1,5 euro. E’ il momento di Firopotamos, che già dall’alto oggi capiamo essere il top.
Facciamo un super bagno su tutta l’insenatura e scopriamo anche uno scoglio dove tuffarsi, che sembra basso ma in realtà una volta sopra non è basso per nulla. Mi tuffo ma viola non fa il video, o meglio, fa il video a me mentre tiro la maschera e poi si perde il volo riprendendomi appena riemerso. Mi rituffo quindi con la gopro in mano cadendo anche male. Intanto il posto si sta super riempiendo e la gente stende l’asciugamano pure sui muretti. Fo un altro bagno sul moletto con le syrmata, le barche e la chiesetta vicino: questo posto è il più caratteristico di Milos. S’è fatta una certa, viola smania per andare a far pranzo da Medusa, caldamente consigliato da un suo collega.
Papafragas è strana, ne abbiamo già parlato ed il bagno è….strano. L’acqua purtroppo è sudicia, giorni e giorni di meltemi hanno portato a riva di tutto e questa spaccatura nella roccia immagazzina sporco a bestia. Dunque bagno veloce e via. Ci fermiamo ad Algomantra per rivedere anch’essa senza vento ma viola ha bisogni fisiologici imminenti ed andiamo ad un vicino hotel: bagno+bottiglia d’acqua 1,5 euro. E’ il momento di Firopotamos, che già dall’alto oggi capiamo essere il top.
Facciamo un super bagno su tutta l’insenatura e scopriamo anche uno scoglio dove tuffarsi, che sembra basso ma in realtà una volta sopra non è basso per nulla. Mi tuffo ma viola non fa il video, o meglio, fa il video a me mentre tiro la maschera e poi si perde il volo riprendendomi appena riemerso. Mi rituffo quindi con la gopro in mano cadendo anche male. Intanto il posto si sta super riempiendo e la gente stende l’asciugamano pure sui muretti. Fo un altro bagno sul moletto con le syrmata, le barche e la chiesetta vicino: questo posto è il più caratteristico di Milos. S’è fatta una certa, viola smania per andare a far pranzo da Medusa, caldamente consigliato da un suo collega.
Il pranzo a Mandrakia
Ho già il languorino in bocca pensando al polpo meraviglioso
che mangerò da medusa; arriviamo e subito mi accorgo che il posto è molto più
turistico di quello che mi aspettavo….Tocca dare il nome per essere messi sulla
lista di attesa per i tavoli, 10 minuti e siamo seduti. Il posto è molto
caratteristico, c’è qualche vespa che gironzola e i soliti gatti. Io prendo il
polpo all’aceto e Iuri i calamari fritti, il mio buono ma mi aspettavo meglio,
anche un po’ minuta come porzione. I calamari sono grandi, spessi, a iuri non
piacciono. Si spende tanto per gli standard a cui siamo abituati…non lo
consiglierei ad altri.
Decidiamo di andare un po’ a casa a riposarsi, senza meltemi
fa un gran caldo. Dopo 2 ore si riparte, proviamo Achivadolimni. Qui il
paesaggio è molto naturistico, macchia bassa, alberi sulla spiaggia, tette di
fuori e tafani come se non ci fosse un domani. Io vengo punta in diversi punti
tra cui sulla chiappa sinistra. A cena andiamo da Barco, che abbiamo puntato
vicino ad Adamas. Moussaka davvero buona e spiedino di pollo. Infine buon
acquisto di souvenir al porto e ritorno a casa.
Giorno 9-Zona Emporio, health center, ancora nord
Grossolanamente manca solo la zona di Emporio da visitare,
dove per altro c’è una taverna su cui ho messo gli occhi da subito. Le spiagge
attorno ad Emporius sono tante, ma ad un’occhiata più attenta sono
raggiungibili via mare o tramite lunghi sentieri. Rimane abbordabile Fatourena
che sarà la nostra destinazione. La strada per arrivarci è tutta sterrata e
mette a dura prova la citygo, ma in qualche modo arriviamo. In spiaggia siamo
veramente pochi, ma il posto non è di quelli da ricordare. Bagno, un po’ di
sole e andiamo in taverna. La strada è allucinante, l’ultimo pezzo è una
banchina sul mare strettissima, poi parcheggio accanto alle capre e prendiamo
un tavolo sul mare.
Ma proprio sul mare perché i tavoli sono su una
banchina dove è stato costruito il ristorante: ancora una volta Milos mostra la
sua follia. Mangiamo e dopo proviamo anche l’ebbrezza della guardia medica di
Milos, in quanto i pinzi dei tafani di viola sono diventati dei bozzoli
giganti. Fatta anche questa, in mezzo inglese e mezzo esperanto viola si fa
capire e le danno una crema. Per aspettare l’apertura della farmacia
traccheggiamo ad un bar del porto di adamas (due succhi e un caffè 15 euro) e
poi andiamo a fare due bagni onestamente non indimenticabili a Mytakas e
Algomantra. Aperitivo chic a Pollonia e cena a zefiria dove eravamo già stati
ma ahimè senza il trattamento della volta scorsa. La giornata è andata dunque
alla grande fuori budget e il commiato da Milos non è di certo esaltante. Adesso testa a
Koufonissi!!
Giorno 10-Koufonissi
La tradizione è tradizione: appena arrivati a Koufonissi il
vento gliene da secche e come per Milos l’accoglienza dell’isola è poco
gasante. Almeno il viaggio è stato poco tormentato e la seajet ha ballato
pochissimo per la gioia di viola. Al porticciolo ci aspetta la tipa dell’hotel
con un fuoristrada, e menomale, come nelle altre isole i metri sono a caso e i
500 metri porto-hotel sono almeno 1km che sotto il sole e con i bagagli sarebbe
stato tosto. Lo studios qua è più carino del precedente, abbastanza organizzato
e con un caratteristico posto fuori. Sono ormai le 16, decidiamo di andare a
fare un giro in paese di perlustrazione e ci fermiamo a prendere due
biciclette, consigliate dalla padrona di casa. Mangiamo due pizzette ed andiamo
a fare il bagno alla spiaggia più vicina. Non è tutta piana Koufonissi, c’è
sono ogni tanto qualche saliscendi che ti frega e ti fa venire i crampi alle
gambe. Non sono bona ad andare in bici, mi fermo in continuazione. Iuri
vorrebbe viaggiare ma io non ce la fo!!! Arrivati in spiaggia l’acqua è
veramente bellissima. Trasparente e di un azzurro intenso. E’ freddino come
sempre ma come si fa a non fare il bagno? Cena a 16 euro con pita e insalata
greca, la chora è piccola ma molto caratteristica.
Giorno 11-Koufonisia
Oggi è il giorno in cui dobbiamo percorrere i famosi 4 km di
litorale dell’isola definiti da tutti fantastici, fino ad arrivare a pori, la
punta a nord. In effetti la camminata è molto bella e i posti di mare che
spaccano si susseguono, l’unico problema è il meltemi che picchia sodo ancora
dopo qualche giorno di quiete. Il litorale di Koufo ha 4 spiaggioni
intervallati da calette di ciottoli che risaltano meglio il colore dell’acqua,
che è spettacolare pure negli spiaggioni sia chiaro, ma sono meno nelle mie
corde anche perché pieni zeppi di italiani, forse anche più che a milos. Nella
via per pori ci fermiamo a fare il bagno in una microcala dove siamo soli, poi passiamo per l’occhio
del diavolo, una specie di laghetto fatto dalle rocce e poi arriviamo a pori,
dove sono ormeggiate mille barche. Pori è a nord/est dell’isola e il meltemi qua
picchia forte, quindi bagno veloce e ripartiamo in giù. Facciamo altra sosta
bagno in spiaggione dove ci sono anche i nudisti (a koufo molto più che a milos
è pieno di nudisti di una certa età. Molto probabilmente anni fa le cicladi
erano mete fricchettone e di nudisti, che continuano a venirci mentre l’isola
ha cambiato turismo ed è mutata.
E’ ora di riprendere la bici e viola come al solito va in
difficoltà dopo 5 minuti, ma non solo, perde la catena e siamo fermi. Qua perdo
la testa perché a 30 anni non essere boni ad andare in bici è grave, quindi 1
tocca portarla a mano, 2 la riportiamo che mi sono rotto le balle e si continua
a piedi. Posate le bici andiamo in paese per andare al supermarket ma andiamo
in un “coso” che chiamare market è un eufemismo, dove non hanno un tubo.
Prendiamo biscotti più acqua e via, a piedi indietro verso melissa rooms. Per
la strada ci fermiamo da “el greco”, pranzo con due panini finti e vai, per
questa mezza giornata s’è dato.
Dopo un riposino in camera si prova a ritornare in spiaggia, fermata al bar freak e
bagno. Stiamo qualche ora e poi ritorniamo in camera. Quando cala il sole fa un
po’ freddino per via del vento incessante. Riusciamo per cena, troviamo un
market serio dove compriamo una simil nutella per colazione. Volevamo provare
il souvlaki street food, ma c’è troppa coda e ripieghiamo su un altro.
Aspettiamo domani e speriamo che ci sia meno vento…..
Giorno 12-Koufonisia
“Speriamo
ci sia meno vento”. Invece meltemio oggi gliene dà ancora di più, tant’è che alle
6 mi sveglio per chiudere la porta/finestra che gli spifferi fanno freddo.
Visto il meteo facciamo colazione con super calma e andiamo al mare più tardi
del solito. Andiamo a fanos beach almeno c’è il bar dietro dove 1 mettersi
all’ombra che il sole brucia e 2 fare pranzo. La giornata è tranquilla,
pranziamo e torniamo da melissa a fare un sonnellino. Il programma sarebbe
uscire sul tardi, vedere la spiaggetta oltre il porto e rimanere in paese, ma
proprio mentre scendo le scalette di melissa mi scivola la ciabatta e prendo
una storta colossale. Il dolore è talmente forte che lì per lì penso di essermi
rotto qualcosa. Poi ghiaccio a diritto, il dolore un po’ svanisce e mi
tranquillizzo. In ogni caso sono ai minimi termini, ma ce la fo lo stesso ad
andare in paese dove facciamo aperitivo (a volte il moscow mi facesse passare
il dolore) e finalmente prendiamo il panino dalla “finestra della chora”: un
must più che altro, comunque panino buono. Il ritorno a piedi per l’albergo è
tosto, la caviglia fa molto male e alle 21:30 siamo già a letto...
Giorno 13 koufonissi-------santorini
La tipa del melissa rooms è super gentile. La camera va
liberata alle 12, ma ci fa lasciare le valigie praticamente in camera sua e ci
fa fare la doccia dopo il mare, inoltre ci accompagna al traghetto. Il seajets
come sempre è in ritardo, ma il viaggio è tranquillo. Non è però tranquillo
l’arrivo a santorini. Che siamo su un altro
mondo si capisce da subito, quando al porto siamo “attaccati" da
gente che ci chiede se vogliamo un taxi, mentre il nostro omino ci accoglie con
freddezza e in fretta e furia ci porta al babis hotel guidando come un pazzo.
Per le strade c’è traffico, i paesini di notte sono una filata di luci, insomma
è cambiato decisamente lo scenario. Siamo un po’ frastornati e l’arrivo al
babis non ci aiuta: l’omino ci scende in fretta e furia mentre un altro in
dieci secondi netti ci da due aranciate più una mappa con le cose secondo lui
da fare più i costi delle escursioni. Ben arrivati nel turismo di massa!
Andiamo in camera (che fa schifo) e scetticamente andiamo a
prendere il pulman per Thira, dove vorremmo cenare magari in un posto bellino.
Il biglietto “one-way” costa 1,80 a testa, una rapina praticamente, ma lo
sconforto grosso deve ancora arrivare; a Thira, la chora, c’è tutta la
globalizzazione in pompa magna, addirittura il macdonald! Le viuzze della chora
sono snaturate e piene di negozi stile via roma a follonica alternati a
ristoranti per turisti con tanto di “spingidentro” infiammati. Finiamo
praticamente da un kebabbaro a mangiare il solito gyros e andiamo nella parte
panoramica che è l’unica cosa bella che finora ci ha dato Santorini.
Ritorniamo un po’ abbacchiati al babis hotel, non prima però di aver preso una super fregatura con un franchising di yogurt che ci fa pagare uno yogurt 6,70 euro.
Ritorniamo un po’ abbacchiati al babis hotel, non prima però di aver preso una super fregatura con un franchising di yogurt che ci fa pagare uno yogurt 6,70 euro.
Giorno 14 Santorini
Ho finito la giornata precedente con la caviglia gonfissima.
Quindi oggi bisogna foraggiare il sistema estorsivo degli autobus che chiedono
1,80 euro sempre e comunque, anche se fai
una fermata stop and go per prendere la coincidenza come abbiamo fatto
noi. Morale della favola spendiamo un botto, camminiamo tanto lo stesso e un
motorino ci sarebbe costato meno e ci avrebbe fatto girare molto meglio e di
più: tutta esperienza che entra. La mattina ritorniamo a thira, vediamo lo
sfruttamento dei poveri asini che portano la gente dal vecchio porto alla city
su delle scalinate infinite. 6 euro per salire sul ciuco e tanto tanto puzzo di
escrementi per le viuzze di Thira, una
cosa molto fine. Per pranzo prendiamo un
panino col tonno alla bakery, qualche ora in piscina, valigie e si parte
per l’imperdibile tramonto ad Oia. La giornata meriterebbe un lungo racconto,
ma adesso sto scomodo, ho poca voglia e lo farò più essenziale. Oia è più
carina di Thira. Un po’ più piccola, ma soprattutto tenuta meglio e meno
deturpata dal turismo di massa, anche se le viuzze pullulano comunque di
negozi, ma almeno non di souvenir trash e minchiate come a Thira. Già alle 5
c’è una grandissima ansia da tramonto.
Il palchetto eretto e punto chiave, quello da dove partono gli scatti famosissimi che trovi ovunque è già gremito con gente appostata a prendere il posto. Io non ci posso resistere più di due ore sotto il sole (follia) quindi giriamo un po’ per Oia tornando verso le 18:30 e trovando una posizione comoda per vedere sto tramonto più famoso del mondo. La gente è incastrata dappertutto, negli anfratti, sopra i tetti, chi aspetta con le carte, chi beve, una roba allucinante e manca più di un’ora. Patatine, due birre e aspettiamo. A poco dall’ora x, con la gente che aspetta da ore tenendo il posto, arriva una famiglia di italiani, anzi pisani credo, con due bimbe frignone, che si mettono in piedi in pole position, suscitando l’ira di tutti quelli che come noi sono lì ad aspettare tenendo il posto. Inoltre le bimbe vociano, litigano e fanno i capricci, insomma sul più bello la solita famiglia italiana casinara rompe l’atmosfera. Chiuso l’inciso, il sole tramonta, un bello spettacolo si, ma veramente troppo troppo casino, ai limiti della vivibilità come del resto tutta Santorini. Siamo alle battute finali, siamo un po’ abbacchiati già di nostro e gli ultimi due giorni a Santorini purtroppo ci hanno fatto girare un po’ le balle…..
Il palchetto eretto e punto chiave, quello da dove partono gli scatti famosissimi che trovi ovunque è già gremito con gente appostata a prendere il posto. Io non ci posso resistere più di due ore sotto il sole (follia) quindi giriamo un po’ per Oia tornando verso le 18:30 e trovando una posizione comoda per vedere sto tramonto più famoso del mondo. La gente è incastrata dappertutto, negli anfratti, sopra i tetti, chi aspetta con le carte, chi beve, una roba allucinante e manca più di un’ora. Patatine, due birre e aspettiamo. A poco dall’ora x, con la gente che aspetta da ore tenendo il posto, arriva una famiglia di italiani, anzi pisani credo, con due bimbe frignone, che si mettono in piedi in pole position, suscitando l’ira di tutti quelli che come noi sono lì ad aspettare tenendo il posto. Inoltre le bimbe vociano, litigano e fanno i capricci, insomma sul più bello la solita famiglia italiana casinara rompe l’atmosfera. Chiuso l’inciso, il sole tramonta, un bello spettacolo si, ma veramente troppo troppo casino, ai limiti della vivibilità come del resto tutta Santorini. Siamo alle battute finali, siamo un po’ abbacchiati già di nostro e gli ultimi due giorni a Santorini purtroppo ci hanno fatto girare un po’ le balle…..
Giorno 15-Santorini
Ultimo giorno, giorno di volo. Il letto scomodo di babis ci
butta giù presto, facciamo colazione in hotel (molto buona davvero, si merita
una palla in più su tripadvisor per questo) e poi sono solo le 9:30 e le
valigie sono già pronte. Decidiamo quindi di fare un salto al mare, tanto il
vecchio ci porta all’aeroporto alle 2 e ci fanno fare la doccia quindi no
problem. Foraggiamo per l’ultima volta gli estorsori legalizzati dei bus e
andiamo a Kamari, spiaggione lavico nero non male. L’acqua è chiara, non è
fredda come a koufonissi, la spiaggia è tipo viareggio con un susseguirsi di
stabilimenti e ristorantini. Ci sono pure i vucumprà e le cinesi che fanno
massaggi e tatuaggi……insomma si ribadisce il concetto di meta iperturistica.
Torniamo da babis per la doccia e aspettiamo questo volo…..vacanza finita L
Iuri e Viola
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